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Il Re Cristiano: Alarico era giudeo, chi glielo spiega a Hitler?

Scritto il 30/12/17 • nella Categoria: Recensioni Condividi Tweet

Gettate la rete dall’altra parte della barca, e troverete. E’ una pesca miracolosa quella che il redivivo Gesù, nel Vangelo di Giovanni, promette agli apostoli increduli: se volete pesce, calate le vostre reti sul fianco destro dell’imbarcazione. Linguaggio cifrato: la verità ti attende dove mai avresti pensato che fosse – magari dentro di te, nell’emisfero destro del cervello? Tra le pagine (romanzesche) dedicate a un personaggio devotissimo all’uomo di Betlemme – il “Re Cristiano”, appunto, in azione trecento anni dopo gli eventi evangelici – Gianfranco Carpeoro avverte: li state cercando dalla parte sbagliata, i resti del mitico sovrano dei Visigoti, l’autore del primo Sacco di Roma. Lui, Alarico, recava scritto già nel suo nome il proprio destino: “Re di tutti”, in lingua norrena proto-germanica. “Re di tutti”, tant’è vero che non voleva affatto radere al suolo Roma: al contrario, ambiva a diventarne l’imperatore. Per questo, lasciata la città, si portò via l’augusta principessa discendente della “gens Flavia”, Galla Placidia, sua promessa sposa, insieme a cui si spinse in Calabria per poi attraversare il Mediterraneo: diretto in Africa o a Gerusalemme? Morì a Cosenza, di malaria o avvelenato. Fu sepolto insieme al suo tesoro, a lungo inultilmente cercato – anche da Hitler. E adesso chi glielo spiega, al Führer, che forse il suo Alarico era addirittura un giudeo?
Avete sempre scavato dalla parte sbagliata, scrive Carpeoro, perché Alarico non era un barbaro germanico: era romanizzato e cristiano, sia pure di confessione ariana. E forse addirittura ebreo, discendente nientemeno che dalla Maddalena e da Giuseppe di Arimatea, il misterioso armatore che riscattò il corpo di Cristo da Pilato. L’oscuro Giuseppe di Arimatea, cioè l’uomo che poi, si racconta, nel Primo Secolo guidò la spedizione navale che portò in Europa il Cristianesimo, tramite lo sbarco in Provenza delle “Marie venute dal mare” guidate proprio da Maria di Magdala, il cui vero nome – Miriam – è quello che tuttora i Gipsy attribuiscono alla loro regina, consacrata ogni anno a Saintes-Marie-De-La-Mer, in Camargue. Ma che c’entrano, i Goti, con i profughi palestinesi di origine semitica, probabilmente giudei, che raggiunsero le coste meridionali della Francia dopo i fatti di cui parlano i Vangeli? C’entrano eccome, se è vero che i Goti discesi dal Baltico e spintisi a ovest del Danubio – i Derving – poi cambiarono nome, secondo l’abate calabrese Gioacchino da Fiore, adottando la “M” di Miriam per diventare Merovingi, dinastia regale. E’ così strano pensare che un popolo erratico di origine baltica, poi attestatosi in Francia, sia entrato in contatto con i proto-cristiani di Palestina? Certo che no, se si pensa che i Goti furono in gran parte cristianizzati, già nel Quarto Secolo. Ma attenzione: non erano cattolici, erano seguaci di Ario.
Corrente gnostica, secondo cui Cristo è “figlio di Dio” esattamente quanto noi, ciascuno avendo in sé la propria quota di divinità, l’Arianesimo (bocciato nel 325 dal Concilio di Nicea insieme a tutti gli altri cristianesimi non cattolici) ebbe un vastissimo seguito, specie nell’Europa balcanica popolata dai Goti, all’epoca reduci dal Medio Oriente turco: il loro primo vescovo, Wulfila, a partire dall’anno 348 tradusse la Bibbia in lingua gotica. E’ proprio lui, Ulfila, che apre il romanzo meta-storico di Carpeoro, svelando al giovane Alarico il senso profondo e segreto della sua missione: conquistare la regalità nella giustizia, proprio nel nome della mitica antenata Miriam. Simbologo e studioso dei Rosacroce, Carpeoro fa discendere quel “mandato ancestrale” (il governo terreno illuminato dall’alto) direttamente dalla Bibbia: è il compito che Abramo riceverebbe dal misterioso Melchisedek, “Re di Giustizia”, al quale chiede di essere autorizzato a regnare sugli ebrei. E’ il mandato che poi Giuda riceverà a sua volta da Giacobbe-Israele, che descrive le doti del figlio con i tre colori della bandiera italiana. Nella tradizione, proprio il bianco, il rosso e il verde designeranno il contenuto simbolico della discendenza di Davide, fino a tradursi nelle virtù teologali cristiane (fede, speranza e carità). Valori che il potere del mondo ha bandito, ma che qualcuno – in nome di Cristo – ha provato a restaurare? Anche indossando i panni, germanici ma romanizzati, dell’inquieto sovrano dei Goti dell’Ovest?
E’ la tesi attorno a cui si interroga Carpeoro, avvicinando il lettore ai primissimi secoli attraverso l’espediente letterario del noir, impersonato dall’anomalo ricercatore milanese Giulio Cortesi, appassionato di musica e soprattutto di cucina. Come già nel “Volo del Pellicano” e poi in “Labirinti”, Cortesi è vegliato dal suo ruvido angelo custode, il commissario Amedeo Bertossi, il cui mestiere non è inseguire fantasmi del passato, ma brutali assassini in carne e ossa. Killer contemporanei, che questa volta fanno fuori un professore – tedesco – che aveva scoperto qualcosa di sconcertante sulla vera identità di Alarico. Un’intuizione fondamentale, imbarazzante e molto pericolosa, che porta dritto anche alla precisa ubicazione della leggendaria sepoltura del condottiero. Se Cosenza è tuttora alla ricerca del Tesoro di Alarico su quella che era la riva pagana del Busento, Carpeoro – che è cosentino di nascita – cita il conterraneo Vincenzo Astorino per suggerire che le spoglie del sovrano vanno cercate sulla sponda opposta del fiumicello, quella che all’epoca era cristiana, dove sorgeva l’antichissima chiesetta di San Pancrazio, oggi interrata dai detriti alluvionali. Secondo la leggenda – e la poesia di August von Platen, tradotta da Carducci – quel piccolo corso d’acqua avrebbe addirittura sommerso il Re dei Goti, inumato (come poi Attila) insieme al suo cavallo nel letto del torrente, deviato per l’occasione.
A decrittare anche quei versi ottocenteschi – scomponendoli, in un gioco enigmistico – provvede, nel romanzo, la favolosa équipe di cui si avvale Cortesi: il professore torinese e il suo amico simbologo, l’anziano architetto milanese che tiene in casa un Caravaggio non censito, e poi il vero “aiutante magico”, Fra’ Tommasino, il decano dell’Abbazia di Chiaravalle, “coadiuvato” (in sogno) da Cecilia, la ragazza amata dall’immenso pittore Giorgione, sulla cui “Tempesta” la critica non ha finito di arrovellarsi. Una trama agile e avvincente, piena di colpi di scena giocati tra Milano e la Calabria, riesce a trasportare il lettore tra le brume meno esplorate degli ultimi decenni dell’Impero Romano, dato già per morto quando invece era ancora enorme l’impronta di un grande imperatore come Teodosio. E’ proprio nella guerra di successione che si inserisce l’apparente outsider “germanico” Alarico, che contende Galla Placidia al figlio del suo altrettanto apparente antagonista, il generale Stilicone, accanto al quale ha anche combattuto per difendere Roma. Alarico? Era sì il Re dei germanici Dervingi, ma anche un cittadino romano, promosso addirittura governatore dell’Illiria. E non era pagano: era cristiano. Di più: era ariano, devoto al vescovo Ulfila.
Se poi il termine “ariano” ha assunto tutt’altro significato, lo si deve all’Uomo Nero, Hitler, che – in nome del mito della purezza razziale – spedì a Cosenza gli archeologi di Himmler e cercare, inutilmente, le spoglie (e il tesoro) del loro presunto campione germanico. Quello è il modo in cui la lettura distratta della storia può deviare dalla verità, coniando stereotipi e luoghi comuni che poi innescano dinamiche che finiscono sempre nello stesso modo, cioè con una strage di massa. Ne sa qualcosa il sinistro Rudolf von Sebottendorff , il vero fondatore del nazismo “etnico”, il cui spettro si presenta puntuale all’appuntamento coi lettori di Carpeoro – che non è uno storico, ma un simbologo: nella storia, cerca quello che gli storici non dicono, e forse non sanno. Per esempio: perché Alarico, conquistata Roma, porta con sé Galla Placidia? E perché, se voleva dirigersi in Africa, non è salpato da qualsiasi porto tirrenico, spingendosi invece fino a Reggio Calabria, cioè verso la rotta ionica del Medio Oriente? Aveva forse con sé qualcosa di prezioso, che – come poi i Templari – doveva essere “rimesso al suo posto”, cioè nel Tempio di Salomone a Gerusalemme, simbolo dell’unità pacifica di tutti i popoli della Terra?
“Il Re Cristiano” (l’acronimo è R+C, Rosacroce) è un romanzo per chi ama le domande, più che le risposte. E’ il sequel della storia che lo precede, “Labirinti”, e in fondo disegna un altro dedalo: come Teseo ha bisogno dell’amore di Arianna per uscire vivo dal labirinto del Minotauro, il valoroso Alarico deve avere al suo fianco Galla Placidia. Non riuscirà a portare a termine la missione, morendo ancora giovane senza poter instaurare il suo “regno di giustizia” a Roma? Ma la storia non finisce lì, avverte Carpeoro. Vi siete mai chiesti chi fosse, davvero, Galla Placidia? Perché era così ambita, importante, decisiva? Vi siete mai domandati perché si fece erigere lo spettacolare mausoleo funebre a Ravenna, poi scegliere di essere sepolta altrove? Cosa nasconde, allora, il Mausoleo di Galla Placidia? E perché proprio lì, a due passi – come fosse un “guardiano della soglia” – volle farsi seppellire Dante Alighieri, amico dei Càtari e dei Templari, nonché capo della confraternita iniziatica dei Fidelis in Amore? Sono solo domande, non risposte. Ma quelle, del resto, spesso mancano anche agli storici. E appunto, a proposito di Goti: qualcuno s’è mai chiesto perché si chiamino “gotiche” le meravigliose cattedrali che ornano le capitali europee, erette mille anni dopo Alarico? E cosa salterebbe fuori, a Cosenza, se qualcuno prima o poi si decidesse a gettare la rete “dall’altra parte”?
(Il libro: Giovanni Francesco Carpeoro, “Il Re Cristiano”, Melchisedek, 272 pagine, 22 euro).

