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La piovra del rating: ecco chi ha vinto (davvero) le elezioni

Scritto il 11/3/18 • nella Categoria: idee Condividi Tweet

La questione cruciale elusa da tutti: l’Italia non ha più alcuna sovranità. Come stabilito all’estero nei piani alti del sistema di dominio, la colonia Italia ha votato con una legge truffaldina (incostituzionale) e ora si ritrova alcuni aspiranti inquilini di Palazzo Chigi senza arte né parte, razzisti e analfabeti funzionali che in economia si sono affidati ai soliti esperti allineati di regime. Così dalla padella del piddì si cadrà nella brace. Le agenzie di rating, nate agli inizi del Novecento negli Stati Uniti, analizzano la solidità finanziaria di soggetti quali Stati, enti, governi, imprese, banche, assicurazioni. Le principali agenzie sono tutte statunitensi: Moody’s, Standard & Poors e Fitch. Il 19 ottobre 2006, due delle tre agenzie di rating internazionali che agiscono in regime di oligopolio, avevano deciso di declassare l’Italia, dando un voto negativo alla capacità dell’Italia di gestire la sua economia. Non era la prima volta che questo accadeva, anche in presenza di governi di differente orientamento politico e le motivazioni della “pagella” sono sempre di una ripetitività e di una banalità quasi disarmanti: i tagli nelle spese di bilancio non sono sufficienti e la “riforma delle pensioni” (leggi privatizzazione delle pensioni) va troppo a rilento.
L’effetto immediato del voto negativo è un aumento dei tassi di interesse per “ricomprare” la fiducia dei sottoscrittori di obbligazioni e di altre forme di credito, per cui tutto il debito pubblico e privato di una nazione costa subito di più, con ricadute negative sul bilancio statale e con l’aggiunta di ulteriori tagli alla spesa sociale. Per le nazioni più deboli, queste decisioni provocano anche una caduta del valore di scambio della moneta, con effetti devastanti sulle importazioni (che costano di più), sulle esportazioni (che valgono di meno) del paese, sul suo bilancio statale e sui livelli di vita della popolazione; con la deregolamentazione dell’economia, soprattutto dall’inizio degli anni Novanta, queste agenzie sono diventate il “grande fratello” finanziario e hanno progressivamente accumulato un potere immenso, superiore a quello degli Stati e delle banche centrali, sia nella valutazione delle politiche dei governi che dell’andamento economico di qualsiasi entità privata, determinando le decisioni di tutti gli attori economici.
All’inizio le agenzie offrivano, a pagamento, ai detentori di titoli di credito i loro giudizi sul comportamento dei debitori. Adesso persino i debitori pagano per avere un “voto” prima di emettere un’obbligazione o attingere a qualsiasi altra forma di credito. Senza il voto delle agenzie, economicamente non si esiste più. Per poter comprare o vendere, per prendere o dare a prestito, bisogna pagare il “pizzo” per ricevere la protezione o il semplice riconoscimento da parte di questi nuovi potentati. Ora le tre maggiori agenzie di rating sono delle entità private strutturate come società per azioni e quindi parte della logica di mercato e sottoposte al principio del massimo profitto possibile; inoltre le agenzie in questione hanno partecipazioni dirette, anche attraverso i membri dei loro consigli direttivi, board of directors, nelle più grandi corporation internazionali e delle più grandi banche internazionali, pesantemente coinvolte nelle operazioni di finanza derivata, cioè in quelle speculazioni finanziarie principalmente responsabili delle bolle speculative e dell’attuale crisi finanziaria sistemica globale.
