Archivio del Tag ‘controllo’
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Pieni poteri: li detengono loro, i nuovi impresari del terrore
C’è qualcuno che vorrebbe prolungare all’infinito l’emergenza, la chiusura del paese, spostando la liberazione di data in data, di fase in fase. C’è qualcuno che ci guazza in questa quarantena, ne approfitta, si avvantaggia, su piani diversi. C’è qualcuno che in questa paralisi si sente importante, decisivo, determinante, esercita il potere allo stato puro, in grande o in piccolo, e riduce i cittadini a bambini, malati e delinquenti, tutti con l’obbligo di stare dentro. C’è qualcuno che gode il quarto d’anno di celebrità, si arroga il diritto di decidere nel nome della vita e della morte, ti consente o meno di respirare, a sua discrezione, ti toglie la libertà senza darti in cambio la sicurezza; ma accolla quest’ultima solo sulle tue spalle, dipende solo da te, se ti barrichi in casa, stai buono e ti separi da tutti. Il nuovo Hobbes decreta: Homo homini virus. E su quella paura fonda il suo strapotere. C’è qualcuno che vede in questa situazione la realizzazione della propria utopia, tutti irretiti, cioè presi per la rete, attaccati a una piattaforma, senza più differenze, tutti uguali, magari con uno stesso reddito universale di miseria, controllati e cinesizzati come il Grande Impostore vuole. Se ci fosse qualcuno in grado di parlare oggi nel nome della fede direbbe che tutto ciò è diabolico, perché diavolo significa separare, dividere.C’è qualcuno che teme di tornare alla vita normale perché sa che l’incantesimo si spezzerebbe, il consenso di gregge, automatico e impaurito, verrebbe meno, la vita tornerebbe aperta. C’è qualcuno che ritarda sine die la prigionia universale perché sa che tragedie ci aspettano per il lavoro, la società, le famiglie, l’economia e non è stato predisposto nulla di concreto e di adeguato. C’è qualcuno che prolunga questa condizione per stremare i cittadini, devitalizzarli e abituarli e intubarli, e farli appena uscire ma con la minaccia che se non fate i bravi tornate in castigo. Terrorismo mediatico e sanitario. “Impresari della paura”, vi ricordate? Ogni giorno e ogni giornalone rovesciavano su Salvini e sulla destra nostrana e internazionale, accuse di fondare il loro consenso sulla paura. Paura degli sbarchi, dei migranti, dei rom; impresari della paura. Come definire ora il governo in carica, le sue task force e tutto il carrozzone di esperti e comunicatori, se non grandi fabbriche della paura? Incutere terrore nella gente per tenerla prigioniera in casa, privarla delle libertà più innocue e più elementari, fare un lavaggio del cervello in massa per spaventarli sui rischi che si corrono solo ad allentare la sorveglianza da regime poliziesco che stiamo vivendo. Con divieti insensati su chi incontrare e chi no, sui luoghi, le case, dove la cautela non c’entra ma è solo coazione, Comandamento. Impresari del terrore.Mai viste tante auto di polizia e carabinieri in giro, sono spariti i problemi di mezzi, personale, carburanti… Agli angoli delle strade vedi soldati coi mitra che sorvegliano sul pericoloso popolo italiano, come se ci fosse da abbattere pericolosi terroristi in vena d’uscire di casa. Ti barrichi in casa per il terzo mese consecutivo e devi subire l’aggressione del video con quell’indegno volantinaggio di propaganda e terrore dei tg: “non abbassare la guardia”, “mantenere alta la tensione”, non è finita la galera; se allentiamo appena, arriva sicura come la morte una tempesta di contagi. E via di questo passo, ogni servizio, ogni intervista, ogni passaggio in studio ti vomita un solo, ossessivo messaggio. Anche dall’estero le notizie e le immagini sono filtrate per ammaestrarci. Vedi comitati tecnico-scientifici che non sono stati capaci di prevedere un beneamato tubo, neanche le previsioni più ravvicinate, non sono stati in grado di dare indicazioni di alcun genere e ora ci prospettano ben 92 scenari: ma tra tutti, i tg, i governi, gli esperti compiacenti, ci sparano solo i più agghiaccianti per spaventarci e costringerci in casa.Tutto come prima, e se non vi comportate bene, peggio di prima. Bande di virologi che in due mesi di vetrina quotidiana non hanno concordato su nessuna profilassi e non hanno saputo dire altro che ripetere il rimedio primitivo del duemila avanti Cristo: state a casa, lontani dal prossimo, lavatevi le mani. Grazie, non c’era bisogno di loro per sentirci dire quello che una qualunque nonna analfabeta era in grado di dire. Dalle istituzioni, dagli organismi “preposti”, nessuna terapia o prevenzione socio-sanitaria, in più di due mesi. Solo un incubo militante, state a casa, vi spariamo a vista, vi facciamo tornare a casa carichi di meraviglie, vi sorvegliamo coi droni e gli elicotteri tipo “Apocalypse now” e noi i vietcong. In casa fate onanismo sul virus, per distrarvi sparatevi un bel filmone sul contagio: vi racconta ciò che state vivendo. Siete già nella leggenda, nella fiction… Rallegramenti.Intendiamoci. Non tutti coloro che ci prescrivono e osservano queste norme sono in mala fede, c’è chi ne è davvero convinto e argomenta bene. Né è in discussione la necessità delle precauzioni, ma quelle necessarie, ragionevoli, come distanziarsi e mascherarsi, andare il meno possibile e più coperti possibile nei luoghi pubblici, magari controllare le condizioni di salute (ciò che nessuno ci ha mai fatto). Ma star da soli all’aria aperta, passare isolati da una casa all’altra non provenendo da nessuna zona di rischio, uscire, bagnarsi o saltellare per conto proprio in luoghi appartati, vedere una persona anche se non è congiunto, riprendere con tutte le precauzioni le attività lavorative, sono rischi calcolati, che si devono correre se non vogliamo che i danni per la prevenzione diventino superiori ai danni sanitari. Un manifesto firmato da tanti, in primis da Vittorio Sgarbi, ha denunciato questo regime liberticida; un flash-mob di cittadini contro le violazioni della Costituzione è stato fatto ieri mattina a Bologna. Ma vige la legge marziale. Filate a casa, da soli, coda tra le gambe.(Marcello Veneziani, “Gli impresari del terrore”, da “La Verità” del 3 maggio 2020; articolo ripreso sul blog di Veneziani).C’è qualcuno che vorrebbe prolungare all’infinito l’emergenza, la chiusura del paese, spostando la liberazione di data in data, di fase in fase. C’è qualcuno che ci guazza in questa quarantena, ne approfitta, si avvantaggia, su piani diversi. C’è qualcuno che in questa paralisi si sente importante, decisivo, determinante, esercita il potere allo stato puro, in grande o in piccolo, e riduce i cittadini a bambini, malati e delinquenti, tutti con l’obbligo di stare dentro. C’è qualcuno che gode il quarto d’anno di celebrità, si arroga il diritto di decidere nel nome della vita e della morte, ti consente o meno di respirare, a sua discrezione, ti toglie la libertà senza darti in cambio la sicurezza; ma accolla quest’ultima solo sulle tue spalle, dipende solo da te, se ti barrichi in casa, stai buono e ti separi da tutti. Il nuovo Hobbes decreta: Homo homini virus. E su quella paura fonda il suo strapotere. C’è qualcuno che vede in questa situazione la realizzazione della propria utopia, tutti irretiti, cioè presi per la rete, attaccati a una piattaforma, senza più differenze, tutti uguali, magari con uno stesso reddito universale di miseria, controllati e cinesizzati come il Grande Impostore vuole. Se ci fosse qualcuno in grado di parlare oggi nel nome della fede direbbe che tutto ciò è diabolico, perché diavolo significa separare, dividere.
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Un pericoloso mitomane abusivo si è impadronito dell’Italia
Un pericoloso mitomane si è impadronito dell’Italia e sotto la minaccia del virus tiene in ostaggio un intero popolo, violenta la libertà e paralizza il paese, mandandolo alla rovina, fingendo però che è tutto sotto controllo, anzi ci ammirano e ci studiano in tutto il mondo come modello. Dietro di lui si nasconde un intreccio di poteri, caste, tecnocrati e una pletora di esperti, inclusi gli scienziati che in questa pandemia hanno detto poco, tante ovvietà e pareri discordi. Non una linea strategica emerge dalla cosiddetta fase due, grotteschi perduranti divieti, assurde restrizioni a macchia di leopardo, senza alcuna logica e buon senso: la scuola liquidata sine die, le attività produttive col freno a mano, i trasporti pubblici resi di fatto impraticabili, perché se vi può accedere solo un quinto degli utenti abituali (in altre versioni meno di un decimo), e se si deve provvedere per ogni corsa una sanificazione, significa paralizzarli. E questo, di conseguenza, paralizza il traffico, perché tanti andranno in auto sapendo che devono aspettare un tempo almeno cinque vote superiore a quello prima atteso (visto lo scaglionamento); non arriveranno mai al loro posto di lavoro o destinazione.La follia di poter raggiungere solo le case in regione, la follia di tutto l’impianto, la paralisi di tutto, la mancanza di veri, concreti aiuti, l’annuncio continuo di cifre astratte, sempre variabili, di “potenze di fuoco” che sono solo un fuoco di Sant’Antonio delle intimità di chi li annuncia. La follia è che tutto questo avviene col tacito consenso, o col silenzio-assenso di tutti i poteri che contano: dal Quirinale ai partiti, dal Parlamento ai poteri istituzionali e costituzionali. La sinistra si rifugia vigliaccamente dietro l’Abusivo che si è impossessato del potere, perché così lui si prende oneri e onori, e intanto toglie di mezzo l’opposizione. I grillini trafficano in cineserie ma sono contenti di vedere tramite lui risalire i consensi che erano in caduta libera, e tramite lui esercitare ancora potere, restare al governo pur avendo dato prova della loro assoluta incapacità, autocertificata in massa. L’assurdo di questa situazione è che tutti costoro gridavano al timore del dittatore venuto da destra, il Salvini, o il Salvameloni di turno (o anche il Renzi), e intanto lasciavano instaurare un’autocrazia mediatica che non ha precedenti, l’Uomo solo al comando e al telecomando, venuto dal nulla, con poteri pressoché illimitati di costringere la popolazione a ogni genere di schiavitù e di impedimento. Col favore dei grandi media, non solo pubblici.E la stessa cosa si ripete a livello mondiale: tutti gridano e irridono al Dittatore Trump, mentre lasciano crescere il potere e l’influenza nel mondo della vera Dittatura, quella cinese, che ha gravi responsabilità nel virus e che ora si sta espandendo nel mondo, con ogni forma (incluso il 5G) e che trova nella nostra compagnia di burattini denominata governo il suo principale asino di Troia (cavallo sarebbe troppo) per insinuarsi. Il suddetto millantatore abusivo continua a fare one-man-show in televisione, parla per un’ora su tutte le grandi reti – Rai, Mediaset, Sette – per non dire nulla, e lasciare tutto più sotto l’autocrazia. È ormai un rito di vanità in cui l’impostore si pavoneggia (Rito Pavone), annuncia vittorie in Europa che non ha mai conseguito, preannuncia cose che non rispondono mai alla realtà e limita la sua azione ai verbi perifrastici, stiamo in procinto di, stiamo per varare, stiamo sul punto di. Si vanta di tutto, per dirla con Gioacchino Belli: “Non faccio per vantarmi ma oggi è una bellissima giornata”. E poi il mantra ossessivo di questi giorni, dal primo scienziato all’ultimo telegiornalista, “non abbassare la guardia” che va tradotto a contrario: abbassatevi i pantaloni, in ginocchio, restate fermi, in catene.Dopo due mesi di carcerazione di massa non è più sopportabile. È necessario non dico ribellarsi, insorgere, fermarlo. Ma quantomeno osservare, sì, le precauzioni sanitarie leggendole però in una chiave compatibile con la vita che riprende, la libertà ritrovata, il buon senso. Chiedo a questo proposito che anche le forze dell’ordine non accettino di diventare esecutori di un’autocrazia irresponsabile che non sa dove ci sta portando; naviga a svista, a orecchio, random. Chiedo loro che interpretino le norme il più possibile in modo duttile, non a danno degli italiani e dei loro primari interessi vitali, e della loro libertà primaria. La stessa cosa sento di chiedere a tutti i sacerdoti, nel nome di quello che anche la Conferenza Episcopale ha denunciato: nessun autocrate può impedire così a lungo l’esercizio elementare della propria fede, le messe. Non c’è nessuna ragione di salute, nessuna maglia di forza della salute, che può impedire questa essenziale libertà, primaria per i credenti. Basterà osservare le norme, distanziamento sociale, mascherine, cautela.