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Morte di Stato e vaccino obbligatorio: firmato, Draghi
Un anno intero di nefandezze non è bastato, a Giuseppe Conte, per avvicinarsi al record immediatamente centrato, invece, da Mario Draghi: l’obbligo vaccinale per il Covid, al momento limitato al personale sanitario. Virtualmente illegale: viola l’articolo 32 della Costituzione: nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge l’hanno fatta (o meglio, un decreto), che sua volta infrange tutte le convenzioni in vigore, che vietano di imporre un Tso con farmaci ancora sperimentali. Non manca il lato comico: autorevoli scienziati, alcuni dei quali spesso ospiti in televisione, hanno spiegato che la persona vaccinata resterebbe comunque contagiosa. A che scopo, quindi, imporre la vaccinazione a medici e infermieri? Un ossimoro: in teoria, è più probabile che in ospedale un paziente venga contagiato da un medico vaccinato, prima che da un dottore che abbia evitato di subire la vaccinazione.A monte, dovrebbe vigere la legge del buonsenso: perché mai ricorrere parossisticamente al vaccino, per un malattia facilmente curabile da casa, se presa per tempo? Uno dei medici virtuosi, di cui l’Italia dovrebbe andare orgogliosa, è il dottor Mariano Amici, di Roma: ha curato e guarito non meno di 2.000 pazienti Covid. Bilancio: tutti guariti, nessun ricovero. Di morti, nemmeno a parlarne. Intervistato da Massimo Mazzucco e Fabio Frabetti di “Border Nights”, protesta: obbligare medici e infermieri a vaccinarsi contro il Covid è un sopruso bell’e buono, un ricatto a cui non resta che opporsi con la disobbedienza civile: se in migliaia incrociassero le braccia, dice il dottore, voglio vedere come farebbero, a mandare avanti gli ospedali. Ai pazienti, un consiglio: andare dal proprio medico di base e chiedere che vi esenti dalla vaccinazione. Impossibile? Allora si chieda al medico di certificare di essere idonei al vaccino e di non correre pericoli: nessun medico firmerebbe mai un simile certificato, perché sa che le stesse case produttrici non garantiscono l’innocuità dei vaccini Covid, nati solo qualche mese fa. Vaccini la cui stessa efficacia, peraltro, è più che incerta.Mariano Amici sa come domare il Covid, senza ricoverare nessuno: per questo è stato insolentito, in televisione, nei programmi di Giletti e di Formigli. Addirittura, Bruno Vespa si è augurato che venga radiato dall’Ordine dei Medici. Si trova infatti sotto procedimento disciplinare: imperdonabile, un medico che salva 2.000 pazienti, in un’Italia che prima ha impedito le autopsie sui cadaveri delle vittime classificate Covid, nella primavera 2020, e poi ha disposto che i corpi venissero cremati, escludendo in via definitiva la possibilità di un esame autoptico, quando ancora i medici non avevano trovato le opportune contromisure. Si tratta di uno scandalo democratico, che puzza di dittatura: i medici salva-vita sono centinaia, e vengono ignorati o perseguitati. E il governo Draghi preferisce restare nel paradigma della menzogna e follia, mentre i pazienti continuano a morire perché non curati a casa, e ricoverati spesso fuori tempo massimo. In un paese civile, i responsabili di questa strage andrebbero immediatamente fermati, messi in condizione di non nuocere più, e finalmente processati.Un anno intero di nefandezze non è bastato, a Giuseppe Conte, per avvicinarsi al record immediatamente centrato, invece, da Mario Draghi: l’obbligo vaccinale per il Covid, al momento limitato al personale sanitario. Virtualmente illegale, perché viola l’articolo 32 della Costituzione: nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge l’hanno fatta (o meglio, un decreto), ma a sua volta infrange tutte le convenzioni internazionali in vigore in Italia, che vietano di imporre un Tso con farmaci ancora sperimentali. Non manca il lato comico: autorevoli scienziati, alcuni dei quali spesso ospiti in televisione, hanno spiegato che la persona vaccinata resterebbe comunque contagiosa. A che scopo, quindi, imporre la vaccinazione a medici e infermieri? Un ossimoro: in teoria, è più probabile che in ospedale un paziente venga contagiato da un medico vaccinato, prima che da un dottore che abbia evitato di subire la vaccinazione.
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Appello a Mattarella: dimetta Zingaretti, calpesta la Carta
«Se è vero che in questo paese esiste ancora una Costituzione, di cui lei è il garante, per favore, ce ne dia una dimostrazione». Questo l’appello che Claudio Testa, dirigente del Movimento Roosevelt, rivolge al Capo dello Stato. La richiesta: disciogliere il Consiglio regionale del Lazio e quindi far decadere il presidente, Nicola Zingaretti, incidentalmente anche segretario del Pd. Le “imputazioni”? Infinite. Riassumendo: danni per 40 milioni di euro, in poche settimane, senza contare il Tso di massa imposto con l’ordinanza regionale che dispone l’obbligo vaccinale (contro l’influenza) per il personale sanitario del Lazio e gli over-65 che abitano nella regione. Misura subito contestata al Tar dai medici laziali, come inopportuna e potenzialmente pericolosa: l’iper-vaccinazione potrebbe esporre i sanitari al Covid, sguarnendo il Lazio di medici e infermieri. Lo stesso Movimento Roosevelt ha presentato a sua volta un esposto al Tar, in appoggio ai sanitari, denunciando la violazione dell’articolo 32 della Costituzione. “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”, recita la Carta. «E un’ordinanza regionale non è una legge», sottolinea Testa.Non è tutto: l’incauta prenotazione di mascherine, da parte del Lazio, è costata la perdita di 11 milioni euro (fonte, Bankitalia). E altri 27 milioni sarebbero il danno erariale causato dallo stop – altrettanto incostituzionale, secondo Testa – che Zingaretti ha imposto alle sale slot, cui è stato impedito di riaprire a giugno. Quei 27 milioni li cita il “Fatto Quotidiano”, menzionando una denuncia nel frattempo inoltrata alla Corte dei Conti. Sotto accusa l’ordinanza dell’assessore regionale Alessio D’Amato, che il 13 giugno ha disposto – caso unico, in Italia – la riapertura solo a luglio di slot-machine, sale scommesse e sale Bingo, nel resto d’Italia riaperte il 15 giugno. «Zingaretti però non ha bloccato lotto, superenalotto e “gratta & vinci”: perché?». Claudio Testa denuncia l’ipocrisia della politica italiana, e accusa Zingaretti di aver ceduto alle pressioni dei 5 Stelle, che contro il “gioco lecito” animano una sorta di crociata, per tentare di ripulire la loro immagine più che appannata. Ma attenzione: proprio dalla tassa sulle sale scommesse sono arrivati i soldi per finanziare i cavalli di battaglia dei grillini: «L’ultimo aumento del Preu, il “prelievo erariale unico” applicato alle sale slot, è servito ai 5 Stelle per potersi far belli e proporre il reddito di cittadinanza e “Quota100″».Non sono gli unici, i grillini, a mostrare tanta disinvoltura: «Per il Ddl “promozione natalità e sostegno famiglie” presentato al Senato da Fratelli d’Italia – ricorda Testa – a copertura è stato chiesto di incrementare il Preu del 30%». A che gioco giochiamo? «Quel fondo è ritenuto immorale, ma vi si attinge tranquillamente», protesta Claudio Testa, rivolgendosi ai parlamentari: «Siete tutti moralisti, ma senza morale. Quel pozzo, che definite “di acqua fetida”, è lo stesso pozzo da cui poi vi andate ad abbeverare per trovare i fondi a sostegno delle vostre iniziative socialmente utili». Come dire: «Pecunia non olet, d’accordo: ma almeno da voi ci si aspetterebbe un po’ di onore, visto che vi considerate onorevoli». Lo stesso Testa impugna l’ordinanza del Lazio contro le sale gioco, che avrebbe causato danni all’erario per quasi 30 milioni di euro. La Regione si ritiene autorizzata a emanare ordinanze “di carattere contingibile”, cioè per eventi imprevedibili, ma poi – due righe sotto – nel dispositivo ammette che l’indice di contagiosità del coronavirus è “in progressivo decremento”, quindi occorre puntare sulla “ripresa del tessuto economico e sociale”. E allora perché non lasciar riaprire anche le sale gioco?