La Standard & Poor’s (S&P) è sussidiaria della multinazionale McGraw-Hill Companies, con sede centrale a New York, colosso delle comunicazioni, dell’editoria, delle costruzioni e presente in quasi tutti i settori economici. La multinazionale, proprietaria anche di “Business Week”, nel 2005 vantava un fatturato di 6 miliardi e un profitto di 844 milioni di dollari. Il presidente di McGraw-Hill è Harold McGraw III, che è, tra le altre cose, contemporaneamente membro del Board of Directors della United Technology (multinazionale degli armamenti) e della ConocoPhillips (petrolio ed energia). È stato anche membro del “Transition Advisory Committe on Trade” del presidente George W. Bush, padre dell’ex capo della Casa Bianca. Tra i membri del Board of Directors della McGraw-Hill, che decidono quindi anche dell’attività della S&P, figurano: sir Winfried Bishoff, presidente della Citigroup Europa e uomo di punta della Henry Schroder Bank di Londra; Dougals N. Daft, presidente della Coca Cola Co.; Hilde Ochoa-Brillenmbourg, alto responsabile della Credit Union del Fmi-World Bank; James H. Ross, della British Petroleum; Edward B. Rust Jr., presidente dell’assicurazione State Farm Insurance Company (gigante del settore assicurativo, bancario e immobiliare, sotto scrutinio per le politiche troppo disinvolte dopo l’urgano Katrina), direttore della Helmyck & Payne, colosso del settore petrolifero e già membro del Transition Advisory Team Committee on Education della presidenza di George W. Bush (padre); Sidney Taurel, presidente della farmaceutica Eli Lilly (che in passato ha vantato tra i suoi dirigenti anche Kenneth Lay, condannato per la bancarotta della Enron) ex direttore dell’Ibm, già membro nel 2002 dell’Homeland Security Advisory Council.
L’agenzia di rating Fitch di New York è sussidiaria della multinazionale dei servizi finanziari Fimalac, con sede centrale a Parigi. Nel 2005 la multinazionle americana delle comunicazioni Hearst Corporation ha rilevato il 20 per cento del pacchetto azionario. Il suo presidente è Marc Ladreit de Lacharriere, uomo della Renault e della Banque Suez. Tra i membri del Board of Directors figurano: David Dautresme della banca Lazard Freres; Philippe Lagayette della Jp Morgan & Cie; Bernard Mirat della Cholet-Dupont (finanza); Bernard Pierre della Fremapi (metalli preziosi). La Fimalac vanta anche un International Advisory Board per dare più lustro e potere alla multinazionale, che nel 2002 annoverava tra gli altri: Felix Rohatyn della Lazard Freres, l’uomo che ha recentemente smantellato l’industria americana dell’auto, Sholley della Ubs Warburg, Reimnits della Kommerz Bank, Peberan della Paribas, rappresentanti della Nestlè, della Bentelsmann e anche l’ex presidente della Federal Reserve americana Paul Volker e l’italiano Lamberto Dini.
L’agenzia di rating Moody’s è sussidiaria della Moody’s Corporation, con sede centrale a New York. Il presidente è Raymond W. McDaniel Jr. Tra i membri del Board of Directors figurano: Basil L. Anderson della Stables Inc. e della Hasbro Inc (due giganti del settore vendite e servizi); Robert Glauber della Ing Group (settore bancario e assicurativo con base in Olanda), già sottosegretario del ministero delle finanze americano nel periodo 1989-92; Henry Mc Kinnell, della multinazionale farmaceutica Pfizer e della Exxon Mobil (petrolio); Nancy S. Newcomb della Citigroup e della Sysco Corporation (settore alimentare); John K. Wulff, della multinazionale chimica Herculer, della Kpmg (la multinazionale di consulenza finanziaria e di certificazione dei bilanci), della Sunoco (petrolio) e della Fannie Mae (che, insieme alla Freddie Mac, detiene quasi per intero il pacchetto ipotecario immobiliare americano).
Le suddette tre agenzie americane di rating non sono solamente l’espressione dell’intreccio dominante delle multinazionali, ma in particolar modo sono una struttura organizzata delle principali banche del pianeta che controllano il sistema finanziario e debitorio delle nazioni e di tutti i settori dell’economia sia privata che pubblica. Le tre agenzie in questione non solo non sono qualificate nella pretesa di valutare la solidità economica e finanziaria degli Stati e delle imprese, ma sono parte integrante del problema sta portando il mondo economico verso il crack e la crisi sistemica con conseguenze devastanti per l’intera vita economica, sociale e politica del pianeta.
(Gianni Lannes, “Grullini o grulloni?”, dal blog “Su la Testa” del 6 marzo 2018).

