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Franceschini: perché Israele usò le Br per azzoppare l’Italia

Scritto il 09/5/18 • nella Categoria: segnalazioni Condividi Tweet

Aldo Moro fu tolto di mezzo con l’appoggio del Mossad: il servizio segreto di Tel Aviv entrò in contatto con le Brigate Rosse e faceva il tifo per Curcio e compagni. Gli 007 israeliani sapevano che destabilizzare l’Italia significava indebolirla, sul piano geopolitico, offrendo agli Usa un’unica alternativa – Israele – come partner privilegiato nel Mediterraneo. Rivelazioni che portano la firma di Alberto Franceschini, a quarant’anni dal ritrovamento del cadavere di Moro in via Caetani, il 9 maggio 1978. Fondatore delle Br insieme a Renato Curcio, Margherita Cagol e Roberto Ognibene (storia rievocata nel libro autobiografico “Mara, Renato e io”, edito da Mondadori), Franceschini apre il “fascicolo” Mossad parlando con lo scrittore e giornalista Antonio Ferrari, che l’ha intervistato per il “Corriere della Sera”. Franceschini oggi ha 71 anni, ricorda Ferrari: «Non ha mai ucciso nessuno, ha accettato di raccontare la storia e soprattutto gli errori mostruosi e le nefandezze del gruppo terrorista, da cui si è dissociato». L’ex brigatista ha pagato il suo conto con la giustizia, e ora dice che sulla vicenda Moro, che seguì dal carcere, si è cercata «una verità accettabile», perché vi erano «cose che non potevano essere dette».
Conclusioni peraltro confermate dall’ultima commissione parlamentare sul caso Moro, presieduta da Giuseppe Fioroni: in via Fani, quando fu sterminata la scorta di Moro, c’erano «anche» le Brigate Rosse. Non da sole, evidentemente. Il falso comunicato del Lago della Duchessa, compilato dai servizi segreti, con l’annuncio della morte di Moro (in fondo  a uno specchio d’acqua dell’entroterra laziale) secondo Ferrari «fu il primo segnale per dimostrare che a quel punto l’ostaggio doveva morire». Silenzi e menzogne, depistaggi, omissioni, manipolazioni infinite. E la quarantennale ricerca di un movente plausibile: la paura Nato dell’apertura di Moro al Pci in piena guerra fredda con l’Urss, la volontà di declassare l’Italia come potenza industriale scomoda. Senza contare la rivalità “coloniale” di Francia e Gran Bretagna, preoccupate da un’Italia forte nel cuore del Mediterraneo, tra l’Africa e il Medio Oriente petrolifero. Forse pesò la volontà di colpire un paese relativamente sovrano, con il “sacrificio” (anche simbolico) di un suo leader democratico e cristiano-sociale, ostile allo strapotere dell’oligarchia economica internazionale ultraliberista che, di lì a poco, avrebbe assunto un ruolo definitivamente egemone, fino alla costruzione autoritaria dell’attuale Unione Europea.
Ipotesi alle quali si aggiunge quella di Franceschini, che parla apertamente delle insidiose infiltrazioni subite dalla Brigate Rosse da lui fondate insieme a Curcio. Un nome? Mario Moretti, teoricamente il capo delle Br durante il sequestro Moro. «Di lui, delle sue ardite giravolte, dei suoi continui viaggi in Francia, per tanto tempo si è saputo quasi niente». Franceschini lo dipinge come «un uomo che si credeva Lenin», un terrorista «vittima di un ego smisurato», ma – attenzione – sul piano culturale «non certo in grado di tener testa ad Aldo Moro». Secondo Franceschini, probabilmente Moretti è stato soltanto «il postino delle domande compilate da altri», nella cosiddetta “prigione del popolo”. Forse, aggiunge Ferrari, il suggeritore era il professor Giovanni Senzani, «autore di numerose nefandezze terroristiche», che la commissione Moro ha individuato come collegato ai nostri servizi segreti. Senza tentennamenti, Franceschini denuncia il ruolo della scuola parigina “Hyperion” e del suo conduttore, Corrado Simioni. Poi attacca le manovre francesi, i sospetti di quelle inglesi, e la certezza – sono le sue parole – che «le Br hanno avuto rapporti con il Mossad, il servizio segreto israeliano».
In sostanza, osserva Ferrari, mentre nessuno sapeva ufficialmente dove si trovassero, il Mossad raggiunse tranquillamente le Br in tutte le fasi delle loro scorribande terroristiche. Patrizio Peci, il pentito più noto, ne parlò a lungo con il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, poi ucciso dalla mafia a Palermo. Franceschini conferma e aggiunge: «Non ci chiesero di uccidere, ma di fare ciò che volevamo. Offrivano armi e assistenza. Il loro obiettivo dichiarato era destabilizzare l’Italia». Cioè: il governo di Tel Aviv autorizzò il Mossad a supportare le Brigate Rosse, senza neppure la pretesa di dirigerle. Agli 007 israeliani, dice Francheschini, bastava che le Brigate Rosse esistessero e colpissero, terrorizzando l’establishment italiano. Obiettivo finale: indebolire il Belpaese agli occhi dell’America, trasformandolo in un partner insicuro e inaffidabile. Per Franceschini, armando e assistendo le Br, il Mossad questo voleva: che gli Stati Uniti finissero per concludere che non restava che Israele, come alleato “sicuro” nello scacchiere mediterraneo e mediorientale.