«Per Zingaretti – afferma Testa – gli operatori di questo settore non fanno parte del tessuto socio-economico del Lazio: pagano le tasse, ma sono invisibili». Dopo 100 giorni di fermo totale, e in gran parte dei casi senza aver ricevuto un euro di cassa integrazione, «il presidente della Regione si permette di far posticipare la riapertura, come se la situazione economica non fosse già sufficientemente critica». Perché poi il Lazio? Stava peggio della Lombardia, rispetto al Covid? Macché: il 12 giugno, lo stesso assessore D’Amato annunciava, all’Adn Kronos, «il record di guariti». E dunque dove stava la necessità di misure “di carattere contingibile e urgente”? Per Claudio Testa, la Regione di Zingaretti ha collezionato una quantità impressionante di violazioni costituzionali, oltre al Tso di massa per il vaccino antinfluenzale che viola l’articolo 32. Gli esempi sono tanti. Articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale: è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini”. Articolo 35: “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni”. Ancora, articolo 41: “L’iniziativa economica privata è libera”.Soprattutto, aggiunge Testa, è clamorosa la violazione dell’articolo 120: “La Regione non può limitare l’esercizio del diritto al lavoro, in qualunque parte del territorio nazionale”. «Avete letto bene: la Regione “non può”. Zingaretti invece può, nemmeno fosse il Marchese del Grillo?». Il dirigente del Movimento Roosevelt si rivolge ai giuristi, per mettere a punto il seguente appello: «Chiedo ufficialmente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ai sensi dell’articolo 126 della Costituzione, di predisporre decreto motivato per sciogliere immediatamente il Consiglio regionale del Lazio, e sollevare contestualmente dalla carica il presidente Nicola Zingaretti, per motivi di reiterata violazione di più articoli della Costituzione». In altre parole: se è ancora formalmente in vigore, la tanto decantata Costituzione italiana, non sarebbe il caso di farla finalmente rispettare anche nel Lazio, dove Zingaretti pare ignorarla del tutto per assecondare gli equilibri politici su cui si basa il suo potere, traballante quanto quello di Giuseppe Conte? «Gradiremmo avere una risposta – conclude Testa – dal nostro silente presidente della Repubblica».(Il video-intervento di Testa è stato pubblicato su MrTv, YouTube, il 5 luglio 2020).«Se è vero che in questo paese esiste ancora una Costituzione, di cui lei è il garante, per favore, ce ne dia una dimostrazione». Questo l’appello che Claudio Testa, dirigente del Movimento Roosevelt, rivolge al Capo dello Stato. La richiesta: disciogliere il Consiglio regionale del Lazio e quindi far decadere il presidente, Nicola Zingaretti, incidentalmente anche segretario del Pd. Le “imputazioni”? Infinite. Riassumendo: danni per 40 milioni di euro, in poche settimane, senza contare il Tso di massa imposto con l’ordinanza regionale che dispone l’obbligo vaccinale (contro l’influenza) per il personale sanitario del Lazio e gli over-65 che abitano nella regione. Misura subito contestata al Tar dai medici laziali, come inopportuna e potenzialmente pericolosa: l’iper-vaccinazione potrebbe esporre i sanitari al Covid, sguarnendo il Lazio di medici e infermieri. Lo stesso Movimento Roosevelt ha presentato a sua volta un esposto al Tar, in appoggio ai sanitari, denunciando la violazione dell’articolo 32 della Costituzione. “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”, recita la Carta. «E un’ordinanza regionale non è una legge», sottolinea Testa.
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Facci: “Sì, sono evaso. E ora venitemi a prendere, cialtroni”
Ieri è stato il mio primo giorno di annunciata «evasione» e riappropriazione delle mie libertà civili, ma assomigliava sin troppo a qualsiasi altro giorno di gennaio, all’inizio: i parcheggi attorno a casa erano vuoti come non vedevo da tempo, il traffico era scorrevole ma comunque era traffico – non solo furgoncini bianchi e autobus – e mai sono stato fermato e controllato, così come mai è accaduto dall’ inizio della segregazione. Sembrava, insomma, un giorno di vecchio conio, come se i casi fossero stati due: o tutti avevano improbabilmente letto il mio articolo (quello in cui annunciavo che sarei uscito liberamente in spregio a un governo delegittimato e cialtrone) oppure non so, da ieri, forse, è come se fosse scattato qualcosa di diverso nella gente. Comunque ce n’era in giro molta di più. Almeno qui, in questa zona. Era mattina molto presto, avevo guanti e mascherina (non ho il coronavirus, ne sono certo) e in auto sono passato a prendere la mia colf come ho fatto quasi tutti i giorni, perché dei mezzi pubblici non c’è da fidarsi. Guanti a mascherina anche lei, poltrona posteriore. Due volte a settimana sono sempre e regolarmente andato a prendere e riportare anche i miei figli piccoli, che non vivono con me. Credo di aver sempre rispettato tutte le regole.Ho portato a casa la colf e poi sono andato con una mia amica in un vicino cash&carry a fare un po’di spesa: non c’è mai fila e quindi basta entrare distanziati di qualche metro, per poi ritrovarsi «in più di un esponente per famiglia». Poi fuori, e dopo lo scarico-spesa ecco la partenza per gli stracazzi miei, violando ogni regola e però, secondo me, nessuna. Risorse pubbliche – Tangenziale, svincolo per la Valassina, direzione Lecco, sino al piazzale della funivia (chiusa) per i Piani d’Erna, una sessantina di chilometri, un’ora comoda per arrivare. Qui partiva la camminata verso il mitico Resegone partendo da circa 800 metri. Lungo il tragitto, ancora invernale perché più si sale e più la primavera si attarda, ho incontrato le stesse persone che ho sempre incontrato lungo quel sentiero nei giorni feriali: nessuna. Oppure vabbeh, qualche sciroccato di quelli che corrono in salita, nel primo tratto: ma ieri neanche quelli. La mascherina l’avevo tolta, i guanti li avevo sostituiti con altri con un po’ di grip. Fatica boia, perché non sono più allenato. Ecco i Piani d’Erna dopo un’ora e mezza o due, non so, non avevo l’orologio e non ho guardato sul telefono.Ecco, l’orologio, il telefono: spieghiamo bene. Mi diletto di alpinismo anche serio, o quasi, e per scelta personalissima non porto mai con me un gps per tracciare il percorso, o per poter indicare le coordinate in cui mi trovassi se avessi un incidente. Non ho neppure una delle app di geolocalizzazione per farsi ritrovare in caso di emergenza. Criticabile sinché volete: ma è una scelta di vita, un modo di misurarmi con me stesso e basta, come altre volte mi è pericolosamente capitato. Perché lo dico? Solo perché nessuno possa dire, per esempio, che in caso d’incidente io sottrarrei risorse alla sanità pubblica, tipo un elicottero, un’ambulanza. E questa, se volete, è una grezza metafora di quello che voglio dire: io rispetto le regole, soprattutto se il non farlo rischiasse di danneggiare altri; quindi continuerò a mettere guanti e mascherine e rispetterò le distanze come tutti i cittadini devono fare, e come dovranno fare per molto tempo. Ma non mi farò mettere una «app» sul telefono da questo governo di cialtroni incapaci, governo che è responsabile – lui sì – dell’inanità politica e dei ritardi che hanno portato a migliaia di morti nel nostro paese. Figuratevi se allo stesso modo mi farò spiare da un drone: vivo in Occidente, imperniato sui diritti del singolo individuo: i governi