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Il peggiore dei mondi possibili, nutrito dalla nostra paura

Scritto il 07/8/19 • nella Categoria: idee Condividi Tweet

Sembrava il migliore dei mondi possibili, quello che l’Europa aveva di fronte a sé fino al 2001, precisamente il 20 luglio, quando al G8 di Genova esplose la follia opaca della violenza e a lasciarci la pelle fu Carlo Giuliani, immortalato mentre col suo estintore minaccia i carabinieri intrappolati in un gippone. Ma Genova era solo l’antipasto dell’inferno: due mesi dopo, crollarono di colpo le Torri Gemelle di Manhattan. Tremila vittime l’11 settembre, e altre 12.000 negli anni seguenti a causa dei tumori provocati dalla nube d’amianto. Nel 2003, in Italia, le prime ipotesi sul possibile auto-attentato vennero avanzate da Giulietto Chiesa, nel bestseller “La guerra infinita”, ignorato dai media. Nel 2005, a “Matrix”, in prima serata su Canale 5, Enrico Mentana ebbe il coraggio di trasmettere “Inganno globale”, esplosivo documentario in cui Massimo Mazzucco dimostra che la versione ufficiale (terrorismo islamico) è integralmente falsa. Era già cominciata, la grande retromarcia dell’Occidente, ma pochissimi se n’erano accorti. Tra questi Bettino Craxi, che da Hammamet spiegò che l’euro-finanza avrebbe spolpato l’Italia. E prima ancora l’economista keynesiano Federico Caffè, sparito nel nulla nel 1987. E così Olof Palme, l’inventore del welfare svedese, ucciso l’anno prima a Stoccolma. Doveva aver capito tutto anche Aldo Moro, minacciato di morte da Henry Kissinger poco prima che di lui si occupassero, teoricamente, le Brigate Rosse.

Il migliore dei mondi possibili, nell’Italia degli anni Novanta che si era lasciata alle spalle il terrorismo brigatista, aveva comunque imposto il suo tributo di sangue: Falcone e Borsellino, le bombe di Milano e Firenze, le mattanze a orologeria della Forze speciali antisommossasedicente Falange Armata. Nell’altro mondo, la Russia, il presidente-oligarca Boris Eltsin aveva creato il suo auto-terrorismo interno, addebitandolo ai ceceni, per poter scatenare nel Caucaso quella che immaginava sarebbe stata una guerra-lampo, pensata solo per risalire nei sondaggi. E in quegli anni l’Europa era rimasta a guardare (in apparenza, almeno), di fronte allo smembramento della Jugoslavia truccato da guerra civile di stampo etnico. Risultato: Croazia e Slovenia incorporate nella Grande Germania mercantilista, e Kosovo trasformato in succursale imperiale degli Usa, con l’aeroporto di Pristina ridotto a scalo commerciale per la tratta della droga proveniente da Kabul. Era il migliore dei mondi possibili? Simpatica canaglia, quel Bill Clinton alle prese con la famosa stagista nello Studio Ovale. Chilometri di carta sul patetico sexgate, e poche righe per raccontare l’atto politico epocale del presidente, ricattato e costretto a firmare la revoca del Glass-Steagall Act, cioè il via libera ai mostri onnivori che dal 2007 avrebbero raso al suolo i risparmi di mezzo mondo, con l’esplosione della bolla di Wall Street e i derivati ultra-tossici finiti nella pancia di tutte le banche del pianeta.

Il piano, in realtà, era stato preparato con larghissimo anticipo. Paolo Barnard, nel saggio “Il più grande crimine”, cita il profetico Memorandum del 1971 in cui Lewis Powell, avvocato di Wall Street ingaggiato dalla Camera di Commercio Usa, spiega – in poche, chiarissime pagine – come distruggere la sinistra, corrompere i sindacati, piegare gli Stati e impoverire il 99% della popolazione, facendo sparire la classe media, a esclusivo vantaggio dell’élite. Carlo Azeglio Ciampi aveva l’aria del vecchio saggio, prima ancora di finire al Quirinale: nel lontano 1981 firmò il divorzio tra Bankitalia e Tesoro che avrebbe “privatizzato” il debito pubblico, impiccando il paese all’austerity eterna. Dieci anni dopo, azzerati dai magistrati di Mani Pulite i politici della Prima Repubblica, fu il giovane Mario Draghi a salire a bordo del Britannia, a prendere ordini: dal Tesoro avrebbe diretto la grande svendita dell’Italia, coadiuavato da Romano Prodi che stava finendo di rottamare l’Iri, cioè l’azienda più grande d’Europa. Chiusa la pittoresca e irrilevante parentesi di Berlusconi, la verità è franata addosso al Belpaese di colpo, Napolitano e Draghifuori tempo massimo, con la maschera di Monti e quella di Elsa Fornero, il culto del sadismo di massa, il delirio del rigore. Fiscal Compact, pareggio di bilancio in Costituzione. Vietato spendere, vietato sperare, vietato vivere.

