Archivio del Tag ‘commercio’
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E ora eccoci serviti, dopo settant’anni di quasi-democrazia
Il 2 agosto 1980 è la data che viene segnata dalla peggior strage avvenuta in Italia dal secondo dopoguerra. Alla stazione di Bologna morirono 85 persone dilaniate da un ordigno collocato nella sala di seconda classe e furono oltre 200 i feriti. A tutt’oggi è rimasta inascoltata la domanda di verità che i parenti delle vittime e un’intera città chiedono con forza a uno Stato sordo e volutamente reticente. E ogni anno si rinnova questa richiesta, ritorna in piazza una protesta sacrosanta verso le autorità del momento, che tanto parlano ma nulla fanno. Il segreto di Stato rimane la pietra tombale su questa e altre vicende. Molto è stato detto e scritto su quella maledetta mattina, e non è qui mia intenzione entrare nel merito di questo specifico evento. Questo mio contributo intende piuttosto delineare un quadro generale e una traiettoria dalla “democrazia” e della politica italiana, condizionata da sempre dall’azione legale e criminale di poteri forti del tutto interni e ai posti di comando nella società italiana e in un contesto internazionale.
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Chi teme il riarmo russo, la nostra vera speranza di pace
L’orso russo è più forte e più potente di quanto sia mai stato, anche se la maggior parte degli americani non se ne rende conto, e crede ancora che la Russia sia quella “ex-superpotenza” quasi insignificante che era diventata alla fine della guerra fredda. A quei tempi la Russia di Eltsin era proprio un paese nel mezzo di un disastro economico: «Ebbi la possibilità di andare laggiù nei primi anni ’90 – racconta Michael Snyder – quando la valuta russa valeva così poco che ci scherzavo sopra, dicendo che con una banconota da 20 dollari avrei comprato il Cremlino». Ma la Russia ha “ruggito” di nuovo: da quando Vladimir Putin è diventato presidente, l’economia russa ha iniziato a crescere molto rapidamente. Oggi Mosca è una potenza economica «benedetta da una vera abbondanza di risorse naturali». Il debito pubblico in rapporto al Pil è irrilevante, anzi ogni anno si registra un avanzo commerciale. E inoltre (per nostra fortuna, checché ne pensi Snyder) la Federazione Russa dispone tuttora del secondo esercito più potente del pianeta.
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Smith: dietro l’Egitto si legge l’inizio della fine del dollaro
I fatti del Medio Oriente sono manipolati dall’élite mondiale, che spinge verso l’instabilità: un processo già in corso, come vediamo. E attenzione: solo in apparenza l’architettura della “primavera araba” riguarda l’area mediorientale. In realtà ha a che fare con l’intera struttura dell’economia globale: «Una crisi energetica potrebbe essere uno strumento efficace per cambiare questa struttura», sostiene Brandon Smith. E quindi: «Un crollo in Medio Oriente potrebbe fornire l’occasione perfetta e la copertura per un grande cambiamento nel paradigma globale». Tuttavia, qualsiasi passo politico di questa portata richiede che, prima, si sia creata «una atmosfera economica adeguata». Tradotto: «Se vogliamo capire le prossime tendenze di una società, dobbiamo prendere in considerazione che esiste una manipolazione esterna: dobbiamo guardare a come ogni evento economico si muova parallelamente con gli eventi politici, e dobbiamo intuire come questi eventi possano avere effetti sulla globalizzazione nel suo complesso».
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Presto sapremo chi è Matteo Renzi e perché ci perseguita
Matteo Renzi, battuto da Bersani come candidato premier, si ripresenta come unico candidato in grado di portare il Pd alla vittoria nelle prossime elezioni. Autorevoli opinionisti, inizialmente ostili, hanno cambiato idea e lo vedono ora come l’estrema possibilità di salvezza di un partito lacerato e perdente: Matteo Renzi, in grado di recuperare voti sul fronte moderato e in effetti assai più gradito agli elettori di destra che di sinistra; una candidatura a premier – in stile Pdl – fatta sul personaggio e non sulla politica. Questa è appunto la domanda: qual è la politica di Matteo Renzi, ovverossia quali sono i valori e gli obiettivi che propone al paese? Domanda cui non è facile dare risposta, data l’evasività di Renzi su questo punto e dato il fatto che il suo programma per le primarie è collocato su un piano quasi esclusivamente efficientista, fatto di ricette come “snellire”, “semplificare”, “ridurre la burocrazia”, e simili.
