Archivio del Tag ‘democrazia’
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Usa, Mazzoni: ipotesi legge marziale, con elezioni da rifare
«Si può arrivare a una legge marziale parziale, dove le elezioni vengono rifatte sotto la supervisione dell’esercito. Oppure: se emergono situazioni di tradimento (intesa con paesi stranieri per modificare il risultato), allora la questione può essere dibattuta nei tribunali militari». Lo afferma Roberto Mazzoni, giornalista indipendente di stanza negli Usa, esplorando il più clamoroso dei possibili esiti delle controverse presidenziali 2020: accadrebbe nel caso in cui Trump attivasse l’ordine esecutivo predisposto il 12 settembre 2018 a protezione della sicurezza nazionale, nel caso emergessero ingerenze straniere nel voto americano. La notizia: interrogato dal Parlamento del Michigan (Stato in cui una perizia forense ha accertato margini di errore fino al 68%, attraverso i sistemi elettorali elettronici), l’amministratore delegato di Dominion ha ammesso, per la prima volta, che i computer elettorali sono stati connessi via Internet. Il che avvalora le accuse dell’ex colonnello Phil Waldron, specializzato in guerra informatica, secondo cui i sistemi elettronici di Dominion sarebbero facilmente violabili anche dall’estero. Per Waldron, nelle presidenziali del 3 novembre si sarebbero registrare interferenze da Cina, Iran e altri paesi.A rendere ufficiale l’accusa potrebbe essere l’attesa relazione di John Ratcliffe, direttore dell’intelligence nazionale. In altre parole: «Non è così stretta, la strada per Trump verso la riconferma alla Casa Bianca». Intervistato da “ByoBlu” il 17 dicembre, Mazzoni fornisce un quadro preciso della situazione negli Usa, strettamente monitorata: un’evoluzione rapida, anche se ignorata dai grandi media. «I sondaggi d’opinione confermano che i cittadini americani, in maggioranza, si sono convinti che le elezioni siano state truccate a vantaggio di Biden». Il candidato democratico, inoltre, si sta indebolendo a vista d’occhio a causa dello scandalo montante attorno al figlio, Hunter, accusato di traffico internazionale di valuta con la complicità della Cina. «Sono gli stessi esponenti democratici, ormai, a pretendere – in molti casi – che la famiglia Biden faccia chiarezza, su quelle accuse». Non solo: la Corte Suprema deve ancora pronunciarsi sulle nuove cause depositate dall’avvocato Sindey Powell sui presunti brogli negli Swing States, dove il risultato è stato improvvisamente ribaltato, in una notte, a favore di Biden, dopo che i funzionari avevano stranamente sospeso lo spoglio delle schede, per riprenderlo qualche ora dopo.L’Alta Corte ha sul tavolo anche l’analoga denuncia di Rudolph Giuliani, che rilancia le accuse del Texas e di altri 17 Stati: i giudici avevano rigettato in prima battuta l’opposizione del Texas, sostenendo che uno Stato non avesse titolo per contestare altri Stati, ma ora la denuncia (brogli estesi e decisivi, favoriti da regole improvvisate) è stata ripresentata a nome dei cittadini degli Stati pro-Trump, che – oltre ai brogli – accusano gli Swing States di aver cambiato in modo arbitrario e incostituzionale, all’ultimo minuto, gli stessi regolamenti elettorali. Poi c’è l’incognita parlamentare: «Il 6 gennaio verranno aperte le schede dei grandi elettori che il 14 dicembre hanno votato per Biden, ma anche quelle dei grandi elettori che, in parallelo, hanno votato per Trump», riassume Mazzoni. «La parola, a quel punto, passerebbe al Parlamento: è successo anche nel 1960, quando Nixon – apparso vincente a novembre – fu invece battuto da Kennedy a gennaio». Tra le ipotesi, anche la scelta di far eleggere il presidente dai parlamentari, facendoli votare “Stato per Stato”: «In quel caso vincerebbe probabilmente Trump, dato che i repubblicani controllano la maggior parte degli Stati».Secondo Mazzoni, la concretezza di questi possibili scenari emergerà giorno per giorno, costringendo anche i media a prendere atto di quello che l’opinione pubblica ha già intuto: e cioè che le presidenziali 2020 sarebbero state pesantemente inquinate da brogli così estesi da ribaltare letteralmente il risultato. Anche con l’intervento di paesi stranieri? Questa è di gran lunga l’opzione più pericolosa, che innescherebbe per legge lo stato d’emergenza. Phil Waldron, ricorda Mazzoni, ha esaminato i sistemi Dominion negli ultimi due anni: i problemi erano emersi già nelle elezioni di medio termine del 2018, al punto che Stati come il Texas si erano rifiutato di adottare Dominion. Per Waldorn, il sistema è facilissimo da penetrare dall’esterno: «Posso dimostrare – ha detto – che nelle presidenziali 2020 ci sono stati accessi da Cina, Iran e altri paesi». Secondo l’ufficiale, l’interferenza straniera c’è dunque stata. «Fino all’altro ieri, Dominion aveva sostenuto che le macchine elettorali non erano collegate a Internet, quindi non potevano essere penetrate dall’esterno», sottolinea Mazzoni. «E invece l’amministratore delegato di Dominion, John Poulos, comparso il 15 dicembre davanti al Parlamento del Michigan che lo ha interrogato in materia, ha ora confermato che le macchine vengono collegate, anche se per brevi periodi, tramite uno smartphone». Quindi, secondo Mazzoni, Poulos ha confermato indirettamente quanto detto da Waldron: se collego una macchina a Internet anche solo per dieci minuti, questa può essere manipolata. In più, «ci sono evidenze che confermano che i voti venivano tabulati dal sistema Dominion, e poi trasferiti a un server all’estero (si dice che fosse a Francoforte), dove il dato elettorale veniva ulteriormente elaborato».Waldron ha anche descritto ulteriori funzioni del software, che permettono l’accesso nel server dall’esterno in modo invisibile, o comunque non controllabile dall’amministratore ufficiale, e attraverso il server permettono di accedere anche alle singole macchine locali di raccolta dei voti. «Per un hacker, Dominion è come Babbo Natale: tutte le porte sono aperte, è possibile manipolare a distanza le informazioni», sintetizza il giornalista. «Vedremo se ora le intelligence confermeranno ufficialmente l’analisi di Waldron, comprese le intelligence militari». Il direttore generale delle 16 agenzie dei servizi segreti statunitensi, John Ratcliffe, ha già anticipato di aver “visto” l’interferenza straniera. Le relazioni di intelligence, su questo aspetto, subiranno un probabile ritardo, rispetto alla scadenza inizialmente prevista (18 dicembre). «Ma siamo già sulla rampa di lancio dell’ordine esecutivo, che ha a che fare con la sicurezza nazionale: il discorso non è più solo limitato al fatto che un partito avrebbe barato, facendo votare anche i morti e persone inesistenti, o conteggiando fino a 8 volte le stesse schede». La domanda diventa: un paese straniero, in modo premeditato e dimostrabile, ha davvero interferito con le elezioni? E’ intervenuto sul sistema e ha modificato i risultati? «Già la possibilità di accesso al sistema costituisce un rischio».E’ chiaro, aggiunge Mazzoni, che una mossa di questo genere – impugnare l’ordine esecutivo – innescherebbe forti reazioni: «Quindi è necessario fare prima tutti i passi possibili, legali e politici, per risolvere la questione in altro modo». D’altro canto, prosegue Mazzoni nella sua analisi, Trump sembra totalmente determinato a non lasciar correre: «Nel momento in cui i sondaggi dicono che più della metà della popolazione è convinta che questa è stata un’elezione fasulla, nessuno ci assicura che non lo sarà anche la prossima. Anzi, se questa è stata così, la prossima potrebbe essere anche peggiore: si tratta quindi di riaffermare la credibilità del sistema democratico negli Usa, e anche di riaffermare l’efficacia dello stesso sistema giudiziario (finora totalmente assente: i giudici non hanno fatto altro che dire “non è di mia competenza”, “è troppo tardi”, evitando cioè di pronunciarsi nel merito, sugli eventuali brogli)». Per Mazzoni «è necessario ricostruire la fiducia nelle istituzioni, nel tessuto democratico del paese, visto che più della metà della popolazione è convinta di esser stata imbrogliata».Quanto a Joe Biden, «nessuno crede che sarà lui a governare, anche se dovesse arrivare alla presidenza: sappiamo che a decidere sarebbe Kamala Harris, così come era Dick Cheney a governare quando presidente era George W. Bush». Le indagini esplose su Hunter Biden (riciclaggio di denaro, con la complicità della Cina) mettono Joe Biden in grave imbarazzo. Le notizie di stampa su Hunter Biden – aggiunge Mazzoni – sono probabilmente un autogol: facevano parte del piano iniziale per screditare Biden e spalancare le porte della Casa Bianca a Kamala Harris, candidata di Obama supportata da Wall Street, ma i “registi” dell’operazione (che hanno incoraggiato i media a “sparare” sul figlio di Biden) sarebbero stati troppo precipitosi: avrebbero cioè “dato per morto” troppo presto Trump, che invece è tutt’altro che fuori gioco. «Non è affatto scontato che Biden venga certificato vincitore: la strada per Trump non è così stretta come tendono a dipingerla i grandi media». Nel caso invece venisse davvero eletto Biden, comunque, «dopo un po’ Kamala Harris assumerebbe anche ufficialmente il comando, divenendo presidente, con Nancy Pelosi alla vicepresidenza». Mazzoni però si mostra perplesso, su questo esito: le quotazioni di Trump sarebbero in continua crescita.«Nel partito repubblicano una porzione sempre maggiore di esponenti si sta schierando con Trump, compresi i politici che all’inizio non erano allineati col presidente: si stanno compattando, nella convinzione di poter arrivare alla vittoria». Nel frattempo, aggiunge sempre Mazzoni, è emerso che il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha speso 500 milioni di dollari per creare un’infrastruttura elettorale parallela a quella degli Stati: «Clamoroso, vuol dire che le elezioni vengono “privatizzate” da Facebook e per giunta usando illegalmente soldi esentasse, visto che Zuckerberg li ha tratti dal budget destinato a donazioni caritative?». In pratica, «Facebook avrebbe costretto i funzionari elettorali a seguire le sue regole, negli Swing States dove già erano state alterate le regole elettorale statali con il pretesto del Covid». Uno spettacolo che, al Pentagono, dev’esser stato valutato come ben poco edificante. «Siamo quindi di fronte a una situazione che vede una buona parte delle forze armate allineate con Trump, benché si voglia evitare il più possibile l’intervento dei militari», conclude Mazzoni. E l’intelligence? «Se Ratcliffe si è già pronunciato sull’interferenza, significa che le cose possono svilupparsi in modo favorevole, per Trump. Il presidente ha detto: ora vediamo chi è con noi e chi è contro, e diamo il tempo a chi è stato contro di noi redimersi, se vuole. Ha ancora qualche per giorno, per farlo: poi si tireranno le somme».«Si può arrivare a una legge marziale parziale, dove le elezioni vengono rifatte sotto la supervisione dell’esercito. Oppure: se emergono situazioni di tradimento (intesa con paesi stranieri per modificare il risultato), allora la questione può essere dibattuta nei tribunali militari». Lo afferma Roberto Mazzoni, giornalista indipendente di stanza negli Usa, esplorando il più clamoroso dei possibili esiti delle controverse presidenziali 2020: accadrebbe nel caso in cui Trump attivasse l’ordine esecutivo predisposto il 12 settembre 2018 a protezione della sicurezza nazionale, nel caso emergessero ingerenze straniere nel voto americano. La notizia: interrogato dal Parlamento del Michigan (Stato in cui una perizia forense ha accertato margini di errore fino al 68%, attraverso i sistemi elettorali elettronici), l’amministratore delegato di Dominion ha ammesso, per la prima volta, che i computer elettorali sono stati connessi via Internet. Il che avvalora le accuse dell’ex colonnello Phil Waldron, specializzato in guerra informatica, secondo cui i sistemi elettronici di Dominion sarebbero facilmente violabili anche dall’estero. Per Waldron, nelle presidenziali del 3 novembre si sarebbero registrare interferenze da Cina, Iran e altri paesi.
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Fake-2020, i bari brindano coi ladri: può davvero finire così?
