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Zurigo vara il reddito sociale universale: 2.200 euro a tutti

Scritto il 10/12/17 • nella Categoria: segnalazioni Condividi Tweet

Si chiama “reddito di base incondizionato”, ha qualche affinità con il reddito di cittadinanza che piace al Movimento 5 Stelle ed è stato adottato, a titolo sperimentale, dal Consiglio Comunale di Zurigo. Grazie alla mobilitazione della sinistra, gli abitanti della principale città elvetica potranno disporre di una sorta di “salario di Stato garantito” di 2.500 franchi mensili, ovvero di poco meno di 2.200 euro. Stiamo parlando, secondo i canoni svizzeri, dell’equivalente della soglia di povertà. Come prevedeva l’analogo testo di legge, sottoposto a referendum e bocciato lo scorso anno a livello svizzero, il “reddito di base incondizionato” dovrebbe toccare ogni singolo cittadino. Con la differenza che, mentre per gli adulti sarà di 2.500 franchi, per i minori dovrebbe essere di 625, più o meno 550 euro. In realtà, scrive Franco Zantonelli su “Repubblica”, sia il suo finanziamento che i tempi e modi d’applicazione non sono ancora chiari, visto che al legislativo di Zurigo la proposta è passata con soli due voti di scarto. L’esecutivo ha, in effetti, due anni di tempo per stabilire come metterla in pratica. «Ci muoviamo con i piedi di piombo», ha non a caso dichiarato alla tv pubblica il consigliere comunale socialista Urs Helfenstein.
«Il progetto che avevamo proposto a livello nazionale – spiega a “Repubblica” uno dei sostenitori dell’iniziativa respinta nel 2016, il docente di economia all’università di Friburgo, Sergio Rossi – sarebbe stato sostenuto, tra l’altro, tassando le transazioni finanziarie». Era previsto, inoltre, che il “reddito di base incondizionato” si sostituisse alla maggior parte delle prestazioni sociali. In sostanza, si calcolava che lo Stato non ne avrebbe sofferto più di tanto. Rossi è contento che il progetto che era stato messo a punto per tutti gli svizzeri possa venire messo in pratica a Zurigo: «È la dimostrazione – afferma – che sul piano locale esiste, ormai, la consapevolezza che le sfide poste dalla globalizzazione e dalla digitalizzazione delle attività economiche non possono essere affrontate e superate correttamente, senza modificare in maniera fondamentale l’attuale sistema di protezione sociale, che risale alla seconda metà del secolo scorso».  Il reddito di base incondizionato (Rbi) sarebbe una rendita mensile, sufficiente per vivere, versata individualmente ad ogni persona, dalla nascita alla morte, indipendentemente dalle altre sue fonti di reddito o ricchezze personali.
«Attualmente ricaviamo tutte le entrate dal nostro lavoro, dal nostro patrimonio, dalla nostra famiglia o dalle prestazioni sociali che ci vengono versate», spiega il sito svizzero creato per sostenere l’iniziativa. Il “reddito di base incondizionato” si sostituisce alla parte di reddito individuale che copre i bisogni fondamentali, «mentre le altre rendite rivestiranno la funzione di completare il reddito di base, apportando il margine di comodità, di agio». In sostanza, la nuova entrata dovrebbe sostituirsi alla maggior parte delle prestazioni sociali fino alla quota del suo ammontare, coprendo assistenza sociale, sussidi allo studio, assegni familiari e assicurazione sulla disoccupazione. Le prestazioni sociali più mirate «saranno mantenute per gli aventi diritto, per esempio nel caso della disoccupazione o delle prestazioni complementari». In pratica, dicono gli elvetici, l’Rbi «garantisce la parte di reddito destinata a coprire i bisogni di base: le persone non cercheranno più un impiego perché devono sopravvivere, ma perché nessuno desidera accontentarsi di sopravvivere». Gli svizzeri «potranno così negoziare le loro condizioni di lavoro per soddisfare le loro comodità, più che i loro bisogni vitali».
Secondo i sostenitori del “reddito di base”, «le condizioni di lavoro miglioreranno per motivare le persone, che già avranno una base di reddito, a impegnarsi di più». Di fatto, «potranno più facilmente negoziare condizioni di lavoro migliori a tempo parziale, se desiderano», e le imprese «saranno sollevate dalla responsabilità di far vivere le persone». Di conseguenza, «saranno incoraggiate ad automatizzare i compiti più ripetitivi e meno attraenti». Secondo i suoi sostenutori, l’Rbi non rappresenta un vero costo: l’attuale erogazione del welfare svizzero equivale già a un “reddito minimo”. «Non resta dunque che un piccolo saldo da finanziare per le persone che oggi guadagnano meno di quell’importo». Il reale saldo da finanziare, in termini di prestazioni sociali, sarebbe di appena 18 miliardi di franchi, pari al 3% del Pil svizzero. «Questo saldo può facilmente essere coperto in molti modi, come una correzione della Tva», l’Iva elvetica, oppure «della fiscalità diretta», o magari inserendo «una tassa sulla produzione automatizzata, sull’impronta ecologica», senza contare l’eventualità di introdurre una tassazione sulle transazioni finanziarie. Diverse forme di reddito sociale garantito sono state sperimentate negli Usa, in Canada, in Namibia e in India. Il principio è stato introdotto nella Costituzione del Brasile nel 2004. Il Kuwait e altri Stati del Golfo Persico hanno adottato una misura simile al reddito universale. «La Finlandia e il Quebec hannno deciso di introdurlo dal 2017. In Olanda, la città di Utrecht e una decina di altre città si preparano a realizzare dei test con l’Rbi, che intanto è entrato nel dibattito pubblico in Francia».

