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Riformisti e moderati: barzellette, mentre l’Italia crolla

Scritto il 09/11/12 • nella Categoria: idee Condividi Tweet

Berlusconi ormai irrilevante dopo vent’anni di regno, e con lui Bossi, D’Alema e Veltroni, nonché lo stesso Di Pietro e gli altri simboli di una stagione definitivamente sepolta, archeologica, lontana anni luce dal dramma che anche l’Italia sta cominciando a vivere: il conto della Grande Crisi, socialmente devastante, imposto dall’élite finanziaria europea attraverso il Rigor Montis sotto forma di Fiscal Compact e pareggio di bilancio. Come in un teatro dell’assurdo, i media ripropongono l’antico vocabolario dell’Ottocento: destra e sinistra, riformisti e moderati. Ruggisce Grillo, spaventando tutti e demolendo i rottami della vecchia casta, ma senza ancora entrare in tema: di chi è la responsabilità della catastrofe? Dei “ladri di polli” o di qualcuno molto più in alto di loro, così in alto da non correre il rischio di essere perseguito dalla magistratura di un paese un tempo libero e sovrano?

Mentre l’azienda elettorale chiamata “centrodestra” annaspa nello smarrimento generale seguito alla caduta dei due anziani leader deposti, Bersani e Casinil’industria elettorale concorrente affida il regolamento dei rapporti di potere interni alle “primarie”, consultazioni nelle quali si potrà discutere di tutto, tranne che del destino dell’Italia: quello – per Pd e Sel – è ormai fuori discussione, irrimediabilmente sigillato nella inaccessibile cassaforte di Bruxelles. Verdetto già scritto e totalmente insindacabile, a prescindere dal nome del vincitore delle eliminatorie: compreso quello di Nichi Vendola, che si illude – secondo Cremaschi – di poter “riformare il montismo”, terminale italiano di un potere ostile che non è possibile correggere (gli si può solo obbedire o disobbedire). Domanda: davvero Vendola è così ingenuo da sperare di addomesticare il mostro che sta gettando l’Eurozona nella disperazione, riducendo i governi nazionali a semplici comparse e meri esecutori?

Il sospetto è che – per inadeguatezza e mancanza di visione – ciascuno coltivi piccole ambizioni personali, per progetti destinati a non durare e a non incidere. E cosa pensano di fare personaggi come De Magistris e Landini? Anche loro, si interroga Cremaschi, ritengono di poter combinare qualcosa di buono, irrobustendo “la sinistra del centrosinistra”? Lo ammette, con dolore, Luciano Gallino: proprio il centrosinistra – francese e tedesco, e quello italiano a ruota – negli ultimi vent’anni ha dato un contributo decisivo alla demolizione del welfare europeo, cioè dell’architrave della società dei diritti avanzati, delle conquiste democratiche e del benessere diffuso, frutto maturo della storica lotta contro il nazifascismo. Si è scelto di colpire il lavoro – la vita dei molti – per proteggere i colossali profitti di pochissimi. Politici che, in fondo, hanno adottato la logica tipica del colonialismo, che per governare ha bisogno di Nichi Vendolaindigeni rinnegati, pronti a tradire il proprio popolo per servire interessi superiori.

E così eccoci all’antipolitica e all’astensionismo, mentre dilagano disoccupazione, disagio sociale e angoscia. Il rigore aggrava la crisi che produce recessione, fino allo spettro della depressione. Uno scenario desolante: il balletto dello spread, le cravatte di Monti e la leggenda del debito pubblico come male endemico: come se non fosse stato proprio il debito pubblico, in tutti questi decenni, a moltiplicare scuole e ospedali, facendo crescere il benessere della comunità nazionale. Poi, certo, il debito è stato “privatizzato”, affidato ai “mercati”, ma nessuno lo ha spiegato ai cittadini, né li ha tantomeno interpellati. E infine, sempre di soppiatto, in modo semi-clandestino, è stata ceduta in appalto – ai super-padroni delle grandi banche – persino la moneta, cioè lo strumento sovrano dello Stato. L’Eurozona è un caso unico al mondo: in tutto il pianeta, non esistono Stati che si siano privati della propria moneta, strumento strategico per la tutela dei cittadini. Ma l’agenda politica naturalmente non ne parla: è molto più comodo cianciare Warren Buffettdi destra e sinistra, mentre le aziende chiudono e le banche non fanno più credito perché, ovviamente, “c’è la crisi”.