Grottesco 2020: non poteva finire che con l’elezione “fake” di un presidente “fake”, dopo un anno intero di fake news terroristiche sul coronavirus? Sinistro, l’avvio del temuto anno bisestile: inaugurato con lo strano assassinio del generale iraniano Qasem Soleimani, eroe della guerra contro l’Isis in Siria, ucciso da un drone mentre si trovava in un paese neutrale, l’Iraq, a condurre trattative – pare – per mettere pace tra le fazioni sciite e sunnite. Altrettanto strana la tempestiva rivendicazione dell’omicidio, da parte dell’amministrazione Trump, che proprio in Siria aveva lasciato campo libero ai russi e ai loro alleati (siriani, libanesi e, appunto, iraniani) per sgominare le bande di tagliagole prosperate in modo incontrastato sotto la presidenza Obama. Di che pasta fosse fatto, il 2020, lo si sarebbe capito poco dopo, con il famoso virus di Wuhan che ha risparmiato la Cina e inguaiato il resto del mondo, a cominciare dal bersaglio grosso: l’America di Trump. E ora si vorrebbe davvero far credere che l’opinione pubblica libera e democratica dovrebbe rassegnarsi allo spettacolo di un’America rappresentata da un presidente-burla, eletto solo grazie all’imbroglio più colossale che la storia ricordi?E’ vero, ammoniscono i più saggi: i brogli vanno provati in una sede legale. Si deve dimostrare che sono avvenuti davvero, e che sono stati determinati per derubare gli elettori. Non occorre invece dimostrare ciò che è sotto gli occhi di tutti: il web censura chiunque osi mettere in dubbio la versione ufficiale (su tutto: dalle presidenziali Usa alle notizie mediche sul Covid), mentre il maninstream media – televisioni in testa – ormai oscura apertamente il presidente Trump, ancora in carica, trattandolo come un vecchio pazzo ostinato, incapace di ammettere la sconfitta. Dall’imbarazzante fogna elettorale americana, devastata dal voto postale giustificato con la pandemia e poi “aggiustato” con gli algoritmi elettronici di Dominion, emerge una specie di anziano cadavere politico (Joe Biden, su cui grava l’accusa di trent’anni di estesa corruzione) e spunta l’ombra della donna che lo sostituirebbe: Kamala Harris, sostenuta da Obama e dai super-finanziatori di Hillary Cinton, cioè la peggiore élite di Wall Street. Ridono, le maschere del nuovo terrore sanitario, da Fauci a Bill Gates, passando per Soros e per il patron del Forum di Davos, Klaus Schwab, l’uomo che evocava la pandemia come una manna dal cielo, provvidenziale per far accettare all’umanità il famigerato Grande Reset.Funzionerà, il piano? Se si guarda l’Italia, c’è da piangere. Il Belpaese è tramortito dalla cura-Conte: vanta la peggior performance europea, in termini di vittime, e il più pesante bilancio economico, per via del disastro causato da lockdown e coprifuoco (misure che non hanno certo evitato la strage, quella almeno di cui parlano le cifre ufficiali). Italia 2020: non pervenuta. “Andrà tutto bene”, era il motto degli italioti. Ancora a gennaio, il Popolo delle Sardine (non ancora Popolo delle Mascherine) aveva individuato il demonio: Matteo Salvini, la causa di ogni male. Subito dopo, Salvini è scomparso (insieme alle Sardine) e tutti i problemi sono esplosi. I famosi pieni poteri, contestati al Cazzaro Verde? Se li è presi Conte, non eletto da nessuno: e gli italiani, zitti. Decreti deliranti: sospesa la libertà, archiviata la democrazia. Dalla prigione-Italia, messa in liquidazione e prossima a essere svenduta a peso (alla Francia, alla Germania, alla Cina) non manca chi esulta per la Fake-Election del Fake-President americano: sono gli stessi illuminati, del resto, che scalpitavano per Fake-Greta, i cui padrini (ora lo si vede) stanno predisponendo il piano super-finanziario “green”, quello vero, per il cui lancio la fanciulla svedese era stata utilizzata. Fine anno: i bari brindano coi ladri, mentre l’umanità resta in carcere. Domanda: può davvero finire così?Grottesco 2020: non poteva finire che con l’elezione “fake” di un presidente “fake”, dopo un anno intero di fake news terroristiche sul coronavirus? Sinistro, l’avvio del temuto anno bisestile: inaugurato con lo strano assassinio del generale iraniano Qasem Soleimani, eroe della guerra contro l’Isis in Siria, ucciso da un drone mentre si trovava in un paese neutrale, l’Iraq, a condurre trattative – pare – per mettere pace tra le fazioni sciite e sunnite. Altrettanto strana la tempestiva rivendicazione dell’omicidio, da parte dell’amministrazione Trump, che proprio in Siria aveva lasciato campo libero ai russi e ai loro alleati (siriani, libanesi e, appunto, iraniani) per sgominare le bande di tagliagole prosperate in modo incontrastato sotto la presidenza Obama. Di che pasta fosse fatto, il 2020, lo si sarebbe capito poco dopo, con il famoso virus di Wuhan che ha risparmiato la Cina e inguaiato il resto del mondo, a cominciare dal bersaglio grosso: l’America di Trump. E ora si vorrebbe davvero far credere che l’opinione pubblica libera e democratica debba rassegnarsi allo spettacolo di un’America rappresentata da un presidente-burla, eletto solo grazie all’imbroglio più colossale che la storia ricordi?
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Ma Renzi non sfratterà Conte, servo di poteri anti-italiani
«E’ destituita di ogni fondamento la voce secondo la quale ci sarebbe l’eventuale elezione di Joe Biden, alla Casa Bianca, dietro l’improvvisa offensiva di Matteo Renzi nei confronti di Giuseppe Conte». Lo afferma Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt nonché osservatore privilegiato della politica italiana e internazionale, grazie alla sua militanza nei circuiti massonici sovranazionali di segno progressista. «Conte non è particolarmente legato a Trump, così come non è legato a nessun altro. Insignificante com’è, non è certo un problema, per Biden. E’ solo un mediocre, docile esecutore degli ordini di qualunque vero potente che lo incoraggi a restare dov’è, continuando a operare come ha fatto finora: cioè male, visto che si è limitato a servire gli interessi di poteri superiori». Quanto a Renzi, il suo ostruzionismo polemico (spinto fino alla minaccia di far cadere il governo) per Magaldi non è che un fuoco di paglia: «L’unico obiettivo di Renzi è quello di potersi sedere in posizione privilegiata alla “tavolata” che si spartirà i 209 miliardi del Recovery Fund». Purtroppo, aggiunge Magaldi, data la qualità imbarazzante dell’offerta politica italiana, il paese non riuscirà a liberarsi tanto presto, del pessimo Giuseppe Conte. «Se non altro, col passare dei mesi e l’aggravarsi della crisi, gli italiani – che hanno già cominciato a cessare di avere fiducia in Conte – capiranno sempre di più qual è la reale consistenza di questo primo ministro, e scopriranno che non è affatto al servizio dell’Italia».Magaldi denuncia, nelle retrovie dell’esecutivo, la presenza di un “partito cinese”, trasversale, che inasprisce il rigore dell’emergenza-Covid, favorisce gli interessi egemonici di Pechino e indebolisce costantemente l’Italia, anche a beneficio dei maggiori player dell’Ue franco-tedesca (l’asse di potere a cui Conte si genuflette ad ogni occasione). Il paese, per il leader “rooseveltiano”, è finito in una morsa: «Il governo Conte ha finto di scambiare il coronavirus per l’Ebola, provocando danni irreparabili al tessuto socio-economico italiano: un disastro che andrà fermato dalla mobilitazione dei cittadini, che dovranno imparare a battersi per riconquistare libertà e democrazia». Rispetto invece alle incognite del convulso esito delle presidenziali americane, Magaldi ribadisce le proprie convinzioni: dopo l’ultima sentenza della Corte Suprema, che ha negato al Texas e ad altri 17 Stati la possibilità di contestare le modalità elettorali scelte dagli Stati accusati di aver favorito Biden, sembrano davvero ridursi al lumicino le residue speranze di Trump di ribaltare il risultato. Magaldi solidarizza comunque con Trump: «Ha subito un’inaudita campagna di demonizzazione, dai parte dei grandi media, e ha giustamente rimproverato il ministro della giustizia, William Barr, per non averlo informato per tempo delle indagini in corso sul figlio di Biden, accusato di una brutta storia di corruzione».Al tempo stesso, Magaldi sottolinea come Trump agisca in modo legalitario, da presidente ancora in carica di un grande paese democratico: «Sa che, se i brogli ci sono stati – e se sono stati decisivi, contro di lui – tutto questo andrà provato, a livello giudiziario». Per il momento, forse è meglio «metterlo da parte, il veleno, e trasformarlo in farmaco», già pensando alle presidenziali 2024, magari impegnandosi direttamente nel sistema-media (creando un proprio network, televisivo e web) e gettando le basi per un clamoroso “ticket” con Robert Kennedy Junior, che potrebbe spazzare via gli equivoci di un establishment che da decenni ripropone la falsa dicotomia destra-sinistra». Il giudizio di Magaldi su Trump resta invariato: «E’ stato un ottimo presidente e meritava la riconferma: l’avrebbe avuta, non fosse stato per lo sconquasso anche economico provocato dal Covid». Avverte però Magaldi: «Lo stesso Biden, prima ancora delle elezioni, ha sottoscritto un patto riservato: si è impegnato infatti a non smentire la politica estera varata da Trump, specie nei confronti della Cina». Come dire: «E’ bene evitare conclusioni affrettate, perché la realtà è sempre molto più complessa e sfumata di quanto possa apparire».«E’ destituita di ogni fondamento la voce secondo la quale ci sarebbe l’eventuale elezione di Joe Biden, alla Casa Bianca, dietro l’improvvisa offensiva di Matteo Renzi nei confronti di Giuseppe Conte». Lo afferma Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt nonché osservatore privilegiato della politica italiana e internazionale, grazie alla sua militanza nei circuiti massonici sovranazionali di segno progressista. «Conte non è particolarmente legato a Trump, così come non è legato a nessun altro. Insignificante com’è, non è certo un problema, per Biden. E’ solo un mediocre, docile esecutore degli ordini di qualunque vero potente che lo incoraggi a restare dov’è, continuando a operare come ha fatto finora: cioè male, visto che si è limitato a servire gli interessi di poteri superiori». Quanto a Renzi, il suo ostruzionismo polemico (spinto fino alla minaccia di far cadere il governo) per Magaldi non è che un fuoco di paglia: «L’unico obiettivo di Renzi è quello di potersi sedere in posizione privilegiata alla “tavolata” che si spartirà i 209 miliardi del Recovery Fund». Purtroppo, aggiunge Magaldi, data la qualità imbarazzante dell’offerta politica italiana, il paese non riuscirà a liberarsi tanto presto, del pessimo Giuseppe Conte. «Se non altro, col passare dei mesi e l’aggravarsi della crisi, gli italiani – che hanno già cominciato a cessare di avere fiducia in Conte – capiranno sempre di più qual è la reale consistenza di questo primo ministro, e scopriranno che non è affatto al servizio dell’Italia».
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Usa, elezioni rubate: ‘perdonati’ i brogli, decisivi per Biden?
