Vietato amare: così Ray Dalio metterà fine all’umanità
Scritto il 03/3/17 • nella Categoria:
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Che personalità deve avere un direttore dell’Fbi, cioè il reale Principe delle Tenebre della politica interna degli Stati Uniti dall’assassinio di Jfk e anche prima? Come dev’essere, nell’anima, uno che regge il potere assoluto? Risposta più che ovvia: «Non può essere un umano, deve essere una macchina senza scrupoli, un androide di spietata logica, occhi vitrei, implacabile. Oggi questo uomo si chiama James Comey». E allora, scrive Paolo Barnard, che effetto fa scoprire che «un siffatto micidiale androide», anni fa, fu assunto in un’organizzazione che lo ha fatto addirittura collassare? «Che razza di apocalittico luogo deve essere quello dove una macchina spietata come un direttore dell’Fbi non ce la fa, vacilla e fugge?». Si chiama Bridgewater. E’ il mondo di Ray Dalio. Bridgewater è un Hedge Fund, un fondo d’investimento dove i multimiliardari del pianeta mettono fortune con lo scopo di proteggerle da rischi e, al tempo stesso, di azzardare scommesse finanziarie mozzafiato per decuplicare i guadagni. Bridgewater è oggi il più potente Hedge Fund del mondo. «Perché? Il motivo è semplice ma centrale, in questo racconto dell’orrore che sarà la vita da incubo dei vostri figli». Bridgewater “indovina” sempre, non sbaglia mai. E Ray Dalio è il suo guru.
Racconta Barnard, straordinario giornalista investigativo: «Lessi in un luogo oscuro una dichiarazione di Ray Dalio che parlava dell’amigdala, cioè della minuta porzione del cervello umano che si pensa gestisca le emozioni. E Dalio ne parlava, a lungo, nel corso di quella che invece doveva essere una nota sui mercati per gli investitori». Warning: «Ma che razza di viaggio lisergico è il gestore dell’Hedge Fund più miliardario del pianeta che invece di parlare agli investitori di spread, tassi, Bull Markets, trends, meccanismi di trasmissione monetaria o Credit Defaults, parla di amigdala cerebrale?». Cliccando sul sito di Bridgewater, si scopre che «lì dentro sta succedendo qualcosa d’indicibile, ma indicibilmente orrendo», perché «spazzerà via tutto ciò che dal 18esimo secolo si è aggregato attorno alla parola lavoro – tutto: leggi, filosofie, diritti, organizzazioni». Ray Dalio? «E’ l’esatto contrario dei suoi omologhi, cioè dei Blankfein, Soros, Fink, Mustier, Cuccia, Agnelli, che, com’è noto, passano o passarono la vita a “giocare a Dio”. Dalio passa la sua vita nella convinzione di essere talmente fallato, che solo un orwelliano lungo processo di aggregazione, limatura ed eliminazione dei suoi errori e dei suoi autoinganni potrà portare lui ad essere una Macchina infallibile, e Bridgewater al successo eterno».
E infatti, continua Barnard, «Dalio aspira a morire nella carne solo dopo che la sua mente sarà stata trasformata in una Macchina, in una Machine, ma proprio alla lettera, perché Ray sostiene, ripeto, che solo un orwelliano lungo processo di aggregazione, limatura ed eliminazione degli errori e degli autoinganni, e quindi solo eliminando le falle umane di cui lui e noi tutti siamo zeppi per causa dell’amigdala emotiva, cioè divenendo Machines, si ottiene l’efficiente vittoria perpetua nella competizione». Ma attenti: Dalio non prepara solo la sua mutazione in Machine, ma la mutazione in Machines di chiunque respiri e lavori, e lavorerà. E non solo a Bridgewater. «Dovrà essere trasformato, e per prima cosa non deve avere l’amigdala delle emozioni». Sicché Dalio «non solo prepara, ma ha già pronto tutto il progetto di trasformazione». E qui sta il fatto agghiacciante: «Il mondo che conta, dalla Fiat Chrysler alla General Motors, dalla Sony Corp. alla Carrefour, dall’Eni a Google, da Goldman Sachs a Banca Intesa, lo stanno guardando e… hanno capito. Hanno capito che l’apocalittico disegno di Ray Dalio è un “Money Winner”, cioè vince nella gara dei soldi, e va copiato. Sarà copiato alla stessa velocità con cui si sparge un incendio dopo un anno di siccità».
