Lavoro, la fiaba del merito: si salvano solo i figli dei ricchi
«La differenza che passa fra produttività e merito è esattamente quella che passa fra lavorare molto e lavorare bene: con ogni evidenza, nulla assicura che lavorare molto implichi lavorare bene». Il dramma, sottolinea Guglielmo Forges Davanzati, è che i giovani hanno sempre meno speranze di trovare lavoro: le porte del mercato sono sempre più strette, e avvantaggiano chi ha forti relazioni sociali e familiari, svantaggiando tutti gli altri. «Non è un fenomeno nuovo quello della trasmissione ereditaria della povertà», perché la cosiddetta “ideologia del merito” che ha guidato le politiche economiche degli ultimi decenni non aiuta a risolvere il problema – di fatto, non lo ha minimamente attenuato – dal momento che «il fenomeno si auto-alimenta soprattutto in contesti di crescente polarizzazione dei redditi». Risultato: «Gli individui provenienti da famiglie con redditi elevati “spiazzano” gli individui provenienti da famiglie con più basso reddito, non perché più produttivi, ma semplicemente perché le famiglie d’origine hanno redditi più alti e maggiori e migliori “reti relazionali”».
Anche per questo, la tragedia italiana della disoccupazione giovanile «non ha nulla a che vedere con il fatto che i lavoratori adulti sono iper-protetti». Semmai, è il peggioramento della distribuzione del reddito a contribuire a ridurre la produttività del lavoro, scrive su “Keynesblog” il professor Davanzati, docente dell’università del Salento, di fronte alle cifre della catastrofe: secondo l’ultimo rapporto Ocse, il tasso di disoccupazione è in crescita in quasi tutti i paesi industrializzati e, in particolare, nell’Eurozona e in Italia. La Banca d’Italia, fin dal 2010, registra che la riduzione dell’occupazione si è manifestata più sotto forma di riduzione delle assunzioni che di aumento dei licenziamenti, e che la crescita della disoccupazione riguarda principalmente la componente giovanile della forza lavoro. Il tasso di attività di individui di età compresa fra i 15 e i 64 anni, nel 1993 era del 58%, a fronte del 42% di quello di individui collocati nella fascia d’età 15-24. Nel 2004, l’occupazione era cresciuta arrivando al 62%, ma si era già ridotto il tasso di attività giovanile, collocandosi intorno al 35%.
Nel corso degli ultimi anni, osserva Davanzati, il divario fra occupazione “adulta” e occupazione giovanile è costantemente aumentato, portando il tasso di disoccupazione giovanile a circa il 40% (fonte Istat), «fatto del tutto inedito nella storia dell’economia italiana». Il fenomeno viene spesso imputato agli effetti di “labour hoarding”, ovvero alla convenienza – da parte delle imprese – a non licenziare lavoratori altamente specializzati in fasi recessive, dal momento che poi – in caso di ripresa – sarebbero costrette ad assumere individui da formare. Interpretazione discutibile, almeno se riferita all’Italia, dove le aziende non prevedono nessuna ripresa a breve o medio termine: oltre il 50% degli imprenditori italiani ritiene che la recessione in atto durerà ancora almeno due anni, ed è una stima che può considerarsi prudenziale. Inoltre, il nostro sistema produttivo è composto da imprese di piccole dimensioni e poco innovative: se la tecnologia utilizzata non richiede lunghi e costosi processi di apprendimento, non si capisce perché le imprese non licenzino il personale già formato, pensando poi di sostituirlo con giovani.
Specie nel Mezzogiorno, la relativa tenuta dell’occupazione di lavoratori in età adulta «dipende semmai da fenomeni di disoccupazione nascosta, ovvero dal fatto che – in imprese di piccole dimensioni, spesso a conduzione familiare – il livello di occupazione viene mantenuto stabile per il semplice fatto che i lavoratori dipendenti appartengono alla struttura familiare». In altri termini, «il costo del licenziamento in questi casi è sia economico sia psicologico, ed è indipendente dalla specializzazione degli occupati». Sono davvero gli individui più produttivi ad avere la più alta probabilità di essere assunti? Non è detto, perché non esistono standard qualitativi per classificare davvero il “merito”, e perché la produttività del lavoro (ammesso che sia misurabile) è il rapporto fra la quantità prodotta e le ore-lavoro impiegate. Peccato che, dal 2000 al 2012, in tutti i paesi dell’Eurozona sia notevolmente aumentato il numero di individui che, per trovare lavoro, si rivolgono a conoscenti, amici e parenti. Conseguenza evidente: si riduce la mobilità sociale. «I figli delle famiglie con più alto reddito ottengono good jobs, a fronte del fatto che le famiglie con più basso reddito vedono i loro figli collocati in condizioni di disoccupazione, sottoccupazione e precarietà». In più, conclude Davanzati, i giovani provenienti da famiglie con redditi elevati «hanno un salario di riserva più alto rispetto a coloro che provengono da famiglie con basso reddito». Alla faccia, appunto, dell’ideologia del “merito”.
