Archivio del Tag ‘Censis’
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Pandemia Italia: le ‘pecore matte’ credono proprio a tutto
Il sondaggio del Censis pubblicato lo scorso 4 dicembre conferma che gli italiani sono in grande maggioranza pecore credule e ignave (“pecore matte”, diceva Dante), ossia codardi senza dignità e spirito critico, pronti a sottomettersi cedendo diritti fondamentali in cambio di promesse di protezione, pur vedendo come i manovratori usano l’emergenza per aumentare il proprio potere e la propria ricchezza, scaricando i costi e rischi sulla popolazione generale. Questa grande maggioranza degli italiani si è lasciata impaurire e deprimere dal terrorismo di regime, dai suoi falsi tamponi e dai suoi falsi dati statistici; accetta tutto, si conforma alle cose più illogiche per ricevere rassicurazione psicologica, financo plaude al dittatorello e si avventa contro coloro che le vengono genericamente additati come “negazionisti” o untori senza museruola. Adesso questa maggioranza agogna il vaccino promesso, benché non sia ancora stato sperimentato (ci vogliono 10 anni circa) e si segnalino molti casi di reazioni avverse e persino qualcuno letale. Tali reazioni esprimono non una condizione transitoria ma la costituzione psichica profonda di questa maggioranza, e non ha senso né speranze cercare di risvegliarli – non sono addormentati, sono proprio fatti così.Se insisti, ottieni solo di farteli nemici, perché li togli dalla loro comfort zone. Se invece un domani, a seguito di disastri economici o sanitari, la loro paura si convertirà in rabbia, staremo a vedere che cosa saranno capaci di concludere. Ma intanto limitiamoci a godere dei benefici che ci vengono dal fatto che tutta questa gente si offre con entusiasmo come cavia per le vaccinazioni sperimentali, in modo di poter poi decidere con più dati a disposizione se vaccinarci pure noi. Meglio perciò evitare di sollevare dubbi disturbanti nelle testoline di questa maggioranza della popolazione, cioè di porre, privatamente o pubblicamente, certe domande come le seguenti: perché i vaccini vengono somministrati dalla politica prima che le case farmaceutiche abbiano rivelato i loro dati numerici sugli effetti, già in loro possesso? Per quanto tempo sono efficaci, i vari vaccini? Tre, quattro o sei mesi? Quanto tempo impiega un vaccino per fare effetto protettivo? Trenta giorni o sessanta? Per quanto tempo il neo-vaccinato è contagioso per i non vaccinati? Quanto tempo ci vuole per vedere se un vaccino protegge dalle nuove varianti del virus che via via si producono?Considerato che ci vuole circa un’ora per eseguire una vaccinazione Pfizer, quante nuove varianti si genereranno prima che sia completata la vaccinazione per la forma attuale del virus? Se per vaccinare metà della popolazione ci vorranno circa sei mesi, e se l’efficacia del vaccino dura meno di 6 mesi, come si fa? Perché il regime ci dice che anche dopo vaccinati bisogna portare la mascherina, distanziarci socialmente, eccetera eccetera, esattamente come prima? Questi nuovi vaccini modificano il nostro Dna? Qualcuno per caso sa come? Possono provocare nel tempo malattie autoimmuni o degenerative come il Parkinson o l’Alzheimer o il tumore? Perché i politici comprano i vaccini da case farmaceutiche che hanno una lunga storia di corruzione dei politici? I politici, i burocrati e l’Oms prendono una tangente sugli ordinativi di vaccini, oppure no? Perché comprano i vaccini da case farmaceutiche che hanno condanne per sperimentazione di vaccini dannosi e sterilizzanti? Perché in Tv si è visto che alcuni politici (come la prima ministra australiana) si sono fatti riprendere mentre venivano vaccinati, ma si è visto pure che la vaccinazione era finta perché l’ago era ancora coperto dal cappuccio?Quanto possiamo fidarci delle rassicurazioni dei politici e dell’Oms? Che cosa dicono i loro precedenti in campo farmaceutico circa corruzione e affidabilità? Perché le trattative e i contratti con cui hanno comperato questi e altri vaccini sono tenuti segreti? Perché i media italiani non