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Gratteri: una vergogna quelle gabbie per i migranti in Libia

Scritto il 18/1/18 • nella Categoria: segnalazioni Condividi Tweet

Al magistrato antimafia Nicola Gratteri, uomo simbolo del contrasto alla ‘ndrangheta calabrese, non va giù l’accordo stretto dall’Italia con il governo di Tripoli per fermare i flussi migratori lungo la rotta del Mediterraneo. «La strategia di Minniti non mi è piaciuta», dice il procuratore capo di Catanzaro, intervistato da “La7”, «perché non è da Stato civile e occidentale far costruire delle gabbie sulle coste della Libia per impedire che gli immigrati partano». E’ soltanto «un tappo», degradante e indegno, che non risolve certo il problema dell’esodo di popolazioni in fuga dalla guerra e dalla fame, tutti fenomeni innescati dall’economia occidentale e dalla sua geopolitica neo-coloniale. «Bisognerebbe andare in centro Africa, mandare i servizi segreti per capire chi organizza queste traversate nel deserto, e poi andare lì e costruire aziende agricole, ospedali, scuole e rendere il territorio vivibile», sostiene il giudice, chiarendo che – se si vuol sperare di porre un freno all’oceano dei migranti – è necessario investire in Africa per gli africani, non per gli occidentali. Solo a quel punto, «poi, è ovvio che bisogna creare dei flussi regolamentati per la libera circolazione di tutti gli uomini del mondo».
Quello di Gratteri è un pensiero che sembra in via di estinzione, in un’Italia frastornata dal derby che oppone il solidarismo assistenziale delle Ong alla xenofobia elettoralistica degli “impresari della paura”, che speculano sulla criminalità migrante degli sbandati. Ma perché dare per scontato che milioni di persone debbano per forza lasciare le loro case? E’ sacrosanto il diritto di partire per inventarsi una vita diversa dall’altra parte del mondo, «purché però la partenza non sia un atto disperato, indotto dalla miseria o dalla guerra», sottolinea il saggista Gianfranco Carpeoro: difendiamo i diritti dei migranti trascurando però sempre il loro diritto principale, «che è innanzitutto quello di poter vivere una vita dignitosa a casa loro, senza per forza dover dolorosamente rinunciare al proprio paese». In altre parole: «Perché non ci chiediamo come mai questa gente è costretta a scappare? Perché non chiediamo ai nostri governi cosa hanno combinato, in quelle regioni del mondo?». Aiutarli a casa loro? L’Italia sarà in Niger con il proprio esercito, a presidiare un paese tra i 20 più poveri al mondo, ma ricchissimo dell’uranio che è da sempre “proprietà privata” della Francia, destinato ad alimentare le centrali nucleari transalpine.
Soccorso occidentale? «No, grazie», rispose Thomas Sankara al vertice panafricano di Addis Abeba, pensando al genere di “aiuti” storicamente ricevuti dall’Africa: finanziamenti interessati e debito eterno, cioè schiavitù. «Teneteveli, i vostri soldi: non li vogliamo più», disse il giovane leader del Burkina Faso, assassinato nel 1987 tre mesi dopo quel coraggioso discorso, in cui chiedeva agli Stati africani di non pagare più il debito estero (la Russia di Putin ha appena condonato il suo, annullando gli oneri a carico dei paesi africani verso Mosca). E mentre la verità ufficiale tuttora nega che a uccidere Sankara sia stato l’attuale presidente del Burkina Faso, Blaise Compaorè, ricevuto all’Eliseo con tutti gli onori da François Mitterrand, l’Unione Europea si appresta a varare un Piano Marshall per l’Africa che, in cambio di infrastrutture, aggraverà il debito del continente nero, quasi sempre retto da dittature filo-occidentali come quella dell’Eritrea, i cui profughi (che sbarcano a Lampedusa) fuggono da un regime a cui l’Italia vende costosi armamenti.
L’Africa però resta materia da campagna elettorale: Berlusconi evoca il pugno di ferro contro “mezzo milione di immigrati criminali”, mentre Massimo D’Alema sostiene che proprio ai migranti è affidato il futuro demografico di un paese come l’Italia, dove non ci si sposa più e non si fanno più figli (a causa della crisi economica indotta dall’euro e dal rigore Ue, cosa che D’Alema evita accuratamente di precisare). Nel frattempo restano loro, i sopravissuti alla pericolosa traversata del Canale di Sicilia, a bordo di carrette del mare il più delle volte recuperate in extremis dalla marina militare italiana. Senza una politica degna di questo nome, sottolinea Nicola Gratteri, non ci sarebbe da vantarsi se il flusso dei disperati dovesse calare: «Ogni sera sentiamo ai telegiornali che gli sbarchi sono diminuiti del 3, del 15, del 20%, ma mentre noi parliamo so che ci sono delle donne che vengono violentate o bambini che vengono bastonati a sangue». Le gabbie in Libia per rinchiuderli come animali? «Non sto tranquillo perché ne arrivano duemila in meno», aggiunge il magistrato, per il quale evidentemente la parola “umanità” ha ancora un senso universale, non negoziabile né trasformabile in spazzatura elettolare “di destra” o “di sinistra”.