Buongiorno. Vi dico questo : l’italia è l’unico paese senza uffici di collocamento, dal ‘98 . negli altri paesi funziona. tanti anni fa mia madre lo ha usato 2 volte, neanche 24 ore la prima, poche settimane la seconda. perciò in italia non si vuole che la gente senza capitali trovi lavoro. la gente non può sapere se, dove, quando cercano lavoratori. i centri per l’impiego sono teorici, gestiti da precari avventizi a termine. la realtà è il metro per capire : chi non è ricco non può curarsi se malato, trovare lavoro, studiare. se la volontà dei datori di lavoro è assumere, come affermano, allora non è possibile infilare più di 4..5 rifiuti , ma si arriva fino ai miei 28′500, dopo i quali ho smesso di contare(22′000 contati uno per uno , 6′500 a stima) . con il calcolo delle probabilità, usando anche solo prove Bernoulliane ripetute, si trova una probabilità bassissima di non trovare lavoro(anche 0, trentatrè zeri poi 213 , ad esempio, se si pongono 12′500 tentativi di trovare lavoro, e così via) . questo dimostra che lasciare la gente senza entrate è intenzionale. i non datori di lavoro dicono che devono tagliare i costi fissi, e nei costi fissi la voce maggiore sono i dipendenti. dei formatori insegnano in appositi corsi agli imprenditori a comportarsi così, come in amerika si poteva vedere già , negli usa, prima del ‘99, anno in cui il 40% della gente ricorreva a banchi alimentari o stava in roulotte baracche motel etc , con lavori sottopagati dove ci perdeva del suo sino a dover mollare e fuggire (più di 200′000′000 di persone sono oggi fuori usa o sotto terra , senza sostituzione, non potevano e non possono curarsi. Mike Tyson è emigrato anche lui, in Russia, dove è iscritto al sindacato scrittori di Russia, altri famosi hanno trovato Lavoro all’estero). tutti i formatori che ho visto sono ebrei, proprio come è narrato nel Mein Leben, l’autobiografia di Adolf Hitler e proprio come allora anche tutti quelli che uno può trovare tra i dirigenti della banca d’italia e della banca centrale europea emittente sono ebrei. un ebreo ha il controllo di ogni filiale di banca privata, assicurazione privata, finanziaria(queste ultime quasi sparite) , e ti scrive chiedendoti se vuoi essere cliente. in Russia il primo atto dei rivoluzionari, il 25 ottobre del 1917, è stato bloccare affitti e spese di condominio, abolire banche private assicurazioni private avvocati privati, che sono i soggetti che guadagnano dalla catastrofe, sino a che la catastrofe non impoverisce anche quelli, e oggi infatti anche i ricchi stanno perdendo valori e beni. _continua, Grazie, e A presto
la rivoluzione fu fatta proprio per salvare la gente, impedendo che chi lavorava perdesse la casa e quindi il lavoro, a vantaggio dei grossi possidenti. gli studi d’avvocato rimasti, pochi per fortuna considerando anche che nessuno ha mai ottenuto tutto ciò che davvero gli serviva tramite avvocato, fanno incetta di due grossi immobili, in media, ogni anno, fino a pochi anni fa tre, rubati alla seconda terza asta a chi non riesce a pagare le spese di condominio perchè è tenuto a forza senza lavoro. un pagamento per esosi lavori straordinari non voluti e da rifare già dopo 4 giorni dal fine lavori, cui mancavano gli ultimi 100 euro, è stato dilatato prima con richieste di avvocati del costo di 650 euro l’una(80 sarebbero già tanti) , poi con un procedimento monitorio e due ingiunzioni da 2′300 l’una, non necessarie perchè i parenti volevano pagare, fino a superare i 9′000 euro, con la speranza da parte dei bastard accaparratori(la famiglia dell’amministratore , gli avvocati e altri compratori al ribasso) che il proprietario non riuscisse a pagare e cedesse l’immobile. una volta venduto, non si può affittarne uno perchè occorrono un reddito e una garanzia, cioè un forte stipendio pubblico o una forte pensione pubblica, il cui titolare firmi. allo stesso modo una volta venduto non si può comprare un altro alloggio, perchè in confronto costa troppo. _ le elezioni non danno la possibilità di scegliere, solo di aderire, e non c’è nessuna certezza di onestà dei dati raccolti dall’ufficio centrale. il risultato è la presenza di soli ricchissimi tra gli eletti, ben diversi dalla gente, e ovviamente gli eletti sono proprio parenti degli incettatori. in sostanza si eleggono da soli, e soltanto quelli contrari agli interessi della gente possono essere eletti così. in Russia Cina e molti altri paesi, compresa la Libia, si scelgono direttamente gli eletti divindo ogni volta il numero degli elettori , ad esempio per 5, con gruppi di 5 persone che designano uno di loro, conosciuto, un parente ad esempio, che si unisce ad altri 4 eletti e ne designa un altro, e così via fino ad arrivare ad assemblee di decisione di spesa ad ogni livello. _ Tutto questo possiamo imparare a farlo anche noi, se già non lo sapessimo fare. e farlo spetta a noi, senza aspettare che altri sconosciuti risolvano i nostri interessi, visto che hanno dimostrato che non intendono farlo e vogliono derubarci. _ dato che qui non siamo ricchi come i meridionali che hanno perdipiù denaro liquido inspiegabile, ho fatto 7 giorni senza mangiare , dopo periodi di mesi in cui mangiavo poco alla sera del terzo giorno, pochi altri, tutti maschi(le donne muoiono tra il 4/o e il 5/o giorno) sono vissuti senza danni interni che ci avrebbero comunque uccisi a medio termine, e non ascoltiamo più nessuno all’infuori di noi. _ in fede, tutto verificato nella realtà, chi vuole dire il contrario lo dimostri, e se è così in grado di modificare la realtà allora che ci trovi un lavoro t.i. , a tempo indeterminato : non avremo bisogno di credere(che è ormai impossibile) nè lui/lei avrà bisogno di sforzarsi a convincere. la realtà si dimostra da sola . solo i fatti hanno valore, le opinioni per noi non contano, nemmeno le mie per me. il postuomo