imperniati sul diritti della collettività mi pare abbiano un altro nome.Incostituzionale – Quindi, ripeto, rispetterò le regole serie che non ne violano altre, non affollerò autostrade per Pasqua e Pasquetta con in tasca dei giustificativi idioti, patirò le conseguenze delle mie azioni, mentre voi fate il cazzo che volete: ma io non mi farò (più) limitare le libertà personali da un governo sempre in ritardo su tutto, inetto con le sue burocrazie, le sue gare Consip, i suoi clientelismi, incapace di fare un decreto anziché tremila, incapace di fermare treni di untori, incapace di fare delle zone rosse vere là dove servono, salvo incolpare altri di non averle fatte (come se le regioni disponessero dell’esercito) e insomma, non mi farò ingabbiare in aeternum da chi giochicchia con la Costituzione e non ne è neppure degno, e permette, per dire, a milioni di cani di passeggiare coi loro padroni ma poi non lascia che un uomo possa restare in auto mezz’ora in più per poter camminare e scalare in solitudine una montagna. Il tempo è scaduto: il paese, le Regioni, il genoma italico dell’arrangiarsi hanno già fatto da soli: il governo è zavorra, incolto e buffonesco, illiberale come la noticella Agcom del 19 marzo che intima di «contrastare la diffusione in rete di informazioni false o non corrette, diffuse da fonti non scientificamente accreditate». Ma accreditate da chi?Oppure quell’editto tipo sovietico che vieta ai medici di parlare con la stampa senza «l’autorizzazione delle autorità sanitarie»: ma che autorità? Quali? Se esiste un governo che in un periodo di vera emergenza possa limitare le mie libertà personali, beh, non è più questo, hanno scherzato col fuoco, ora basta. Stanno giocando a tempo indeterminato coi nostri diritti fondamentali – che non è solo il diritto alla salute – senza che aver dimostrato la tempra, la legittimità e soprattutto l’intelligenza per poterlo fare: e se è vero che siamo storicamente un gregge, vorrà dire che cominceremo a contarci tra pecore nere. Capisco, a qualcuno forse importerà anche solo svacanzare a Pasqua, altri penseranno che io stia dipingendo di neo-qualunquismo una trascurabile voglia di una passeggiata in montagna: forse è anche un po’così. Ma, per il resto, con soavità, non si sta comprendendo che il perdurare dello stato di emergenza e la normativa sul Coronavirus stanno mandando a farsi fottere la nostra Carta costituzionale. Si sta affermando un pensiero unico secondo il quale le cose possano stare in un certo modo e basta («polemizzare è follia») e sta risultando che il diritto alla salute sia il primo e assoluto diritto della persona, mentre ogni altro diritto, comprese la libertà personale ed economica, debbano cedere il passo. Ebbene, non c’è scritto niente del genere, nella Costituzione. Non ha mai osato sostenerlo nessun costituzionalista. Mai.Il primo diritto costituzionale è proprio quello della libertà personale (l’articolo 13, nella famosa Parte Prima) mentre il diritto alla salute lo ritrovi all’articolo 32. Forza, amici più preparati, trovatemi un solo testo dove si dica che l’articolo 13 possa cedere all’articolo 32, peraltro con proroghe e riproroghe. Ora si parla del 3 maggio. Sicuri? E chi decide, i medici? Gli esperti? La politica, in pratica, si sta solo attenendo alle indicazioni di specialisti che per loro stessa ammissione non ci capiscono un cazzo, e ogni giorno ne sparano una diversa. Stato di emergenza – È questo il punto vero, non la passeggiata in montagna: ogni decisione dovrebbe spettare alla politica, ma qui non c’è più una politica, non ci sono più i politici, soprattutto non è un governo quella cosa che chiamiamo governo. Lo stato di emergenza non è lo stato di guerra. Se anche lo fosse, dovrebbe essere deliberato dal Parlamento e dichiarato dal presidente della Repubblica, non da un decretino legge fatto da un governicchio. Sono tutte cose che i nostri giuristi, un giorno, non tarderanno a rilevare con solennità. Forse spaventati, ora, minimizzano o ne fanno discussione privata. È il loro modo. Il mio, molto più modestamente, è un altro: io esco. Continuerò a farlo. Per tre ragioni: perché mi piace la montagna, perché ho studiato e perché preferisco che a requisirmi la libertà piuttosto sia un carabiniere, non Giuseppe Conte. Vengano a prendermi. Sono qui.(Filippo Facci, “Sono evaso dai domiciliari e sono arrivato fino a Lecco”, da “Libero” del 15 aprile 2020).Ieri è stato il mio primo giorno di annunciata «evasione» e riappropriazione delle mie libertà civili, ma assomigliava sin troppo a qualsiasi altro giorno di gennaio, all’inizio: i parcheggi attorno a casa erano vuoti come non vedevo da tempo, il traffico era scorrevole ma comunque era traffico – non solo furgoncini bianchi e autobus – e mai sono stato fermato e controllato, così come mai è accaduto dall’inizio della segregazione. Sembrava, insomma, un giorno di vecchio conio, come se i casi fossero stati due: o tutti avevano improbabilmente letto il mio articolo (quello in cui annunciavo che sarei uscito liberamente in spregio a un governo delegittimato e cialtrone) oppure non so, da ieri, forse, è come se fosse scattato qualcosa di diverso nella gente. Comunque ce n’era in giro molta di più. Almeno qui, in questa zona. Era mattina molto presto, avevo guanti e mascherina (non ho il coronavirus, ne sono certo) e in auto sono passato a prendere la mia colf come ho fatto quasi tutti i giorni, perché dei mezzi pubblici non c’è da fidarsi. Guanti a mascherina anche lei, poltrona posteriore. Due volte a settimana sono sempre e regolarmente andato a prendere e riportare anche i miei figli piccoli, che non vivono con me. Credo di aver sempre rispettato tutte le regole.
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Appello: ribelliamoci alla dittatura del Ministero della Verità
La tenaglia della censura sta per stringersi sulla Rete e sulle voci della libera informazione. I segnali ci sono già tutti. Questa voglia di censura si sta articolando su due fronti, precisi e distinti. Il primo ramo della tenaglia è la legittimazione del cosiddetto “giornalismo dei professionisti”, l’informazione mainstream, come unica fonte valida per ricevere informazioni affidabili. Il secondo ramo della tenaglia è la delegittimazione, uguale e contraria, delle voci della libera informazione. Noi siamo liberi, le grandi televisioni no: per vivere hanno bisogno degli sponsor pubblicitari. E se a uno sponsor un certo discorso non piace, quel discorso in Tv non viene fatto. Sulle televisioni nazionali non vedrete mai, ad esempio, una seria e approfondita discussione sulla sicurezza dei vaccini, perché le case farmaceutiche sono tra i maggiori sponsor delle televisioni, e alle case farmaceutiche non fa piacere che si metta in discussione la sicurezza dei vaccini. Ecco perché da Fazio vedrete sempre e solo Burioni che pontifica a senso unico, ma non vedrete mai nessuno che gli fa un serio contraddittorio. Né vedrete mai una seria discussione sulla potenziale pericolosità del 5G: perché tra gli altri grandi sponsor delle televisioni ci sono le multinazionali della telefonia, a cui non fa piacere che venga messa in discussione la sicurezza delle loro tecnologie.Attenzione: non sto dicendo necessariamente che i vaccini non siano sicuri, o che il 5G sia sicuramente dannoso per la salute; sto solo dicendo che discussioni vere, approfondite – con un vero contraddittorio, su questi argomenti importantissimi per la nostra salute – in televisione non le vedrete mai (perché le televisioni non sono libere, sono controllate dagli sponsor che gli pagano gli stipendi e i costi di produzione). Noi invece siamo liberi, possiamo fare tutte le interviste e i dibattiti che vogliamo: e questo naturalmente dà molto fastidio, a quelli che vorrebbero il controllo totale dell’informazione. E adesso che i nostri numeri stanno aumentando di parecchio, visto che ormai tutti insieme facciamo svariati milioni di visualizzazioni ogni mese, hanno deciso di partire al contrattacco. Questa è la premessa; vediamo adesso, più da vicino, i due rami di questa manovra a tenaglia che vorrebbe soffocarci tutti. Il primo ramo, come dicevo, è quello della auto-legittimazione: “Noi del mainstream siamo gli unici di cui potete fidarvi”. Chi lo dice? “Lo diciamo noi, del mainstream”. Autoreferenzialità, appunto. Mediaset: «Oggi più che mai, l’informazione influenza la nostra vita e la nostra sicurezza. Le notizie sono una cosa seria: fidati dei professionisti dell’informazione. Scegli gli editori reponsabili, gli editori veri. Scegli la serietà».