Gettate la rete dall’altra parte della barca, e troverete. E’ una pesca miracolosa quella che il redivivo Gesù, nel Vangelo di Giovanni, promette agli apostoli increduli: se volete pesce, calate le vostre reti sul fianco destro dell’imbarcazione. Linguaggio cifrato: la verità ti attende dove mai avresti pensato che fosse – magari dentro di te, nell’emisfero destro del cervello? Tra le pagine (romanzesche) dedicate a un personaggio devotissimo all’uomo di Betlemme – il “Re Cristiano”, appunto, in azione trecento anni dopo gli eventi evangelici – Gianfranco Carpeoro avverte: li state cercando dalla parte sbagliata, i resti del mitico sovrano dei Visigoti, l’autore del primo Sacco di Roma. Lui, Alarico, recava scritto già nel suo nome il proprio destino: “Re di tutti”, in lingua norrena proto-germanica. “Re di tutti”, tant’è vero che non voleva affatto radere al suolo Roma: al contrario, ambiva a diventarne l’imperatore. Per questo, lasciata la città (non saccheggiata da lui, ma dai detenuti liberati) si portò via l’augusta principessa discendente della “gens Flavia”, Galla Placidia, sua promessa sposa, insieme a cui si spinse in Calabria per poi attraversare il Mediterraneo: diretto in Africa o a Gerusalemme? Morì a Cosenza, di malaria o avvelenato. Fu sepolto insieme al suo tesoro, a lungo inutilmente cercato – anche da Hitler. E adesso chi glielo spiega, al Führer, che forse il suo Alarico era addirittura un giudeo?