Già non sembrava più il migliore dei mondi possibili, eppure Napolitano – supremo regista della premiata macelleria italiana – veniva acclamato come salvatore della patria e clamorosamente rieletto al Quirinale, in attesa che i vari replicanti (Letta, Renzi, Gentiloni) riprendessero a intonare il vecchio ritornello sul migliore dei mondi possibili, insieme al coro dei piccoli cantori dell’epoca, da Roberto Saviano a Fabio Fazio, mentre l’eroe nazionale Sergio Marchionne portava via i resti della Fiat sparpagliandoli tra Olanda, Gran Bretagna e Stati Uniti. Nel frattempo l’Italia aveva perso il 25% del suo potenziale industriale, scivolando nella tragedia sociale della disoccupazione. Che stesse quasi per finire, il migliore dei mondi possibili, lo si capì quando la Troika europea chiuse i bancomat della Grecia e costrinse i bambini di Atene a morire, dentro ospedali senza più medicine. Agli euro-strozzini interessavano le strutture turistiche, gli aeroporti, il Pireo. Un test istruttivo: oltre a vivisezionare la vittima inerme, gli sciacalli hanno preso nota del fatto che nessuno, dei valorosi partner europei, s’è mai sognato di muovere un dito per salvare i greci, le famiglie sfrattate, i pensionati alla fame. Che fortuna, essere cittadini dell’Unione Europea.

Negli ultimissimi anni, larghi strati della popolazione – anche in Italia, e forse soprattutto in Italia – si sono accorti che quello non era affatto il migliore dei mondi possibili. Troppo dolore gratuitamente inferto, troppi morti. Gli iracheni, i libici, i siriani. Le disastrate famiglie palestinesi di Gaza bombardate col fosforo bianco, in barba a tutte le convenzioni internazionali, dal sempre impunito governo israeliano. Lentamente, è affiorato dalla clandestinità un comune sentire fatto di timida consapevolezza. Domande: perché l’Isis ha sparato nel mucchio, nelle città europee, anziché colpire i simboli del presunto potere nemico? Perché all’Italia vengono imposti 10-12 vaccini di punto in bianco, senza nessuna emergenza sanitaria in corso? E perché l’attuale governo italiano, nato dagli strepiti di Grillo e dalle ciance di Salvini, non riesce a combinare niente per invertire il corso delle cose? In altre parole: si può uscire, dal tunnel, o si tratta di una maledizione insuperabile? Il web è diventato una miniera di informazioni libere, non a caso prontamente imbavagliato dalla Commissione Europea con la scusa Gilet Gialli massacrati dalla polizia di Macrondella tutela del copyright. E’ il web a proclamare, oggi, che questo è di gran lunga il peggiore dei mondi possibili. Per una ragione drammaticamente evidente: non è mai stato così ricco di risorse, eppure queste risorse restano – più che mai – nelle mani di pochissimi, gli stessi che ricattano gli Stati con la minaccia dello spread.

Si sono fatti avanti svariati, prestigiosi economisti: finalmente, hanno trovato le parole giuste (naturalmente sul web, non sui grandi media) per spiegare anche ai non-addetti la natura della cosiddetta crisi, che è interamente politica e non economica. Trattasi di imbroglio: regole truccate, imposte con la forza, per drenare miliardi dal basso verso l’alto. Leggende: l’immaginifica “austerity espansiva” teorizzata ad Harvard, in base a cui il sistema migliore per crescere è amputarsi mani e piedi, senza anestesia. C’è una fetta rilevante di europei che ormai manifestano la loro insofferenza – i Gilet Gialli in Francia, gli elettori leghisti in Italia – ma poi a Bruxelles va sempre a finire nello stesso modo: a vincere è il banco. Fioriscono associazioni e gruppi di studio, si stampano instant-book, si sprecano le conferenze visionabili su YouTube – analisi acuminate, precisissime. E poi? E poi niente, tutti a casa: con le idee chiare su movente, mandanti ed esecutori, ma senza sapere come rispondere alla domanda più scomoda: che fare. Come agire, da dove cominciare. Al punto che si consolida il sospetto che, dal peggiore dei mondi possibili, non si possa venir fuori mai più, come fosse una specie di destino maledetto. Il che è esattamente quello che loro, i cavalieri dell’apocalisse, vorrebbero farci credere.

