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Il potere vota Di Maio. Scalfari: è il nuovo leader, a sinistra

Scritto il 07/3/18 • nella Categoria: segnalazioni Condividi Tweet

Per Marco Travaglio, a dare spettacolo è il noto sport nazionale: correre in soccorso dei vincitori. Sempre che i soccorritori, in questo caso, non siano i terminali italiani degli azionisti-ombra dei 5 Stelle, tranquillizzati in anticipo da Luigi Di Maio nei santuari del sommo potere, da Londra a Washington, prima ancora di presentare una lista iper-rassicurante di possibili ministri tecnici, a partire dal neoliberista Fioramonti, il cui curriculum contempla nomi come Rothschild, Rockefeller e Soros. «I poteri forti si riposizionano», titola il “Fatto Quotidiano”. O meglio: forse rendono palese ciò che prima era nascosto, e cioè che il successo firmato Di Maio fosse, fin dall’inizio, il loro Piano-B. Ovvero: non l’imbarazzante avanzata di una forza “antisistema”, ma il prevedibile boom di un’ala “populista” del sistema stesso, adatta a drenare il dissenso sociale di un’Italia in crisi. Da Marchionne a Confindustria, la convergenza su Di Maio si è fatta aperta e spettacolare, quasi quanto quella di Eugenio Scalfari, decano del “quarto potere” italico. Per il fondatore di “Repubblica”, che pochi mesi fa ai 5 Stelle avrebbe preferito persino l’odiato Berlusconi, oggi di Di Maio non è solo il legittimo capo del prossimo ipotetico governo, ma addirittura il leader del nuovo, grande partito unico della sinistra italiana, destinato a inglobare e assorbire lo stesso moribondo Pd. Questione di parole: sostituendo “sinistra” con “potere”, il cerchio si chiude.

Ai tempi del governo Letta, Scalfari cenava nella sua casa romana col primo ministro, insieme a Napolitano e Draghi. Verrà presto il turno dell’ex impresentabile Di Maio? La prima sterzata è di Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria: «La vera Luigi Di Maiomissione è il lavoro», aveva scandito il 16 febbraio: no, dunque, a chi «pensa di garantire un reddito a chi sta a casa invece di creare lavoro». Ma il 6 marzo, due giorni dopo il voto, Boccia apre a un possibile esecutivo pentastellato: il Movimento 5 Stelle «è un partito democratico, non fa paura». E il vituperato reddito di cittadinanza? «Bisogna vedere cosa hanno veramente in mente di fare, quanto è la quota in termini di costo per lo Stato e quindi quanto incide dal punto di vista di deficit e debito pubblico». Una proposta da valutare, dunque: non più da bocciare a priori. «Paura del M5S? Ne abbiamo passate di peggio», conferma il numero uno di Fiat Chrysler, Sergio Marchionne, già grande sponsor di Monti e Renzi. «Salvini e Di Maio non li conosco», precisa. Però assicura: «Non mi spaventano». Attenzione e rispetto, fino a ieri impensabili: «Al posto dei 5 Stelle comincerei a preoccuparmi seriamente», dice Travaglio a “Di Martedì”, su La7, dimostrando di credere nella “diversità” sostanziale dei grillini e nella buona fede di Di Maio, estraneo al grande gioco dei poteri che condizionano l’Italia.

E a proposito di massimi poteri, ecco Eugenio Scalfari. Protagonista, sempre nella trasmissione di Floris, del più clamoroso dietrofront: Di Maio non va solo sdoganato come possibile premier, ma addirittura incoraggiato come leader politico strategico, faro illuminante del nuovo centrosinistra del terzo millennio. In premessa, una constatazione: il boom grillino si spiega solo col travaso di voti in fuga da un Pd inguardabile. Dunque, il cuore del Movimento 5 Stelle è “di sinistra” (perlomeno nell’accezione di Scalfari, che ha tifato per Prodi e Monti, Letta e Gentiloni). Quattro mesi fa, ricorda il “Fatto”, aveva detto che tra Silvio Berlusconi e Luigi Di Maio avrebbe scelto il primo, scatenando le ire di Carlo De Benedetti. Oggi, la verità di Scalfari è capovolta: «Chi sceglierei fra Di Maio e Salvini? Un tempo li consideravo uguali. Nel senso che non si votano. Perché erano al centro uno della chiusura e l’altro del populismo, il movimento grillino. Oggi tra Salvini, che è quello di prima, e Di Maio che sembra radicalmente cambiato, sceglierei Di Maio». Il leader grillino, dichiara Scalfari, «ha dimostrato Scalfariun’intelligenza politica notevole, perché di fatto il Movimento è diventato un partito. Lui addirittura ha steso la lista dei ministri e l’ha voluta portare al Quirinale».