Avete sempre scavato dalla parte sbagliata, scrive Carpeoro, perché Alarico non era un barbaro germanico: era romanizzato e cristiano, sia pure di confessione ariana. E forse addirittura ebreo, discendente nientemeno che dalla Maddalena e da AlaricoGiuseppe di Arimatea, il misterioso armatore che riscattò il corpo di Cristo da Pilato. L’oscuro Giuseppe d’Arimatea, cioè l’uomo che poi, si racconta, nel Primo Secolo guidò la spedizione navale che portò in Europa il Cristianesimo, tramite lo sbarco in Provenza delle “Marie venute dal mare” guidate proprio da Maria di Magdala, il cui vero nome – Miriam – è quello che tuttora i Gipsy attribuiscono alla loro regina, consacrata ogni anno a Saintes-Marie-De-La-Mer, in Camargue. Ma che c’entrano, i Goti, con i profughi palestinesi di origine semitica, probabilmente giudei, che raggiunsero le coste meridionali della Francia dopo i fatti di cui parlano i Vangeli? C’entrano eccome, se è vero che i Goti discesi dal Baltico e spintisi a ovest del Danubio – i Derving – poi cambiarono nome, secondo l’abate calabrese Gioacchino da Fiore, adottando la “M” di Miriam per diventare Merovingi, dinastia regale. E’ così strano pensare che un popolo erratico di origine baltica, poi attestatosi in Francia, sia entrato in contatto con i proto-cristiani di Palestina? Certo che no, se si pensa che i Goti furono in gran parte cristianizzati, già nel Quarto Secolo. Ma attenzione: non erano cattolici, erano seguaci di Ario.

Corrente gnostica, secondo cui Cristo è “figlio di Dio” esattamente quanto noi, ciascuno avendo in sé la propria quota di divinità, l’Arianesimo (bocciato nel 325 dal Concilio di Nicea insieme a tutti gli altri cristianesimi non cattolici) ebbe un vastissimo seguito, specie nell’Europa balcanica popolata dai Goti, all’epoca reduci dal Medio Oriente turco: il loro primo vescovo, Wulfila, a partire dall’anno 348 tradusse la Bibbia in lingua gotica. E’ proprio lui, Ulfila, che apre il romanzo meta-storico di Carpeoro, svelando al giovane Alarico il senso profondo e segreto della sua missione: conquistare la regalità nella giustizia, proprio nel nome della mitica antenata Miriam. Simbologo e studioso dei Rosacroce, Carpeoro fa discendere quel “mandato ancestrale” (il governo terreno illuminato dall’alto) direttamente dalla Bibbia: è il compito che Abramo riceverebbe dal misterioso Melchisedek, “Re di Giustizia”, al quale chiede di essere autorizzato a regnare sugli ebrei. E’ il mandato che poi Giuda riceverà a sua volta da Giacobbe-Israele, che descrive le doti del figlio con i tre colori della bandiera italiana. Nella Carpeorotradizione, proprio il bianco, il rosso e il verde designeranno il contenuto simbolico della discendenza di Davide, fino a tradursi nelle virtù teologali cristiane (fede, speranza e carità). Valori che il potere del mondo ha bandito, ma che qualcuno – in nome di Cristo – ha provato a restaurare? Anche indossando i panni, germanici ma romanizzati, dell’inquieto sovrano dei Goti dell’Ovest?

E’ la tesi attorno a cui si interroga Carpeoro, avvicinando il lettore ai primissimi secoli attraverso l’espediente letterario del noir, impersonato dall’anomalo ricercatore milanese Giulio Cortesi, appassionato di musica e soprattutto di cucina. Come già nel “Volo del Pellicano” e poi in “Labirinti”, Cortesi è vegliato dal suo ruvido angelo custode, il commissario Amedeo Bertossi, il cui mestiere non è inseguire fantasmi del passato, ma brutali assassini in carne e ossa. Killer contemporanei, che questa volta fanno fuori un professore – tedesco – che aveva scoperto qualcosa di sconcertante sulla vera identità di Alarico. Un’intuizione fondamentale, imbarazzante e molto pericolosa, che porta dritto anche alla precisa ubicazione della leggendaria sepoltura del condottiero. Se Cosenza è tuttora alla ricerca del Tesoro di Alarico su quella che era la riva pagana del Busento, Carpeoro – che è cosentino di nascita – cita il conterraneo Vincenzo Astorino per suggerire che le spoglie del sovrano vanno cercate sulla sponda opposta del fiumicello, quella che all’epoca era cristiana, dove sorgeva l’antichissima chiesetta di San Pancrazio, oggi interrata dai detriti alluvionali. Secondo la leggenda – e la poesia di August von Platen, tradotta da Carducci – I Visigoti seppelliscono Alarico a Cosenzaquel piccolo corso d’acqua avrebbe addirittura sommerso il Re dei Goti, inumato (come poi Attila) insieme al suo cavallo nel letto del torrente, deviato per l’occasione.

A decrittare anche quei versi ottocenteschi – scomponendoli, in un gioco enigmistico – provvede, nel romanzo, la favolosa équipe di cui si avvale Cortesi: il professore torinese e il suo amico simbologo, l’anziano architetto milanese che tiene in casa un Caravaggio non censito, e poi il vero “aiutante magico”, Fra’ Tommasino, il decano dell’Abbazia di Chiaravalle, “coadiuvato” (in sogno) da Cecilia, la ragazza amata dall’immenso pittore Giorgione, sulla cui “Tempesta” la critica non ha finito di arrovellarsi. Una trama agile e avvincente, piena di colpi di scena giocati tra Milano e la Calabria, riesce a trasportare il lettore tra le brume meno esplorate degli ultimi decenni dell’Impero Romano, dato già per morto quando invece era ancora enorme l’impronta di un grande imperatore come Teodosio. E’ proprio nella guerra di successione che si inserisce l’apparente outsider “germanico” Alarico, che contende Galla Placidia al figlio del suo altrettanto apparente antagonista, il generale Stilicone, accanto al quale ha anche combattuto per difendere Roma. Alarico? Era sì il Re dei germanici Dervingi, ma anche un cittadino romano, promosso addirittura governatore dell’Illiria. E non era pagano: era cristiano. Di più: era ariano, devoto al vescovo Ulfila.

Se poi il termine “ariano” ha assunto tutt’altro significato, lo si deve all’Uomo Nero, Hitler, che – in nome del mito della purezza razziale – spedì a Cosenza gli archeologi di Himmler e cercare, inutilmente, le spoglie (e il tesoro) del loro presunto campione germanico. Quello è il modo in cui la lettura distratta della storia può deviare dalla verità, coniando stereotipi e luoghi comuni che poi innescano dinamiche che finiscono sempre nello stesso modo, cioè con una strage di massa. Ne sa qualcosa il sinistro Rudolf von Sebottendorff , il vero fondatore del nazismo “etnico”, il cui spettro si presenta puntuale all’appuntamento coi lettori di Carpeoro – che non è uno storico, ma un simbologo: nella storia, cerca quello che gli storici non dicono, e forse non vedono. Per esempio: perché Alarico, conquistata Roma, porta con sé Galla Placidia? E perché, se voleva La volta del Mausoleo di Galla Placidiadirigersi in Africa, non è salpato da qualsiasi porto tirrenico, spingendosi invece fino a Reggio Calabria, cioè verso la rotta ionica del Medio Oriente? Aveva forse con sé qualcosa di prezioso, che – come poi i Templari – doveva essere “rimesso al suo posto”, cioè nel Tempio di Salomone a Gerusalemme, simbolo dell’unità pacifica di tutti i popoli della Terra?