Hanno vinto i brogli: i più colossali della storia americana. Salvo sorprese, lunedì 14 dicembre 2020 i grandi elettori decreteranno ufficialmente l’affermazione di Joe Biden, che il prossimo 20 gennaio si insedierebbe come 46esimo presidente degli Stati Uniti. La Corte Suprema ha infatti rigettato l’ultimo ricorso, presentato dai 18 Stati (guidati dal Texas) che contestano la trasparenza delle elezioni, manipolate con regole imposte all’ultimo minuto e poi neppure rispettate, a urne aperte. «Il Texas sostiene che le violazioni della legge elettorale abbiano creato un ambiente favorevole (eufemismo) ai brogli elettorali, che molto probabilmente si sono verificati», scrive Robert Madsen su “The American Thinker”, in un’accurata analisi ripresa da “Mitt Dolcino”. Ne emerge un quadro avvilente: la superpotenza si appresterebbe a insediare un presidente debolissimo, eletto solo grazie all’estesa frode organizzata col voto postale in alcuni Stati-chiave. In altre parole: alla Casa Bianca finirebbe il candidato che gli americani non hanno votato. Un gigantesco “furto” ai danni degli elettori statunitensi: un insulto alla democrazia.La causa intentata dal Texas, riassume Madsen, elenca con precisione le tante “violazioni della legge” in ciascuno degli Stati citati: Pennsylvania, Georgia, Michigan e Wisconsin. L’accusa fornisce le prove dei brogli (ovvero il numero di schede elettorali gestite in modo incostituzionale) in ciascuno degli Stati, sufficienti a modificare in modo determinante l’esito del conteggio dei voti. In Pennsylvania, Biden avrebbe ottenuto 81.000 voti più di Trump. Le schede per corrispondenza (largamente richieste dagli elettori democratici) sono passate dalle 266.000 del 2016 ad oltre 3 milioni nel 2020. Tante le violazioni contestate. Il Segretario di Stato della Pennsylvania, per esempio, ha abrogato unilateralmente i requisiti di verifica delle firme per le schede elettorali arrivate per posta. La Corte Suprema dello Stato, inoltre, ha modificato il termine per la ricezione delle schede, accettando anche quelle arrivatte tre giorni dopo il giorno dell’elezione. Non solo: i funzionari elettorali di due contee decisive (Philadelphia e Allegheny) non hanno seguito la legge statale, che consente la presenza di osservatori elettorali per l’apertura, il conteggio e la registrazione delle schede elettorali.Il Segretario di Stato della Pennsylvania ha anche ordinato ai funzionari elettorali di rimuovere le schede prima delle 7 del giorno delle elezioni, in modo da “aggiustare” quelle difettose, ma solo nelle contee a maggioranza democratica. Infine: i funzionari elettorali non hanno separato dalle altre le schede ricevute dopo le ore 20 del giorno delle elezioni, contrariamente all’ordine ricevuto dalla Corte Suprema federale, rendendone così impossibile l’identificazione e la rimozione. Non è finita: si contano 9.000 schede senza data di spedizione (nessuna prova, quindi, che siano stati inviate a un effettivo elettore) e ben 58.000 schede consegnate alla data della spedizione, o addirittura prima. Poi ci sono 51.000 schede consegnate il giorno dopo la data di spedizione. Il 2 novembre, vigilia delle elezioni, lo Stato ha riferito di aver spedito 2,7 milioni di schede. Due giorni dopo, il 4 novembre, il numero era invece salito a 3,1 milioni: «Un aumento di 400.000 unità, senza che ci fosse alcuna ragionevole possibilità che fossero state utilizzate dai legittimi elettori», sottolinea Madsen.Ancora più paradossale la situazione in Georgia, dove Biden avrebbe superato Trump per soli 12.670 voti, grazie a un incremento massiccio del voto postale (sei volte tanto, rispetto a quattro anni fa). Infinite le violazioni: abrogate le verifiche delle firme per le schede arrivate per corrispondenza, aperte e scrutinate anche tre settimane prima dell’election-day. Se il “tasso di rifiuto” delle schede non conformi (arrivate per corrispondenza) fosse rimasto quello del 2016, osserva Madsen, Trump avrebbe ottenuto un guadagno netto di 25.587 voti: il doppio di quelli necessari per superare Biden. Analoghe, schiaccianti contestazioni per i risultati del Michigan, dove Biden avrebbe sopravanzato Trump di 146.000 voti, anche qui grazie al boom del voto postale al quale avrebbero fatto ricorso 3,2 milioni di elettori (contro il mezzo milione del 2016).Anche in Michigan si è sono abrogati unilateralmente i requisiti di verifica delle firme per le schede elettorali arrivate per corrispondenza. «Il Segretario di Stato – sostiene l’accusa – ha inviato le schede elettorali a tutti i 7,7 milioni di “elettori registrati”, in violazione della legge elettorale che impone all’elettore di richiedere espressamente la scheda per corrispondenza attraverso un processo che include una firma da abbinare alla registrazione». Lo Stato «ha inoltre consentito che le schede per corrispondenza fossero richieste online senza verifica della firma». I funzionari elettorali della contea di Wayne (contenente 322.925 voti in più per Biden rispetto Trump) hanno aperto ed elaborato le schede senza la presenza degli osservatori elettorali. Hanno anche «ignorato i severi requisiti della legge elettorale, che prevedono l’apposizione di una dichiarazione scritta o di un timbro su ogni busta elettorale come prova che la firma degli elettori sia stata effettivamente controllata, confrontandola con quella archiviata presso lo Stato». Risultato: ben 174.384 schede, nella contea di Wayne, non avevano un numero di registrazione valido. «Il che, probabilmente, è il risultato dell’aver fatto passare più volte le stesse schede attraverso il tabellone».Non solo: «Il 71% delle schede elettorali relative agli elettori assenti della contea di Wayne era sbilanciato: il numero di persone che hanno effettuato il check-in non corrisponde al numero di schede votate». Infine il caso del Wisconsin, dove il ricorso postale è pressoché decuplicato (risultato apparente: 20.000 voti di vantaggio per Biden). «La commissione elettorale del Wisconsin ha posizionato centinaia di “caselle di consegna” illegali, ovvero non presidiate, per raccogliere le schede per corrispondenza», segnala l’accusa. Il problema è evidente: secondo la legge, «i voti espressi in violazione delle procedure non possono essere inclusi nel risultato certificato di qualsiasi elezione». Inoltre, il Wisconsin «ha incoraggiato gli elettori a dichiararsi illegalmente “confinati a tempo indeterminato”, per evitare misure di sicurezza come ad esempio la verifica delle firme e i requisiti di identificazione attraverso le foto». Grazie al distanziamento-Covid, «quasi 216.000 elettori hanno dichiarato di essere “confinati a tempo indeterminato” nelle elezioni del 2020, quasi il quadruplo rispetto al 2016». Non solo: «Sono state ignorate o aggirate anche le leggi, molto rigide, che richiedono agli “elettori per posta” di certificare la scheda elettorale con la loro firma, compresa quella di un testimone adulto».Insomma: “valeva tutto”, par di capire. In Wisconsin, «si suppone che 100.000 schede fossero mancanti e destinate ad essere “trovate” solo dopo il giorno delle elezioni». Ovvie le conclusioni, da parte dell’accusa: «Le significative violazioni della legge elettorale, concepita come protezione dai brogli, sono sufficienti a invalidare i risultati delle elezioni a prescindere da qualsiasi prova che possa essere raccolta, in così breve tempo, per mostrare il numero effettivo delle “schede elettorali fraudolente”». La ragione, conferma Madsen, indicherebbe l’esistenza di un numero elevato di “schede elettorali fraudolente” impossibili da identificare. La verità è amara: «Non esiste alcun rimedio per correggere le elezioni del 3 novembre, perché le schede che non hanno rispettato la legge elettorale non possono essere identificate e separate da quelle regolari. Non è possibile, di conseguenza, effettuare un conteggio accurato delle schede legali». Secondo la causa intentata dal Texas, con l’appoggio di altri 17 Stati, la probabilità che Biden possa aver davvero superato Trump e aver vinto in uno degli Stati citati è di «una su un quadrilione». In altre parole: verrebbe decretato vincitore un candidato i cui brogli si vedono dalla Luna: senza quelle frodi, Biden non avrebbe mai potuto battere Trump.Hanno vinto i brogli? Sono i più colossali della storia americana. Salvo sorprese, lunedì 14 dicembre 2020 i grandi elettori decreteranno ufficialmente l’affermazione di Joe Biden, che il prossimo 20 gennaio si insedierebbe come 46esimo presidente degli Stati Uniti. La Corte Suprema ha infatti rigettato l’ultimo ricorso, presentato dai 18 Stati (guidati dal Texas) che contestano la trasparenza delle elezioni, manipolate con regole imposte all’ultimo minuto e poi neppure rispettate, a urne aperte (la Corte non si è pronunciata sui brogli, ma – appunto – solo sulla contestazione procedurale). «Il Texas sostiene che le violazioni della legge elettorale abbiano creato un ambiente favorevole (eufemismo) ai brogli elettorali, che molto probabilmente si sono verificati», scrive Robert Madsen su “The American Thinker”, in un’accurata analisi ripresa da “Mitt Dolcino“. Ne emerge un quadro avvilente: la superpotenza si appresterebbe a insediare un presidente debolissimo, eletto solo grazie all’estesa frode organizzata col voto postale in alcuni Stati-chiave. In altre parole: alla Casa Bianca finirebbe il candidato che gli americani non hanno votato. Un gigantesco “furto” ai danni degli elettori statunitensi: un insulto alla democrazia.
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Lagarde: Italia, ti salvo io. La Bce sfida il club del rigore Ue
Altri 500 miliardi di euro, di cui 80 destinati all’Italia: aumenta così in modo esponenziale la “potenza di fuoco” del programma di acquisto di titoli per l’emergenza pandemica: il “Pepp”, voluto da Christine Lagarde per rilevare titoli di Stato, sale così a 1.850 miliardi. «Non siamo qui per calmare gli spread», esordì la Lagarde la scorsa primavera, alle prime avvisaglie della crisi Covid. «Una mossa volutamente impopolare e sapientemente calcolata, proprio per suscitare unanimi reazioni contrarie e mettere fine all’incubo del rigore», ricorda Gioele Magaldi, che spiega: «Insieme a Mario Draghi, la neo-presidente della Bce ha abbandonato i suoi tradizionali sodali, cioè i circuiti della massoneria neoaristocratica (quella che ha progettato e gestito l’austerity europea) per abbracciare la causa della massoneria progressista». Lo stesso Magaldi, autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014), è il frontman italiano del circuito massonico sovranazionale di ispirazione democratica, impegnato in una dura battaglia – sotterranea e non – per ripristinare la sovranità popolare, sostanzialmente soppressa negli ultimi anni con il ricorso al dogma neoliberista e all’artificio della “scarsità di moneta”. «In realtà la moneta la si può emettere in modo virtualmente illimitato, e a costo zero: ed è quello che la “sorella” Christine Lagarde sta dimostrando».Gli acquisti della Bce dureranno almeno fino a marzo 2022: sei mesi in più, rispetto a quanto programmato finora. «La decisione era attesa dai mercati, che nei giorni scorsi si sono “posizionati” provocando una discesa dei rendimenti dei titolo di Stato in tutta l’area euro», scrive il “Fatto Quotidiano”. «Se aumentano gli acquisti il valore sale, e quindi l’interesse pagato scende». I rendimenti dei Btp italiani «sono ormai in negativo per scadenze fino a 5 anni, prossime allo zero sui 7 anni e positivi dello 0,4% sui decennali, la durata più rappresentativa». Anche stavolta, la banca centrale europea ha lasciato i tassi d’interesse invariati, e quello principale rimane a zero. «Ha inoltre annunciato che verranno condotte altre tre operazioni