E attenzione: «Facendo un’alleanza con il Pd non è che ci sono due partiti, diventa un unico partito: Di Maio è il grande partito della sinistra moderna», nientemeno. «Allora la faccenda cambia: se lui diventa la sinistra italiana voterò per questo partito». E se la somma di 5 Stelle e Pd «diventa un partito di maggioranza assoluta, Mattarella ha un governo che ha la maggioranza assoluta». Renzi ha detto di no? «Ma Di Maio non parla di alleanza con Renzi ma di alleanza con il Partito Democratico», che attualmente «è in uno stato di abbattimento, e l’abbattimento porta alla confusione: il Pd è un partito confuso». Non come Scalfari, che invece ha le idee chiarissime, evidentemente, sull’aria che tira ai piani alti: i 5 Stelle come perno del nuovo baricentro di potere, euro-friendly, destinato a imporre all’Italia la stessa, invariabile agenda degli ultimi vent’anni. Sempre nello studio di Floris, alcuni eminenti discepoli – da Massimo Giannini a Vittorio Zucconi – correggono timidamente il maestro: più che la sinistra, la trasversalità del Movimento 5 Stelle ricorda la capacità della Dc di esprimere tutto, dalla sinistra alla destra, passando per il centro. Ma se Scalfari voleva lanciare un missile, ci è riuscito benissimo: chiunque spera di organizzare barricate contro Di Maio (in primis Renzi) si tolga dalla testa di avere il consueto appoggio della grande stampa. Renzi si accomodi a casa, e i rottami del Pd si mettano agli ordini di Di Maio. Non temano, i neo-convertiti al grillismo post-voto: i “giornaloni” li tratteranno con affettuosa indulgenza (applaudendo in primis Mattarella, se benedirà la strana alleanza degli ex acerrimi nemici).