Hanno ragione? La storia sembra dalla loro parte, se uno va a vedere che fine hanno fatto John Kennedy e suo fratello Robert, Martin Luther King, Salvador Allende, gli eroi africani come il comunista Patrice Lumumba e il coraggiosissimo Thomas Sankara, che voleva l’azzeramento universale del debito. La Francia tuttora schiavizza 14 ex-colonie, Gheddafi è stato ucciso insieme all’idea di una banca panafricana che sostituisse il Fmi e la Banca Mondiale, e tutto l’Occidente democratico paga i suoi dittatori per continuare a depredare il continente nero, nei paesi dove non si è ancora insediata la nuova dominazione cinese. La farsa della geopolitica ripropone un copione da Prima Guerra Mondiale – gli ottomani e l’impero russo, gli angloamericani, i persiani – mentre Vladimir Putin e la signora Merkel discutono tra loro, privatamente, per capire cosa fare dell’Europa senza irritare troppo gli altri azionisti, americani e cinesi. Sfortunatamente non è all’ordine del giorno l’unico modello di prosperità diffusa che il gregge umano abbia sperimentato in venti secoli, cioè la dottrina keynesiana adottata da Salvini e Di MaioRoosevelt quando ancora i mulini erano bianchi: oggi, senza una ferrea legislazione tecno-ecologica, un boom economico per quasi 8 miliardi di persone impatterebbe come mille atomiche su un pianeta dove galleggiano, negli oceani, isole di plastica vaste quanto l’Australia. Ma niente paura, a vigilare sulla salute della Terra c’è la minorenne svedese Greta Thunberg.

Da qualche parte, si dice, bisogna pur cominciare. Sembrava si fosse candidato a farlo l’anomalo governo italiano insediatosi nel 2018, preso dannatamente sul serio più dagli avversari europei che dai suoi stessi ministri. Esaurita la teorica spinta propulsiva, i nano-leader grillini e leghisti non trovano di meglio che prendersi a sberle ogni giorno, pur di nascondere il loro fallimento. Come anticipato dallo stesso Barnard un anno fa, il flop gialloverde rischia di tagliare le gambe a qualunque ulteriore tentativo: vedete, nemmeno loro – i rivoluzionari – sono riusciti a cavare un ragno dal buco, dunque l’impresa è impossibile. Domina la paura, l’arma più antica: il fantasma della scarsità. Uno spettro orrendo e impresentabile, oggi che la scarsità di beni è stata eliminata dalla faccia della Terra. La grande paura nasce dalla scarsità di denaro, che è artificiale, organizzata dagli stessi detentori della moneta. Guai, se entrasse nella testa di tutti l’idea La separazione del Mar Rosso, che nella Bibbia non esisteche sono le banche, di fatto, a emettere denaro, creandolo dal nulla ogni volta che concedono credito: denaro fabbricato a costo zero, da restituire però con sudore e sangue.

Spiragli? Uno: sempre lei, la paura. Non la nostra, ma quella degli egemoni. Investono trilioni, per eternizzare il grande letargo. Vigilano, manipolano, dominano i media, colonizzano i governi. Cosa temono, che qualcuno si svegli? Dunque sanno – loro, non noi – che potrebbe essere un guaio, se le moltitudini scoprissero che si potrebbe metter fine, davvero, al peggiore dei mondi possibili? Una delle faglie che si vanno aprendo riguarda la mitologia su cui si basa l’impero, che ormai narcotizza i sudditi marcandoli a uomo con i social network e con gli smartphone, con i chip sottopelle e la sparizione del cash, con “l’Internet delle cose” in arrivo con l’inesorabile wireless 5G. Il capolavoro della mitografia consiste nell’indurre a credere che, in fondo, sia sempre andata così, dai tempi di Noè. C’è chi riflette proprio sul peso inaudito delle religioni, storicamente manipolate dal potere, per rendere eterno il sonno del gregge. Per secoli, i cristiani sono cresciuti con la favola di Mosè che attraversa il Mar Rosso. Miracolo: il Dio degli eserciti, capace di separare le acque. Peccato che nella Bibbia, come gli ebrei ben sanno, c’è scritto solo che il popolo dell’Esodo si limitò a guadare un canneto. Non c’è mai stato nessun Mar Rosso, nella Bibbia, così come non c’è nessuna legge divina dietro al peggiore dei mondi possibili. Sbaraccabile teoricamente in un solo modo: sgonfiando la paura su cui campa, alle spalle di tutti.

