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Greta, l’ultima invenzione di chi ci impone sacrifici sociali

Scritto il 18/3/19 • nella Categoria: idee Condividi Tweet

«Fate presto, non c’è più tempo». Ieri a dirlo era Mario Monti, oggi la piccola Greta Thunberg. Curioso, no? Vuoi vedere che, alla fine, la battaglia-spettacolo inscenata sul “climate change” dalla ragazzina svedese, sapientemente pilotata da esperti di marketing, ha obiettivi identici a quelli dell’élite globalista che impone “sacrifici” sociali al 99% della popolazione, stavolta anche con l’alibi del surriscaldamento globale? A domandarselo è l’antropologo Marco Giannini, analista indipendente e già vicino ai 5 Stelle, di fronte allo strano sciopero che il 15 marzo ha mobilitato milioni di studenti in ogni angolo del mondo. Hanno chiesto diritti sociali per i lavoratori, la fine delle morti bianche, un reddito minimo garantito che dia dignità ad ogni essere umano? Macchè. Hanno invocato un salario ragionevole e un’istruzione di livello per tutelare il futuro dei giovani, sottraendoli alla feroce lotteria competitiva del neoliberismo? Nossignore: la manifestazione era “per l’ambiente”. «Presto manifesteremo per la bontà, oppure forse contro la cattiveria: anzi, contro i cattivi», scrive Giannini: «Sì, credo proprio che Greta molto presto ci guiderà contro i cattivi, finalmente».
Non era veritiero quindi – scrive Giannini, sarcastico – che le lobby si celassero dietro queste manifestazioni per colpire l’economia reale Usa, cioè Trump, cercando di scalzarla mediante la loro finanza globale, «quella che ha creato a tavolino la recessione mondiale e che necessita di reazioni stereotipate, prevedibili», allo scopo di «ottundere le menti e banalizzare le questioni». Un sospetto più che evidente, quello espresso da Giannini su “Come Don Chisciotte”: lo slogan “dobbiamo fare in fretta” serve a «creare le condizioni che rendano accettabili nuovi sacrifici (già “in canna”) altrimenti considerati odiosi e improponibili dalle popolazioni». Come ampiamente dimostrato da tutti gli studi sul comportamento umano, il “dobbiamo fare in fretta” – al fine di evitare una imminente catastrofe – è l’unico concetto che sortisce puntualmente l’effetto voluto dai manipolatori, a prescindere dalla sua eventuale coerenza. Anzi, scherza Giannini, «ormai ci aspettiamo che da un momento all’altro il Fmi, il Wto, la World Bank, BlackRock e Open Society, la Bayer-Monsanto, la Apple, Deutsche Bank e la Bce devolveranno gratuitamente verso ogni cittadino (americano, israeliano, italiano, russo, cinese, inglese) un bonus che copra interamente le spese per la coibentazione della propria abitazione».
Per inciso, infatti, se si vuole ridurre il riscaldamento globale «non è tanto sulla CO2 che si deve agire, ma sul metano, che è 25 volte più impattante». Strano, vero? La manifestazione lanciata dalla piccola Greta ha avuto il plauso di Mattarella, Merkel, Macron. Applaudono anche le multinazionali finanziarie, quelle che hanno creato la crisi del 2007 per poi socializzare le perdite a spese dei governi, dopo aver «distrutto vite e privatizzato i profitti speculativi». Ancora oggi, continua Giannini, è sicuramente “cattivo” chi rivela che non sono tanto i cittadini comuni a produrre CO2, quanto «i settori terziario-quaternario e industria», come lo è chi svela che «dietro queste manifestazioni ci sono coloro che costantemente si arricchiscono col meccanismo “Cap & Trade”, cioè proprio con il business della CO2 a spese dei cittadini». Aggiunge Giannini: «Paradossale leggere che si debbano ridurre i consumi quando costoro impongono l’ideologia del crescere ad ogni costo e dell’emarginazione sociale». A meno che, oltre al lavaggio del cervello ideologico (vero target della “missione”) tutto ciò non serva «per ridurre il margine di manovra di quelle regioni del mondo che, in modo stoico, stanno cercando ancora oggi di emergere dalla recessione, nonostante la stramaledetta e controproducente austerity, in cui ad esempio l’Italia è imbavagliata».