È finita la fase dell’obbedienza cieca, prona e assoluta. È finita la pazienza. Occorre cominciare una ragionevole obiezione di coscienza e di libertà, pur rispettando tutte le cautele, con realismo e con tutte le norme costituzionali. Altrimenti questo viaggio verso la dittatura sanitaria (come la chiamai ormai nei primi di marzo) sarà di sola andata; la sospensione che si prolunga nel tempo rischia di farsi sistemica e perlomeno ricorrente, incombente come una minaccia periodica e un deterrente di fronte a ogni libertà. Il paese si sta sfasciando e non possiamo pensare che l’unico rimedio sia preannunciare – a due mesi dall’emergenza- il prezzo politico alle mascherine. Smascheriamo piuttosto questo dispotismo vanitoso, di uno incapace di tutto. Questo non è dispotismo illuminato, ma dispotismo allucinato. Un incubo da cui svegliarsi.(Marcello Veneziani, “La pazienza è finita”, da “La Verità” del 28 aprile 2020, articolo ripreso sul blog di Veneziani).Un pericoloso mitomane si è impadronito dell’Italia e sotto la minaccia del virus tiene in ostaggio un intero popolo, violenta la libertà e paralizza il paese, mandandolo alla rovina, fingendo però che è tutto sotto controllo, anzi ci ammirano e ci studiano in tutto il mondo come modello. Dietro di lui si nasconde un intreccio di poteri, caste, tecnocrati e una pletora di esperti, inclusi gli scienziati che in questa pandemia hanno detto poco, tante ovvietà e pareri discordi. Non una linea strategica emerge dalla cosiddetta fase due, grotteschi perduranti divieti, assurde restrizioni a macchia di leopardo, senza alcuna logica e buon senso: la scuola liquidata sine die, le attività produttive col freno a mano, i trasporti pubblici resi di fatto impraticabili, perché se vi può accedere solo un quinto degli utenti abituali (in altre versioni meno di un decimo), e se si deve provvedere per ogni corsa una sanificazione, significa paralizzarli. E questo, di conseguenza, paralizza il traffico, perché tanti andranno in auto sapendo che devono aspettare un tempo almeno cinque vote superiore a quello prima atteso (visto lo scaglionamento); non arriveranno mai al loro posto di lavoro o destinazione.
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Scuola di paura: l’infanzia negata dei bambini in isolamento
Mi chiamo Marika Adianto, ho 45 anni, sono mamma di una bambina di 10 anni e sono un’insegnante di scuola primaria a Genova. Scrivo dopo lunghe riflessioni e gran frustrazione con la necessità di dare voce alla mia categoria o ad una parte della mia categoria (non ho la presunzione di rappresentare tutti gli insegnanti), ma soprattutto ai bambini. Vorrei sottoporre a chi legge una serie di riflessioni che sento la necessità assoluta di condividere. Anche in questa occasione, a mio avviso, alla scuola non è stata prestata la dovuta attenzione da parte delle istituzioni. Si è scelto di chiuderla, sono stati stanziati alcuni milioni di euro per la Dad [didattica a distanza], ma non c’è stata una riflessione, non c’è stato un pensiero-guida volto ad una ripartenza a settembre in una condizione di benessere. Il benessere delle bambine e dei bambini e di chi si occupa di loro. L’occasione ghiotta che ci ha offerto questa situazione è la possibilità di ripensare e rivalutare il nostro micromondo della scuola. La riflessione iniziale sarebbe dovuta essere: quale scuola e, di conseguenza, quale società vogliamo costruire o ricostruire per settembre? Cosa vogliamo trasmettere ai nostri bambini e ragazzi? Su quali principi e basi vogliamo riaccogliere, riaprire, incontrare nuovamente i nostri giovani?Ciò che emerge è che si voglia seguire non il tanto nominato principio di prudenza, ma, purtroppo il principio di paura. Ciò che noi adulti saremo in grado di lasciare a questa generazione in dono sarà la paura. Paura del contagio, paura del contatto, paura del respiro, paura della contaminazione, paura della vicinanza. Paura di vivere. Ho quindi deciso di scrivere, per la mia coscienza, per il mio intelletto, per la mia dignità e per l’amore e la passione che ho per il mio lavoro che io non sono d’accordo e non voglio solo condividere il mio sdegno, ma sento la necessità di fare proposte. Di essere costruttiva. Chi pensa al piano-scuola per il rientro, ancora una volta, sembra non aver mai avuto a che fare con un bambino. I bambini non conoscono o non dovrebbero conoscere il distanziamento sociale, termine che in realtà mi rifiuto di usare perché implica una lontananza non solo fisica, ma umana dagli altri. Distanza che a priori mi risulta inaccettabile. I bambini si assembrano.Assembramento. Altro termine che evoca periodi terribili della nostra storia di italiani, di esseri umani. I bambini si assembrano, per fortuna lo fanno. In maniera innata si avvicinano, ricercano contatto, abbracciano, ricercano conforto, si scambiano oggetti, giochi e si parlano a distanza ravvicinata. Si riesce a immaginare una scuola, un mondo, in cui tutto ciò non accada? Si riesce ad accettare un mondo in cui tutto ciò non accada anche per un “breve” periodo di tempo? Io non ci riesco. Chi lavora con i bambini sa che il rischio zero non esiste. Chi lavora con i bambini sa che il rapporto maestra-bambino si crea attraverso i gesti: un abbraccio, una carezza sulla testa, una mano piccola in una mano grande. Gesti che accompagnano: aiutare ad impugnare la matita, la forchetta, allacciare una scarpa, soffiare un naso (sì, addirittura soffiare un naso). A scuola tutto è condivisione e vicinanza, la scuola è questo: stare seduti vicini in biblioteca mentre la maestra legge un albo illustrato, stare vicini a merenda per confidarsi un segreto, fare musica insieme in cerchio, condividere un progetto di arte, mangiare a mensa insieme, scambiarsi le penne e le macchinine.In una intervista di ieri, la ministra rilascia alcune dichiarazioni che paiono l’anteprima di quelle che saranno le disposizioni per settembre e parla di dividere le classi, una metà a casa e una metà a scuola, di far ruotare i gruppi e di permettere ai bambini di seguire le lezioni attraverso una telecamera posizionata in classe. Provo a spiegare perché, secondo me, tutto ciò non ha senso: prendiamo il caso di una classe di 24 bambini/ragazzi. Invece di lasciarne a casa metà si potrebbe pensare di creare due classi di 12 e consentire a tutti di andare a scuola. Perché quello che conta in ambito educativo, pedagogico, didattico è la presenza fisica. Non lo dico io, lo dicono i fatti e la Dad ce lo sta dimostrando: non funziona (ma ci tornerò tra poco). Inoltre: si riesce ad immaginare la frustrazione e il disagio del gruppo di bambini a casa? Con chi staranno se i genitori devono lavorare e i nonni sono una categoria a rischio? Si ritiene che il collegamento con la telecamera consenta la socialità – davvero??? O li renda semplicemente spettatori della vita altrui?E ancora: la telecamera è una forma di controllo. Cosa si deve controllare? Che gli insegnanti mantengano le distanze? Che non ci si sfiori? Che il protocollo di sicurezza sia rispettato? E’ davvero questa la società che vogliamo? Davvero vogliamo essere sorvegliati e sorvegliarci osservando per ore uno schermo? Davvero vogliamo che i nostri bambini stiano seduti tutto il tempo scuola lontani dagli altri, divisi magari da uno schermo di plexiglass, con la mascherina sulla faccia per quattro, sei ore al giorno? Questo è il ricordo della loro infanzia o adolescenza che vogliamo lasciare loro? Vogliamo seriamente riflettere sulle difficoltà di respirazione e comunicazione che implica l’uso della mascherina? Perché qui non si tratterebbe di fare la spesa per venti minuti al supermercato; qui, se dovesse essere imposto l’obbligo della mascherina a scuola, si parla di ore, di ore con la mascherina davanti al naso e alla bocca. E non ci sono ancora studi che ci possano dire davvero se questo oggetto non sia invece più dannoso che utile. Qualcuno ci ha pensato? Io sì. Molti di noi insegnanti lo hanno fatto e si interrogano.E poi: che incidenza può avere sulla salute fisica e psichica dei bambini il lasciarli ore a casa davanti ad uno schermo “in collegamento” con i compagni a scuola? C’è stata o c’è una riflessione a riguardo? Quanto potrà incidere questa scelta sulla vita dei nostri bambini? Molto, a mio modesto avviso, e non in senso positivo. Da anni si parla dei problemi di attenzione e di iperattività chiamando in causa la sovraesposizione allo schermo e la sedentarietà… e cosa si propone per la scuola del futuro? Che stiano a casa seduti davanti allo schermo oppure a scuola seduti. Distanti, mi raccomando. Mi chiedo: saremo noi insegnanti i responsabili se non dovesse essere mantenuta questa distanza? Saremo noi a dover diventare i vigili dei nostri alunni? E’ questo che ci verrà chiesto? Di tenerli lontani da noi e tra loro? E’ davvero questa la scuola che vogliamo, la società che vogliamo? Io non credo di farcela.Le nostre scuole hanno, spesso, molte aule. Le nostre scuole hanno, in molti casi, giardini o spazi all’aperto che non possono essere utilizzati perché inagibili, in abbandono, senza manutenzione. Assumendo i tanti precari che lavorano nella scuola si potrebbero creare classi meno numerose. Stanziando denaro per l’edilizia scolastica si potrebbero riqualificare ambienti e spazi esterni. Il denaro investito nella scuola, a mio avviso, non andrebbe utilizzato esclusivamente per la tecnologia, ma anche e oso dire, soprattutto, per la ristrutturazione. E non solo. Per ripensare gli spazi. E si torna sempre alla necessità di ripensare. Riflettere. Rimettere la pedagogia al centro dei nostri pensieri insieme all’educazione civica, alla formazione del cittadino. Inoltre: vogliamo seriamente pensare ai bambini con bisogni educativi speciali, ai bambini con piano educativo individualizzato? Sono stati i più penalizzati tra tutti i bambini. Possiamo pensare di tenerli lontani fisicamente dagli insegnanti di sostegno (e da tutti gli insegnanti)? Possiamo pensare di mettere loro la mascherina e di fargliela tenere per ore? Possiamo pensare di metterli seduti in cucina e farli assistere alle lezioni a distanza per farli “socializzare”?E qui si inserisce il discorso sulla Dad, che sta penalizzando soprattutto loro, i bambini in difficoltà. A differenza della scuola vera, quella dove ci si assembra, la Dad non consente un intervento significativo e di qualità da parte degli insegnanti a livello educativo, pedagogico e didattico. Non saprei dirlo meglio di così: non si riesce davvero ad arrivare ai bambini e alle bambine. Perché? Semplicemente perché non è reale. Ci ha aiutato a mantenere un minimo di contatto, ci ha permesso di vederli in questi mesi. Ma non è sufficiente. Perché questa modalità di relazione non è reale. La Dad può essere sopportata da tutti per un breve periodo di emergenza. Ma non è accettabile nella normalità. Perché immagino e spero che alla normalità si voglia tornare. Le scelte che si faranno incideranno sulla vita di milioni di persone, lo faranno in maniera significativa, segneranno una generazione. Non si può non riflettere su tutto ciò, con umiltà. Perché quello che, dal mio punto di vista, manca, è l’ascolto di chi la scuola la vive ogni giorno, da anni. Io sono solo diciotto anni che insegno, ma quotidianamente imparo da colleghe che da quaranta anni aiutano i bambini a crescere. Possibile che non si pensi di dar loro voce? Chi è più esperto di chi con i bambini trascorre in media cinque ore al giorno? Nessuno. Quello di cui abbiamo bisogno è di essere ascoltati. Perché siamo noi gli esperti. Siamo noi la task force gratuita della quale avvalersi per ripartire umanamente a settembre. Per favore, ascoltateci! Grazie.