Aldo Moro fu tolto di mezzo con l’appoggio del Mossad: il servizio segreto di Tel Aviv entrò in contatto con le Brigate Rosse e faceva il tifo per Curcio e compagni. Gli 007 israeliani sapevano che destabilizzare l’Italia significava indebolirla, sul piano geopolitico, offrendo agli Usa un’unica alternativa – Israele – come partner privilegiato nel Mediterraneo. Rivelazioni che portano la firma di Alberto Franceschini, a quarant’anni dal ritrovamento del cadavere di Moro in via Caetani, il 9 maggio 1978. Fondatore delle Br insieme a Renato Curcio, Margherita Cagol e Roberto Ognibene (storia rievocata nel libro autobiografico “Mara, Renato e io”, edito da Mondadori), Franceschini apre il “fascicolo” Mossad parlando con lo scrittore e giornalista Antonio Ferrari, che l’ha intervistato per il “Corriere della Sera”. Franceschini oggi ha 71 anni, ricorda Ferrari: «Non ha mai ucciso nessuno, ha accettato di raccontare la storia e soprattutto gli errori mostruosi e le nefandezze del gruppo terrorista, da cui si è dissociato». L’ex brigatista ha pagato il suo conto con la giustizia, e ora dice che sulla vicenda Moro, che seguì dal carcere, si è cercata «una verità accettabile», perché vi erano «cose che non potevano essere dette».

Conclusioni peraltro confermate dall’ultima commissione parlamentare sul caso Moro, presieduta da Giuseppe Fioroni: in via Fani, quando fu sterminata la scorta di Moro, c’erano «anche» le Brigate Rosse. Non da sole, evidentemente. Il falso Alberto Franceschinicomunicato del Lago della Duchessa, compilato dai servizi segreti, con l’annuncio della morte di Moro (in fondo  a uno specchio d’acqua dell’entroterra laziale) secondo Ferrari «fu il primo segnale per dimostrare che a quel punto l’ostaggio doveva morire». Silenzi e menzogne, depistaggi, omissioni, manipolazioni infinite. E la quarantennale ricerca di un movente plausibile: la paura Nato dell’apertura di Moro al Pci in piena guerra fredda con l’Urss, la volontà di declassare l’Italia come potenza industriale scomoda. Senza contare la rivalità “coloniale” di Francia e Gran Bretagna, preoccupate da un’Italia forte nel cuore del Mediterraneo, tra l’Africa e il Medio Oriente petrolifero. Forse pesò la volontà di colpire un paese relativamente sovrano, con il “sacrificio” (anche simbolico) di un suo leader democratico e cristiano-sociale, ostile allo strapotere dell’oligarchia economica internazionale ultraliberista che, di lì a poco, avrebbe assunto un ruolo definitivamente egemone, fino alla costruzione autoritaria dell’attuale Unione Europea.

