Archivio del Tag ‘Grande Reset’
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Dugin: povera Italia, sottomessa. Ma il “risveglio” vincerà
Il Grande Reset è la reazione disperata dei globalisti che vedono come il mondo stia diventando multipolare. Questo progetto, nonostante la contrarietà della maggior parte dei popoli del globo, vuole arrivare al suo obiettivo puntando molto anche sulla pandemia. Il Grande Reset arriva dai primi anni 2000, quando i globalisti hanno cominciato a sentire la perdita della loro forza e dunque hanno cercato e cercano in tutti i modi di recuperare una situazione positiva per loro. Ad esempio, l’élite liberale ha imposto lo stato di emergenza per recuperare il potere sulla mente delle persone, in quanto sempre più esseri umani si stanno allontanando dal disegno globalista. L’élite liberale, nonostante si sia dimostrata incapace di gestire l’emergenza Covid, vuole comunque usare questa cosa (e lo stato di emergenza) per rimanere ai vertici. Tutto questo sembra piuttosto una “agonia liberale” e personalmente penso che il Grande Reset sia affogato.Questo anche perché, se le restrizioni occidentali e lo stato di emergenza sono usate dall’élite liberale per mantenere il potere e per difendere il globalismo, la Russia e la Cina hanno dimostrato che delle giuste misure di contenimento del virus possono essere usate però solamente per i propri interessi sovrani (contrari al globalismo): misure simili ma con visioni diverse. L’Italia è stata la più sfortunata di tutti perché ha scelto il peggior presidente possibile. Non immagino nessuno peggio di Draghi. Quest’ultimo non porta nessuna promessa con sé, ma è uno che sta lì per garantire il puro status quo. E questa è la cosa più spaventosa: non cambiare niente – nelle tendenze di oggi – è il delitto più grave. Draghi incarna perfettamente l’élite liberale. Nonostante il Grande Reset sia sostanzialmente fallito, comunque, è chiaro che alcuni territori siano ancora sotto il controllo dell’élite liberale. Insieme ai monopoli tecnocratici che non si sottopongono a nessun potere politico, hanno usato l’emergenza coronavirus da un lato per mantenersi al potere e dall’altro per cercare di rafforzare la propria influenza e il loro dominio.Al Grande Reset, però, si oppone il Grande Risveglio. E questa fase, iniziata da poco, si sta sviluppando come una guerra tra due visioni contrapposte. In concreto, le popolazioni da un lato e l’élite liberale dall’altro. Questa non sarà una guerra tra nazioni, ma una guerra – in Europa ed in tutto il mondo – tra la popolazione che è per il Grande Risveglio, e le loro élite che sono per il Grande Reset. Se parliamo del ruolo della Russia in questa guerra civile, essa sarà dalla parte del Grande Risveglio, anche se i tentacoli del Grande Reset ce li abbiamo ancora dentro; ad esempio, il nostro Gref (Herman Gref, presidente di Sberbank, il principale gruppo bancario del paese, ndr) sarebbe come il vostro Draghi. La differenza fondamentale è che noi lo abbiamo lasciato dov’è, mentre voi l’avete messo a capo della Banca Centrale Europea e ora alla testa del governo italiano. L’influenza globalista dentro la Russia è molto forte ed è presente soprattutto nel potere economico: se l’anima della Russia è col Grande Risveglio, per le questioni più concrete non è interamente così. Quindi la Russia è in una posizione di “neutralità ostile” verso il Grande Reset e anche questo è già un buon segno.Per noi ortodossi, il Grande Reset significa il progetto dell’Anticristo. Dunque, tutti quelli che sono davvero contro l’Anticristo sono dei santi. E la Russia di Putin ha quasi preso la posizione di leader in questo circolo dei santi che sono contro l’Anticristo. In generale, va sempre tenuto presente che nessuno può risolvere questo problema se non le persone stesse. Se un italiano o un francese non si rialzano contro il male globale che ha il volto di Draghi o di Macron, nessun altro lo farà per loro. Non importa se siano pro Le Pen o Mélenchon, ad esempio; l’importante è muoversi contro Macron. Questo vale anche per gli statunitensi: se non si rialzeranno e non difenderanno la loro identità, nessun altro lo farà per loro, nemmeno Putin. Questa è una lotta dell’umanità contro l’anti-umanità. Nonostante il mostro globalista stia affogando, ci serve – a maggior ragione – l’aiuto di tutti, perché venga definitivamente