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Austerity, fine della farsa? Se l’Italia si svegliasse davvero

Scritto il 27/3/18 • nella Categoria: segnalazioni Condividi Tweet

Matteo Renzi bluffava, quando prometteva nuovi miracoli italiani, ma non è stato cestinato per questo: la sua rottamazione, franatagli addosso col referendum costituzionale, è stata decretata dall’ostilità istintiva nutrita da milioni di elettori. Colpa del suo stile troppo disinvolto, arrogante, spaccone. E colpa, anche, del quasi-plebiscito incassato nel 2014 alle europee, con il 40% dei suffragi al Pd: raramente, in Italia, si perdona il successo. Così, Renzi è riuscito a dissipare un patrimonio elettorale enorme, proprio come fece Berlusconi negli anni ‘90 e poi nel 2001, quando annunciò la sua rivoluzione liberale – mai neppure avviata, in vent’anni. Non a caso, come osserva Aldo Giannuli, Berlusconi e Renzi potrebbero sedere, insieme, nel futuro gruppo parlamentare del Partito della Nazione (sconfitta). Sono entrambi ridotti alla quasi-irrilevanza: il vecchio Silvio anche per ragioni anagrafiche, il giovane Matteo per via della sua ambizione sfrenata e basata sul nulla di un programma neoliberista, tristemente identico a quelli dell’atroce Monti e dell’esile Enrico Letta, il premier detronizzato nel modo più sleale. In altre parole: l’estinzione del Pd non corrisponde affatto a un’occasione perduta, per l’Italia, se non per un aspetto solo virtuale – la perdita di un efficace comunicatore come Renzi, che però ha sempre e solo fatto finta di fare il sindacalista degli italiani di fronte all’Europa.
In realtà il programma politico di Renzi – puro neoliberismo globalista, sapientemente truccato da presunta italianità – era la fotocopia dell’agenda Monti, poi distillata nei governi Letta e Gentiloni. Niente di diverso, peraltro, dall’azione degli esecutivi Berlusconi e Prodi: la cosiddetta Seconda Repubblica, anticipata nel ‘91 dal referendum Segni (legge elettorale, maggioritario) era stata lungamente preparata da uomini come Andreatta, Ciampi, Dini, Giuliano Amato e Massimo D’Alema. Un quarto di secolo veramente infelice: nient’altro che un lungo commissariamento dell’Italia, vittima numero uno dell’oligarchia eurocratica che ha appaltato l’Unione Europea all’ordoliberismo teutonico, affamato di tagli al welfare e svalutazione dei salari per poter imporre il suo mercantilismo primitivo e ottocentesco, fondato sull’export. L’Europa di Bruxelles è quella non-comunità di paesi che ha potuto assistere, impassibile, alla crocifissione della Grecia: un supplizio senza anestesia, delle cui vittime – anziani senza pensione, bambini senza medicine – non importa assolutamente nulla né alla Bce né all’Ecofin. Non una lacrima, sul martirio ellenico, da nessuna cancelleria: dettaglio tutt’altro che scontato, che mandanti e killer hanno annotato sul loro diario. Vittoria piena: si uccide un innocente, e nessuno protesta. Luce verde, quindi, per altri analoghi delitti seriali.
Riuscirà sempre a farla franca, l’assassino? Senz’altro, almeno fino a quando il poliziotto si chiamerà Renzi, oppure Hollande. Bravi a parole, ma smentiti dai fatti: hanno entrambi sparso il veleno dei loro Jobs Act, su richiesta del criminale a cui fingevano di dare la caccia in nome del riscatto sociale delle rispettive nazioni. Sono stati travolti: l’incolore Hollande liquidato dall’inquietante Macron, uomo Rothscild (in Francia il padrone ha occupato direttamente l’Eliseo, senza più intermediari), mentre Renzi e Berlusconi sono stati “asfaltati” da Di Maio e Salvini, cioè l’ex steward dello stadio San Paolo e l’ex hoolingan leghista, già a capo dei “comunisti padani”. Accorti, abili, flessibili, tempestivi: oggi, Di Maio e Salvini stanno sul pezzo. Sotto l’aspetto tattico sembrano all’altezza della situazione. Dispongono di 17 milioni di voti. Sanno perfettamente che, a eleggerli, è stata un’Italia prostrata dalla crisi, ormai insofferente ai bugiardi, cioè ai professorini del rigore e ai loro politici di complemento, ai partiti-sciagura che hanno eroso il paese per 25 anni, allontanandolo dal vertice europeo e mondiale del benessere. Tenteranno, i nuovi poliziotti, di aprire un’indagine seria sull’accaduto? Oseranno filare a sirene spiegate verso Bruxelles? L’unica certezza è che un muro di rassegnazione sta crollando. Per ora Bruxelles sta a guardare, cercando di capire il da farsi: provare a “comprare” anche questi nuovi politici, o sfrattarli brutalmente (come Berlusconi nel 2011). Sempre che il grande dormiente – il popolo – non si svegli del tutto, dopo il primo segnale del 4 marzo.

