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Bifarini: saremo invasi dagli africani “rapinati” dalla Francia

Scritto il 02/2/19 • nella Categoria: segnalazioni Condividi Tweet

Sicuramente l’Africa è un continente strategico per le proprie ricchezze e per il proprio patrimonio di risorse naturali. È il continente più ricco al mondo, nonostante continui ad essere il più povero e destinato al sottosviluppo endemico. Tuttavia il problema che è stato scoperchiato proprio in questi giorni, attraverso le dichiarazioni di Di Maio e di Di Battista, è quello del neocolonialismo che viene esercitato in questo continente, in primis dalla Francia. Si tratta di un fenomeno molto complesso e articolato, che è alla base del sottosviluppo di questo territorio. Tutto ciò è quindi collegabile al fenomeno dell’esplosione migratoria a cui stiamo assistendo. Il problema dei flussi migratori va risolto attraverso gli accordi con i singoli Stati, così come era stato fatto in passato. Tuttavia, torno a ripetere, se non capiamo i motivi per i quali stiamo assistendo a questo fenomeno migratorio di massa, non interveniamo sui problemi reali del continente africano e ci limitiamo alla sola gestione difficoltosa dei flussi in ingresso.
L’accusa di Di Maio e di Di Battista è assolutamente fondata: la Francia ruba ricchezze all’Africa, e questo avviene da sempre. Attraverso il progetto della Francafrique si è avviato un continuum del colonialismo della Francia, senza alcuna interruzione. La Francia perciò depaupera effettivamente il territorio africano imponendo il dominio delle proprie multinazionali e da sempre agisce alimentando disordini e tensioni locali. L’ingerenza della Francia in Africa è davvero importante e finalmente se ne parla. Se l’Italia viene lasciata sola dagli altri Stati europei non riusciremo a risolvere il problema, anche perché il continente africano sta vivendo un’esplosione demografica: al momento conta 1,2 miliardi di abitanti e nel 2050 è previsto un aumento fino a due miliardi e mezzo. Quindi bisogna risalire all’origine del problema che spinge questi flussi migratori e capire una volta per tutte, scoperchiando il vaso di Pandora del neocolonialismo: perché questi paesi non sono riusciti a svilupparsi, perché non hanno uno sviluppo della propria economia locale, quali sono gli ostacoli che l’hanno impedito e che fine hanno fatto i fiumi di miliardi di dollari che sono stati inviati come aiuti umanitari.
Finalmente il problema è stato sollevato e va analizzato in tutta la sua complessità, anziché continuare ad agire secondo direttive e metodi che non hanno funzionato. Smettiamola di stanziare fondi che poi non sappiamo come vengono spartiti. Nel mio libro, che in questi giorni è stato aggiornato con un focus sul neocolonialismo francese in Africa, spiego come il neocolonialismo agisca dalla fase di decolonizzazione ai giorni nostri e soffochi il continente africano, fenomeno che però si continua ad ignorare. Si continua a reagire con il solito finto buonismo di chi parla di accoglienza, di colpe da parte dell’Italia per un passato coloniale che ormai appartiene alla storia. Nessuno si è mai preoccupato di analizzare cosa succeda in Africa, chi sfrutti l’Africa. La Francia deve assumersi le proprie responsabilità, è ora di porre fine a questa ipocrisia. Tra l’altro pochi giorni fa è stata rafforzata questa egemonia ad Aquisgrana con l’asse franco-tedesco. Per cui l’Italia si trova ad essere sempre criticata e tenuta a rispettare le regole e i parametri che le vengono imposti, mentre si chiudono gli occhi di fronte allo scandaloso fenomeno neocolonialista che operano i francesi in Africa.
(Ilaria Bifarini, dichiarazioni rilasciate a Tatiana Santi per l’intervista “L’Italia e il neocolonialismo francese”, pubblicata su “Sputnik News” il 25 gennaio 2019. Economista e scrittrice, la Bifarini è autrice del saggio “I coloni dell’austerity” (Altaforte Edizioni): è stata la prima, in Italia, ad aver sollevato il caso del neocolonialismo francese in Africa nel contesto delle migrazioni di massa).