“Scegli gli editori reponsabili, gli editori veri. Scegli la serietà”. Eccoli qui, gli editori responsabili: sono loro. La Rai, Mediaset e La7, più tutti i quotidiani più importanti. Peccato che, se vai poi a guardare più da vicino, i primi a raccontare “fake news” siano spesso proprio loro. Facciamo qualche esempio. Un classico, ormai passato alla storia, risale al 2014. Il ministro della salute Lorenzin va da Bruno Vespa e mette in atto una vera e propria azione di terrorismo mediatico, descrivendo una terribile epidemia di morbillo che sarebbe avvenuta a Londra l’anno precedente: «Sono morti 270 bambini». Poi qualcuno è andato a verificare sui siti del governo inglese, e ha scoperto che l’anno prima (il 2013) c’era stato un solo morto di morbillo – un adulto di 25 anni, fra l’altro, morto per una complicanza polmonare. La redazione di “Porta a porta” è stata travolta da una valanga di email di protesta – io stesso ne ho scritta una – chiedendo una correzione immediata della “fake news”. Ma non è successo niente: la correzione, da parte di Vespa, non c’è mai stata. Eppure il “codice deontologico del giornalista” dice chiaramente: «Il giornalista corregge senza ritardo errori e inesattezze».L’anno dopo, 2015, la Lorenzin ripete la stessa bugia nella trasmissione “Piazza pulita” di Corrado Formigli. «Di morbillo si muore, in Europa: in un’epidemia di morbillo a Londra, lo scorso anno, sono morti più di 200 bambini». Nuovo controllo: morti di morbillo a Londra nel 2015, cioè l’anno prima: zero. Nuova valanga di email di protesta, comprese le mie, con ripetute richieste di correzione. E nuovamente, nessuna correzione (in questo caso, da parte di Formigli). Eppure non c’è solo il codice deontologico, c’è anche il “testo unico dei doveri del giornalista” a ricordargli che «devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte e riparati gli eventuali errori». Invece niente, nessuna correzione: la bugia passa tranquillamente sul mainstream, viene ripetuta, rimane impressa nella mente degli spettatori. E quelli che si sono resi responsabili di propaganda non la correggono, pur sapendo benissimo che era un “fake” (lo sanno, perché li abbiamo informati noi).Altro esempio: Giovanna Botteri, corrispondente da New York, distorce platealmente una deposizione di Tex Tillerson, futuro segretario di Stato americano, per farlo apparire un amico di Putin che condona, in qualche modo, i suoi presunti crimini di guerra in Siria (presunti da Marco Rubio, ovviamente, che lo sta interrogando). «Rex Tillerson, che della Russia è notoriamente un amico, al Congresso prende le distanze da Mosca, ma non da Putin: alla domanda del repubblicamo Rubio se lo considera un criminale di guerra, risponde “no”». Io mi sono stupito di una risposta del genere, da parte di Tillerson. Allora sono andato a cercare lo scambio originale con Marco Rubio, e ho scoperto che la risposta di Tillerson è stata completamente distorta dalla Botteri. Tillerson non ha mai detto «no, per me Putin non è un criminale», e quindi (sottinteso) «condono le sue azioni in Siria». Ma ha detto che lui non userebbe mai quel termine; che si tratta di un’accusa molto grave; e che, prima di fare un’affermazione del genere, avrebbe bisogno di molte più informazioni, rispetto a quelle disponibili. Ora, è un fatto molto grave, per una giornalista della Rai, distorcere in quel modo le parole del ministro degli esteri americano. Anche in questo caso, avevo scritto alla redazione del Tg chiedendo una correzione, e anche stavolta la correzione non c’è stata.Altro esempio, Enrico Mentana: prima dichiara di sostenere apertamente la posizione del Cicap sull’11 Settembre, cioè la versione ufficiale del governo americano, e poi manda in onda 16 “fake news” consecutive (16 di numero, una dietro l’altra), raccontate da Paolo Attivissimo in una sola trasmissione. Un record assoluto: credo che non verrà mai battuto, nella storia. Io faccio un video, dove dimostro – documenti alla mano – che tutte le affermazioni di Attivissimo sono false, dalla prima all’ultima, e lo segnalo alla redazione di Mentana per chiedere una correzione: siamo ancora qui ad apettare che arrivi. Evidentemente, per giornalisti come Vespa, Formigli, Botteri o Mentana, il “codice deontologico” è solo carta straccia. Un ultimo esempio, clamoroso, avvenuto lo scorso gennaio sempre su La7. Andrea Purgatori presenta uno speciale sulla morte di Soleimani. Su Twitter annuncia, con gran fanfara, «le immagini dell’uccisione del generale Soleimani». Sentite con quale enfasi drammatica Purgatori commenta le immagini: «Sono immagini drammatiche, anche se in bianco e nero. Come vedete c’è un convoglio, sentite le parole del pilota che sta manovrando il drone. Guardate come vengono colpiti, uno ad uno, tutti i convogli. Ora ci saranno dei puntini bianchi (guardate, sulla destra): sono uomini che cercano di scappare da questo attacco». Peccato che le immagini che sta mandando in onda siano quelle di un videogioco. Non solo non sono le immagini dell’attentato a Soleimani: non sono nemmeno immagini reali.Preso in castagna, non solo Purgatori si rifiuta di correggere l’errore, ma raddoppia addirittura la posta. Stuzzicato su Twitter nientemeno che da Paolo Attivissimo, Purgatori risponde: «Certo che è un videogioco, lo sapevo, ma rappresentava tecnicamente una perfetta dimostrazione di come colpisce un drone». Peccato che lui stesso, in trasmissione, ci abbia confermato che non fosse un videogioco. Sentite: «Vi faccio subito vedere una cosa: somiglia molto a un videogioco, ma non è un videogioco». Quindi cosa fa Purgatori? Ci rifila un “fake”, e nel frattempo ci assicura che non si tratta di un “fake”. Cioè: ci mente, sapendo di mentire. Questo è un caso talmente perverso che non penso sia nemmeno contemplato, nel famoso “codice deontologico” dei giornalisti. Quindi i Bruno Vespa, i Formigli, le Botteri, i Mentana, i Purgatori… sarebbero questi i famosi “professionisti dell’informazione” di cui dovremmo fidarci a scatola chiusa? Come direbbe Antonio Razzi, “questo non creto”. Ci sono certamente, in giro, degli ottimi giornalisti, che riescono a fare bene il loro lavoro nonostante le pastoie che gli impone il sistema – e a questi vanno tutte le lodi possibili. Ma ce ne sono anche tanti, come abbiamo visto, che fanno i furbini. E mentono, sapendo di mentire, pur di portare avanti la loro agenda politica o personale. Quindi, come in tutte le cose, si giudica caso per caso. Non si danno pass generalizzati a nessuno, qui: non si fanno sconti per comitive. Troppo comodo dire “noi siamo l’informazione ufficiale, fidatevi di noi”. La nostra fiducia ve la dovete guadagnare giorno per giorno, servizio per servizio, telegiornale per telegiornale.Veniamo adesso all’altro braccio della tenaglia: l’attacco, sempre più serrato, alla libera informazione. E’ un attacco che tende chiaramente a criminalizzarla, per avere la scusa per poi tapparci in qualche modo la bocca. Questo disegno ormai è