Matteo Renzi bluffava, quando prometteva nuovi miracoli italiani, ma non è stato cestinato per questo: la sua rottamazione, franatagli addosso col referendum costituzionale, è stata decretata dall’ostilità istintiva nutrita da milioni di elettori. Colpa del suo stile troppo disinvolto, arrogante, spaccone. E colpa, anche, del quasi-plebiscito incassato nel 2014 alle europee, con il 40% dei suffragi al Pd: raramente, in Italia, si perdona il successo. Così, Renzi è riuscito a dissipare un patrimonio elettorale enorme, proprio come fece Berlusconi negli anni ‘90 e poi nel 2001, quando annunciò la sua rivoluzione liberale – mai neppure avviata, in vent’anni. Non a caso, come osserva Aldo Giannuli, Berlusconi e Renzi potrebbero sedere, insieme, nel futuro gruppo parlamentare del Partito della Nazione (sconfitta). Sono entrambi ridotti alla quasi-irrilevanza: il vecchio Silvio anche per ragioni anagrafiche, il giovane Matteo per via della sua ambizione sfrenata e basata sul nulla di un programma neoliberista, tristemente identico a quelli dell’atroce Monti e dell’esile Enrico Letta, il premier detronizzato nel modo più sleale. In altre parole: l’estinzione del Pd non corrisponde affatto a un’occasione perduta, per l’Italia, se non per un aspetto solo virtuale – la perdita di un efficace comunicatore come Renzi, che però ha sempre e solo fatto finta di fare il sindacalista degli italiani di fronte all’Europa.

In realtà il programma politico di Renzi – puro neoliberismo globalista, sapientemente truccato da presunta italianità – era la fotocopia dell’agenda Monti, poi distillata nei governi Letta e Gentiloni. Niente di diverso, peraltro, dall’azione degli esecutivi SalviniBerlusconi e Prodi: la cosiddetta Seconda Repubblica, anticipata nel ‘91 dal referendum Segni (legge elettorale, maggioritario) era stata lungamente preparata da uomini come Andreatta, Ciampi, Dini, Giuliano Amato e Massimo D’Alema. Un quarto di secolo veramente infelice: nient’altro che un lungo commissariamento dell’Italia, vittima numero uno dell’oligarchia eurocratica che ha appaltato l’Unione Europea all’ordoliberismo teutonico, affamato di tagli al welfare e svalutazione dei salari per poter imporre il suo mercantilismo primitivo e ottocentesco, fondato sull’export. L’Europa di Bruxelles è quella non-comunità di paesi che ha potuto assistere, impassibile, alla crocifissione della Grecia: un supplizio senza anestesia, delle cui vittime – anziani senza pensione, bambini senza medicine – non importa assolutamente nulla né alla Bce né all’Ecofin. Non una lacrima, sul martirio ellenico, da nessuna cancelleria: dettaglio tutt’altro che scontato, che mandanti e killer hanno annotato sul loro diario. Vittoria piena: si uccide un innocente, e nessuno protesta. Luce verde, quindi, per altri analoghi delitti seriali.