La questione cruciale elusa da tutti: l’Italia non ha più alcuna sovranità. Come stabilito all’estero nei piani alti del sistema di dominio, la colonia Italia ha votato con una legge truffaldina (incostituzionale) e ora si ritrova alcuni aspiranti inquilini di Palazzo Chigi senza arte né parte, razzisti e analfabeti funzionali che in economia si sono affidati ai soliti esperti allineati di regime. Così dalla padella del piddì si cadrà nella brace. Le agenzie di rating, nate agli inizi del Novecento negli Stati Uniti, analizzano la solidità finanziaria di soggetti quali Stati, enti, governi, imprese, banche, assicurazioni. Le principali agenzie sono tutte statunitensi: Moody’s, Standard & Poors e Fitch. Il 19 ottobre 2006, due delle tre agenzie di rating internazionali che agiscono in regime di oligopolio, avevano deciso di declassare l’Italia, dando un voto negativo alla capacità dell’Italia di gestire la sua economia. Non era la prima volta che questo accadeva, anche in presenza di governi di differente orientamento politico e le motivazioni della “pagella” sono sempre di una ripetitività e di una banalità quasi disarmanti: i tagli nelle spese di bilancio non sono sufficienti e la “riforma delle pensioni” (leggi privatizzazione delle pensioni) va troppo a rilento.

L’effetto immediato del voto negativo è un aumento dei tassi di interesse per “ricomprare” la fiducia dei sottoscrittori di obbligazioni e di altre forme di credito, per cui tutto il debito pubblico e privato di una nazione costa subito di più, con ricadute Gianni Lannesnegative sul bilancio statale e con l’aggiunta di ulteriori tagli alla spesa sociale. Per le nazioni più deboli, queste decisioni provocano anche una caduta del valore di scambio della moneta, con effetti devastanti sulle importazioni (che costano di più), sulle esportazioni (che valgono di meno) del paese, sul suo bilancio statale e sui livelli di vita della popolazione; con la deregolamentazione dell’economia, soprattutto dall’inizio degli anni Novanta, queste agenzie sono diventate il “grande fratello” finanziario e hanno progressivamente accumulato un potere immenso, superiore a quello degli Stati e delle banche centrali, sia nella valutazione delle politiche dei governi che dell’andamento economico di qualsiasi entità privata, determinando le decisioni di tutti gli attori economici.

All’inizio le agenzie offrivano, a pagamento, ai detentori di titoli di credito i loro giudizi sul comportamento dei debitori. Adesso persino i debitori pagano per avere un “voto” prima di emettere un’obbligazione o attingere a qualsiasi altra forma di credito. Senza il voto delle agenzie, economicamente non si esiste più. Per poter comprare o vendere, per prendere o dare a prestito, bisogna pagare il “pizzo” per ricevere la protezione o il semplice riconoscimento da parte di questi nuovi potentati. Ora le tre maggiori agenzie di rating sono delle entità private strutturate come società per azioni e quindi parte della logica di mercato e sottoposte al principio del massimo profitto possibile; inoltre le agenzie in questione hanno partecipazioni dirette, anche attraverso i membri dei loro consigli direttivi, board of directors, nelle più grandi corporation internazionali e delle più Harold McGraw IIIgrandi banche internazionali, pesantemente coinvolte nelle operazioni di finanza derivata, cioè in quelle speculazioni finanziarie principalmente responsabili delle bolle speculative e dell’attuale crisi finanziaria sistemica globale.