evidente è ben coordinato e arriva chiaramente dall’alto, visto che ormai è a livello governativo. L’Ansa: “Martella, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: creata unità contro fake news”. Naturalmente si usa la scusa del coronavirus: e così, nel frattempo, ci si vuole arrogare il diritto di decidere cosa sia falso e cosa no. Poi, una volta stabilito questo principio, sarà molto facile utilizzarlo ovunque torni comodo. Addirittura, qualche sera fa, Andrea Purgatori – proprio lui – ha dedicato una puntata di “Atlantide” alle “fake news”. Il servizio si intitolava “Fake Room, la Fabbrica delle Bugie”. Cioè, praticamente: quelli che ce le propinano impunemente, sono anche quelli che dicono di voler smascherare. Fantastico, no? Un totale capovolgimento dei ruoli, nella classica logica orwelliana. Io comunque, di fronte a un titolo così importante come “La Fabbrica delle Fake News”, mi sono seduto comodo in poltrona a guardare attentamente. E cos’ho visto? Il nulla più assoluto. Purgatori ha fatto il solito minestrone di cose che non c’entrano nulla l’una con l’altra. Ha messo insieme l’invasione dei marziani di Orson Welles, la storia del finto alieno di Roswell, le missioni lunari, la morte di Paul McCartney, il rapimento di Aldo Moro, l’11 Settembre, la fialetta di Colin Powell, Hitler scappato in Sudamerica, “Elvis Presley è vivo”; mancava solo la “Terra piatta”, e il menù era completo.Fra l’altro, ringrazio: Purgatori ha anche inserito lo spezzone di un mio video, dando così un po’ di visibilità al mio canale. Bene, dopo tutto questo minestrone, mi son detto: vediamo un po’ cosa farà, il nostro eroe. Visto che la trasmissione si chiama “La Fabbrica delle Fake News”, vediamo un po’ come si fabbricano, queste fake news. E invece, niente: dopo il minestrone, Purgatori ha intervistato quello che secondo lui era un epidemiologo, Enrico Bucci, dell’università di Filadelfia. Ma in realtà, Bucci si è rivelato non essere affatto un epidemiologo. Sentite che figura: «Per prima cosa, smonto una fake news prima che diventi importante: io non sono un epidemiologo, sono un biologo chimico e mi occupo di analisi di dati complessi in bio-medicina». Povero Purgatori, ne calpesta una dietro l’altra… Non sa nemmeno con chi sta parlando. Comunque, a parte questa gaffe, il succo è che, nella trasmissione, non ha minimamente affrontato l’argomento fake news. Dopo il biochimico, Purgatori ha intervistato un archeologo (Valerio Massimo Manfredi), che ci ha spiegato che la Donazione di Costantino era un falso – come se per scoprirlo avessimo bisogno di lui, fra l’altro. E poi ha intervistato uno psichiatra (Paolo Crepet), che ci ha fatto il preciso ritratto clinico del fabbricatore di fake news. Ascoltate: «Il fabbricatore di fake news è uno che si mette lì, alle undici di sera…». Purgatori: «E ne inventa una». Crepet: «Se ne inventa una, non so… Con tutto il rispetto, magari fa un lavoro qualsiasi…».Il fabbricatore di fake news “è uno che si mette lì, alle undici di sera, e magari ne inventa una”. E dopo questa approfondita e rigorosa analisi scientifica, praticamente, la trasmissione è finita lì. Cioè: il tentativo – ormai classico – di associare le idiozie più disparate ai temi più seri; e poi, il nulla più assoluto. Questo non è giornalismo: questo è impressionismo mediatico, una pennellata e via. E’ il mordi e fuggi di chi, in realtà, non ha niente da dire. Molto più feroce, invece (e molto più subdolo) è stato il tentativo di Mentana di attaccare la cosiddetta galassia complottista, nel suo insieme. Sulla sua rivista online, “Open”, Mentana ha pubblicato un lunghissimo articolo, intitolato: “Coronavirus. Le fonti del movimento sovversivo Nuova Resistenza Italiana, che incita a violare la quarantena”. L’autore dell’articolo è David Puente, un debunker dell’ultima generazione che è diventato lo scudiero preferito di Mentana, per questo tipo di operazioni. Che cosa hanno fatto, in sostanza, con questo articolo? Non potendo attaccare noi direttamente, sono andati a prendere questo gruppo Facebook chiamato “Nuova Resistenza Italiana” (che io, fra l’altro, non conoscevo nemmeno), e hanno detto: loro incitano a uscire di casa, quindi a violare la legge; andiamo un po’ a vedere chi sono le loro fonti, da dove prendono le loro informazioni.Hanno quindi tentato di fare un percorso all’indietro, per cercare di collegare anche noi a quelli che loro definiscono “un movimento sovversivo”. Gli americani hanno un’espressione molto bella, per questo meccanismo; si chiama “guilty by association”, colpevole per associazione. Non puoi attaccare qualcuno direttamente, e allora lo accusi in qualche modo di essere collegato a persone che tu definisci come sovversive. Ora, andiamo a vedere più da vicino chi sarebbero, i colpevoli di questa malfamata associazione a delinquere. Per farci capire meglio come stanno le cose, David Puente ha fatto addirittura ricorso a una specie di mappa del crimine – un po’ come quando in televisione ti fanno vedere la mappa delle famiglie mafiose, nei documenti delle forze dell’ordine. E il primo della lista, di questi mafiosi, ovviamente è Claudio Messora. Vediamo qual è la sua colpa: «”Byoblu” di Claudio Messora ospita spesso personaggi controversi che riportano una “informazione alternativa al mainstream”». Oddio, questo è veramente un peccato mortale… Roba da metterlo subito al rogo, senza nemmeno processarlo. In realtà, la vera colpa di Messora è stata quella di aver intervistato Stefano Montanari. Vediamo il capo d’accusa di Montanari: «Stefano Montanari ha definito il coronavirus un “virus fasullo” che risulta innocuo e che il vaccino sarà una truffa colossale per “iniettarci qualunque cosa”».Quindi, Montanari non ha violato nessuna legge: ha semplicemente espresso la sua opinione (con la quale, fra l’altro, nessuno è obbligato a essere d’accordo). Io stesso ho intervistato Montanari tre giorni dopo, e con me ha ripetuto praticamente gli stessi concetti. Io non ero d’accordo con lui, l’ho detto chiaramente, ma gli ho comunque permesso di parlare – perché lo scopo del dibattito è proprio questo: confrontare opinioni diverse. Invece, il Patto per la Scienza di Burioni ha fatto addirittura un esposto contro Montanari, e nel frattempo ne ha approfittato anche per chiedere l’oscuramento di “ByoBlu” – così, en passant: mentre cerchiamo di silenziare il messaggio, proviamo anche a dare una bella legnata al messaggero. Un altro colpevole di crimini efferati, poi, è Giulietto Chiesa: «”Pandora Tv” di Giulietto Chiesa ospita personaggi controversi e teorici del complotto». Mamma mia! E’ pazzesco, quello che fa Giulietto Chiesa: “ospita personaggi controversi”, mettiamo subito al rogo anche lui.Puente, forse te lo sei dimenticato. Ma l’articolo 21 della Costituzione dice: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Quindi, qui se c’è qualche sovversivo sei tu, Puente, nel senso che tu vorresti sovvertire la Costituzione, impedendo a queste persone di parlare. Andiamo adesso a vedere quali sono le colpe specifiche attribuite da Puente alle persone intervistate da “Pandora Tv”. «Manlio Dinucci, che scrive per il “Manifesto”, ha tirato in ballo l’esercitazione Nato nota come “Defender Europe 2020″ e i soldati americani “senza mascherina”». Signor Dinucci, ma cosa fa?! Tira in ballo i soldati americani senza mascherina?! E’ impazzito? Non lo sa che “tirare in ballo” è espressamente proibito dal codice penale? In realtà cos’ha fatto, Dinucci? Ha semplicemente citato un video ufficiale, del Pentagono, nel quale si vedono i soldati americani che atterrano in Europa per le esercitazioni Nato, e si salutano e si abbracciano tranquillamente, senza mascherina. Qual è il peccato di Dinucci? Aver commentato un video ufficiale del