riferiscono delle proteste e dei rifiuti che all’estero vengono opposti alla vaccinazione da parte anche di organizzazioni di sanitari, in relazione all’insufficiente collaudo e agli effetti già osservati? Perché agli italiani viene somministrato un vaccino che costa circa 1/10 di quello che viene somministrato negli Usa? Vale anche un decimo di quello americano, oppure no? Potrà mai finire una pandemia che è diventata un potente strumento di controllo sociale e di affari, con fondi di centinaia di miliardi? Arriveranno altre pandemie, se questa finirà? La gestione Oms-Ue della pandemia è un esperimento di un nuovo governo mondiale a libertà minimale?(Marco Della Luna, “L’esercito delle pecore matte”, dal blog di Della Luna del 25 dicembre 2020).Il sondaggio del Censis pubblicato lo scorso 4 dicembre conferma che gli italiani sono in grande maggioranza pecore credule e ignave (“pecore matte”, diceva Dante), ossia codardi senza dignità e spirito critico, pronti a sottomettersi cedendo diritti fondamentali in cambio di promesse di protezione, pur vedendo come i manovratori usano l’emergenza per aumentare il proprio potere e la propria ricchezza, scaricando i costi e rischi sulla popolazione generale. Questa grande maggioranza degli italiani si è lasciata impaurire e deprimere dal terrorismo di regime, dai suoi falsi tamponi e dai suoi falsi dati statistici; accetta tutto, si conforma alle cose più illogiche per ricevere rassicurazione psicologica, financo plaude al dittatorello e si avventa contro coloro che le vengono genericamente additati come “negazionisti” o untori senza museruola. Adesso questa maggioranza agogna il vaccino promesso, benché non sia ancora stato sperimentato (ci vogliono 10 anni circa) e si segnalino molti casi di reazioni avverse e persino qualcuno letale. Tali reazioni esprimono non una condizione transitoria ma la costituzione psichica profonda di questa maggioranza, e non ha senso né speranze cercare di risvegliarli – non sono addormentati, sono proprio fatti così.
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“L’Italia sotto iettatura, l’arma segreta dei mass-merda”
L’arma segreta che i Mass merda stanno usando contro il governo gialloverde è la iettatura. È un continuo invocare disgrazie, annunciare tragedie, prevedere catastrofi e fughe dall’Italia. Hanno capito che l’unica carta da giocarsi contro l’opinione pubblica vincente è suscitare l’antico disfattismo nazionale. Da un po’ di tempo l’Italia è diventata un paese leopardiano. Non per sensibilità poetica, letteraria e filosofica, ma per pessimismo economico, sociale e vitale. C’è un rapporto sugli indici di prosperità che ci vede agli ultimi posti nel mondo in fatto di aspettative e fiducia. Vediamo nero, come l’Africa. Il nostro vero premier non è Giuseppe Conte o chi ne fa le veci, ma il Gatto Nero e ogni volta che ci attraversa la strada sono dolori. Il nostro vero Presidente della Repubblica non è Mortarella ma lo Iettatore, e a ogni occhiata di sbieco che getta sul paese accadono catastrofi. Oscilliamo tra il dark e il noir. Un tempo, diceva il Censis, ci sviluppavamo a macchie di leopardo, ora la macchia è unica e il leopardismo è totale.Avessimo almeno preso da Leopardi, nel senso del “giovane favoloso”, la vena poetica, l’ispirazione profonda, la sofferenza sublimata in canto. Macché, abbiamo solo il suo pessimismo e l’Italia si è ingobbita come lui, che a Napoli chiamavano o’Scartellato. Ma nella smorfia e nella vita il gobbo almeno portava fortuna ed era raffigurato con un curniciello. Invece il nostro leopardismo è solo funesto e lagnoso, ha perso pure il pregio fortunoso della gobba e si capovolge in iella e auto-sfiga. A questo punto la nostra ultima carta da giocare è mutare l’handicap in risorsa e, per restare in letteratura con Pirandello, farci riconoscere la patente internazionale di iettatori, in modo da intimorire chi vuole infliggerci procedure d’infrazione, retrocederci o cacciarci dall’Europa. Non trattateci male, altrimenti vi guardiamo di malocchio.