“Il Re Cristiano” (l’acronimo è R+C, Rosacroce) è un romanzo per chi ama le domande, più che le risposte. E’ il sequel della storia che lo precede, “Labirinti”, e in fondo disegna un altro dedalo: come Teseo ha bisogno dell’amore di Arianna per uscire vivo dal labirinto del Minotauro, il valoroso Alarico deve avere al suo fianco Galla Placidia. Non riuscirà a portare a termine la missione, morendo ancora giovane senza poter instaurare il suo “regno di giustizia” a Roma? Ma la storia non finisce lì, avverte Carpeoro. Vi siete mai chiesti chi fosse, davvero, Galla Placidia? Perché era così ambita, importante, decisiva, al punto da regnare per molti anni, dopo la perdita di Alarico? Vi siete mai domandati perché si fece erigere lo spettacolare mausoleo funebre a Ravenna, per poi scegliere di essere sepolta altrove? Cosa nasconde, allora, il Mausoleo di Galla Placidia? E perché proprio lì, a due passi – come fosse un “guardiano della soglia” – volle farsi seppellire Dante Alighieri, amico dei Càtari e dei Templari, nonché capo della confraternita iniziatica dei Fidelis in Amore? Sono solo domande, non risposte. Ma quelle, del resto, spesso mancano anche agli storici. E appunto, a proposito di Goti: qualcuno s’è mai chiesto perché si chiamino “gotiche” le meravigliose cattedrali che ornano le capitali europee, erette mille anni dopo Alarico? E dunque: cosa salterebbe fuori, magari proprio a Cosenza, se qualcuno prima o poi si decidesse a gettare la rete “dall’altra parte”?

(Il libro: Giovanni Francesco Carpeoro, “Il Re Cristiano”, Melchisedek, 272 pagine, 22 euro).

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15 Commenti

  1. Socrate
    30 dicembre 2017 • 08:50

    1 POST

    Stà storia che Hitler e il popolo tedesco provavano odio verso gli ebrei ( anche verso zingari e omosessuali ) perchè volevano solo una nuova Germania di pura razza ariana al 100% è una leggenda metropolitana perchè storicamente le cose andarano molto diversamente, eccole arrivano, la versione in italiano!!

    “Benjamin Freedman, prima guerra mondiale, seconda guerra mondiale

    Benjamin Freedman (1890 – 1984) è stato un uomo d’affari di successo (era il proprietario della Woodbury Soap Co.), ebreo di New York, patriota americano. Era anche stato membro della delegazione americana al Congresso di Versailles nel 1919, dunque un “insider”. Ruppe con l’ebraismo organizzato e i circoli sionisti dopo il 1945, accusandoli di aver favorito la vittoria del comunismo in Russia.

    Da quel momento, dedicò la vita e le sue ragguardevoli fortune (2,5 milioni di dollari di allora)
 a combattere e denunciare le trame dei suoi correligionari (1).
 Benjamin Freedman tenne, nel 1961, al Willard Hotel di Washington ad un’influente platea, riunita dal giornale americano Common Sense, il seguente discorso.

    «Qui negli Stati Uniti, i sionisti e i loro correligionari hanno il completo controllo del nostro governo.
Per varie ragioni, troppo numerose e complesse da spiegare qui, i sionisti dominano questi Stati Uniti come i monarchi assoluti di questo Paese.

    Voi direte che è un’accusa troppo generale: lasciate che vi spieghi quel che ci è accaduto mentre noi tutti dormivamo.

    Che cosa accadde?
La Prima Guerra Mondiale scoppiò nell’estate del 1914.

    Non sono molti a ricordare, qui presenti.
In quella guerra, Gran Bretagna, Francia e Russia erano da una parte; dalla parte avversa, Germania, Austria-Ungheria e Turchia.
Entro due anni, la Germania aveva vinto quella guerra.
Non solo nominalmente, ma effettivamente.

    I sottomarini tedeschi, che stupirono il mondo, avevano fatto piazza pulita di ogni convoglio che traversava l’Atlantico.

    La Gran Bretagna era priva di munizioni per i suoi soldati, e poche riserve alimentari, dopo cui,
la prospettiva della fame.

    L’armata francese s’era ammutinata: aveva perso 600 mila giovani nella difesa di Verdun sulla Somme.

    L’armata russa stava disertando in massa, tornavano a casa, non amavano lo Zar e non volevano più morire.
L’esercito italiano era collassato.

    “Non un colpo era stato sparato su suolo tedesco.
Non un solo soldato nemico aveva attraversato la frontiera germanica.
Eppure, in quell’anno [1916] la Germania offrì all’Inghilterra la pace.
Offriva all’Inghilterra un negoziato di pace su quella base, che i giuristi chiamano dello ‘status quo ante‘.
Ciò significa: ‘Facciamola finita, e lasciamo tutto com’era prima che la guerra cominciasse’.
 L’Inghilterra, nell’estate del 1916, stava seriamente considerando quest’offerta.
 Non aveva scelta.
 O accettava quest’offerta magnanima, o la prosecuzione della guerra avrebbe visto la sua disfatta.

    In questo frangente, i sionisti tedeschi, che rappresentavano il sionismo dell’Europa Orientale, prendono contatto col Gabinetto di Guerra britannico – la faccio breve perché è una lunga storia,
ma ho i documenti che provano tutto ciò che dico – e dicono: ‘Potete ancora vincere la guerra. Non avete bisogno di cedere. Potete vincere se gli Stati Uniti intervengono al vostro fianco’. 
Gli Stati Uniti non erano in guerra, allora…..

    Per articolo completo:

    https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59540

    Saluti.

    Fabrice

    PS continua nel prossimo post!

  2. Socrate
    30 dicembre 2017 • 09:31

    2 POST

    Jesse Owens e la bufala della stretta di mano mancata di Hitler.L’atleta disse :”Hitler non mi snobbò affatto, fu piuttosto Roosevelt che evitò di incontrami”

    http://www.informazioneconsapevole.com/2015/03/jesse-owens-e-la-bufala-della-stretta.html

    PS continua nel prossimo post!

  3. Socrate
    30 dicembre 2017 • 09:40

    2A POST

    “How America Snubbed Jesse Owens”

    Owens received no telegram of congratulations for his record-breaking haul of medals. On his return, there was no invitation to the White House to shake hands with the President. That honour was reserved for white Olympians. Owens even had to attend a non-presidential reception in his honour with his mother at the Waldorf Astoria using the goods lift.