Pentagono. Tutto qua.Un altro criminale intervistato da “Pandora Tv” è Maurizio Martucci, «gestore di Oasisana.com e autore su “Il Fatto Quotidiano”», che «pone la teoria del rapporto tra 5G e il nuovo coronavirus». Oddio, Martucci ha addirittura “posto una teoria”… che eresia! Pensate, del 5G non sappiamo praticamente niente, perché nessuno ci dice niente, veramente; sappiamo ancora meno, del coronavirus, però David Puente ha già capito che non ci può essere nessuna correlazione fra le due cose, per cui si sente di mettere all’indice chi la suggerisce. Ma nemmeno ai tempi dell’Inquisizione, lavoravano così: almeno, gli inquisitori, una base teorica ce l’avevano. Poi ancora: «Marcello Pamio, gestore del sito Disinformazione.it, è un sostenitore della Medicina Tradizionale Cinese». Orrore… la medicina tradizionale cinese?! E’ lì da quattromila anni, a insegnarci come curarci in modo natuale e olistico, ma non lo si può sostenere – magari perché non vende i prodotti di Big Pharma? Sarà per quello che a Puente non piace, la medicina tradizionale cinese? E poi: «Secondo Pamio, la paura abbassa le difese immunitarie». No, Puente: non è “secondo Pamio”, è secondo tutti. Lo sanno anche i paracarri, che la paura abbassa le difese immunitarie: sta scritto persino sulle agenzie di stampa (AdnKronos: “Coronavirus: stress, paura e ansia riducono le difese immunitarie”). Ma questo, Pamio non lo può dire: perché Don Rodrigo Puente de Torquemada ha deciso che non si può.Ancora: «Francesco Oliviero, medico iscritto all’ordine che segue la Medicina Tradizionale Cinese e l’omeopatia, sostiene che il virus non si combatte stando a casa». Quindi «Vincenzo D’Anna, senatore e presidente dell’ordine dei biologi, sostiene che il Covid-19 sia poco più che un’influenza e che sia una grande cantonata politica». Nuovamente, Puente: sono opinioni (c’è scritto “sostiene”). Sono discutibili fin che vuoi, ma sono perfettamente legittime. Articolo 21 della Costituzione: non è così difficile da memorizzare, provaci. E poi naturalmente c’è una angolino anche per me, nella mappa del crimine: «Massimo Mazzucco, protagonista di diversi video di fantascienza complottista è autore del video che accusa gli americani dell’epidemia Covid-19». Per quanto riguarda la “fantascienza complottistica”, Puente, ti comunico che il mio film “11 Settembre, la nuova Pearl Harbor” è uscito già da sette anni, ed è ancora lì che aspetta qualcuno che lo smonti. Finora, nessuno ci ha mai nemmeno provato: i tuoi amici debunker se ne tengono saggiamente alla larga. Però, se tu vuoi confrontarti con me sull’11 Settembre, io sono a tua disposizione – così vediamo chi dei due racconta “fantascienza”. E poi, dai, Mazzucco sarebbe autore del video che accusa gli americani dell’epidemia Covid-19? Io non ho accusato nessuno: non sono così stupido da farlo.Nel mio famoso video “E’ stato il pipistrello”, ho semplicemente messo in fila i diversi elementi a sostegno di questa teoria, che fra l’altro è stata suggerita dallo stesso governo cinese. Ma io stesso ho detto, alla fine, che non posso esserne sicuro. Ascolta bene quello che dico, alla conclusione del video: «Ora, in posso sostenere che sia questa, per forza, la spiegazione di tutto quello che sta succedendo. Io ho solo messo in fila tutta una serie di elementi, che portano ad una conclusione sensata. Se ce ne sono altre, cari giornalisti, ben vengano: fatevi avanti». Quindi vedi, Puente? Dici pure le bugie, nel tuo articolo. Io non ho mai accusato nessuno. Tu distorci le frasi altrui e racconti fake news, proprio mentre sostieni di volerle combattere. In sintesi, qui abbiamo un intero articolo basato sul nulla più assoluto. Dov’è, tutto questo complottismo sovversivo? Niente, non c’è. Solo parole vuote, solo aria tiepida. Come dicevo prima, questo articolo è un po’ come un quadro impressionista, come il puninismo: visto da lontano sembra dare l’impressione di qualcosa. Ma poi, se ti avvicini, scopri che sono solo dei puntini colorati. Vedi la lontano questa mappa di presunti criminali; poi ti avvicini, e ti accorgi che siamo solo persone normali, che cercano di fare al meglio il loro lavoro, e che non hanno mai minimamente violato la legge. Con una differenza, però: i quadri impressionisti lasciano comunque nell’aria un senso di leggerezza e di allegria estetica; mentre questo articolo, caro Puente, lascia nell’aria un pessimo odore. E’ l’odore della diffamazione, l’odore del cattivo giornalismo, l’odore della censura travestita da finta indagine sociale.A questo punto, qualcuno dirà: va be’, chi se ne frega. Puente è solo un pessimo giornalista. In fondo ce ne sono tanti, in giro – uno più, uno meno, non è che faccia una gran differenza. No: non è così semplice. Perché il nostro caro David Puente, l’autore di questo articolo-spazzatura, è proprio una delle punte di diamante della tarsk force governativa contro le fake news. Avete capito, di che tipo di gente ci stiamo mettendo in mano? Questi sarebbero quelli che si arrogano il diritto di decidere cos’è falso e cosa no, e vorrebbero farlo addirittura a livello governativo. In conclusione: stiamo per uscire, tutti, dal tunnel del coronavirus, e stiamo andando incontro a un periodo estremamente difficile – cruciale, direi – per le nostre libertà. Finita questa pandemia, cercheranno di approfittare in tutti i modi della nostra debolezza, sia mentale che economica, per cercare di rendere permanenti alcune misure che ci avevano presentato come temporanee, e soprattutto per cercare di introdurne di nuove.Non stupitevi, se per caso – in autunno – vi ritrovate che, per andare allo stadio, oppure a un concerto, bisognerà prima aver fatto tutta una serie di vaccinazioni obbligatorie (altrimenti, tutti buoni e zitti, a casa a guardare le partite in televisione o ad ascoltare i concerti sul telefonino). Per è questa, la prima cosa che le società farmaceutiche cercheranno di ottenere, da tutto questo questo casino del coronavirus: cercheranno di far passare le vaccinazioni di massa, fino a farle diventare obbligatorie per tutti. Pensate che io sia paranoico? Guardate qua: “Zingaretti, vaccini obbligatori nel Lazio per 2,5 milioni e mezzo di persone” (”Il Messaggero”). «Stiamo valutando per il prossimo anno, nel Lazio, di rendere obbligatorio il vaccino contro l’influenza a tutti gli over 65, a chi lavora nella sanità e in altre categorie di lavoro più esposte e di attività essenzali». Quindi, siccome le “attività essenziali” le decidono loro, moltissima gente – se vorrà andare a lavorare – dovrà farsi il vaccino obbligatorio.E’ lì che vogliono arrivare, le case farmaceutiche. Per loro, questa del coronavirus è un’occasione d’oro, quasi irripetibile. E naturalmente utilizzeranno la televisione (che loro pagano profumatamente) per martellarci il cervello, in modo da arrivare prima o poi a vaccinarci tutti, obbligatoriamente, per qualunque cosa. Con buona pace della Costituzione, che (articolo 32) dice: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge», e aggiunge: «La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». Invece, i limiti li violeranno eccome: grazie alle nostre paure e al nostro stato di confusione. Vedrete, con la scusa del coronavirus, quanti limiti cercheranno di violare. Cercheranno di introdurre, ad esempio, il tracciamento elettronico dei nostri movimenti col telefonino, esattamente come hanno fatto in Cina con i cittadini di Wuhan. Da noi non oseranno mai fare una cosa del genere, dite? L’Ansa: «Coronavirus: app in arrivo, volontaria e anonima. Il lavoro della task force istituita per studiare l’utilizzo di una app per il tracciamento dei contatti per evitare il diffondersi del coronavirus è alle fasi conclusive».Naturalmente, per ora ti dicono che è “volontaria e anonima”; però