Da qualche parte bisognerà pure cominciare, protesta la piazza del “No-Monti Day”: perché stringere il cappio attorno al collo di sessanta milioni di italiani, ad esempio, solo per pagare gli interessi su un debito trasformato in entità mostruosa proprio dagli stessi avvoltoi a cui ora andrebbe pagata la rendita usuraia? La finanza che vampirizza gli Stati è un’arma di distruzione di massa, accusa il miliardario “pentito” Warren Buffett. Senza contare che gli Stati dell’Eurozona sono vampirizzati due volte: dagli scienziati dei fondi-truffa e da quelli della Bce, che lascia i governi senza difese economiche. Il conto non torna, perché i cittadini sono completamente inermi: possono eleggere solo i parlamentari europei, che non hanno alcun potere di governo. La Commissione di Bruxelles non agisce per conto dei popoli europei, e in ogni caso non risponde ad essi. In compenso, il teatro continua: in Italia, come negli altri paesi dell’Eurozona, l’imprenditoria elettorale continua a proporre le sue decrepite barzellette, popolate di riformisti squisitamente moderati.

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Tag: antipolitica, Antonio Di Pietro, archeologia, armi di distruzione di massa, astensionismo, banche, Bce, benessere, Beppe Grillo, Berlusconi, Bruxelles, casta, catastrofe, centrodestra, cittadini, colonialismo, Commissione Europea, comunità, corruzione, credito, crisi, debito pubblico, democrazia, depressione, destino, destra, devastazione, diritti, disagio, disinformazione, disoccupazione, disperazione, dolore, elezioni, élite, Europa, finanza, Fiom, Francia, Germania, Idv, industria, interessi, lavoro, Lega Nord, libertà, Luigi De Magistris, magistratura, media, mercati, miliardi, moderati, mondo, Nichi Vendola, Parlamento Europeo, paura, Pd, Pdl, potere, primarie, privatizzazioni, profitti, protesta, recessione, referendum, riformisti, rigore, sanità, scuola, sinistra, sovranità, Stato, storia, tagli, tangenti, teatro, tradimento, truffa, Umberto Bossi, vita, Walter Veltroni, welfare

1 Commento

  1. Ambika
    9 dicembre 2012 • 06:26

    PAROLA DI ZDENEK .”Per me le ultime gianorte di campionato nemmeno andrebbero giocate. ha dichiarato Zeman Bisognerebbe interrompere il campionato prima. Io non mi sono mai trovato, mai ritrovato nelle condizioni di dover chiedere qualcosa. Ma anche se ne avessi avuto bisogno, non avrei chiesto nulla. Le ultime gianorte sono brutte da vedere e brutte per chi sta in campo”.Zeman ha poi proseguito sul `sistema` calcio: `Ancora oggi tutti si rendono conto che il sistema funziona come funzionava prima. Quindi non in modo corretto, ne` giusto. Io non ho le prove di quello che dico non potendo fare le intercettazioni, ma qualcuno ce le ha: si devono fare dei processi non ancora conclusi. Ma ci sono cose che non necessitano di prove per quanto sono evidenti`Infine l`ultima frecciata sulla regolarita` di questo torneo: `Penso che anche questo campionato sia irregolare, visto che gli arbitri che sono sotto processo continuano ad arbitrare ancora oggi`.

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