    Was Roosevelt, architect of the New Deal, a closet racist? According to one account, FDR segregated black and white servants at the White House at mealtimes to stop them talking. He appointed Hugo Black to the Supreme Court in the knowledge that he had been a member of the Ku Klux Klan. He neither enacted nor supported legislation to outlaw lynching.

    The US civil rights movement was still at least two decades from building up a head of steam under Martin Luther King. In 1936, more than 70 years after Abraham Lincoln had declared emancipation of the slaves who had fought for freedom on the Union side in the Civil War, American society was still rife with racial discrimination.

    Per articolo completo:

    http://www.telegraph.co.uk/films/race/how-america-snubbed-jesse-owens/

    PS continua nel prossimo post!

  4. Socrate
    30 dicembre 2017 • 10:31

    2B POST

    “Jesse Owens e Adolf Hitler: la verità è venuta a galla”

    https://controhistoria.wordpress.com/2017/01/29/jesse-owens-e-adolf-hitler-ormai-la-verita-e-venuta-a-galla/

    Estratto molto interessante dall’articolo di cui sopra che la dice lunga su tutta la faccenda, eccolo arriva!!

    E’ stato Hitler che ha inviato Owens “una fotografia commemorativa autografata”. E secondo il leggendario giornalista sportivo Siegfried Mischner (Daily Mail, fonte), Owens avrebbe portato sempre con sé una fotografia di Hitler nel suo portafoglio. Mischner ha riferito che nel 1960 Owens stava disperatamente cercando di cambiare l’atteggiamento di slealtà e furore razzista verso di lui e di ottenere che i giornalisti raccontassero la verità di ciò che è realmente accaduto ai 1936 giochi olimpici. Mischner ha detto al MailOline.co.uk, “La foto venne presa dietro le quinte del podio d’onore e quindi non fu diffusa dalla stampa ufficiale. Ma io ho visto Hitler stringere la mano a Owens”.

    Mischner ha inoltre dichiarato che il motivo per cui non è stata mai raccontata la verità, anche da coloro che l’aveva vista con i loro stessi occhi, era perché “Hιtler doveva continuare ad essere mostrato in cattiva luce in relazione a Owens”. Owens aveva sempre proclamato di essere stato trattato meglio in Germania che negli Stati Uniti, dove i negri erano sottoposti a segregazione e discriminazione insopportabili. Nel 1955, il presidente Dwight D. Eisenhower finalmente riconobbe i successi Jesse Owens, e onorò l’eroe americano nominandolo “Ambasciatore dello Sport.” Ma questo era quasi 20 anni dopo la sua vittoria olimpica.

    Saluti.

    Fabrice

    1PS al quinto anno di liceo, il mio professore di storia, da sempre comunista, durante una delle lezioni sulla seconda guerra mondiale, ci raccontò tutto infervorato e scandalizzato della mancata stretta di mano di Hitler a Jesse Owens, mi ricordo che già ai tempi mi venne qualche dubbio perchè mi dicevo che se in USA negli anni 30 la segregazione razziale era viva e vegeta perchè ancora sostanzialmente praticata che senso aveva dire invece che la segregazione razziale era solo praticata in Germania e prendere un episodio del genere come emblema del furore razzista tedesco, non feci nessuna domanda a tale proposito al professore di storia sopramenzionato perchè lo vedevo troppo convinto nelle sue tesi, anche per evitare di essere preso di mira nelle interrogazioni e anche perchè avevo deciso che non avrei portato storia all’esame di maturità per cui non avevo alcun interesse per mettermi in mostra per avere un voto finale migliore!!

    2PS già allora non facevo parte di nessuna formazione politica di estrema destra e nè in seguito ( e nè ovviamente di estrema sinistra e nè mai di altra formazione politica ) e nè ai tempi attuali, ma solo e sempre:

    “La ricerca della verità è più preziosa del suo possesso”, Albert Eistein

  5. Socrate
    30 dicembre 2017 • 10:43

    3 POST

    20/09/2010

    Gesù ebreo?

    di Francesco Lamendola

    È in atto un tentativo di rigiudaizzare Gesù Cristo: la sua figura, il suo messaggio, soprattutto il suo significato complessivo nella storia umana.

    Gesù non “era” ebreo; “partiva” dalla condizione di ebreo. Tutto sta a vedere se egli condivideva il feroce, implacabile esclusivismo, al tempo stesso nazionale e religioso, dei suoi compatrioti; tutto sta a vedere se il suo messaggio si possa, o meno, considerare rivoluzionario nei confronti della cultura del suo tempo e della religione professata dalle autorità rabbiniche, prime fra tutte quella dei Farisei e del gruppo facente capo al Sommo Sacerdote del Tempio di Gerusalemme.
    Ed è qui che bisogna mettere le cose in chiaro. Se si insiste oltre misura sulla ebraicità di Gesù; se, per esempio, si dice e si ripete continuamente che il suo zelo religioso era, in tutto e per tutto, quello di un pio ebreo del suo tempo, allora si perde di vista l’essenziale: che il suo messaggio fu di carattere rivoluzionario (non in senso politico, ma religioso); che fu diretto, con estrema coerenza e decisione, contro i Farisei e contro la tradizione legalistica del Tempio; che sia con le sue parole, sia con le azioni, non fece altro che sfidare e, quasi, provocare, Farisei e sacerdoti: che, insomma, la sua visione dell’uomo e del suo riscatto non ebbe nulla a che fare con la religione istituzionalizzata del suo tempo, ma anzi si pose come nettamente eversiva rispetto ad essa.
    E si perde di vista il fatto, che oggi può non piacere ad alcuni e si capisce anche il perché, che la sua morte fu voluta, deliberata, perseguita ed ottenuta essenzialmente dalle autorità religiose del Tempio; e che i Romani non ne furono altro che lo strumento. Tale è, senza possibili ambiguità, la versione del racconto evangelico («e che il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli», fu la formula adottata testualmente dalla folla che, davanti al Pretorio di Pilato, pretendeva l’immediata messa a morte di Gesù).
    Per cui, o si ha il coraggio intellettuale di dichiarare che i Vangeli canonici sono totalmente inattendibili, oppure la si smette di dire che la sua morte fu voluta dai Romani per motivi politici e si riconosce che la responsabilità di essa ricade sui suoi correligionari, che spinsero un assai riluttante Pilato, il procuratore romano, ad emettere una sentenza capitale, minacciando, se egli non lo avesse fatto, di denunciare il suo scarso zelo all’imperatore romano.