La Standard & Poor’s (S&P) è sussidiaria della multinazionale McGraw-Hill Companies, con sede centrale a New York, colosso delle comunicazioni, dell’editoria, delle costruzioni e presente in quasi tutti i settori economici. La multinazionale, proprietaria anche di “Business Week”, nel 2005 vantava un fatturato di 6 miliardi e un profitto di 844 milioni di dollari. Il presidente di McGraw-Hill è Harold McGraw III, che è, tra le altre cose, contemporaneamente membro del Board of Directors della United Technology (multinazionale degli armamenti) e della ConocoPhillips (petrolio ed energia). È stato anche membro del “Transition Advisory Committe on Trade” del presidente George W. Bush, padre dell’ex capo della Casa Bianca. Tra i membri del Board of Directors della McGraw-Hill, che decidono quindi anche dell’attività della S&P, figurano: sir Winfried Bishoff, presidente della Citigroup Europa e uomo di punta della Henry Schroder Bank di Londra; Dougals N. Daft, presidente della Coca Cola Co.; Hilde Ochoa-Brillenmbourg, alto responsabile della Credit Union del Fmi-World Bank; James H. Ross, della British Petroleum; Edward B. Rust Jr., presidente dell’assicurazione State Farm Insurance Company (gigante del settore assicurativo, bancario e immobiliare, sotto scrutinio per le politiche troppo disinvolte dopo l’urgano Katrina), direttore della Helmyck & Payne, colosso del settore petrolifero e già membro del Transition Advisory Team Committee on Education della presidenza di George W. Bush (padre); Sidney Taurel, presidente della farmaceutica Eli Lilly (che in passato ha vantato tra iMarc Ladreit de Lacharrieresuoi dirigenti anche Kenneth Lay, condannato per la bancarotta della Enron) ex direttore dell’Ibm, già membro nel 2002 dell’Homeland Security Advisory Council.

L’agenzia di rating Fitch di New York è sussidiaria della multinazionale dei servizi finanziari Fimalac, con sede centrale a Parigi. Nel 2005 la multinazionle americana delle comunicazioni Hearst Corporation ha rilevato il 20 per cento del pacchetto azionario. Il suo presidente è Marc Ladreit de Lacharriere, uomo della Renault e della Banque Suez. Tra i membri del Board of Directors figurano: David Dautresme della banca Lazard Freres; Philippe Lagayette della Jp Morgan & Cie; Bernard Mirat della Cholet-Dupont (finanza); Bernard Pierre della Fremapi (metalli preziosi). La Fimalac vanta anche un International Advisory Board per dare più lustro e potere alla multinazionale, che nel 2002 annoverava tra gli altri: Felix Rohatyn della Lazard Freres, l’uomo che ha recentemente smantellato l’industria americana dell’auto, Sholley della Ubs Warburg, Reimnits della Kommerz Bank, Peberan della Paribas, rappresentanti della Nestlè, della Bentelsmann e anche l’ex presidente della Federal Reserve americana Paul Volker e l’italiano Lamberto Dini.

L’agenzia di rating Moody’s è sussidiaria della Moody’s Corporation, con sede centrale a New York. Il presidente è Raymond W. McDaniel Jr. Tra i membri del Board of Directors figurano: Basil L. Anderson della Stables Inc. e della Hasbro Inc (due Raymond W. McDaniel Jr.giganti del settore vendite e servizi); Robert Glauber della Ing Group (settore bancario e assicurativo con base in Olanda), già sottosegretario del ministero delle finanze americano nel periodo 1989-92; Henry Mc Kinnell, della multinazionale farmaceutica Pfizer e della Exxon Mobil (petrolio); Nancy S. Newcomb della Citigroup e della Sysco Corporation (settore alimentare); John K. Wulff, della multinazionale chimica Herculer, della Kpmg (la multinazionale di consulenza finanziaria e di certificazione dei bilanci), della Sunoco (petrolio) e della Fannie Mae (che, insieme alla Freddie Mac, detiene quasi per intero il pacchetto ipotecario immobiliare americano).

Le suddette tre agenzie americane di rating non sono solamente l’espressione dell’intreccio dominante delle multinazionali, ma in particolar modo sono una struttura organizzata delle principali banche del pianeta che controllano il sistema finanziario e debitorio delle nazioni e di tutti i settori dell’economia sia privata che pubblica. Le tre agenzie in questione non solo non sono qualificate nella pretesa di valutare la solidità economica e finanziaria degli Stati e delle imprese, ma sono parte integrante del problema sta portando il mondo economico verso il crack e la crisi sistemica con conseguenze devastanti per l’intera vita economica, sociale e politica del pianeta.

(Gianni Lannes, “Grullini o grulloni?”, dal blog “Su la Testa” del 6 marzo 2018).

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19 Commenti

  1. Roberto
    11 marzo 2018 • 06:56

    Perché con questi articoli dovete rovinare i sogni di quando erano bambini ???

    Quando li mettevano sulla giostrina con un mitra finto in mano ed erano convinti di essere loro a sparare e far cadere l’avversario. Perché rovinate i sogni dei grandi???