Tltro». In sostanza: «Soldi erogati alle banche, con un pagamento di interessi a favore di chi li prende in prestito» (con l’impegno, almeno in teoria, di usarli per erogare crediti all’economia reale). Con il programma di acquisti di debito per l’emergenza pandemica, Christine Lagarde ha annunciato che la Bce acquisterà «con flessibilità, indirizzando le operazioni in maniera finalizzata su classi di titoli, sulla tempistica e sui paesi emittenti». Invariata la motivazione: puntellare l’economia, in un’Europa messa in ginocchio dalle restrizioni varate con il Covid.In sostanza, la Bce sta dimostrando la possibilità concreta di emettere denaro dal nulla, a interesse zero: quello stesso denaro (negato, allora) al quale fu “impiccata” la Grecia, ma anche l’Italia all’epoca in cui – proprio col pretesto pilotato dello spread – fu abbattuto Berlusconi per insediare l’uomo dei poteri oligarchici europei, il massone reazionario Mario Monti. Quegli stessi poteri, premendo su Mattarella, tuonarono nel 2018 per bocca del tedesco Günther Oettinger, secondo cui sarebbero stati “i mercati” a insegnare agli italiani come votare. Proprio l’evocazione dei “mercati” spinse il Quirinale a bocciare Paolo Savona come ministro dell’economia: sarebbe stato il “cervello” del neonato governo gialloverde, in una possibile partita con Bruxelles per ridisegnare quote di sovranità partendo esattamente dal ricorso al deficit per rianimare l’economia. Quello che sta accadendo oggi grazie alla Bce sarebbe stato impossibile ieri. Il grande alibi è ovviamente il collasso del Pil, causato dalla gestione pandemica improntata al massimo rigore (con poche eccezioni virtuose, come la Svezia). Il primo a segnalare la necessità di uno storico cambio di passo era stato lo stesso Mario Draghi: sul “Financial Times”, a marzo, aveva enunciato la necessità di tornare a una politica economica keynesiana, fondata sul massiccio sostegno pubblico.Dobbiamo agire «come in tempo di guerra», ha ribadito Draghi, smentendo la sua stessa storia di arcigno guardiano dell’austerity. Lo stesso dicasi per Christine Lagarde: inflessibile dama del rigore quand’era a capo del Fmi, e ora pronta a trasformare la Bce in una specie di bancomat, mentre l’inguardabile Unione Europea – al termine dell’orribile anno che va chiudendosi, in modo disastroso – ancora non ha deciso come e quando distribuire le sue elemosine apparenti, nascoste tra le pieghe del Recovery Fund e insidiosamente presenti tra le pieghe del Mes. Un ente anomalo, quest’ultimo, i cui gestori – cominciando dal presidente, il tedesco Klaus Regling – sono protetti anche dall’immunità giudiziaria. E hanno il potere di agire come monarchi indiscutibili, fino a imporre la “ristrutturazione” del debito pubblico a paesi come l’Italia, il cui deficit nel 2020 sta battendo ogni record: un “piano di rientro” che sarebbe sanguinoso, un vero e proprio massacro sociale. Esattamente quello che Draghi raccomandava di evitare, proponendo l’erogazione di centinaia di miliardi a fondo perduto, non destinati a trasformarsi in debito. Libertà o schiavitù: questo è il bivio che l’umanità sembra avere di fronte, oggi più che mai, in un pianeta letteralmente devastato, prima ancora che dal virus “cinese”, dalle drastiche politiche adottate con l’intenzione dichiarata di arginarlo.Suona tutto stonato, se non falso: «E prima o poi dovranno essere tribunali speciali – dice Magaldi – a processare chi ha imposto “leggi di guerra” in tempo di pace». Uno schema inquietante: prima la diffusione del coronavirus e l’assenza di risposte tempestive grazie all’ambiguità dell’Oms, poi la catastrofe sanitaria aggravata dal “terrorismo” mediatico che ha diffuso il panico, come se il Covid fosse l’Ebola. Nessuna trasparenza: né sui dati reali (letalità bassa, attorno allo 0,3%), né sulle terapie nel frattempo collaudate. Unico orizzonte proposto: quello del vaccino, ancora inaffidabile secondo molti scienziati. Vaccino da imporre, con le buone o con le cattive, pena l’esclusione dalla vita sociale. E tutto questo, mentre il maggior oppositore mondiale alla politica del Covid – Donald Trump – veniva travolto dai brogli che hanno gravemente inquinato le presidenziali americane: il vantaggio apparente di Joe Biden sembra far felice la Cina, la cui egemonia proprio Trump aveva provato a fermare (prima di essere fermato lui stesso, dall’epidemia: senza il Covid e il crollo economico indotto anche negli Usa dall’emergenza sanitaria, la rielezione di Trump era data universalmente per scontata).La situazione è incerta, caotica e scivolosa. In Italia, si fa sempre più precaria l’autocrazia emergenziale di Conte, cara ai poteri forti europei. E se il paese evita di collassare, intanto, lo deve essenzialmente alla “sorella” Lagarde, per dirla con Magaldi: cioè alla rete massonica progressista a cui fa capo, oggi, la presidente della Bce. Il problema semmai è un altro: la remissività degli italiani. «Credono ancora che il vero problema sia il coronavirus, e che per vederlo dissolversi basti aspettare ancora un po’, continuando a sottomettersi ai diktat del governo: non hanno capito che quello è solo il pretesto per attuare un piano di dominio, su scala mondiale». Magaldi è severo, con i connazionali: «Chi è fobico, al punto che vorrebbe chiudersi in casa per sempre, non si rende conto del danno che fa agli altri: il suo conformismo impaurito incoraggia i gestori della crisi a essere ancora più duri, con chi invece vorrebbe riprendere a vivere». E’ come se avessimo oltrepassato, giorno per giorno, la soglia di una sottile follia collettiva: «E’ pazzesco che milioni di persone accettino l’idea di questa nuova aberrante normalità: senza capire che non era mai successo, nella storia umana, che il mondo si fermasse per un virus influenzale. E’ questa, la prassi? D’ora in poi ci chiuderemo in casa al primo virus che passa di qui? Dico, siamo impazziti?».Forse sì, siamo impazziti: è il capolavoro della paura. «Barattare la perdita certa della libertà per la sicurezza sanitaria, che oltretutto è solo ipotetica, è davvero l’inizio della fine: per questa strada si smette di essere cittadini e si ridiventa sudditi, come quando la democrazia non esisteva ancora. Ed è esattamente lì che vogliono portarci, gli “apprendisti stregoni” del Covid, che usano il sistema-Cina per eliminare i diritti dall’Occidente. E ci stanno riuscendo, putroppo, grazie alla pavidità di chi trema di fronte a tutto, davanti al contagio di un’influenza (trattata come se fosse la peste bubbonica) e davanti al rischio di una semplice multa, tra l’altro impugnabile, dato il carattere non pienamente legittimo dei Dpcm». Magaldi fotografa con spietata lucidità la situazione italiana, simile a quella di altri paesi ma aggravata dall’inconsistenza della classe politica nazionale, telecomandata dai super-poteri che hanno gradualmente privatizzato il mondo e che ora vorrebbero far retrocedere l’umanità, in blocco, trattandola alla stregua di un gregge da spaventare, disinformare, impoverire e vaccinare. Il Grande Reset, lo chiamano: fine della libertà economica. Obiettivo: la sottomissione di plebi intimorite, da tenere in vita con un mini-reddito “universale” che metta i percettori in ginocchio, di fronte alla “divinità” zootecnica che eroga la dose quotidiana di mangime.Il pericolo è drammaticamente reale: è in corso una sfida planetaria, per il destino dell’umanità. I poteri oligarchici giocano sempre la carta della paura: prima il terrorismo, poi la crisi finanziaria indotta, ora un virus trasformato in un incubo. Faglie di resistenza si delineano in controluce: chi denuncia l’Oms come organismo “orwelliano”, chi segnala gli abusi dello strapotere cinese e la sua infiltrazione onnipervasiva, chi accusa Big Pharma di manipolare il business dei vaccini in modo anche spericolato, sdoganando molecole “clandestine” destinate potenzialmente a incidere sullo stesso Dna, per la prima volta nella storia. Sarà proprio la durezza delle imposizioni – immagina Magaldi – a provocare una rivolta civile: a patto però che riaffiori, nelle persone, il coraggio elementare della dignità. Si prevedono anni tempestosi, attraverso i quali sarà fatalmente riscritta anche la grammatica della politica. Di fronte alla scelta fondamentale – libertà o asservimento, democrazia o dittatura – crolleranno miti ed etichette museali, come “destra” e “sinistra”. Crollerà anche il dogma secolare più falso e rovinoso, quello della scarsità di moneta: sta cominciando a sbriciolarlo, in modo spettacolare, la stessa Christine Lagarde.Altri 500 miliardi di euro, di cui 80 destinati all’Italia: aumenta così in modo esponenziale la “potenza di fuoco” del programma di acquisto di titoli per l’emergenza pandemica: il “Pepp”, voluto da Christine Lagarde per rilevare titoli di Stato, sale così a 1.850 miliardi. «Non siamo qui per calmare gli spread», esordì la Lagarde la scorsa primavera, alle prime avvisaglie della crisi Covid. «Una mossa volutamente impopolare e sapientemente calcolata, proprio per suscitare unanimi reazioni contrarie e mettere fine all’incubo del rigore», ricorda Gioele Magaldi, che spiega: «Insieme a Mario Draghi, la neo-presidente della Bce ha abbandonato i suoi tradizionali sodali, cioè i circuiti della massoneria neoaristocratica (quella che ha progettato e gestito l’austerity europea) per abbracciare la causa della massoneria progressista». Lo stesso Magaldi, autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014), è il frontman italiano del circuito massonico sovranazionale di ispirazione democratica, impegnato in una dura battaglia – sotterranea e non – per ripristinare la sovranità popolare, sostanzialmente soppressa negli ultimi anni con il ricorso al dogma neoliberista e all’artificio della “scarsità di moneta”. «In realtà la moneta la si può emettere in modo virtualmente illimitato, e a costo zero: ed è quello che la “sorella” Christine Lagarde sta dimostrando».
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Facci: non siamo sudditi, disobbedire può essere un dovere