Si chiama “reddito di base incondizionato”, ha qualche affinità con il reddito di cittadinanza che piace al Movimento 5 Stelle ed è stato adottato, a titolo sperimentale, dal Consiglio Comunale di Zurigo. Grazie alla mobilitazione della sinistra, gli abitanti della principale città elvetica potranno disporre di una sorta di “salario di Stato garantito” di 2.500 franchi mensili, ovvero di poco meno di 2.200 euro. Stiamo parlando, secondo i canoni svizzeri, dell’equivalente della soglia di povertà. Come prevedeva l’analogo testo di legge, sottoposto a referendum e bocciato lo scorso anno a livello svizzero, il “reddito di base incondizionato” dovrebbe toccare ogni singolo cittadino. Con la differenza che, mentre per gli adulti sarà di 2.500 franchi, per i minori dovrebbe essere di 625, più o meno 550 euro. In realtà, scrive Franco Zantonelli su “Repubblica”, sia il suo finanziamento che i tempi e modi d’applicazione non sono ancora chiari, visto che al legislativo di Zurigo la proposta è passata con soli due voti di scarto. L’esecutivo ha, in effetti, due anni di tempo per stabilire come metterla in pratica. «Ci muoviamo con i piedi di piombo», ha non a caso dichiarato alla tv pubblica il consigliere comunale socialista Urs Helfenstein.

«Il progetto che avevamo proposto a livello nazionale – spiega a “Repubblica” uno dei sostenitori dell’iniziativa respinta nel 2016, il docente di economia all’università di Friburgo, Sergio Rossi – sarebbe stato sostenuto, tra l’altro, tassando le Soldi Svizzeratransazioni finanziarie». Era previsto, inoltre, che il “reddito di base incondizionato” si sostituisse alla maggior parte delle prestazioni sociali. In sostanza, si calcolava che lo Stato non ne avrebbe sofferto più di tanto. Rossi è contento che il progetto che era stato messo a punto per tutti gli svizzeri possa venire messo in pratica a Zurigo: «È la dimostrazione – afferma – che sul piano locale esiste, ormai, la consapevolezza che le sfide poste dalla globalizzazione e dalla digitalizzazione delle attività economiche non possono essere affrontate e superate correttamente, senza modificare in maniera fondamentale l’attuale sistema di protezione sociale, che risale alla seconda metà del secolo scorso».  Il reddito di base incondizionato (Rbi) sarebbe una rendita mensile, sufficiente per vivere, versata individualmente ad ogni persona, dalla nascita alla morte, indipendentemente dalle altre sue fonti di reddito o ricchezze personali.

