Massoni pirati, poi corsari venduti al potere: come Gelli
Perché chiamo Gelli un pirata? La pirateria è stata un fenomeno massonico: i pirati erano quasi tutti massoni. Si imbarcavano, sulle navi, perché dal ‘600 in poi non si sono più costruite cattedrali, e guardacaso quel periodo coincide con l’entrata in scena della pirateria. Scalpellini, carpentieri e cavatori di marmo non avevano più lavoro. E nel ‘600, buona parte di loro diventano marinai: marinai che vengono da logge. Allora l’Inghilterra, che in queste cose è sempre all’avanguardia, consente a questi marinai massoni di fare delle logge tra di loro, sulle navi. E da lì nasce un rito massonico inglese, si chiama Ark Mariner, tuttora esistente. Dall’Ark Mariner nasce la pirateria, che è la prima battaglia di liberazione della massoneria – perché, contro chi lottavano, i pirati? Lottavano contro i monarchi assoluti che viaggiavano con galeoni pieni di ricchezze, alla faccia dei loro popoli. E quindi cosa fanno, i pirati? Le logge di pirati massoni organizzano la Tortuga, cioè la pirateria organizzata, dove i vari capi si conoscevano tra di loro, e cominciano questa guerra all’opulenza dei monarchi assoluti.
Nell’iconografia di tutti i libri, il pirata è sempre raffigurato mentre lo seppellisce, il tesoro, mai mentre lo tira fuori. Il pirata, in realtà, non mirava ad acquisire la ricchezza: non se ne facevano niente, vivevano tutti alla Tortuga. L’oro, il denaro, lo seppellivano: proprio perché non circolasse più. Il problema qual è? Il solito: a un certo punto alcuni pirati si vendono al potere. E nascono i corsari, che sono quelli che fanno la guerra ai pirati, pur essendo pirati anche loro: sono i vari Pinochet che fanno la guerra ad Allende, “fratelli” nella stessa loggia. Gli schemi del potere non cambiano. Perché definisco Gelli un pirata? Perché Gelli è un pirata che diventa corsaro: è il pirata che si è venduto. E’ colui che del pirata ha il cinismo, l’ironia, l’allergia alle regole. Ma dei pirati gli manca una cosa: l’etica. E perché gli manca l’etica? Perché, dal ‘900 in poi, noi abbiamo perso l’estetica, quindi abbiamo perso anche l’etica. Non c’è etica senza estetica: siccome ci piacciono delle cose sempre più brutte, l’allontamento dalla bellezza è anche un allontanamento dai valori, dal bene. Chi non ama la bellezza non può vivere bene. Chi
non la sente, chi non ha la sensibilità dell’arte, della bellezza, non può condurre una vita etica.
L’etica è condizionata all’estetica. Lo aveva scritto Aristotele, in un libro che si chiama “Libro sull’estetica”, ma la Chiesa cattolica l’ha proibito: è il famoso libro che si cerca nel “Nome della rosa”. E il principio che si stabiliva in quel libro era qusto: il valore di premessa ontologica dell’estetica rispetto all’etica. Gelli è così. E’ un uomo che ha perso l’etica perché non riesce più a essere sensibile alla bellezza. E’ un massone che non costruisce più, è un massone che non fa altro che cospirare, in tutta la sua vita – con chiunque: cospira coi comunisti, coi democristiani, coi socialisti, coi finanzieri. Partecipa anche a trame quasi di complotto per uccidere delle persone. Io gli addebito, in pieno – e lui stesso se l’addebita – l’uccisione del leader svedese Olof Palme, che è stato il primo passo della massoneria reazionaria per eliminare ogni personaggio che potesse impedire che l’Europa fosse fatta nel modo in cui poi è stata fatta.
(Gianfranco Carpeoro, dichiarazioni rilasciate a Torino il 16 dicembre 2016 nell’ambito della presentazione del libro “Dalla massoneria al terrorismo”, Revoluzione-UnoEditori, ripresa su YouTube).
Chi non ama la bellezza non può vivere bene. Chi Gianfranco Carpeoronon la sente, chi non ha la sensibilità dell’arte, della bellezza, non può condurre una vita etica.
Certo che é così ma ciò implica che chi non apprezza la bellezza perchè non ne ha la sensibilità é un cadavere che cammina che di umano ha solo la figura esteriore.
1) I comandanti pirati erano ufficiali delle marine europee (inglesi ma non solo) caduti in disgrazia che, per evitare la morte, si davano alla pirateria : altro che combattere le ricchezze del monarca ; molti passarono agli Ottomani e combatterono per i Mori anche con le licenze di corsa (pirati corsari) copiate poi dagli europei;ma davvero questo si pensa che i re andavano in giro per mare colla nave personale piena d’oro ?
2)cosa c’entrano i costruttori di navi coi marinai ? I pirati saccheggiavano le navi e le riutilizzavano se non eccessivamente danneggiate o antiquate e le riparavano mica le costruivano loro . E che pirati sarebbero stati ? Ahahahah!
3) questo signore vede massoneria ovunque anche laddove non c’entra proprio nulla.Bisognerebbe controllare prima di pubblicare determiate cose.
Ok… abbiamo già il canovaccio per un prossimo “Nome della Rosa”, da ambientare in tempi elisabettiani invece che nel Medio Evo.. Chi ci si butta a scriverlo?
- Che l’etica sia una funzione dell’estetica è un postulato molto condivisibile. Ma se ha origine nei Greci, direi che non l’hanno inventato i massoni (almeno per una volta alieni tanto dal dal Bene che dal Male!) … Magari sbaglio, e ulteriori ricerche scopriranno che era massone anche Aristotele. Poi qualcuno potrebbe obiettarmi che Orfeo era Gran Maestro della loggia massonica degli Orfici. Infatti tutto ciò che è iniziatico è ingenitamente massonico, e Pitagora era senz’altro un precursore dell’ illuminato Adam Weishaupt, che lo reincarnava. Invero il fantasma di Ermete Trismegisto gira nell’aria da secoli immemorabili. Scovare, please!!, tutte le possibili connections con l’archetipo! Così sarà aperto il cammino alla “notte nera in cui tutte le vacche sono nere” (Hegel)