Ipotesi alle quali si aggiunge quella di Franceschini, che parla apertamente delle insidiose infiltrazioni subite dalla Brigate Rosse da lui fondate insieme a Curcio. Un nome? Mario Moretti, teoricamente il capo delle Br durante il sequestro Moro. «Di lui, delle sue ardite giravolte, dei suoi continui viaggi in Francia, per tanto tempo si è saputo quasi niente». Franceschini lo dipinge come «un uomo che si credeva Lenin», un terrorista «vittima di un ego smisurato», ma – attenzione – sul piano culturale «non certo in grado di tener testa ad Aldo Moro». Secondo Franceschini, probabilmente Moretti è stato soltanto «il postino delle domande compilate da altri», nella cosiddetta “prigione del popolo”. Forse, aggiunge Ferrari, il suggeritore era il professor Giovanni Senzani, «autore di numerose nefandezze terroristiche», che la commissione Moro ha individuato come collegato ai nostri servizi segreti. Senza tentennamenti, Franceschini denuncia il ruolo della scuola parigina “Hyperion” e del Mario Morettisuo conduttore, Corrado Simioni. Poi attacca le manovre francesi, i sospetti di quelle inglesi, e la certezza – sono le sue parole – che «le Br hanno avuto rapporti con il Mossad, il servizio segreto israeliano».

In sostanza, osserva Ferrari, mentre nessuno sapeva ufficialmente dove si trovassero, il Mossad raggiunse tranquillamente le Br in tutte le fasi delle loro scorribande terroristiche. Patrizio Peci, il pentito più noto, ne parlò a lungo con il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, poi ucciso dalla mafia a Palermo. Franceschini conferma e aggiunge: «Non ci chiesero di uccidere, ma di fare ciò che volevamo. Offrivano armi e assistenza. Il loro obiettivo dichiarato era destabilizzare l’Italia». Cioè: il governo di Tel Aviv autorizzò il Mossad a supportare le Brigate Rosse, senza neppure la pretesa di dirigerle. Agli 007 israeliani, dice Francheschini, bastava che le Brigate Rosse esistessero e colpissero, terrorizzando l’establishment italiano. Obiettivo finale: indebolire il Belpaese agli occhi dell’America, trasformandolo in un partner insicuro e inaffidabile. Per Franceschini, armando e assistendo le Br, il Mossad questo voleva: che gli Stati Uniti finissero per concludere che non restava che Israele, come alleato “sicuro” nello scacchiere mediterraneo e mediorientale.

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Tag: 007, Africa, Alberto Franceschini, Aldo Moro, alternativa, America, Antonio Ferrari, armamenti, armi, attentati, Br, Brigate Rosse, carcere, Carlo Alberto Dalla Chiesa, colonialismo, Corrado Simioni, Corriere della Sera, crimini, Cristianesimo, cristiano-sociali, cultura, Dc, democrazia, denuncia, depistaggi, destabilizzazone, economia, egemonia, ego, élite, establishment, finanza, Francia, geopolitica, Giovanni Senzani, Giuseppe Fioroni, giustizia, Gran Bretagna, guerra fredda, Hyperion, industria, infiltrazioni, Israele, Italia, Lago della Duchessa, Lazio, leader, Lenin, mafia, manipolazione, Mara, Mara Cagol, Margherita Cagol, Mario Moretti, Medio Oriente, Mediterraneo, menzogne, Mondadori, Mossad, movente, Nato, neoliberismo, oligarchia, omissioni, Palermo, parigi, Patrizio Peci, paura, Pci, pentiti, petrolio, potere, prigione del popolo, Renato Curcio, Renato e io, Roberto Ognibene, sacrifici, scorta, scuola, segreti, servizi, sicurezza, silenzio, simboli, simbologia, sociale, socialismo, sospetti, sovranità, Stati Uniti, storia, strage, Tel Aviv, terrorismo, Ue, Unione Europea, Urss, Usa, verità, via Caetani, via Fani, vittime

20 Commenti

  1. ArsenioLupin
    9 maggio 2018 • 08:56

    “Per noi liberare Moro era fondamentale, avevamo di lui un’altissima opinione come uomo e come politico ed era a favore della nostra autodeterminazione, disapprovava la politica di Israele ed era molto simile a uno dei leader europei che sentì il dovere di condannare l’occupazione della Palestina, penso a De Gaulle”, Bassam Abu Sharif, vecchio leader del Fronte popolare per la liberazione della Palestina.

