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Benvenuti nel nuovo medioevo della religione scientista

Scritto il 26/12/18 • nella Categoria: idee Condividi Tweet

La scienza è fondata sul dubbio. Senza il dubbio, saremmo ancora tutti convinti che il sole giri intorno alla terra. I primi a introdurre il metodo scientifico furono considerati dei matti e perseguitati come eretici, perché mettevano in discussione le “verità consolidate” al tempo vigenti. Furono ridicolizzati, emarginati, perseguitati, condannati e non di rado anche uccisi, nel roboante applauso delle folle. Mille anni più tardi, abbiamo gli “scientisti”: persone di ogni età, estrazione sociale e livello di cultura formale che riducono la scienza ad una religione, una patologica caricatura di se stessa. Condividono e promuovono una fede cieca in qualcosa che definiscono “verità scientifica”, considerano matti e perseguitano come eretici tutti coloro che su di essa avanzano dei dubbi e li mettono in discussione. In questa nuova e triste religione, i medici e gli scienziati che difendono l’ortodossia diventano altrettanti profeti e vescovi, con masse di penitenti che demandano a questi loro nuovi sacerdoti la salvezza dei loro corpi e delle loro anime. Dai pulpiti televisivi i nuovi predicatori annunciano le pestilenze infernali: «L’aviaria vi colpirà, la peste suina cadrà su di voi, il morbillo ucciderà i vostri figli partendo da Disneyland e arrivando fino a Gardaland!».
E in coro rispondono le masse: «Difendici dall’epidemia, oh gloriosa Scienza Ufficiale! Dacci oggi le nostre pillole colorate, allontana da noi queste terribili malattie, vaccina i nostri figli appena nati prima che il batterio luciferino entri in loro». Ora come allora, i medici e gli scienziati che pongono dubbi all’ortodossia vengono considerati traditori ed eretici; radiati, emarginati, derisi nel roboante applauso delle folle esattamente come mille anni or sono. Non è un mistero perché la scienza sia stata corrotta fino a trasformarsi in questa triste religione: pochissime persone hanno il coraggio di affrontare la responsabilità di esistere. L’idea che ci sia qualcuno, qualcosa, che dia un ordine all’esistenza è una consolazione enorme, archetipica. I bambini la cercano fisiologicamente nei genitori e, benché crescendo anagraficamente, la maggior parte degli individui non riesce a superare tale condizione. Per questo le religioni accompagnano da sempre la nostra specie, forniscono il surrogato necessario: un genitore celeste, estraneo ad errori e fraintendimenti, che ci rassicuri in massa dal terrore del vuoto.
Quando però le religioni sfumano, le credenze si sgretolano, come è avvenuto negli ultimi mille anni, ecco che lo “scientismo” offre nuove sponde cui aggrapparsi. Un nuovo, freddo e rigoroso – ma perlomeno apparentemente solido – ordine esistenziale che plachi il terrore dello smarrimento. Il medioevo ci ha raggiunti di nuovo, sostituendo il saio con un camice da laboratorio, la gogna fisica con quella mediatica, la bibbia con i “dati ufficiali”, le chiese con i media. I nuovi sacerdoti e inquisitori, medici e scienziati “di sistema”, difendono l’ortodossia scientista con la stessa arroganza, la medesima ottusa spietatezza dei loro predecessori, ma con regole e liturgie rinnovate. Le masse di spaventati, furiosi, manovrati, sfruttati e del tutto inconsapevoli fedeli, invece, sono sempre le stesse.
(Stefano Re, “Benvenuti nel nostro glorioso neo-medioevo scientista”, dalla pagina Facebook di Re del 29 giugno 2017).

La scienza è fondata sul dubbio. Senza il dubbio, saremmo ancora tutti convinti che il sole giri intorno alla terra. I primi a introdurre il metodo scientifico furono considerati dei matti e perseguitati come eretici, perché mettevano in discussione le “verità consolidate” al tempo vigenti. Furono ridicolizzati, emarginati, perseguitati, condannati e non di rado anche uccisi, nel roboante applauso delle folle. Mille anni più tardi, abbiamo gli “scientisti”: persone di ogni età, estrazione sociale e livello di cultura formale che riducono la scienza ad una religione, una patologica caricatura di se stessa. Condividono e promuovono una fede cieca in qualcosa che definiscono “verità scientifica”, considerano matti e perseguitano come eretici tutti coloro che su di essa avanzano dei dubbi e li mettono in discussione. In questa nuova e triste religione, i medici e gli scienziati che difendono l’ortodossia diventano altrettanti profeti e vescovi, con masse di penitenti che demandano a questi loro nuovi sacerdoti la salvezza dei loro corpi e delle loro anime. Dai pulpiti televisivi i nuovi predicatori annunciano le pestilenze infernali: «L’aviaria vi colpirà, la peste suina cadrà su di voi, il morbillo ucciderà i vostri figli partendo da Disneyland e arrivando fino a Gardaland!».