    :-)

  2. Giorgio
    11 marzo 2018 • 07:41

    Mai detto fu più calzante in questo caso come: “Ne uccide più la lingua che la spada.”

  3. Sergio
    11 marzo 2018 • 10:36

    “..ora si ritrova alcuni aspiranti inquilini di Palazzo Chigi senza arte né parte, razzisti e analfabeti funzionali che in economia si sono affidati ai soliti esperti allineati di regime. Così dalla padella del piddì si cadrà nella brace. ” autore.
    Già si sa’? Che incipit fazioso.
    Nel momento che non hai più sovranità monetaria lo stato si approvigiona dei soldi nel mercato come qualsiasi privato, e questo comporta tutto quello enunciato nel resto del post. Inutile il dibattito si le agenzie di rating ed i loro metodi e connessioni. I tanti “sconfitti”, anche su questo blog, ne saranno compiaciuti nel sentirsi confermare che non c’e’ via di uscita. Invece c’è! C’e’ sempre. Però a molte persone piace “inconsciamente” crogiolarsi nel dolore come i più “passionari” religiosi.

  4. &&&
    12 marzo 2018 • 00:15

    Ma perché Gianni Lannes non si dedica alla pesca, a coltivare pomodori, al giardinaggio …ma lo obbliga la nonna a fare quello che fa ?

    ha scoperto l’acqua calda il tizio…e ha detto un sacco di banalità (ed è tutto vero cio che ha scritto ). E’ tutto vero (lo sanno pure le zecche ) ma se “della scoperta dell’acqua calda ” ne fa questo uso. Beh è meglio che si dedichi al prima detto.

    bye bye

  5. Roberto
    12 marzo 2018 • 06:52

    Quando mi sento amato non vado mai via. :-)

    Cari amici, io sarò pure scemo ma finora l’essere stato scemo mi ha fatto vivere benino…
    Se riesco a protrarre fino alla fine il mio tenore di vita potrò dire di essere stato scemo ma fortunato.
    Oppure scemo ma non troppo.
    Come preferite.

    Bacini bacini, buona settimana e non dimentichiamo il vero succo della vita:
    “IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO”.

    E almeno per me, in questo stile di vita “Io speriamo che me la cavo” l’ unica cosa degna di essere menzionata, rispettata e difesa è LA NATURA IN TUTTE LE SUE FORME.

    Il resto sono parole inutili, vuote e che servono solo a riempire pagine che quasi nessuno legge.

    Io vi dico le cose come le penso poi fate voi.

    Ripeto, bacini bacini… e scendete dal pero che secondo me è ora ed è pure tardi.
    O dal piedistallo virtuale su cui vi siete messi, quando capirete bene che non siete un cazzo e vi fan ballare la samba a comando sciverete meno ma cose più interessanti.

    Ma sbrigatevi perché la vita non è eterna. :-)

  6. Roberto
    12 marzo 2018 • 07:21

    Basta una semplice considerazione a far riflettere.

    Il mondo è pieno di “so tutto io” abbiamo trasmissioni di ore tutti i santi giorni di gente che da consigli, ormai qualsiasi ebete pubblica un libro e tutti sono più furbi di tutti gli altri. Risultato??? Beh, è sotto gli occhi di chi vuol vedere mi pare.

    Quindi, in onore del “io speriamo che me la cavo” se proprio dovete scrivere pagine almeno cercate di farvi pagare porca miseria.

    Ma per farlo direi che dovete almeno convincere qualcuno a leggervi. :-)
    Oggigiorno tutti scrivono ma pochi leggono, avete notato???

    Comunque nel mio piccolo mi interesso anche ai “casi umani” quindi signor &&& seguirò il suo percorso sperando che passi dal non essere letto al “io speriamo che me la cavo”.

