Amazon è partner Cia, di Bezos anche il Washington Post
Jeff Bezos non è solo l’uomo più ricco del mondo, dopo aver superato la vetta dei 100 miliardi di dollari grazie al “black friday”, impennata che ha relegato in seconda posizione Bill Gates, patron della Microsoft. L’uomo-Amazon, che ha inaugurato l’ultima generazione dei nuovi iper-miliardari, con «un ammontare di denaro diluviano e perennemente in crescita», è anche un cardine del potere “totale” dell’élite: il maxi-contratto da 600 milioni stipulato con la Cia, ricorda “Dedefensa”, gli ha permesso di acquisire una testata giornalistica leader come il “Washington Post”, che da quel momento ha preso di mira gli avversari geopolitici dell’intelligence, condizionando l’intero mainstream statunitense, a cominciare dal “New York Times”. A questo si aggiunge «l’interessante maniera con cui Amazon si appropria di territori concreti, rispolverando il fenomeno della “città di una sola compagnia”», come al tempo in cui Detroit “apparteneva” alla General Motors. L’Institute for Policy Studies ha stabilito che i tre miliardari più ricchi possedevano quanto la metà più povera degli Stati Uniti. Grazie a Bezos, questo studio è sorpassato: perché il miliardario, nel frattempo, ha accresciuto la propria ricchezza di altri 20 miliardi di dollari. Nel mondo intero, i cinque miliardari più ricchi possiedono quanto la ricchezza della metà della popolazione mondiale, all’incirca 3,5 miliardi di persone.
«Bezos ha acquisito la sua ricchezza grazie allo sfruttamento della sua forza lavoro, circa 300.000 persone in tutto il globo», scrive “Dedefensa” citando il sito economico Wsws.org. «I lavoratori di Amazon guadagnano 233 dollari al mese in India, per una media di solo 12,40 dollari l’ora negli Stati-Uniti». I dipendenti hanno tutele minime, salari bassi, contratti flessibili e spesso temporanei, aggiunge “Dedefensa”, in un post tradotto da Vollmond per “Come Don Chisciotte”. A rischio, pare, anche le condizioni di sicurezza sul lavoro: «In settembre, quando Phillip Terry, di 59 anni, è stato schiacciato da un carrello elevatore in una fabbrica di Amazon a Indianapolis, il ministro del lavoro ha dichiarato che l’impresa potrebbe essere costretta a pagare 28.000 dollari d’ammenda. Bezos guadagna una cifra simile in un minuto, più dei suoi operai americani in un intero anno». La società, inoltre, «esige gli stessi privilegi dei governi del mondo, privilegi fiscali e altre agevolazioni gratuite in cambio della costruzione dei suoi magazzini». Amazon messo in competizione più di 200 città americane desiderose di diventare il secondo quartier generale della compagnia, ottenendo in cambio enormi donazioni. «Chicago, per esempio, ha offerto ad Amazon un “pacchetto di incentivi” da 2,25 miliardi di dollari, mentre Stonecrest, in Georgia, ha deciso di cambiare il suo nome in “Amazonie” e di nominare Bezos “sindaco a vita”».
Ma il binonio Bezos-Amazon, aggiunge “Dedefensa”, ha un tratto assai particolare, ovvero «la sua relazione estremamente forte e pubblicamente ostentata con la Comunità di sicurezza nazionale (Csn), e in particolare la comunità dell’intelligence». La sua collaborazione con la Cia è ormai palese, rileva il blog, dopo il contratto firmato nel 2013 tra Amazon e l’agenzia di Langley: 600 milioni di dollari, con i quali Bezos ha comprato il “Washington Post”, da allora divenuto «l’organo officiale della sicurezza nazionale (in particolare della Cia) e, durante la campagna Usa-2016, l’organo anti-Trump», in nome della posizione assunta dalla stessa Central Intelligence Agency. Una vera e propria luna di miele, con la Cia che «afferma apertamente la sua soddisfazione per questa cooperazione». Da registrare anche una visita ad Amazon altamente mediatizzata dal segretario alla difesa, James Mattis, «che ci permette di comprendere che anche il Pentagono amoreggi con Bezos». Ovvero: «Non si lavora più in segreto, come accadeva prima dell’affare Snowden». Secondo le fonti citate da “Dedefensa”, «Bezos ha trasformato la sua società in un organo semi-ufficiale dell’apparato di informazione militare americana». Amazon e la Cia hanno appena annunciato il lancio di un nuovo sistema di cloud “regione segreta”, nel quale la società ospiterà dei dati per la Cia, l’Nsa, il Dipartimento della difesa e altre agenzie di informazione militare.
