Archivio del Tag ‘Digos’
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Bersani, lo smacchiatore dell’Ilva: ora restituisca quei soldi
Dicono che torna la politica e si riprende la sua autonomia. Ma, a leggere le carte dell’inchiesta Ilva: autonomia, quale? Rispetto a cosa?, viene da domandarsi. Perché di autonomia ce n’era poca. Anzi, i politici – e anche i tecnici – sembravano un po’ succubi della grande impresa: anche di quella che, come abbiamo sentito, in 15 anni ha fatto tre miliardi di utili sull’acciaio, mentre a Taranto morivano 1.600 persone all’anno perché l’Ilva non bonificava gli impianti. Ora, il governo, d’accordo con Napolitano, fa il decreto per neutralizzare le ordinanze dei giudici, “quarto grado di giudizio”: se il giudice decide una cosa che non piace, invece di impugnarla davanti al Riesame o alla Cassazione, si va dal governo che fa un decreto e la cancella, e nessuno fiata – a parte Di Pietro, che ormai è considerato un appestato.
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No-Tav, Travaglio: Bersani e il silenzio dei tecnici cialtroni
Il Tav Torino-Lione nasce ventuno anni fa, quand’era appena caduto il Muro di Berlino, al governo c’erano Andreotti e Cirino Pomicino e alle Ferrovie Lorenzo Necci. Poi, guardacaso, Tangentopoli li ha spazzati via tutti. Un’altra era geologica, quando i politici erano in preda a una supersonica “invidia del pene” e come modello di sviluppo inseguivano ancora la Muraglia Cinese e la Piramide di Cheope. Poi sappiamo che cosa ci han lasciato di grosso, in eredità: il debito pubblico. Il primo studio di fattibilità commissionato dalla Regione Piemonte 21 anni fa stimava che i passeggeri fra Italia e Francia sarebbero aumentati da un milione e mezzo a 7 milioni e 700.000 in dieci anni. Invece adesso sono 700.000: un decimo del previsto. Infatti il vecchio treno diretto Torino-Lione è stato soppresso da un pezzo.
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Turismo scolastico No-Tav, e l’onorevole si indigna
Nella giornata di venerdì scorso, a Giaglione, in alta Val Susa è arrivato un pullman da 60 posti. Proveniva da Trescore Balneario, in provincia di Bergamo, e trasportava tre classi del locale liceo Lorenzo Federici. Lo scopo della gita, approvata dal consiglio d’istituto, era quello di andare a visitare lo pseudo-cantiere dell’opera inutile, la Torino–Lione. Ad accompagnare le scolaresche, oltre a due insegnanti di religione, il consigliere comunale Guido Fissore ed alcuni esponenti No Tav. Una volta arrivati alle reti, dove i ragazzi hanno potuto scattare numerose fotografie (anche al filo spinato di provenienza israeliana…), i due insegnanti di religione sono stati identificati dalla Digos per aver violato l’ordinanza prefettizia che vieta la circolazione nell’area circostante il cantiere.
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Sfascisti codardi e perdenti, non spegnerete la nostra voce
«Hanno violentato la legittima protesta degli “indignati”», scrive Gad Lerner all’indomani del disastro della manifestazione romana del 15 ottobre, nella quale alcune centinaia di teppisti hanno rovinato l’I-Day, il corteo pacifico di duecentomola dimostranti contro la “dittatura” della finanza mondiale che taglia il welfare con la scusa del debito gonfiato dalla speculazione. «Di fronte a quegli scalmanati in nero che hanno umiliato e nascosto le nostre legittime incazzature – rincara la dose Ennio Remondino, valoroso inviato di guerra della Rai – l’espressione più diretta che mi viene sarà forse rozza, ma sincera: bastardi, brutti bastardi. Codardi, aggiungo, col vostro mascherarvi alle spalle di chi quell’enorme corteo pacifico lo stava vivendo come momento di grande democrazia.
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Borsellino, strage annunciata: ora la verità sui mandanti
Chi uccise, davvero, il giudice Paolo Borsellino nella strage di via D’Amelio a Palermo il 19 luglio 1992? «Se si riuscirà ad arrivare alla verità sarà il primo caso in Italia in cui saranno identificati i mandanti esterni di una strage». Così risponde a “Libera informazione” il giornalista Maurizio Torrealta , già collaboratore di Michele Santoro e ora caporedattore di RaiNews 24, autore nel 2002 del libro “La Trattativa” (Editori Riuniti). Malgrado il silenzio assordante della politica, ormai sappiamo che la trattativa segreta tra mafia e Stato era stata avviata, dice Torrealta, che rivela che le stragi erano state regolarmente annunciate.
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Minacce di morte a Ruotolo, informazione in pericolo
Minacciato di morte, pedinato, sorvegliato: momenti da incubo per il numero due di “Annozero”, Sandro Ruotolo, che si è visto recapitare a casa una lettera minatoria con alcuni riferimenti al caso Boffo, il direttore di “Avvenire” dimessosi dopo la campagna del “Giornale” di Vittorio Feltri. La missiva, anonima, avverte Ruotolo che è “il secondo” di una lista di “obiettivi”. Non solo: l’anonimo fa capire che non scherza, mostrando di conoscere particolari della vita familiare del giornalista. La Digos ha subito aperto un fascicolo e le indagini sono in corso. Reporter televisivo di punta, Rutolo ha affrontato temi caldi dell’attualità italiana, denunciando lo strapotere delle mafie.
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Torino: G8-rettori blindato, la polizia carica gli studenti
E’ finita con una denuncia per resistenza e lesioni la giornata di uno dei tre ragazzi dell’Onda studentesca fermati il 18 maggio dalla polizia a Torino durante gli scontri per il G8 University Summit. Il giovane, 28 anni, che secondo la Digos appartiene all’area antagonista milanese, è tornato in libertà ma porta a casa una denuncia per resistenza e lesioni. Meglio è andata agli altri due, uno studente di 23 anni e una studentessa di 25, entrambi greci, che sono stati rilasciati senza conseguenze. Gli scontri sono iniziati presto, quando gli studenti sono andati ad assediare la ‘zona rossa’ intorno al Castello del Valentino, dove si svolge il summit.
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Carabinieri e polizia avvertono: ronde? No, grazie
Misura impraticabile: le ronde sono inutili e, anzi, pericolose. Così il Cocer, il “sindacato” dei carabinieri, boccia le ronde e chiede un incontro urgente al capo dello Stato e al premier: «Date a noi più uomini e mezzi, anziché improvvisare squadre di vigilantes, magari anche politicizzate». Il Sap, sindacato di polizia, denuncia: «I partiti cercano di lottizzare le ronde, a noi resta un ruolo di badanti».
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Molotov contro un negozio, violenza anti-rumena anche a Torino
Dopo i casi di Roma, la violenza contro i cittadini rumeni si affaccia anche a Torino, dove da molti anni vive pacificamente la più grande comunità rumena d’Europa al di fuori dei confini della Romania. Nella notte tra il 24 e il 25 febbraio è stato colpito da una molotov il negozio di alimentari “Transilvania”, in via Monterosa, nel quartiere Barriera di Milano.