A proposito di “crescita infinita”, Giannini invita i lettori a questa riflessione: e se domani i robot rendessero disponibili beni a sufficienza per il mondo intero? Se tutti (anche agli africani “regolari”, cui Giannini insegna matematica e scienze) disponessero di un “reddito minimo”? «I consumi globali arriverebbero a un livello approssimativamente standard, ponendo fine alla finanza e ridando all’economia reale la corretta dimensione. A quel punto a cosa servirebbe crescere? A niente, se non alla selezione naturale tra esseri umani». Da quel momento, il “crescere” servirebbe solo a «dividere la torta in modo insensato, favorendo pochi “rentier” e omologando l’intera popolazione umana nell’ignoranza e nell’imbecillità». Tenere le menti lontanissime da queste considerazioni, secondo Giannini, è “necessario”, «perché la teoria della “crescita infinita” prosperi anche quando non servirà più» (beninteso: «Al momento, all’Italia serve eccome, crescere»). Ma come non vedere la manipolazione che sta dietro al fenomeno Greta? «Rendere moda, marketing, mercato (banche) certe questioni – insiste Giannini – equivale a svalutare i significati e a manipolare il senso comune, al fine di abituare i cittadini ad agire per emozioni, per stereotipi», cosicché chi la determina, la moda, cioè chi detiene i media, possa «omologare e rendere dipendenti (cioè privi di libertà) i cittadini».
Dietro questa manifestazione ingenua e giovane – “comunque bella”, per citare Lucio Battisti – ci sono «coloro che hanno impoverito l’Africa e sfruttato la tratta di esseri umani». Nel continente nero (e non solo) hanno privatizzato tutto, con la complicità di un pugno di oligarchi africani traditori, razziando risorse a costo zero. «Sono coloro che hanno alimentato guerre e colpi di Stato, venduto armi per nutrire i traffici, generato carestie», fino addirittura a “testare” virus mortali prodotti in laboratorio, come quello della Sars. «Sono coloro che proteggono l’opulenza dei politicanti europei, altrettanto traditori», che hanno accettato l’euro ben sapendo che sarebbe servito a «colpire operai e classi medie». Osserva Giannini: «Fa molto male, rendersi conto che – salvo eccezioni – non sia lo stato di necessità a smuovere le masse, bensì il marketing». Siamo uno zoo falcilmente manovrabile, in fondo: “Je suis Charlie”, recitavano i cartelli nelle piazze all’indomani della strage parigina nella redazione di “Charlie Hebdo”, come se davvero l’obiettivo del commando terrorista fosse la libertà di satira. Prepariamoci, avvertiva a fine 2018 un analista come Fausto Carotenuto, veterano dell’intelligence: l’élite è in difficoltà e, per imbrogliarci, nel 2019 fabbricherà altre finte rivoluzioni. Ed ecco, puntuale, la piccola Greta.
Didendere l’ambiente è sacrosanto, riconosce Giannini, ma il tema – aggiunge – va affrontato in modo non emotivo, partendo dalle cause, con un serio approccio scientifico. In Italia, dopo l’omicidio Moro, le lobby occidentali «inquinarono il Pci dei diritti sociali trasformandolo nell’eurocomunismo “fru fru”, per usare una terminologia cara a Beppe Grillo». Da allora, il progressivo assedio culturale dai movimenti effimeri (Femen, antiproibizionismo, diritti civili ma non sociali) ha inaugurato «l’eone dei sacrifici, a partire dal vincolo esterno dello Sme fino ad oggi: e i risultati si vedono». Da quel momento «la sinistra, il socialismo, non significarono più “lavoratori” ma ben altro, tra cui la distruzione della società intesa come Stato sociale», il declino della tradizione e dei “luoghi antropologici”, la fine dell’identità patriottica «in favore del globalismo d’accatto». Con Greta, «siamo su questo solco, che distrae le energie». La sinistra? «Perde definitivamente i propri tratti». E quindi «non ha più senso ragionare in termini politicamente bipolari». Infine, Giannini ricorda che «l’ignara Greta» è affetta da Asperger, dunque «è a rischio egocentrismo e fissazione». Domanda: «E’ funzionale al suo sviluppo, questa sua esposizione? O la ragazzina è usata come una cavia, come carne da macello?».