«Attualmente ricaviamo tutte le entrate dal nostro lavoro, dal nostro patrimonio, dalla nostra famiglia o dalle prestazioni sociali che ci vengono versate», spiega il sito svizzero creato per sostenere l’iniziativa. Il “reddito di base incondizionato” si sostituisce alla parte di reddito individuale che copre i bisogni fondamentali, «mentre le altre rendite rivestiranno la funzione di completare il reddito di base, apportando il margine di comodità, di agio». In sostanza, la nuova entrata dovrebbe sostituirsi alla maggior parte delle prestazioni sociali fino alla quota del suo ammontare, coprendo assistenza sociale, sussidi allo studio, assegni familiari e assicurazione sulla disoccupazione. Le prestazioni sociali più mirate «saranno mantenute per gli aventi diritto, per esempio nel caso della disoccupazione o delle prestazioni complementari». In pratica, dicono gli elvetici, l’Rbi Urs Helfenstein«garantisce la parte di reddito destinata a coprire i bisogni di base: le persone non cercheranno più un impiego perché devono sopravvivere, ma perché nessuno desidera accontentarsi di sopravvivere». Gli svizzeri «potranno così negoziare le loro condizioni di lavoro per soddisfare le loro comodità, più che i loro bisogni vitali».

Secondo i sostenitori del “reddito di base”, «le condizioni di lavoro miglioreranno per motivare le persone, che già avranno una base di reddito, a impegnarsi di più». Di fatto, «potranno più facilmente negoziare condizioni di lavoro migliori a tempo parziale, se desiderano», e le imprese «saranno sollevate dalla responsabilità di far vivere le persone». Di conseguenza, «saranno incoraggiate ad automatizzare i compiti più ripetitivi e meno attraenti». Secondo i suoi sostenutori, l’Rbi non rappresenta un vero costo: l’attuale erogazione del welfare svizzero equivale già a un “reddito minimo”. «Non resta dunque che un piccolo saldo da finanziare per le persone che oggi guadagnano meno di quell’importo». Il reale saldo da finanziare, in termini di prestazioni sociali, sarebbe di appena 18 miliardi di franchi, pari al 3% del Pil svizzero. «Questo saldo può facilmente essere coperto in molti modi, come una correzione della Tva», l’Iva elvetica, oppure «della fiscalità diretta», o magari inserendo «una tassa sulla produzione automatizzata, sull’impronta ecologica», senza contare l’eventualità di introdurre una tassazione sulle transazioni finanziarie. Diverse forme di reddito sociale garantito sono state sperimentate negli Usa, in Canada, in Namibia e in India. Il principio è stato introdotto nella Costituzione del Brasile nel 2004. Il Kuwait e altri Stati del Golfo Persico hanno adottato una misura simile al reddito universale. «La Finlandia e il Quebec hannno deciso di introdurlo dal 2017. In Olanda, la città di Utrecht e una decina di altre città si preparano a realizzare dei test con l’Rbi, che intanto è entrato nel dibattito pubblico in Francia».

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19 Commenti

  1. ilBuonPeppe
    10 dicembre 2017 • 10:17

    “ha qualche affinità con il reddito di cittadinanza che piace al Movimento 5 Stelle”
    Sì, è il suo esatto contrario.
    Questo dà dignità e forza al lavoratore, quello targato m5s lo rende schiavo.