(Marika Adianto, “Lettera di un’insegnante”, pubblicata su “Luogo Comune” il 3 maggio 2020).Mi chiamo Marika Adianto, ho 45 anni, sono mamma di una bambina di 10 anni e sono un’insegnante di scuola primaria a Genova. Scrivo dopo lunghe riflessioni e gran frustrazione con la necessità di dare voce alla mia categoria o ad una parte della mia categoria (non ho la presunzione di rappresentare tutti gli insegnanti), ma soprattutto ai bambini. Vorrei sottoporre a chi legge una serie di riflessioni che sento la necessità assoluta di condividere. Anche in questa occasione, a mio avviso, alla scuola non è stata prestata la dovuta attenzione da parte delle istituzioni. Si è scelto di chiuderla, sono stati stanziati alcuni milioni di euro per la Dad [didattica a distanza], ma non c’è stata una riflessione, non c’è stato un pensiero-guida volto ad una ripartenza a settembre in una condizione di benessere. Il benessere delle bambine e dei bambini e di chi si occupa di loro. L’occasione ghiotta che ci ha offerto questa situazione è la possibilità di ripensare e rivalutare il nostro micromondo della scuola. La riflessione iniziale sarebbe dovuta essere: quale scuola e, di conseguenza, quale società vogliamo costruire o ricostruire per settembre? Cosa vogliamo trasmettere ai nostri bambini e ragazzi? Su quali principi e basi vogliamo riaccogliere, riaprire, incontrare nuovamente i nostri giovani?
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La mannaia di Crimi sulle slot: a rischio 150.000 lavoratori?
Cartellino rosso per Vito Crimi, il grillino che in un tweet si augura che diventi permanente il lockdown per le slot machine. «A parte il fatto che non si capisce come un personaggio di tale mediocrità possa essere “capo politico” di alcunché – afferma Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt – vengono i brividi all’idea dello “Stato etico” e proibizionista, che nel caso della droga (come anche nella storica crociata contro l’alcol negli Usa) ottiene l’unico risultato di far esplodere il business della criminalità organizzata». Protesta Claudio Testa, dirigente del Movimento Roosevelt: «E’ inconcepibile anche solo ipotizzare il taglio di quello che è il terzo comparto industriale italiano, dopo Eni e Fiat, visto che vale 103 miliardi di euro l’anno: il settore “gioco legale” (che include le slot, i gratta & vinci e il Superenalotto) è formato da 12.200 aziende, pari a 150.000 posti di lavoro, tra concessionari e noleggiatori, installatori, bar e altri esercenti. O forse Crimi pensa che questi siano lavoratori di serie B?».Per Testa, quelle di Crimi sono «affermazioni a dir poco offensive», oltre che allarmanti, specie in un momento come questo. Ma attenzione al trucco, avverte Testa: tanto clamore moralistico contro il “gioco d’azzardo lecito” nasconde un’ipocrisia. «Fino a qualche anno fa, ai giocatori (come speranza di vincita) andavano 86 miliardi l’anno. Ora invece il prelievo fiscale dello Stato è salito al 24%, lasciando ai giocatori solo il 68%». A emettere ordinanze restrittive invocando la salute pubblica “minacciata da ludopatia e dipendenze” sono Regioni e Comuni, tuttora esclusi dalla ripartizione delle entrate fiscali generate dai giochi. «Faccio un’ipotesi, e mi assumo la responsabilità di quello che dico», accusa Testa: «Se del suo 24% lo Stato lasciasse l’1-2% agli enti locali, vi assicuro che tutto questo interesse per la ludopatia sparirebbe all’istante». Aggiunge Testa: «Seguite i soldi, se volete la verità. E ancora una volta scoprirete che, dietro alla preoccupazione sbandierata per la salute pubblica, ci sono interessi assai meno nobili, cioè economici e di tornaconto personale di qualche politico».Per Testa e Magaldi, sul caso delle slot si ripete lo schema del coronavirus: col pretesto della salute si perseguono altri interessi, di business e di controllo sociale. «Lo “Stato etico” evoca il sinistro modello cinese, senza libertà», dichiara Magaldi, tra i primi a puntare il dito contro Pechino e l’Oms, con i suoi partner anche occidentali. L’imputazione? Scarsa trasparenza nella gestione dell’emergenza Covid: verità occultata e allarme lanciato in grave ritardo. «Ora si moltiplicano le denunce in questo senso e si intentano anche cause legali, a livello internazionale», osserva il giornalista Andrea Giannotti, altro esponente “rooseveltiano”. Senza contare l’impegno istituzionale dei politici Usa: prima Trump, poi Mike Pompeo e ora Mark Esper, ministro della difesa. «Siamo stati i primi – ricorda Magaldi – a denunciare l’opacità del caso-coronavirus, manipolato da forze sovranazionali che utilizzano il sistema-Cina per tentare di instaurare una post-democrazia autoritaria, in Occidente, condizionata dallo strapotere di una nuova, inquietante polizia sanitaria. E siamo solo all’inizio di un’operazione-trasparenza che, ne siamo convinti, potrebbe riservare grosse sorprese».Cartellino rosso per Vito Crimi, il grillino che in un tweet si augura che diventi permanente il lockdown per le slot machine. «A parte il fatto che non si capisce come un personaggio di tale mediocrità possa essere “capo politico” di alcunché – afferma Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt – vengono i brividi all’idea dello “Stato etico” e proibizionista, che nel caso della droga (come anche nella storica crociata contro l’alcol negli Usa) ottiene l’unico risultato di far esplodere il business della criminalità organizzata». Protesta Claudio Testa, dirigente del Movimento Roosevelt: «E’ inconcepibile anche solo ipotizzare il taglio di quello che è il terzo comparto industriale italiano, dopo Eni e Fiat, visto che vale 103 miliardi di euro l’anno: il settore “gioco legale” (che include le slot, i gratta & vinci e il Superenalotto) è formato da 12.200 aziende, pari a 150.000 posti di lavoro, tra concessionari e noleggiatori, installatori, bar e altri esercenti. O forse Crimi pensa che questi siano lavoratori di serie B?».
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Nicola Bizzi: prove tecniche di dittatura. Italiani, svegliatevi
Chi, per motivi anagrafici, è troppo giovane o chi non ha avuto l’opportunità di vivere nei paesi dell’Europa dell’Est ai tempi del cosiddetto “Socialismo reale” non può capire le incredibili analogie di tali realtà con la folle situazione che stiamo vivendo oggi in Italia: 1 – Controllo totale dei cittadini, dei loro spostamenti e delle loro telefonate. All’epoca non esistevano certe “applicazioni”, ma lo Stato non si faceva sfuggire niente, con l’impiego massiccio e sistematico di semplici ma efficienti metodi “tradizionali”, quali intercettazioni, pedinamenti, posti di blocco e ricorrendo ad una estesa rete di delatori. Ognuno era pronto, per paura e per evitare a sua volta di essere additato come un “nemico dello Stato”, a denunciare il proprio vicino, perfino i propri amici e familiari. 2 – Totale censura e piena omologazione della stampa e delle televisioni al pensiero unico del regime. 3 – Società fondata sulla menzogna. Falsificazione totale dei dati economici e delle statistiche. A dispetto di ogni evidenza, ciò che lo Stato afferma e comunica ai cittadini diviene verità assoluta e deve essere accettato alla stregua di un dogma di fede. 4 – Lunghe code fuori da negozi e supermercati. 5 – Assemblamenti rigorosamente vietati. Vietati inoltre il diritto di sciopero e quello di manifestazione. 6 – Assenza di qualsiasi opposizione politica.7 – Diritti civili garantiti solo sulla carta. In realtà il cittadino poteva essere soggetto a qualsiasi abuso da parte delle forze dell’ordine e dagli stessi tribunali. 8 – Divieto, o comunque forte limitazione, della celebrazione di funzioni religiose. 9 – Obbligo di speciali documenti e autorizzazioni (altro che “autocertificazioni”!) per potersi spostare da una città all’altra o da una regione all’altra. E potrei continuare ancora a lungo… Io queste cose le ho vissute, le ho toccate con mano, le ho provate davvero sulla mia pelle. So cosa significa essere costantemente sorvegliato. So cosa significa dover camminare con circospezione, parlare sempre a bassa voce e dover spesso scegliere strade secondarie per evitare di essere fermato dalla polizia politica. So cosa significa essere fermato e trattenuto per ore (se non per giorni) senza alcun motivo. E potrei ancora continuare a lungo… Ma c’è una differenza fondamentale: nei regimi comunisti il cittadino serviva, era considerato una indispensabile ruota dell’ingranaggio statale, e veniva in un certo qual modo tutelato proprio perché “utile”. Oggi, come insegna Marco Della Luna, i popoli (e, di conseguenza, i semplici cittadini) per certe élite di potere sono divenuti superflui. Italiani, svegliatevi!(Nicola Bizzi, “Prove tecniche di dittatura”, dalla pagina Facebook di Bizzi del 29 aprile 2020. Storico ed editore, titolare della casa editrice Aurora Boreale, Bizzi è autore di pregevoli saggi come “Da Eleusi a Firenze. La trasmissione di una conoscenza segreta”, “Atlantide e altre pagine di storia proibita”, “Ipazia di Alessandria e l’enigma di Santa Caterina”, “La via di Eleusi: il percorso di elevazione e i gradi dell’iniziazione ai misteri”. In questi giorni è uscito “Camillo Agrippa. La quintessenza del Rinascinamento” – “Riflessi d’antico: l’Ermetismo rinascinamentale e la sacralità dei Numi Pagani”, con saggio introduttivo di Luca Valentini. Nelle prossime settimane, infine, sempre Bizzi darà alle stampe “Da Eleusi a Washington. Le origini occulte e misteriche degli Stati Uniti d’America e il ruolo fondamentale di alcune famiglie iniziatiche eleusine nella scoperta e nella costruzione del nuovo mondo”).Chi, per motivi anagrafici, è troppo giovane o chi non ha avuto l’opportunità di vivere nei paesi dell’Europa dell’Est ai tempi del cosiddetto “Socialismo reale” non può capire le incredibili analogie di tali realtà con la folle situazione che stiamo vivendo oggi in Italia: 1 – Controllo totale dei cittadini, dei loro spostamenti e delle loro telefonate. All’epoca non esistevano certe “applicazioni”, ma lo Stato non si faceva sfuggire niente, con l’impiego massiccio e sistematico di semplici ma efficienti metodi “tradizionali”, quali intercettazioni, pedinamenti, posti di blocco e ricorrendo ad una estesa rete di delatori. Ognuno era pronto, per paura e per evitare a sua volta di essere additato come un “nemico dello Stato”, a denunciare il proprio vicino, perfino i propri amici e familiari. 2 – Totale censura e piena omologazione della stampa e delle televisioni al pensiero unico del regime. 3 – Società fondata sulla menzogna. Falsificazione totale dei dati economici e delle statistiche. A dispetto di ogni evidenza, ciò che lo Stato afferma e comunica ai cittadini diviene verità assoluta e deve essere accettato alla stregua di un dogma di fede. 4 – Lunghe code fuori da negozi e supermercati. 5 – Assembramenti rigorosamente vietati. Vietati inoltre il diritto di sciopero e quello di manifestazione. 6 – Assenza di qualsiasi opposizione politica.