Un portavoce della Cia ha recentemente qualificato l’accordo sull’acquisto del “Washington Post” da parte di Bezos come «la migliore decisione che abbiamo preso». Nel quadro delle spese militari approvate a novembre dal Senato, Amazon sarà tra i maggiori fornitori di attrezzature informatiche. «L’uomo da 100 miliardi di dollari – scrive “Dedefensa” – ha impiegato la propria ricchezza per esercitare un’influenza considerevole nei corridoi del potere. Quest’anno Amazon ha finanziato il governo federale sborsando più di 9,6 milioni di dollari». Bezos è ricorso alle pagine del “Washington Post” per promuovere l’agenda del Partito democratico. Il “Post”, sotto la gestione di Bezos, è stato uno dei principali difensori della campagna contro la Russia, pubblicando nel novembre 2016 la lista “PropOrNot”, «una finta compilation di agenzie di stampa presumibilmente “propagandisti russi” includente anche siti di informazione di sinistra». In più, Bezos «sta prendendo nettamente le distanze dal piccolo mondo dei super-ricchi, e soprattutto dai compari della Silicon Valley». Lo si evince «dall’affermazione quasi pubblica dei legami tra Bezos e il servizio di informazione ed eventualmente i militari», con la convinzione che la Cia sia priviligiata come interlocutrice principale.
Beninteso: «Tutta la Silicon Valley, dalla preistoria di Gates alla sexy-semplicità di Zuckerberg, ha sempre camminato a braccetto con la Comunità di sicurezza nazionale, Snowden ce l’ha ampliamente dimostrato». Ma con Bezos è un’altra cosa, continua “Dedefensa”: «La relazione è alla luce del sole, ambo le parti ostentano soddisfazione, e nulla ci può dire dove essa possa portare, né chi dei due domini l’altro; c’è un problema di preponderanza del potere». Secondo un analista come Robert Parry, il “Washington Post” di Bezos ha influenzato tutta la stampa mainstream, compreso il “New York Times” e gli altri grandi media occidentali, anche non americani. «L’isteria del Russiagate – scrive Parry – ha provocato un enorme abbassamento del livello giornalistico», per il fatto che i principali media statunitensi hanno ignorato le regole fondamentali nell’acquisizione di vere prove, prendendo per buone semplici vociferazioni sulla presunta interferenza russa nelle elezioni presidenziali. «Dato che la creazione di questa isteria antirussa, avviata dal 2013-2014 (Siria e sopratutto Ucraina), poteva effettivamente essere un obiettivo strategico della Cia, si può concludere che la missione sia stata compiuta. Ma a che prezzo?».
Quanto alla Cia, non può non destare attenzione «la sua maniera di uscire allo scoperto, come ha fatto e continua a fare, affermando pubblicamente la sua soddisfazione di “lavorare” con un tale partner». La Cia è incredibilmente potente, come lo stesso Bezos, rileva “Dedefensa”. Ma si ha l’impressione – rispetto alle operazioni che furono affettuate dall’agenzia nel primo mezzo secolo dalla sua fondazione – che si sia persa un po’ di quella “sottigliezza”, tipica del recente passato. «Tra questi due partner – conclude “Dedefensa” – ci sono diverse cose in comune: il potere, la brutalità, il cinismo, la falsa virtù affermata perentoriamente e, in breve, tutto ciò che caratterizza la politica-sistema dal 2001, ma ostentato, istituzionalizzato, ufficializzato, proclamato». Se si analizza il risultato dei primi 16 anni di geopolitica Usa a partire dalla data-spartacque dell’11 Settembre, osservando «questo mostro Bezos-Cia», secondo il blog «si ha un’impressione per certi aspetti temperata: la loro potenza combinata può dare la vertigine, ma la vertigine può anche generare errori di manovra e cadute ancora più brutali». L’unione tra Bezos e la Cia era nell’aria da tempo, ma «si tratta di un’unione eccessiva che nasconde in sé la chiave della propria autodistruzione».
Non c’è problema, perchè gli Stati Uniti stanno crollando, mese dopo mese, sotto il peso degli incendi, dei cicloni, della siccità e dei loro squinternati cittadini, che si stanno ammazzando gli uni con gli altri con le armi vendute dal proprio lungimirante governo. Si stanno suicidando e il resto del mondo resterà a guardare, aspettando la loro fine.
Definire il tutto idiozia è eufemistico, ma si capisce perché il mondo proceda così malamente visto lo spessore demenziale di chi ne gestisce le sorti.
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Proprio ieri ho comprato circa 85 euro di libri e non li ho comprati da Amazon, avrei potuto risparmiare circa 10 euro e uno dei sei libri che ho comprato mi sarebbe arrivato due settimane prima, ma appunto non ho li comprati da Amazon ma da IBS e questo a conferma di quanto dicevo a inizio anno:
“Non compro più libri da amazon da circa due anni, e cioè da quando ho saputo di queste pratiche vergognose di sfruttamento del lavoro!!”