Il virus-Dalio «colerà a pioggia dai colossi dell’impiego ai gruppi minori fino all’azienda nostrana», e quindi «segnerà nella storia dell’umanità la fine del mondo del lavoro così come lo conosciamo, incenerendone ogni diritto o umanità rimasti. E vincerà anche perché il modello Ray Dalio-Bridgewater frantuma la storia del lavoro umano senza violare un singolo diritto sindacale, una singola legge, una singola Costituzione». A chi scrollerà il capo con scetticismo, Barnard ricorda nel 1946, «l’epoca delle radio gracchianti e dei telefoni a rotella», un uomo di nome George Orwell predisse che l’umanità fosse spiata da un Grande Fratello in ogni sua mossa. «Settant’anni dopo Edward Snowden rivelò al mondo che il Grande Fratello Nsa esisteva davvero». E come ci è arrivato, Ray Dalio, a concepire un mondo in cui si possa morire nella carne solo dopo essere diventati «Macchina che aggrega, lima ed elimina i suoi errori e i suoi autoinganni, senza Amigdale emotive di mezzo», anche a costo di perdere per strada i “deboli” come James Comey, ora capo dell’Fbi?
La home page di Bridgewater, «che è un mostro di mercati, derivati, profitti, speculazioni mondiali sulle Borse e clienti colossali», è piena di foglie, alberi, magliette, jeans, ragazzi in riunioni rilassate, sorrisi. «Sembra la home di una clinica di psicoterapia, di un famoso centro di riabilitazione psicologica per giovani alcolisti, o tossicodipendenti, o problematici, o emotivamente instabili. Una clinica nel verde sereno. Cosa significa?». Questo, continua Barnard, non è affatto il solito “spin” (bluff) all’americana”. «La risposta è di una facilità sbalorditiva: Bridgewater lo è davvero una clinica, Ray Dalio più che sul denaro oggi lavora sulla psiche, e lì si è sviluppato quello che di certo è il più agghiacciante progetto di robotizzazione della personalità del dipendente nella storia dell’umanità». Oggi, Dalio «non può ancora ordinare al genere umano una modifica del codice Dna che elimini dai cervelli dei feti l’amigdala delle emozioni», ma può già «spegnerla con la sua filosofia applicata», che trasforma l’essere umano in Machine da lavoro. Lo ripete fino all’ossessione: «I cervelli umani sono macchine. Il mondo è una macchina. L’economia è una macchina. Se nutriamo queste macchine con un’immensa mole di dati, se eliminiamo l’emotività che porta a scelte irrazionali in politica ed economia, queste macchine non sbaglieranno quasi più».
Questo che appare come un incubo per il futuro di qualsiasi dipendente, osserva Barnard, «sarà adottato alla velocità di un’epidemia da tutti i maggiori datori di lavoro del mondo, e a cascata anche dai medi e dai piccoli, perché è un incredibile “money winner”: credete che John Elkann non lo abbia già assorbito?». Ray Dalio, aggiunge Barnard, ripete ossessivamente i suoi tre mantra supremi: trasparenza, verità radicale, relazioni intense. «Sono tre punture di cianuro studiate con abilità che definire maligna è riduttivo». Ogni componente del pianeta va ridotto a Machine, e la Machine vince, «perché l’accumulo di dati incrociati e analizzati la rende invincibile, dice Ray». L’amigdala del cervello umano, però, mette i bastoni fra le ruote con l’emotività, che “personalizza” i dipendenti. «Essi allora, continua il Credo-Dalio, vanno totalmente spersonalizzati». In che modo? «Si usano pifferai magici che formulino parole e pratiche che incantano: Ray Dalio ne è il maestro». La decantata “trasparenza”? Suona bellissima, ma a Bridgewater «significa che esiste un sistema dove ogni singolo minuto di lavoro in ufficio è filmato e registrato, e tutto ciò è reso disponibile in una videoteca a chiunque nell’azienda, dal barista a Dalio».