Sicuramente l’Africa è un continente strategico per le proprie ricchezze e per il proprio patrimonio di risorse naturali. È il continente più ricco al mondo, nonostante continui ad essere il più povero e destinato al sottosviluppo endemico. Tuttavia il problema che è stato scoperchiato proprio in questi giorni, attraverso le dichiarazioni di Di Maio e di Di Battista, è quello del neocolonialismo che viene esercitato in questo continente, in primis dalla Francia. Si tratta di un fenomeno molto complesso e articolato, che è alla base del sottosviluppo di questo territorio. Tutto ciò è quindi collegabile al fenomeno dell’esplosione migratoria a cui stiamo assistendo. Il problema dei flussi migratori va risolto attraverso gli accordi con i singoli Stati, così come era stato fatto in passato. Tuttavia, torno a ripetere, se non capiamo i motivi per i quali stiamo assistendo a questo fenomeno migratorio di massa, non interveniamo sui problemi reali del continente africano e ci limitiamo alla sola gestione difficoltosa dei flussi in ingresso.

L’accusa di Di Maio e di Di Battista è assolutamente fondata: la Francia ruba ricchezze all’Africa, e questo avviene da sempre. Attraverso il progetto della Francafrique si è avviato un continuum del colonialismo della Francia, senza alcuna interruzione. Ilaria BifariniLa Francia perciò depaupera effettivamente il territorio africano imponendo il dominio delle proprie multinazionali e da sempre agisce alimentando disordini e tensioni locali. L’ingerenza della Francia in Africa è davvero importante e finalmente se ne parla. Se l’Italia viene lasciata sola dagli altri Stati europei non riusciremo a risolvere il problema, anche perché il continente africano sta vivendo un’esplosione demografica: al momento conta 1,2 miliardi di abitanti e nel 2050 è previsto un aumento fino a due miliardi e mezzo. Quindi bisogna risalire all’origine del problema che spinge questi flussi migratori e capire una volta per tutte, scoperchiando il vaso di Pandora del neocolonialismo: perché questi paesi non sono riusciti a svilupparsi, perché non hanno uno sviluppo della propria economia locale, quali sono gli ostacoli che l’hanno impedito e che fine hanno fatto i fiumi di miliardi di dollari che sono stati inviati come aiuti umanitari.

Finalmente il problema è stato sollevato e va analizzato in tutta la sua complessità, anziché continuare ad agire secondo direttive e metodi che non hanno funzionato. Smettiamola di stanziare fondi che poi non sappiamo come vengono spartiti. Nel mio libro, che in questi giorni è stato aggiornato con un focus sul neocolonialismo francese in Africa, spiego come il neocolonialismo agisca dalla fase di decolonizzazione ai giorni nostri e soffochi il continente africano, fenomeno che però si Di Battista denuncia il Franco Cfacontinua ad ignorare. Si continua a reagire con il solito finto buonismo di chi parla di accoglienza, di colpe da parte dell’Italia per un passato coloniale che ormai appartiene alla storia. Nessuno si è mai preoccupato di analizzare cosa succeda in Africa, chi sfrutti l’Africa. La Francia deve assumersi le proprie responsabilità, è ora di porre fine a questa ipocrisia. Tra l’altro pochi giorni fa è stata rafforzata questa egemonia ad Aquisgrana con l’asse franco-tedesco. Per cui l’Italia si trova ad essere sempre criticata e tenuta a rispettare le regole e i parametri che le vengono imposti, mentre si chiudono gli occhi di fronte allo scandaloso fenomeno neocolonialista che operano i francesi in Africa.

(Ilaria Bifarini, dichiarazioni rilasciate a Tatiana Santi per l’intervista “L’Italia e il neocolonialismo francese”, pubblicata su “Sputnik News” il 25 gennaio 2019. Economista e scrittrice, la Bifarini è autrice del saggio “I coloni dell’austerity” (Altaforte Edizioni): è stata la prima, in Italia, ad aver sollevato il caso del neocolonialismo francese in Africa nel contesto delle migrazioni di massa).