Fonte: https://www.libreidee.org/2015/09/sfruttati-da-amazon-sono-i-nuovi-schiavi-del-xxi-secolo/
Insomma, tutti noi consumatori agendo più consapevolmente ( e quindi anche meno egoisticamente!! ) possiamo dare mazzate di quelle potenti che fanno male persino a giganti come Amazon e il chè non è affatto poco, tutt’altro!!
Saluti.
Fabrice
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Qualche altro “fattarello” su Jeff Bezos e Amazon che non vengono riportati ( ma che strane coincidenze…!! ) eccoli arrivano!!
1) Jeff Bezos fa grandi affari in Israele!
Israeli staff were also employed in planning the architecture for cloud services, which provides shared computer processing resources and data to paying customers on demand. Amazon’s operations have been scattered between Annapurna’s office in Yokne’am, Haifa and Ramat Gan.
In addition, Amazon contracted with state-owned Israel Aerospace Industries to upgrade the Boeing 767S jets it will be using for Prime Air, a cargo airline and drone-based delivery system the U.S. company has currently in development……..
Per articolo completo, digitare su google:
Amazon CEO Jeff Bezos Quietly Visits Israel Ahead of Major Hiring Drive Haaretz.com
2) Ha comprato il “Washington Post” che è sempre stato anche un giornalone pro AIPAC!!
Digitare su motore di ricerca preferito:
A) How the Israeli Lobby Works in the United States Globalresearch.ca
PS un estratto dell’ interessante articolo:
One of the most influential lobbying groups in America, it is often argued that no politician can be elected into office without AIPAC’s support. No president can take the White House without affirming unbreakable allegiance to Israel, and attendance at the annual AIPAC meeting is mandatory. Once in office every member of Congress is expected to act, vote and defend the state of Israel on almost every issue, or face the consequences.
Originally called the American Zionist Committee for Public Affairs, the American-Israeli Public Affairs Committee (AIPAC) was an offshoot of the American Zionist Council, changing names in 1963. With a sole purpose to advocate for the state of Israel, AIPAC ought to be listed with the US government as a Foreign Agent; instead, the Committee continually denies receiving any funds from Israel.
B) What will Bezos do with ‘AIPAC all-stars’ of the Washington Post? mondoweiss
3) Ovviamente, come conseguenza logica dei punti precedenti, Jeff Bezos non poteva non obbedire alle recenti direttive dei “padroni del discorso”, digitare su motore di ricerca preferito:
Amazon Bans ‘Holocaust Denial’, shreds and incinerates thousands of books thetruthseeker
Saluti.
Fabrice
PS intanto in Italia, Stefano Parisi, con forti legami con Israele, stigmatizzava lo sciopero dei lavoratori Amazon della sede di Piacenza, ieri su Report di Rai 3 facevano vedere Renzie tutto tronfio con Jeff Bezos nella sua visita in Italia e Diego Piacentini, n 2 Amazon ( ora in aspettativa ), nominato dal governo Renzie come direttore del programma della trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione….!!
Insomma, in Italia, al posto di valorizzare le competenze locali nazionali in tema di digitalizzazione che ci sono già, i politicanti alla Renzie & Company invece fanno il solito compitino di essere servi degli USA…!!
Sò soddisfazioni politiche, non c’è che dire……..!!
Comprare su Amazon è comodo efficace e efficiente e soprattutto ci sono le opinioni daglialtri acquirenti, democratiche eincensurate, a orientare le scelte di acquisto. Non è assolutamente compito del consumatore preoccuparsi di dinamiche sindacali o socio-economiche derivanti dalle sue scelte. Se qualcuno vuole pagare di più per avere molto meno chapeau ma è inutile e stupido come è stato inutile e stupido per lo stato italianoi sovvenzionare l’Alfa sud, tanto alla fine i nodi vengono al pettine, e mo gli italiani si venderebbero un rene per un Audi e FCA saluta il fisco dall’ Olanda. Voi sognate una tipo? Che metta una web tax lo stato se ancora esiste e tornerò in negozio, è compito dello stato non del consumatore
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Di seguito articolo molto interessante del Dott. Carlo Botta sulle notevoli scorrettezze delle politiche commerciali di Amazon, eccolo arriva!!
“AMAZON: STUPRI SENZA REGOLE”, Dott. Carlo Botta, manager, consulente marketing.
