Inglesi già in Libia, Turchia e Israele coi terroristi in Siria
Il Regno Unito ha schierato di nascosto forze speciali in Libia, mentre Israele sta chiudendo un occhio su Al-Nusra in Siria. E la Turchia vuole che gli islamisti radicali abbiano la meglio in Medio Oriente ed entrino in Europa: sono le sconvolgenti informazioni che re Abdullah di Giordania ha confidenzialmente condiviso con i parlamentari degli Stati Uniti. Il sovrano giordano, al potere dal 1999, ha dato questa schietta valutazione ai leader del Congresso, tra cui John McCain e Paul Ryan, in un incontro a porte chiuse durante la sua visita negli Stati Uniti a gennaio. Lo si apprende tramite una fuga di notizie finita sul “Guardian”. Nella rivelazione più importante, il reale ha detto che le forze speciali giordane operanti in Libia sono state incorporate in un contingente britannico di unità “Sas” per aiutare i corpi speciali inglesi a superare le barriere culturali e linguistiche. L’agenzia di intelligence Stratfor conferma: le “Sas” inglesi in Libia starebbero «scortando squadre del Mi6», impegnate ad «incontrare i funzionari libici per la fornitura di armi e addestramento all’esercito siriano e alle milizie in lotta contro lo Stato Islamico».
Sempre secondo la Stratfor, anche i velivoli Sentinel delle forze aeree britanniche hanno base a Cipro per missioni di sorveglianza su Sirte, la città libica controllata dall’Isis, aggiunge “Rt” in un post ripreso da “Voci dall’Estero”. Se David Cameron rifiuta di fornire informazioni sull’operazione, si sa che ufficialmente la Gran Bretagna posizionerà 1.000 soldati in Libia per aiutare i locali nell’addestramento e assistere il traballante governo libico nell’immediato futuro, «ma finora apparentemente nessuno è stato inviato nel paese, che è nella morsa di una guerra etnica e settaria da quando Muhammar Gheddafi è stato rovesciato nel 2011». Altre dichiarazioni fatte dal giordano Abdullah indicano profonde spaccature tra gli Stati Uniti e le coalizioni guidate dai sauditi col compito di eliminare lo Stato Islamico e ripristinare lo stato di diritto nella regione. Secondo Abdullah, il presidente-dittatore turco Recep Tayyip Erdogan «crede in una soluzione islamica radicale ai problemi della regione». Sicché, «i terroristi che stanno andando in Europa fanno parte della strategia politica turca».
La rivelazione arriva subito dopo l’annuncio dell’accordo che la Turchia ha concluso con l’Unione Europea sui profughi, in cambio di miliardi di euro. Israele, dal canto suo, è accusato di “guardare dall’altra parte” quando si tratta delle milizie siriane di Al-Nusra, collegate ad Al-Qaeda, che controllano ampie fasce di territorio siriano. Israele proteggerebbe Al-Nusra perché il gruppo è «una opposizione ad Hezbollah», la milizia libanese finanziata dagli iraniani che combatte per il presidente Bashar Assad nel conflitto siriano. In precedenza, sui media c’erano state accuse che sostenevano che Israele stesse anche assicurando cure mediche ai combattenti di Al-Nusra, dopo aver stabilito un canale di comunicazione diretto tra l’esercito israeliano e il gruppo terrorista. Infine, re Abdullah punta il dito contro Al-Shabaab, il gruppo jihadista dell’Africa orientale. Ha un profilo più basso rispetto ad Isis, Boko Haram e altri, ma ha cominciato a «introdursi in Libia». L’esercito di Amman è pronto a intervenire: «Abbiamo una forza di dispiegamento rapido che si schiererà con gli inglesi e il Kenya ed è pronta ad entrare in Somalia», ha detto il sovrano ai membri del Congresso statunitense.
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