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Serve una rivoluzione: non pagare le tasse, non votare più

Scritto il 27/11/16 • nella Categoria: idee Condividi Tweet

Renzi è spacciato, perché ormai è solo. E’ completamente isolato, perché nessuno si fida più di lui: «Persino tra gangster, lo sgarro è un’infrazione grave. E Renzi non ha mai mantenuto la parola data. Lo stesso Napolitano, suo garante internazionale, non se l’è sentita di fargli da garante massonico: in massoneria, Renzi non lo fanno entrare. E il suo isolamento è ormai percepito da tutti». Questo, politicamente, fa di lui un “morto che cammina”, comunque vada il referendum: «Anche se dovesse vincere, cosa improbabile, resterà solo. E se sei isolato, dove vai?». Così l’avvocato Gianfranco Carpeoro, autore del saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, in diretta streaming con Fabio Frabetti di “Border Nights” a una settimana dal voto che rischia di rivelarsi un referendum su Renzi, anziché sul futuro dell’Italia, in ogni caso vincolata ai diktat di Bruxelles. Per Carpeoro, non cambierà niente: «L’unico modo per non accettare cosa dice l’Europa è prendere una posizione eversiva e rivoluzionaria». Ovvero: «Non pagare più le tasse per un anno, non andare più a votare in massa, mettendo questi politici nudi di fronte alle loro responsabilità».
Carpeoro esprime un giudizio nettissimo: il referendum è solo «lo strumento per fare fuori Renzi, anche se questo non è nemmeno onestamente dichiarato». Ma un sostituto già pronto «ancora non c’è, nemmeno il grillino Di Maio». E che c’entra, tutto questo, con l’avvenire del paese? «Nulla. Gli italiani si riempiono la bocca della Costituzione, della democrazia. Ma, se vai a vedere la sostanza, in Italia già da anni non c’è democrazia». Si dice che se vincesse il Sì saremmo costretti a subire la “dittatura” dell’Ue? «Ma perché, negli ultimi dieci anni cosa è successo, col vecchio sistema?». L’Italia bicamerale ha sottoscritto al 100% tutte le volontà dell’Unione Europea. Per questo, Carpeoro scommette che il voto del 4 dicembre non cambierà assolutamente niente: al limite, accelererà la fine politica di Renzi – irrilevante, per la comunità nazionale, vista l’assenza di vere alternative politiche. L’unico piano-B davvero democratico? Una scelta «eversiva e rivolzionaria», di ribellione sistemica. «E le posizioni eversive e rivoluzionarie non c’entrano nulla con le leggi. Quando uno deve fare eversione e rivoluzione, non si può preoccupare di che legge elettorale ha, o di com’è fatta la Costituzione – tanto, comunque, uno Stato che fa una rivoluzione, la Costituzione poi se la cambia».
Certo, «le rivoluzioni possono essere violente, delicate o dalle tinte forti – e io sono contro la violenza», sottolinea Carpeoro. Ma, aggiunge, «penso che gli italiani possano dare uno scossone forte a questo sistema solo con atti realmente rivoluzionari», come appunto il boicottaggio fiscale dimostrativo e l’astensionismo di massa dichiarato. «Io sono su questa posizione, una posizione che metta gravemente in discussione l’equilibrio, il futuro e le capacità dell’Italia. Evitiamo i pannicelli caldi, il dire “resta la vecchia Costituzione, o arriva quella nuova”: cosa vuoi che cambi?». Non è stata certo la Costituzione vigente a mettere l’Italia al riparo dal massacro sociale dell’austerity indotta dall’Ue e dall’Eurozona. Dunque, perché insistere su temi come «il bicameralismo perfetto o imperfetto, la nomina dei senatori?». Una presa di posizione estremanente esplicita: «Basta, non voglio essere coinvolto in questa pantomima che serve solo per capire chi si siede sulla sedia più bella», conclude Carpeoro. «Basta, l’Italia politica di questo tipo è finita. Poi magari la gente ne prenderà atto tra dieci anni, ma è già finita adesso».

Renzi è spacciato, perché ormai è solo. E’ completamente isolato, perché nessuno si fida più di lui: «Persino tra gangster, lo sgarro è un’infrazione grave. E Renzi non ha mai mantenuto la parola data. Lo stesso Napolitano, suo garante internazionale, non se l’è sentita di fargli da garante massonico: in massoneria, Renzi non lo fanno entrare. E il suo isolamento è ormai percepito da tutti». Questo, politicamente, fa di lui un “morto che cammina”, comunque vada il referendum: «Anche se dovesse vincere, cosa improbabile, resterà solo. E se sei isolato, dove vai?». Così l’avvocato Gianfranco Carpeoro, autore del saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, in diretta streaming con Fabio Frabetti di “Border Nights” a una settimana dal voto che rischia di rivelarsi un referendum su Renzi, anziché sul futuro dell’Italia, in ogni caso vincolata ai diktat di Bruxelles. Per Carpeoro, non cambierà niente: «L’unico modo per non accettare cosa dice l’Europa è prendere una posizione eversiva e rivoluzionaria». Ovvero: «Non pagare più le tasse per un anno, non andare più a votare in massa, mettendo questi politici nudi di fronte alle loro responsabilità».