  2. Giorgio
    10 dicembre 2017 • 12:33

    E’ dal lontano 1996 che in rete si può compulsare il progetto di Nicolò Giuseppe Bellia chiamato “Antropocrazia” che si rifà alle indicazioni dello scienziato/filosofo Rudolf Steiner che proprio in Svizzera ha istituito la sua scuola.
    L’antropocrazia è stata la prima ad indicare come accendere il reddito di cittadinanza e come finanziarlo.

  3. Emmy
    10 dicembre 2017 • 19:52

    Se verrà veramente attuato, questo sarà davvero un cambiamento epocale in termini di dignità della vita della persona umana.
    In Italia, cose così non le faranno mai… non ne parleranno neppure i mass-media. Viviamo in un paese che, per certi aspetti, è davvero schifoso.

    Saluti.

  4. lily
    12 dicembre 2017 • 04:15

    in Europa esisteva già
    in Italia no.
    ci dobbiamo sempre adeguare all’Europa in tutto, tranne che , quando si tratta di benefici… staremo a vedere come si comporterà la commissione europea

  5. Sergio
    10 dicembre 2017 • 13:35

    E perché sarebbe il suo esatto contrario? Mi spieghi!
    Questo è il reddito di cittadinaza di cui avremmo bisogno. Solo ai cittadini italiani residenti. Cittadini italiani (non migranti). Da noi servirebbero a seconda di dove si vive dalle 1500 / 2000 euro. Vedrete che tutti quei lavori di merda che permettono di sfruttare la gente scomparirebbe. Dove sta scritto che chi tiene pulito L ambiente in cui viviamo deve prendere una miseria.
    Riprendiamoci il paese e diamo una vita dignitosa e possibilità di crescita alle persone. Finché uno e impegnato a sopravvivere davvero non può accrescere le proprie “competenze”.
    Saluti
    Sergio

  6. Sergio
    10 dicembre 2017 • 15:12

    Ci crogioliamo con paroloni e /o pseudo religioni/ filosofie /sistemi maghi. La verità è una sola:
    L uomo per la prima volta può affrancarsi dal lavoro inteso come fonte di sopravvivenza e dedicarsi finalmente alle proprie aspirazioni. Per fare questo ci occorre una società priva del denaro inteso come valore assoluto. Il denaro non è una risorsa e in mezzo per schiavizzare l’ Umano.
    Saluti
    Sergio

  7. Gigi
    10 dicembre 2017 • 15:19

    Sarebbe bello, ma migliaia di anni non sono ancora bastati per portare l’Uomo al livello di maturità e integrità necessarie per una rivoluzione del genere.

  8. luigiza
    10 dicembre 2017 • 17:20

    L uomo per la prima volta può affrancarsi dal lavoro inteso come fonte di sopravvivenza e dedicarsi finalmente alle proprie aspirazioni. …

    Davvero? E come mai allora gli stadi la domenica son pieni e le TV (che io non possiedo più da lustri ormai) sempre accese nelle case? Forse che l’aspirazione massima dei più é farsi imbesuire non riuscendo neppure a concepire un atto di attività autonoma e proficua per la loro mente al di fuori dell’orario di lavoro?

  9. Giorgio
    10 dicembre 2017 • 19:16

    Sergio, non mi sono affatto dimenticato che lei è un sostenitore dei 5s ed appunto perché si ritrova nella vacuità dei suddetti non riesce a vedere oltre al suo naso. Quest’affermazione me l’ha strappata a forza dall’anima, dal momento che critica fatti ed organizzazioni che non riesce ad affrontare per mancanza di mezzi intellettivi.
    Dal momento che il tempo non esiste non abbandono la certezza che lei ed i suoi sodali condividerete i miei traguardi.