Il dipendente sa di essere “trasparente” «perché non può nascondere neppure un colpo di tosse di disapprovazione senza che tutta l’azienda possa vederlo». In più, Ray Dalio «ha dato ordine a tutti i suoi dipendenti di sfidare di continuo gli altri con giudizi o polemiche». E questo porta al Dalio-concetto di “verità radicale”: chi lavora sotto monitoraggio, incoraggiato a polemizzare con i colleghi, finisce maciullato «in una pubblica arena giornaliera per ogni respiro fatto e parola detta, in continue riunioni». Di qui le “relazioni intense”. nel Dalio-gergo: «Intense perché ti devastano ogni secondo, e ogni secondo devi poter attaccare o difenderti perché tutta l’azienda ha visto e udito ciò che hai ‘respirato’, detto o registrato in video e audio». Questa psicotizzante pratica, viene detto ai dipendenti, serve loro «per imparare che solo un orwelliano lungo processo di aggregazione, limatura ed eliminazione dei propri errori e dei propri autoinganni li potrà portare ad essere una Macchina infallibile, cioè li porterà al successo eterno che è prerogativa delle Machines. L’amigdala va polverizzata dalla storia, e se possibile dalla biogenetica in futuro. L’emozione è il nemico della Machine e del successo in ogni sfera del vivere. Questo viene detto ai dipendenti».
Così Ray Dalio spersonalizza il dipendente, che diventa una Machine «perfetta per i suoi profitti, che fanno record mondiale». E così, domani, «faranno i datori di lavoro di tuo figlio e del figlio di tuo figlio». Il “Wall Street Journal”, tempo fa, scrisse che in realtà a Bridgewater «si udivano singhiozzi convulsi di dipendenti nascosti nei bagni, unici luoghi dove le registrazioni sono vietate». La risposta di Ray Dalio fu: «Talvolta i sentimenti di chi lavora con noi vengono toccati. Ma questo è causato dall’amigdala. La cose non sono come appaiono: i nostri dipendenti vedono le proprie debolezze e si emozionano. Ma poi prendono fiato, si calmano e diventano razionali». Ma i dipendenti, agiunge Barnard, non possono perdere il posto di lavoro, e quindi si adattano. «John Elkann o Benetton o l’imprenditore di Siena lo vedono, hanno questo potere di ricatto sui sottoposti, e capiscono il ‘genio’ di Ray». In più, Bridgewater sta sviluppando un software che riproduce i “princìpi” di Dalio: si chiama di PriOs, «cortesia di David Ferrucci, ex leader del progetto di intelligenza artificiale della Ibm». Profetizza Barnard: «PriOS, alla morte di Ray, diventerà l’amministratore delegato o presidente dell’azienda, supervisionerà ogni singola mossa o voce umana, interagirà sui tablet che i dipendenti sono costretti per contratto a tenere accesi per dirigerli o criticarli o sentire le loro voci, o registrare le loro critiche ai colleghi e trasmetterle a quei colleghi, o correggere le loro voci». Ma sempre secondo i “princìpi” di Ray Dalio: “Tu sei nato Macchina e grazie a questo sei destinato alla perfezione”.
E’ un incubo, dice Barnard, che si avvererà presto: «PriOs sarà l’Ad di Fiat Chrysler, di Benetton, di Rizzoli Rcs, di Tods, di Pirelli, di Eni, di Poste Italiane, della Rai e di Mediaset, di Ipercoop. Sarà il tuo datore di lavoro anche a Perugia o Vicenza, Bergamo, Latina, Pescara». Si comincia prestissimo, a studiare per diventare Machine: «Ray Dalio aveva undici anni, 11, quando iniziò a interessarsi di mercati. Oggi è l’uomo più potente del mondo». Non solo per i 150 miliardi di dollari che gestisce ogni giorno, ma «soprattutto perché ha disegnato gli algoritmi che renderanno tuo figlio, e il figlio di tuo figlio, e il figlio del figlio di tuo figlio, degli psicotizzati servi del profitto, privi di amigdala, senza vita di emozioni: perché non si torna a casa dopo 5 o 6 giorni passati così e poi si è capaci di amare. Saranno le Ray-Machines per generazioni». Barnard rivendica di esser stato il primo, in solitudine, a lanciare l’allarme: «Vi avvisai vent’anni fa del Ttip, allora Wto, della globalizzazione, di chi ha pensato al Jobs Act». E chiosa: «Se per caso riesci a sollevare l’encefalo dalla Raggi o da Travaglio, ricordati di queste righe. Ricorda questo nome: Ray Dalio».
