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Veneziani: addio sinistra, lobby di potere senza più popolo

Scritto il 12/7/18 • nella Categoria: idee Condividi Tweet

Lo psicodramma collettivo sulla fine della sinistra continua imperterrito da settimane, mesi o meglio ancora anni, ma c’è qualcosa di esagerato – scrive Marcello Veneziani – nel piangere e denunciare il collasso del Pd: non successe la stessa cosa quando sparì il partito-paese, la Dc, dopo mezzo secolo ininterrotto di potere. Ma la tragedia della sinistra, scrive Veneziani sul “Tempo”, tocca direttamente le fabbriche dell’opinione pubblica, gli influencer – dalla Rai all’Istat, dai giornali agli intellettuali – perché alla fine i due mondi coincidono. A volte sembra di vedere due tragedie umanitarie trasmesse in contemporanea: i barconi dei migranti che arrivano, e i politici morenti – sindaci, ministri – che sloggiano. E sorgono problemi di approdo per i migranti «in quanto non ci sono più i demosinistri e i cattoumanitari al potere». In tanti, aggiunge Veneziani, «hanno dato consigli alla sinistra per riprendersi il potere smettendo di essere sinistra». Un consiglio «doppiamente assurdo, perché sottintende una considerazione inaccettabile: che la sinistra può rinunciare alle sue idee ma non al potere a cui per diritto divino è destinata». Meglio rassegnarsi a constatarne il decesso, o comunque «il male incurabile, il declino irreversibile».
«Se evaporò in poco tempo la Dc, riducendosi a pochi reduci – aggiunge Veneziani – non vedo perché non possa sparire la sinistra e se ne debba fare una malattia. Tanto più che il declino è mondiale, come ben si vede, e a furor di popolo». Lo stesso Veneziani trova «grottesca» quella che definisce «la sfilata dei maestrini che hanno rimproverato alla sinistra di essersi allontanata dalla realtà, dal popolo, dai suoi disagi e dal suo sentire». E lo dicono mentre, dappertutto, proprio loro, cioè «i maestrini, i loro giornaloni, le loro Tv, continuano a somministrare al paese la stessa pappa che ha portato al disastro la sinistra: pro-migranti, prima loro poi gli italiani, pro-Rom e pro-gay come se fossero temi di priorità epocale, antifascisti e antirazzisti». Protesta Veneziani: «Ma non avete capito che la sinistra è crollata proprio perché si è identificata col messaggio ossessivo che i suoi mass media, i suoi agenti, funzionari, ideologi propinano ogni giorno, disertando la realtà e i suoi disagi?».
A questo punto, continua Veneziani, è inutile arrovellarsi su chi sarà il miracoloso resuscitatore della sinistra: sfilano in tanti, da Zingaretti a Calenda, «che è entrato tre mesi fa nel Pd e ora vuole già seppellirlo per collocarlo all’incrocio pigliatutto», senza contare «il coro delle prefiche piangenti della sinistra perduta o della cattosinistra, appena usciti disfatti dalle esperienze di governo». Chiosa Veneziani: «Sullo sfondo dal sarcofago di D’Alema si sentono risate sataniche». Scherzi a parte, sostiene il politologo, la sinistra che verrà non sarà più radical chic o proveniente dalla Ditta, come Bersani chiamava la filiera dell’ex Pci. «Il prossimo leader della sinistra, come il suo popolo del resto, sarà un Papa straniero», scrive Veneziani, tra il serio e il faceto. «Sarà negro. Sarà venuto dai barconi o avrà trovato nei barconi il suo elettorato maggiore e la sua base militante. Sarà pop, e non snob. Che saranno poi i milioni di migranti che la sinistra, il Papa, i mattarelli umanitari, avranno agevolato a far entrare nel paese e in Europa. Riprenderà, come è giusto, la bandiera del proletariato e farà la concorrenza ai grillini pauperisti».
Ragiona Veneziani: «Non ha senso, per la marea di migranti, avere tutori che parlano in loro nome pur vivendo da agiatissimi borghesi, lontani dai sobborghi e dagli spazi pubblici affollati dai migranti. Lo faranno direttamente loro». Seriamente: «Finché dominerà il populismo, la sinistra continuerà ad essere quella che è stata, un centro di potere mediatico, culturale, bioetico, giudiziario; una fabbrica di influenze, codici e sentenze, una lobby trasversale che raggruppa al suo interno tante altre lobby che fanno setta, business o potere sui temi sensibili». Sempre secondo Veneziani, la cosiddetta sinistra  smetterà pure di essere un partito, «perché è un’oligarchia capace di orientare le opinioni ma non di prevalere nel voto». E aggiunge: Fino a che ci saranno democrazia, sovranità e libertà, «la sinistra sarà minoritaria, perché avvertita non dalla parte del suo popolo ma fuori, sopra e contro di esso». Renzi? Gli è stata attribuita «una disfatta molto più grande e molto più radicale di lui». Come già Veltroni, ora si darà alla Tv, dimostrandosi essenzialmente un animatore, più che un politico. «Sono piccoli esempi vistosi di un processo più grande: la sinistra proletaria e sudata la faranno i neri, magari islamici; la sinistra da passeggio e da salotto sarà nei poteri che non passano dal consenso popolare».