Per Marco Travaglio, a dare spettacolo è il noto sport nazionale: correre in soccorso dei vincitori. Sempre che i soccorritori, in questo caso, non siano i terminali italiani degli azionisti-ombra dei 5 Stelle, rassicurati in anticipo da Luigi Di Maio nei santuari del sommo potere, da Londra a Washington, prima ancora di presentare una lista iper-rassicurante di possibili ministri tecnici, a partire dal neoliberista Fioramonti, il cui curriculum contempla nomi come Rothschild, Rockefeller e Soros. «I poteri forti si riposizionano», titola il “Fatto Quotidiano”. O meglio: forse rendono palese ciò che prima era nascosto, e cioè che il successo firmato Di Maio fosse, fin dall’inizio, il loro Piano-B. E cioè: non l’imbarazzante avanzata di una forza “antisistema”, ma il prevedibile boom di un’ala “populista” del sistema stesso, adatta a drenare il dissenso sociale di un’Italia in crisi. Da Marchionne a Confindustria, la convergenza su Di Maio si è fatta aperta e spettacolare, quasi quanto quella di Eugenio Scalfari, decano del “quarto potere” italico. Per il fondatore di “Repubblica”, che due mesi fa ai 5 Stelle avrebbe preferito persino l’odiato Berlusconi, oggi di Di Maio non è solo il legittimo capo del prossimo ipotetico governo, ma addirittura il leader del nuovo, grande partito unico della sinistra italiana, destinato a inglobare e assorbire lo stesso moribondo Pd. Questione di parole: sostituendo “sinistra” con “potere”, il cerchio si chiude.
Ai tempi del governo Letta, Scalfari cenava nella sua casa romana col primo ministro, insieme a Napolitano e Draghi. Verrà presto il turno dell’ex impresentabile Di Maio? La prima sterzata è di Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria: «La vera missione è il lavoro», aveva scandito il 16 febbraio: no, dunque, a chi «pensa di garantire un reddito a chi sta a casa invece di creare lavoro». Ma il 6 marzo, due giorni dopo il voto, Boccia apre a un possibile esecutivo pentastellato: il Movimento 5 Stelle «è un partito democratico, non fa paura». E il vituperato reddito di cittadinanza? «Bisogna vedere cosa hanno veramente in mente di fare, quanto è la quota in termini di costo per lo Stato e quindi quanto incide dal punto di vista di deficit e debito pubblico». Una proposta da valutare, dunque: non più da bocciare a priori. «Paura del M5S? Ne abbiamo passate di peggio», conferma il numero uno di Fiat Chrysler, Sergio Marchionne, già grande sponsor di Monti e Renzi. «Salvini e Di Maio non li conosco», precisa. Però assicura: «Non mi spaventano». Attenzione e rispetto, fino a ieri impensabili: «Al posto dei 5 Stelle comincerei a preoccuparmi seriamente», dice Travaglio a “Di Martedì”, su La7, dimostrando di credere nella “diversità” sostanziale dei grillini e nella buona fede di Di Maio, estraneo al grande gioco dei poteri che condizionano l’Italia.
E a proposito di massimi poteri, ecco Eugenuo Scalfari. Protagonista, sempre nella trasmissione di Floris, del più clamoroso dietrofront: Di Maio non va solo sdoganato come possibile premier, ma addirittura incoraggiato come leader politico strategico, faro illuminante del nuovo centrosinistra del terzo millennio. In premessa, una constatazione: il boom grillino si spiega solo col travaso di voti in fuga da un Pd inguardabile. Dunque, il cuore del Movimento 5 Stelle è “di sinistra” (perlomeno nell’accezione di Scalfari, che ha tifato per Prodi e Monti, Letta e Gentiloni). Quattro mesi fa, ricorda il “Fatto”, aveva detto che tra Silvio Berlusconi e Luigi Di Maio avrebbe scelto il primo, scatenando le ire di Carlo De Benedetti. Oggi, la verità di Scalfari è capovolta: «Chi sceglierei fra Di Maio e Salvini? Un tempo li consideravo uguali. Nel senso che non si votano. Perché erano al centro uno della chiusura e l’altro del populismo, il movimento grillino. Oggi tra Salvini, che è quello di prima, e Di Maio che sembra radicalmente cambiato, sceglierei Di Maio». Il leader grillino, dichiara Scalfari, «ha dimostrato un’intelligenza politica notevole, perché di fatto il Movimento è diventato un partito. Lui addirittura ha steso la lista dei ministri e l’ha voluta portare al Quirinale».
E attenzione: «Facendo un’alleanza con il Pd non è che ci sono due partiti, diventa un unico partito: Di Maio è il grande partito della sinistra moderna», nientemeno. «Allora la faccenda cambia: se lui diventa la sinistra italiana voterò per questo partito». E se la somma di % Stelle e Pd «diventa un partito di maggioranza assoluta, Mattarella ha un governo che ha la maggioranza assoluta». Renzi ha detto di no? «Ma Di Maio non parla di alleanza con Renzi ma di alleanza con il Partito Democratico», che attualmente «è in uno stato di abbattimento, e l’abbattimento porta alla confusione: il Pd è un partito confuso». Non come Scalfari, che invece ha le idee chiarissime, evidentemente, sull’aria che tira ai piani alti: i 5 Stelle come perno del nuovo baricentro di potere, euro-friendly, destinato a imporre all’Italia la stessa, invariabile agenda degli ultimi vent’anni. Sempre nello studio di Floris, alcuni eminenti discepoli – da Massimo Giannini a Vittorio Zucconi – correggono il maestro: più che la sinistra, la trasversalità del Movimento 5 Stelle ricorda la capacità della Dc di esprimere tutto, dalla sinistra alla destra, passando per il centro. Ma se Scalfari voleva lanciare un missile, ci è riuscito benissimo: chiunque spera di organizzare barricate contro Di Maio (in primis Renzi) si tolga dalla testa di avere il consueto appoggio della grande stampa: Renzi si accomodi a casa, e i rottami del Pd si mettano agli ordini di Di Maio. Non temano, i neo-convertiti al grillismo post-voto: i “giornaloni” li tratteranno con affettuosa indulgenza (applaudendo in primis Mattarella, se benedirà la strana alleanza degli ex acerrimi nemici).