(Giorgio Cattaneo, “Il peggiore dei mondi possibili, nutrito dalla nostra paura”, dal blog del Movimento Roosevelt del 2 agosto 2019).

Sembrava il migliore dei mondi possibili, quello che l’Europa aveva di fronte a sé fino al 2001, precisamente il 20 luglio, quando al G8 di Genova esplose la follia opaca della violenza e a lasciarci la pelle fu Carlo Giuliani, immortalato mentre col suo estintore minaccia i carabinieri intrappolati in un gippone. Ma Genova era solo l’antipasto dell’inferno: due mesi dopo, crollarono di colpo le Torri Gemelle di Manhattan. Tremila vittime l’11 settembre, e altre 12.000 negli anni seguenti a causa dei tumori provocati dalla nube d’amianto. Nel 2003, in Italia, le prime ipotesi sul possibile auto-attentato vennero avanzate da Giulietto Chiesa, nel bestseller “La guerra infinita”, ignorato dai media. Nel 2005, a “Matrix”, in prima serata su Canale 5, Enrico Mentana ebbe il coraggio di trasmettere “Inganno globale”, esplosivo documentario in cui Massimo Mazzucco dimostra che la versione ufficiale (terrorismo islamico) è integralmente falsa. Era già cominciata, la grande retromarcia dell’Occidente, ma pochissimi se n’erano accorti. Tra questi Bettino Craxi, che da Hammamet spiegò che l’euro-finanza avrebbe spolpato l’Italia. E prima ancora l’economista keynesiano Federico Caffè, sparito nel nulla nel 1987. E così Olof Palme, l’inventore del welfare svedese, ucciso l’anno prima a Stoccolma. Doveva aver capito tutto anche Aldo Moro, minacciato di morte da Henry Kissinger poco prima che di lui si occupassero, teoricamente, le Brigate Rosse.
Il migliore dei mondi possibili, nell’Italia degli anni Novanta che si era lasciata alle spalle il terrorismo brigatista, aveva comunque imposto il suo tributo di sangue: Falcone e Borsellino, le bombe di Milano e Firenze, le mattanze a orologeria della sedicente Falange Armata. Nell’altro mondo, la Russia, il presidente-oligarca Boris Eltsin aveva creato il suo auto-terrorismo interno, addebitandolo ai ceceni, per poter scatenare nel Caucaso quella che immaginava sarebbe stata una guerra-lampo, pensata solo per risalire nei sondaggi. E in quegli anni l’Europa era rimasta a guardare (in apparenza, almeno), di fronte allo smembramento della Jugoslavia truccato da guerra civile di stampo etnico. Risultato: Croazia e Slovenia incorporate nella Grande Germania mercantilista, e Kosovo trasformato in succursale imperiale degli Usa, con l’aeroporto di Pristina ridotto a scalo commerciale per la tratta della droga proveniente da Kabul. Era il migliore dei mondi possibili? Simpatica canaglia, quel Bill Clinton alle prese con la famosa stagista nello Studio Ovale. Chilometri di carta sul patetico sexgate, e poche righe per raccontare l’atto politico epocale del presidente, ricattato e costretto a firmare la revoca del Glass-Steagall Act, cioè il via libera ai mostri onnivori che dal 2007 avrebbero raso al suolo i risparmi di mezzo mondo, con l’esplosione della bolla di Wall Street e i derivati ultra-tossici finiti nella pancia di tutte le banche del pianeta.
Il piano, in realtà, era stato preparato con larghissimo anticipo. Paolo Barnard, nel saggio “Il più grande crimine”, cita il profetico Memorandum del 1971 in cui Lewis Powell, avvocato di Wall Street ingaggiato dalla Camera di Commercio Usa, spiega – in poche, chiarissime pagine – come distruggere la sinistra, corrompere i sindacati, piegare gli Stati e impoverire il 99% della popolazione, facendo sparire la classe media, a esclusivo vantaggio dell’élite. Carlo Azeglio Ciampi aveva l’aria del vecchio saggio, prima ancora di finire al Quirinale: nel lontano 1981 firmò il divorzio tra Bankitalia e Tesoro che avrebbe “privatizzato” il debito pubblico, impiccando il paese all’austerity eterna. Dieci anni dopo, azzerati dai magistrati di Mani Pulite i politici della Prima Repubblica, fu il giovane Mario Draghi a salire a bordo del Britannia, a prendere ordini: dal Tesoro avrebbe diretto la grande svendita dell’Italia, coadiuavato da Romano Prodi che stava finendo di rottamare l’Iri, cioè l’azienda più grande d’Europa. Chiusa la pittoresca e irrilevante parentesi di Berlusconi, la verità è franata addosso al Belpaese di colpo, fuori tempo massimo, con la maschera di Monti e quella di Elsa Fornero, il culto del sadismo di massa, il delirio del rigore. Fiscal Compact, pareggio di bilancio in Costituzione. Vietato spendere, vietato sperare, vietato vivere.