Primum vivere, secundis disobbedire. Perché la disobbedienza non è né giusta né sbagliata: la disobbedienza è un fatto acclarato, accettato, interpretato ogni giorno dalla totalità della popolazione italiana. No, non si parla del fisco o dei limiti di velocità, ma della sopravvivenza italiana al tempo del Covid. Un paese dove il governo (figurati questo) non è il maestro e il cittadino non è lo scolaro: non quello a cui insegnare le cose per come dovrebbero funzionare in un paese normale, talvolta europeo, un paese dove le regole si rispettino e quindi sia normale obbedirvi. La nostra realtà è un’altra: questo governo fa schifo come nessuno mai, il cittadino medio è civilmente acerbo e avvezzo ad arrangiarsi, e soprattutto da lassù – da qualche palazzo occupato da parvenu – nessuno ha più di tanto da insegnarci. Non è anti-politica, o, se lo è, è un anti-politica ad personam che si specchia nel nostro quotidiano vivere. Quindi andiamo con Margherita Hack: «La disobbedienza civile è necessaria quando le leggi sono contro la democrazia e la libertà. C’è il dovere di opporsi a una legge sbagliata». Proseguiamo con Indro Montanelli: «Più che comandare io preferisco disobbedire», eco di quanto già scrisse Jean-Jacques Rousseau: «Sarà difficile ridurre all’obbedienza chi non ama comandare».Scendiamo di qualche gradino (deve perdonarci) col buon Attilio Fontana, che l’altro ieri su “Libero” ha detto che comprende chi disobbedisce alle regole, perlomeno quelle palesemente assurde e cambiate continuamente, tipo il divieto di visitare parenti che abitano a pochi chilometri di distanza ma risultano in un altro Comune; tipo il divieto di circolare tra regioni dal 21 dicembre, tipo il non creare assembramenti dentro i negozi lasciando però che si creino nelle file fuori; tipo chiudere i ristoranti ligi alle regole. Ma è inutile e fuorviante fare degli elenchi, ora: di principio, occorre obbedire a tutte le regole, ma solo nella consapevolezza che l’unico semaforo che regolerà la realtà resterà appunto il senso di realtà, il principio di sopravvivenza. E qui ci permettiamo una citazione di Sergio Moroni, il deputato socialista che si suicidò il 2 settembre 1992 lasciando una lettera in cui ricordava «una cultura tutta italiana nel definire regole e leggi che si sa non potranno essere rispettate, muovendo dalla tacita intesa che insieme si definiranno solidarietà nel costruire i comportamenti che violano queste regole». La differenza è che a definire regole e leggi, nel 1992, era una classe politica comunque autentica, benché spazzata via dal ciclone giudiziario.Certo, il dovere civico viene sempre prima di tutto: anche prima di se stessi e prima della propria indole. Ma chi lo pensa – chi ritiene che il dovere sia al di sopra di tutto – ha bisogno di essere comandato essenzialmente dalla propria coscienza, se ne ha una. Chi lo pensa – che il dovere sia al di sopra di tutto – in genere però non si arroga anche il diritto di comandare ai propri simili, di additarli, rompergli i coglioni perché c’è un pezzo di naso che spunta dalla mascherina. Non obbedire ciecamente alla stupidità è quasi un dovere civico, ormai; la propensione a obbedire e bersi qualsiasi cazzata ministeriale, facendo pure da delatore contro il vicino di casa, è invece ciò che trasforma il cittadino in suddito. Solo i sudditi, per inciso, si faranno spiegare nel dettaglio come potranno passare il Natale. In concreto, dunque, che cosa abbiamo? Abbiamo ciò che concretamente vediamo (e ufficialmente non vediamo) tutti i giorni: migliaia di auto che non vanno tutte al lavoro, dove non tutti hanno la “giustificazione”, o se ce l’hanno spesso è farlocca, anche risibile, come lo è l’improvviso e irresistibile impulso di fare un pezzetto di spesa ogni giorno, andare in farmacia tutti i giorni, dal tabaccaio anche se non fumi, e dal barbiere, a trascinare il famoso cane ormai stremato, a fare jogging praticamente da fermi; insomma, quello che sappiamo, quello che vediamo.Notarella personale: vivo vicino a Milano Due, che ufficialmente è nel Comune di Segrate per una decina di metri: credete che chi vi abita, quotidianamente, non sconfini perché gliel’ha detto Giuseppe Conte? Non c’è da nascondere la mano, né c’è da fare esibizionismo della propria devianza. Già capitò allo scrivente di annunciare che sarebbe uscito nonostante i divieti: lo feci mettendomi mascherina e guanti (all’epoca guai se non mettevi i guanti, oggi guai se li indossi) per andare in una lontana montagna dove avrei rischiato di incontrare al massimo una capra; lo facevo in spregio a un governo indegno e cialtrone che si illudeva di poter giocare a tempo indeterminato con le mie libertà individuali e con il mio diritto di parola e di espressione. Lo facevo continuando a rispettare le distanze come tutti i cittadini dovrebbero fare, e come dovranno fare ancora per parecchio. Lo facevo tuttavia rifiutando di mettere “app” sul telefono perfettamente inutili (come si è rivelato) e lo facevo, e ancora faccio, senza affollare autostrade e raccordi e domeniche agostane dopo che il governo aveva sin troppo cambiato le regole, ma non aveva cambiato un buonsenso che è solo nostro e non possiamo ricondurre banalmente a obbedire o non obbedire. Il buonsenso è quello che ti fa rispettare sempre e comunque le forze dell’ordine. Il buonsenso è di chi si prende le responsabilità delle proprie violazioni formali.Il buonsenso è di chi non canta canzoni al balcone come un esibizionista deficiente, non appende bandiere conformiste: ma pensa con la propria testa e si confronta con regole che possono essere sacrosante o perfettamente idiote. Il vero pericolo è chi non disobbedisce per principio (mai) e accetta indiscriminatamente anche le regole di uno Stato che ha fatto i veri danni. Le regole del «siamo prontissimi» e «abbraccia un cinese», le regole di chi ha fatto ridicole gare Consip che hanno fatto perdere tempo decisivo, le regole di chi ha emesso decreti al rallentatore che hanno fatto partire per il Sud mezza Italia, di chi ha dato il tempo agli Stati confinanti di non venderci più neanche una mascherina, di chi ha fatto zone rosa, poi rosso annacquato, mandato in militari in Val Seriana salvo dirottarli altrove, di chi ha diviso le regioni per colori, di chi ha rinchiuso i bambini in casa ma ha liberato i cani, e poi non ha fatto assolutamente nulla per un’intera estate: salvo scrivere – il ministro della sanità – il libro “Perché guariremo”, sullo sfondo di un’Italia che ora sta morendo. Un’Italia dove c’è chi non ha realmente da mangiare, non ha risparmi, e ora non dovrebbe avere neanche le libertà fondamentali sulla base dell’ultima luna, dell’ultimo provvedimento, dell’ultimo cialtrone appiccicato alla poltrona con la scorta per sé e per la fidanzata. Obbedire è un dovere. Disobbedire, all’occorrenza, anche.(Filippo Facci, “Quando disobbedire è un dovere”, da “Libero” del 10 dicembre 2020).Primum vivere, secundis disobbedire. Perché la disobbedienza non è né giusta né sbagliata: la disobbedienza è un fatto acclarato, accettato, interpretato ogni giorno dalla totalità della popolazione italiana. No, non si parla del fisco o dei limiti di velocità, ma della sopravvivenza italiana al tempo del Covid. Un paese dove il governo (figurati questo) non è il maestro e il cittadino non è lo scolaro: non quello a cui insegnare le cose per come dovrebbero funzionare in un paese normale, talvolta europeo, un paese dove le regole si rispettino e quindi sia normale obbedirvi. La nostra realtà è un’altra: questo governo fa schifo come nessuno mai, il cittadino medio è civilmente acerbo e avvezzo ad arrangiarsi, e soprattutto da lassù – da qualche palazzo occupato da parvenu – nessuno ha più di tanto da insegnarci. Non è anti-politica, o, se lo è, è un anti-politica ad personam che si specchia nel nostro quotidiano vivere. Quindi andiamo con Margherita Hack: «La disobbedienza civile è necessaria quando le leggi sono contro la democrazia e la libertà. C’è il dovere di opporsi a una legge sbagliata». Proseguiamo con Indro Montanelli: «Più che comandare io preferisco disobbedire», eco di quanto già scrisse Jean-Jacques Rousseau: «Sarà difficile ridurre all’obbedienza chi non ama comandare».
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Della Luna: brevetti già dal 2006 per vaccinare i “Covidioti”
A furia di lockdown e di paura alimentata dalle istituzioni col gonfiare il numero dei morti e col nascondere i veri dati (quasi nessuno muore di Covid-19, l’età media dei morti è 82 anni – Istituto Superiore di Sanità), il popolo è stato portato ad agognare il vaccino per esasperazione e senza pensare. Eppure ci sarebbe molto, su cui riflettere. Voci insistenti, ovviamente dichiarate ‘fake’, di un brevetto americano (US7888102B1-2[i]) per il Covid-19 nel 2006, e anche di uno europeo per il suo vaccino (EP 3172319B1) – controllate voi stessi! – entrambi legati a Pfizer, Glaxo, Gates, Pirbright Foundation, che ritroviamo con l’Oms e lo Usaid nel famoso laboratorio di Wuhan. Un forte dubbio che tutto sia stato programmato oltre 10 anni fa, che tutto si svolga come da copione. Un vaccino dagli ignoti effetti collaterali, perché non testato: ci vorrebbero 10 anni per quelli normali, ma questo è il primo che agisce su Rna e Dna, modifica il nostro Dna in modo che produca le proteine del virus, che scatenano le difese immunitarie contro di noi – un alto rischio di autodistruzione, secondo alcuni medici. E diversi esperti, persino Burioni, ammettono che non se lo inietteranno o aspetteranno un anno (intanto si vedrà che cosa succede a chi lo riceve).Il rischio primario sono malattie degenerative, tumori e demenze in testa, nonché autoimmuni – un rischio che si potrà verificare solo fra 10 anni: è una vaccinazione sperimentale, proibita dal Trattato di Norimberga. Un pensiero unico, o storytelling, obbligato e difeso con la censura e l’oscuramento del dissenso: da radiazioni ai medici che parlano; da una classe di scienziati che, per i fondi e per la carriera, dipendono da Big Pharma; dalla grande finanza; dalla politica; dal militare. Quindi non sono indipendenti né affidabili. Non disponiamo di esperti indipendenti dal business. Dobbiamo perciò valutare e decidere in base alle nostre capacità personali. Una classe politica che vive di corruzione e un’industria farmaceutica abituata a corromperla per guadagnare (De Lorenzo, Poggiolini – ricordate?) e con una lunghissima fedina penale (anche per stragi compiute con vaccini), che non esiterebbe, per lucro, a sabotare la salute della gente onde aumentare gli acquisti di farmaci, e a pagare i parlamentari per rendere i vaccini obbligatori per legge.Un Parlamento che non rappresenta più l’elettorato e ha sospeso la Costituzione, che appoggia golpe governativi a ripetizione, dominato da un partito, il M5S, che conserva la poltrona facendo il contrario di ciò che aveva promesso per farsi eleggere, e da un altro, il Pd, storico braccio politico del capitalismo finanziario globale e predatore; due partiti pronti a togliere diritti costituzionali a chi non si lascerà vaccinare. Un popolo ancora ignaro del disastro economico che lo aspetta in primavera, e in gran parte ormai ammaestrato con la paura e con l’inganno a richiudersi in casa a comando, come le galline, rinunciando ai diritti fondamentali civili e politici e al principio di legalità, per non parlare della dignità. Un mondo che scoppia di inquinamento e di sovrappopolazione, con un’economia automatizzata e finanziarizzata che ha bisogno di sempre meno gente come lavoratori e consumatori, e non sa dove mettere i disoccupati. Se la popolazione va ridotta, allora meglio eliminare chi si vuole vaccinare… Confesso che quello sopra era il mio pensiero finché non ho ascoltato governi seri, come quello britannico, quello giapponese, quello statunitense, dichiarare ufficialmente di aver accertato che i vaccini sono efficaci e persino innocui. Non è la parola di Faraone o Speranza o Conte: ora possiamo fidarci, quando verrà il nostro momento di subire la vaccinazione.(Marco Della Luna, “Covidioti di tutto il mondo, vaccinatevi!”, dal blog di Della Luna del 4 dicembre 2020).A furia di lockdown e di paura alimentata dalle istituzioni col gonfiare il numero dei morti e col nascondere i veri dati (quasi nessuno muore di Covid-19, l’età media dei morti è 82 anni – Istituto Superiore di Sanità), il popolo è stato portato ad agognare il vaccino per esasperazione e senza pensare. Eppure ci sarebbe molto, su cui riflettere. Voci insistenti, ovviamente dichiarate ‘fake’, di un brevetto americano (US7888102B1-2[i]) per il Covid-19 nel 2006, e anche di uno europeo per il suo vaccino (EP 3172319B1) – controllate voi stessi! – entrambi legati a Pfizer, Glaxo, Gates, Pirbright Foundation, che ritroviamo con l’Oms e lo Usaid nel famoso laboratorio di Wuhan. Un forte dubbio che tutto sia stato programmato oltre 10 anni fa, che tutto si svolga come da copione. Un vaccino dagli ignoti effetti collaterali, perché non testato: ci vorrebbero 10 anni per quelli normali, ma questo è il primo che agisce su Rna e Dna, modifica il nostro Dna in modo che produca le proteine del virus, che scatenano le difese immunitarie contro di noi – un alto rischio di autodistruzione, secondo alcuni medici. E diversi esperti, persino Burioni, ammettono che non se lo inietteranno o aspetteranno un anno (intanto si vedrà che cosa succede a chi lo riceve).