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10 Commenti

  1. Giorgio
    7 marzo 2018 • 08:21

    Scalfari come al solito è riuscito a rovesciare la realtà. Questa volta è capitato al racconto biblico della creazione: dalla costola si è giunti all’intero corpo.

  2. andrea'65
    7 marzo 2018 • 11:20

    ecco confermata la strumentale propaganda anti-5S dei pennivendoli anche televisivi, attaccare i 5S per istigare il popolino a votarli, d’altronde visto il disprezzo per i mass media era naturale indurci a votare contro i peana di mentana severgnini e pennivendoli associati.
    Poi uno verifica l’indirizzo del dominio di beppegrillo.it e scopre che è ad Ivrea in via Jervis 77, stesso indirizzo della Olivetti di Debenedetti, che coincidenza anche quello di dipietro aveva lo stesso indirizzo, mah

  3. Christian
    7 marzo 2018 • 16:04

    M5S, FALSARI all’ennesima potenza.

  4. desiderio
    7 marzo 2018 • 17:13

    Leggete l’odierno Blondet, per favore. “E così è nata la Lega Sud”. E’ perfetto. Dice punto per punto le stesse cose che nella mia nullità vi martello da anni. Un solo neo di Blondet: il tenersi ancora arroccato alla figura di Salvini… Che invece è un bamba rifinito, e la sua vittoria di Pirro lo dimostra. Ha fatto rivoltare Gianfranco Miglio nella tomba, e invece di tener fede al programma per cui la Lega Nord era nata, l’ha stravolto per riciclarla in una specie di Front National (qualcosa di radicalmente opposto!)…. e in un paese che mai è stato una nazione!!. – Poveri nordisti, destinati in eterno a portare il basto, a mantenere come vacche da latte le lande di O’Sole Mio. Ma se lo meritano! Infatti Salvini non è fiorito dal nulla, ma esprime quei quattro quinti dei nordisti che han paura della secessione, e che ora vengono ripagati come gli asini che sono. Ora avranno sul gobbo l’Italia Centrale delle COOP-PD, con le sue loschissime caste, e per di più in combutta (che d’altronde è già vecchia) con l’Italia meridionale dei fancazzisti mantenuti dalla paghetta di Stato. Mi meraviglio che Blondet, normalmente così acuto, non avesse messo in conto uno scenario del genere.
    Siate meridionali o settentrionali, risparmiatevi gli insulti perché non mi fanno neppure il solletico.

  5. desiderio
    7 marzo 2018 • 17:20

    Sotterrate una buona volta Scalfari. Le mummie mefitiche portano sciagure finché non trovano sepoltura. Lasciatelo marcire in silenzio, please. Tanto i denari per farsi sentire per conto suo li ha. Purché ciò avvenga solo nelle merde dei suoi media, e non altrove.

  6. Monia De Moniax
    8 marzo 2018 • 09:48

    Io non so e non voglio giocare a scacchi che è un gioco di GUERRA. Se scalfari crede di mettere il suo sporco cappello su Di Maio, che ho votato per schifo verso ronzijpmorgan e suoi sottoposti , pronti ora a scaricarlo ma che sono stati complici nelle di lui malefatte…in 4 anni ha distrutto quel poco d’Italia che ancora esisteva…ha capito male. La testa è già occupata da Il Fatto Quotidiano che ha dall’inizio sostenuto M5S anche se il suo scalfari era e forse è tuttora un colombo di giovè. D’accordissimo con desiderio 7 marzo. Non potevo esprimere meglio il mio pensiero.

  7. Sergio
    7 marzo 2018 • 16:45

    @andrea.
    Che film hai visto?