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Colonnello russo: Covid, terrorismo per dominare la Terra
Un’intervista approfondita a 360 gradi dove viene analizzato ogni aspetto fondamentale del fenomeno coronavirus e dove vengono rivelati i suoi veri inquietanti obbiettivi. E’ quella che il colonnello Vladimir Vasilievich Kvachkov, già membro del Direttorato principale per l’informazione, l’apparato dei servizi segreti di intelligence militari russi, e delle Spetsnaz, le forze speciali russe, ha rilasciato al canale “Studiya Rubezh”. Kvachkov è stato già onorato dell’Ordine della Stella Rossa ai tempi dell’ex Unione Sovietica. E dopo il crollo del Muro di Berlino, con la nascita della Federazione russa è stato insignito di altre prestigiose onorificenze militari, quale l’Ordine del Coraggio. La disamina del militare esperto di intelligence è semplicemente disarmante. Il coronavirus non avrebbe in alcun modo le caratteristiche di una vera pandemia globale, né quella di una epidemia mortale, ma sarebbe in realtà una operazione su scala mondiale scatenata dalle élite globaliste per arrivare al raggiungimento finale dei loro obbiettivi. Il colonnello non gira intorno alla questione e spiega subito la vera natura del coronavirus. «Il fenomeno coronavirus, che viene falsamente definito una pandemia, ha bisogno di essere esaminato dalla prospettiva delle potenze globali. E’ un fenomeno religioso, politico, finanziario, economico e nazionale».«Permettemi di dire che non c’è nessuna pandemia: è una menzogna. Va considerata come una operazione strategica globale. E’ esattamente questo il modo in cui va pensata questa operazione. Questi sono ordini ed esercitazioni delle forze mondiali che sono dietro le quinte per controllare l’umanità». L’umanità quindi non sarebbe in alcun modo di fronte ad un fenomeno di natura sanitario, ma piuttosto ad una vera e propria operazione terroristica per ridisegnare completamente la nuova mappa geopolitica del mondo. Il pianeta, sostanzialmente, nel decennio che è appena iniziato, andrà incontro ad una radicale trasformazione, e il coronavirus sarà il mezzo attraverso il quale le grandi élite globali che governano il mondo da dietro le quinte, per utilizzare una definizione ricorrente di Kvachkov, riusciranno a perseguire i loro obbiettivi. Il primo importante fine delle grandi élite è quello della riduzione della popolazione mondiale. «E’ questo l’obbiettivo del coronavirus. Lo ripeterò ancora una volta, abbiamo poca fede in Dio e ancora meno nell’esistenza di Satana, il nemico della razza umana. L’obbiettivo delle forze sioniste e finanziarie mondiali dietro le quinte è la riduzione della popolazione mondiale. È la loro idea fissa: pensano che ci siano troppe persone nel mondo».Come si vede, l’esperto di intelligence russo introduce anche un elemento di carattere escatologico nella sua analisi. La matrice ideologica che sosterrebbe le grandi élite internazionali sarebbe strettamente legata alla religione satanica, in antitesi ed acerrima nemica del cristianesimo. Il misterioso virus di Wuhan sarebbe il mezzo ideale per creare una sortà di società a due livelli, nella quale la classe media sostanzialmente uscirebbe di scena. Nel mondo post-Covid, la piramide del potere infatti sarebbe composta da una élite che dispone di illimitati mezzi economici e finanziari, sotto la quale si trova una moltitudine di persone povere che farebbero fatica a ricevere i basilari mezzi per il sostentamento quotidiano. La globalizzazione quindi accelererebbe verso la sua ultima fase terminale per ampliare ancora di più le differenze socio-economiche a favore del vertice della piramide, ma non prima di aver ridotto consistentemente il numero di persone presenti sul pianeta, passaggio fondamentale per erigere il nuovo ordine globalista. «Dovrebbero esserci 100 milioni appartenenti alle élite, e un miliardo al massimo di persone sulla Terra per servirli. Allora vivranno in abbondanza, sulla Terra. Perchè noi, il popolo, siamo troppi, per le potenze mondiali dietro le quinte. Ecco perchè il coronavirus e la crisi finanziaria che è emersa quasi immediatamente sono legati l’uno all’altra».Il depopolamento non sarebbe infatti dovuto alla portata letale del coronavirus. Se si guarda infatti al conteggio ufficiale dei morti da coronavirus, anche considerando tutte le persone morte con altre gravi patologie, la percentuale in rapporto alla popolazione mondiale è solamente pari allo 0,0002%. Il vero fattore che porterebbe ad un abbattimento del numero di persone nel mondo verrebbe invece dagli effetti devastanti sull’economia globale che la quarantena forzata sta provocando. Nel solo caso dell’Italia, si pensi che la perdita di Pil sarebbe pari a -15% solamente nel primo semestre. Si tratta di una recessione senza precedenti nella storia del paese. In questa nuova società, quindi, il welfare economico dell’Occidente sparirebbe definitivamente e si andrebbe incontro ad un processo di grecizzazione economica generalizzata. Kvachkov si sofferma anche a considerare la nuova condizione dell’ordine globalista. I cittadini non sarebbero più tali, non avrebbero in altre parole quei diritti politici che sono stati abituati a considerare imprescindibili nel corso della loro esistenza. Le masse sarebbero rimesse ai diktat e alle angherie delle grandi élite internazionali, ed è esattamente quanto si vede accadere in Italia in questo momento.Si assiste infatti alla fine dello Stato di diritto per come lo si conosceva e al tramonto dei diritti costituzionali fondamentali, sostituiti da ordini amministrativi in aperta violazione della carta costituzionale. L’ex membro delle Spetsnaz ricorda che questo non è stato il primo tentativo per arrivare a questo obbiettivo, e cita a questo proposito l’11 Settembre. «Il primo tentativo di portare via quei diritti dal popolo è successo l’11 settembre 2001. Non molti sembrano ricordarlo, che dopo il cosiddetto attacco contro le Torri Gemelle, il Pentagono e la Casa Bianca negli Usa, è stata dichiarata la guerra mondiale al terrorismo. Le potenze mondiali che sono dietro le quinte hanno creato gli eventi dell’11 Settembre. Adesso hanno un’altra scusa per avere un controllo più grande e sovrastare l’umanità. Ecco perchè sono venuti fuori con il coronavirus». Se l’11 Settembre è stato certamente il fattore scatenante, tale da poter giustificare tutte le guerre degli Stati Uniti in Medio Oriente, il coronavirus in questo caso assumerebbe la stessa funzione a livello mondiale per poter erigere la società che hanno in mente le élite globaliste.Allora come oggi, i grandi poteri transnazionali avrebbero avuto un ruolo decisivo nella creazione di questi eventi, senza i quali sarebbe stato praticamente impossibile arrivare al passaggio successivo. A questo proposito, si ricordi un importante documento firmato dai neocon americani, dal titolo “Progetto per un nuovo secolo americano”. In questo manifesto del 1997, si parla esplicitamente della necessità di avere «un evento catalizzante, catastrofico come una nuova Pearl Harbor», per poter giustificare le guerre del Deep State di Washington in Medio Oriente. Quattro anni dopo, diversi firmatari di quel documento, tra i quali Dick Cheney e Donald Rumsfeld, facevano il loro ingresso nella Casa Bianca. E un evento catastrofico aveva effettivamente luogo, ovvero l’11 Settembre. Ora, per Kvachkov, il coronavirus avrebbe la stessa funzione, ma su una scala di proporzioni ancora più vasta. «Riceviamo informazioni politiche di propaganda politica speciale, una sorta di psico-propaganda informativa. Si tratta di un’operazione psico-informativa speciale delle potenze mediatiche globaliste internazionali che sono al soldo delle potenze liberali sioniste che adesso stanno creando questo terrore. Oggi stanno vedendo chi obbedisce e chi no».I media, quindi, in quest’ottica avrebbero avuto la funzione di sommergere la popolazione con messaggi terroristici, senza dare spazio ad un serio contradditorio scientifico sulla effettiva pericolosità del Covid. Questa sarebbe solo la fase preliminare, nella quale si verifica chi è disposto a sottomettersi al regime globalista e chi no. Per il colonnello, il prossimo obbiettivo sarebbe proprio la Russia, il paese più disallineato alle grandi forze globaliste, nel quale la crisi da coronavirus non avrebbe infatti avuto lo stesso impatto che sta avendo in Occidente. Si può essere in disaccordo con l’analisi dell’esperto militare russo, ma molti elementi portati alla luce dall’ex membro del Gru coincidono perfettamente con quanto sta accadendo. Il coronavirus si sta rivelando il mezzo ideale per ridisegnare completamente i rapporti di forza della società occidentale per come la si conosceva. Un mondo che assomiglia terribilmente a quanto descritto nel rapporto del 2010 pubblicato dalla famiglia Rockefeller, nel quale la pandemia è annunciata con largo anticipo e porta esattamente al tipo di sistema politico di cui parla il colonnello. L’ultimo passo è la costruzione di un governo unico mondiale, nel quale i cittadini sono spogliati dei loro diritti e ridotti al rango di sudditi. Un sistema distopico folle, che riflette una versione perversa e anticristiana dell’umanità. Un sistema che purtroppo sembra terribilmente vicino alla sua realizzazione definitiva.(Cesare Sacchetti, “Il colonnello Kvachkov, ex dei servizi segreti militari russi: coronavirus operazione terroristica per controllare la popolazione mondiale”, da “La cruna dell’ago” del 27 aprile 2020).Un’intervista approfondita a 360 gradi dove viene analizzato ogni aspetto fondamentale del fenomeno coronavirus e dove vengono rivelati i suoi veri inquietanti obbiettivi. E’ quella che il colonnello Vladimir Vasilievich Kvachkov, già membro del Direttorato principale per l’informazione, l’apparato dei servizi segreti di intelligence militari russi, e delle Spetsnaz, le forze speciali russe, ha rilasciato al canale “Studiya Rubezh”. Kvachkov è stato già onorato dell’Ordine della Stella Rossa ai tempi dell’ex Unione Sovietica. E dopo il crollo del Muro di Berlino, con la nascita della Federazione russa è stato insignito di altre prestigiose onorificenze militari, quale l’Ordine del Coraggio. La disamina del militare esperto di intelligence è semplicemente disarmante. Il coronavirus non avrebbe in alcun modo le caratteristiche di una vera pandemia globale, né quella di una epidemia mortale, ma sarebbe in realtà una operazione su scala mondiale scatenata dalle élite globaliste per arrivare al raggiungimento finale dei loro obbiettivi. Il colonnello non gira intorno alla questione e spiega subito la vera natura del coronavirus. «Il fenomeno coronavirus, che viene falsamente definito una pandemia, ha bisogno di essere esaminato dalla prospettiva delle potenze globali. E’ un fenomeno religioso, politico, finanziario, economico e nazionale».