Già non sembrava più il migliore dei mondi possibili, eppure Napolitano – supremo regista della premiata macelleria italiana – veniva acclamato come salvatore della patria e clamorosamente rieletto al Quirinale, in attesa che i vari replicanti (Letta, Renzi, Gentiloni) riprendessero a intonare il vecchio ritornello sul migliore dei mondi possibili, insieme al coro dei piccoli cantori dell’epoca, da Roberto Saviano a Fabio Fazio, mentre l’eroe nazionale Sergio Marchionne portava via i resti della Fiat sparpagliandoli tra Olanda, Gran Bretagna e Stati Uniti. Nel frattempo l’Italia aveva perso il 25% del suo potenziale industriale, scivolando nella tragedia sociale della disoccupazione. Che stesse quasi per finire, il migliore dei mondi possibili, lo si capì quando la Troika europea chiuse i bancomat della Grecia e costrinse i bambini di Atene a morire, dentro ospedali senza più medicine. Agli euro-strozzini interessavano le strutture turistiche, gli aeroporti, il Pireo. Un test istruttivo: oltre a vivisezionare la vittima inerme, gli sciacalli hanno preso nota del fatto che nessuno, dei valorosi partner europei, s’è mai sognato di muovere un dito per salvare i greci, le famiglie sfrattate, i pensionati alla fame. Che fortuna, essere cittadini dell’Unione Europea.
Negli ultimissimi anni, larghi strati della popolazione – anche in Italia, e forse soprattutto in Italia – si sono accorti che quello non era affatto il migliore dei mondi possibili. Troppo dolore gratuitamente inferto, troppi morti. Gli iracheni, i libici, i siriani. Le disastrate famiglie palestinesi di Gaza bombardate col fosforo bianco, in barba a tutte le convenzioni internazionali, dal sempre impunito governo israeliano. Lentamente, è affiorato dalla clandestinità un comune sentire fatto di timida consapevolezza. Domande: perché l’Isis ha sparato nel mucchio, nelle città europee, anziché colpire i simboli del presunto potere nemico? Perché all’Italia vengono imposti 10-12 vaccini di punto in bianco, senza nessuna emergenza sanitaria in corso? E perché l’attuale governo italiano, nato dagli strepiti di Grillo e dalle ciance di Salvini, non riesce a combinare niente per invertire il corso delle cose? In altre parole: si può uscire, dal tunnel, o si tratta di una maledizione insuperabile? Il web è diventato una miniera di informazioni libere, non a caso prontamente imbavagliato dalla Commissione Europea con la scusa della tutela del copyright. E’ il web a proclamare, oggi, che questo è di gran lunga il peggiore dei mondi possibili. Per una ragione drammaticamente evidente: non è mai stato così ricco di risorse, eppure queste risorse restano – più che mai – nelle mani di pochissimi, gli stessi che ricattano gli Stati con la minaccia dello spread.
Si sono fatti avanti svariati, prestigiosi economisti: finalmente, hanno trovato le parole giuste (naturalmente sul web, non sui grandi media) per spiegare anche ai non-addetti la natura della cosiddetta crisi, che è interamente politica e non economica. Trattasi di imbroglio: regole truccate, imposte con la forza, per drenare miliardi dal basso verso l’alto. Leggende: l’immaginifica “austerity espansiva” teorizzata ad Harvard, in base a cui il sistema migliore per crescere è amputarsi mani e piedi, senza anestesia. C’è una fetta rilevante di europei che ormai manifestano la loro insofferenza – i Gilet Gialli in Francia, gli elettori leghisti in Italia – ma poi a Bruxelles va sempre a finire nello stesso modo: a vincere è il banco. Fioriscono associazioni e gruppi di studio, si stampano instant-book, si sprecano le conferenze visionabili su YouTube – analisi acuminate, precisissime. E poi? E poi niente, tutti a casa: con le idee chiare su movente, mandanti ed esecutori, ma senza sapere come rispondere alla domanda più scomoda: che fare. Come agire, da dove cominciare. Al punto che si consolida il sospetto che, dal peggiore dei mondi possibili, non si possa venir fuori mai più, come fosse una specie di destino maledetto. Il che è esattamente quello che loro, i cavalieri dell’apocalisse, vorrebbero farci credere.