    A quel punto potrebbe cambiare nick in: $$$. :-)

  7. &&&
    12 marzo 2018 • 20:41

    Sulle agenzie di Rating e sulla loro funzione fra un po..riferendomi a Moody’s (ma stesso discorso vale per Fitch e per Standard and Poor’s …funzionano tutte allo stesso modo e son il braccio armato del potere elitario: servono a far cader il rating degli Stati presi di mira per poi creare le condizioni ideali per far un opera di strangolamento finanziario.

    giorni fa ho fatto un post con un link del Corriere della Ser(V)a in relazione alle neanche tanto velate minacce di Moody’s all’ Italia dopo il risultato elettorale .

    il post è in questa pagina:
    https://www.libreidee.org/2018/03/i-padroni-del-mondo-brindano-alla-rivoluzione-lega-m5s/

    ed il post
    &&&—>>9 marzo 2018 • 16:40
    un mio commento in relazione a questo articolo
    http://www.corriere.it/politica/18_marzo_06/moody-s-avverte-l-italia-no-interventi-pensioni-riforma-lavoro-97708392-2127-11e8-a661-74ccbd41f00f.shtml

    Il comunista Lannes…si serve di questi argomenti (che tutti conoscono: chi segua almeno )..per “scoraggiare” invece di incitare a combattere ancor di più …idem (in questo caso ) Lebree Idee ..tutta protesa da mesi a inviare il deleterio (ma evidentemente a Lei funzionale ) messaggio quasi rassegnato/nichilista (o interessato ) che NON C’E NULLA DA FARE…CHE TUTTO E PERDUTO…CHE NON SERVE VOTARE ETC ETC insomma anche a Libre Idee ..i “Robertini” non si direbbe che scarseggino……..

    un po di soluzioni no ??? o possibili soluzioni ??? o tentativi di reagire ???

    Ndo sta la “potente” massoneria progressista roosveltiana vagheggiata nel libro di Gioele Magaldi “Massoni ” (che al netto di alcuni capitoli è anche un libro pregevole e interessante )…a quando la cosiddetta preannunciata “riscossa” ?? vera o presunta….mi sa più presunta che vera…

    Nel mentre mi raccomando esercitatevi nell’arte del nulla: non serve a nulla, è tutto finito, non cambia nulla..etc etc

    Bei progressisti roosveltiani smidollatiii….

    a Libreeee svegliaaaaaaaaaaaa

  8. &&&
    11 marzo 2018 • 12:01

    Nel momento che non hai più sovranità monetaria lo stato si approvigiona dei soldi nel mercato come qualsiasi privato, e questo comporta tutto quello enunciato nel resto del post. Inutile il dibattito si le agenzie di rating ed i loro metodi e connessioni (Sergio)

    ——
    —–

    esattamente. (è tutto qua ). Se non si rimuove questo lo strangolamento è sicuro e non c’e forza politica che possa farci nulla. Ma proprio Nulla.

    ho letto prima i commenti ed evidenziato questo dal commento. Vado al bar e torno e poi leggo l’articolo (ma in base ai commenti ho già capito cosa c’è scritto ). Bye

  9. Anita
    11 marzo 2018 • 12:06

    guardi che il “bambino” è Lei. Ma infantile molto. Oltreché incapace di elaborare il minimo richiesto per esprimere un opinione politica , anche contraria al voto. Lei è di un infantilismo disarmante. E lo proietta sugli altri. Triste….soprattutto pechè è più che adulto (suppongo ) .

    per Lei:
    https://www.youtube.com/watch?v=K1e2eXuBwkU

    ad ognuno il suo livello ;-)

    Buona domenica.

  10. Roberto
    11 marzo 2018 • 15:03

    Anita, quando vorrà farmi leggere qualcosa scaturito dalla sua fervida immaginazione e grande preparazione sarò lieto di leggerla. Mi prostro sin da ora certo che saprà stupirci.

  11. desiderio
    11 marzo 2018 • 21:40

    “ad ognuno il suo livello”…. Femina dixit! ….
    .. CAVE FEMINAM! ….
    - E’ il mio scongiuro per il “Giorno della Donna”, che si sta massmedialmente prolungando in settimana, per ora… Non siamo ancora al “Giorno della Memoria”, che si prolunga per mesi…ma, dàghela aventi un passo, che ci arriveremo!