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“Sì, voglio essere vaccinato e spiato (dopo di voi, s’intende)”
Caro Premier e cari politici, io sono un complottista, ma sono diverso dagli altri. Non temo il controllo, i vaccini, il 5G, i droni quando vado a correre, in realtà non temo nulla. E voglio tutto questo, vaccini, 5G, controllo totale. Voglio essere controllato anche dai droni, non solo quando corro, ma anche quando dormo e anche quando trombo. Vi capisco. E’ per la nostra sicurezza. Ma ovviamente voglio pensare – perché è logico pensarlo – che questi droni saranno usati anche per andare a controllare le ville isolate in mezzo al nulla, quelle dove spesso i potenti fanno le loro riunioni; perché vede, non so se lei lo sa, ma ogni anno spariscono migliaia di bambini, in Europa, e fanno una fine terribile. E se si usassero questi droni per questi motivi forse molti non sparirebbero più. Pensi, Presidente, anche Trump ha capito che quella dei bambini scomparsi è una piaga per la nostra società, tanto da aver dichiarato il problema della pedofilia un problema di sicurezza nazionale. Nell’Ardèche, una provincia francese, scompaiono un numero di bambini impressionante, ad esempio; spero che il presidente francese usi i droni per andare a controllare minuto per minuto quello che succede in ogni istante in certe ville sperdute.Voglio essere controllato in ogni momento della mia vita, non solo dalla App Immuni, ma anche da altre. Voglio rendere conto di ogni minimo gesto che faccio, e anche quando sono in intimità. Lo trovo giustissimo, anche perché non credo che freghi molto a qualcuno se talvolta guardo Youporn o tradisco mia moglie con la vicina di casa. A questo punto, però, essendo possibile tracciare tutti i cittadini in questo modo, credo sia possibile tracciare anche i politici, in ogni momento. E, in nome di quel principio di imparzialità della PA che sta anche nella nostra Costituzione (articolo 97), e del principio di trasparenza che sta nella Legge 241/1990, vorrei poter sapere, in ogni momento, dove va lei, con chi si incontra, e che tipo di vita fa. Non dovrebbe essere difficile. Basterebbe mettere on line i profili di tutti i cittadini italiani, e far sì che chiunque, cliccando su un nome, possa sapere esattamente dove va e con chi sta il suo politico preferito. Perché, vede, se siete solo voi a controllare noi, e noi non possiamo fare altrettanto, allora scatta la nostra paranoia complottista e possiamo anche pensare che tale controllo possa servire ad altro.In questo modo, poi, ad esempio, potremmo sapere se il magistrato che giudica sull’affidamento di alcuni bambini ha o non ha compartecipazioni tramite i familiari proprio con quegli istituti in cui il bambino sarà rinchiuso. Va benissimo il provvedimento di un sindaco sardo, il quale ha dichiarato che se un minorenne viene trovato fuori casa possono scattare sanzioni anche a carico dei genitori e possa venir informata la procura per togliere i figli ai genitori. Legittimo. Legittimissimo. A questo punto vorrei essere però informato, tramite le app di tracciamento di cui sopra, di tutti gli spostamenti dei vari politici e delle relazioni che questi intrattengono con eventuali minori; perché, vede Presidente, l’inchiesta sul caso Marcinelle, in Belgio, portò a capire che i pedofili arrestati, Dutroux e la moglie, lavoravano per conto di altri personaggi più potenti. Vorrei sapere chi erano questi personaggi, e chi avevano incontrato. E vorrei anche sapere dove si trova adesso la moglie di Dutroux; le cronache avevano detto che era stata trasferita in Toscana, ma nessuno sa perché e dove. E ci piacerebbe saperlo. E con una app apposita io credo che chiunque abbia possibilità e diritto di saperlo.Va benissimo la vaccinazione obbligatoria. Pazienza se ci sono dubbi sulla continua mutazione del ceppo, e quindi molti illustri virologi dicono che non serve a una mazza, e pazienza se dicono che col caldo il virus muore. Tanto questa storia del vaccino è diventata come la fede. Si è pro o contro a prescindere. E allora facciamo finta che abbiate ragione voi. Mi sembra ovvio però che i primi a testarlo sarete voi e i vostri figli; ovverosia voi, Burioni, e la task force che lei ha nominato e tutti quelli che eventualmente approveranno la legge sulla vaccinazione obbligatoria. E’ semplicemente una questione di dare il buon esempio. Va benissimo anche installare il 5G ovunque. Ci mancherebbe. Il 5G sicuramente serve al progresso e aumenterà l’efficienza della nostra società. Ma ci sembrerebbe un’idea sana quella di sperimentarlo prima installandolo nel Parlamento, nei palazzi del potere, e vicino alle vostre abitazioni, giusto per vedere l’effetto che fa. Perché sa, tra noi complottisti gira la voce che sia dannoso, e uno dei primi effetti che si vedono è che muoiono insetti e uccelli che si avvicinano troppo alle centraline.Allora direi che se prima lo provate voi per qualche anno, e poi ci rassicurate che state bene, dopo esservi pure vaccinati, poi potremmo stare più tranquilli anche noi. Ovviamente, confido che i primi che lo proveranno saranno gli Ad delle compagnie telefoniche, i sindaci che ne magnificano le doti, ecc., i quali si renderanno disponibili per impiantare i primi tralicci proprio davanti a casa loro. Va benissimo che distruggete le piccole aziende riducendole in povertà per proteggerci dall’influenza. So che lo fate per noi, e non dia retta a quei paranoici complottisti che pensano che tutto questo sia stato fatto per distruggere l’economia e ridisegnare la socio-economia mondiale, rendendo alcuni ricchi ancora più ricchi e i poveri ancora più poveri. Ma in nome di quel controllo da voi auspicato per proteggerci dall’influenza, vogliamo sperare che ci proteggiate anche da manovre speculative di aziende e gruppi economici italiani e stranieri, rendendo pubblici i bilanci e le proprietà di tutte le aziende che operano sul territorio nazionale.Faccio un esempio: siccome la App Immuni pare sia di un’azienda che ha come partecipanti la famiglia Berlusconi, i Benetton, un gruppo cinese, vari gruppi ricollegati a banche e finanziarie, ecc., tanto che la cosa ha allarmato pure i nostri servizi segreti e il Copasir vuol approfondire la questione, mi pare sensato che tutte queste informazioni possano essere rese pubbliche su un grande portale ministeriale in cui il cittadino possa essere sempre informato di ciò che succede e dei vari collegamenti societari. Anche perché io non credo, come dicono moti paranoici complottisti, che tutto questo sia un vero colpo di Stato e che sia soppressa la democrazia. No. Credo che tutti questi controlli rendano più efficace la democrazia. La democrazia, per essere reale, presuppone però che il cittadino sia informato di ciò che avviene nelle stanze del potere, e sia in grado di capire chi agisce, perché, e con che strumenti. Cioè la democrazia, per essere tale, ha bisogno che voi ci controlliate, ma che anche noi possiamo controllare voi.Ps. Ah dimenticavo… negli anni della nostra Repubblica abbiamo avuto circa una cinquantina di stragi. Tutte rimaste impunite, senza mai trovare i colpevoli. Questo perché ancora non c’erano strumenti di indagine sofisticati come oggi. Auspichiamo che con questo controllo globale di tutti a vicenda, non ci saranno più stragi, gli omicidi verranno risolti in pochissimo tempo, e la mafia scomparirà. E nessun minore sparirà più nel nulla. Neanche quelli che sono ospitati presso centri appositi, che si “allontanano” a decine, ogni anno, sparendo nel nulla e che non vengono neanche conteggiati nel numero degli scomparsi, perché la voce “allontanato” è diversa. Sarebbe una bella società, quella dove tutti sanno tutto di tutti, in trasparenza. Rinuncio volentieri alla mia privacy, di cui non me frega nulla, e che per me è un concetto che dovrebbe essere abolito, se in cambio non vedrò più bambini scomparire, se potrò sempre sapere se la ditta da cui compro è collegata o meno con grandi gruppi finanziari di cui non approvo la politica, e se potrò sapere i nomi dei 300 esperti inseriti nella sua task force, per poter controllare che interessi hanno in varie società, il loro curriculum, ecc. Perché questa cosa della mancanza di privacy deve valere anche per voi.(Paolo Franceschetti, “Caro premier, voglio essere controllato e vaccinato”, dal blog “Petali di Loto” del 25 aprile 2020).Caro Premier e cari politici, io sono un complottista, ma sono diverso dagli altri. Non temo il controllo, i vaccini, il 5G, i droni quando vado a correre, in realtà non temo nulla. E voglio tutto questo, vaccini, 5G, controllo totale. Voglio essere controllato anche dai droni, non solo quando corro, ma anche quando dormo e anche quando trombo. Vi capisco. E’ per la nostra sicurezza. Ma ovviamente voglio pensare – perché è logico pensarlo – che questi droni saranno usati anche per andare a controllare le ville isolate in mezzo al nulla, quelle dove spesso i potenti fanno le loro riunioni; perché vede, non so se lei lo sa, ma ogni anno spariscono migliaia di bambini, in Europa, e fanno una fine terribile. E se si usassero questi droni per questi motivi forse molti non sparirebbero più. Pensi, Presidente, anche Trump ha capito che quella dei bambini scomparsi è una piaga per la nostra società, tanto da aver dichiarato il problema della pedofilia un problema di sicurezza nazionale. Nell’Ardèche, una provincia francese, scompaiono un numero di bambini impressionante, ad esempio; spero che il presidente francese usi i droni per andare a controllare minuto per minuto quello che succede in ogni istante in certe ville sperdute.
