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Nucleare, Berlusconi ammette il bluff sul referendum

Scritto il 27/4/11 • nella Categoria: segnalazioni Condividi Tweet

«E adesso, assediamo il Parlamento: guai a chi ce lo tocca, il referendum sul nucleare». Giulietto Chiesa era stato facile profeta: l’avevano capito tutti che la manovra anti-referendum era solo un espediente per aggirare l’emozione-Fukushima. Nessuno però si aspettava che fosse lo stesso Berlusconi a confessarlo con candore: vogliamo evitare il voto solo per non precluderci il futuro nucleare. Rischia di essere un clamoroso autogol, la frase pronunciata il 26 aprile davanti al presidente francese Sarkozy. Che scatena una bufera: non è affatto scontato che il referendum venga evitato. E da oggi l’opposizione si impegnerà a fondo perché il 12 giugno gli italiani possono votare.

«C’è ancora tempo», avvertiva Giulietto Chiesa in un video-messaggio: per il decreto anti-referendum prima serve il voto di Camera e Senato, poi la pubblicazione sulla Gazzetta Berlusconi e SarkozyUfficiale; solo allora si potrà pronunciare la Corte Costituzionale. «Nel frattempo, l’opposizione – se vuole – potrà dare battaglia. E se non bastasse, dobbiamo “assediare” il Parlamento: perché non si impedisca agli italiani di pronunciarsi sul loro futuro: questi referendum su nucleare, acqua pubblica e giustizia sono il primo vero voto democratico da vent’anni a questa parte».  Proprio grazie allo scivolone del premier, si può immaginare che da oggi, in aula e fuori, l’opposizione non dormirà. Per Berlusconi, infatti, nonostante Chernobyl e Fukushima, il nucleare resta il futuro del mondo, «un destino ineluttabile». La retromarcia sul nucleare? Solo un trucco: votando a giugno, ammette il premier, sarebbe alto il rischio di una reazione “emotiva”. Bloccando (solo per un anno) il suo programma nucleare, l’Italia conta di rilanciarlo nel 2012.

L’ammissione di Berlusconi scatena ora le ire dell’opposizione, che grida all’imbroglio. Se i cittadini dovessero venir scippati davvero del referendum, commenta sarcastico il segretario del Pd Pierluigi Bersani, non ci sarebbe che un modo per evitare l’opzione nucleare in Italia: liberarsi di Berlusconi attraverso le amministrative. Ormai gli italiani hanno capito, aggiunge Bersani, facciano la loro scelta: «Berlusconi ha gettato la maschera confermando che la moratoria sul nucleare è un bluff». Il premier, interviene il leader Idv Antonio Di Pietro, ha «confessato». Ora, insiste, «abbiamo la prova dell’imbroglio da noi denunciato sin dal primo momento». E il presidente della Repubblica, è l’appello del capogruppo Antonio Di Pietrodipietrista alla Camera Massimo Donadi, dovrebbe pensarci bene prima di firmare il decreto “omnibus” con la norma “ammazza-referendum”.

La verità, sottolinea il presidente dei deputati Pd Dario Franceschini, è che l’unico vero quesito che il Cavaliere vuole eliminare è quello contro il “legittimo impedimento”. Gli altri due: quello su nucleare e acqua il governo non li vuole perchè così spera che non si raggiunga il quorum anche per il primo. Dello stesso avviso il capogruppo Idv a Palazzo Madama, Felice Belisario, secondo il quale il referendum che il «re del bunga-bunga teme di più» è proprio quello contro la legge che gli permetterebbe di non presentarsi ai processi sino alla fine del suo mandato. Le parole del premier, incalzano dal Pd Anna Finocchiaro ed Ermete Realacci, sono «senza vergogna». Dopo queste dichiarazioni, avverte il verde Angelo Bonelli, la Cassazione non dovrebbe abrogare il quesito sul nucleare perchè ormai è chiaro che tra un po’ si tornerebbe a insistere sull’ingresso del nucleare in Italia, cosa che invece il referendum vuole evitare a tutti i costi.

Nel decreto “omnibus”, infatti, prosegue la responsabile ambiente del Pd, Stella Bianchi, non c’è alcuna abrogazione della norma, ma solo una sua breve moratoria. Il ricorso alle urne, assicura Francesco Rutelli (Api), «è ora necessario» visto «l’intento fraudolento del governo». Pronte allo scontro anche le associazioni ambientaliste. O si mette davvero «una pietra tombale» sull’atomo, osserva il Wwf, o si va al referendum. Inevitabile chiamare alla mobilitazione i cittadini, interviene Greenpeace, visto che il Pierluigi Bersanipremier ha svelato la «vergognosa pagliacciata per evitare il referendum del 12 giugno».

Le parole di Berlusconi, sottolinea Nichi Vendola, «sono l’immediata conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, dell’intenzione del governo di voler prendere in giro gli italiani, calpestando in modo arrogante e cialtronesco il loro diritto ad esprimersi su una questione come quella dell’energia nucleare, da cui dipende la sicurezza ambientale e la sopravvivenza delle generazioni future del nostro paese». Pertanto, aggiunge lo stesso Bersani, «visto che l’emendamento del governo non cancella affatto l’attuazione del piano di costruzione di nuove centrali nucleari, il referendum abrogativo è pienamente in vigore».

Secondo il segretario del Pd, «più della salute degli italiani e dei costi assurdi di un progetto assolutamente non conveniente, il governo antepone interessi che alla luce delle carte di Wikileaks sono sempre più oscuri e controversi. D’altra parte – chiosa Bersani – se questo governo si appella tutti i giorni alla volontà popolare, perché mai deve averne paura il 12-13 giugno?». Dalla sua trincea del movimento “Alternativa”, Giulietto Chiesa è ancora più esplicito: «Questo governo non distingue il nucleare dal sedere di Ruby o dalle tette della Minetti, l’importante è che non si voti perché gli italiani direbbero la loro sul “legittimo impedimento”». Se ora si riesce a neutralizzare la manovra anti-voto, dalle urne del 12 giugno potrebbe venire una svolta politica: «Il regime di Berlusconi non resisterebbe a una sconfitta decretata a furor di popolo: il referendum è la più importante occasione popolare e democratica dopo tanti anni».

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Tag: Antonio Di Pietro, Berlusconi, democrazia, Giulietto Chiesa, Nichi Vendola, Nicolas Sarkozy, nucleare, Pierluigi Bersani, referendum, Verdi, Wwf

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