Riuscirà sempre a farla franca, l’assassino? Senz’altro, almeno fino a quando il poliziotto si chiamerà Renzi, oppure Hollande. Bravi a parole, ma smentiti dai fatti: hanno entrambi sparso il veleno dei loro Jobs Act, su richiesta del criminale a cui Renzi e Berlusconifingevano di dare la caccia in nome del riscatto sociale delle rispettive nazioni. Sono stati travolti: l’incolore Hollande liquidato dall’inquietante Macron, uomo Rothscild (in Francia il padrone ha occupato direttamente l’Eliseo, senza più intermediari), mentre Renzi e Berlusconi sono stati “asfaltati” da Di Maio e Salvini, cioè l’ex steward dello stadio San Paolo e l’ex hoolingan leghista, già a capo dei “comunisti padani”. Accorti, abili, flessibili, tempestivi: oggi, Di Maio e Salvini stanno sul pezzo. Sotto l’aspetto tattico sembrano all’altezza della situazione. Dispongono di 17 milioni di voti. Sanno perfettamente che, a eleggerli, è stata un’Italia prostrata dalla crisi, ormai insofferente ai bugiardi, cioè ai professorini del rigore e ai loro politici di complemento, ai partiti-sciagura che hanno eroso il paese per 25 anni, allontanandolo dal vertice europeo e mondiale del benessere. Tenteranno, i nuovi poliziotti, di aprire un’indagine seria sull’accaduto? Oseranno filare a sirene spiegate verso Bruxelles? L’unica certezza è che un muro di rassegnazione sta crollando. Per ora Bruxelles sta a guardare, cercando di capire il da farsi: provare a “comprare” anche questi nuovi politici, o sfrattarli brutalmente (come Berlusconi nel 2011). Sempre che il grande dormiente – il popolo – non si svegli del tutto, dopo il primo segnale del 4 marzo.

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Tag: al Pd, Aldo Giannuli, ambizione, anestesia, anziani, arroganza, austerity, bambini, Bce, benessere, Beniamino Andreatta, Berlusconi, bluff, Bruxelles, Carlo Azeglio Ciampi, colpa, commissariamento, comunisti padani, Costituzione, crimini, crisi, crocifissione, deflazione, diktat, disinvoltura, disoccupazione, dissipazione, Ecofin, elettori, Eliseo, Emmanuel Macron, Enrico Letta, estinzione, eurocrazia, Europa, europee, export, flessibilità, Francia, François Hollande, Germania, Giuliano Amato, globalismo, globalizzazione, Grecia, hoolingan, insofferenza, irrilevanza, italianità, Jobs Act, killer, Lamberto Dini, lavoro, lealtà, Lega, Lega Nord, legge elettorale, liberalismo, Luigi Di Maio, M5S, maggioritario, mandanti, Mario Monti, Mario Segni, martirio, Massimo D'Alema, Matteo Renzi, Matteo Salvini, medicinali, mercantilismo, miracoli, movimento 5 stelle, neoliberismo, oligarchia, ordoliberismo, ostilità, Padania, padroni, Paolo Gentiloni, Parlamento, partiti, Partito della Nazione, patrimonio, pensioni, perdono, plebiscito, politica, polizia, popolo, precari, promesse, rassegnazione, referendum, rigore, riscatto, rivoluzione, Romano Prodi, Rothscild, rottamazione, salari, sanità, sciagura, Seconda Repubblica, sfruttamento, sindacati, sociale, steward, successo, suffragi, supplizio, svalutazione, tagli, tecnicrati, Ue, Unione Europea, virtuale, welfare

9 Commenti

  1. Gio rgio
    27 marzo 2018 • 07:34

    Semplicemente: un PALLONE GONFIATO.

  2. &&&
    27 marzo 2018 • 07:44

    Anche questo articolo non è male.

    Mo si vedrà chi sono le nuove forze vincenti. Son convinto che se si riveleranno dei Neo Tsipras…potrebbero pagarla cara. Per il semplice motivo che sarà la distruzione definitiva dell’Italia nel senso di grecizzazione, razzia dei gioielli che ci son rimasti…e “pappamento” multinazionale del patrimonio “grasso ” che ancora abbiamo (circa 8 mila miliardi ) …che fa gola al mondo intero. ..Mo si vedrà chi sono….

    gli ultimi suggerimenti dei cani di bruxelles
    http://www.ilgiornale.it/news/politica/arriva-diktat-bce-aumentate-ancora-let-pensione-1509002.html

    e il parere degli “ignavi” decerebrati ? non serve……..comunque siano i risvolti del prossimo futuro di lotta o di sottomissione ,,,di coerenza o di tradimento delle forze elette .. Gli ignavi son ignavi e non hanno o non avrebbero diritto alla parola. Ignavi appunto.