Hanno ragione? La storia sembra dalla loro parte, se uno va a vedere che fine hanno fatto John Kennedy e suo fratello Robert, Martin Luther King, Salvador Allende, gli eroi africani come il comunista Patrice Lumumba e il coraggiosissimo Thomas Sankara, che voleva l’azzeramento universale del debito. La Francia tuttora schiavizza 14 ex-colonie, Gheddafi è stato ucciso insieme all’idea di una banca panafricana che sostituisse il Fmi e la Banca Mondiale, e tutto l’Occidente democratico paga i suoi dittatori per continuare a depredare il continente nero, nei paesi dove non si è ancora insediata la nuova dominazione cinese. La farsa della geopolitica ripropone un copione da Prima Guerra Mondiale – gli ottomani e l’impero russo, gli angloamericani, i persiani – mentre Vladimir Putin e la signora Merkel discutono tra loro, privatamente, per capire cosa fare dell’Europa senza irritare troppo gli altri azionisti, americani e cinesi. Sfortunatamente non è all’ordine del giorno l’unico modello di prosperità diffusa che il gregge umano abbia sperimentato in venti secoli, cioè la dottrina keynesiana adottata da Roosevelt quando ancora i mulini erano bianchi: oggi, senza una ferrea legislazione tecno-ecologica, un boom economico per quasi 8 miliardi di persone impatterebbe come mille atomiche su un pianeta dove galleggiano, negli oceani, isole di plastica vaste quanto l’Australia. Ma niente paura, a vigilare sulla salute della Terra c’è la minorenne svedese Greta Thunberg.
Da qualche parte, si dice, bisogna pur cominciare. Sembrava si fosse candidato a farlo l’anomalo governo italiano insediatosi nel 2018, preso dannatamente sul serio più dagli avversari europei che dai suoi stessi ministri. Esaurita la teorica spinta propulsiva, i nano-leader grillini e leghisti non trovano di meglio che prendersi a sberle ogni giorno, pur di nascondere il loro fallimento. Come anticipato dallo stesso Barnard un anno fa, il flop gialloverde rischia di tagliare le gambe a qualunque ulteriore tentativo: vedete, nemmeno loro – i rivoluzionari – sono riusciti a cavare un ragno dal buco, dunque l’impresa è impossibile. Domina la paura, l’arma più antica: il fantasma della scarsità. Uno spettro orrendo e impresentabile, oggi che la scarsità di beni è stata eliminata dalla faccia della Terra. La grande paura nasce dalla scarsità di denaro, che è artificiale, organizzata dagli stessi detentori della moneta. Guai, se entrasse nella testa di tutti l’idea che sono le banche, di fatto, a emettere denaro, creandolo dal nulla ogni volta che concedono credito: denaro fabbricato a costo zero, da restituire però con sudore e sangue.
Spiragli? Uno: sempre lei, la paura. Non la nostra, ma quella degli egemoni. Investono trilioni, per eternizzare il grande letargo. Vigilano, manipolano, dominano i media, colonizzano i governi. Cosa temono, che qualcuno si svegli? Dunque sanno – loro, non noi – che potrebbe essere un guaio, se le moltitudini scoprissero che si potrebbe metter fine, davvero, al peggiore dei mondi possibili? Una delle faglie che si vanno aprendo riguarda la mitologia su cui si basa l’impero, che ormai narcotizza i sudditi marcandoli a uomo con i social network e con gli smartphone, con i chip sottopelle e la sparizione del cash, con “l’Internet delle cose” in arrivo con l’inesorabile wireless 5G. Il capolavoro della mitografia consiste nell’indurre a credere che, in fondo, sia sempre andata così, dai tempi di Noè. C’è chi riflette proprio sul peso inaudito delle religioni, storicamente manipolate dal potere, per rendere eterno il sonno del gregge. Per secoli, i cristiani sono cresciuti con la favola di Mosè che attraversa il Mar Rosso. Miracolo: il Dio degli eserciti, capace di separare le acque. Peccato che nella Bibbia, come gli ebrei ben sanno, c’è scritto solo che il popolo dell’Esodo si limitò a guadare un canneto. Non c’è mai stato nessun Mar Rosso, nella Bibbia, così come non c’è nessuna legge divina dietro al peggiore dei mondi possibili. Sbaraccabile teoricamente in un solo modo: sgonfiando la paura su cui campa, alle spalle di tutti.
(Giorgio Cattaneo, “Il peggiore dei mondi possibili, nutrito dalla nostra paura”, dal blog del Movimento Roosevelt del 2 agosto 2019).