Al magistrato antimafia Nicola Gratteri, uomo simbolo del contrasto alla ‘ndrangheta calabrese, non va giù l’accordo stretto dall’Italia con il governo di Tripoli per fermare i flussi migratori lungo la rotta del Mediterraneo. «La strategia di Minniti non mi è piaciuta», dice il procuratore capo di Catanzaro, intervistato da “La7”, «perché non è da Stato civile e occidentale far costruire delle gabbie sulle coste della Libia per impedire che gli immigrati partano». E’ soltanto «un tappo», degradante e indegno, che non risolve certo il problema dell’esodo di popolazioni in fuga dalla guerra e dalla fame, tutti fenomeni innescati dall’economia occidentale e dalla sua geopolitica neo-coloniale. «Bisognerebbe andare in centro Africa, mandare i servizi segreti per capire chi organizza queste traversate nel deserto, e poi andare lì e costruire aziende agricole, ospedali, scuole e rendere il territorio vivibile», sostiene il giudice, chiarendo che – se si vuol sperare di porre un freno all’oceano dei migranti – è necessario investire in Africa per gli africani, non per gli occidentali. Solo a quel punto, «poi, è ovvio che bisogna creare dei flussi regolamentati per la libera circolazione di tutti gli uomini del mondo».

Quello di Gratteri è un pensiero che sembra in via di estinzione, in un’Italia frastornata dal derby che oppone il solidarismo assistenziale delle Ong alla xenofobia elettoralistica degli “impresari della paura”, che speculano sulla criminalità migrante Nicola Gratteridegli sbandati. Ma perché dare per scontato che milioni di persone debbano per forza lasciare le loro case? E’ sacrosanto il diritto di partire per inventarsi una vita diversa dall’altra parte del mondo, «purché però la partenza non sia un atto disperato, indotto dalla miseria o dalla guerra», sottolinea il saggista Gianfranco Carpeoro: difendiamo i diritti dei migranti trascurando però sempre il loro diritto principale, «che è innanzitutto quello di poter vivere una vita dignitosa a casa loro, senza per forza dover dolorosamente rinunciare al proprio paese». In altre parole: «Perché non ci chiediamo come mai questa gente è costretta a scappare? Perché non chiediamo ai nostri governi cosa hanno combinato, in quelle regioni del mondo?». Aiutarli a casa loro? L’Italia sarà in Niger con il proprio esercito, a presidiare un paese tra i 20 più poveri al mondo, ma ricchissimo dell’uranio che è da sempre “proprietà privata” della Francia, destinato ad alimentare le centrali nucleari transalpine.