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Magaldi: tribunali speciali per chi vuole il Natale del Diavolo
«Saranno tribunali speciali, un giorno non lontano, a processare i veri responsabili della strage Covid: corti speciali, perché non s’era mai visto che si istituisse lo “stato di guerra” in tempo di pace. Un atto abusivo, imposto terrorizzando la popolazione, sospendendo la libertà e cessando di curare in modo adeguato i pazienti gravi, affetti da altre patologie». E’ durissimo, Gioele Magaldi, nel prendere nota dell’ennesima “previsione” apocalittica del ministro Roberto Speranza e del suo consulente, Walter Ricciardi. Avverte il presidente del Movimento Roosevelt: «I registi di questa crisi, progettata dall’oligarchia massonica mondiale per comprimere libertà e democrazia con l’alibi dell’emergenza sanitaria, possono godersi gli ultimi scampoli di questo loro strapotere: saranno spazzati via e giudicati severamente per quello che hanno fatto». Pessima idea, poi, quella di “negare” agli italiani anche il Natale, con le grottesche restrizioni ulteriormente imposte per privare le famiglie del piacere di un abbraccio, persino nel giorno più sacro per i cattolici. «Quello del 2020 – scandisce Magaldi – sarà un “Natale del Diavolo”, disgregatore di una società spaventata e ridotta al silenzio. Peggio per chi l’ha voluto, comunque: farà capire agli italiani di cosa sono capaci, questi mascalzoni, e fin dove si può arrivare contiuando a obbedire ai loro diktat».Magaldi si rammarica della latitanza assoluta del Vaticano, che non ha fiatato neppure di fronte al divieto di celebrare la tradizionale messa di mezzanotte: «Dov’è finito – si chiede – l’eroismo dei primi cristiani, che un tempo non temevano di farsi sbranare dai leoni? Quei coraggiosi non tremavano – aggiunge Magaldi – perché credevano nell’insegnamento di Cristo, e quindi avevano imparato a non avere paura della morte. E adesso i loro eredi se la fanno sotto anche solo per un’influenza o per una multa? Ma che razza di cristiani sono?». Deludente, per Magaldi, anche l’iniziativa del centrodestra, che spera di strappare a Conte almeno la concessione (per il giorno di Natale) della minima libertà di movimento tra Comuni limitrofi. «Che pena: sembra una richiesta formulata da criceti e rivolta ad altri criceti, a cui pare basti allargare un po’ le dimensioni della gabbia». Ci vuole ben altro, secondo Magaldi, per uscire da questo incubo: «Ci aspettano tre anni di resistenza e durissime battaglie, che apriranno gli occhi a chi ancora non ha capito in quale trappola siamo finiti, grazie a un alibi subdolo come quello della cosiddetta pandemia».Dal canto suo, il Movimento Roosevelt annuncia per il 17 febbraio 2021 il debutto “rivoluzionario”, a Roma, della Milizia Rooseveltiana: «Sfideremo in modo plateale il potere abusivo di questi cialtroni, e lo faremo nell’anniversario della morte di Giordano Bruno, arso vivo sul rogo per aver risvegliato la coscienza del mondo, nel nome di quella libertà che oggi i “signori del Covid” vorrebbero toglierci». Esponente del circuito massonico progressista internazionale, l’autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014) punta il dito anche contro l’inaudita censura operata da Facebook, che ha preso a oscurare post critici: nei confronti della gestione Covid e in particolare dei vaccini che si vorrebbero imporre. «Non credano, costoro, di poter calpestare la libertà di espressione: sfideremo in tribunale Facebook Italia». Magaldi annuncia «una class action, coordinata dal Sostegno Legale del Movimento Roosevelt: inviteremo a parteciparvi tutti gli utenti che sono stati danneggiati dall’inaudito “bavaglio” imposto dal social media, che si crede al di sopra della legge».Rincara la dose Magaldi: «Non pensino, i gestori del social, di poter incolpare l’automatismo degli algoritmi: so benissimo che gli stessi algoritmi sono progettati da “fratelli” che hanno un’identità precisa». Chiara, in questo caso, l’allusione a massoni “rinnegati”, sospettati di manipolare il social network. Quella annunciata da Magaldi sembra una battaglia destinata a fare rumore: presto, dice, fornirà dettagli anche «sulla reale identità di Mark Zuckerberg», che definisce «presunto fondatore di Facebook», lasciando intuire il ruolo di una certa intelligence e di precisi circoli massonico-reazionari alle spalle del social media più diffuso sul pianeta. «Ma l’avete visto, il grande Zuckerberg, sottoposto a interrogatorio, negli Usa? Sembrava un pulcino bagnato, non certo il formidabile genio che l’immagine fornita dai media gli ha cucito addosso». Aggiunge Magaldi: anche la censura di Facebook, «inaccettabile in un paese democratico», fa parte del piano neo-aristocratico che è alle spalle dello stesso Covid: «Non si era mai visto, nella storia dell’umanità, che il mondo potesse essere fermato da un virus influenzale».L’obiettivo finale sarebbe il cosiddetto “Great Reset”, cioè «la trasformazione della popolazione in una massa impaurita e sottomessa, privata anche della sua libertà economica». Magari, un giorno ci sarebbe pure il “reddito universale” per tutti: briciole, per la mera sussistenza. Ma a che prezzo? Facile previsione: «La completa sottomissione della popolazione, non più composta da liberi cittadini ma da sudditi». A proposito: gli italiani sembrano volersi “portare avanti col lavoro”, rassegnati come sono a subire ormai qualunque sopraffazione, compresa quella natalizia. Magaldi non fa sconti neppure ai connazionali: «Proprio la loro arrendevolezza di fronte ai diktat di Conte – i lockdown, il coprifuoco, le zone rosse – incoraggerà i gestori dell’emergenza nel varare restrizioni sempre peggiori: e se non basterà il Covid, vedrete che avremo presto a che fare con un altro virus». Il leader “rooseveltiano” invita apertamente alla ribellione: «I cittadini devono capire che devono fare resistenza adesso, ogni giorno, contro gli abusi del governo: solo così sarà possibile smascherare i prestanome del governo, che agiscono obbedendo a un disegno che punta a far precipitare l’intero Occidente in una condizione dittatoriale, come quella della Cina».Lo stesso Magaldi era stato il primo a “profetizzarlo”, quasi un anno fa: «Vedrete, la Cina sarà la prima a uscire “magicamente” dall’emergenza, e la prima ad avvantaggiarsene a livello economico e geopolitico». Un grande “affare”, il Covid? «E’ frutto di menti raffinatissime: le stesse che, da mezzo secolo, cercando di portarci via la democrazia. Per farlo, non esitano a utilizzare il sistema-Cina (e il virus) come arieti per il Grande Reset al quale puntano». Il presidente “rooseveltiano” è categorico: «Contro questi nemici della democrazia dovremo batterci duramente, ma alla fine vinceremo: l’umanità non potrà accettare il loro mostruoso ricatto». Già, ma molti italiani ancora “dormono”: si illudono che basti avere ancora un po’ di pazienza, in attesa che la bufera passi. Non hanno ancora capito che l’emergenza è stata scatenata ad arte, e durerà quanto basta: l’obiettivo è imporre il piano degli oligarchi. «Ci aspettano tre anni di battaglie, ma alla fine vinceremo», pronostica Magaldi, sicuro di sé. E intanto, da subito, gli avvocati del Movimento Roosevelt metteranno nel mirino Facebook: «Porteremo alla sbarra il social network, convinti di ottenere giustizia: siamo in Italia, e non consentiamo a nessuno di calpestare la legge, per impedire che emerga tutta la verità sulla scandalosa gestione dell’emergenza Covid».«Saranno tribunali speciali, un giorno non lontano, a processare i veri responsabili della strage Covid: corti speciali, perché non s’era mai visto che si istituisse lo “stato di guerra” in tempo di pace. Un atto abusivo, imposto terrorizzando la popolazione, sospendendo la libertà e cessando di curare in modo adeguato i pazienti gravi, affetti da altre patologie». E’ durissimo, Gioele Magaldi, nel prendere nota dell’ennesima “previsione” apocalittica del ministro Roberto Speranza e del suo consulente, Walter Ricciardi. Avverte il presidente del Movimento Roosevelt: «I registi di questa crisi, progettata dall’oligarchia massonica mondiale per comprimere libertà e democrazia con l’alibi dell’emergenza sanitaria, possono godersi gli ultimi scampoli di questo loro strapotere: saranno spazzati via e giudicati severamente per quello che hanno fatto». Pessima idea, poi, quella di “negare” agli italiani anche il Natale, con le grottesche restrizioni ulteriormente imposte per privare le famiglie del piacere di un abbraccio, persino nel giorno più sacro per i cattolici. «Quello del 2020 – scandisce Magaldi – sarà un “Natale del Diavolo”, disgregatore di una società spaventata e ridotta al silenzio. Peggio per chi l’ha voluto, comunque: farà capire agli italiani di cosa sono capaci, questi mascalzoni, e fin dove si può arrivare contiuando a obbedire ai loro diktat».
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“Se il golpe contro Trump riesce, il popolo perde l’America”
Ho letto abbastanza dei rapporti sui brogli, delle dichiarazioni giurate e delle dichiarazioni degli esperti di sicurezza elettorale e degli esperti forensi da poter concludere che le elezioni sono state rubate. Ma non sono sicuro che si farà qualcosa, per queste elezioni fraudolente. L’élite americana non crede più nella democrazia. Consideriamo, per esempio, il Grande Reset del World Economic Forum. È antidemocratico, così come il globalismo. La democrazia è d’intralcio alle agende dell’élite. Infatti, la ragione per cui l’élite disprezza Trump è che lui si basa sul popolo. I giudici non conservano nemmeno il registro delle votazioni per poterlo indagare. In Georgia un giudice federale si è rifiutato di impedire che le macchine per il voto di Dominion fossero cancellate e resettate. Per chi trova troppo tecnico e voluminoso leggere le prove massicce dei brogli elettorali, ecco un breve riassunto. I brogli elettorali sono stati organizzati in tutti gli Stati. Lo scopo non era quello di cercare di rubare gli Stati in rosso, ma di far sembrare il voto più vicino allo schema previsto per fornire una copertura per le frodi estese negli Stati critici.Le macchine per il voto sono state programmate per assegnare i voti con un’inclinazione verso Biden. Il risultato è stato quello di ridurre il margine di vittoria di Trump negli Stati rossi. Negli Stati “swing” sono state utilizzate misure più estese. Il bias di Biden programmato nelle macchine di voto è stato aumentato. Come riserva, un gran numero di voti per corrispondenza fraudolenti sono stati accumulati nelle città controllate dai democratici negli swing States, a Milwaukee, Detroit e Philadelphia. Sebbene la Georgia sia uno Stato rosso, lo stesso è accaduto ad Atlanta, controllata dai democratici. La ragione per cui le votazioni sono state interrotte nel cuore della notte in queste città è stata quella di preparare le schede elettorali necessarie per superare il considerevole vantaggio di Trump e inserirle nel conteggio. Quello è il lasso di tempo in cui agli osservatori degli scrutinii è stato detto di tornare a casa, ed è il periodo in cui sia gli osservatori democratici che quelli repubblicani hanno osservato numerosi atti di frode di ogni tipo. Ci sono voti comprovati dalla tomba, da persone non registrate, da persone fuori dallo Stato. Ci sono schede elettorali retrodatate. Ci sono schede per corrispondenza senza pieghe, cioè schede mai piegate e messe in una busta, e così via.Ci sono luoghi in cui il voto supera il numero di elettori registrati. Alcuni esperti indipendenti e imparziali hanno riferito che i picchi di voto di Biden nelle prime ore del mattino sono impossibili, o così improbabili da avere una probabilità molto bassa di verificarsi. Il fatto che si verifichino contemporaneamente in diversi Stati non rientra nel campo di credibilità. È chiaro che le procedure di voto imposte dai democratici in Pennsylvania sono in violazione della Costituzione dello Stato della Pennsylvania. Un giudice statale della Pennsylvania ha permesso che questa causa andasse avanti e ha dato la sua opinione che avrebbe avuto successo. Sono fiducioso che la corrotta Corte Suprema della Pennsylvania ribalterà la sua sentenza. Se seguire tutto questo è troppo impegnativo per il vostro tempo e la vostra energia, ricadete sul buon senso. Considerate che l’account Twitter di Joe Biden ha 20 milioni di follower. L’account Twitter di Trump ha 88,8 milioni di follower. Considerate che l’account Facebook di Joe Biden ha 7,78 milioni di follower. L’account Facebook di Trump ha 34,72 milioni di follower. Quanto è probabile che una persona con quattro o cinque volte il seguito del suo rivale abbia perso le elezioni?Si consideri che Joe Biden, dichiarato dai giornalisti faziosi presidente “a valanga”, ha dato un messaggio per il giorno del Ringraziamento e solo 1.000 persone hanno guardato il suo comunicato in diretta. Dov’è l’entusiasmo? Considerate che le apparizioni in campagna