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12 Commenti

  1. Primadellesabbie
    7 agosto 2019 • 06:20

    Aggiungerei che la paralisi é la conseguenza del non affrontare e risolvere i problemi socioculturali quando si presentano, di superare lo scoglio ignorandoli.

    Anche in questo sembra di intravvedere qualche “aiuto” dall’alto.

    Le due guerre ci hanno trasportato in un’altra era lasciando intatte le problematiche che gli intellettuali e gli artisti avevano evidenziato nei decenni a cavallo del ‘900.

    Siamo su un monopattino di cui abbiamo perso cognizione, al quale abbiamo applicato il motore di un jet, che nessuno sa manovrare, anche se alcuni ignari presuntuosi premono, acclamati, bottoni a casaccio, mentre quelli in “alto” ci osservano correre verso il burrone che ci hanno destinato.

  2. Miao
    7 agosto 2019 • 07:45

    Io credo che ormai molte persone siano consapevoli che non c’è più nulla da fare, se non aspettare il crollo di questo sistema perverso, dopo il quale si ricomincerà da zero. Le Elites sono troppo marce per tornare indietro, i politici fanno a gara per vendersi a costoro e la maggior parte della popolazione mondiale non si rende conto che è in mano a dei “pupari”. L’autodistruzione forse risveglieà le coscienze.

  3. mimmo
    7 agosto 2019 • 10:28

    la ciliegina sulla torta mefitica é l’insistenza con cui si cerca di distruggere il concetto del Creatore, basandosi sulla “storia scritta”.
    La Bibbia é taroccata? il Credo é funzionale ai progetti secolari dell´uomo?La religione é l’oppio dei popoli?
    Certo!
    Le coscienze che si vogliono finalmente risvegliate, dove albergano? Nei corpi putrefatti dell’umanitá? Oppure, essendo esse un concetto spirituale, hanno una origine che trascende la realtá di un pianetino smarrito nell’infinito?
    Secondo me, l’autodistruzione deve risvegliare Qualcosa che é molto diverso da un vago concetto di una non meglio identificata coscienza umana.

    In sintesi…ed in conclusione…”non c’è nessuna legge divina dietro al peggiore dei mondi possibili. Sbaraccabile teoricamente in un solo modo: sgonfiando la paura su cui campa, alle spalle di tutti.”

    In realtá é proprio il contatto con il Trascendente che ci sta fottendo, perché l’uomo lo ha smarrito; smarrito grazie agli strumenti che dovevano alimentarlo.Strumenti manipolati e trasformati ad uso e consumo della superbia umana.

    se Dio non esiste tutto è permesso…Dostoevskij…

  4. Roberto
    7 agosto 2019 • 11:45

    È Agosto, sono in spiaggia, per cui da buon italiano medio ME NE FOTTO.

    DI TUTTO.

  5. Il Gobbo
    7 agosto 2019 • 12:47

    @mimmo

    In conclusione e in breve

  6. Rosa Mantegna
    7 agosto 2019 • 17:07

    Strane “COINCIDENZE”.

    Tornando verso casa, circa due ore fa, pensavo: “CHE NEMMENO SE AVESSERO VOLUTO, AVREBBERO POTUTO FARE UN MONDO PEGGIORE DI QUESTO”.
    Non si tratta quindi, per me (come spesso viene detto da molti, anche per il caso dei bambini di Bibbiano) solo di “fredda speculazione che non guarda in faccia nessuno”, di volontà di guadagno tout court; dato che in verità, qualsiasi negoziante esperto e di successo, sa che più tratterà bene la sua clientela e più guadagnerà.
    Quindi, cosa pensare di chi non si attiene e non si preoccupa di queste regole d’ oro del business, che non vuole guadagnare? Che è incompetente? Il potere e i miliardi posseduti da “questi CRIMINALI” dimostrano che NON è COSI’. Ma piuttosto, che “loro” hanno scelto, di NON farsi una BUONA clientela, ma una CLIENTELA DESTINATA A MORIRE, AD ESTINGUERSI per MANO “LORO”.

