Archivio del Tag ‘cementificazione’
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Maggiani: giovani cantieri per salvare l’Italia che sprofonda
Cosa provo? Niente. Ho già provato tutto due anni fa, ho provato tutto tre anni fa, cinque anni fa, sei anni fa, sette anni fa, otto anni fa. D’accordo? Adesso non provo più niente. Oggi c’è qualche morto in più, già: c’è qualche morto in più e allora sì, provo qualcosa di intensamente particolare per quei morti in più. L’indignazione è gratis, lasciamola perdere. Stamattina mi ha chiamato un giornale per chiedermi un’intervista su quanto sta accadendo. Il giornalista mi ha detto: «Guardi, ci ha rilasciato un’intervista l’anno scorso sullo stesso tema, ne possiamo fare un’altra?». Gli ho detto di no: se volete, ripubblicate quella. Mi ha risposto: «Ha ragione, lo sa che va benissimo?». Allora: ci si vuole indignare ancora?
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Fiume morto, una bomba chimica chiamata Lambro
Scendendo il Po a motore spento, spinti dalla corrente, si ha l’impressione che all’approssimarsi della foce del Lambro, sul lato sinistro, all’altezza di Orio Litta nel Lodigiano, il grande fiume provi ribrezzo, anzi terrore. Scarta sulla destra, come se sentisse odore di morte. Quasi sapesse che lo sta per colpire uno dei fiumi più inquinati del mondo, 40 metri cubi di veleno al secondo, i due terzi degli scarichi civili e industriali della Lombardia, l’equivalente del liquame prodotto da 11 milioni di abitanti.
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La Decrescita avverte: Gran Torino, piccolo futuro
La grandeur olimpica di Torino 2006? Acqua passata. Ora restano debiti, delusioni e cattedrali di cemento. «Il recente rilancio della città si è basato sulle grandi opere, modelli vecchi che non generano futuro. L’occupazione scaccia-crisi passa per l’ambiente, e Torino può sfruttare il suo grande patrimonio tecnologico per puntare sulle energie rinnovabili». Parola di Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, che il 16 maggio si misura con la città della Fiat nel convegno “Gran Torino”, con economisti e scienziati.
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Ledda: rinnego “Padre padrone”, la Sardegna è stata tradita
«Eravamo padri e padroni, adesso siamo siamo sterili e servi; meglio essere proprietà di un padre che di una banca». A 73 anni lo scrittore-pastore sardo Gavino Ledda “rinnega” il bestseller “Padre padrone”