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Gli sciacalli del coronavirus: la loro strategia della tensione
In questi giorni nei quali l’epidemia sta finendo, diventa sempre più evidente come i poteri che ci dominano siano composti da veri e propri sciacalli, pronti a sfruttare la nostra condizione di crisi per i propri bassi interessi. In natura, sciacalli, iene e avvoltoi si nutrono di cadaveri, attaccano gli animali indeboliti per nutrirsi nelle loro carni. Ma nel mondo animale questo corrisponde al mantenimento di equilibri dettati da Madre Natura per mantenere prosperi gli ecosistemi. Non c’è un elemento morale di Bene o di Male nell’istinto animale dettato dalla Natura. Negli esseri umani, privi di un superiore istinto, ed affidati per la loro crescita alle scelte del libero arbitrio, l’elemento morale invece c’è, affidato a noi, e non a Madre Natura.… Quindi quella di avventarsi su una preda indebolita o morente per mangiarne le carni è una scelta morale. E’ il Male, che attraverso di noi si scatena predatoriamente contro la libertà, la salute, i diritti, il Bene di qualcun altro. Gli sciacalli del potere si avventano sulle proprie vittime perché ritengono di poter usare le loro debolezze a proprio vantaggio. Privi di morale, legati solo all’ambizione, al potere, al denaro che viene loro distribuito in cambio dell’obbedienza dalle piramidi del potere mondialista anticoscienza.
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Giulio Tarro: follia aspettare il vaccino per tornare a vivere
Chiariamo subito una questione. In Italia, i contagiati da Covid-19 non sono i 175.000 conteggiati oggi dalla Protezione civile, basandosi solo sui pochi tamponi diagnostici effettuati dalle Regioni. Assolutamente no. Le stime più attendibili prospettano, al pari delle periodiche epidemie influenzali, dai sei a dieci milioni di contagiati da Covid-19 in Italia. Parlo di stime (basate sulla velocità di trasmissione del contagio registrata in altre nazioni o di quanto registrato sulla nave Diamond Princess), poichè soddisfacenti indagini epidemiologiche (basate su analisi sierologiche e su campioni statisticamente validi di popolazione) in Italia, incredibilmente, non sono state ancora fatte. E a tal riguardo, non so proprio su quali indagini il professor Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, abbia ricavato il numero dei contagiati in Italia per arrivare a sconsigliare, addirittura, di prendere il sole sulle spiagge. Quindi che si dovrebbe fare, oggi? Con la percentuale di contagiati evidenziata dalle stime, si può dedurre che, in Italia, tutto quello che avrebbe potuto fare il Covid-19 (in termini di guariti, immuni, deceduti) lo ha già fatto.Quindi, a mio parere, l’attuale obiettivo non dovrebbe essere quello di arginare un indiscriminato contagio ma, ad esempio, proteggere gli anziani, ripristinare la rete di terapia intensiva (compromessa dai tagli al nostro sistema sanitario) e, soprattutto, strutturare una indagine siero-epidemiologica nazionale (attualmente è in cantiere solo quella della Regione Toscana) che ci permetta di tenere sotto controllo la situazione. Il vaccino? Il mio maestro, che addirittura mi considerava il suo “pupillo”, è stato Albert Sabin, l’inventore del vaccino antipolio. Figuriamoci, quindi, se sottovaluto l’importanza dei vaccini. Ma per alcuni virus – come credo sia per il Covid-19 – il vaccino potrebbe rivelarsi una chimera. Come è stato per il vaccino contro l’Aids, presentato come “imminente” da quasi quarant’anni. E fanno cascare le braccia dichiarazioni come quelle del viceministro della salute, secondo il quale «o continuiamo a stare fermi e chiusi in casa o ci vacciniamo tutti e ci riprendiamo le nostre vite». O la sconcertante iniziativa del governatore Zingaretti, visto che il vaccino per il Covid-19 non c’è, di obbligare tutti gli anziani del Lazio (pena la loro esclusione da eventi pubblici) e tutto il personale sanitario (pena il loro licenziamento) a vaccinarsi contro… l’influenza.Tra l’altro, va detto che questa del Covid-19 non è una condanna biblica, ma una delle tantissime epidemie che sono servite a fortificare il nostro sistema immunitario; il quale, sia detto per inciso, va a pezzi se, come delle larve, stiamo rintanati a casa e, per di più a tremare di paura per le apocalittiche sciocchezze che ci raccontano in Tv. C’è poi chi teme una micidiale trasmutazione del Covid. Ma, praticamente, tutti i virus mutano; e non, inevitabilmente, in peggio per noi. Il coronavirus responsabile della famigerata epidemia Sars del 2002-2003, ad esempio, si direbbe scomparso dalla scena. Non vedo perché la stessa cosa non potrebbe succedere per il Covid-19. Sarebbe quindi il caso di affrettarci a ripristinare i ritmi della nostra vita con quelli antecedenti all’emergenza Covid-19; soprattutto per evitare che la situazione economica conseguente a questa emergenza non ci condanni a morire di fame.Questo non significa, certo, dimenticarsi le follie che hanno costellato, in Italia, questa emergenza. Prima tra tutte una terroristica campagna informativa – che ha finito per istituzionalizzare per il Covid-19 uno sbalorditivo indice di letalità (per capirci, 28 volte quello della Germania) – che ha costretto, sì, la popolazione a barricarsi in casa ma che, scatenando il panico, ha impedito ai medici di base di recarsi a casa dei pazienti; pazienti i quali, perciò, spesso indiscriminatamente, sono stati trasportati in sempre più affollati reparti a morire per infezioni ospedaliere. Che già, in Italia, si portano via 50.000 persone all’anno. Quanto a Roberto Burioni, che mi ha attaccato… be’, veramente avrei ben poco da dire a un personaggio che il 2 febbraio, mentre i governi (tranne quello italiano) si preparavano ad affrontare i Covid-19, alla Rai affermava che in Italia il rischio era zero.(Giulio Tarro, dichiarazioni rilasciate a Francesco Santoianni per l’intervista “Una follia aspettare il vaccino per tornare ad una vita normale”, pubblicata da “L’Antidiplomatico” il 19 aprile 2020. Virologo di fama mondiale, il professor Tarro è stato “figlio” scientifico di Albert Sabin, l’inventore del vaccino contro la poliomielite).Chiariamo subito una questione. In Italia, i contagiati da Covid-19 non sono i 175.000 conteggiati oggi dalla Protezione civile, basandosi solo sui pochi tamponi diagnostici effettuati dalle Regioni. Assolutamente no. Le stime più attendibili prospettano, al pari delle periodiche epidemie influenzali, dai sei a dieci milioni di contagiati da Covid-19 in Italia. Parlo di stime (basate sulla velocità di trasmissione del contagio registrata in altre nazioni o di quanto registrato sulla nave Diamond Princess), poichè soddisfacenti indagini epidemiologiche (basate su analisi sierologiche e su campioni statisticamente validi di popolazione) in Italia, incredibilmente, non sono state ancora fatte. E a tal riguardo, non so proprio su quali indagini il professor Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, abbia ricavato il numero dei contagiati in Italia per arrivare a sconsigliare, addirittura, di prendere il sole sulle spiagge. Quindi che si dovrebbe fare, oggi? Con la percentuale di contagiati evidenziata dalle stime, si può dedurre che, in Italia, tutto quello che avrebbe potuto fare il Covid-19 (in termini di guariti, immuni, deceduti) lo ha già fatto.
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Kennedy: strage di bambini, coi vaccini di Bill Gates e Oms
I vaccini, per Bill Gates, sono un business filantropico strategico che alimenta la sua innumerevole serie di altre attività legate ai vaccini (tra cui l’ambizione di dominare attraverso la Microsoft l’industria globale di identificativi vaccinali digitali), e che gli conferisce un potere dittatoriale sulla politica sanitaria globale. L’ossessione di Gates per i vaccini sembra alimentata dalla sua convinzione di salvare il mondo tramite la tecnologia. Promettendo di eradicare la poliomielite, con la sua quota di 450 milioni su un capitale di 1,2 miliardi di dollari, Gates ha preso il controllo dell’indiano National Technical Advisory Group of Imunizatione (Ntagi) e ha imposto un esteso piano di vaccini antipolio attraverso programmi di immunizzazione successivi per tutti i bambini sotto i 5 anni. I medici indiani hanno incolpato la campagna di immunizzazione di Gates per la devastante epidemia di paralisi flaccida acuta non-polio (Npafp) che ha reso paralitici 496.000 bambini tra il 2000 e il 2017, molto oltre quelli che sono i dati normalmente attesi. Nel 2017, il governo indiano ha annullato il regime vaccinale di Gates ed estromesso Gates e i suoi programmi vaccinali dall’India. I tassi di paralisi da poliomielite sono diminuiti immediatamente.Nel 2017, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ammesso con riluttanza che l’esplosione globale della poliomielite è prevalentemente causata dal ceppo vaccinale. Le epidemie più violente avvenute in Congo, nelle Filippine e in Afghanistan sono tutte legate ai vaccini. Nel 2018, il 70% dei casi globali di poliomielite sono stati causati dai vaccini. Nel 2014, la Fondazione Gates ha finanziato dei test di laboratorio per vaccini sperimentali per l’Hpv, sviluppati da Gsk e Merck, su 23.000 ragazze in remote province rurali indiane. Circa 1.200 di loro hanno riportato gravi effetti collaterali, tra cui malattie autoimmuni e infertilità. Sette ragazze sono morte. Dalle indagini del governo indiano è emerso che i ricercatori finanziati da Gates hanno commesso gravissime violazioni etiche: pressioni sulle vulnerabili ragazze dei villaggi perché aderissero alla sperimentazione, prepotenze verso i genitori, moduli per il consenso falsificati, e rifiuto di cure mediche alle ragazze danneggiate. Il caso è attualmente all’esame della Corte Suprema indiana.Durante la campagna MenAfriVac di Gates del 2002 nell’Africa sub-sahariana, gli operatori di Gates hanno vaccinato forzatamente migliaia di bambini africani contro la meningite. Circa 50 dei 500 bambini vaccinati ha sviluppato paralisi. I media sudafricani hanno commentato: «Le cause farmaceutiche ci considerano cavie da laboratorio». L’ex dirigente economico di Nelson Mandela, il professor Patrick Bond, ha definito le pratiche “filantropiche” di Gates «spietate e immorali». Nel 2010, Gates ha messo a disposizione dell’Oms 10 miliardi di dollari, affermando: «Dobbiamo fare in modo che questo sia il decennio dei vaccini». Nel 2014, l’Associazione Medici Cattolici del Kenya ha accusato l’Oms di sterilizzare chimicamente contro la loro volontà milioni di donne keniote con una campagna vaccinale “antitetanica”. Laboratori indipendenti hanno rinvenuto agenti sterilizzanti in ciascuno dei vaccini testati. Accuse simili sono state mosse dalla Tanzania, dal Nicaragua, dal Messico e dalle Filippine.Uno studio del 2017 (Morgensen et al. 2017) ha dimostrato che il famoso vaccino antidifterite-tetano-pertosse acellulare (Dtp) dell’Oms continua ad uccidere più bambini africani di quanti non ne uccida la stessa malattia che intende prevenire. Le bambine vaccinate hanno un tasso di mortalità 5 volte superiore rispetto a quello dei bambini non vaccinati. L’Oms ha rifiutato di ritirare il letale vaccino, che continua ad infliggere a milioni di bambini africani ogni anno. In tutto il mondo, esperti in salute pubblica accusano Gates di dirottare fondi dell’Oms dai progetti che hanno dimostrato di prevenire realmente le malattie infettive, quali acqua pulita, igiene, nutrizione e sviluppo economico. La Gates Foundation spende in queste aree solo circa 650 milioni dei suoi 5 miliardi di dollari di budget. Dicono che devia le risorse dell’agenzia al servizio della sua personale filosofia secondo la quale la salute si ottiene solo con una puntura. Oltre a usare la sua filantropia per controllare Oms, Unicef, Gavi e Path, Gates finanzia compagnie farmaceutiche private che producono vaccini e ha fatto una donazione di 50 milioni di dollari a 12 società farmaceutiche per accelerare lo sviluppo di un vaccino per il coronavirus. Nelle sue recenti apparizioni sui media, Gates si dimostra fiducioso del fatto che la crisi Covid-19 gli darà l’opportunità di imporre i suoi programmi vaccinali obbligatori anche sui bambini americani.(Robert Kennedy Jr, “L’agenda vaccinale globale di Bill Gates: il trionfo di Big Pharma e dell’obbligo vaccinale”, dal sito “Children’s Health Defense del 9 aprile 2020; post tradotto da Margherita Russo per “Voci dall’Estero”. Procuratore legale, nipote del presidente John Fitzgerald Kennedy e figlio del fratello Robert, Robert F. Kennedy Junior sta conducendo una dura battaglia contro la campagna vaccinale globale di Bill Gates. La sua posizione: solo la massima libertà di critica e di informazione ci può tutelare dal rischio che la salute della popolazione mondiale possa essere subordinata a interessi poco trasparenti. Kennedy denuncia i vari scandali che hanno caratterizzato i piani vaccinali di Bill Gates e dell’Oms nei paesi poveri del terzo mondo).I vaccini, per Bill Gates, sono un business filantropico strategico che alimenta la sua innumerevole serie di altre attività legate ai vaccini (tra cui l’ambizione di dominare attraverso la Microsoft l’industria globale di identificativi vaccinali digitali), e che gli conferisce un potere dittatoriale sulla politica sanitaria globale. L’ossessione di Gates per i vaccini sembra alimentata dalla sua convinzione di salvare il mondo tramite la tecnologia. Promettendo di eradicare la poliomielite, con la sua quota di 450 milioni su un capitale di 1,2 miliardi di dollari, Gates ha preso il controllo dell’indiano National Technical Advisory Group of Imunizatione (Ntagi) e ha imposto un esteso piano di vaccini antipolio attraverso programmi di immunizzazione successivi per tutti i bambini sotto i 5 anni. I medici indiani hanno incolpato la campagna di immunizzazione di Gates per la devastante epidemia di paralisi flaccida acuta non-polio (Npafp) che ha reso paralitici 496.000 bambini tra il 2000 e il 2017, molto oltre quelli che sono i dati normalmente attesi. Nel 2017, il governo indiano ha annullato il regime vaccinale di Gates ed estromesso Gates e i suoi programmi vaccinali dall’India. I tassi di paralisi da poliomielite sono diminuiti immediatamente.