    Per articolo completo:

    https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=34594

    Saluti e Auguri di Sereno e Felice 2018 allo staff di Libreidee e a tutti quanti gli altri!!!

    Fabrice

  6. Arrigo
    30 dicembre 2017 • 13:24

    Il Ministro delle Finanze ed Economia nel primo Governo Hitler si chiamava Hjalmar Schacht ed era ebreo. “Chi glielo spiega a” Giovanni Francesco Carpeoro..?! …è toccato a me

    Proprio così: uno dei Ministeri più importanti del Primo Governo Hitler era stato affidato ad un giudeo inoltre Schacht concepì dei “certificati” garantiti dallo Stato che affiancarono la moneta contribuendo in modo determinante a far circolare “denaro” ed a far ripartire l’economia, un’idea che oggi è stata ripresa da alcuni gruppi politici ed apolitici (Certificati di Credito Fiscale) per ovviare alla mancanza di denaro che ci affligge dall’adozione dell’Euro, la ricetta vincente, dimostrata sul campo in condizioni reali da Hjalmar Schacht farebbe, oggi, ripartire l’Italia, ma poi… “chi glielo spiegherebbe ai compagni… ”

    Per non parlare degl’ottimi rapporti tra Nazionalsocialismo e Sionismo, che in fondo su molte cose avevano identicità di vedute: il delirio della “razza eletta” “la purezza razziale” o il “ritorno in Israele” … ma non è che posso star qui a “spiegare” tutta la Storia a Carpeoro.

    Circa i Visigoti (non vedo prove convincenti che Alarico fosse ebreo) è argomento interessante e controverso, infatti molte fonti storiche sono state alterate a fini propagandistici, da cattolici, ebrei, illuministi, nazisti, liberali, comunisti… specialmente per quanto riguarda i rapporti tra ebrei e goti in Spagna, di come si guastarono e del ruolo che ebbero gli ebrei nella conquista araba della Spagna.

  7. desiderio
    30 dicembre 2017 • 22:27

    E’ un vero peccato che, essendo io rampollo di famiglie plebee, non possa certificare la mia genealogia al di là di un paio di secoli. Altrimenti son convinto che troverei almeno un giudeo nella famiglia dei miei avi, dai tempi non dico di Alarico, ma di Alboino.
    … Insomma, sta storiella dell’ebreo errante new look che come il prezzemolo ha fecondato il mondo (e tutte le sue ideologie, e tutti i suoi poteri) nei quattro continenti, la trovo piuttosto ridicola, per non dire (quando mi offusca il fumus suspicionis) disgustosa. E’ roba da plot-busters!
    Magari se Carpeoro cerca bene troverà finalmente l’ antenato ebreo anche in famiglia sua, così non soffrirà più di complessi d’inferiorità. … Detto senza alcuna animosità!

    La domanda, che vi pongo inascoltato da anni, è questa:
    - Ma chi sono, finalmente, questi ebrei? Qual è il loro massimo comun denominatore, più che un fin troppo facile (da farloccare) minimo comune multiplo? Solo Gilad Atzmon mi ha ascoltato, e mi ha risposto…… Eppure sarebbe ebreo anche lui, però non vuole esserlo!… e dunque non lo è.

  8. andrea'65
    3 gennaio 2018 • 16:21

    RX al quesito : perchè si indicano come cattedrali gotiche – arte gotica
    Argotique in antico francese significa linguaggio – gergo – codice segreto non comprensibile ai non iniziati, infatti nula a che veder con i Goti che manco costruivano edifici residenziali.
    Arte Criptica che solo i Massoni ne comprendevano il messaggio

  9. ***&&&***
    30 dicembre 2017 • 20:30

    Il Ministro delle Finanze ed Economia nel primo Governo Hitler si chiamava Hjalmar Schacht ed era ebreo. “Chi glielo spiega a” Giovanni Francesco Carpeoro..?! …è toccato a me

    Proprio così: uno dei Ministeri più importanti del Primo Governo Hitler era stato affidato ad un giudeo inoltre Schacht concepì dei “certificati” garantiti dallo Stato che affiancarono la moneta contribuendo in modo determinante a far circolare “denaro” ed a far ripartire l’economia, un’idea che oggi è stata ripresa da alcuni gruppi politici ed apolitici (Certificati di Credito Fiscale) per ovviare alla mancanza di denaro che ci affligge dall’adozione dell’Euro, la ricetta vincente, dimostrata sul campo in condizioni reali da Hjalmar Schacht farebbe, oggi, ripartire l’Italia, ma poi… “chi glielo spiegherebbe ai compagni… ” (Arrigo )

    ——
    ——
    ——
    Bravissimo…ottima osservazione…i CCF sono stati elaborati dagli economisti Marco Cattaneo e Giovanni Zibordi..che hanno scritto un ottimo libro in proposito (che consiglio di leggere ) intitolato :

    LA SOLUZIONE PER L’EURO (200 miliardi per rimettere in moto l’economia italiana – Creare moneta, ridurre le tasse e rilanciare la domanda) Ed.Hoepli

    Cè spiegata con rigore scentifico /economico la creazione di una sorta di moneta parallela (che moneta non è …ma di fatto funge da moneta ) ..appunto i CCF (Certificati Crediti Fiscale )…ed il tutto ha preso spunto e ispirazione proprio dai famosi MEFO BILLS ideati dall’OTTIMO ministro delle finanze tedesco dell’epoca nazista Hjalmar Schacht …la Germania si trovava in condizioni disperata per le condizioni imposte dai vincitori della 1 guerra mondiale che imposero condizioni e costrizioni impossibili da reggere che per certi versi si assomigliano a quelle imposte da questa stramaledetta Unione Europea e dal Capestro Euro…bypassarono le regole imposte introducendo i MEFO BILLS una sorta di moneta parallela nel giro di tre anni si riprese l’economia e la disoccupazione che era ad il 27 % fu riassorbita quasi tutta..i MEFO BILLS funzionarono perfettamente (era praticamente una moneta parallela ) …peccato che indirizzarono l’economia per gli armamenti e poi la guerra…ma se l’avessero indirizzata verso un economia civile avrebbero funzionato allo stesso modo sia nella produzione che nel consumo e nell’assorbimento in pochi anni di quasi tutta la disoccupazione .La soluzione per l’euro attraverso o CCF illustra i meccanismi, immediatamente applicabili, per consentire alla moneta di riprendere a circolare, rilanciare la domanda per 200 miliardi e avviare subito una consistente ripresa dell’economia. (i CCF non possono in teoria essere bloccati dall’UE ..perché nei trattati non son previsti e non è prevista nessuna regola che li possano impedire..: per cui nel caso l’Italia adottasse i CCF ..l’UE non ha nessun arma di tipo giuridico per potervicisi contrapporre.) Ed è una soluzione migliore del cosiddetto break Up proposto da Alberto Bagnai…perché il rompere con l’euro non è semplice e potrebbe creare dei contraccolpi seriamente dolorisi…con i CCF non rompi con l’Euro ma ne eludi e bypassi gli effetti negativi dovuti alla rigidità del cambio e altre note criticità conseguenti al sistema UE/Euro. Creano le condizioni favorevoli per poi eventualmente uscirne senza traumi (e quando vogliamo noi…anche con comodo …) .

