Archivio del Tag ‘analfabetismo’
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Macelleria-Siria, la strana alleanza tra Israele e Jihad
La Reuters ha faticato parecchio prima di poter pubblicare che qualche mese fa il presidente americano Barack Obama aveva approvato una “intelligence” dalla quale risulta che la Cia, Central Intelligence Agency, doveva dare un appoggio ai “ribelli” armati, che si battono per un cambiamento di regime in Siria e che ora questo sostegno deve essere tolto. A questo punto anche i più sperduti pescatori delle isole Figi già saranno a conoscenza di questo “segreto” (per non tornare a ripetere che in tutta l’America Latina si conosce una cosetta o due su come la Cia si sappia destreggiare nel rovesciare un regime). La Reuters descrive con cautela questo sostegno, come «circoscritto». Ma questo è, ovviamente, il codice per “proteggersi le spalle”. Infatti ogni volta che la Cia vuole abbandonare qualche progetto si serve della stampa e di qualche scriba fedele, come David Ignatius del “Washington Post”.
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I fantasmi della civiltà operaia e i cannibali del Primo Maggio
Alfonso abitava al sesto piano della torre a stella dove vivevo anch’io da ragazzo, a Quarto Oggiaro. Era un operaio dell’Alfa Romeo; si divertiva a raccontarmi di quando era partito da Napoli neppure ventenne e appena sceso alla stazione Centrale di Milano guardandosi attorno si disse, convinto: «Questa è la mia città». Trovò quasi subito lavoro in fabbrica.Il suo caporeparto gli parlava in dialetto milanese e si incazzava se Alfonso (Rossi, un cognome che pare già un luogo comune) faticava a comprenderlo. Per par condicio lui replicava in napoletano, finché, nel tempo, trovarono nell’italiano la lingua franca per comunicare e lavorare al meglio, tutti assieme. All’inizio non conosceva nessuno, ma fra colleghi di reparto, sezioni di partito, riunioni sindacali, nel volgere di poco tempo si sentì già completamente integrato.
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Villaggio: Mike ha abbassato il livello culturale
Mentre si pensa a funerali di Stato nel Duomo di Milano per onorare la memoria di Mike Bongiorno, re dei telequiz e “padre della televisione popolare italiana”, scomparso l’8 settembre all’età di 85 anni dopo una giovinezza avventurosa (nato a New York, partigiano in valle di Susa e finito in carcere a Milano con Indro Montanelli, prima di avviare la sfolgorante carriera televisiva con programmi-culto come “Lascia o raddoppia” e “Rischiatutto”), Paolo Villaggio non si unisce al cordoglio collettivo per la scomparsa del presentatore, sostenetendo che Mike Bongiorno avrebbe abbassato il livello culturale del paese, come ha dichiarato all’agenzia di stampa AdnKronos.