«Fate presto, non c’è più tempo». Ieri a dirlo era Mario Monti, oggi la piccola Greta Thunberg. Curioso, no? Vuoi vedere che, alla fine, la battaglia-spettacolo inscenata sul “climate change” dalla ragazzina svedese, sapientemente pilotata da esperti di marketing, ha obiettivi identici a quelli dell’élite globalista che impone “sacrifici” sociali al 99% della popolazione, stavolta anche con l’alibi del surriscaldamento globale? A domandarselo è l’antropologo Marco Giannini, analista indipendente e già vicino ai 5 Stelle, di fronte allo strano sciopero che il 15 marzo ha mobilitato milioni di studenti in ogni angolo del mondo. Hanno chiesto diritti sociali per i lavoratori, la fine delle morti bianche, un reddito minimo garantito che dia dignità ad ogni essere umano? Macchè. Hanno invocato un salario ragionevole e un’istruzione di livello per tutelare il futuro dei giovani, sottraendoli alla feroce lotteria competitiva del neoliberismo? Nossignore: la manifestazione era “per l’ambiente”. «Presto manifesteremo per la bontà, oppure forse contro la cattiveria: anzi, contro i cattivi», scrive Giannini: «Sì, credo proprio che Greta molto presto ci guiderà contro i cattivi, finalmente».

Non era veritiero quindi – scrive Giannini, sarcastico – che le lobby si celassero dietro queste manifestazioni per colpire l’economia reale Usa, cioè Trump, cercando di scalzarla mediante la loro finanza globale, «quella che ha creato a tavolino la Greta Thunbergrecessione mondiale e che necessita di reazioni stereotipate, prevedibili», allo scopo di «ottundere le menti e banalizzare le questioni». Un sospetto più che evidente, quello espresso da Giannini su “Come Don Chisciotte”: lo slogan “dobbiamo fare in fretta” serve a «creare le condizioni che rendano accettabili nuovi sacrifici (già “in canna”) altrimenti considerati odiosi e improponibili dalle popolazioni». Come ampiamente dimostrato da tutti gli studi sul comportamento umano, il “dobbiamo fare in fretta” – al fine di evitare una imminente catastrofe – è l’unico concetto che sortisce puntualmente l’effetto voluto dai manipolatori, a prescindere dalla sua eventuale coerenza. Anzi, scherza Giannini, «ormai ci aspettiamo che da un momento all’altro il Fmi, il Wto, la World Bank, BlackRock e Open Society, la Bayer-Monsanto, la Apple, Deutsche Bank e la Bce devolveranno gratuitamente verso ogni cittadino (americano, israeliano, italiano, russo, cinese, inglese) un bonus che copra interamente le spese per la coibentazione della propria abitazione».

Per inciso, infatti, se si vuole ridurre il riscaldamento globale «non è tanto sulla CO2 che si deve agire, ma sul metano, che è 25 volte più impattante». Strano, vero? La manifestazione lanciata dalla piccola Greta ha avuto il plauso di Mattarella, Merkel, Macron. Applaudono anche le multinazionali finanziarie, quelle che hanno creato la crisi del 2007 per poi socializzare le perdite a spese dei governi, dopo aver «distrutto vite e privatizzato i profitti speculativi». Ancora oggi, continua Giannini, è sicuramente “cattivo” chi rivela che non sono tanto i cittadini comuni a produrre CO2, quanto «i settori terziario-quaternario e industria», come lo è chi svela che «dietro queste manifestazioni ci sono coloro che costantemente si arricchiscono col meccanismo “Cap & Trade”, cioè proprio con il business della CO2 a spese dei cittadini». Aggiunge Giannini: «Paradossale leggere che si debbano ridurre i consumi quando costoro impongono l’ideologia del crescere ad ogni costo e dell’emarginazione sociale». A meno che, oltre al lavaggio del cervello ideologico (vero target della “missione”) tutto ciò non serva «per ridurre il margine di manovra di quelle regioni del mondo che, in modo stoico, stanno cercando ancora oggi di Lo sciopero degli studenti sul climaemergere dalla recessione, nonostante la stramaledetta e controproducente austerity, in cui ad esempio l’Italia è imbavagliata».