  8. &&&
    7 marzo 2018 • 20:53

    Insultare ?? ma quando mai. Ma un riassuntino dall’Unità d’Italia in poi magari sarebbe opportuno che qualcuno lo faccia. Ma sulla vera storia non sulla favoletta del risorgimento raccontata nelle favolette scolastiche. E poi da qui in poi delle considerazioni sulla dinamica economica che si è sviluppata dal 1861 sino ad oggi…e sul conseguente rapporto nord /sud…(in senso economico )…sulla famosa eterna “questione meridionale” sorta 10 anni dopo l’Unità d’Italia (e non prima )…, sul brigantaggio , sui Savoia etc etc..si sorvola il 20ennio fascista che è un capitolo a parte e si riparte dal dopoguerra in poi con il “Piano Marshall” americano ed come è stato ridistribuito e quali (assurdi) criteri son stati usati…per poi passare ai trasferimenti monetari nord/sud con un accenno alla Cassa del Mezzoggiorno ..per poi riprendere il discorso “trasferimenti nord sud ” annuali…con la “Lira ” per poi far una considerazione nei medesimi trasferimenti nord sud annuali ma con l’Euro (perché son due cose diverse come effetti economici sul sistema complessivo macroeconomico ) …e perché si facevano e si fanno questi “trasferimenti ” annuali nord /sud che attualmente non son briccioline sono circa 80 miliardi annui che volano dal Nord al Sud (ove la provenienza è sostanzialmente dal Veneto e dalla Lombardia )…e poi fare un paragone /considerazione con gli analoghi trasferimenti annuali in altre zone geoepolitico/economiche nel rapporto zone ricche zone povere ..come in Spagna, Germania, Belgio , Inghilterra e Stati Uniti…e da qui fare alcune considerazioni in relazione analogia con l’Italia. E ne uscirebbe tutto un altro “quadretto” rispetto ai comuni clichee classici sull’argomento passati per “roba bona” mentre invece è solo fuffa (nella migliore delle ipotesi ). Poi bisognerebbe parlar del federalismo di Miglio…e della prima Lega Nord secessionista di Bossi sino alla distruzione della Lega (non certamente per opera di Salvini ) ridotta dai “medesimi” della vecchia guardia al lumicino cioè a forza politica del 3 % (tipo Liberi e Uguali di oggi per intenderci )…per poi ripartire da Salvini che era l’unico pulito a cui gli è stato dato l’incarico di rivitalizzare una lega distrutta senza speranza…che nel giro di 6 anni la ha portata ad essere una delle forze trainanti del paese (cosa che non è riuscito a fare Bossi che la ha solo distrutta ) , per poi magari parlare dell’incontro di Salvini con gli economisti Borghi prima e Bagnai dopo e della trasformazione della Lega in formazione politica nazionale mirante “anche ” al federalismo (anche fiscale ) tra le regioni italiane cioè rafforzare le autonomie…e dell’influenza dell’ottimo economista Alberto Bagnai nella neo lega di Salvini…(Bagnai che potenzialmente forse secondo le contingenze politico /economico future ci potrebbe portare davvero fuori dall’Euro per poi fondare un Italia nuova e sovrana e soprattutto FEDERALISTA senza più trasferimenti di risorse nord sud (che poi è il motivo di astio del nord: in parte giusto in parte totalmente errato: e Salvini “finalmente” lo sa cosa che non aveva capito quell’ignorante di Bossi..) . Ma ci vogliono troppi post. Salvini “bamba” ??? mica tanto…ha dimostrato di essere un animale politico eccezionale …e potrebbe riuscire a fare cio che voleva Miglio senza distruggere l’ Italia…frazionandola come vogliono certi potentati esteri (per dominarla meglio ) e come ultima ratzio se falliscono altre varianti del loro progetto globalista /imperialista.
    Preciso:
    ho votato Lega (che si è alleata con il Partito Sardo d’Azione che è un partito indipendentista fondato esattamente 100 anni fa..e non per motivazioni di natura “padane” cioè per una questione di soldi (non di identità..parliamoci chiaro ) ma per natura molto ma molto più profonda: sotoriche, etniche, culturali, linguistiche, di identità , geografiche viste le distanzi abissali tra la Sardegna e l’Italia..(stesse ragioni dell’ostilità dei Corsi verso i Francesi )..etc etc ove lo Stato Italiano gli impose sia con Mussolini che nel dopoguerra con il Neo Stato ..di dimenticarsi l’indipendentismo..altrimenti sarebbero intervenuti con la forza…ove la Sardegna fu ridotta a Semplice Colonia Riserva Indiana…(come ha cantato Fabrizio De Andre ..sardo di adozione nonostante fosse stato sequestrato: la amò ancora di più ) …poi dopo esser stata usata come carcere italiano, gigantesca base militare italiana (ieri e oggi ..è il territorio più militarizzato d’Europa ..vengono pure gli israeliani ad esercitarsi ) …dopo essersi impadroniti del Turismo (i profitti del turismo di lusso finiscono in nord italia ed all’estero ).etc etc…ne uscirebbe tutto un altro quadreto del solito “cliche” pensiero in relazione al nord/sud…dicevo ho votato Lega alleata con il Partito Sardo d’Azione che ha ricevuto 94000 voti ed adesso è la Lega è la terza forza politica Sarda (la Legaaa una forza politica di matrice padanaaa diventato uno dei partiti forti dell’Isola )…da notare alle europee ebbe 4000 voti. Salvini a trazione Borghi/Bagnai ha fatto un ottimo lavoro per il nord (autonomie federaliste ) e per il sud…solo che non lo avete capito. E ci vorrebbero troppi post visto che io non ho esattamente il dono della sintesi per esplicare tutto l’elenco fatto…e allora ne uscirebbe tutt’altro quadretto rispetto anche a quello che tu hai detto (perché suscettibile di insulti poi..non lo ho capito…è un opinione anche piuttosto diffusa ..che può essere condivisa o meno: ma non meritevole di insulti..). Problema: non ho voglia di far tutta quella pappardella a partire dall’Unità d’italia …ma se non la faccio non rendo l’idea di cio che voglio dire. Per cui non se ne fa nulla.