Soccorso occidentale? «No, grazie», rispose Thomas Sankara al vertice panafricano di Addis Abeba, pensando al genere di “aiuti” storicamente ricevuti dall’Africa: finanziamenti interessati e debito eterno, cioè schiavitù. «Teneteveli, i vostri soldi: non li vogliamo più», disse il giovane leader del Burkina Faso, assassinato nel 1987 tre mesi dopo quel coraggioso discorso, in cui chiedeva agli Stati africani di non pagare più il debito estero (la Russia di Putin ha appena condonato il suo, annullando gli oneri a carico dei paesi africani verso Mosca). E mentre la verità ufficiale tuttora nega che a uccidere Sankara sia stato l’attuale presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré, ricevuto all’Eliseo con tutti gli onori, l’Unione Europea si appresta a varare un Piano Marshall per l’Africa che, in cambio di infrastrutture, aggraverà il debito del continente nero, Thomas Sankaraquasi sempre retto da dittature filo-occidentali come quella dell’Eritrea, i cui profughi (che sbarcano a Lampedusa) fuggono da un regime a cui l’Italia vende costosi armamenti.

L’Africa però resta declassata, ridotta a materia da campagna elettorale spicciola: Berlusconi evoca il pugno di ferro contro “mezzo milione di immigrati criminali”, mentre Massimo D’Alema sostiene che proprio ai migranti è affidato il futuro demografico di un paese come l’Italia, dove non ci si sposa più e non si fanno più figli (a causa della crisi economica indotta dall’euro e dal rigore Ue, cosa che D’Alema evita accuratamente di precisare). Nel frattempo restano loro, i sopravvissuti alla pericolosa traversata del Canale di Sicilia, a bordo di carrette del mare il più delle volte recuperate in extremis dalla marina militare italiana. Senza una politica degna di questo nome, sottolinea Nicola Gratteri, non ci sarebbe da vantarsi se il flusso dei disperati dovesse calare: «Ogni sera sentiamo ai telegiornali che gli sbarchi sono diminuiti del 3, del 15, del 20%, ma mentre noi parliamo so che ci sono delle donne che vengono violentate o bambini che vengono bastonati a sangue». Le gabbie in Libia per rinchiuderli come animali? «Non sto tranquillo solo perché ne arrivano duemila in meno», aggiunge il magistrato, per il quale evidentemente la parola “umanità” ha ancora un senso universale, non negoziabile né trasformabile in momentanea spazzatura elettorale “di destra” o “di sinistra”.

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19 Commenti

  1. Giorgio
    18 gennaio 2018 • 07:30

    Probabilmente Gratteri si è tuffato nella realtà della ndrangheta e a perso di vista il resto di quella che non riguarda specificatamente l’organizzazione malavitosa.
    Qualcuno dovrebbe comunicare al magistrato che l’Austria sono anni che ha inviato i propri servizi segreti a sincerarsi sulla situazione e dopo aver valutato le informazioni ricevute ha pensato bene di schierare i propri carri armati lungo i confini con l’Italia. Altro che aiuti all’Africa!!!!

  2. Socrate
    18 gennaio 2018 • 09:05

    1 POST

    “Nel frattempo restano loro, i sopravvissuti alla pericolosa traversata del Canale di Sicilia, a bordo di carrette del mare il più delle volte recuperate in extremis dalla marina militare italiana.”, autore anonimo di Libreidee

    Non si menziona, neanche minimamente, ( chissà come mai…..!! ), il ruolo cruciale delle ONGs in tutta questa faccenda, invece per approfondire il ruolo cruciale e negativo (e anche complice e di istigazione!! ) delle ONGs, ecco qualche interessante davvero articolo, arrivano!!

    “Prima Parte. Come operano, chi le finanzia e i punti oscuri delle ONGs che operano nel Mediterraneo”

    https://www.lucadonadel.it/analisi-ong-nel-mediterraneo/

    1PS in pratica, i burattinai principali delle ONGs sono: Open Foundation di George Soros, UE e CIA, ma che strane coincidenze…..!!

    2PS seconda parte nel prossimo post!