poi cosa ti succede, se un giorno scopri che – se tu non sei tracciato – magari non puoi salire sull’autobus, non puoi andare in biblioteca o non puoi entrare in un supermercato? O accetti la tracciatura, oppure te ne stai chiuso in casa a marcire, e al supermercato ci mandi tua cugina? Quindi sarà pure “volontario”, ma bisognerà vedere a quali ricatti saranno sottoposti, quelli che non vorranno accettare. Ricordate che una cosa è volontaria solo se uno può scegliere davvero liberamente, senza condizioni; altrimenti, si chiama ricatto. E il bello è che, con l’aiuto del mainstream, cercheranno di far passare questa schedatura di tipo poliziesco come una meravigliosa “opportunità”. Guardate: «La Ferrari userà app-tracciamento per dipendenti». Nella terza fase, dice l’articolo dell’Ansa, ci sarà «l’opportunità per ciascun collaboratore di servirsi di una app, con tracciamento dei contatti, per un supporto medico sanitario nel monitoraggio della sintomatologia del virus». L’opportunità… Dovremo anche ringraziarli, alla fine, questi angeli premurosi che ci vogliono seguire dappertutto. Naturalmente, «il piano è nato dalla collaborazione con un pool di virologi – tra cui il professor Roberto Burioni», il nostro benefattore universale.Ma non basta: con la scusa del coronavirus, presto troveranno anche il modo per entrarci in casa e portarsi via chi vogliono loro. Nuovamente: pensate che siano paranoie complottiste? Michael Ryan, direttore esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, lo scorso 23 marzo, durante una conferenza stampa ha detto: «Il contagio non è più nelle strade, ora è circoscritto ai gruppi familiari. Ora dobbiamo andare a guardare nelle famiglie, per trovare chi eventualmente è malato, per rimoverlo e isolarlo in un luogo sicuro e dignitoso». E questa è l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che parla (non è la bocciofila di paese). Quindi, con la scusa del virus, vogliono poter entrare in casa vostra e portarvi via i fratelli, i genitori oppure i vostri figli, in modo “sicuro e dignitoso” (se lo riterranno opportuno). Poi tanti auguri, quando andate dal giudice per cercare di farveli restituire.Naturalmente, per arrivare a tutto questo hanno un bisogno assoluto di silenziare al più presto la libera informazione, altrimenti rischiano che ci siano troppe persone che protestano e si pongono delle domande – e questo non va bene. E non stiamo parlando solo del fronte sanitario, sia chiaro. Dopo il coronavirus, approfittando della confusione, ci sarà un tentativo globale di ridisegnare alla radice l’intera mappa del potere – naturalmente a favore delle élite e a discapito dei normali cittadini, su tutti i fronti. Ci installeranno il 5G dappertutto, senza nessun serio dibattito sulla sua pericolosità e senza nessuna garanzia scientifica sulla sua innocuità. E nuovamente, useranno le televisioni per invitare i loro esperti a raccontarci che non c’è nessun pericolo, e che il 5G è una manna perché aiuta i medici a comunicare meglio fra di loro (come se adesso i medici, per comunicare, usassero i segnali di fumo, e aspettassero con ansia l’arrivo del 5G). Ci seppelliranno sotto un debito di centinaia di miliardi, arrivati chissà da dove e con chissà quali clausole. E useranno le televisioni per raccontarci che va tutto bene e che dovremo essere felici, per tutti questi soldi che ci verranno prestati, salvo poi dover lavorare per i prossimi cinquant’anni per restituirli, ovviamente con interessi molto salati.E’ questa, la dittatura che ci aspetta nel prossimo futuro: la dittatura dell’informazione, che manda un messaggio unificato e non tollera nessun contraddittorio. In una democrazia, una voce alternativa all’informazione mainstream è assolutamente indispensabile. Le opinioni diverse sono il cuore stesso del progresso sociale. Senza quello, la democrazia muore. E si instaura la dittatura del pensiero unico. Non saremo più schiavizzati a livello fisico – come una volta, con le catene ai piedi – ma lo saremo a livello mentale, con le catene nel cervello (che è ancora peggio: perché, se controlli la mente delle persone, controlli molto più facilmente anche le loro azioni). Quindi, se noi verremo silenziati, non saremo più in grado di difendere voi, dalle restrizioni delle vostre libertà. E’ quindi fondamentale, in questo momento, far sapere che siamo in tanti e che simo tutti uniti. Dobbiamo mandare un messaggio, forte e chiaro: noi siamo uniti e compatti, e non siamo disposti a farci mettere la museruola da nessuno. Per questo, vi chiediamo di far circolare questo messaggio ovunque possibile. Non lasciate niente di intentato: non fermatevi, finché non avrete esaurito ogni possibile contatto, nella vostra agenda personale. Altrimenti, fra poco, verremo davvero tutti obbligati a inginocchiarci, senza più fiatare, di fronte al Ministero della Verità.(Massimo Mazzucco, video-appello trasmesso su “Contro Tv” e ripreso l’11 aprile 2020 su YouTube e su “Luogo Comune”. In coda, nel video l’appello è sottoscritto da Giulietto Chiesa, Marco Tosatti, Fulvio Grimaldi, Tiziana Alterio, Ivan Catalano, Fabio Frabetti, Raimondo Pische, Alessandra Devetag, Maurizio Blondet, Stefano Scoglio, Margherita Furlan, Davide Barillari, Patrizia Cecconi, Ugo Mattei, Marco Pizzuti, Corrado Malanga, Manlio Dinucci, Gustavo Alberto Palumbo, Marcello Pamio, Martino Chiorboli, Franco Fracassi, Leopoldo Salmaso, Gaia Pasi, Francesco Celani, Gabriele Sannino, Adriano Colafrancesco, Jeannie Toschi Marazzani Visconti, Enrica Perucchietti, Ugo Giannangeli, Roberto Germano, Tom Bosco, Lara Innocenzi, Roberto Quaglia, Giuseppe Turrisi. Tra i sottoscrittori del video-appello, Mauro Scardovelli afferma: «Stanno introducendo la censura, in Italia, che è vietatissima dall’articolo 21 della Costituzione. La censura infatti è tipica delle dittature: indica la fine della democrazia». Dal canto suo, Pietro Ratto propone «una task force uguale e contraria a quella istituita, per contrastare le fake news del sistema». Chiude la lista Claudio Messora, che definisce Mazzucco «uomo misurato, saggio, socratico: è il Socrate dell’informazione indipendente». Chiosa Messora: «Dato l’accerchiamento in atto, non è più il momento di essere tenui, cauti: è il momento di uscire allo scoperto e gridare forte che siamo liberi. Lo dice l’articolo 21, lo dice la Costituzione. E liberi vogliamo restare»).La tenaglia della censura sta per stringersi sulla Rete e sulle voci della libera informazione. I segnali ci sono già tutti. Questa voglia di censura si sta articolando su due fronti, precisi e distinti. Il primo ramo della tenaglia è la legittimazione del cosiddetto “giornalismo dei professionisti”, l’informazione mainstream, come unica fonte valida per ricevere informazioni affidabili. Il secondo ramo della tenaglia è la delegittimazione, uguale e contraria, delle voci della libera informazione. Noi siamo liberi, le grandi televisioni no: per vivere hanno bisogno degli sponsor pubblicitari. E se a uno sponsor un certo discorso non piace, quel discorso in Tv non viene fatto. Sulle televisioni nazionali non vedrete mai, ad esempio, una seria e approfondita discussione sulla sicurezza dei vaccini, perché le case farmaceutiche sono tra i maggiori sponsor delle televisioni, e alle case farmaceutiche non fa piacere che si metta in discussione la sicurezza dei vaccini. Ecco perché da Fazio vedrete sempre e solo Burioni che pontifica a senso unico, ma non vedrete mai nessuno che gli fa un serio contraddittorio. Né vedrete mai una seria discussione sulla potenziale pericolosità del 5G: perché tra gli altri grandi sponsor delle televisioni ci sono le multinazionali della telefonia, a cui non fa piacere che venga messa in discussione la sicurezza delle loro tecnologie.