    E perché MAI, a che viene tanto ODIO verso i loro simili?!?
    “Dal fatto che non siamo propriamente SIMILI (ebbé si poteva superare la diversità in maniera pacifica, NO???), DALLA LORO DIVERSA realtà “fisica religiosa e morale” (ESSI sono il “terzo genere”, ERMAFRODITI, in parte o interi, e sono diventati una “specie deviata” di: assassini, sadici, depravati, pederasti e pedofili)! CHE, PER AFFERMARSI, DEVONO NEGARE E DISTRUGGERE LE NOSTRE VITE, (la nostra “specie” fatta di DUE generi) LA NOSTRA REALTA’.

    SE TANTO MI DA TANTO…
    Forse avremmo dovuto seguire le leggi DELLA NATURA a suo tempo, (invece di fare i “BUONISTI” fin d’ allora) e distruggerli nella previsione che ALTRIMENTI avrebbero voluto farlo loro.

    Nella vita è INDISPENSABILE la COMPRENSIONE, per coprire ogni problema.

    Nietzsche considerava la COMPASSIONE “il più grande pericolo”.

    ARMIAMOCI A PARTIRE, FINCHE” SIAMO IN TEMPO! ! ! !

  7. Monia De Moniax
    7 agosto 2019 • 18:30

    Questo scritto è un capolavoro. Riassume in breve tutte le cose che abbiamo “appreso” in anni ed anni di ricerche, riflessioni, studi.
    Bello il commento di Rosa Mantegna. Però, secondo me NON sono ermafroditi, sono deviati mentali. Il seme del male. L’ermafrodita in fin dei conti esiste in natura: Lumaca.Cocciniglia.Lombrico.Ostriche piatte.Rana.Tartaruga d’acqua dolce.Cernia.Alcuni rettili. Questi sono sovvertitori della Natura, che NON prevede religioni di distruzione. Le religioni sono una malattia mentale del bruto u-mano. Non sono satanisti, ché satana come il suo alter ego finto buonista NON esiste, sono malefici, derivati del male. Con che si
    debella il male? Con la Giustizia del Bene, non con il sepolcro sbianchettato male del “buonismo”. Noi dobbiamo essere la Coscienza di Sorella Natura e saremo invincibili. La cosiddetta strategia, contrapposta alla tattica, è solo una tattica permanente…

  8. stefano
    7 agosto 2019 • 21:16

    Quindi, alla fine di tutta questa tiritera, in cui si spara ovviamente anche sul M5S, colpevole, col suo 30% ma in realtà solo 15% della popolazione, di non aver rivoluzionato non solo l’Italia ma il mondo intero, non in 100 anni ma in 15 mesi, alla fine di questa tiritera in cui si dicono anche cose forse vere la soluzione qual’è? Sgonfiare la paura su cui campa il peggiore dei mondi possibili. Ok, intanto si potrebbe iniziare dall’aria fritta

  9. EXILADADELSUR
    7 agosto 2019 • 22:16

    Che dire, analisi attenta, lucida, che rileggero’ attentamente perche i temi sono importanti -Se un’idea devo esprimere e’ il satanismo (che satana esista o non non ha importanza) con i vertici del potere ci abbia parecchio a che fare, assieme ad una notevole aliquota di Psicopatia (assenza totale di emozioni)e via via i vari tipi di narcisismo correlati, indispensabili alla spietatezza necessaria per massacrare il mondo e quelli che ci stanno sopra . Mi pare che l’esempio piu emblematico di questa idea sia la cerimonia inaugural del traforo ferroviario del Gottardo 2014. Ma non dimenticherei nemmeno di citare “Eye wide shut”

  10. Graziella
    7 agosto 2019 • 22:40

    Cosa si può fare? Come invertire la rotta?
    Bella domanda, quando poche centinaia di persone posseggono ricchezze pari al PIL mondiale.
    Io inizierei a non votare più quelle forze che hanno tradito.
    Quelle che ci hanno fatti sprofondare in quest’incubo, dicendo che sarebbe stato bello.
    IL MIGLIOR MONDO POSSIBILE.

  11. Roberto
    8 agosto 2019 • 15:47

    Graziella@@ che dice, anche se non vota i cattivoni da Lei individuati, cosa crede che gli altri che rimangono da votare sono santi???

    O che possa qualche santo prendere decisioni o governare indisturbato facendo i nostri interessi trascurando quelli di chi tira le fila???

    Forse un po’ illusa…

  12. Roberto
    8 agosto 2019 • 15:49

    A leggere certe ingenuità si rafforza la convinzione che faccio bene a fottermene, non votare e vivere sereno per quanto possibile…

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