Carpeoro esprime un giudizio nettissimo: il referendum è solo «lo strumento per fare fuori Renzi, anche se questo non è nemmeno onestamente dichiarato». Ma un sostituto già pronto «ancora non c’è, nemmeno il grillino Di Maio». E che Carpeoroc’entra, tutto questo, con l’avvenire del paese? «Nulla. Gli italiani si riempiono la bocca della Costituzione, della democrazia. Ma, se vai a vedere la sostanza, in Italia già da anni non c’è democrazia». Si dice che se vincesse il Sì saremmo costretti a subire la “dittatura” dell’Ue? «Ma perché, negli ultimi dieci anni cosa è successo, col vecchio sistema?». L’Italia bicamerale ha sottoscritto al 100% tutte le volontà dell’Unione Europea. Per questo, Carpeoro scommette che il voto del 4 dicembre non cambierà assolutamente niente: al limite, accelererà la fine politica di Renzi – irrilevante, per la comunità nazionale, vista l’assenza di vere alternative politiche. L’unico piano-B davvero democratico? Una scelta «eversiva e rivoluzionaria», di ribellione sistemica. «E le posizioni eversive e rivoluzionarie non c’entrano nulla con le leggi. Quando uno deve fare eversione e rivoluzione, non si può preoccupare di che legge elettorale ha, o di com’è fatta la Costituzione – tanto, comunque, uno Stato che fa una rivoluzione, la Costituzione poi se la cambia».

Certo, «le rivoluzioni possono essere violente o meno, delicate o dalle tinte forti – e io sono contro la violenza», sottolinea Carpeoro. Ma, aggiunge, «penso che gli italiani possano dare uno scossone forte a questo sistema solo con atti realmente rivoluzionari», come appunto il boicottaggio fiscale dimostrativo e l’astensionismo di massa dichiarato. «Io sono su questa posizione, una posizione che metta gravemente in discussione l’equilibrio, il futuro e le capacità dell’Italia. Evitiamo i pannicelli caldi, il dire “resta la vecchia Costituzione, o arriva quella nuova”: cosa vuoi che cambi?». Non è stata certo la Costituzione vigente a mettere l’Italia al riparo dal massacro sociale dell’austerity indotta dall’Ue e dall’Eurozona. Dunque, perché insistere su temi come «il bicameralismo perfetto o imperfetto, la nomina dei senatori?». Una presa di posizione estremamente esplicita: «Basta, non voglio essere coinvolto in questa pantomima che serve solo per capire chi si siede sulla sedia più bella», conclude Carpeoro. «L’Italia politica di questo tipo è finita. Poi magari la gente ne prenderà atto tra dieci anni, ma è già finita adesso».

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6 Commenti

  1. Durga
    28 novembre 2016 • 06:50

    Non pagare le tasse? Tutti i salariati e I pensionati (cioe’ la maggioranza degli Italiani) hanno la maggior parte delle tasse trattenute alla fonte.

  2. stefano
    28 novembre 2016 • 17:50

    E chi dà dimostrazione di iniziare a non pagare? Lui? E poi? Poi arrivano mago merlino e la fata turchina e vivremo tutti felici e contenti :-)

  3. giannetto
    30 novembre 2016 • 10:01

    E’ un articolo da condividere, in astratto, al 100%, parola per parola, virgola per virgola. – Resta da vedere quanto siano praticabili i suoi consigli.
    1. Il rifiuto di pagar tasse riguarderebbe soltanto, ad occhio, il rifiuto di presentare la dichiarazione dei redditi, perché è vero che la maggior parte delle tasse son già direttamente trattenute da stipendi e pensioni. Inoltre è impossibile rifiutarsi di pagare l’IVA, che ci salassa automaticamente in ogni nostro bisogno della vita quotidiana. Altro handicap: il rifiuto di inoltrare la dichiarazione dei redditi privilegerebbe quasi solo quelli che i soldi li hanno davvero.
    2. Pur con i suddetti limiti, il rifiuto di presentare la dichiarazione dei redditi sarebbe un gesto di protesta enorme, e rivoluzionaria. Ma voi v’immaginate che questo pòpppolo di morti-viventi possa mai organizzare un’azione sociale del genere? Ammettiamo che qualche coraggioso, rischiando di persona, spontaneamente cominci… Da quanti credete che sarebbe imitato, fra sta ggente da secoli devota alla pazienza cattolica, e alla paura del padre superiore?
    3. Se il referendum, pur non essendo altro che un minchionendum per gabbare gli italiotelli con l’illusione che “da nui c’è-a-d-demograzzzzìa”, non ha altra vantaggio che darci la possibilità di liquidare il rignanese, ebbene voterò “no” solo per sensibilità estetica, e quasi non m’importa che gli succeda un altro burattino della lobby euro-atlantica, purché abbia una faccia per cui non nutra idiosincrasie.
    4. Per darvi un sintomo della situazione in cui versa sto “volgo disperso che nome non ha” (Manzoni) vi diro che ier sera ho parlato con una parente piddina, che mi diceva: “Ma se va via Renzi, chi ti dice che chi metteranno al posto suo non sia anche peggio?”. L’idiota dunque dava già per scontata e normale la successione di un quarto “nominato” dalle lobbies finanziarie, e non le s’affacciava neppure nell’anticamera del cervello il sospetto che sarebbe l’ora d’ andarlo a votare, il premier! – Sta idiota piddina mi ha dato una dimostrazione lampante del livello politico-mentale cui s’è auto-ridotta la massa di sto pseudo-pòppolo di morti-viventi.

  4. Adriano T. F. Russo
    2 dicembre 2016 • 14:46

    Ciao Giannetto. La tua amica forse teme che ci ritroviamo Trump anche in Italia. Votare No significa anche mantenere le prerogative del presidente della Repubblica nel futuro prossimo…

  5. Adriano T. F. Russo
    2 dicembre 2016 • 15:24

    … che poi se Renzi non ci vendesse ai petrolieri non sarebbe neanche da buttare via! Mi pare avesse anche dichiarato di voler discutere meglio l’Italicum.

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