Archivio del Tag ‘finanza’
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Attenti alla mafia: ha già in mano le chiavi del mondo
Scordatevi la mafia dei brutti ceffi, quella che campava di estorsioni e droga: oggi è un sistema criminale misto, legale e illegale, che solo in Italia “vale” qualcosa come 60 miliardi di euro, coinvolgendo imprese, banche, finanza e pubblica amministrazione. Se non si interviene con nuove leggi internazionali, domani a dettare le regole della politica mondiale potranno essere la mafia russa o quella cinese, in affari con gli eredi ormai evolutissimi degli antichi capiscuola italiani, che ora dirigono fiorenti aziende, pilotano deputati e manovrano colletti bianchi. Un’emergenza planetaria: la mafia investe e inquina l’economia globalizzata. E’ la nuova vera superpotenza. Un virus, con migliaia di complici al di sopra di ogni sospetto.
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Petrolio, dollari e potere: così Gheddafi ha perso la Libia
Buona parte della Libia si è rivoltata contro Gheddafi, cogliendo al volo il vento della Tunisia e quello dell’Egitto, quando il regime del raìs è entrato in crisi: avendo aperto la sua economia al capitalismo globalizzato, Tripoli ha accusato il colpo del crac finanziario mondiale del 2008, vedendo crollare i propri ricavi petroliferi. Ad aggiungere tensione sociale, l’enorme afflusso di lavoratori stranieri – forse due milioni – su una popolazione che raggiunge appena i sei milioni di abitanti. Questo lo scenario di crisi su cui ha avuto mano libera la rivolta, ispirata dalla Cirenaica e appoggiata dai clan tribali: l’occasione giusta per tentare di sbarazzarsi del Colonnello, protagonista di quarant’anni di feroce repressione, come del resto quasi tutti gli altri paesi petroliferi dell’area.
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Ladri di acqua, cibo e petrolio: sta arrivando una catastrofe
Le pallottole ricoperte di zucchero del “libero mercato” stanno uccidendo i nostri figli. L’atto dell’uccidere è orchestrato, con fare distaccato, attraverso il commercio di programmi per il computer nelle Borse Merci di New York e Chicago, dove vengono stabiliti i prezzi mondiali del riso, del frumento e del granturco. Persone di paesi diversi vengono simultaneamente impoverite a causa del meccanismo del mercato mondiale. Una piccola parte di istituzioni finanziarie e società per azioni mondiali ha la capacità di determinare i prezzi degli alimenti base quotati nelle Borse Merci, con ripercussioni dirette sul tenore di vita di milioni di persone in tutto il mondo.
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Spagnoli beffati dal crac: i miliardari non pagano tasse
Lieve sforzo di immaginazione. Provate a pensare per un attimo di essere cittadini spagnoli. Per anni vi hanno convinto che l’economia andava bene, che la crescita era sostenibile e che tutto sarebbe filato perfettamente liscio per moltissimo tempo ancora. Siete stati caldamente invitati a indebitarvi per consumare di più e già che c’eravate avete scelto di dare retta a quelle banche che erano disposte a concedervi un mutuo a fronte di garanzie pressoché nulle. Avevate un lavoro e una casa di proprietà, il sole splendeva e le vostre squadre di calcio (le più indebitate dell’area euro, ma ancora non lo sapevate) giocavano il miglior fútbol del Continente. Poi un giorno tutto è andato a rotoli.
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Banche armate: ecco chi finanzia l’orrore della guerra
Il conflitto israelo-palestinese, le lotte tribali in Africa centrale, la guerra perpetua in Ossezia e in Cecenia, la ribellione delle Tigri Tamil in Sri Lanka e del popolo Karen in Birmania e ancora il Chiapas, Haiti, corno d’Africa, l’isola di Timor e tantissimi altri. Queste sono solo alcune delle guerre in essere all’alba del 2011. Sono molte decine e sarebbe impossibile analizzare una per una le ragioni e le modalità dei conflitti e comunque non è di questo che vogliamo parlare. Apparentemente si tratta di situazioni che tutti noi italiani, noi occidentali, sentiamo lontane.
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Blindato a Davos il governo-ombra del mondo
Cinquemila soldati armati di fucili di precisione, sci e motoslitte in pattuglia tra i boschi innevati, radar militari che spuntano tra le cime imbiancate degli abeti, lunghi rotoli di filo spinato distesi nella neve, elicotteri che sorvegliano dall’alto con telecamere e rivelatori termici. Cartelli con sagome di soldati con su scritto “Stop. State entrando in una zona sorvegliata militarmente. Fermarsi all’alt e seguire gli ordini della truppa, che dispone di poteri di polizia e in caso estremo aprirà il fuoco”. In questi giorni la località sciistica di Davos, in Svizzera, sembra una zona di guerra. O il set cinematografico di uno di quei film di 007 in cui James Bond affronta tra i boschi alpini l’agguerrito esercito privato dispiegato dalla malvagia Spectre a protezione del suo bunker segreto.