A proposito di “crescita infinita”, Giannini invita i lettori a questa riflessione: e se domani i robot rendessero disponibili beni a sufficienza per il mondo intero? Se tutti (anche agli africani “regolari”, cui Giannini insegna matematica e scienze) disponessero di un “reddito minimo”? «I consumi globali arriverebbero a un livello approssimativamente standard, ponendo fine alla finanza e ridando all’economia reale la corretta dimensione. A quel punto a cosa servirebbe crescere? A niente, se non alla selezione naturale tra esseri umani». Da quel momento, il “crescere” servirebbe solo a «dividere la torta in modo insensato, favorendo pochi “rentier” e omologando l’intera popolazione umana nell’ignoranza e nell’imbecillità». Tenere le menti lontanissime da queste considerazioni, secondo Giannini, è “necessario”, «perché la teoria della “crescita infinita” prosperi anche quando non servirà più» (beninteso: «Al momento, all’Italia serve eccome, crescere»). Ma come non vedere la manipolazione che sta dietro al fenomeno Greta? «Rendere moda, marketing, mercato (banche) certe questioni – insiste Giannini – equivale a svalutare i significati e a manipolare il senso comune, al fine di abituare i cittadini ad agire per emozioni, per stereotipi», cosicché chi la determina, la moda, cioè chi detiene i media, possa «omologare e rendere dipendenti (cioè privi di libertà) i cittadini».

Dietro questa manifestazione ingenua e giovane – “comunque bella”, per citare Lucio Battisti – ci sono «coloro che hanno impoverito l’Africa e sfruttato la tratta di esseri umani». Nel continente nero (e non solo) hanno privatizzato tutto, con la complicità di un pugno di oligarchi africani traditori, razziando risorse a costo zero. «Sono coloro che hanno alimentato guerre e colpi di Stato, venduto armi per nutrire i traffici, generato carestie», fino addirittura a “testare” virus mortali prodotti in laboratorio, come quello della Sars. «Sono coloro che proteggono l’opulenza dei politicanti europei, altrettanto traditori», che hanno accettato l’euro ben sapendo che sarebbe servito a «colpire operai e classi medie». Osserva Giannini: «Fa molto male, rendersi conto che – salvo eccezioni – non sia lo stato di necessità a smuovere le masse, bensì il marketing». Siamo uno zoo facilmente manovrabile, in fondo: “Je suis Charlie”, recitavano i cartelli nelle piazze all’indomani della strage parigina nella redazione di “Charlie Hebdo”, come se davvero l’obiettivo del commando terrorista fosse la libertà di satira. Prepariamoci, Il fenomeno Gretaavvertiva a fine 2018 un analista come Fausto Carotenuto, veterano dell’intelligence: l’élite è in difficoltà e, per imbrogliarci, nel 2019 fabbricherà altre finte rivoluzioni. Ed ecco, puntuale, la piccola Greta.