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Tag: accoglienza, Africa, aiuti umanitari, Alessandro Di Battista, Altaforte Edizioni, Aquisgrana, asse franco-tedesco, buonismo, Cfa, colonialismo, decolonizzazione, demografia, diktat, disordini, dominio, dopoguerra, economia, egemonia, energia, Francafrique, Francia, Franco Cfa, geopolitica, Germania, I coloni dell’austerity, Ilaria Bifarini, ingerenze, ipocrisia, Italia, Luigi Di Maio, M5S, materie prime, migranti, miseria, mondo, moneta, movimento 5 stelle, multinazionali, natura, neocolonialismo, parametri, patrimonio, povertà, rapina, razzia, regole, responsabilità, ricchezza, risorse, scandali, sfruttamento, sottosviluppo, Sputnik News, Stati, storia, sviluppo, Tatiana Santi, tensioni, territorio, Trattato di Aquisgrana, Ue, Unione Europea, Vaso di Pandora, vincoli

8 Commenti

  1. luigiza
    2 febbraio 2019 • 08:46

    Sig.ra Bifarini si aggiorni, l’Africa sta per cadere od è già caduta in buona parte in mano ai cinesi che li tratteranno per quello che i portatori di negritude sono: gente incapace di organizzarsi.

    Lei scrive: …e capire una volta per tutte, scoperchiando il vaso di Pandora del neocolonialismo: perché questi paesi non sono riusciti a svilupparsi, perché non hanno uno sviluppo della propria economia locale, quali sono gli ostacoli che l’hanno impedito e che fine hanno fatto i fiumi di miliardi di dollari che sono stati inviati come aiuti umanitari.
    Appunto, perchè i diversamente bianchi non sono in grado di sviluppare la propria economia locale pur essendo inondati da capitali altrui?

    Ma piantiamola con ’sto pietismo coglione ed ammettiamo invece che noi bianchi, come diceva il grande Brezinsky, siamo diventati troppo tolleranti e per questo verremo cancellati come civiltà.

  2. Gio rgio
    2 febbraio 2019 • 08:59

    Finalmente la signora Bifarini, assieme a Di Maio e Di Battista, ha scoperto l’acqua calda.
    Che la Francia stia vivendo anche alle spalle dell’Africa non è una novità e nemmeno di recente conoscenza, ma si svolge ormai in secoli, è una vergogna iperbolica e d’altronde anche la storia recente testimonia l’arroganza dei galli con l’accondiscendenza delle altre nazioni occidentali e la Libia è lì a dimostrarlo.
    Il recente incontro di Aquisgrana ne è un’ulteriore testimonianza.
    Ma cosa sottende tutta questa situazione?

  3. Gio rgio
    2 febbraio 2019 • 09:36

    luigiza, io non sono affatto tollerante ma condivido che lo siano la maggioranza degli italiani.

  4. luigiza
    2 febbraio 2019 • 11:27

    @Gio rgio

    oltre un certo limite la tolleranza tracima nell’autolesionismo masochista.

  5. Egidio
    2 febbraio 2019 • 13:01

    BRAVA Bifarini…i tuoi libri sono strumento fondamentale per analizzare il fenomeno migratorio dall’Africa….chi non li legge sbaglia a dare giudizi liquidatori…come nelle diatribe televisive…anzi mi complimento con te per la chiarezza e la coerenza del tuo impegno contro il NEOLIBERISMO internazionale…….che costruisce le peggiori nefandezze contro i popoli….grazie.

  6. DarkAngel
    2 febbraio 2019 • 14:28

    Gli africani ahimé sembrano geneticamente incapaci di unirsi e ribellarsi, hanno questa mentalità tribale che li frega dagli albori dell’umanità e che non ha mai permesso loro di comandare nelle loro terre. Essi sanno vivere solo ed esclusivamente di colonialismo camuffato da assistenzialismo occidentale, e per un Mohamed Konare che ha le palle ed è agguerrito ce ne sono centinaia di milioni senza palle e senza alcuna intenzione di alzare la testa e mettere in pratica un briciolo di patriottismo e orgoglio africano, per cui si, la vedo nera per davvero la situazione europea, gioco di parole incluso e voluto, perché gli la stragrande maggioranza degli europei è afflitta da una malattia insidiosa e perniciosa: il buonismo peloso e d’accatto, causato da un vago e idiota senso di colpa per essere occidentali.
    Questo odio di se stessi (senza però mai rinunciare ai privilegi che l’essere e vivere in Occidente permette ovviamente) metodicamente e strategicamente instillato dalle sinistre mondialiste e globaliste sta portando solo catastrofi, non solo mentali in coloro che ne soffrono, bensì in tutto il territorio europeo.

  7. Gio rgio
    2 febbraio 2019 • 19:33

    luigiza, anche su ciò sono d’accordo e credo lo siano anche molti altri che però non appaiono.

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