elettorale di Trump sono state molto seguite, e che quelle di Biden sono state evitate. In qualche modo, un candidato che non ha potuto attirare i sostenitori alle sue apparizioni in campagna elettorale ha vinto la presidenza. Considerate che, nonostante il totale fallimento di Biden nell’animare gli elettori durante la campagna presidenziale, ha ricevuto 15 milioni di voti in più rispetto a Barack Obama nella sua rielezione del 2012. Considerate che Biden ha vinto nonostante il voto di Hillary Clinton nel 2016 sia stato inferiore a quello di Hillary Clinton in tutte le contee urbane degli Stati Uniti, ma ha superato Clinton a Detroit, Milwaukee, Atlanta e Philadelphia, le città dove sono stati commessi i brogli elettorali più evidenti e palesi. Si consideri che Biden ha vinto nonostante abbia ricevuto una quota record di voti primari dei democratici rispetto alla quota di Trump delle primarie repubblicane. Si consideri che Biden ha vinto nonostante Trump abbia migliorato il suo punteggio del 2016 di dieci milioni di voti, e il sostegno record di Trump da parte delle minoranze.Considerate che Biden ha vinto nonostante abbia perso le contea di Bellwether (che hanno sempre previsto l’esito delle elezioni) e abbia perso l’Ohio e la Florida. Si consideri che Biden ha vinto in Georgia, uno stato completamente rosso con un governatore e una legislatura rossi sia alla Camera che al Senato. In qualche modo uno Stato rosso ha votato per un presidente blu. Si consideri che Biden ha vinto nonostante i democratici abbiano perso la rappresentanza alla Camera. Considerate che in Pennsylvania mancano 47 schede di memoria contenenti più di 50.000 voti. Considerate che in Pennsylvania 1,8 milioni di schede sono state spedite agli elettori, ma sono state contate 2,5 milioni di schede per corrispondenza. Si consideri che i giornalisti non hanno alcun interesse, per questa massiccia lista di “improbabili”. Si consideri che i funzionari, i democratici, i social media e i dirigenti tecnologici e le università hanno dimostrato molto più impegno nel far uscire Trump dal suo incarico, indipendentemente dai mezzi di cui dispongono, di quanto ne abbiano profuso per ottenere risultati democratici ed elezioni eque.La massiccia frode delle elezioni del 2020 è stata possibile solo perché la parte “liberal” dell’America ha divorziato dai valori americani e non ha alcun rispetto per essi. Il “liberal” americano non è più liberale. Si è trasformato in un fascista che sopprime i discorsi e nega la legittimità ad altre opinioni. In effetti, i “liberal” sono così ostili all’integrità elettorale che vogliono che coloro che portano le prove di brogli elettorali siano incarcerati. Sono gli americani istruiti, a cui è stato fatto il lavaggio del cervello dalla Teoria della Razza Critica e dalla Politica dell’Identità, che sono liberali, e non la classe operaia, che sono i veri americani. I rossi dello Stato sono americani. Gli Stati blu non lo sono. Gli Stati blu demonizzano i veri americani e li hanno bollati come razzisti e misogini. I veri americani – la maggioranza della popolazione – sono “la briscola deplorevole”. I veri americani si sono appena fatti rubare la democrazia da persone che non hanno né integrità né onore. Se le elezioni rubate rimangono valide, l’America cade. Ma più di un’elezione è stata rubata. Il Deep State, il Comitato Nazionale Democratico e le puttane dei media non hanno rubato le elezioni perché non amano i capelli di Trump, o perché è un razzista, un misogino, un agente russo, o perché ha causato Covid, o per una qualsiasi delle altre false accuse sollevate contro di lui per quattro anni.Trump è odiato perché è contro il sistema. Trump si oppone al sacrificio dei posti di lavoro degli americani da parte dell’élite, che confida nel globalismo e nei portafogli. Trump si oppone alla cancellazione dei monumenti e della storia americana da parte dell’élite, come il New York Times 1619 Project che dipinge tutti i bianchi come americani razzisti. Trump si oppone alla demonizzazione dell’élite degli americani bianchi e alla discriminazione che le élite applicano contro i maschi bianchi eterosessuali nelle scuole e nell’occupazione. Trump si oppone alla Identity Politics, l’ideologia piena di odio dell’America “liberal”. Quando i “liberal” chiamano Trump razzista, intendono dire che non condivide la loro demonizzazione dei bianchi. Se non demonizza i bianchi americani, allora è razzista. Trump è un populista, un presidente della gente comune. Trump è odiato, perché era intento a salvare gli americani comuni dalla sudditanza alle agende dell’élite. Purtroppo, essere populisti non basta per rovesciare un’élite radicata. Solo un rivoluzionario può farlo, e Trump non è un leader rivoluzionario.L’élite si sta liberando di Trump in un modo che rende chiaro a tutti i candidati presidenziali del futuro che la loro unica scelta è quella di rappresentare l’élite. Se in qualche modo una persona anti-establishment si intromette, subirà lo stesso destino dei quattro anni di Trump. Le macchine di Dominion e i corrotti regimi democratici delle grandi città gli ruberanno la sua rielezione, anche se un numero sufficiente di elettori è sfuggito al lavaggio del cervello previsto per difendere il loro campione nelle cabine elettorali. Il Dipartimento di Giustizia di Trump lo ha deluso. Così come l’Fbi, la Cia, la Nsa e la Sicurezza Nazionale. Questo è facile da capire. Quelle sono istituzioni dell’establishment. Proteggono l’establishment, non la legge e la giustizia. Sarà la magistratura, la prossima a far fallire il presidente e la democrazia americana? Se l’elezione rubata (che è un colpo di Stato) rimane, dopo Trump nessun candidato presidenziale oserà tentare di rappresentare il popolo americano. Se questa elezione rubata rimane in piedi, non c’è speranza che il governo possa essere restituito al popolo.(Paul Craig Roberts, “La prova c’è: l’elezione è stata rubata”, dal blog di Craig Roberts del 30 novembre 2020).Ho letto abbastanza dei rapporti sui brogli, delle dichiarazioni giurate e delle dichiarazioni degli esperti di sicurezza elettorale e degli esperti forensi da poter concludere che le elezioni sono state rubate. Ma non sono sicuro che si farà qualcosa, per queste elezioni fraudolente. L’élite americana non crede più nella democrazia. Consideriamo, per esempio, il Grande Reset del World Economic Forum. È antidemocratico, così come il globalismo. La democrazia è d’intralcio alle agende dell’élite. Infatti, la ragione per cui l’élite disprezza Trump è che lui si basa sul popolo. I giudici non conservano nemmeno il registro delle votazioni per poterlo indagare. In Georgia un giudice federale si è rifiutato di impedire che le macchine per il voto di Dominion fossero cancellate e resettate. Per chi trova troppo tecnico e voluminoso leggere le prove massicce dei brogli elettorali, ecco un breve riassunto. I brogli elettorali sono stati organizzati in tutti gli Stati. Lo scopo non era quello di cercare di rubare gli Stati in rosso, ma di far sembrare il voto più vicino allo schema previsto per fornire una copertura per le frodi estese negli Stati critici.
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Massoni muti sul Covid, Bizzi: e vi chiamate liberi muratori?
Adesso, che questo anno che così gravemente ha visto mettere in discussione i supremi ideali di libertà ai quali l’autentica massoneria ha sempre aspirato – un anno che ha visto il tentativo da parte delle tenebre di prevalere sulla luce – sta giungendo al termine, rivolgo un appello a tutti i liberi mutatori del mondo che ancora conservano raziocinio e onestà intellettuale. E mi appresto a farlo con la speranza che queste mie parole possano essere fonte di ispirazione e incoraggiamento per tutti gli autentici iniziati e, al contempo, un severo monito a tutti i falsi e indegni massoni che hanno tradito la loro missione. Essi sono molti, troppi, e presto saranno giudicati dalla storia. Questo è il mio appello: alzatevi in piedi, smettete di tacere e adoperatevi per difendere la libertà! Si presume che i fratelli e le sorelle che ornano le colonne di una loggia abbiano acquisito un minimo di consapevolezza in più rispetto alle moltitudini che affollano il mondo “profano”. Si presume (anche se, purtroppo, non è sempre così) che, oltre a conoscere meglio sé stessi, abbiano sviluppato una certa consapevolezza delle cose del mondo, come ad esempio chi tira realmente i fili della politica, dell’economia, della finanza, della cultura e dell’informazione.Si presume – dico sempre si presume – che sappiano riconoscere una notizia falsa da una vera, o che comprendano un minimo cosa si cela dietro un certo accadimento o una certa decisione politica. Si presume – e dico ancora si presume – che conoscano il linguaggio dei simboli, che sappiano correttamente interpretare il discorso di un leader politico o un semplice articolo di giornale. Altrimenti potrebbero benissimo iscriversi a un corso di cucina, a una società polisportiva, a un circolo di caccia e pesca, di bocce o a un fan club di qualche cantante. Nessuno ha ordinato loro di stare in massoneria, non glielo ha certo prescritto il medico! Nessuno ha ordinato loro di ricevere un’iniziazione e di intraprendere un lungo cammino di elevazione e di ricerca interiore in un contesto di fratellanza. Un lungo cammino di lotta contro sé stessi (quello che, del resto, rappresenta il vero e autentico Jihad islamico), contro i propri difetti, contro i propri limiti, contro le proprie paure e insicurezze, per smussare sempre più quell’informe pietra grezza che ognuno di noi ha dentro di sé e per renderla squadrata e levigata, contribuendo così all’edificazione del Vero Tempio. Ma, purtroppo, per pochi è veramente così.Un grande uomo e libero mutatore chiamato Benjamin Franklin pronunciò queste illuminanti parole: «Chi è disposto a cedere i propri diritti fondamentali in cambio di briciole di sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza». Come non condividerle? So molto bene che migliaia di fratelli e sorelle stanno lottando da mesi, in tutto il mondo, per difendere i diritti costituzionali dei cittadini e per salvare la democrazia, ma lo stanno facendo a titolo individuale e agendo secondo coscienza. La maggior parte degli ordini massonici nazionali, sia europei che di altri continenti, hanno perso fino ad oggi una grande occasione e, continuando a tacere, stanno perdendo onorabilità e credibilità. Tali ordini, se vogliono veramente avere un futuro e se veramente vogliono riscattare il loro nome e la loro credibilità, devono prendere ufficialmente una posizione di condanna contro questo colpo di Stato globale e contro il progetto del grande reset economico e sociale. Altrimenti farebbero bene a chiudere per sempre i loro templi. La libertà deve essere un valore fondamentale, per un libero muratore, e la difesa di tale valore dovrebbe essere per ogni massone un impegno morale e un imperativo categorico. Migliaia di fratelli in passato non hanno esitato a sacrificare la propria vita per difendere la libertà e l’autodeterminazione dei popoli, e oggi è sconcertante vedere che un massone venga attaccato e criticato da altri “fratelli” perché difende tali valori. Ci rendiamo conto dell’assurdo? Quindi, alzatevi in piedi, smettete di tacere e adoperatevi per difendere la libertà. Chi di voi non lo farà sarà complice della schiavitù e dell’oppressione.(Nicola Bizzi, “Liberi muratori, alzatevi in piedi: smettete di tace, e adoperatevi per difendere la libertà”, da “Database Italia” del 25 novembre 2020. Storico, autore di svariati saggi tra cui “Da Eleusi a Firenze”, Bizzi è l’editore di Aurola Boreale).Adesso, che questo anno che così gravemente ha visto mettere in discussione i supremi ideali di libertà ai quali l’autentica massoneria ha sempre aspirato – un anno che ha visto il tentativo da parte delle tenebre di prevalere sulla luce – sta giungendo al termine, rivolgo un appello a tutti i liberi mutatori del mondo che ancora conservano raziocinio e onestà intellettuale. E mi appresto a farlo con la speranza che queste mie parole possano essere fonte di ispirazione e incoraggiamento per tutti gli autentici iniziati e, al contempo, un severo monito a tutti i falsi e indegni massoni che hanno tradito la loro missione. Essi sono molti, troppi, e presto saranno giudicati dalla storia. Questo è il mio appello: alzatevi in piedi, smettete di tacere e adoperatevi per difendere la libertà! Si presume che i fratelli e le sorelle che ornano le colonne di una loggia abbiano acquisito un minimo di consapevolezza in più rispetto alle moltitudini che affollano il mondo “profano”. Si presume (anche se, purtroppo, non è sempre così) che, oltre a conoscere meglio sé stessi, abbiano sviluppato una certa consapevolezza delle cose del mondo, come ad esempio chi tira realmente i fili della politica, dell’economia, della finanza, della cultura e dell’informazione.