(Marcello Veneziani, “L’Italia sotto iettatura”, dal quotidiano romano “Il Tempo” del 20 settembre 2018, post ripresso dal dito di Veneziani. Giornalista, saggista e intellettuale, laureato in filosofia, Veneziani ha lavorato al “Tempo” e al “Giornale”, collaborando anche il “Messaggero”, “Repubblica”, la “Stampa”, il “Secolo d’Italia”, “L’Espresso”, “Panorama”, il “Mattino”, la “Nazione”, il “Resto del Carlino”, il “Giorno” e la “Gazzetta del Mezzogiorno”. Redattore del Giornale Radio Rai di mezzanotte, da vent’anni collabora come commentatore della Rai. Il sodalizio con Vittorio Feltri, iniziato con “L’Indipendente” e con “Il Giornale”, è proseguito con “Libero”. Veneziani è stato membro del Cda della Rai durante la XIV Legislatura e membro del consiglio di amministrazione di Cinecittà).L’arma segreta che i Mass merda stanno usando contro il governo gialloverde è la iettatura. È un continuo invocare disgrazie, annunciare tragedie, prevedere catastrofi e fughe dall’Italia. Hanno capito che l’unica carta da giocarsi contro l’opinione pubblica vincente è suscitare l’antico disfattismo nazionale. Da un po’ di tempo l’Italia è diventata un paese leopardiano. Non per sensibilità poetica, letteraria e filosofica, ma per pessimismo economico, sociale e vitale. C’è un rapporto sugli indici di prosperità che ci vede agli ultimi posti nel mondo in fatto di aspettative e fiducia. Vediamo nero, come l’Africa. Il nostro vero premier non è Giuseppe Conte o chi ne fa le veci, ma il Gatto Nero e ogni volta che ci attraversa la strada sono dolori. Il nostro vero Presidente della Repubblica non è Mortarella ma lo Iettatore, e a ogni occhiata di sbieco che getta sul paese accadono catastrofi. Oscilliamo tra il dark e il noir. Un tempo, diceva il Censis, ci sviluppavamo a macchie di leopardo, ora la macchia è unica e il leopardismo è totale.
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Il Censis: i giovani non hanno nulla. L’Italia sta crollando
Lo scenario “follow the money” è un’altra volta imminente, avverte Pepe Escobar: le banche dell’Unione Europea sono preoccupate della vittoria del No, e questo renderà molto più difficile salvare il Monte dei Paschi di Siena, la banca più antica del mondo e attualmente la terza più grande dell’Italia, che ha urgente bisogno di raccogliere 5 miliardi di euro in equity e di svendere 28 miliardi di crediti deteriorati. «L’intero sistema bancario italiano è alle corde, ha bisogno di un pacchetto di salvataggio da almeno 40 miliardi di euro», scrive Escobar su “Rt”, in un post tradotto da “Come Don Chisciotte”. «L’Italia si è affidata alla Jp Morgan per trovare una soluzione». Un uomo come Ewald Nowotny, membro del board della Bce nonché capo della banca centrale austriaca, «insiste che l’Italia potrebbe dover spendere tanti soldi pubblici per il salvataggio», e questo «sarà considerato deleterio dalla maggioranza degli italiani», alle prese con una crisi devastante: la produzione industriale ha perso il 10%. E la disoccupazione, ad un pesante 13%, è «il doppio di quanto non lo fosse durante la crisi economica del 2008». Una fotografia impietosa, aggiunge Paolo Barnard, è quella scattata dal Censis. Che scrive: «Gli anziani si tengono stretto ciò che hanno accumulato dagli anni ’70, i giovani non hanno nulla».La verità, sottolinea Barnard sul suo blog, è che il No «viene da milioni di cittadini furiosi fino all’odio con quel fesso fiorentino che prometteva ma ha solo leccato culi negli executive offices d’Europa, per lasciare a chi già aveva, ma togliere a chi già aveva troppo poco. Guardatevi la mappa del No». Le Austerità, «mai veramente sfidate da Matteo Renzi», secondo il Censis «hanno lasciato 11 milioni di italiani a rimandare esami diagnostici o a cancellarli del tutto». Per l’istituto di statistica, «i poveri assoluti in Italia sono oggi 4,5 milioni». I risparmiatori? «Accumulano, ma non spendono», perché «terrorizzati dal dover pagare di tasca propria i servizi essenziali», cosa che funzionava all’incontrario prima dell’Eurozona, ricorda Barnard, quando cioè era lo Stato a sostenere il welfare, attraverso la lira. Ma a