    Riferimento:

    http://www.lintellettualedissidente.it/non-categorizzato/aldo-moro-patto-con-i-palestinesi-per-evitare-attentati-in-italia-la-cia-impedi-le-trattive-e-ordino-la-sua-morte/

    Cordialità.

    A.L.

  2. Gio rgio
    9 maggio 2018 • 10:04

    Non si muove foglia che il “servizio” non voglia.
    Ma Franceschini non si rende conto di essere ridicolo quando rilascia simili affermazioni?
    Nel 21 secolo ci sono cose che ancora non si possono dire? Ma fatemi il piacere!!!

  3. ArsenioLupin
    9 maggio 2018 • 11:14

    All’attenzione di altri eventuali lettori.

    https://www.pugliareporter.com/2018/04/04/ex-deputato-pd-pugliese-shock-a-barletta-cia-e-mossad-dietro-uccisione-di-aldo-moro-cossiga-tra-i-registi-delloperazione-video/

    Cordialità.

    A.L.

  4. roberto
    9 maggio 2018 • 19:21

    cosa abbiamo fatto di male per sentire ancora simili imbecillità?

  5. roberto
    9 maggio 2018 • 19:27

    e’ stato dimostrato molte volte che i cosiddetti utili idioti e/o brigatisti hanno raccontato solo menzogne per tenere bordone a chi li ha manovrati. Solo così sono tutti usciti di galera. Quello che mi disgusta è che a 40 anni dai fatti si nasconda ancora la verità. In realtà i complottisti della prima ora (e qualcuno della seconda) sanno tutto, anche il nome di chi ha materilmente assassinato Moro.

  6. ArsenioLupin
    10 maggio 2018 • 11:11

    All’attenzione di altri eventuali lettori.

    Caso Moro, torna il fantasma di Markevic. Di nuovo in libreria con documenti inediti

    http://www.affaritaliani.it/roma/caso-moro-torna-il-fantasma-di-markevic-di-nuovo-in-libreria-con-documenti-inediti-28112014.html

    Nota a latere: c’è una citazione poco conosciuta ( chissà come mai….. ) di Francesco Cossiga che non riesco per adesso a trovare il preciso riferimento che sostanzialmente dice che i complotti sono la politica eseguita con altri mezzi.

    Cordialità.

    A.L.

  7. ArsenioLupin
    1 luglio 2018 • 16:17

    All’attenzione di altri eventuali lettori.

    USTICA, ANCORA ISRAELE STAVOLTA LO DICE GLADIO

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/02/14/ustica-ancora-israele-stavolta-lo-dice-gladio.html

  8. ArsenioLupin
    1 luglio 2018 • 16:18

    Il libro dell’ ex capo di Gladio, il generale Gerardo Serravalle, sulla pista israeliana:

    https://www.amazon.it/consiglio-delle-ombre-Gerardo-Serravalle/dp/887937107X

    Cordialità.

    A.L.

  9. ArsenioLupin
    15 luglio 2018 • 17:06

    Senate Committee Approves AIPAC Bill to Give Israel $38 Billion Over 10 Years, With Additional Perks

    By Michael Wilner

    July 12, 2018 “Information Clearing House” – WASHINGTON – A Senate panel approved a bill on Tuesday endorsing a decade-long aid package to Israel brokered by the Obama administration.

    The US-Israel Security Assistance Authorization Act of 2018 authorizes a memorandum of understanding negotiated in 2016 between the two governments which will provide Israel with $38 billion in military aid between 2019 and 2028.

    http://www.informationclearinghouse.info/49836.htm

    Pratically, the US cannot afford health care or Social Security, but the Senate has $38 billion in protection money to pay Israel,in other words, the US and Israel are just the two faces of the same warmongering medal.