    dimenticavo: son venuti i piemontesi sin dai primi del settecento ad impadronirsi della sardegna (noi eravamo belli tranquilli con i nostri nuraghi e le nostre pecorelle…senza nessuna pretesa di invadere o essere italiani…aggiungo anche: ad essere italiani non è che ci teniamo cosi tanto…siamo stati “obbligati”..sin dal 1700 e qualcosa…dominati per bene dai Piemontesi , ci hanno portato via tutto , arrivavano i bastimenti vuoti e ripartivano pieni di legname , carbone, pelli, carne , ettc etc ..poi è stata fatta l’unità d’italia e ci è stato IMPOSTO di essere italiani (nessuno parlava Italiano…è il sardo è completamente diverso come lingua ) alle loro condizioni…poi dopo che ci è stato imposto tutto…è arrivato un coglione chiamato Bossi a dirci : parassiti. E NOOOO NON FUNZIONA COSI…(per capire perché non funziona cosi ci vorrebbe tutto il bla bla bla elencato prima e non ne ho proprio voglia )..e nonostante questo i sardi hanno fatto diventare la Lega il terzo partito della Sardegna …e servirà per eventualmente dare il contributo da parte del sud al costruire molto di quello che Miglio teorizzava…non come fece quel cojone di Bossi. che di economia (e di altro ) non capiva un cazzo..come il trota. Cosi è.

    Il progetto della Lega Nord lo ha fatto fallire Bossi non Salvini..a quest’ultimo gli è stata consegnata una lega distrutta al 3 % (distrutta da Bossi ).

    Sfido qualsiasi del nord a fare i “conticini” in senso economico e in relazione alla Lira prima ed Euro dopo …..nel rapporto nord /sud…(ed io sono di quelli favorevoli al che non si facciano trasferimenti…cioè per il federalismo fiscale ).

    ciao

    invio senza rileggere e correggere se ci son mostruosità espositive o errori anzi orrori chiedo venia…l’importante che si capisca il contenuto

    Blondet le sa queste cose perché è venuto diverse volte a far conferenze in Sardegna …e sa benissimo che è amato (il suo antimeridionalismo se cosi si puo definire è di altra natura e per altre ragioni: ha visto certe cose al sud..che non riesce a concepire: il far male quello che si potrebbe far bene…e qui subentra tutto un altro discorso..anche se non è tanto riferito alla Sardegna ma al Sud dello stivale dopo che ha visto certi “orrori” assurdi che c’entrano poco o nulla con la relazione nord/sud…sono orrori ingiustificabili )
    io seguo regolarmente sia Della Luna che Blondet oltre a tantissimi altri…so cosa dice il Blondet (che è ottimo nel complesso )

    Il compito di Salvini (se riesce a non farsi spodestare dal M5s) è quello di portar al sud il modello del nord in particolare quello dell’ottimo Lombardo/Veneto…e solo uno del Nord puo farlo (con la collaborazione di forze del Sud…quelle di “buona volontà” che vogliono scrollarsi di dosso il solito trend meridionale in cui il sud è stato e si è ingabbiato senza riuscire ad uscirne..in parte senza colpa ed in parte con gravissima colpa diciamo al 50 %. E non ce ne sono anime linde ed innocenti ne al nord ne al sud..le colpe son al 50%.