  3. Socrate
    18 gennaio 2018 • 09:07

    1A POST

    “Seconda Parte. Come operano, chi le finanzia e i punti oscuri delle ONGs che operano nel Mediterraneo”

    https://www.lucadonadel.it/analisi-ong-nel-mediterraneo-seconda-parte/

  4. Socrate
    18 gennaio 2018 • 09:12

    2 POST

    L’origine storica made in and by USA delle ONGs, eccola arriva!!

    http://www.badiale-tringali.it/2017/08/lorigine-delle-ong.html

    PS continua nel prossimo post!

  5. Socrate
    18 gennaio 2018 • 09:16

    3 POST

    “Il governo dei non governativi”, Il Pedante.

    Fino a pochi anni fa la qualifica di ONG, introdotta en passant dall’art. 71 dello Statuto delle Nazioni Unite (1945), era certificata dal nostro Ministero degli esteri a valle di un giudizio di idoneità. Successivamente la legge 125/2014 ne ha resa la definizione più incerta e sostanzialmente desueta, sicché nel nostro ordinamento la sigla sopravvive per designare le associazioni già riconosciute come ONG in Italia o all’estero secondo i rispettivi ordinamenti, più in generale inquadrabili lato sensu nei criteri fondamentali della precedente norma, che cioè «abbiano come fine istituzionale quello di svolgere attività di cooperazione allo sviluppo in favore delle popolazioni del terzo mondo» e «non perseguano finalità di lucro» (legge 49/1987, art. 28).

    Ma la caratteristica più importante delle ONG è che sono, appunto, «non governative», a sottolineare il fatto che si tratta di enti di diritto privato finanziati con fondi privati e indipendenti dagli apparati e dalle politiche degli Stati. Questi aspetti, così importanti da essere anticipati nel nome, risponderebbero all’intento di svolgere mansioni di assistenza alle popolazioni che i governi non possono o non vogliono assicurare. L’indipendenza svincolerebbe inoltre l’impegno umanitario dagli obiettivi politici del momento garantendone la neutralità e la continuità.

    Se lo schema descritto appare legittimo, è però vero che in esso si cela un difetto di sistema, una ricetta pericolosa dove l’indipendenza esplicita dai poteri pubblici (cioè di tutti) e la dipendenza implicita dai capitali privati (cioè di chi ha i soldi) si fanno scudo di un prestigio morale indiscutibile…..

    http://ilpedante.org/post/il-governo-dei-non-governativi

  6. Socrate
    18 gennaio 2018 • 09:18

    4 POST

    In collegamento logico col 3 POST di cui sopra, per unire ulteriormente i puntini!!

    La teoria dei quattro cerchi del potere sovranazionale, eccolo arriva ma in francese!!

    “Les manigances de la superclasse mondiale”

    Michel Geoffroy

    Prima parte:

    https://www.polemia.com/les-manigances-de-la-superclasse-mondiale-12/

    PS seconda parte nel prossimo post!

  7. Socrate
    18 gennaio 2018 • 09:21

    4 POST

    ( continuazione)

    Seconda parte:

    https://www.polemia.com/les-manigances-de-la-superclasse-mondiale-22-suite/

    ps Michel Geoffroy, ENA. Essayiste, contributeur régulier à la Fondation Polémia ; a publié en collaboration avec Jean-Yves Le Gallou différentes éditions du “Dictionnaire de Novlangue”.

    In breve:

    N 1 Il cerchio dell’elite finanziaria mondiale.

    N 2 Il cerchio ( o meglio il circo!! ) mediatico.

    N 3 Il cerchio delle entità non governative.

    N 4 Il cerchio di Stato

    PS ovviamente il quarto cerchio di potere essendo l’ultimo cerchio è solo l’espressione dei cerchi dei poteri sovranazionali sopramenzionati, ma che strane coincidenze…..!!

  8. Socrate
    18 gennaio 2018 • 09:28

    5 POST

    A conferma del ruolo fondamentale della UE nel favorire ( tramite ONGs, ecc..!! ) l’immigrazione selvaggia nei paesi aderenti alla UE, eccolo arriva!!