Difendere l’ambiente è sacrosanto, riconosce Giannini, ma il tema – aggiunge – va affrontato in modo non emotivo, partendo dalle cause, con un serio approccio scientifico. In Italia, dopo l’omicidio Moro, le lobby occidentali «inquinarono il Pci dei diritti sociali trasformandolo nell’eurocomunismo “fru fru”, per usare una terminologia cara a Beppe Grillo». Da allora, il progressivo assedio culturale dai movimenti effimeri (Femen, antiproibizionismo, diritti civili ma non sociali) ha inaugurato «l’eone dei sacrifici, a partire dal vincolo esterno dello Sme fino ad oggi: e i risultati si vedono». Da quel momento «la sinistra, il socialismo, non significarono più “lavoratori” ma ben altro, tra cui la distruzione della società intesa come Stato sociale», il declino della tradizione e dei “luoghi antropologici”, la fine dell’identità patriottica «in favore del globalismo d’accatto». Con Greta, «siamo su questo solco, che distrae le energie». La sinistra? «Perde definitivamente i propri tratti». E quindi «non ha più senso ragionare in termini politicamente bipolari». Infine, Giannini ricorda che «l’ignara Greta» è affetta da Asperger, dunque «è a rischio egocentrismo e fissazione». Domanda: «E’ funzionale al suo sviluppo, questa sua esposizione? O la ragazzina è usata come una cavia, come carne da macello?».

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18 Commenti

  1. Roberto
    18 marzo 2019 • 06:24

    In un mondo dove qualsiasi buona intenzione o qualsiasi persona che si sacrifica per gli altri viene sfruttata da sfruttatori patentati e legalizzati é ovvio che Greta é la pecorella in mezzo ai lupi affamati. Sai che scoperta.

    Perché é diverso da un magistrato che la vita per la giustizia, in uno stato che finta di proteggerlo e poi lascia (se non peggio) che venga ammazzato con la famiglia?

    È il nostro mondo, la nostra realtà.

    Il male e gli interessi permeano ogni cosa.

    Se Greta non fosse solo un bell’ideale i vertici delle case automobilistiche che taroccavano le centraline sarebbero tutti in galera a vita e con loro molti manager di multinazionali di ogni tipo.

    Non c’é bisogno che ce lo dicano questi articoli che Greta é la pecorella in mezzo ai lupi. Spero di essere capace a intuirlo da solo.
    Solo che per me continuerà a essere meglio Greta di molti altri.

    Esattamente come un magistrato che sacrifica la vita per un paese che non lo merita avrà il mio ri conoscimento finche campo.

  2. Gio rgio
    18 marzo 2019 • 06:28

    Greta: la battaglia dell’ovvio.

  3. Roberto
    18 marzo 2019 • 06:36

    l’unico sistema da cui partire per risolvere gran parte dei problemi del mondo é l’ ONESTÀ alla base.
    Poi pene certe per i trasgressori.
    Pende doppie per i colletti bianchi-banchieri-politici-manager-amministratori locali.
    Pene triple per chi trae guadagni da inquinamento.

    Poi allora sì che si ragionerebbe.

    Galera certa per chi lo merita. Il resto é IPOCRISIA.

  4. TheTruthSeeker
    18 marzo 2019 • 08:43

    1. “L’ Espresso vince a mani basse. Mette un bambino di pochi mesi seguendo la pedopropaganda (ma guardate come difendono l’aborto che li ammazza

  5. TheTruthSeeker
    18 marzo 2019 • 08:44

    1. “L’ Espresso vince a mani basse. Mette un bambino di pochi mesi seguendo la pedopropaganda (ma guardate come difendono l’aborto che li ammazza) in copertina e avverte: Il futuro dell’ Europa è nei giovani, contro i nazionalismi a favore dell’ ambiente e dei migranti.”, tweet di Corvonero75, 16 Marzo 2019

    2.” L’idea che i potenti della Terra vogliano salvare il mondo dall’inquinamento, che PER DEFINIZIONE hanno loro stessi creato, è di una ingenuità a-b-i-s-s-a-l-e! Producono i jeans in Bangladesh a pochi cent, li trasportano per il mondo per rivenderli a 80$ E salvano la Terra? “, tweet di Vittorio Banti del 17 Marzo 2019.

    3. “La rivoluzione di Greta Thunberg fa paura ai potenti”

    “Sul serio? E chi lo dice?”

    “beh, ad esempio tutti i giornali e tutte le tv del mondo”

    “Ah, e a chi appartengono?”

    “Ai potenti del mondo, ma che c’entra”

    Sipario!

    tweet di Luca Lombardi del 15 Marzo 2019.