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Vaccini, i genitori: politici del “cambiamento”, vergognatevi
Con questa lettera aperta ci rivolgiamo oggi a tutti i parlamentari italiani che abbiano interesse a dare ascolto ai cittadini. Il senso di queste parole è condiviso da molte associazioni e comitati di tutto il territorio italiano, in rappresentanza di centinaia di migliaia di cittadini, che sono stanchi di rimanere inascoltati e di vedere la politica avanzare cieca e sorda a qualsiasi richiesta arrivi dal basso, da quell’elettorato In rappresentanza del quale siete stati votati. Siamo qui in attesa di un segnale di democrazia da parte vostra, di coerenza verso le promesse fatte in campagna elettorale, di rispetto verso i cittadini che hanno riposto in voi le proprie speranze “per il cambiamento”. Siamo tutti genitori, coinvolti da un tema spinoso e controverso, e pretendiamo ascolto e risposte. Nel caso potesse esservi sfuggito, fuori da qui si sta combattendo una battaglia che ha dell’inverosimile, per contenuti e toni: difendere il diritto più ovvio e fondamentale, quello all’autodeterminazione e all’inviolabilità del corpo, quello a tutela dell’articolo 32 della Costituzione italiana; sta diventando ormai (fatto ancor più grave) questione di dover difendere persino il diritto alla libertà di pensiero ed opinione.Lo scontro tra due fazioni abilmente create ad hoc (pro-vax / no-vax), è stato fomentato in primis proprio dalla politica, poi dai media, poi da una certa parte – ben delineata ed istruita – della “comunità scientifica”, fino ad ottenere quel clima propedeutico all’imposizione ed alla coercitività, che ha permesso al “decreto Lorenzin” di vedere la luce. Di emergenze sanitarie il nostro paese ne vive sin troppe, ma nessuna di queste ci sembra avere a che fare con le vaccinazioni obbligatorie: aumento esponenziale dei tumori pediatrici, inquinamento di ogni genere, antibiotico-resistenza, scandali di malasanità e corruzione; abbiamo 7.000 morti/anno per infezioni ospedaliere, e voi permettete di continuare ad usare il morbillo come fonte di paura a causa di pericolose, quanto inesistenti, epidemie; viviamo in uno dei territori più inquinati al mondo, e concedete di parlare di vaccinazioni come di unica prevenzione primaria, senza concentrarsi sulle possibili strade che possano fermare quella strage quotidiana che nel colpevole silenzio prosegue indisturbata, tra leucemie e linfomi, nella popolazione pediatrica italiana.Noncuranti di tutto ciò, continuate a permettere che migliaia di bambini sani vengano limitati nei loro diritti all’inclusione ed alla socialità; e vi apprestate a discutere un nuovo disegno di legge, il 770, che li vorrebbe privare anche del diritto alla scuola e quindi alla libera istruzione fino alla maggiore età. Troviamo tutto questo semplicemente vergognoso. Mentre ciò accade, anche per mano vostra, avete una parte di società civile che sta tentando tutte le strade democraticamente ammesse per chiedere ascolto e poter avere voce in capitolo su decisioni che avranno conseguenze dirette nelle vite dei cittadini presenti e futuri. Questa parte di società civile attende da mesi di essere audita in 12ma commissione Igiene e Sanità del Senato, proprio in relazione a quello stesso disegno di legge che lì si sta discutendo.E’ composta dalla stessa cittadinanza che ha già dato vita ad un altro testo, la proposta di legge di iniziativa popolare “Sospensione dell’obbligo vaccinale per l’età evolutiva”, depositata con 75.000 firme ed ignorata completamente; è composta da quegli stessi genitori e cittadini che hanno manifestato il loro dissenso rispetto alla legge Lorenzin in tutte le piazze d’Italia, nella censura più totale dei media; è composta da una parte di popolazione che non si rassegna e che pretende ascolto e risposte! Vi sono stati recapitati i risultati preliminari delle analisi sui vaccini commissionate da una di queste associazioni, i quali ci si aspettava dover essere valutati da un qualche organismo indipendente e competente, ma nessuno si sta assumendo l’onere di farlo: vi sarebbe solo da pretendere chiarezza chiedendo ciò che dovrebbe essere a disposizione di tutti voi, giacché avete in mano le sorti del Paese: le analisi di controllo dei vaccini autorizzati ed in uso in Italia. Ma niente, state ignorando anche questo.Avete delle evidenze, come quelle emerse recentemente, che indicano come, grazie alla sopraggiunta legge 119/2017, sia stato impossibile andare a contrattare il prezzo di questi farmaci nonostante fosse ampiamente prevedibile l’aumento di spesa: come risultato paghiamo il 60% in più, circa, gli stessi vaccini che erano in uso già prima del 2017. Il paradosso è evidente, come è evidente l’interesse privato di aziende private, a spese pubbliche. E da parte vostra, neanche una dichiarazione a riguardo. Avete creato un clima sociale che è diventato insostenibile, tra fobie insensate e persecuzioni folli, bambini cacciati come untori e medici puniti per le loro opinioni, persone additate come “pericoli pubblici” su basi illogiche e scientificamente infondate (alla faccia dell’inclusione e della lotta alle discriminazioni!). E non state facendo nulla! A cosa vi riferivate quando parlavate di cambiamento? Qual è il compito della politica? Cosa e chi rappresentate se non i cittadini stessi? Come pensate di assolvere ai vostri compiti, se non dando ascolto e garantendo dialogo e trasparenza?Il tema della salute, e di riflesso dell’emarginazione, esclusione e privazione di diritti, non può essere fatto passare in sordina; arrogandovi il diritto di fare orecchie da mercante alle migliaia di richieste di attenzione, procedendo senza alcun dibattito, e senza alcuna assunzione di responsabilità nel mantenere le promesse fatte per guadagnare voti. Ci sono i bambini di mezzo, gli adulti che prenderanno i nostri (e vostri!) posti un domani. Non siamo più disposti ad aspettare; i nostri (e vostri!) figli attendono delle risposte, sul perché essere esclusi dall’asilo, sul perché essere additati come diversi, untori, sul perché essere obbligati ad un trattamento sanitario sul quale aleggiano incongruenze, dubbi ed omertà. Auspichiamo che queste parole possano farvi riflettere, e ci aspettiamo che vengano accolte e soddisfatte le nostre legittime richieste, di genitori e di cittadini. Il nostro impegno è questo e molto altro.(“Lettera aperta ai parlamentari italiani”, appello pubblicato il 2 febbraio 2029, sul sito del Corvelva, dai genitori che contestano l’obbligo vaccinale indiscriminato e senza le necessarie precauzione sanitarie. Ripreso dal blog “Luogo Comune”, il sito è firmato da Ader Salute e Libertà, Associazione Diritti Emilia Romagna: Articolo 32 Libertà e salute Faenza; Cittadini Liberi e Consapevoli Puglia; CliVa Toscana Comitato per la libertà di scelta vaccinale Toscana; ClisVap Comitato per la Libertà di Scelta Vaccinale Piemonte; Colibri Libertà Brianza: Corvelva Coordinamento Regionale Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni; Colibrì Puglia; Genitori del No Obbligo Piemonte; Genitori del No Emilia Romagna; Genitori del No Obbligo Lazio; Genitori del No Obbligo Lombardia sezione Brescia; Gnl Genitori No Obbligo Lombardia; Gruppi Uniti.It; Libera Scelta Alessandria; Libero x tutti Forlì; Modilis Sardegna)Con questa lettera aperta ci rivolgiamo oggi a tutti i parlamentari italiani che abbiano interesse a dare ascolto ai cittadini. Il senso di queste parole è condiviso da molte associazioni e comitati di tutto il territorio italiano, in rappresentanza di centinaia di migliaia di cittadini, che sono stanchi di rimanere inascoltati e di vedere la politica avanzare cieca e sorda a qualsiasi richiesta arrivi dal basso, da quell’elettorato In rappresentanza del quale siete stati votati. Siamo qui in attesa di un segnale di democrazia da parte vostra, di coerenza verso le promesse fatte in campagna elettorale, di rispetto verso i cittadini che hanno riposto in voi le proprie speranze “per il cambiamento”. Siamo tutti genitori, coinvolti da un tema spinoso e controverso, e pretendiamo ascolto e risposte. Nel caso potesse esservi sfuggito, fuori da qui si sta combattendo una battaglia che ha dell’inverosimile, per contenuti e toni: difendere il diritto più ovvio e fondamentale, quello all’autodeterminazione e all’inviolabilità del corpo, quello a tutela dell’articolo 32 della Costituzione italiana; sta diventando ormai (fatto ancor più grave) questione di dover difendere persino il diritto alla libertà di pensiero ed opinione.