  3. Longobardo
    27 marzo 2018 • 10:19

    Il problema dell’Italia è che Sud e Nord hanno interessi totalmente inconciliabili: il primo vuole le tasse di cittadinanza del secondo, il secondo vuole che i ricchi paghino la stessa aliquota dei poveri.
    In sintesi, ciò che resta della classe media del Nord pagherà il reddito di cittadinanza ai lavoratori in nero del Sud.
    Direi che, come al solito, i Borbonici hanno più sale in zucca.

  4. roberto
    27 marzo 2018 • 22:40

    credo che la “farsa” non sia per nulla finita. La crescita è fnita e il lavoro non tornerà più. Siamo solo al principio….come disse Agnelli molto tempo fa: la festa è “finita”

  5. &&&
    27 marzo 2018 • 11:24

    Io sono al di sopra di ogni sospetto …perché sono contro il reddito di cittadinanza e ho votato Lega (se non fosse la consapevolezza di sprecare un voto e l’urgenza di dar più voti possibile alla Lega in funzione anti Berlusconi ..avrei votato Casa Pound …). Detto questo..è un ragionamento sbagliato ..questo cliché nord sud…come è sbagliato il ragionamento dul debito pubblico , sulla spesa pubblica, sui trasferimenti di antica memoria dal nord al sud, sulla scemenza che su ogni italiano dal neonato all’anziano pesano 30 e passa euro causa debito etc etc…

    potrei anche spiegare perché (anche in relazione al Reddito di Cittadinanza ) ma non ne ho voglia ..salvo altri non inizino la discussione. Non è molto difficile che cosi come è sbagliato il concetto di Debito Pubblico e altrettanto semi/sbagliato (ma non sbagliato del tutto ) che il nord mantiene il sud …e il perché di questa dinamica (ed io penso che l’economia del nord sia efficiente e produttiva e che quella del sud sia un colabrodo ..secondo me peggio di quella greca . Allora si dirà..: ma se affermi questo perché dici che è semi/sbagliato affermare che il nord mantiene il sud . Risposta : PERCHE’ E COSI…..e non è difficile dimostrarlo …ma esula dall’argomento ).

  6. Gio rgio
    27 marzo 2018 • 17:09

    Longobardo, lei scrive: “..il secondo vuole che i ricchi paghino la stessa aliquota dei poveri.”

    Ipotesi il ricco guadagna 1.000.000 di € se paga il 15% verserà 150.000€, il povero guadagna 1000€ pagherà 150€, le sembra che che sia la stessa cosa? Conosce la matematica?
    .

  7. desiderio
    28 marzo 2018 • 20:35

    @Longobardo – “Direi che, come al solito, i Borbonici hanno più sale in zucca”. (cit) -Questo è fuor di dubbio.

    Il Nord-Italia ha tutto geograficamente
    1. l’intero arco delle Alpi da Ventimiglia al Carso – 2. una costa marina da Ventimiglia a La Spezia; un’altra da Venezia a Trieste. – 3. fertili pianure, fiumi dignitosi, laghi amenissimi…
    4 … ha tutto agricolmente (dal riso fino ai vini pregiati, poi frutta, ortaggi… allevamenti..)
    5 … ha tutto strategicamente (è la via di comunicazione obbligata per chi voglia andare dalla Spagna alla Grecia ecc. ecc…)
    6 … ha tutto industrialmente, perché le sopravvissute industrie italiane stanno lì
    … ha tutto per competenze tecnologiche, capacità di lavoro, spirito imprenditoriale…
    7 …. ha tutto turisticamente, per natura (dal mare ai monti) e per città d’arte (Venezia, Mantova, Verona… e tutte le altre)
    8 … manca, è vero, di petrolio, ma chi in Europa ce ne ha?

    Potrebbe cavarsela egregiamente da solo, alla grande, e invece che fa?

    MANTIENE O’ SOLE MIO !!!

    Dunque di sale in zucca i padani ne hanno pochissimo. Soprattutto Salvini, in cui vedo un replay (politicamente peggiore) di Bossi. Con lui avremo un’altra Italia Unita a trazione napoletana. Un brindisi, please!!

    Miglio,… Miglio… ti supplico! Visitami in sogno questa notte, sicché possa chiuder occhio!

  8. &&&
    27 marzo 2018 • 11:26

    pesano 30 e passa euro (&&&)
    —–
    correzione: 30 mila euro e passa

  9. desiderio
    28 marzo 2018 • 20:42

    Giunta umoristica: anche se Miglio non è che fosse proprio ‘na bellezza!

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