    In conclusione e in breve, a ridosso delle elezioni europee prendere una ragazzina e improvvisamente farla strillare ai quattro venti su tutti i media mainstream europei a colpi di slogan per i disastri ecologici presenti e futuri puzza molto di bruciato, a dir poco.

  6. MarcoGiannini
    18 marzo 2019 • 10:10

    Bellissima “intervista” meglio del pezzo originale. In ogni caso io invio contemporaneamente a tre agenzie quindi non ci sono problemi di esclusive. Forza ragazzi credo che le persone dopo l’iniziale orgia stiano comprendendo la truffa dietro a Greta.

  7. MarcoGiannini
    18 marzo 2019 • 10:13

    Volevo anche aggiungere che nel “diverbio” con Prima delle Sabbie il mio riferimento non era a lui né voleva essere offensivo con Gio Rgio. Era riferito allo stesso personaggio che su ogni sito mi “prende” sul personale con diversi multinick.

  8. Primadellesabbie
    18 marzo 2019 • 10:15

    Leggo:

    “…In Italia, dopo l’omicidio Moro, le lobby occidentali «inquinarono il Pci dei diritti sociali…”

    “..Da allora, il progressivo assedio culturale dai movimenti effimeri…”

    “…Da quel momento «la sinistra, il socialismo, non significarono più “lavoratori” ma ben altro, tra cui la distruzione della società intesa come Stato sociale»…”

    “…La sinistra? «Perde definitivamente i propri tratti». E quindi «non ha più senso ragionare in termini politicamente bipolari»…”

    Dovevamo arrivare a questa ragazzina perché qualcuno finalmente si accorgesse che, dopo essere riusciti a far saltare gli argini, cercano di indurci a formare un “secondo polo” sparso e costituito da emotività e sentimentalismi?

  9. Marco Giannini
    18 marzo 2019 • 10:18

    Esistono molte forze di protesta sommerse, energie difficili da prevedere soprattutto giovani,Greta potrebbe servire a spostare questi voti sui verdi europei…funzionali al sistema.

  10. DarkAngel
    18 marzo 2019 • 11:38

    Da qualche tempo il nome Greta compare molto spesso sui giornali, e non mi riferisco solo a questa ragazzina, ma anche al nome di giornaliste che scrivono su testate nazionali, un caso di morte misteriosa di un ragazzo di Ventimiglia a Parigi poche settimane fa che ha lasciato un biglietto in codice e un nome, Greta Haryson.

    Questo nome deve essere importante per i grembiulini a livello simbolico-subliminale, altrimenti non si spiega la sua ricorrenza per niente casuale nelle ultime settimane.

    C’è un esperto tra gli utenti che seguono questo blog che possono far luce su questo?

    Grazie.

  11. Primadellesabbie
    18 marzo 2019 • 11:49

    La trovata dei parlamentari a rotazione, rendendo impossibile la formazione di leader non precostituiti, disarticola e perverte l’idea di democrazia sottraendo la piattaforma sulla quale esercitarla (pur in modo rudimentale dato l’ambiente già compromesso dal liberismo come praticato, neo e paleo).

    Il disporre ragionevolmente delle propria esistenza, diritto elementare già sequestrato da burocrazia e rivoluzione digitale, viene definitivamente sepolto dall’attacco all’autonomia delle collettività che potrebbero permetterne il godimento: si inventa il sovranismo che convoglia tutta l’accozzaglia nazionalista a garantire la perdita di entrambi i valori che si volevano difendere e a garantire alla regia una comoda manovrabilità.

    Poi ci sono le minoranze aggressive a non dare pace e a disorientare la sensibilità collettiva distogliendo l’attenzione dai deboli veri, e si pensi alla tragedia dei molti (proprio molti) che hanno problemi seri in famiglia e che devono constatare l’inesistenza della capacità di solidarietà sociale, per non dire di peggio.

    Adesso, grazie alla ragazzina (sempre per vie emotive, a selezionare apertamente gli aderenti in base all’indole), si impossessano del tema ambientale.

    Bruttissimo segno.