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Facci: “Sì, sono evaso. E ora venitemi a prendere, cialtroni”
Ieri è stato il mio primo giorno di annunciata «evasione» e riappropriazione delle mie libertà civili, ma assomigliava sin troppo a qualsiasi altro giorno di gennaio, all’inizio: i parcheggi attorno a casa erano vuoti come non vedevo da tempo, il traffico era scorrevole ma comunque era traffico – non solo furgoncini bianchi e autobus – e mai sono stato fermato e controllato, così come mai è accaduto dall’ inizio della segregazione. Sembrava, insomma, un giorno di vecchio conio, come se i casi fossero stati due: o tutti avevano improbabilmente letto il mio articolo (quello in cui annunciavo che sarei uscito liberamente in spregio a un governo delegittimato e cialtrone) oppure non so, da ieri, forse, è come se fosse scattato qualcosa di diverso nella gente. Comunque ce n’era in giro molta di più. Almeno qui, in questa zona. Era mattina molto presto, avevo guanti e mascherina (non ho il coronavirus, ne sono certo) e in auto sono passato a prendere la mia colf come ho fatto quasi tutti i giorni, perché dei mezzi pubblici non c’è da fidarsi. Guanti a mascherina anche lei, poltrona posteriore. Due volte a settimana sono sempre e regolarmente andato a prendere e riportare anche i miei figli piccoli, che non vivono con me. Credo di aver sempre rispettato tutte le regole.Ho portato a casa la colf e poi sono andato con una mia amica in un vicino cash&carry a fare un po’di spesa: non c’è mai fila e quindi basta entrare distanziati di qualche metro, per poi ritrovarsi «in più di un esponente per famiglia». Poi fuori, e dopo lo scarico-spesa ecco la partenza per gli stracazzi miei, violando ogni regola e però, secondo me, nessuna. Risorse pubbliche – Tangenziale, svincolo per la Valassina, direzione Lecco, sino al piazzale della funivia (chiusa) per i Piani d’Erna, una sessantina di chilometri, un’ora comoda per arrivare. Qui partiva la camminata verso il mitico Resegone partendo da circa 800 metri. Lungo il tragitto, ancora invernale perché più si sale e più la primavera si attarda, ho incontrato le stesse persone che ho sempre incontrato lungo quel sentiero nei giorni feriali: nessuna. Oppure vabbeh, qualche sciroccato di quelli che corrono in salita, nel primo tratto: ma ieri neanche quelli. La mascherina l’avevo tolta, i guanti li avevo sostituiti con altri con un po’ di grip. Fatica boia, perché non sono più allenato. Ecco i Piani d’Erna dopo un’ora e mezza o due, non so, non avevo l’orologio e non ho guardato sul telefono.Ecco, l’orologio, il telefono: spieghiamo bene. Mi diletto di alpinismo anche serio, o quasi, e per scelta personalissima non porto mai con me un gps per tracciare il percorso, o per poter indicare le coordinate in cui mi trovassi se avessi un incidente. Non ho neppure una delle app di geolocalizzazione per farsi ritrovare in caso di emergenza. Criticabile sinché volete: ma è una scelta di vita, un modo di misurarmi con me stesso e basta, come altre volte mi è pericolosamente capitato. Perché lo dico? Solo perché nessuno possa dire, per esempio, che in caso d’incidente io sottrarrei risorse alla sanità pubblica, tipo un elicottero, un’ambulanza. E questa, se volete, è una grezza metafora di quello che voglio dire: io rispetto le regole, soprattutto se il non farlo rischiasse di danneggiare altri; quindi continuerò a mettere guanti e mascherine e rispetterò le distanze come tutti i cittadini devono fare, e come dovranno fare per molto tempo. Ma non mi farò mettere una «app» sul telefono da questo governo di cialtroni incapaci, governo che è responsabile – lui sì – dell’inanità politica e dei ritardi che hanno portato a migliaia di morti nel nostro paese. Figuratevi se allo stesso modo mi farò spiare da un drone: vivo in Occidente, imperniato sui diritti del singolo individuo: i governi imperniati sul diritti della collettività mi pare abbiano un altro nome.Incostituzionale – Quindi, ripeto, rispetterò le regole serie che non ne violano altre, non affollerò autostrade per Pasqua e Pasquetta con in tasca dei giustificativi idioti, patirò le conseguenze delle mie azioni, mentre voi fate il cazzo che volete: ma io non mi farò (più) limitare le libertà personali da un governo sempre in ritardo su tutto, inetto con le sue burocrazie, le sue gare Consip, i suoi clientelismi, incapace di fare un decreto anziché tremila, incapace di fermare treni di untori, incapace di fare delle zone rosse vere là dove servono, salvo incolpare altri di non averle fatte (come se le regioni disponessero dell’esercito) e insomma, non mi farò ingabbiare in aeternum da chi giochicchia con la Costituzione e non ne è neppure degno, e permette, per dire, a milioni di cani di passeggiare coi loro padroni ma poi non lascia che un uomo possa restare in auto mezz’ora in più per poter camminare e scalare in solitudine una montagna. Il tempo è scaduto: il paese, le Regioni, il genoma italico dell’arrangiarsi hanno già fatto da soli: il governo è zavorra, incolto e buffonesco, illiberale come la noticella Agcom del 19 marzo che intima di «contrastare la diffusione in rete di informazioni false o non corrette, diffuse da fonti non scientificamente accreditate». Ma accreditate da chi?Oppure quell’editto tipo sovietico che vieta ai medici di parlare con la stampa senza «l’autorizzazione delle autorità sanitarie»: ma che autorità? Quali? Se esiste un governo che in un periodo di vera emergenza possa limitare le mie libertà personali, beh, non è più questo, hanno scherzato col fuoco, ora basta. Stanno giocando a tempo indeterminato coi nostri diritti fondamentali – che non è solo il diritto alla salute – senza che aver dimostrato la tempra, la legittimità e soprattutto l’intelligenza per poterlo fare: e se è vero che siamo storicamente un gregge, vorrà dire che cominceremo a contarci tra pecore nere. Capisco, a qualcuno forse importerà anche solo svacanzare a Pasqua, altri penseranno che io stia dipingendo di neo-qualunquismo una trascurabile voglia di una passeggiata in montagna: forse è anche un po’così. Ma, per il resto, con soavità, non si sta comprendendo che il perdurare dello stato di emergenza e la normativa sul Coronavirus stanno mandando a farsi fottere la nostra Carta costituzionale. Si sta affermando un pensiero unico secondo il quale le cose possano stare in un certo modo e basta («polemizzare è follia») e sta risultando che il diritto alla salute sia il primo e assoluto diritto della persona, mentre ogni altro diritto, comprese la libertà personale ed economica, debbano cedere il passo. Ebbene, non c’è scritto niente del genere, nella Costituzione. Non ha mai osato sostenerlo nessun costituzionalista. Mai.Il primo diritto costituzionale è proprio quello della libertà personale (l’articolo 13, nella famosa Parte Prima) mentre il diritto alla salute lo ritrovi all’articolo 32. Forza, amici più preparati, trovatemi un solo testo dove si dica che l’articolo 13 possa cedere all’articolo 32, peraltro con proroghe e riproroghe. Ora si parla del 3 maggio. Sicuri? E chi decide, i medici? Gli esperti? La politica, in pratica, si sta solo attenendo alle indicazioni di specialisti che per loro stessa ammissione non ci capiscono un cazzo, e ogni giorno ne sparano una diversa. Stato di emergenza – È questo il punto vero, non la passeggiata in montagna: ogni decisione dovrebbe spettare alla politica, ma qui non c’è più una politica, non ci sono più i politici, soprattutto non è un governo quella cosa che chiamiamo governo. Lo stato di emergenza non è lo stato di guerra. Se anche lo fosse, dovrebbe essere deliberato dal Parlamento e dichiarato dal presidente della Repubblica, non da un decretino legge fatto da un governicchio. Sono tutte cose che i nostri giuristi, un giorno, non tarderanno a rilevare con solennità. Forse spaventati, ora, minimizzano o ne fanno discussione privata. È il loro modo. Il mio, molto più modestamente, è un altro: io esco. Continuerò a farlo. Per tre ragioni: perché mi piace la montagna, perché ho studiato e perché preferisco che a requisirmi la libertà piuttosto sia un carabiniere, non Giuseppe Conte. Vengano a prendermi. Sono qui.(Filippo Facci, “Sono evaso dai domiciliari e sono arrivato fino a Lecco”, da “Libero” del 15 aprile 2020).Ieri è stato il mio primo giorno di annunciata «evasione» e riappropriazione delle mie libertà civili, ma assomigliava sin troppo a qualsiasi altro giorno di gennaio, all’inizio: i parcheggi attorno a casa erano vuoti come non vedevo da tempo, il traffico era scorrevole ma comunque era traffico – non solo furgoncini bianchi e autobus – e mai sono stato fermato e controllato, così come mai è accaduto dall’inizio della segregazione. Sembrava, insomma, un giorno di vecchio conio, come se i casi fossero stati due: o tutti avevano improbabilmente letto il mio articolo (quello in cui annunciavo che sarei uscito liberamente in spregio a un governo delegittimato e cialtrone) oppure non so, da ieri, forse, è come se fosse scattato qualcosa di diverso nella gente. Comunque ce n’era in giro molta di più. Almeno qui, in questa zona. Era mattina molto presto, avevo guanti e mascherina (non ho il coronavirus, ne sono certo) e in auto sono passato a prendere la mia colf come ho fatto quasi tutti i giorni, perché dei mezzi pubblici non c’è da fidarsi. Guanti a mascherina anche lei, poltrona posteriore. Due volte a settimana sono sempre e regolarmente andato a prendere e riportare anche i miei figli piccoli, che non vivono con me. Credo di aver sempre rispettato tutte le regole.
