Archivio del Tag ‘comunisti’
-
No ai cantieri: un piccolo prete ferma i giganti di Autostrade
Sono preti tosti quelli dell’Appennino. Tre di loro, trucidati dai nazifascisti nel 1944 a Marzabotto insieme a centinaia di parrocchiani, sono appena entrati in odore di beatificazione. Dall’altra parte della montagna, nel Mugello, negli anni Sessanta don Milani parlava di una Chiesa che si occupasse dell’istruzione degli ultimi, anche dei comunisti, e per questo fu “esiliato” tra i monti. Oggi un altro curato di queste montagne come un piccolo David sta sfidando un Golia chiamato Autostrade, che con i suoi scavi sta mettendo a rischio l’esistenza stessa di Ripoli, delle sue case e della sua chiesa: «Voi nella mia chiesetta non entrate. Non mi rendo complice di una mistificazione e di un finto monitoraggio solo per permettere allo scavo di proseguire nei suoi danni».
-
Ferrero: l’Europa dei ricchi prepara un massacro sociale
L’Europa che ci aspetta? Un inferno, infuocato dall’imminente «secessione dei ricchi», preoccupati di proteggersi da milioni di precari impoveriti, ormai in bilico sul baratro dell’indigenza. Paolo Ferrero, leader di Rifondazione comunista, firma una diagnosi allarmata: Bruxelles si prepara ad infliggere a tutti «un massacro sociale senza precedenti», per tentare di uscire dalla spirale insidiosa del debito pubblico. Ma, anziché delineare misure equilibrate di rilancio, pensa a tagli drammatici, orizzontali. E’ quanto si deduce, perlomeno, dalle proposte che il 29 ottobre la Commissione Europea presenterà per rafforzare il Patto di Stabilità e la governance economica dell’Unione.
-
Grillo: attenti, un operaio incazzato vi entrerà in salotto
«Per 54 secondi», giovedì 23 settembre in prima serata su RaiDue, «la realtà ha fatto irruzione ad Annozero». Dal suo blog, Beppe Grillo commenta così il clamoroso sfogo, sullo schermo, di un operaio di Pomigliano che sta per perdere il posto di lavoro: secondo Grillo, quel giovane lavoratore dal microfono di Sandro Ruotolo «ha fotografato il Paese», scattando «un’istantanea di disperazione». Urla, esasperato: «E’ ora di finirla, state mangiando coi nostri soldi da quarant’anni. Qui si perde il posto di lavoro, e voi passate il tempo a discutere della casa di Montecarlo? Ma quale cazzo di casa! Ho 36 anni, ci avete già rimesso 100 miliardi di debiti. I miei figli hanno i vostri debiti».
-
Caccia al nero, il nostro futuro: un inferno di menzogne
Il futuro in cui siamo già immersi comincia nella piana di Gioia Tauro: a Rosarno in provincia di Reggio Calabria (un’autentica guerriglia urbana è ancora in corso), come a Castel Volturno e a Reggio stessa, dove la ’ndrangheta ha voluto intimidire i magistrati con un attentato alla procura generale. Il futuro comincia a Rosarno perché i principali problemi della nostra civiltà si addensano qui: le fughe di intere popolazioni dalla povertà e dalle guerre (guerre spesso scatenate dagli occidentali, generatrici non di ordine ma di caos); le vaste paure che s’insediano come nebbie, intossicando la vita
-
I comunisti: opposizione vera, torneremo in Parlamento
Comunisti, ancora e sempre, per lanciare una sfida alternativa alla politica italiana. Mentre la Polonia mette fuorilegge la bandiera rossa, in Italia si scommette sulla sopravvivenza di falce e martello, emblema da riportare nelle aule parlamentari dopo la storica esclusione della “sinistra arcobaleno” guidata nel 2008 da Fausto Bertinotti. Archiviato il vecchio leader, il nuovo segretario di Rifondazione, l’ex ministro Paolo Ferrero, entro il 2010 farà confluire il suo partito nella “Federazione della Sinistra”, che dopo 12 anni riunificherà Prc e Pdci, con l’aggiunta di “Socialismo 2000” di Cesare Salvi e “Lavoro e Solidarietà” di Gianpaolo Patta.