  12. TheTruthSeeker
    18 marzo 2019 • 16:58

    1. “E’ arrivata la velina dal Deep progressista:

    a. Nancy Pelocy “It’s really important to lower the voting age to 16″

    b. Ferruccio De Bortoli: “Ridiscure età minima del voto per le europee” “, tweet di “StefaniaMi” del 17 marzo 2019.

    2. “Odio e paura non hanno mai generato Pil, benessere o lavoro: è il cinico imbroglio del sovranismo. Dobbiamo incunearci in questa contraddizione costruendo una speranza nel futuro, con alcune scelte di campo precise, come quella ecologista”. Nicola Zingaretti, neo segretario del Pd, 14 marzo 2019

    Riferimento:

    https://twitter.com/pdnetwork/status/1106113251736199168

    3. Gennaio 2019

    Has Climate Change Rendered the Concept of Sovereignty Obsolete?

    Per trovare articolo, scrivere queste parole chiave:

    Has Climate Change Rendered the Concept of Sovereignty Obsolete? Climate Institute

    4. Febbraio 2019.

    Samir Flores, attivista dello stato di Morelos, leader del Frente de Pueblos en Defensa de la Tierra y del Agua, giornalista di una radio comunitaria, Radio Amilcingo, è stato brutalmente assassinato.

    Samir era un attivista di primo piano nella lotta contro la costruzione di una centrale termoelettrica e di un gasdotto nei territori indigeni della Huexca, quello che è conosciuto come il Progetto Integrale Morelos.

    NB due pesi e due misure, cui prodest?

    In conclusione e in breve, a questo punto è più che evidente, tranne che per i piddioti e gli euromani, che i burattinai di Greta, gretine e altre Greta di turno che verranno, faranno tutto il necessario e il possibile affinchè di qualsiasi aspirazione di sovranità da parte di qualsiasi popolo europeo venga fatta tabula rasa nel più breve tempo possibile.

  13. Primadellesabbie
    18 marzo 2019 • 18:26

    @ Marco Giannini

    Le mie scuse quando e se avessi toccato il personale.

    Non mi é sfuggito, leggendo l’ultimo su CDC, un ‘allargamento degli orizzonti praticati’ rispetto alla specificità economico finanziaria (senza sminuire, da anni c’é un’inflazione di economisti, e simpatizzanti plagiati che in pratica non porta a nulla, o quasi), in fondo, chi ci toglie o ci raziona il denaro ci impedisce di esserci reciprocamente utili collaborando l’un l’altro (mi pare di ricordare una formula nella quale la frequenza, o velocità, di scambio della moneta stava al numeratore) e può, così, propinarci i suoi prodotti dozzinali e le sue soluzioni aliene rendendo inoperante o inutile la società stessa.
    C’é spazio per considerazioni più coinvolgenti ed elementari dell’indagine economica, comunque complessa e sempre discutibile per chi non si voti alla causa da quella prospettiva.

    PS – Non uso altri nick.

  14. Marco Giannini
    18 marzo 2019 • 22:46

    Concordo sull’inflazione di espertoni in economia.
    Per quanto riguarda me io le mie opinioni le espressi nel mio libro e sempre basate su lavori pubblicati con solide basi scientifiche (anche se l’economia non è una scienza esatta cosa che puntualmente scrissi nel saggio). Se noti io non vado in tv come alcune star che di economia sanno davvero poco ma mischiandola ai complotti hanno subito seguito.
    Nessuna offesa personale ci mancherebbe ma anzi ricordo con piacere le discussioni su CDC che apprezzavo.
    Mai pensato che PDS fosse un multinick.
    Ho allargato i campi di opinione perché l’economia mi ha stufato anche se la passione resta di fondo pronta ad emergere qualora servisse (cioè qualora credessi che serva)… non dimentichiamo che sono antropologo e specializzato in materie scientifiche con esperienza di docenza anche sulle risorse rinnovabili. Non sono un economista anche se il mio saggio è presente nel C.V. di una grandissima economista e il neoliberissimo Mingardi mi ha citato nel suo libro (il direttore dell’istituto Bruno Leoni).