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F-35, spreco criminale: è un insulto all’Italia che agonizza
Ogni famiglia, soprattutto in questo momento di grave crisi economica, sa benissimo che per far quadrare il bilancio familiare si deve dare spazio alle priorità e tagliare le cose superflue e non necessarie. Se una cosa superflua una famiglia non può permettersela, la si elimina, perchè le priorità sono altre. È uno dei principi basilari che ogni genitore conosce benissimo. Principio che governo ed esponenti della maggioranza trasversale, sotto l’egida del presidente della Repubblica, sembrano non conoscere. In questo momento di gravissima crisi economica, mentre moltissimi piccoli artigiani e piccoli commercianti sono sommersi di tasse e non riescono a far fronte alle pretese dello Stato, il governo e la maggioranza Pd, Pdl e “Scelta Civica” pensano di usare decine di miliardi di euro di soldi pubblici per acquistare inutili, difettosi e superflui aerei da guerra. Ma le priorità, come tutti sanno, sono altre. Qualsiasi buon padre di famiglia, trovandosi al governo del paese, avrebbe applicato il principio delle priorità e lo avrebbe fatto perché ama la sua famiglia.
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Tradita dall’euro: se crolla l’Italia, nona potenza mondiale
Economia a pezzi, demolita dal regime di austerity indotto da Bruxelles e della cricca finanziaria dell’Eurozona, la “fabbrica del debito” che diventa letale perché costringe lo Stato a super-tassare i cittadini e tagliare la spesa pubblica, non avendo più alcuna possibilità di manovra sul piano del bilancio. Risultato: ora l’Italia sta per crollare davvero. «Le dure misure di austerità stanno facendo rallentare l’economia italiana ancora più di prima», afferma il blogger economico Michael Snyder. «Eppure, anche con tutte le misure di austerità, il governo italiano continua solo ad accumulare più debito: questo è esattamente lo stesso percorso che ha intrapreso la Grecia». L’austerità provoca un calo nelle entrate pubbliche, cosa che impedisce il raggiungimento degli obiettivi di riduzione del deficit, e quindi provoca ancora più misure di austerità. «Ma se l’Italia crolla economicamente, sarà un affare molto più grande di quello che è stato in Grecia», avverte Snyder. «L’Italia è la nona economia su tutto il pianeta. In realtà era l’ottava, ma ora la Russia l’ha sorpassata. Se l’Italia continuerà ad arrancare, anche India e Canada la sorpasseranno».
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Colonizzati dal dollaro, dopo che l’euro ci avrà rovinati?
L’anno diplomatico 2013 ha visto come primo significativo evento il comunicato congiunto di Washington e Bruxelles del 13 febbraio sul comune proposito di avviare dei negoziati per dar vita al Ttip, cioè ad una partnership per il commercio transatlantico e per gli investimenti. Si tratterebbe di una vera e propria unione finanziaria e commerciale delle due sponde dell’Atlantico. Il comunicato congiunto però non ha avuto alcuna risonanza sui media ufficiali, anzi sembrerebbe che ci sia stata una vera e propria congiura del silenzio. Ha fatto parzialissima eccezione la testata online “Wall Street Italia”; ma il fatto davvero strano è che una testata specializzata in notizie economico-finanziarie per procurarsi del materiale a riguardo abbia dovuto far ricorso al rilancio di un articolo di Michel Collon, che era stato tradotto e pubblicato su un sito di opposizione, “Come Don Chisciotte”.
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Allarme rosso: stanno per mangiarsi tutte le nostre banche
Allarme rosso: stanno per “mangiarsi” le nostre banche, prosciugando i conti correnti a tutto vantaggio dei colossi della finanzia mondiale. Ossigeno e denaro vero – il nostro – per tamponare la maxi-falla di Wall Street. Lo lascia intendere il nuovo piano di “salvataggio” messo a punto dal Canada, che prevede che in caso di crisi ai risparmiatori sia prelevato il denaro sul conto, lasciando loro solo un pugno di azioni-spazzatura. Lo afferma il professor Michel Chossudovsky, professore emerito di economia all’università di Ottawa e direttore del centro ricerche sulla mondializzazione “Global Research”. La ricapitalizzazione delle banche cipriote? Solo un prova generale di quello che ci attende. E’ possibile prevedere un “furto dei risparmi” in seno alla Comunità Europea e in Nord America in grado di portare alla confisca completa dei depositi bancari? E’ quello che starebbe per succedere a livello planetario, grazie a una manovra che coinvolge la banca centrale del Canada, Wall Street, la Goldman Sachs, il Fmi e la Bce.