E in coro rispondono le masse: «Difendici dall’epidemia, oh gloriosa Scienza Ufficiale! Dacci oggi le nostre pillole colorate, allontana da noi queste terribili malattie, vaccina i nostri figli appena nati prima che il batterio luciferino entri in loro». Ora Vaccinicome allora, i medici e gli scienziati che pongono dubbi all’ortodossia vengono considerati traditori ed eretici; radiati, emarginati, derisi nel roboante applauso delle folle esattamente come mille anni or sono. Non è un mistero perché la scienza sia stata corrotta fino a trasformarsi in questa triste religione: pochissime persone hanno il coraggio di affrontare la responsabilità di esistere. L’idea che ci sia qualcuno, qualcosa, che dia un ordine all’esistenza è una consolazione enorme, archetipica. I bambini la cercano fisiologicamente nei genitori e, benché crescendo anagraficamente, la maggior parte degli individui non riesce a superare tale condizione. Per questo le religioni accompagnano da sempre la nostra specie, forniscono il surrogato necessario: un genitore celeste, estraneo ad errori e fraintendimenti, che ci rassicuri in massa dal terrore del vuoto.

Quando però le religioni sfumano, le credenze si sgretolano, come è avvenuto negli ultimi mille anni, ecco che lo “scientismo” Stefano Reoffre nuove sponde cui aggrapparsi. Un nuovo, freddo e rigoroso – ma perlomeno apparentemente solido – ordine esistenziale che plachi il terrore dello smarrimento. Il medioevo ci ha raggiunti di nuovo, sostituendo il saio con un camice da laboratorio, la gogna fisica con quella mediatica, la bibbia con i “dati ufficiali”, le chiese con i media. I nuovi sacerdoti e inquisitori, medici e scienziati “di sistema”, difendono l’ortodossia scientista con la stessa arroganza, la medesima ottusa spietatezza dei loro predecessori, ma con regole e liturgie rinnovate. Le masse di spaventati, furiosi, manovrati, sfruttati e del tutto inconsapevoli fedeli, invece, sono sempre le stesse.

(Stefano Re, “Benvenuti nel nostro glorioso neo-medioevo scientista”, dalla pagina Facebook di Re del 29 giugno 2017).

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3 Commenti

  1. Gio rgio
    26 dicembre 2018 • 07:24

    La morte fisica è la maggior paura a cui è esposta l’umanità materialista ed in forza di questa è disposta a sottoporsi a qualsiasi “cura”, ecco il proliferare della farmaceutica, della donazione d’organi e di qualsiasi altra diavoleria che predichi di combattere la prima.
    Di creduloni ne è traboccante il pianeta, disposti a far da cavia a tutti gli apprendisti stregoni che predicano rimedi miracolosi. Non a caso gli errori medici di diagnosi sono la terza causa di morte, a detta delle statistiche, ma queste non tengono conto delle sovra-diagnosi.
    A nulla è servito finora denunciare tutte le ruberie disseminate negli anni nel mondo della salute a partire dai responsabili in capo (leggi ministri) a finire ai portantini.

  2. Primadellesabbie
    26 dicembre 2018 • 10:06

    L’autore dimentica il ruolo della scuola nella diffusione e fissazione di questa religione.

    Ogni individuo, fin dall’infanzia e per circa quindici/venti anni, viene costretto in piccoli gruppi ed affidato a missionari che si preoccupano di inculcargli, con tecniche tanto raffinate quanto rozze, il modo convenuto di far funzionare la sua mente, accertandosi che ogni inclinazione a pericolose intuizione venga tarpato volontariamente sul nascere e percepito come follia autodistruttiva.

    PS – In un testo dedicato alla religione degli antichi egiziani (segnalato da Carpeoro) é descritto un rito, nel contesto di quelli dedicati alla dea Hator, in cui si invoca la distruzione dei nemici per mezzo di armi fornite loro affinché si distruggano a vicenda. “Armi” non sono solo i fucili!

  3. Monia De Moniax
    26 dicembre 2018 • 12:13

    Scientisti, scientology. E’ vero…hanno copiato pure stavolta: da Scientology, che non conosco, non voglio conoscere, non conoscerò. Come tutti quelli che credono alle irragionevoli perversità, quelli che credono ad un d’io solo maschio, per di più degli eserciti, cui hanno cambiato vestiti acquistati da dolce & cabbala e da giorgio armani [quello vestito sempre di nero] triplicando il “male” mentono sapendo di mentire, per soldi. Il rito dela dea Hator…lo ritroviamo pari pari nell’apocalisse versetto 9-11 [suggerisce niente la cifra?] dove i “giusti” vestiti di bianco, invocano la vendetta di d’io. Mai un’originalità in questo male…sempre copia incolla…Sarebbe facile debellarlo una volta per sempre con òla Fantasia…Il mio faro è Ippocrate, quello che la medicina l’ha inventata, seguono Valdo Vaccaro, Marcello Pamio, ed altri che ora non ricordo. Grazie a Stefano Re, Gior gio, Primadellesabbie.

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