    E aggiungo: se perisce il sud perisce anche il nord (salvini lo ha capito..anche grazie al signor Bagnai & affini…che gli ha spiegato alcune cosette che testa di sughero/Bossi era lontano dal capire ).

    Salvini non è una persona “colta” ma è un animale politico …se sa giocar bene le carte …potrebbe cambiar l’Italia…se no finirà come sappiamo . E questo vale anche per il M5s che io detesto ma che se sanno giocar le carte cambieranno l’Italia.
    Due son le cose: o stavolta la cambiano (in meglio ) o l’Italia ne uscirà definitivamente distrutta e smembrata in mano agli avvoltoi stranieri ed i loro complici collaborazionisti italici (che tu definiresti italioti ) . E sarà una tragedia per tutti dal nord al sud.

    Una canzone Sarda intitolata “Forza Paris” che era il moto che urlavano la Brigata Sassari nella prima guerra mondiale quando partivano all’assalto degli austriaci nelle montagne del Carso .

    https://www.youtube.com/watch?v=AvULPdd0iwo

    ps: stiamoci attenti: in nord Europa hanno deciso di sottometterci e disintegrarci dal nord al sud…occhio …che i prossimi anni son decisivi. Fare i “bastian contrari” cosi …serve a poco anzi serve a molto (a quelli dell’asse franco/tedesco)…gli inglesi vogliono controllare la fascia meridionale e l’asse Franco/Germanico vuole portar via cioè impadronirsi dell’industria del nord …e tener tutta l’Italia colonizzata e smembrata….questo è quello che vogliono (in seconda istanza se non funziona il piano A in relazione all’UE …). La Merkel ha urgente bisogno di Italiani-antiItaliani…gli son preziosi..”fungono”. O ci salviamo tutti o periamo tutti e vanifichiamo tutto cio che i nostri padri hanno costruito . Non si scappa.

  9. &&&
    7 marzo 2018 • 21:08

    Nella canzone c’è il testo in sardo (uno dei tre sardi perché non ci capiamo manco tra di noi nel linguaggio talmente per secoli siamo rimasti chiusi in noi stessi anche tra noi ). Son venuti e ci hanno forzato ad essere italiani senza volerlo (non ce ne fregava un emerito tubo ). Tutt’ora l’italia non è molto amata. (Io si ..la amo tutta dal nord al sud cosi come è ). Ma se si sfascia (a me dispiace ) i Sardi proprio non è che ne facciano un dramma il 50% vuole l’indipendenza e non si sente italiano .

  10. desiderio
    7 marzo 2018 • 21:38

    !. Capisco il dramma storico dei sardi. Ragioni indipendentiste ne hanno da vendere. Ma per realizzarle occorre una federazione di comunità libere, reciprocamente necessitate nei loro bisogni. Da soli non ce la fanno, né loro, né nessun altro.
    2. Se Salvini fosse stato una persona politicamente decente, avrebbe fondato un altro partito, invece di ammantarsi delle strutture vecchie della Lega Nord, per ribaltarle. Cominciò in un incubatoio indipendentista e finì fac-simile di nazionalista lepeniano. Mamma mia!
    3. Quanto a Bossi, era un ciarlatano. Almeno Cristo ebbe per successore pragmatico-ideologico San Paolo, che mistificò ll fondatore, ma era un uomo potente, d’energia e di pensiero. Miglio ebbe invece per successore Bossi….. sorvoliamo.
    4. in fondo, dopo Miglio, la Lega ha solo presentato squallidi personaggi.
    5. Il vero “leghista” fu Carlo Cattaneo, al tempo dei bisnonni. Poi… una desolazione.
    6. Già Miglio, pochi anni prima di morire, diceva che i lombardi eran diventati come i meridionali, speranzosi nell’assistenzialismo dello Stato. Nel mio piccolo lo confermo… solo che vedo sempre un’enorme differenza tra lo stregone e l’ apprendista stregone.
    - Ad altri aspetti del tuo post risponderò magari in seguito. Già così son stato troppo lungo.
    Ciao.

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