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Magaldi: tutti in strada di notte, spero di essere arrestato
«Vorrei avere il piacere di essere arrestato, fermato, trascinato in un commissariato». Lo annuncia ufficialmente Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, che spiega: «Il 14 dicembre, a Roma – in orario serale, violando il coprifuoco – esordirà la Milizia Rooseveltiana, formazione nonviolenta il cui nome ricorda provocatoriamente la milizia paramilitare fascista». Messaggio esplicito: «Anche oggi, come allora, siamo alle soglie di una sorta di dittatura: stavolta è imposta in modo subdolo, col pretesto di un virus para-influenzale presentato come se fosse la peste bubbonica». In nessun caso, sottolinea Magaldi, si può accettare di perdere quote importanti della propria libertà in cambio del miraggio della sicurezza sanitaria. «Sconcerta l’ingenuità degli italiani che pensano che si tratti solo di avere ancora un po’ di pazienza. Non hanno capito che il vero obiettivo delle misure restrittive è un altro: imporre ai cittadini un’obbedienza cieca e anche assurda, come quando viene richiesto di indossare la mascherina all’aperto, pure se si è soli». A giorni, l’esecutivo riceverà una sorta di “ultimatum”, da parte del Movimento Roosevelt. Due le richieste principali. La prima: abolizione immediata di ogni restrizione. La seconda: adozione (altrettanto celere) di provvedimenti economici per risarcire e supportare aziende ed esercizi fermati da lockdown e “zone rosse”.Insomma: si pretenderanno “ristori” veri e propri, non come quelli finora «corrisposti solo in minima parte e con grave ritardo dal governo Conte, che anche in questo si è rivelato particolarmente fellone». Magaldi, poi, denuncia la propaganda “orwelliana” che ha seminato il panico, sul Covid, «creando anche seri problemi di salute: non si contano più i casi di pazienti, affetti da malattie gravi (cardologiche, oncologiche) che in questi mesi non hanno potuto ricevere cure adeguate, proprio grazie all’isteria generale sul Covid», che ha messo in crisi gli ospedali. Un’isteria generata «dai media, dal governo e dalle stesse Regioni, di qualunque colore sia la loro guida politica». Menzione d’onore per i giornalisti: hanno sostanzialmente «abdicato alla loro missione, rinunciando a fare informazione e preferendo invece veicolare l’unico messaggio richiesto, quello del “terrorismo sanitario” per trasformare il Covid-19 in una piaga inaffrontabile». Premette Magaldi: «Io non sono certo “negazionista”: so bene che certe complicanze del Covid possono uccidere, come peraltro la stessa influenza stagionale. Ma mi domando: siamo sicuri che sia attendibile il numero di vittime imputate al Covid? E quanti malati sono invece morti a causa di cure sbagliate?».Una certezza: «Andava potenziata da subito la medicina territoriale, con medici istruiti con opportuni protocolli terapeutici per curare i pazienti da casa: ma niente di tutto questo è stato fatto». Al contrario, il paese è stato sprofondato nel caos: «E il panico irrazionale, instillato dalla politica e dai media, è stato utilizzato per imporre restrizioni assurde, avvilenti per la dignità delle persone, inutili contro la pandemia e oltretutto disastrose per l’economia». La misura è colma, insiste Magaldi, che annuncia un Natale “rivoluzionario”, animato da clamorose proteste “rooseveltiane”, una volta scaduto “l’ultimatim” salva-Italia, il prossimo 8 dicembre. «Mi domando però che tipo di rivoluzione potrebbero mai fare, quegli italiani (tantissimi, purtroppo) che ancora tremano all’idea di essere multati, e quindi seguitano a circolare indossando la mascherina». Un invito esplicito: «Toglietevela, tornate a respirare. E se vi fermasse una pattuglia, non temete: sarete assistiti gratuitamente dai tanti avvocati del Sostegno Legale approntato dal Movimento Roosevelt. E quelle multe, ve l’assicuro, non le pagherete mai». Insiste Magaldi: «Perché accettate di rincasare entro le ore 22? Datemi retta: violatelo, il coprifuoco. E’ un’offesa alla vostra dignità, oltre a essere incostituzionale: in Italia, il coprifuoco lo si può imporre legalmente solo in caso di guerra».Proprio in momenti come questo, ribadisce Magaldi, il coraggio civile è davvero indispensabile, per non subire il silenzio un regime che si sta facendo oppressivo, «e che obbedisce a una precisa, pericolosa regia internazionale». Il presidente del Movimento Roosevelt accusa il cosiddetto “partito cinese”, composto da potenti oligarchi anche statunitensi: «Speculano sulla paura del virus per imporre una “nuova normalità” aberrante, basata sulla sottomissione, che faccia dimenticare ai cittadini dell’Occidente i diritti e le libertà delle democrazie liberali». Il rischio – aggiunge Magaldi – è che gli italiani non si rendano conto della “novità” che è stata introdotta, in modo surrettizio: chiudersi in casa, al minimo segno di infezione. «Il “corona” non è certo il primo virus, e non sarà l’ultimo. E allora che facciamo, d’ora in poi: ci spranghiamo tra le mura di casa, alla prima avvisaglia di epidemia?». Stupisce che il grosso della popolazione non abbia ancora percepito «la paradossale sproporzione tra la reale entità della minaccia sanitaria e la durezza delle misure imposte col pretesto di contenerla».Del resto, lo si sapeva fin dall’inizio: «Gli stessi scienziati avevano previsto che tre quarti della popolazione mondiale sarebbe stata contagiata: l’infezione (raramente letale) non è evitabile, a quanto pare, mentre erano evitabilissimi i danni procurati dal panico emergenziale e dalle restrizioni, che oltretutto non sono state nemmeno risolutive per eliminare il contagio». Cosa aspettano, gli italiani, ad accorgersene? «Triste dirlo, ma la verità è sgradevole: chi non è disposto a combattere, per la sua libertà, quella libertà non la merita». Magaldi indica, come esempio virtuoso, i giovani di Hong Kong finiti in carcere per la loro protesta contro il regime di Pechino, che schiaccia i diritti e azzera la libertà. «E noi in Italia che facciamo, tremiamo all’idea del vigile urbano che ci commina una sanzione? Ci stanno portando via la libertà, senza un minimo segno di ribellione da parte nostra». La musica cambierà, avverte Magaldi: «Mentre molti leggeranno in che modo Conte avrà deciso di rovinare persino il Natale delle famiglie italiane, la Milizia Rooseveltiana scenderà nelle strade, di notte, per dire che quello che sta succedendo non è accettabile, da parte di chi ha a cuore i diritti umani e la propria dignità di cittadino libero».«Vorrei avere il piacere di essere arrestato, fermato, trascinato in un commissariato». Lo annuncia ufficialmente Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, che spiega: «Il 14 dicembre, a Roma – in orario serale, violando il coprifuoco – esordirà la Milizia Rooseveltiana, formazione nonviolenta il cui nome ricorda provocatoriamente la milizia paramilitare fascista». Messaggio esplicito: «Anche oggi, come allora, siamo alle soglie di una sorta di dittatura: stavolta è imposta in modo subdolo, col pretesto di un virus para-influenzale presentato come se fosse la peste bubbonica». In nessun caso, sottolinea Magaldi, si può accettare di perdere quote importanti della propria libertà in cambio del miraggio della sicurezza sanitaria. «Sconcerta l’ingenuità degli italiani che pensano che si tratti solo di avere ancora un po’ di pazienza. Non hanno capito che il vero obiettivo delle misure restrittive è un altro: imporre ai cittadini un’obbedienza cieca e anche assurda, come quando viene richiesto di indossare la mascherina all’aperto, pure se si è soli». A giorni, l’esecutivo riceverà una sorta di “ultimatum”, da parte del Movimento Roosevelt. Due le richieste principali. La prima: abolizione immediata di ogni restrizione. La seconda: adozione (altrettanto celere) di provvedimenti economici per risarcire e supportare aziende ed esercizi fermati da lockdown e “zone rosse”.
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Totalitarismo: il pensiero conforme dell’Imbecille Globale
A parte il corso permanente e intensivo di angoscia e terrore causa pandemia, ogni mattina, pomeriggio e sera, ovunque tu sei e a qualunque fonte d’informazione ti colleghi – video, radio, giornali, web ma anche film, concerti, omelie, lezioni a scuola o all’università, discorsi istituzionali – c’è un Imbecille Globale che ripete sempre lo stesso discorso: «Abbattiamo i muri, niente più frontiere tra popoli, fedi, razze, sessi e omosessi, non più chiusure in nazioni, generi, famiglie, tradizioni ma aperti al mondo». Te lo dice come se stesse esprimendo un’acuta e insolita opinione personale, originale; finge di ribellarsi al conformismo della chiusura e al potere del fascismo (morto da 75 anni) mentre lui, che coraggioso, che spregiudicato, è aperto, non si conforma, ha la mente aperta, il cuore aperto, le braccia aperte, è cittadino del mondo. Sfida i potenti, lui, che forte. Sta ripetendo all’infinito, da imbecille prestampato qual è, il Catechismo Precompilato dei Cretini Allineati al Canone del Tempo. Tutti per uno, uno per tutti. L’Imbecille è globale perché lui sa dove va il mondo e si sente cittadino del mondo. L’idiota planetario si moltiplica in mille versioni.C’è l’Imbecille Cantante che dal palco, ispirato direttamente dal dio degli artisti, dichiara che lui canta contro tutti i muri e tutti i razzismi. Che eroe, sei tutti noi. Poi vedi l’Imbecille Attore o Regista che dal podio lancia il suo messaggio originale e assai accorato, perfettamente uguale a quello del precedente cantautore, ma lui lo recita come se l’umanità l’ascoltasse per la prima volta dalla sua viva voce. «Io non amo i muri, non mi piace chi vuole alzare muri». Che bravo, che anticonformista. Segue a ruota l’Imbecille Intellettuale, profeta e opinionista che per distinguersi dal volgo rozzo e ignorante, dichiara anche lui la Medesima Cosa, sui muri ci piscio, morte al razzismo, morte a Hitler (defunto sempre da 72 anni), viva l’accoglienza, i neri, i gay e i trans. L’Idiota Collettivo, versione ebete dell’Intellettuale Collettivo post-gramsciano, non pensa in proprio ma scarica l’app ideologica che genera risposte in automatico. Poi c’è l’Imbecille a mezzo stampa o a mezzobusto che riscrive o recita ispirato l’identica pisciatina contro i Muri. E poi c’è il Presidente o la Presidente, che in veste d’Imbecille Istituzionale, esprime lo stesso, identico Concetto, col piglio intrepido di chi sfida i Poteri Forti (ai cui piedi è accucciato o funge da zerbino).Non c’è film, telefilm, concerto, spettacolo teatrale o sportivo, gag e omelia tv in cui non si ribadisca la lotta tra il Bene e il Male: Aperti e Filantropi contro Chiusi & Ottusi, Accoglienti contro Razzisti, Omofili contro Omofobi, Xenofili contro Xenofobi e Negrofobi. Voi quelli del Muro, noi quelli del Telepass. Le bestie da scacciare sono quasi sempre vaghe, anonime, mitologiche; e già, il male è sempre oscuro, cospira nel buio, non ha volto, solo maschere storiche o ridicole. Ma il repertorio è ricco di bersagli, quasi tutti definiti sovranisti. Tu senti uno, cambi canale e ne senti un altro idem, spegni la tv e senti alla radio un altro ma il Discorso è sempre quello, apri il giornale e leggi ancora l’Identica Opinione; a scuola idem con patate, all’Università peggio-mi-sento, i Palloni Gonfiati dai media compilano lo stesso Modello Unico. Nessuno di loro è sfiorato da dubbi, invece a te sorge un primo dubbio: è un’allucinazione o è sempre la stessa persona, l’Imbecille Globale, che cambia veste, fattezze e mansioni e ripete all’infinito l’Identico Discorso?Segue un secondo dubbio: ricordo male o eravamo in democrazia, che vuol dire libertà e pluralismo, cioè opinioni libere e divergenti a confronto? Loro non credono alla Verità, sono relativisti, però guai a dissentire dal Discorso Obbligato con fervorino finale anti-Muro. Ma possibile che tutti la pensino allo stesso modo, conformi, allineati e omologati, e ritengano che la cosa più urgente e più importante del momento, il Messaggio Unisono da dare all’Umanità sia sempre quello? Allora ti sorge un terzo dubbio. E se l’Imbecille Globale a reti unificate fosse il Grande Fratello del nostro tempo? Se fosse lui il Portavoce multiplo del Non-Pensiero Unico, cioè del nuovo regime totalitario-globalitario? E se fosse proprio quell’Uniformità Totale e quel corale accodarsi la miseria prioritaria del nostro tempo? Non so voi, ma io di quell’Imbecille Planetario che ripete il Discorso Unico e Identico all’Infinito, non ne posso più.(Marcello Veneziani, “Il pensiero conforme dell’Imbecille globale”, dal blog di Veneziani del18 novembre 2020).A parte il corso permanente e intensivo di angoscia e terrore causa pandemia, ogni mattina, pomeriggio e sera, ovunque tu sei e a qualunque fonte d’informazione ti colleghi – video, radio, giornali, web ma anche film, concerti, omelie, lezioni a scuola o all’università, discorsi istituzionali – c’è un Imbecille Globale che ripete sempre lo stesso discorso: «Abbattiamo i muri, niente più frontiere tra popoli, fedi, razze, sessi e omosessi, non più chiusure in nazioni, generi, famiglie, tradizioni ma aperti al mondo». Te lo dice come se stesse esprimendo un’acuta e insolita opinione personale, originale; finge di ribellarsi al conformismo della chiusura e al potere del fascismo (morto da 75 anni) mentre lui, che coraggioso, che spregiudicato, è aperto, non si conforma, ha la mente aperta, il cuore aperto, le braccia aperte, è cittadino del mondo. Sfida i potenti, lui, che forte. Sta ripetendo all’infinito, da imbecille prestampato qual è, il Catechismo Precompilato dei Cretini Allineati al Canone del Tempo. Tutti per uno, uno per tutti. L’Imbecille è globale perché lui sa dove va il mondo e si sente cittadino del mondo. L’idiota planetario si moltiplica in mille versioni.