  10. Wonderbroek
    9 maggio 2018 • 09:15

    Quest’ ipotesi è’ già’ stata smentita durante il processo alle BR,che furono addestrate e finanziate in paesi molto ostili ad Israele.Inoltre le aspirazioni di Aldo Moro non avrebbero cambiato nulla degli assetti politici della regione,infatti nemmeno la trattativa Clinton è’ riuscita a portare la pace.

  11. ArsenioLupin
    9 maggio 2018 • 09:57

    All’attenzione di Wonderbroek.

    1. “infatti nemmeno la trattativa Clinton è’ riuscita a portare la pace”, Wonderbroek

    Questo non domostra niente perché già ai tempi di Nixon la lobby ebraica in USA era molto potente, per non parlare dell’omicidio di John Kennedy……

    2. “Quest’ ipotesi è’ già’ stata smentita durante il processo alle BR….”, Wonderbroek

    Peccato però che da vivo Aldo Moro abbia espresso serie preoccupazioni in senso opposto.

    Giovanni Galloni: Moro mi disse che sapeva di infiltrati CIA e Mossad nelle BR

    “Non posso dimenticare un discorso con Moro poche settimane prima del
    suo rapimento: si discuteva delle BR, delle difficoltà di trovare i
    covi. E Moro mi disse: ‘La mia preoccupazione è questa: che io so per
    certa la notizia che i servizi segreti sia americani che israeliani
    hanno infiltrati nelle BR ma noi non siamo stati avvertiti di questo,
    sennò i covi li avremmo trovati”. Davanti alle telecamere di NEXT (5
    luglio 2005), l’approfondimento quotidiano di Rainews24, l’ex
    vicepresidente del CSM ed ex vicesegretario della Democrazia Cristiana
    Giovanni Galloni confida un ricordo degli “anni di piombo”…

    https://forum.termometropolitico.it/40393-galloni-moro-mi-disse-che-sapeva-di-infiltrati-cia-e-mossad-nelle-br.html

    3. Il Mossad faceva base in Italia già dal 1945.

    “Mossad base Italia. Le azioni, gli intrighi, le verità nascoste”, Eric Salerno

    Descrizione

    Nel 1945, lo stato di Israele non era ancora sorto. Per
    la sua posizione geografica nel Mediterraneo, l’Italia era il luogo
    ideale scelto dai fondatori del Mossad, – il leggendario Yehuda Arazi,
    meglio noto col nome in codice “Alon”, impersonato nel film Exodus da
    Paul Newman, e Mike Harari, l’uomo che ha accettato di svelare
    all’autore di questo libro i segreti della sua vita di spia – per
    impiantare la loro rete e diventare così il principale luogo di
    smistamento dell’immigrazione clandestina di ebrei europei e la base di
    transito dei militanti delle organizzazioni terroristiche ebraiche.
    Oltre a quello geografico, il Mossad potè godere in Italia di un altro
    fattore decisivo: il beneplacito delle autorità politiche, …….

    4. Sul caso Ustica e il grave coinvolgimento anche del Mossad.

    “Il Quinto Scenario” di Claudio Gatti.

    Cordialità.

    A.L.

  12. Gio rgio
    9 maggio 2018 • 10:12

    A. L., con ciò cosa ha dimostrato? Che Pinocchio veste Prada?
    Ho consapevolizzato che lei è uno che legge, ma legge solo ciò che gli fa comodo, come sempre e come quasi la totalità, dove custodisce l’obiettività? Nella vaschetta Pucci?

  13. Primadellesabbie
    9 maggio 2018 • 13:09

    E questi?

    Ce li siamo dimenticati? Eppure trovano sempre qualche cosa da fare per cercare di rendersi indispensabili:

    http://www.agoravox.it/L-Ufficio-R-E-I-del-SIFAR-tra.html

    (Mi sono imbattuto in questo sito cercando la storia di quando il presidente Antonio Segni veniva spaventato ad arte dai servizi, con la minaccia del pericolo comunista, affinché trovasse il modo di aumentarne le dotazioni. E sembra che funzionasse a meraviglia.)

