Grazie alla Lorenzin, vi opererà un robot da 3 milioni di euro
Scritto il 09/10/17 • nella Categoria:
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Sono al telefono ogni giorno con i Mostri (quando i media mi pagavano ci sarei andato di persona, sorry). Chiamo prefisso 001+ e parlo con le Start Ups americane che fanno A.I., ma soprattutto i robot chirurgici del presente e del futuro. Quelli del futuro saranno in A.I. quantistica, cioè rispetto a quelli di oggi un salto come dire dalla ruota di pietra allo Space Shuttle. Sto su questo tema perché nella devastazione di Tech-Gleba la salute è il lato più orripilante (poi vi dirò cosa gli chiedo e come mi rispondono. Interesting, man, very very cool shit). Ma voglio ora darvi una prospettiva, a voi persone della vita di tutti i giorni. Lo sapete, vero?, che la Lorenzin sta tagliando in sanità anche l’erba delle aiuole degli ospedali, quando ci sono. Ho già citato le graffettatrici chirurgiche made in Cina a Torino e che ti si disfano in pancia. Mi scrive un chirurgo toracico da Palermo, e mi dice che lavorano sostanzialmente coi mezzi di un ‘Curandero’ del Mozambico, ecc. ecc. sappiamo bene, è così dappertutto nelle Ausl.
Oggi un portavoce di Vinci robot Usa, uno dei colossi mondiali della robotica in sanità, mi ha detto col suo languido accento della Louisiana che un loro singolo robot chirurgico di vecchia generazione costerebbe a una Ausl italiana queste cifre: 3 milioni di euro per il robot, 170.000 euro all’anno di manutenzione, 3.200 euro in costi opertivi ogni volta che lo accendono per un intervento. Questo, ripeto, per un singolo robot chirurgico e neppure uno dei più complessi (settore chirurgia ginecologica), di vecchia generazione. Calcolate che un Policlinico come quello di Padova o di Bologna dovrebbe essere stipato di questi robot per ogni specialità dove il bisturi deve intervenire. Dottore, sei online? fammi i calcoli, eh?
Ho poi chiesto al portavoce di Vinci robot: «Ma quando butterete sul mercato i robot chirurgici con A.I. e computer quantistici a servizio, per cui all’équipe chirurgica e manutentori si dovranno aggiungere fior for di fisici e di software code-makers strapagati e col vincolo del segreto industriale, cosa verranno a costare i vostri robot chirurgici per salvare, per esempio, la mia vita all’Ausl di Bologna?». L’accento del mieloso, afoso sud Usa si trasforma di colpo in un professionale New York style bite: «Non posso commentare». Fine dialogo. Think. Non fate figli.
(Paolo Barnard, “Barnard parla ai mostri, e intanto vi dà una prospettiva”, dal blog di Barnard del 28 settembre 2017).
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Questo Barnard-Bernard ha sempre avuto le bizze di un tipo “marginalmente” fuso, ma adesso è proprio schizzato.
È il blog di Barnard, è suo, e ci può giustamente scrivere ciò che vuole. Se un lettore non è d’accordo con ciò che scrive, non è obbligato a leggere.
Io capisco ciò che vuoi dire, dico solo, nonostante alcune sue pecche caratteriali, che si dovrebbe più che altro dare importanza a ciò che scrive su economia, euro zona, tech-gleba (come la chiama lui, che per quanto possa sembrare inverosimile a chi non conosce queste cose, sono tutte reali), ecc, senza focalizzare un giudizio basandosi solo sulle sue questioni personali esistenziali. Sono d’accordo con te sul fatto della sua ostilità nei confronti Putin (più che altro in passato, ora molto meno), e siccome con Barnard ci scambiano spesso e-mail, gli ho scritto, dati e prove alla mano, di come Putin non sia un dittatore che ha schiacciato i “ribelli moderati” in Cecenia e Daghestan, ma di come Putin abbia fatto la cosa giusta ad usare la forza in Cecenia contro il terrorismo wahabita, lo stesso terrorismo che sta aiutando a combattere in Siria. Anche la cosiddetta storia del retail-terrorism, mi sembrava un vero e proprio abbaglio, ben sapendo che il terrorismo islamico esiste da sempre grazie a USA, regime sionista, Nato e Arabia saudita, e Qatar, poi certo, storicamente noi occidentali abbiamo colpe enormi in tutto questo. Attualmente Barnard ha scritto di Putin e della Russia elogiando alcune sue politiche; stesse lodi le ha rivolte a Xi Jinping e alla Cina. Detto ciò, e nonostante i suoi evidenti problemi personali e caratteriali, ritengo Barnard un ottima fonte per ciò che riguarda l’universo dell’economia, e ultimamente ancge gli argomenti trattati relativi a “Tech-gleba”, e alla fine ciò CGE conta è la luna non il dito che la indica, poi ovvio, ognuno la pensi come meglio creda. Saluti.
No no caro “desiderio”, le cose non stanno affatto così. Io pe primo ammetto apertamente che Paolo Barnard abbia alcune pecche caratteriali, ma ti garantisco che ciò che stà divulgando riguardo a ciò che lui ha descritto come Tech-gleba (sempre se mai ha letto TUTTO ciò che lui ha scritto a riguardo) è assolutamente reale e tangibile, si tratta di fatti certi e inoppugnabili, dimostrati, che ti piaccia o meno, quindi fattene una ragione.