Dopo vari appelli caduti clamorosamente nel vuoto a diverse testate televisive e stampate e, tenendo ben presente i timori di alcune PMI circa le ritorsioni da parte dei “forti” (multinazionali e loro amici) verso i deboli (le nostre PMI), ho deciso di anticipare questo post per iniziare una “campagna denuncia” verso quanto sta commettendo indisturbatamente e con estrema ferocia Amazon nei confronti dei nostri imprenditori.
Guardando l’attività del colosso americano dal lato del consumatore sembra tutto meraviglioso, con pochi clic si fanno acquisti e si ha una tutela della transazione ed acquisto a dir poco generosa. E’ vero. Ma tutto questo nasconde un qualcosa di veramente orribile, e a tratti, probabilmente illegale….
https://carlomaxbotta.blogspot.it/2017/03/amazon-e-il-piano-per-ammazzarci.html
Saluti.
Fabrice
1PS logica di base vuole che se i piccoli imprenditori di una determinata nazione X vengono fregati dalle politiche commerciali di una multinazionale Y , chi ci rimette sono i primi e l’economia di quella determinata nazione X, e chi invece ci straguadagna è la multinazionale Y!!
It’s as simple as that!!
=
E’ molto semplice!!
2PS “Truth is ever to be found in simplicity, and not in the multiplicity and confusion of things”
by Isaac Newton
In estate ho comprato una serie di libri in inglese per i miei figli venuti in Italia. Sono madrelingua inglese anche se italiani, studiano all estero, e sono di 6 e 11 anni.
Bene, l avrei comprati volentieri in Italia ad una libreria calpestabile e l avrei anche pagato il doppio (credetemi). Introvabili. Su Amazon li ho pagati meno di quanto avrei pagato nelle librerie calpestabili londinesi.
Su Amazon li ho anche ricevuto in 3 giorni.
Adesso come può Amazon fare tutto cio’ ? Ovviamente nessuno crede più alla favola dell ottimizzazione, delle sinergie etc. E’ la concentrazione che riesce a sfruttare il lavoro dando stipendi e condizioni lavorative infami.
Questo shopping online inoltre svuoterà in nostri paesi perché i piccoli negozi chiuderanno. Immaginatevi un paese perennemente domenicale con tutte le serrande abbassate, tutti i giorni.
Comprate on Line solo e solo se non esiste altra possibilità fisica, non badate al prezzo, se lo ritenete equo non cercate “il massimo risparmio”perché quello è che una forma di racket. Come fate ha sapere il giusto prezzo, beh, studiate il prodotto, scaricate i manuali e leggeteli, non fermatevi ai depliant pubblicitari. Diventate esperti sulla qualità delle cose, così, valuterete il prezzo.
Ordinerete un caffè su Amazon in piazza San Marco a Venezia?
Saluti
Complimenti, sono rari gl’italiani che si comportano come dice lei, la massa segue il prezzo.
@Sergio
complimentoni per i figlioletti bilingue e lettori di libri già a una tenera età!!
Comunque, IBS è un Internet Book Shop italiano e vende solo libri, li acquisto anche su Hoepli ( editore italiano e che ha anche una libreria a Milano) e in libreria ( negozio fisico ) quando posso e ti dico anche che devo comprare una nuova muta per nuoto in acque libere e neanche questo articolo lo comprerò da Amazon anche se potrei risparmiare circa 30 euro, la comprerò in un negozio di Genova ( a Genova hanno proprio un grande negozio ) tramite il suo sito web!!
Ciao!
Fabrice
@fabrice
Si conosco IBS. Lo utilizzo anch’io, ma nell esempio erano libri didattici in inglese non presenti sulle piattaforme italiane. Cmq nell ordine:
1 negozio fisico, puoi scambiarti opinioni (di solito nelle librerie trovi ancora commesso competenti ed appassionati)
2 piattaforme italiane
3 altre piattaforme estere
..
..
99 Amazon
Bado al prezzo equo. Sotto i forti sconti di solito c’è sciacallaggio sulla gente.
Ciao
Sergio
@Sergio
Di seguito degli spunti davvero interessanti:
http://www.ethicalconsumer.org/boycotts/boycottamazon.aspx
Ciao!
Fabrice
PS ovviamente quello riportato è solo un esempio, in quel sito c’è ne sono anche tanti altri!!
@Sergio
Di seguito degli altri spunti davvero interessanti, eccoli arrivano!!
“Sussidiario per un’educazione critica alla finanza.
Non con i miei soldi, l’iniziativa nata dall’impegno dei soci e delle socie di Banca Etica per raccontare la crisi provocata da un sistema finanziario avido e fuori controllo e per promuovere la finanza etica, diventa un libro edito da Altreconomia”
https://www.nonconimieisoldi.org/sussidiario-per-uneducazione-critica-alla-finanza/
Ciao!
Fabrice