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Bomba di Trump sull’Oms: via i fondi all’oscura rete Covid
La prima, vera mossa politica contro il coronavirus arriva da Washington: il presidente Donald Trump annuncia il taglio dei fondi statunitensi all’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’accusa, formale: l’Oms sarebbe troppo filo-cinese. «La ritorsione era nell’aria da tempo», scrive Federico Rampini su “Repubblica”, «dopo che tra l’agenzia sanitaria collegata all’Onu e la Casa Bianca si erano moltiplicate le tensioni». Trump ha accusato l’Oms di una gestione «disastrosa» della pandemia. In particolare, specifica Rampini, non ha perdonato all’agenzia multilaterale di averlo attaccato quando vietò l’ingresso di viaggiatori provenienti dalla Cina. «Tutti sanno quello che sta succedendo là dentro», ha detto, riferendosi all’Oms e in particolare alla «disastrosa decisione di opporsi alle restrizioni di viaggio dalla Cina». Sotto accusa per le sue “sottovalutazioni” iniziali sulla pandemia, nonché «criticato da molti governatori di Stati Usa per le promesse di aiuti federali che non arrivano», Trump si è sempre vantato di aver agito prima di altri nel vietare gli sbarchi di viaggiatori dalla Cina. Anche l’Italia – ricorda sempe Rampini – fu tra i primi paesi a varare quel genere di restrizioni, e inizialmente venne criticata dall’Oms.I media americani, anche quelli più “progressisti” e critici nei confronti di Trump, non sono stati teneri nei confronti dell’Oms. «Più volte è stato sottolineato che l’organizzazione internazionale attese un mese prima di dichiarare una pandemia», annota “Repubblica”. E il suo direttore generale «si recò a Pechino ad omaggiare Xi Jinping, tacendo sui silenzi e le censure iniziali con cui il governo cinese nascose al mondo l’epidemia». E’ stato anche osservato come l’influenza cinese sia aumentata all’interno dell’Oms – e di altre agenzie Onu – benché gli Stati Uniti rimanessero il finanziatore numero uno. Tuttavia molti osservatori americani, per esempio il “filantropo” Bill Gates (ormai, fornitore di vaccini), sostengono che una delle lezioni di questa pandemia dovrebbe essere un rafforzamento della cooperazione internazionale. Già, ma a quali condizioni? Nel mirino di Trump è soprattutto il direttore dell’Oms, l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, passato «dal governo violento dell’Etiopia agli intrecci di favori con la Cina». Biologo e poi politico – ricorda Giusy Baioni, sul “Fatto Quotidiano” – il capo dell’Oms è stato «ministro del governo illiberale di Meles Zenawi». Poi la nomina all’Oms, quando presidente dell’Unione Africana – che lavorò per la sua elezione – era Robert Mugabe, dittatore dello Zimbabwe, che lo volle “ambasciatore di buona volontà”.«Dallo scoppio della pandemia – aggiunge il “Fatto” – Ghebreyesus ha elogiato Pechino», in modo plateale. Motivo: Xi Jinping «gli ha promesso il raddoppio dei finanziamenti». Ma non è tutto: «Il suo paese e la Cina sono legati a doppio filo da progetti economici e infrastrutturali per milioni di dollari». Proprio l’Etiopia è infatti considerata una “porta” strategica, per la penetrazione cinese nel continente nero. Geopolitica, dunque: ecco perché Trump (su cui imcombono le presidenziali di novembre) ora cerca di ostacolare l’Oms, vista come longa manus delle ambizioni “imperiali” della Cina in Africa, in aperta concorrenza – simmetrica – con l’imperialismo finanziario e commerciale statunitense. Ma c’è dell’altro, evidentemente. Quello di Trump è il primo atto politico – fortemente simbolico – che segna una clamorosa rottura dell’unanimismo mondiale imposto dalla pandemia. Una situazione più che anomala, nella quale l’Oms si è ritagliata un ruolo probabilmente abnorme, imponendo la ricetta-Wuhan (quarantena e coprifuoco) a tutti i governi travolti dal Covid-19. «Dovremo entrare nelle vostre case e portare via i contagiati», si è spinto a dichiarare Michael Ryan, direttore esecutivo dell’Oms, facendo inorridire mezzo mondo.La clamorosa rottura della “pax sanitaria”, imposta da Trump mettendo alla porta i tecnocrati dell’Oms, riaccende inevitabilmente i riflettori sui retroscena all’origine del disastro, con lo scambio di accuse tra Usa e Cina. Da una parte Pechino, che dipinge gli States come un possibile vettore del focolaio di Wuhan, grazie alla presenza (alle “olimpiadi militari” dello scorso autunno) di soldati Usa forse portatori inconsapevoli del virus. «Potrebbe essere stato l’esercito Usa ad aver portato l’epidemia a Wuhan», ha affermato il portavoce del ministero degli esteri cinese, Zhao Lijian, esibendo in video l’audizione al Congresso degli Stati Uniti in cui Robert Redfield, il direttore del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (l’Istituto Superiore di Sanità americano) ha riconosciuto che alcune persone, decedute negli Usa già nel 2019 a causa di una strana e violenta polmonite, sarebbero morte in seguito a un’esplosione, non diagnosticata per tempo, di Covid-19.In parallelo, pesano i sospetti (speculari) sul laboratorio cinese di Wuhan che gli Usa sospettano possa aver avuto un ruolo – forse accidentale, colposo – nella diffusione del nuovo coronavirus Sars-Cov-2. Laboratorio in realtà aperto con scienziati francesi e di altri paesi, tra cui gli Stati Uniti. Quanto alla possibile trasmissione del virus dal pipistrello all’uomo, è emerso uno studio prodotto con larghissimo anticipo dall’università californiana di Berkeley: studio finanziato dalla Darpa, l’agenzia del Pentagono che sviluppa armi sperimentali, anche biologiche e batteriologiche. Pur tra molte incertezze, la comunità scientifica sembra condividere una convinzione: se anche questo viurs è stato deliberatamente “ingegnerizzato” in laboratorio, modificando geneticamente l’Rna, è praticamente impossibile provarlo. In altre parole: se di crimine si trattasse, sarebbe un delitto perfetto. Ma ecco il punto: al di là dei singoli settori cinesi e occidentali coinvolti nella vicenda, dietro al velo rituale dei battibecchi diplomatici sembra emergere un possibile ruolo, proprio dell’Oms, attorno all’oscura origine del virus che può esplodere nella patologia Covid-19.E’ questo, a quanto pare, il vero obiettivo di Trump: denunciare eventuali intrecci oscuri – non solo cinesi – dietro alla potente organizzazione sanitaria delle Nazioni Unite. Il laboratorio di Wuhan operava infatti sotto la supervisione dell’Oms, che di lì a poco ha quasi “preso il potere” quasi ovunque, installando i suoi uomini nei governi e pilotando la gestione dell’emerenza in modo severissimo, fino a mettere in pericolo la sopravvivenza di intere economie, come quella italiana, con il rischio di un collasso anche sociale. Finora, i maggiori paesi travolti dalla pandemia hanno subito il modello-Wuhan (applicato in modo letteralmente “cinese”, in Italia), limitandosi a giocare di rimessa per limitare i danni economici. Spettacolare, in questo caso, l’ipocrisia dell’Ue: incapace – grazie all’élite finanziaria tedesca, che utilizza l’egoismo dell’Olanda – di uscire davvero dalla psicopatologia del rigore, persino di fronte a una vera e propria catastrofe umanitaria. E mentre da noi la discussione di avvita sulle giravolte autoritarie dell’inedito “stato d’eccezione” varato da Conte (premier mai eletto da nessuno), è Trump a sparigliare le carte: verrà il giorno – sembra dire – in cui faremo davvero i conti, con l’Oms. E quel giorno, l’Oms dovrà spiegare cos’è davvero diventata, e quali forze hanno investito su di essa per farne il nuovo, potenziale governo-ombra del pianeta. Un quasi-regime, pronto a confiscare libertà e democrazia sotto la guida di una “polizia sanitaria” non trasparente e per nulla rassicurante, in grado di imporre la sua agenda. Non a tutti, però: non agli Usa. Sembra essere questo, il vero segnale di Trump.La prima, vera mossa politica contro il coronavirus arriva da Washington: il presidente Donald Trump annuncia il taglio dei fondi statunitensi all’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’accusa, formale: l’Oms sarebbe troppo filo-cinese. «La ritorsione era nell’aria da tempo», scrive Federico Rampini su “Repubblica“, «dopo che tra l’agenzia sanitaria collegata all’Onu e la Casa Bianca si erano moltiplicate le tensioni». Trump ha accusato l’Oms di una gestione «disastrosa» della pandemia. In particolare, specifica Rampini, non ha perdonato all’agenzia multilaterale di averlo attaccato quando vietò l’ingresso di viaggiatori provenienti dalla Cina. «Tutti sanno quello che sta succedendo là dentro», ha detto, riferendosi all’Oms e in particolare alla «disastrosa decisione di opporsi alle restrizioni di viaggio dalla Cina». Sotto accusa per le sue “sottovalutazioni” iniziali sulla pandemia, nonché «criticato da molti governatori di Stati Usa per le promesse di aiuti federali che non arrivano», Trump si è sempre vantato di aver agito prima di altri nel vietare gli sbarchi di viaggiatori dalla Cina. Anche l’Italia – ricorda sempre Rampini – fu tra i primi paesi a varare quel genere di restrizioni, e inizialmente venne criticata dall’Oms.