  15. Gio rgio
    19 marzo 2019 • 06:45

    Mi son perso qualcosa, Giannini?
    A che diverbio si riferisce?

  16. TheTruthSeeker
    19 marzo 2019 • 07:48

    Ottimimo articolo sull’argomento problematiche ambientali del Dott. Pierluigi Fagan.

    “Un ambientaccio”

    a cura del Dott. Pierluigi Fagan per il suo Blog.

    15 marzo 2019

    Ambiente è ciò che ci contiene e non è una cosa sola, è una cosa complessa. Significa dotata di tanti parti tra loro in molteplici relazioni non lineari.
    Le cose che compongono “ambiente” e che ultimamente mostrano condizioni critiche sono: andamento climatico (tra cui il poco considerato problema della dislocazione climatica ed anche a prescindere dalle sue cause se antropiche o naturali), livello degli oceani, inquinamenti ed eccessivi prelievi (soprattutto per uso industriale) dal ciclo dell’acqua, inquinamento aria e terra (addirittura “spazio”), eccessivi prelievi da fonti non rinnovabili come le acque fossili (terra fertile, molte materie prime), restrizioni dei ghiacciai, acidificazione degli oceani, diminuzione biodiversità, desertificazione, perdita di equilibrio negli ecosistemi (barriera corallina, foreste amazzoniche etc.), aumento di fenomeni atmosferici fuori scala, scioglimento ghiacci e permafrost (con ulteriore liberazione di metano), riduzione delle scorte di energie fossili e materie prime e purtroppo molto altro. Se ignorate la problematicità di ognuno di questi punti o la vastità dell’elenco qui ristretto o dubitate della misura data ai vari problemi, informatevi meglio.
    Perché c’è un problema ambientale? Per la parte del problema che ha cause antropiche, perché siamo cresciuti di quattro volte in poco più di un secolo, per metà di questo periodo il modo occidentale di stare al mondo (prima relativo solo ad un terzo del mondo che usava i due terzi restanti per rapina, consumo e depositi scarti) è stato adottato anche dal resto del mondo. L’impatto quindi è aumentato per estensione ed intensione. Se pensate che esistano anche cause naturali, domandatevi allora come faranno società complesse a convivere con tali profondi cambiamenti.
    Esistono diversi livelli della descrizione di mondo umano: l’umanità, i duecento stati in cui si ripartisce, gli interessi delle imprese e dei loro finanziatori, le classi sociali variamente beneficiate o colpite da questo modo di stare al mondo.

    Proseguimento:

    https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=61734

    NB il Dott. Pierluigi Fagan ha scritto anche un ottimo testo di geopolitica, per terzi eventuali lettori eventualmente interessati questo è il titolo:

    “Verso un mondo multipolare. Il gioco di tutti i giochi nell’era Trump”, Pierluigi Fagan, Fazi editore, Roma, 2017.

  17. matrix
    19 marzo 2019 • 14:17

    GRETA, ovvero il cibo per la massa di pecorelle smarrite !
    L’ultima grande pagliacciata propinata dal sistema di controllo , dalla MATRIX !

  18. Vittoriano
    19 marzo 2019 • 22:19

    La classifica degli Stati per emissioni di CO2,*
    dovute esclusivamente alla combustione di combustibili fossili,
    corrispondenti, si badi, alle emissioni del 2004
    (dati raccolti nel 2018 per le Nazioni Unite)
    vedevano
    al primo posto gli U.S.A. col 22,2%
    al secondo posto Cina e Taiwan col 18.4%
    del totale
    . . .
    Ora domandiamoci
    quanto è aumentata la domanda di petrolio in Cina negli ultimi 15 anni ?
    . . .
    ma allora
    non è possibile
    che le lobby che si celano dietro queste manifestazioni ‘ambientaliste’
    mirino a colpire non solo l’economia reale Usa, cioè Trump,
    ma anche quella cinese
    cercando di ’s c a l z a r l e’ mediante la loro finanza globale ? …

    Cosa ne pensate ?

    *Stati per emissioni di CO2 – Wikipedia
    https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_per_emissioni_di_CO2

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