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A ba. Hai digerito male ?
Nessuno credette a Cassandra… La lezione che mai si ricorda è che se un contadino dispettoso urla di continuo “al lupo! al lupo!” e il lupo non si vede, non è che, alla fine, ci si può rilassare e smettere di preoccuparsi. Alla fine il lupo arriva.
Non sarà un problema di amigdala, non saranno i microchip o mutazioni genetiche indotte con i vaccini, non saranno gli alieni e nemmeno le trombe angeliche dell’Armageddon, ma alla fine, in qualche modo, dovremo fare i conti col “lupo” e confidare nel “buon senso” e nella saggezza della maggioranza (tanto non è vero, non succede nulla…) non è la migliore delle strategie.
Anche perché, probabilmente, il “lupo” già fiuta l’aria e ci gira intorno…
Ma perchè secondo Banard invece i gestori e i dipendenti di altri giganteschi hedge fund sparsi in giro per il mondo hanno cuori e menti sensibili ai destini dell’umanità??
E’ semplicemente tutta gente che per denaro venderebbe anche la madre, insomma, la scoperta dell’acqua calda!!
E poi a parte questo, Ray Dalio ha detto diverse volte che lui i miliardi di dollari che lascerà in eredità li investirà nel cosidetto “Bridgewater’s All Weather Portfolio” che tutti ( ovviamente bisogna avere almeno 80mila euro perchè prevede la diversificazione in svariate classi d’investimento ) possono replicare e quindi non c’è niente di segreto, occulto e mefistofelico!!!
Eccolo:
“Cloning the Largest Hedge Fund in the World: Bridgewater’s All Weather”
http://mebfaber.com/2014/12/31/cloning-the-largest-hedge-fund-in-the-world-bridgewaters-all-weather/
Saluti.
Fabrice
PS nel prossimo post un articolo in italiano sull’argomento!!
Ecco puntuale il secondo post del PS del primo post!!
“All Weather Portfolio Model
Una review e un backtest dell’All Weather Portfolio di Ray Dalio”
http://analisifondamentale.investireoggi.it/all-weather-portfolio-model-1695.html
Saluti.
Fabrice
Come ho già scritto in un precedente commento, fu proprio questo articolo di Barnard che mi richiamò alla memoria la parte finale di “Noi”, romanzo distopico del russo Zamyatin, pubblicato la prima volta in traduzione inglese negli USA, nel 1924 (ma era già scritto negli anni della Rivoluzione). Più profetico di così! Cioè: mentre la rivoluzione russa cercava una “soluzione” marxista al capitalismo, soluzione che si trascinò infelicemente fino al Crollo del Muro… e poco dopo, il New Deal e Keynes cercheranno di rendere “presentabile” il Capitalismo stesso, Zamyatin già intuiva il trionfo di Big Brother, in cui sboccherà la civiltà post-industriale e post-moderna, qualunque ne sia il politico “colore”, specchietto per allodole.
… Ah…. anche Jules Verne, non dimentichiamolo, è stato un grande profeta!. Il suo romanzo “Ventimila leghe…” fu pubblicato nel 1870!
Più che un giornalista è un artista. Un artista pazzo. Ha l”incubo dei Grillini che non vogliono dargli retta, anche perché non si capisce bene quale sarebbe la sua ricetta. Forse farsi esplodere in una piazza e finire così dilaniati prima che possa riuscirci ’sto ray dalio? Secondo me con i suoi catastrofismi e le sue pillole di terrore è molto congeniale al sistema della paura. In ogni suo articolo c’è il rimprovero per l’immobilismo delle masse ma ci spiega molto bene la potenza immane e, a quanto vuol far intendere lui, invincibile del mostro del potere finanziario e militare. Nella migliore delle ipotesi è un povero fallito reietto, e se vogliamo fare a chi la spara più grossa ditegli che il sole si spegnerà e con lui le machine di dalio.