    It’s time to face the truth. We cannot and will never be able to stop migration,” writes EU Commissioner for Migration Dimitris Avramopoulos, in a piece for POLITICO, published Monday entitled, “Europe’s Migrants Are Here to Stay”.

    In it, the Eurocrat wrote “human mobility will increasingly define the 21st century”, and that mass migration is an issue Brussels has committed Europe to “for the long haul”, stating: “Migration is deeply intertwined with our policies on economics, trade, education and employment — to name just a few.”

    At the end of the day, we all need to be ready to accept migration, mobility and diversity as the new norm and tailor our policies accordingly. The only way to make our asylum and migration policies future-proof, is to collectively change our way of thinking first.

    Per articolo completo:

    “Europe’s migrants are here to stay

    It’s time to start crafting our policies accordingly”

    by Dimitris Avramopoulos , European commissioner for migration, home affairs and citizenship.

    https://www.politico.eu/article/europe-migration-migrants-are-here-to-stay-refugee-crisis/

  9. Socrate
    18 gennaio 2018 • 09:34

    6 POST

    “Commissario Ue Dimitris Avramopoulos: Migranti Ue, 80% arrivi in Italia sono di irregolari”

    BRUXELLES – “Se confrontiamo Italia e Grecia vediamo che fino all’80% dei migranti che attraversano il mar Egeo sono profughi, mentre la maggioranza di quelli che arrivano in Italia dal Mediterraneo centrale, anche in questo caso l’80%, sono irregolari. Non intendiamo cambiare i criteri” delle nazionalità da ricollocare. Così il commissario Ue Dimitris Avramopoulos a chi chiede se non si pensi a una modifica dei criteri per le nazionalità da ridistribuire, visto che in Italia non ci sono abbastanza siriani ed eritrei candidabili.

    Fonte: http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2016/12/08/migranti-ue-80-arrivi-in-italia-sono-di-irregolari_985f4d41-05a2-4609-a0b9-b5b728e6241f.html

    PS a proposito di “eritrei candidabili”, nel prossimo post la vera storia per nulla raccontata dai media mainstream occidentali, chissà come mai…..!!

  10. Socrate
    18 gennaio 2018 • 09:36

    7 POST

    ps in collegamento logico col PS del mio 6 POST di cui sopra.

    “L’Eritrea e le ONG: resilienza vs assistenzialismo e i rifugiati di piazza Indipendenza”

    di Daniel Wedi Korbaria, autore e sceneggiatore eritreo, vive a Roma dal 1995.

    “Aid cripple people, gli aiuti umanitari paralizzano le persone”
    by Esayas Afewerki, presidente dell’Eritrea.

    https://www.lucadonadel.it/eritrea-vs-ong/

    PS cioè praticamente: USA, ONGs, Chiesa Cattolica tutti insieme per incasinare l’Eritrea che invece voleva e vuole solo essere lasciata a lavorare per conto proprio in santa pace determinando da se il suo destino, ma questo non poteva essere tollerato…!!

  11. Socrate
    18 gennaio 2018 • 09:41

    8 POST

    ps in collegamento logico diretto col mio 6 POST di cui sopra e indirettamente con gli altri!

    “I migranti sbarcano in salute invidiabile. Si ammalano nei centri profughi”

    http://www.ilgiornale.it/news/cronache/i-migranti-sbarcano-salute-invidiabile-si-ammalano-nei-1462496.html

  12. Socrate
    18 gennaio 2018 • 09:53

    9 POST

    “Se confrontiamo Italia e Grecia vediamo che fino all’80% dei migranti che attraversano il mar Egeo sono profughi, mentre la maggioranza di quelli che arrivano in Italia dal Mediterraneo centrale, anche in questo caso l’80%, sono irregolari”, Commissario Ue Dimitris Avramopoulos.

    Fonte: articolo segnalato nel mio 6 POST di cui sopra.

