Archivio del Tag ‘diseguaglianze’
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C’era una volta l’Inghilterra, paese svenduto alla finanza
Nel giorno più violento delle rivolte dell’estate scorsa, la borsa di Londra è crollata ai minimi dell’anno. Poco dopo la fine dei riots si è venuto a sapere che il 20 per cento dei britannici tra i sedici e i ventiquattro anni è senza lavoro e che il 2011 sarebbe stato l’anno con il numero più alto mai registrato di candidati non ammessi all’università. Cameron ha parlato del “lento declino morale” della Gran Bretagna, riprendendo un’espressione più volte usata quando era all’opposizione: broken Britain, un paese in pezzi. I problemi del paese sono particolari: particolarmente seri, particolarmente fastidiosi e particolarmente indecenti. Il paese che si autodefinisce “Cool Britannia” è diventato avido, ossessionato dall’affarismo, xenofobo, bellicoso e arrogante.
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O la borsa o la vita: anche i ricchi ora devono pagare
Si attribuisce a Paul Valéry, saggista e poeta francese, il detto: «Un autore scrive sempre lo stesso libro». In fondo, anche gli editoriali di Nigrizia degli ultimi decenni incarnano spesso la stessa denuncia: l’intollerabilità delle diseguaglianze sociali; lo sfruttamento sociale diventato sistema; un impianto capitalistico che impoverisce sempre di più i già poveri e che arricchisce i già ricchi (persone o paesi); l’ossessione patologica della crescita e del profitto; una cultura che ha assunto il denaro come unico valore di relazione e di organizzazione sociale; l’egoismo che prevale sulla solidarietà e l’io sul noi.
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Nuovo mondo: riscriviamo le regole per uscire dalla crisi
Il nostro tempo è caratterizzato dall’intreccio di tre grandi crisi. Crisi epocali e senza precedenti. Tutte queste crisi, in vario modo, stanno arrivando a un punto di rottura. Tale situazione rende indispensabile la transizione ad una diversa organizzazione sociale, politica ed economica. La prima, cruciale, crisi che abbiamo di fronte è quella economica, che nel 2007-08 si è resa evidente attraverso la crisi finanziaria, ed è diventata, oggi in Europa, crisi dei debiti sovrani. Non è una crisi ciclica. La seconda riguarda l’egemonia degli Usa, il cui potere imperiale appare avviato verso un declino lento ma probabilmente irreversibile.
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L’Europa: il Pil non basta più per capire come stiamo
Il Pil non basta più. Per valutare il livello di ricchezza e l’effettiva crescita di un paese c’è bisogno di un nuovo indice in grado di tener conto anche della sostenibilità ambientale e delle incidenze sociali. Questo il concetto che emerge dalla comunicazione “Non solo Pil, misurare il progresso in un mondo in cambiamento”, emanata dalla Commissione Europea. Il documento mette nero su bianco le riflessioni già emerse nella Beyond Gdp, la conferenza inaugurata nel 2007 dall’europarlamento con la Commissione Europea, l’Ocse, il Club di Roma e il Wwf, nata proprio per confrontarsi sui criteri di misurazione della ricchezza e dello sviluppo.