  12. &&&
    12 marzo 2018 • 00:28

    Va detta una cosa: gli speculatori internazionali (proprio con l’aiuto delle Agenzie di Rating ..che sono il “loro” braccio armato ) possono far precipitare o far seri danni anche ad un Paese con piena sovranità cioè con moneta propria (è più difficile tecnicamente..perché il Paese come il nostro caso, non avente sovranità monetaria e con una moneta esterna gestita da “altri ” (BCE cioè Bundesbank di cui la BCE è divenuta una filiale ;-) è molto ma molto più vulnerabile e quindi “ingabbiato”. Andava precisato (se si ha la moneta propria non vuol dire essere in una torre protetta ..certamente si hanno molto ma molto più spazi di manovra per difendersi e attaccare anche (in senso finanziario ).

    Certo che con l’euro la gabbia è solida (ma non è impossibile rompere le sbarre …soprattutto perché sono diversi i Paesi che non ne possono più …e quindi….)

    Non è neanche vero che non sono allarmati per la situazione italiana. Fanno finta di nulla…e son speranzosi perché hanno molte armi da eventualmente usare…però son molto ma molto preoccupati (anche se non lo danno a vedere ). E l’Italia con i suoi futuri possibili sviluppi …è “osservata ” perché non è del tutto assoggettata e legata mani e piedi (come aspirano a fare: cioè ridurci come la Grecia ) ed sino a quando non ne hanno la certezza la preoccupazione c’è eccome se c’è. E stanno muovendo tutte le pedine ma tutte perché non ci finisca la Lega alla direzione del Governo. Di Maio non solo non è fonte di preoccupazione per loro…ma è un possibile soggetto politico da “privilegiare” perché suscettibile di strumentalizzazione e facile malleabilità (se poi insieme al PD …). Insisto: perché l’establishment fa le “moine” al M5s ? e perché ostacola in tutti i modi la Lega ? un motivo ci sarà……..

    dimenticavo: Lannes? un intelligenza sprecata………non capisce un cazzo.

  13. &&&
    12 marzo 2018 • 00:31

    Lo supera anche Roberto……..il che…..

  14. &&&
    12 marzo 2018 • 08:32

    Robertino ….resti nella asilo. E’ meglio. C’è rimasto sino a tarda età, non saprebbe neanche gestirne il comportamento fuori dal cortiletto infantile.

  15. Roberto
    12 marzo 2018 • 08:46

    Certo certo… aspirante $$$ :-)

  16. &&&
    12 marzo 2018 • 08:49

    Ottima l’idea di passeggiar in campagna a raccogliere le margherite..pensi al suo di caso umano. Mi raccomando la passeggiata quotidiana.

    Su chi legge o non legge (in particolare le mie kilometriche lenzuolate ) ha poca importanza (per me ).

    dicevo: Lannes? un intelligenza sprecata………non capisce un cazzo.

    Lo supera anche Robertino……il che……..;-)

  17. &&&
    12 marzo 2018 • 08:53

    Sono titolare di un Bar che va benino (potrebbe andar meglio ma non mi posso certamente lamentare ) …i soldini ??? non mi dispiacciono….sarà sterco del diavolo ma “se vive meglio”…non mi posso certamente lamentare: non è azzecchi una ma stavolta hai visto giusto: i $$$ gli sghei mi piacciono. adesso marshhh a far la passeggiata nel campo…….

  18. &&&
    12 marzo 2018 • 09:02

    Se mi son messo a studiar economia iscrivendomi all’università passati i trent’anni evidentemente gli sgheii $$$ …non mi dispiacciono. L’economia sostanzialmente è lo studio degli sgheii $$$ e le sue dinamiche….(che possono essere usati per far del bene e far del male….per dar benessere individuale e sociale e toglierlo il benessere individuale e sociale …)

    Diciamo che siamo impostati diversamente:e la tua (o sua ) di impostazione…senza offesa…non la invidio per nulla…

    insomma dopo 30 anni di lavoro (e tutto cio che comporta come maturazione ..)…ad una certa età uno dovrebbe aver maturato altro pensiero con più costrutto…da trasmettere anche ai più giovani…quelle minchiate sterili (nella miglior delle ipotesi ) che spara…la condannano.

    vado a far colazione che son ancora a digiuno…

  19. Roberto
    12 marzo 2018 • 09:06

    Info interessanti $$$.

    Potrebbe raccontarci di più di Lei.
    Leggerei volentieri.

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