    Andiamo a vedere brevemente com’è la situazione delle ONgs in Grecia, eccolo arriva!!

    “80% delle Ong lucra su immigrati”

    https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59100

    Saluti.

    Fabrice

    PS per una breve conclusione, magari stasera aggiungo qualcosa!

  13. Sergio
    18 gennaio 2018 • 12:18

    Dispiace dirlo, ma l immigrazione clandestina, perché e’ questo che stiamo assistendo, va contrastata con qualsiasi mezzo.se manodopera necessita, chi la richiede si rivolgesse ai canali ufficiali.
    Se l immigrazione occorre per il calo demografico si consideri che l immigrato una volta occidentalizzato si allinearera’ alla percentuale di natalità attuale, se non lo farà e perché non sara’ integrato
    Non possiamo accogliere per motivi economici ed etici.
    Saluti
    Sergio

  14. luigiza
    18 gennaio 2018 • 17:30

    «Bisognerebbe andare in centro Africa,……………… e poi andare lì e costruire aziende agricole, ospedali, scuole e rendere il territorio vivibile», ..

    Ma certo e mi raccomando case con piscina e Tv meglio se 3D.
    Perchè é ovvio che tocca fare tutto allo sporco bianco. Gli autoctoni, poverini, hanno in passato talmente sofferto che sono ancora oggi (e pure domani lo saranno) paralizzati da tale trauma.

    Meno male che in Africa stanno arrivando i cinesi che sono buoni e generosissimi… di calci in c…o!

  15. roberto
    18 gennaio 2018 • 22:44

    a proposito di Eritrea, Fulvio Grimaldi la pensa in pò diversamente. Prego visionare il suo documentario sull’Eritrea.

  16. Primadellesabbie
    19 gennaio 2018 • 00:34

    Ma perché questo sito, così attento alla scelta degli articoli, é poi monopolizzato nei commenti da un pugno di massimalisti?

    É un modo di evidenziare la reazione che la ragionevolezza provoca in certe menti?

  17. Roberto
    19 gennaio 2018 • 05:28

    Ho gran rispetto per le persone come Gratteri anche se mi chiedo chi glielo fa fare di combattere battaglie perse in partenza.

    Ma meno male che non la pensano tutti come me che vedo nero e marcio irrecuperabile ovunque.

    Meno male che non pensano tutti che solo la natura ci metterà in riga tutti quanti.
    Quando mancheranno il clima ideale, le temperature sopportabili e le risorse come acqua e cibo allora inizierà a frignare la nostra razza.
    Si cercherà di badare al sodo e alla sopravvivenza, dubito che prima di allora il bene prevarichi il male visto che la nostra storia è un declino e un imbruttimento unici e continui da che esistiamo.

    Mi pare che ad avere la meglio a questo mondo siano droga, armi, ipocrisia, corruzione, crudeltà, menefreghismo e tutto tranne che il bene.

    Adesso poi abbiamo le multinazionali sempre più potenti che standardizzano tutto e tutti… per il bene dell’umanità ovviamente. Loro sono la facciata buona. Il meglio che siamo riusciti a produrre in fatto di “BENE”.
    Saranno loro a salvarci, lo sento.
    Come si salvano i polli d’allevamento intensivo. Tenendoli a bada, allo stretto e monitorati in tutto fino alla fine dopo una vita asettica in spazi angusti.

    Troppo pessimista? Forse. Speriamo non realista.

    E non dimentichiamo i mercati azionari, valutari e di materie prime.
    Quelli operano solo con soldi puliti e per il bene della collettività, è risaputo che servono a distribuire equamente la ricchezza.

  18. maria catena saccoccio
    5 febbraio 2018 • 20:15

    Concordo integralmente con le valutazioni espresse da Nicola Gratteri.

  19. Giorgio
    18 gennaio 2018 • 09:20

    I suoi link confermano ciò che ho paventato, cioè Gratteri è completamente assorbito dalla ndrangheta che si dimentica persino di mangiare e dormire, praticamente è fuori dalla realtà.

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