    Per quanto invece riguarda Alarico …beh se era giudeo …non sarebbe stato un problema per Hitler…pare che lo fosse anche lui: tra giudei ci si capisce ahahah…buon sangue non mente;-)

    saluti.

    Ps : Hjalmar Schacht al processo di Norimberga non fu condannato : per il motivo che dimostrò di aver fatto solo e semplicemente il suo compito: far il ministro delle finanze al meglio. Fu un ottimo ministro. Fu assolto perché giudicato non colpevole.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Hjalmar_Schacht

    Sono convinto che se il prossimo governo adotta i CCF riusciamo a superare sia la crisi che lEuro (ma ci vogliono politici con le palle che non abbiano paura della Germania e le sue ritorsioni )

  10. andrea'65
    3 gennaio 2018 • 16:10

    Eichmann il prosecutore della soluzione Finale, Rosenberg governatore nazista della Norvegia, Frank ( omonimo di Anna ) governatore nazista della polonia e mi fermo qui

  11. Sergio
    31 dicembre 2017 • 12:16

    Per emettere i CCF devi avere L approvazione della UE. Legalmente uno stato può farlo ma “praticamente” lo sappiamo. Quindi L emissione dei CCF può essere come un passo verso L uscita dalla UE, Euro, Nato (perché dovrai farlo) “fortificare le frontiere” ricostruire una difesa militare forte..
    L Italia non ha nemici se non quelli nella UE (Francia, Germania, Olanda, Belgio), UK e USA paesi occupanti militarmente. Sarà un bagno di sangue peggio del dopoguerra. Ma e’ la solo via d’uscita. Altrimenti L Italia e gli italiani si duiliranno e scompariranno come i Romani.
    O bianco o nero, non ci sono vie di mezzo.
    Saluti
    Sergio

  12. ***&&&***
    31 dicembre 2017 • 13:48

    Per emettere i CCF devi avere L approvazione della UE. Legalmente uno stato può farlo ma “praticamente” lo sappiamo. Quindi L emissione dei CCF può essere come un passo verso L uscita dalla UE, Euro, Nato (perché dovrai farlo) “fortificare le frontiere” ricostruire una difesa militare forte..(Sergio )

    ——
    ——
    In senso strettamente giuridico …non possono assolutamente far nulla gli economisti ideatori dei CCF (Marco Cattaneo…Giovanni Zibordi )..con tutto una serie di alte consulenze tra cui un funzionario del FMI di cui non ricordo il nome (è nella prefazione del libro che ho prestato…) e altri giuristi hanno studiato bene tutte le regole: non c’è assolutamente nulla che possa proibirli ..quindi non possono far nulla. Quelli del M5s hanno inviato una comunicazione anche a Draghi …e Draghi ha risposto che non era di sua competenza (c’è un discorso lungo da fare …che bypasso ). Idem per le altre cosidette monete parallele ideate da Claudio Borghi e quelle di cui parla l’economista del MR Nino Galloni…tecnicamente non è vera e propria moneta …MA DI FATTO NEGLI EFFETTI E NELL’USO LO E’—–>>>ed interagiscono con tutta una tecnica particolare (spiegata benissimo nel libro di Marco Cattaneo ) che non fanno aumentare il debito pubblico ….(e qui c’è tutto un discorso da fare che ovviamente non mi pare il caso…richiederebbe troppi post …) . Quindi “loro” (UE& company ) non possono far nulla giuridicamente …potrebbero incazzarsi ed attuare contromisure vendicative…..ma non più di tanto—->>> perché l’UE è un morto che cammina (lo sanno tutti ) …è indebolita , l’Euro man mano che si va avanti creerà sempre più criticità …e soprattutto al potere negli Stati Uniti ci sta Donald Trump…che vuole che si sfaldi l’UE e che si ritorni agli stati nazione precedenti…adesso ha gatte da pelare..sappiamo quali…(cercano di destituirlo , russian gate , etc etc ) e sembra che l’argomento sia trascurato…ma non lo è…il Trump ( a prescindere che piaccia o non piaccia…è un altro discorso ) odia l’UE ..e la vuole sfaldare …

    Ci vuole un governo forte …se vince il centro destra coalizione Forza Italia, Lega Nord , Fratelli d’Italia…c’è la forza politica per poterlo fare (e lo faranno )….ma anche il M5s ha lasciato da parte ‘argomento euro per sposare come soluzione i CCF di Marco Cattaneo (ma sponsorizzati da l’economista Gennaro Zezza).. E’ vero quelli che dici: si tratta di “forza politica” e credo che si stiano delineando le condizioni per poterlo fare…..praticamente la coalizione di destra FI/LN/FdI da una parte e M5s dall’altra al netto delle differenze politiche (le prime sono destre vere e proprie ) il M5s va inquadrato nella sinistra perché di fatto è sinistra …sono tutti d’accordo per le monete parallele. Per cui ci vuole un atto di “imperio” dichiarare emergenza economica…ed iniettare nel sistema i CCF…che poi si tratta di letteralmente regalare moneta sotto forma di CCF sia alla domanda (noi consumatori ) che all’offerta (le imprese produttrici ) …proprio letteralmente regalare capacità di acquisto…cioè ci daranno che so uno stipendio di 10 + 3 di CCF….idem per il lato offerta l’impresario riceverà un tot che potrà usare nel processo produttivo (pagarci le tasse ) ..quindi da una parte aumenta la capacità di acquisto (più disponibilità finanziaria ) e da un altro aumenta la capacità produttiva (più offerta)…il mercato ora asfittico per mancanza di denaro (rarefazione monetaria voluta da loro )…la domanda incomincia ad aumentare gli acquisti e l’offerta automaticamente è costretta ad aumentare la produzione di offerta ed quindi l’economia si rivitalizza e incomincia il trend inverso a quello di questi ultimi anni: si ricomincia ad assumere etc etc….(successe proprio questo nel periodo nazista dopo la terribile crisi del 1929…in Germania…proprio come oggi …non potevano fare politiche monetarie per via dei Trattati di Versaills …e la Germania stava letteralmente morendo 27 % di disoccupazione (da notare che noi siamo circa al 12 % ed è una cifra altissima ) in se non ricordo male — dovrei controllare ..mo non ne ho voglia — dal 1933 al 1936 con i Mefo Bills di Hjalmar Schacht e con una metodica simile (non uguale ma simile ) a quella prima espressa e prevista dai CCF l’economia riparti a razzo e in tre anni fu riassorbita la disoccupazione e nel contempo furono aggirati i Trattati di Versailles.. esattamente cio che dovremo fare noi…ci sono e lo ripeto due fronti politici che ormai lo vogliono fare: coalizione di destra e a sinistra il M5s (di quest’ultimo però non c’è da fidarsi perché semplicemente sta piano piano aprendo ad una possibile futura alleanza con il PD …il che…) ..siamo in guerra perché di questo si tratta…e il fronte è tra gli Anti Euro e i Pro Euro…ultima notizia: pare che Alberto Bagnai ideologicamente di sinistra si candidi con la Lega di Salvini insieme a Claudio Borghi….se questa candidatura ci sarà …sarà un ottimo elemento nella futura guerra tra UE e Italia…perché è uno dei massimi esperti della tematica (ormai riconosciuto in tutta Europa ).