Signori,
Barnard è un po’ melodrammatico, ma ne ha passate tante! Gli si può ben concedere almeno il privilegio di scegliere lo stile dei suoi scritti.
Ray Dalio non è l’unico… e chissà perché la cosa non mi sembra particolarmente tranquillizzante, ma sarò stato contagiato dalla retorica funerea del Nostro, ma come non notare che, allo stesso tempo, anche qualcuno di noi abbia subito il fascino delle teorie economico-esistenziali alla Dalio (& Co.)?
(cit.) “…non c’è niente di segreto, occulto e mefistofelico!!!”
Infatti, Fabrice: è tutto sotto il sole, è tutto condiviso e il diavolo non esiste.
La cosa bizzarra è che, pur essendo sotto gli occhi di tutti, i più preferiscano non vedere, sebbene non traggano nessun vantaggio dal sostenere quelle “tesi”, a meno, s’intende, di sentirsi parte di “qualcosa” che appare vincente.
Un po’ come tifare Inter in Barbagia… (suona bene, non me ne volete: ho origini nel nuorese…)
Bilderberg è una sciocchezza da complottisti (figurati: ci hanno invitato perfino Jovanotti…!), il Club di Roma è roba vecchia, non parliamo della Nobiltà Nera Veneziana e Genovese… Poi che ci sarebbe? Ah, certo: il “Bohemian Grove”, le Georgia Guidestones, i Protocolli dei Savi di Sion… siamo in piena fantascienza, eh? Roba alla Philip Dick della “Svastica sul Sole”! State sereni: la fantascienza distopica fu scritta forse con intenti scaramantici, ma noi siamo persone serie, ragionevoli e razionali e per nulla superstiziose e sappiamo bene che certi mezzucci non funzionano. Quel che deve accadere, accadrà e se potrà farlo nel peggiore dei modi, lo farà (liberamente ispirato alla Legge di Murphy)
@Mirko
ma perchè mi citi a sproposito mettendomi in bocca parole che non ho mai detto in relazione a ben altri contesti completamente diversi??
Nel mio primo post, in italiano e non in arabo ho scritto:
” E poi a parte questo, Ray Dalio ha detto diverse volte che lui i miliardi di dollari che lascerà in eredità li investirà nel cosidetto “Bridgewater’s All Weather Portfolio” che tutti ( ovviamente bisogna avere almeno 80mila euro perchè prevede la diversificazione in svariate classi d’investimento ) possono replicare e quindi non c’è niente di segreto, occulto e mefistofelico!!!”
Ergo, “non c’è niente di segreto, occulto e mefistofelico!!!” è strachiaro che è riferito solo ed eslusivamente al finanziere Ray Dalio in relazione a quello che farà con i suoi miliardi di dollari dopo la sua morte ( segnalando pure due articoli significativi a riguardo ) e non invece alla negazione di massonerie occulte e non, sia a livello nazionale che a livello sovranazionale e infatti a tale proposito mi sono espresso chiaramente molto recentemente, eccolo:
https://www.libreidee.org/2017/03/magaldi-dal-pd-solo-macerie-dove-il-piano-b-per-litalia/
In particolare il 2PS del mio secondo post a “Christian”, lo riporto:
“2PS importanti nazioni del mondo occidentale sono state fondate da massoni, per cui se dopo secoli ci sono massonerie che vogliono fare saltare le nazioni perchè hanno deciso che il NWO ( già segnalato ottimo articolo a riguardo tratto da Voltaire.net ) deve essere realizzato a tutti i costi non è che sia qualcosa da fantascienza, semplicemente è il bene e il male che si alternano storicamente!!”
Saluti.
Fabrice
PS meno Barnard, Più Cartesio!!
E quì entra in gioco il microchip sottocutaneo.