  10. Sergio
    10 dicembre 2017 • 16:21

    Si comincia con piccoli passi e negando fortemente ogni situazione che va controcorrente.
    Globalizzazione e’ una bestemmia. Interessi sul denaro e’ una bestemmia. Pensione di invalidità di 200/300 euro e una bestemmia. Quando un popolo è coeso e moralmente integro non ha dubbi su quale strada intraprendere e sarebbe veloce il raggiungimento dell obiettivo. Se il sistema attuale va controcorrente non mi ci metto a giocare con le parole “cosmetiche” lo ribalto con qualsiasi mezzo, qualsiasi.
    Se si ragiona in questo termi bene altrimenti meglio lottare per far parte del 3% che schiavizzano gli altri ma basta con queste ipocrisie roboanti buone per annebbiare le menti
    Mi sono rotto
    Sergio

  11. ilBuonPeppe
    10 dicembre 2017 • 16:53

    Veramente l’ho già scritto sopra il motivo per cui è il contrario della proposta m5s; basta leggere.
    Aggiungo, ma è superfluo tanto è evidente, che la chiave è la condizionalità, presente nella proposta m5s e assente in quella svizzera.

  12. Sergio
    10 dicembre 2017 • 17:32

    La condizionalita’ e perché troppo “disonesti” sono gli italiani.
    Possiamo dire tutto di quello del “nord” ma certo il senso civico a “loro” e ina caretteristoca che all italiano manca.
    Ovviamente anche la possibilità di maggior benessere “garantita” dalla confederazione svizzera aiuta in tal senso.
    Da noi ancora c’è gente che per 80 euro si vende come al mercato delle prostitute.
    Non criticate la base del m5s perché è l’unico votabile.
    D altronde la condizionalita’ nella proposta Svizzera e insita nell onesta di pensiero.
    Saluti
    Sergio

  13. Sergio
    10 dicembre 2017 • 22:20

    “…mancanza di mezzi intellettivi.” Come e’ saccente Lei caro Giorgio. Da sempre in poche righe riesce a condensare ovvietà ad arroganza. La realtà è che quello che dice poco si comprende e lo scrive con tale cripticita’ volutamente aggressiva. I suoi scritti sono fino a se stessi senza nessuna pretesa di comunicare.
    Lei è inutile.
    Sergio

  14. Sergio
    10 dicembre 2017 • 22:29

    @ Luigiza
    Nel senso che la tecnologia per la prima volta nella storia umana ci permette quello.
    Fa dispiacere che la maggior parte degli esseri umano non se ne renda conto
    E’ il vivere quotidiano sempre misurato con il denaro che L uomo schiavo.
    Sergio

  15. ilBuonPeppe
    11 dicembre 2017 • 00:28

    Avevo il sospetto che parlare con te fosse inutile, ma ho voluto essere ottimista. Ho sbagliato. Addio

  16. Lion
    11 dicembre 2017 • 04:30

    Come e’ saccente Lei caro Giorgio (Sergio )
    —–
    —–

    Veramente è un ignorante sino al vomito….(è ignorante anche culturalmente…non può permettersi la saccenza…perché pr atteggiarsi a “saccente” comunque sia è richiesto un minimo di cultura…a sto pirla manca proprio: non è ne colto ne intelligenze…e si abbozza a “saccente” (non riuscendoci )..finendo per essere fastidiosamente (per i lettori ) arrogante e stupido. Il peggio del peggio. Sto Giorgio buttatelo nel cesso e tirate lo sciacquone. A che serve uno che non sa distinguere la mano destra dalla mano sinistra e pretende di guidare ? a nulla …anzi è un pericolo….ecco la descrizione di giorgione il cojone

    Ma le avete osservate per bene le idiozie che scrive camuffate da cosiddetta saccenza ??? questo è il tipico italiano al negativo ….

  17. luigiza
    11 dicembre 2017 • 11:30

    @Sergio

    Non avevo capito il tuo pensiero. Ma io ho smesso di dispiacermi, accetto la realtà.

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