  14. ArsenioLupin
    9 maggio 2018 • 10:36

    1.Giorgio, con ciò cosa ha dimostrato? Che Geppetto veste Armani?

    2. “Ho consapevolizzato che lei è uno che legge, ma legge solo ciò che gli fa comodo, come sempre e come quasi la totalità, dove custodisce l’obiettività? Nella vaschetta Pucci?”, Giorgio.

    Che lei consapevolizzi se leggo o non leggo, sinceramente non mi interessa niente e ancor di meno mi interessa che lei dica che io legga solo ciò che mi fa comodo, stia più comodo lei a bersi le balle mainstream e visto che c’è si procuri un WC formato mini dove scaricare il suo cervellino minuscolo da vecchio idiota.

    Chiusura definitiva di ogni comunicazione.

    Non cordialmente.

    A.L.

  15. Gio rgio
    9 maggio 2018 • 17:14

    Non ha perso occasione anche questa volta di esercitare la maleducazione, lei è convinto che se non ci fosse il mondo si fermerebbe, le posso assicurare che potrebbe fare a meno di lei e non cambierebbe una virgola.

  16. ArsenioLupin
    9 maggio 2018 • 22:12

    Al posto di stare chiuso nel suo eremo, vada nel mondo reale a parlare dal vivo con la gente e quando avrà una discussione a quattr’occhi con un qualsiasi tizio che la pensa in modo molto diverso dal suo gli dica come prima cosa:

    “con ciò cosa ha dimostrato? Che Pinocchio veste Prada?”

    e senza che neanche questo tizio possa rispondere alla sua prima provocazione, immediatamente subito dopo in seconda battuta gli dica anche:

    “dove custodisce l’obiettività? Nella vaschetta Pucci?”

    e vedrà come subito all’istante verrà mandato a fare in culo nel vero senso della parola.

    Non capirlo vuol dire solo essere un vecchio idiota o un ipocrita e io con feccia del genere non ci voglio avere a che fare neanche pagato.

    Chiusura definitiva di ogni comunicazione.

    Non cordialmente.

    A.L.

  17. ArsenioLupin
    10 maggio 2018 • 08:47

    Per niente caro Giorgio,

    vedo che ancora non capisce o fa finta di non capire.

    1. Principio 1

    “Non criticate, non condannate, non criticate”

    Convinciamo che la critica è come un piccione viaggiatore: ritorna sempre da dove era partita.

    Riferimento, Prima Parte di “Tecniche Fondamentali Per Trattare Con La Gente” del best seller mondiale:

    “Come Trattare Gli Altri E Farseli Amici”, Dale Carnagie

    (originale in inglese: “How To Win Friends And Influence People”, Dale Carnagie )

    Quindi se lei per primo dice subito a una persona che la sua obiettività l’ha messa nello sciacquone del WC e allora è lei che sta violando per primo in modo grave il più importante principio di comunicazione interpersonale e siccome non se ne è reso conto e allora ancora non si rende conto nemmeno della conseguenza immediata:

    “la critica è come un piccione viaggiatore: ritorna sempre da dove era partita”

    e quindi quando le ritorna la critica con gli interessi poi frigna come un fringuello.

    2. Queste sono proprio le basi delle basi della comunicazione interporsonale e non volere capire delle cose proprio basiche del genere è da idioti fino all’osso, invece fare finta di non capire delle cose proprio basiche del genere è da ipocriti dalla testa ai piedi e io come già detto con brutta gente del genere non ci voglio avere a che fare in nessun modo neanche per un centesimo di secondo.

    Chiusura definitiva di ogni comunicazione.

    Non cordialmente.

    A.L.

  18. Gio rgio
    10 maggio 2018 • 07:18

    Nemmeno con un trapianto di DNA, A. L., le si potrebbe eradicare la sua maleducazione, caratteristica preminente di tutti coloro che non possono leggere in un libro come si conduce un rapporto sociale.

  19. Gio rgio
    10 maggio 2018 • 09:01

    Lei, A. L., si permette di criticare invece di percorrere le vie delle talpe? Ma se è giunto a cassare i suoi commenti offensivi verso di me, si vergogni!

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