    Si stanno incominciando ad allarmare ??? certo che si stanno incominciando ad allarmare….alcuni giornali hanno pubblicato degli articoli contro i CCF dicendo delle cose tecnicamente inesatte…l’Economista Marco Cattaneo (ideatore dei CCF ) ha scritto loro spiegando gli errori e chiedendo la rettifica: NON LO HANNO FATTO. Da leggere: è iniziata la campagna elettorale e deve arrivare l’informazione sbagliata a milioni di persone….da parte dei “giornali di regime ” main stream in questo caso: Corriere della Sera, Repubblica, Il Sole 24 Ore …..
    ecco qua la lamentela di Marco Cattaneo
    http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/2017/12/moneta-fiscale-la-guerra.html

    non rileggo il post ne correggo l’esposizione …quello che ho scritto ho scritto.

    ciao buon anno .

  13. Sergio
    31 dicembre 2017 • 15:04

    Concordo su tutto tranne:
    Non sono convinto che gli USA voglino lo sfaldamento della UE. Credo che vogliono poi aggregazione unica facile da controllare. Cmq L Italia (come tutti gli atri stati definiti PIIGS) non ha scelta fuori da tutto per ricominciare.
    Ben vengano i CCF adatti a remunerare le persone (la disoccupazione e tutte le infrastrutture da rifare sono RISORSE). Il denaro (a questo punto CCF a costo zero per lo stato) il mezzo per sfruttarle (le risorse) con buona pace dell Euro e Dollaro.
    Utopia ? Forse ma di questo hanno paura le elites. Se poi si muore pazienza, almeno si è tentato qualcosa. Certo tutto questo non con questa classe politica che andrebbe messa in grado di non nuocere (con qualsiasi mezzo).
    Saluti e buon anno.
    Sergio

  14. Daniele
    1 gennaio 2018 • 19:35

    Ho letto l’articolo per intero e mi sembra alquanto impreciso sopra tutto per quanto riguarda il motivo della sua venuta che è anche risposta ai vari quesiti che non partono dai principi della parola del Padre Onnipotente, ma sono solo elucubrazioni della mente umana. Yahushua (non Jesus, Gesù, Yeoshua, Jeova o quant’altro) vuol dire in ebreo YAH SALVA e nel suo nome (i nomi in ebraico non si possono tradurre perchè sono rispecchianti le caratteristiche personali di un individuo) è contenuto quello del Padre YHVH (YAHUVEH, non Dio nome generico) che vuol dire Io dimostrerò di essere ciò che dimostrerò di essere. Detto ciò bisogna conoscere il perchè della venuta del Messia e il fatto che la maggioranza del popolo eletto di Israele non l’ha accettato come tale, cioè mandato dal Padre. Matteo 5:17 «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento. Quindi la legge di Mosè non è messa in discussione, ma è sublimata da un nuovo patto fatto con Yahushua. Il versamento del suo sangue è stato necessario per appendere al palo, non in croce, tutti i nostri peccati e salvarci dalla morte seconda, qualora faremo la volontà del Padre suo che è nei cieli. Matteo 10:28 E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna. Matteo 7:21 «Non chiunque mi dice: Adonay, Adonay (Signore, Signore!) entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.. Yahushua ha versato il suo sangue (nel sangue è contenuta la vita di una persona) santo (separato dal male) una volta sola, togliendo dalla legge di Mosè la parte rituale dei sacrifici (oblazioni, libazione, sacrificio, etc. etc.) Quindi è certo che il suo messaggio è innovativo e trascendentale, perchè non basato sulla legge, cioè senza misericordia, ma sulla giustizia e nell’Amore AGAPE. Il popolo Ebraico, attraverso i loro rappresentanti, Farisei, Sadducei, dottori della legge….non ha accettato questo messaggio e ha condannato il Messia come apostata o eretico. Essi si sono serviti dei Romani perchè a loro non era concesso uccidere un ebreo, uno di loro, sopra tutto se innocente, a causa della legge del taglione (occhio per occhio, dente per dente, vita per vita o sangue per sangue) e loro sono devoti alla legge. Quindi il Messia era eccome Ebreo. Così come hanno tentato di lapidare Paolo, accusandolo ingiustamente e andando davanti a Festo, governatore romano, con un avvocato romano Tertullo. Molti leggono la Bibbia per anni e si ingeniano a darne, volutamente o meno, una loro traduzione, ma come è scritto: Atti 8; 26-34 26 Un angelo dell’Adonay parlò intanto a Filippo: «Alzati, e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che discende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». 27 Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etiope, un eunuco, funzionario di Candàce, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i suoi tesori, venuto per il culto a Gerusalemme, 28 se ne ritornava, seduto sul suo carro da viaggio, leggendo il profeta Isaia. 29 Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti, e raggiungi quel carro». 30 Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». 31 Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. 32 Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo:
    Come una pecora fu condotto al macello
    e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa,
    così egli non apre la sua bocca.
    33 Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato,
    ma la sua posterità chi potrà mai descriverla?
    Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita.
    34 E rivoltosi a Filippo l’eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». 35 Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Yahushua. La Bibbia non si può leggere come una favola, cercando con la mente, che mente, di dare spiegazioni logiche e razionali. La Bibbia è un libro spirituale e se non hai lo spirito difficilmente puoi comprendere…in tal caso devi cercare qualcuno che possa aiutarti a capire…..chiunque tu sia.

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