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Tamponare il disastro, stampando 10 miliardi: di lire
Vorrei sottoporre all’attenzione di coloro che sono interessati la proposta che l’Italia provveda al soccorso dei cittadini più bisognosi mediante la stampa di moneta. Prego il lettore di prendere sul serio la frase “sottoporre all’attenzione”: è possibile che la proposta sia assurda, o che non lo sia ma ci siano ostacoli molto seri, o che sia inopportuna, e in generale che abbia dei difetti che io non ho visto. Penso però che valga comunque la pena di discuterne, eventualmente per decidere che è impraticabile. Qui di seguito i dettagli. L’Italia dovrebbe stampare una moneta parallela all’euro, chiamiamola lira, da usarsi per distribuire un sussidio di disoccupazione generalizzato. Vari interventi, su cui non mi dilungo, suggeriscono che il valore complessivo dovrebbe essere dell’ordine di 10 miliardi di euro all’anno. Il tasso nominale di cambio più comodo sarebbe ovviamente 1 lira = 1 euro; la lira però non dovrebbe essere convertibile in euro né in altre valute, né dare origine a depositi fruttiferi.
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Cancro, lezione dall’India: vietato lucrare sui medicinali
Collassati sul nostro ombelico come siamo dal giorno del risultato elettorale rischiamo di non accorgerci di quel che succede nel resto del mondo e di andare alla deriva come un frammento di pack quando si stacca dal mare di ghiaccio artico e lentamente, ma inesorabilmente, si scioglie trascinando a fondo i naufraghi che vi fossero sfortunatamente rimasti aggrappati. Così bisogna essere ascoltatori assidui di “radiotre-mondo” o “radiotre-scienza”, o lettori attenti e selettivi di quanto di più autorevole offe la rete, per aver saputo che – (oltre che sulla vicenda tragica ma dai risvolti sempre più grotteschi dei marò) la corte suprema di New Delhi è stata chiamata a pronunciarsi in questi giorni su di una vicenda che ha ben più ampi risvolti etici, politici e sociali.
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Rigore, debito e menzogne: ecco chi ci guadagna davvero
Rastrellare soldi per le grandi banche del nord, tedesche e francesi: servono essenzialemente a questo le misure “lacrime e sangue” inflitte dal regime di austerity instaurato dalla spietata tecnocrazia europea. E’ la stessa Banca d’Italia a fornire l’ennesima riprova del fatto che l’austerità non serve a migliorare le finanze pubbliche: il debito italiano è ulteriormente aumentato, superando i duemila miliardi di euro. Keynes lo diceva 70 anni fa: «Non c’è possibilità di equilibrare il bilancio eccetto che con l’aumentare il reddito nazionale». L’austerità fa aumentare e non diminuire il debito pubblico, ribadisce Davide Della Bona sul sito “MeMmt”. E i dati degli ultimi tre anni sono inequivocabili: ovunque si sia intrapresa la via dell’austerità il bilancio pubblico è inevitabilmente peggiorato, aggravando ulteriormente la crisi.
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Futuro sostenibile: lavoro, terra e denaro non sono merci
Lavoro, terra e denaro: tre cose che, se diventano “merce”, decretano la fine del sistema sociale ed economico. Difatti, eccoci qua: globalizzazione, delocalizzazione delle produzioni, precarizzazione del lavoro, diseguaglianze crescenti, finanziarizzazione del comando capitalistico. Debito, pubblico e privato, come strumento di imbrigliamento della società, della politica e del lavoro. E poi guerre, crisi e insicurezza come condizione umana permanente. Fino a quarant’anni fa i meccanismi portanti dell’accumulazione del capitale erano stati il mito dello sviluppo economico e la crescita di salari, consumi e welfare: una sintesi di fordismo e politiche keynesiane governata con la continua espansione della spesa pubblica e l’intervento dello Stato nell’economia. Non era un mondo perfetto, come provvide a ricordare la grande contestazione del ’68. E oggi? Stiamo ancora peggio. E siamo alla vigilia di un nuovo, clamoroso cambio di paradigma: sarà valido soltanto ciò che potrà essere sostenibile.