pesare sono soprattutto i giovani, che – infatti – hanno votato No in massa. «Non hanno niente», afferma il Censis. I giovani sono «intrappolati in mini-lavori a bassissimo reddito e zero produttività a causa del Job Act di Renzi». Una riforma che – lo denunciò a “La Gabbia” lo stesso Barnard – è stata scritta «quasi del tutto dalla lobby Business Europe a Bruxelles».E così, conclude il Censis, «la classe media italiana sta scomparendo sotto la ritirata degli investimenti». In più, aggiunge Barnard, «Renzi ha lasciato il 50% delle pensioni sotto i 1.000 euro al mese, ha regalato solo mance di Nano-Economia spostando eurini da un salvadanaio all’altro, la produzione industriale italiana è collassata al 22% nel 2016, il dato peggiore dal 2007, e il Pmi Index delle aziende è al punto più basso da 2 anni». La verità è che a Renzi non glien’è mai importato nulla dell’interesse nazionale, continua Barnard: «Infatti la sua eminenza grigia in economia, Yoram Gutgeld, era un ex executive della McKinsey con l’ossessione della spending review di Bruxelles piantata in testa». Alla fine, «gli italiani più dimenticati hanno impiccato Renzi in piazza». E Goldman Sachs scrive, in un “paper” destinato agli investitori: «Il rapporto fra la disoccupazione giovanile in ogni data regione di voto e il voto No è incredibilmente diretto». E state attenti, avverte Barnard: «Questi sono gli stessi italiani che nelle europee del 2014 avevano dato a Renzi un trionfo. Cosa cazzo ha combinato in soli 2 anni e un po’? Semplice: non ha mantenuto nulla, perché l’uomo di Bruxelles gli diceva sempre No».Dunque che cosa c’è in vista, ora? Una crisi politica «contenibile», secondo Escobar, visto che lo scenario dell’offerta politica italiana «non è esattamente edificante»: c’è un Renzi azzoppato col Pd in rivolta, poi Silvio “bunga bunga” Berlusconi, Grillo, Salvini. In altre parole: nessun Piano-B in campo. «Mentre l’Unione Europea osserva», scrive Escobar, «la linea di fondo è che l’Italia non è vicina ad alcun referendum per lasciare l’Eurozona, per non parlare dell’Unione Europea, in quanto la maggior parte degli italiani sono europeisti (eccetto quando si parla della dominazione tedesca nella Banca Centrale Europea)». La prossima battaglia elettorale vedrà opporsi «l’anti-casta Movimento 5 Stelle» che non sfida apertamente l’Ue né ripudia l’euro, il Pd renziano «ora allo sfascio» e comunque “fedele alla linea” di Bruxelles, e Forza Italia di “nonno Silvio”, probabilmente alleato con la Lega. A tutto penserà, l’Italia, fuorché liberarsi dell’euro, scrive Escobar. «Ma questo implica un intreccio secondario: Angela Merkel, proprio lei, dovrà farsi avanti per dare una mano a “salvare” l’Unione Europea, salvando il Partito Democratico di Renzi».Lo scenario “follow the money” è un’altra volta imminente, avverte Pepe Escobar: le banche dell’Unione Europea sono preoccupate della vittoria del No, e questo renderà molto più difficile salvare il Monte dei Paschi di Siena, la banca più antica del mondo e attualmente la terza più grande dell’Italia, che ha urgente bisogno di raccogliere 5 miliardi di euro in equity e di svendere 28 miliardi di crediti deteriorati. «L’intero sistema bancario italiano è alle corde, ha bisogno di un pacchetto di salvataggio da almeno 40 miliardi di euro», scrive Escobar su “Rt”, in un post tradotto da “Come Don Chisciotte”. «L’Italia si è affidata alla Jp Morgan per trovare una soluzione». Un uomo come Ewald Nowotny, membro del board della Bce nonché capo della banca centrale austriaca, «insiste che l’Italia potrebbe dover spendere tanti soldi pubblici per il salvataggio», e questo «sarà considerato deleterio dalla maggioranza degli italiani», alle prese con una crisi devastante: la produzione industriale ha perso il 10%. E la disoccupazione, ad un pesante 13%, è «il doppio di quanto non lo fosse durante la crisi economica del 2008». Una fotografia impietosa, aggiunge Paolo Barnard, è quella scattata dal Censis. Che scrive: «Gli anziani si tengono stretto ciò che hanno accumulato dagli anni ’70, i giovani non hanno nulla».