Poi Barnard, che tu citi come “tipo “marginalmente” fuso, ma adesso è proprio schizzato”, nonostante alcune sue pecche caratteriali e problemi suoi personali, è comunque un giornalista e divulgatore come c’è ne sono pochissimi qua in Italia, che per quanto non possa piacere ai molti al quale sta antipatico, ha visto, capito e poi divulgato moltissimi fatti, ANNI prima di moltissimi altri, gli stessi “altri” che all’inizio lo prendevano per il culo, senza opporre nulla di concreto, ma che ORA dicono esattamente le stesse IDENTICHE cose che Barnard ha sempre sostenuto, ora, che sono diventate palesi a tutti; clamoroso, ad esempio, è tutto ciò che riguarda l’eurozona e l’Unione Europea, la BCE i suoi trattati coctitutivi, ecc, ecc, tutto questo denunciato da Barnard, con dati, prove e documenti alla mano (ed eventuale soluzione), ANNI PRIMA di chiunque altro, almeno qua in Italia.
Che a molti possa non piacere per via di alcuni aspetti del suo carattere, questo non fà nessuna differenza sul fatto che ad ogni modo si tratta di una persona che ha capito (e continua a capire) molti fatti con anni di anticipo, che ha saputo prevedere le tendenze riguardo a molte cose che ci riguardano. Sono comunque dell’opinione, personale ovviamente, che un divulgatore andrebbe ascoltato per il valore dei fatti che divulga, e non attaccato a priori in base a criteri quali la “simpatia”, ecc; guardo alla luna non al dito, guardo al messaggio non al messaggiero. E Barnard ha dimostrato in molteplici occasioni, in decenni di attività, di averci visto quasi sempre giusto, questo è un dato di fatto. Se c’è qualcuno che fà le “bizze”, quello sei tu, come hai dimostrato con il tuo commento inutile e gratuitamente offensivo.
Condivido anche molte delle cose che Lei dice, e non sostengo che tutto quel che Barnard ha detto e dice sia da buttar via. Però le sue sindromi da narcisista-vittimista mi irritano; è uno che si ritiene un genio (ma a mio parere la genialità è ancora altra cosa); poi insulta tutti (lui sì che insulta davvero, e a parolacce!!); inoltre le sue noiose digressioni su figa e mamma, e le sue personal stories, mi fan cascare le braccia… e non hanno nulla di quell’emblematicità che lui pretende!; poi le sue manie di rifilarci il meglio della sua genialità nella lingua dell’impero la trovo snob e indisponente (ma sarà un limite mio, che trovo l’anglo-yankee una lingua morfologicamente, sintatticamente, e foneticamente caotica, anche se la pratico dalla prima gioventù).
Mi riesce sempre più difficile in lui distinguere il serio dal faceto. Poi ci sono alcuni aspetti “seri” del suo discorso su cui non sono d’accordo. Ma fin qui niente di male, per carità. Ne elenco alcuni per non farla lunga (il discorso esigerebbe ben altri spazi):
1. l’odio antiputiniano
2. il suo silenzio costante sulla guerra in Siria e sulla geopolitica internazionale (anche se gli va riconosciuto il merito di schierarsi senza riserve con i palestinesi e contro i sionisti)
2. l’alternanza luce-ombra sul mondo degli anglosassoni: un giorno son criminali; il giorno dopo fari di speranza.
3. la ridicola tesi del retail-terrorism.
4. la tech-gleba in un futuro in cui Grande Fratello sarà una mega corporation dai profitti immensi, pur in un mondo di gleba assistita per sopravvivere, e senza alcuna capacità acquisitiva (ha capito tutto di Orwell…!)
….
Mi dispiace che Lei abbia ritenuto il mio commentino gratuitamente offensivo, anche se riconosco d’aver dato appiglio al sospetto. La mia attenuante è che lo stesso Barnard, nelle sue personal stories, confessa più volte di essere depresso, impasticcato di tranquillanti, piuttosto alcolico e con manie suicide. E francamente mi dispiace per lui, per il quale non nutro alcun odio preconcetto.
Senza rancore.
Sulla Sua prima frase sono totalmente d’accordo. Sulla seconda farei qualche precisazione: è vero che si può non leggere >>
(e infatti mi guardo bene dall’aprire altre “novità” sulle Muccetti-stories, sul compianto funebre per il proprio uccello, sul badante che spinge Mamma Cobra in carrozzina, passim…perché son tutti cz suoi che a me non interessano un fico e, come ripeto, non hanno affatto quell’universalità paradigmatica che lui pretende appiopparci… sono comuni a milioni di persone che non “se la tirano” per questo )
>> però è anche vero che, quando si pretende di parlare di cose serie, è pur legittimo che qualcuno contesti le tue opinioni (come ho fatto io per quelle barnardiane nei miei precedenti punti 1-4. Mi basterebbe che si contestasse già su questi… invece da questa parte tutto tace.).
E soprattutto ci sarà libertà di dissentire, immagino, se le sue (di Barnard) opinioni non le trovi solo sul suo narcisistico blog, ma da questo emigrate in altri (come qui era il caso).
Per non esser d’accordo e dire in cosa non lo si è bisogna pur leggere chi la pensa diversamente da te, o no?
O lui, il grande genio, dobbiamo lasciarlo sputare su Putin senza replica?
PS. Idiosincrasia personale: quelli dell’ “io ve l’avevo detto” mi stanno sul piloro.
Ripeto: senza rancore.