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Michele Serra: la crisi finirà solo con una guerra mondiale?

Scritto il 07/12/12 • nella Categoria: idee Condividi Tweet

«Vicende come quella dell’Ilva alimentano un sospetto radicale. Che questa crisi non finirà mai: nel senso che questo sistema produttivo, questa organizzazione del lavoro, questi modelli di consumo hanno concluso la loro parabola ascendente, imboccando la china declinante. Se questo è vero – se, cioè, la crisi è davvero “strutturale” o “di sistema” come dicono in parecchi – chiunque annunci la fine della crisi mente; o si sbaglia; o si sente in dovere di dare conforto». Parola di Michele Serra, che si esprime così, il 28 novembre, su “L’Amaca”, la piccola rubrica quotidiana che tiene su “Repubblica”. Parole chiare, e tanto lontane – per fortuna – dall’ipocrisia che domina la narrazione generalista, le finte analisi della politica, i surreali salotti televisivi.

«L’agonia di un sistema – o di una civiltà – fa comunque parte della fisiologia della storia umana», ammette Serra. «La cosa davvero interessante da Michele Serrasapere e da capire, oggi, è dove sono, nel mondo e Italia, i semi della società futura e di una nuova economia; dove e perché nascono nuovi lavori e dunque nuovi posti di lavoro (quelli vecchi sono destinati ad assottigliarsi sempre di più); quali sono le persone e i luoghi che continuano a pensare il futuro e soprattutto ad architettarlo. Se fossi un leader politico – aggiunge lo scrittore – cercherei in tutti i modi di scovare queste energie, organizzarle, metterle in rete». Perché siamo davvero al capolinea, ed è ora di calare il ripario sulle manfrine che lo spettacolo quotidiano dell’informazione tende a proporci, senza mai spiegare veramente niente, perlomeno in prima pagina.

Decrescita, clima impazzito, sovrappopolazione, imperialismi, guerre fredde, manipolazioni e verità di comodo. Trenta o quarant’anni fa, le prime cassandre furono derise, bollate con l’etichetta di catastrofismo. L’emergenza ecologica, le risorse del pianeta in esaurimento, la fine annunciata – per manifesta mancanza di mezzi – di un intero modello di sviluppo. Da Pasolini a Ceronetti, in Italia non ha mai avuto molto ascolto chi ha saputo allungare lo sguardo. Oggi, non c’è organizzazione scientifica mondiale che non parli di un drammatico conto alla rovescia, ormai innescato. Solo la politica è ancora cieca, o riparata dietro un velo di menzogne decrepite. E il media del grande mainstream non fanno che assecondarla, emarginando – ancora e sempre – chi canta fuori dal coro. Raro, su “Repubblica”, un lampo come quello di Serra: «La grande utopia, per la politica di oggi – conclude – è provare a evitare che sia una guerra mondiale a segnare, come è quasi sempre accaduto, il passaggio d’epoca».

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Tag: catastrofismo, civiltà, clima, consumi, crisi, declino, decrescita, demografia, disinformazione, ecologia, economia, emergenza, energia, fame, futuro, global warming, guerra fredda, Guido Ceronetti, imperialismo, ipocrisia, La Repubblica, lavoro, leader, mainstream, manipolazione, media, menzogne, Michele Serra, mondo, narrazione, Occidente, politica, posti di lavoro, poveri, Rete, risorse, scienza, società, storia, sviluppo, televisione, Terza Guerra Mondiale, umanità, utopia, verità

13 Commenti

  1. davide
    7 dicembre 2012 • 14:03

    libre, perdonami ma vedere articoli estrapolati da repubblica o dal corriere mi fanno pentire di aver visionato il sito…

  2. caro58nte@virgilio.it
    10 dicembre 2012 • 01:23

    quando si capirà che tutti tutti tutti tutti quelli che si vedono in tv sono pagati ovvero super strapagati con i nostri soldi , si capirà qualcosa ,, i vive di gossip e mangeremo gossip , ed avremo sempre più fame , ci gingilleremo guardando 11 cretini che rincorrono un pallone e 2 tette 2 culi e politicanti da stapazzo e dotti che dotti non sono che hanno solo la deontologia del propio conto , non importa se lo prenderemo in ccccu lllo dalla mattina alla sera questo è l’italiano non è più sostenibile questa situazione

  3. piero
    11 dicembre 2012 • 09:20

    Certe vigilie sono inquietanti ..!!

  4. Francesco
    8 gennaio 2013 • 13:39

    Hanno stroncato il mercato delle energie rinnovabili con chirurgici interventi legislativi.
    Ora abbiamo un parco di impianti autorizzati da oltre 1MWp che potremo realizzare se solo l’interesse ad investire in questo settore da parte dei semplici cittadini divenisse realtà.
    Per chi investe sarebbe cogliere un doppio obiettivo: mettere i soldi in cassaforte (l’energia elettrica invece che vengano intaccati con continue tasse o perdite di borsa) e a chi interessa, evitare la bancarotta dell’ambiente.
    Noi la nostra parte l’abbiamo fatta, e voi? Contattateci.

  5. francesco
    9 gennaio 2013 • 22:41

    sono d’accordo che la nostra fine e’ prossima

  6. gaetano
    8 novembre 2013 • 23:08

    prima di premere i bottoni ci devono pensare un miliardo di volte. nessuno ne uscirà vivo! ci sono i presupposti, ma mi auguro che non succeda!

  7. davide
    10 dicembre 2012 • 13:25

    caronte…
    parole sante le tue

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