-
Pio La Torre spiato dai servizi fino alla vigilia dell’agguato
Pio La Torre, l’eroe siciliano della lotta contro la mafia trucidato in un agguato a Palermo il 30 aprile 1982, fu spiato a lungo dai servizi segreti: l’uomo che lottava contro i clan imponendo l’istituzione del reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni degli affiliati a Cosa Nostra, fu tenuto sotto sorveglianza per molti anni da apparati di sicurezza dello Stato, fino alla vigilia dell’imboscata che gli costò la vita. Coincidenza inquietante? Lo ha ribadito l’8 novembre Giovanni Minoli, presentando su “Rai Storia” uno speciale su La Torre, nel quale numerosi testimoni rievocano le clamorose battaglie del leader comunista siciliano
-
Lerner: voglia di democrazia, attenti alle primarie del Pd
Voterò anch’io, domenica 25 ottobre 2009, alle primarie del Partito Democratico. E mi auguro che siano tanti i cittadini italiani che lo faranno, contraddicendo così un’altra volta i pronostici scettici della vigilia. Non dimentico che in passato gli osservatori sottovalutavano la possibilità di “elezioni inventate” con milioni di persone coinvolte. Un fenomeno di cittadinanza attiva che ora viene studiato con interesse nel resto d’Europa.
-
«Augias spia di Praga, in cambio di un uovo di Pasqua»
«È un’accusa talmente ridicola che non varrebbe la pena neanche di rispondere: ma questi sono i tempi in cui viviamo, in cui si è costretti a reagire alle calunnie mediatiche». Così Corrado Augias il 19 ottobre su “Repubblica” risponde allo “scoop” del giorno precedente sul “Giornale” di Vittorio Feltri, nel quale Augias avrebbe “scoperto” di esser stato una spia, col nome in codice “Donat”, in contatto coi servizi segreti della Cecoslovacchia dal 1963 al 1967. Contatto deludente: Augias sarebbe stato “pagato” con un uovo di Pasqua.
-
Attenti al complotto dei poteri forti: quello vero
Nel ‘93, quando gli avvisi di garanzia cominciarono a piovere sulle teste dei potenti e non solo dei cassieri di partito, i seguaci di Craxi gridarono al complotto. Un complotto di magistrati, poteri forti allora incarnati da Cuccia, la Cia e chissà chi altro, per mandare a casa Craxi, Andreotti e Forlani. La favola circolò per molto tempo sui media, nonostante la sua idiozia. C’era stata la caduta del Muro di Berlino, che aveva reso inutile in Italia il mantenimento di una classe dirigente corrotta e responsabile del peggior debito pubblico del mondo. Fine del complotto.
-
Hobsbawm: benessere per tutti, o non avremo futuro
Il “secolo breve”, il XX, è stato un periodo contrassegnato da un conflitto religioso tra ideologie laiche. Per ragioni più storiche che logiche è stato dominato dalla contrapposizione di due modelli economici – e soltanto due modelli vicendevolmente esclusivi – il “Socialismo”, identificabile con economie a pianificazione centrale di tipo sovietico, e il “Capitalismo”, che copriva tutto il resto. Tale contrapposizione, apparentemente fondamentale, tra un sistema che ambiva a togliere di mezzo le imprese private interessate agli utili (il mercato, per esempio) e uno che intendeva affrancare il mercato da ogni restrizione ufficiale o di altro tipo, non è mai stata realistica.
-
Edelman, l’ultimo eroe della grande storia europea
Salvare vite umane. Come medico e come combattente. Ci sono uomini a cui la storia chiede un conto speciale. Uomini che, alla storia, rispondono sì. Marek Edelman è morto all’età di novant’anni, nella sua Polonia. Ne aveva solo 22 quando, nella primavera del 1943, difese coi denti gli ultimi bunker del Ghetto di Varsavia, durante l’eroica e disperata rivolta degli ebrei condannati alle camere a gas. Era socialista e non-sionista. Fece infuriare il governo di Tel Aviv quando, nel 2002, inviò un appello ai combattenti palestinesi, riconoscendone la legittimità: deponete le armi, scrisse, e fate la pace con Israele.
-
Kasyanov: come l’Europa finanziò la rielezione di Eltsin
«Siamo in emergenza, mi servono soldi: se non pago le pensioni e gli stipendi ai militari entro il Primo Maggio, come ho promesso, qui può succedere di tutto». Parola di Boris Eltsin. Nel 1996, il presidente russo rivolse questa pressante richiesta d’aiuto al presidente francese Jacques Chirac e al cancelliere tedesco Helmut Kohl. Lo rivela il libro che sta per pubblicare Mikhail Kasyanov, premier a Mosca dal 2000 al 2004 e soprannominato “mister 2%”, annota Giulietto Chiesa, «in ricordo della percentuale che, come primo ministro di Russia, sembra percepisse in occasione di ogni affare di Stato».