Lo psicodramma collettivo sulla fine della sinistra continua imperterrito da settimane, mesi o meglio ancora anni, ma c’è qualcosa di esagerato – scrive Marcello Veneziani – nel piangere e denunciare il collasso del Pd: non successe la stessa cosa quando sparì il partito-paese, la Dc, dopo mezzo secolo ininterrotto di potere. Ma la tragedia della sinistra, scrive Veneziani sul “Tempo”, tocca direttamente le fabbriche dell’opinione pubblica, gli influencer – dalla Rai all’Istat, dai giornali agli intellettuali – perché alla fine i due mondi coincidono. A volte sembra di vedere due tragedie umanitarie trasmesse in contemporanea: i barconi dei migranti che arrivano, e i politici morenti – sindaci, ministri – che sloggiano. E sorgono problemi di approdo per i migranti «in quanto non ci sono più i demosinistri e i cattoumanitari al potere». In tanti, aggiunge Veneziani, «hanno dato consigli alla sinistra per riprendersi il potere smettendo di essere sinistra». Un consiglio «doppiamente assurdo, perché sottintende una considerazione inaccettabile: che la sinistra può rinunciare alle sue idee ma non al potere a cui per diritto divino è destinata». Meglio rassegnarsi a constatarne il decesso, o comunque «il male incurabile, il declino irreversibile».

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6 Commenti

  1. Primadellesabbie
    12 luglio 2018 • 06:18

    La sinistra si é dissolta, con rapidità eloquente e, per alcuni, sorprendente.

    Le ragioni sono abbastanza semplici e alla portata di chi voglia individuarle senza inutile e livorosa animosità.

    Non c’é alcun nesso tra la giustezza o meno degli intenti attorno ai quali si é formata e ciò che é accaduto.

    Avere ragione o torto, fare la cosa giusta o quella sbagliata, non ha alcuna relazione con l’essere maggioranza, minoranza o addirittura scomparire, come la storia illustra in ogni modo.

    Degli individui abbastanza loschi e spregiudicati sono riusciti a spacciarsi come portatori di ideologie di cui sono indegni sia a sinistra che a destra che in altre categorie, da sempre.

    Quando e se gli avvenimenti di questi anni dovessero apparire chiari, i Veneziani si ridimensioneranno e, forse, si vergogneranno della confusione sceccherata con impegno e diffusa con opportunistica disinvoltura o, più probabilmente, ridotti a non poter più utilizzare la doppiezza ed i bassi istinti dei quali si servono e che attribuiscono e colgono così bene negli altri, si atteggeranno a vittime e perseguitati come in un film già visto.

  2. Gio rgio
    12 luglio 2018 • 06:57

    A differenza di Veneziani io vedo sempre e solo DC, la sostanza non cambia nel mutandole nome ed anche i grillini ne sono degli epigoni. Forse Casini è un pidiota? Chi dal dopo II guerra mondiale, ma anche prima, agiva sulle leve del potere continua a farlo, non c’è mai stato nulla di nuovo sotto il sole, tanto meno il remoto PCI. Comunisti come costola del PSI (sparito) e di costola in costola si procede, alla faccia di Marcello.

  3. Leitmotif
    12 luglio 2018 • 10:26

    La sinistra è stata smagnetizzata della sua essenza intrinseca qualche decennio addietro. Tanto qualunque destra o sinistra che andrà al potere, sarà comunque e inevitabilmente eterodiretta dai piani alti, in un corpo umano può il braccio sinistro compiere i movimenti per cui è predisposto senza l’aiuto e la collaborazione non solo del braccio destro ma di tutto il corpo nel suo insieme? ovviamente è un lavoro di squadra, destra e sinistra sono finte antagoniste e rispecchiano in un certo senso le consuete false dicotomie mentali. Qualora dovesse venire creata a tavolino una sinistra con a capo un “negro” venuto col barcone sarà comunque, perché nella politica non dovrebbero esserci antagonismi, competizioni e conflitti ma al contrario avere una visione d’insieme, totalizzante e collaborativa. Una sinistra del genere farebbe ovviamente gli interessi di una specifica e determinata categoria sociale discriminando il resto della popolazione “non negra”. Il classico dividi et impera, per mantenere i popoli divisi e contrapposti.

  4. Casa Pound
    12 luglio 2018 • 13:00

    bisogna lavorar sodo …per sradicarli totalmente. Questo è il momento giusto.

  5. Io
    12 luglio 2018 • 13:17

    far saltare il governo con un pretesto …e rifare le elezioni. Vincerebbe la destra e avremo un governo totalmente di destra. Dopodiché far pulizia radicale…..

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