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Tassare i ricchi, per disarmare il regime dei padroni
Mentre Berlusconi è invischiato nei suoi scandali finanziari e sessuali, Marchionne sta conducendo un attacco che è anche più brutale di quello di Berlusconi ai diritti sociali e ai diritti dei lavoratori. Diciamo che c’è una specie di passaggio di testimone: Berlusconi può essere nei guai ma Marchionne continua una politica che è anche più aggressiva che portò qualche anno fa all’attacco articolo 18 dello statuto dei lavoratori. In fondo Marchionne che cosa dice? O mangiate questa minestra o saltate dalla finestra. O rinunciate al contratto nazionale, al diritto di sciopero, alle libertà sindacali, al diritto di scegliere il sindacato che volete – quindi, o rinunciate a tutto, oppure io vado da un’altra parte.
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Reportage sgraditi alla Fiat: via De Bortoli dal Corriere?
A John Elkann, presidente della Fiat e secondo azionista del “Corriere della Sera”, non sono piaciuti i servizi sul caso Mirafiori e in particolare le analisi di Massimo Mucchetti. Il direttore, Ferruccio De Bortoli, reagisce in modo esplicito: parla di un «establishment economico e finanziario» che «mostra di gradire poco le voci libere e le critiche: preferisce gli amici e i maggiordomi». Lo stesso Elkann ha visitato la redazione dopo aver firmato una lettera di protesta contro la direzione politica del giornale. Ma non c’è solo Fiat: nel Cda di Rcs Quotidiani siedono anche Cesare Geronzi, Giovanni Bazoli, Diego Della Valle e Marco Tronchetti Provera.
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Le guerre americane, la crisi e la dittatura del debito
Ormai viene ammesso senza remore da commentatori di differente ispirazione, come Innocenzo Cipolletta e Loretta Napoleoni. Alle origini dell’attuale crisi economica ci sono le guerre in Iraq e in Afghanistan. Per finanziare imprese militari che gli Stati Uniti non potevano permettersi, l’amministrazione americana, attraverso la Federal Reserve, quasi azzerò i tassi di interesse, in modo da avere disponibilità dei capitali ingenti liquidi che le necessitavano. Tutti i governi occidentali furono obbligati, come sempre accade, a fare lo stesso per reggere il passo.
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Il boss mafioso Khodorkovsky e i predatori della Russia
Non mi straccio le vesti sul caso Khodorkovsky, e chi lo considera un martire delle libertà è vittima di una disinformazione clamorosa. E di una Babele politico-mediatica che finisce col rendere tutti più ignoranti. Sakineh, Battisti, Khodorkovsky: che differenza c’è? Credo di saper riconoscere un mafioso, e posso affermare che Khodorkovsky è stato un mafioso tra i più pericolosi. Che invece di pentirsi, restituire il bottino nascosto nei paradisi fiscali e chiedere perdono alle sue vittime, finanzia campagne di pubbliche relazioni che hanno raggiunto il surreale, accostandolo a Sacharov, Gandhi, e tra un po’ anche a Gesù Cristo. Quando si tratta, al massimo, di un oligarca sconfitto in una guerra di potere, e imprigionato con procedure discutibili.
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Ragazzi, questo mondo fa schifo: indignatevi!
Doveva essere l’ultimo libro di Michel Houellebecq, vincitore del premio Goncourt, a primeggiare nelle vendite natalizie in Francia. E invece è stato battuto da un outsider sorprendente, assai improbabile. Si chiama Stéphane Hessel e ha 93 anni. Partecipò alla Resistenza durante la seconda guerra mondiale. Ed è stato subito dopo uno dei redattori della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Niente di glamour, insomma. Hessel è un vecchio signore, dall’apparenza (solo quella) stanca e desueta. Ebbene, nei mesi scorsi ha preso carta e penna e ha scritto un opuscolo di 32 pagine dal titolo «Indignez-vous!». Come dire: indignatevi! Abbiate la forza di arrabbiarvi.
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Rapinare i risparmiatori: truffa decisa da banche e governi
Titoli tossici, divenuti carta straccia una volta scoppiata la bolla immobiliare; il bluff di mutui senza copertura, di quote azionarie senza capitali e senza più valore commerciale né relazioni con l’economia reale. Grande crisi? No, grande truffa. Organizzata dagli Stati, con la complicità delle banche centrali. Obiettivo: derubare i cittadini. Letteralmente: espropriarli dei loro risparmi, per alimentare il grande flusso del capitalismo finanziario globale: hi-tech e spese militari in primis. Tutto legale, naturalmente. Perché sono stati gli stessi “truffatori” a manipolare le leggi per agevolare il grande saccheggio. Lo afferma un importante economista, Bruno Amoroso, docente all’università danese di Roskilde.