sconfitto. In questa lotta, pure una persona da sola (anche andando contro la famiglia o il fratello, come dice il Vangelo) potrà cambiare la bilancia del mondo. Anche un piccolo granello può fare la differenza.I segni del fallimento dell’élite globalista li vediamo, ad esempio, nel frenetico ritiro degli Usa dall’Afghanistan, così come dalla Siria. I Talebani hanno dato un calcio in culo alle armate invincibili nordamericane che, ritirandosi, hanno lasciato il caos generale: ovunque esse vanno, infatti, non portano più ordine ma soltanto distruzione. Ad esempio, tutti quegli Stati post-sovietici ai quali gli Usa hanno promesso di dare assistenza, in cambio hanno perso la propria integrità territoriale. Gli americani non possono più essere i possessori del mondo e la loro politica è inadeguata sotto ogni aspetto. Questi sono i segnali più evidenti di questo fallimento. Dunque, anche se i globalisti riescono ancora a mantenersi al potere, essi non hanno nessuna idea seducente per le persone; possono usare la paura e spaventare tutti, possono introdurre il Green Pass e mettere le telecamere di sorveglianza ovunque, ma non offrono nessuna idea di futuro.Ad esempio, se guardiamo i film americani incentrati sul nostro prossimo futuro, essi finiscono tutti male. Non c’è futuro, come in “Mad Max” ed altre pellicole. L’idea, infatti, è sempre la stessa: moriranno tutti o sopravviveranno in pochi ma in malo modo, magari come uomini-rettili totalmente disumanizzati. Quindi, come possiamo vedere chiaramente, i globalisti non hanno alcuna idea di futuro; e le civiltà senza un’idea di futuro sono civiltà in agonia, come sempre lo sono state. Essi cercano di rimanere al potere con i denti, stringendolo forte con le mani, ma il potere gli sta sfuggendo ugualmente. Un altro esempio è la Cina: la volevano sottomettere, ma è uscita dal loro controllo. Il Pcc (Partito Comunista Cinese) ha resistito e non è stato annullato. Anche Pechino cerca dunque di proteggere la propria identità. E Putin sta facendo lo stesso fin dall’arrivo al potere nel 1999, quando ha iniziato (ed è riuscito) a rimettere la Russia sulla propria strada: quella della sua identità. In conclusione, è possibile affermare che nel futuro emergeranno sempre più poli a livello mondiale; e dunque i globalisti stanno fallendo e ora sono in agonia.(Alexandr Dugin, dichiarazioni rilasciate a Jacopo Brogi e Alessandro Fanetti per l’intervista “Il Grande Reset è fallito, è l’ora del Grande Risveglio”, pubblicata su “Come Don Chisciotte” il 27 gennaio 2022. Eminente filosofo, con idee politicamente tradizionaliste, Dugin è considerato un ideologo molto influente, nell’orbita del potere russo).Il Grande Reset è la reazione disperata dei globalisti che vedono come il mondo stia diventando multipolare. Questo progetto, nonostante la contrarietà della maggior parte dei popoli del globo, vuole arrivare al suo obiettivo puntando molto anche sulla pandemia. Il Grande Reset arriva dai primi anni 2000, quando i globalisti hanno cominciato a sentire la perdita della loro forza e dunque hanno cercato e cercano in tutti i modi di recuperare una situazione positiva per loro. Ad esempio, l’élite liberale ha imposto lo stato di emergenza per recuperare il potere sulla mente delle persone, in quanto sempre più esseri umani si stanno allontanando dal disegno globalista. L’élite liberale, nonostante si sia dimostrata incapace di gestire l’emergenza Covid, vuole comunque usare questa cosa (e lo stato di emergenza) per rimanere ai vertici. Tutto questo sembra piuttosto una “agonia liberale” e personalmente penso che il Grande Reset sia affogato.
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“Oggi le sigarette, domani il vino e le mignotte: sono finiti”
«Se ora s’attaccano alle sigarette, e domani magari pure al vino e alle mignotte, vuol proprio dire che sono finiti». Sintesi perfetta, in idioma lucchese, firmata dal maestro Andrea Colombini, direttore d’orchestra. Con la sua infaticabile intelligenza e la sua verve sarcastica, Colombini dà voce all’anima della resistenza civile italiana di fronte al grottesco stritolamento delle libertà di tutti, inflitto (grazie anche a una buona dose di ottusità diffusa) con l’alibi della più grande “pandemia di asintomatici” della storia. Morale? Il governo dei pagliacci ora si appresta ad allestire l’apartheid del Tso anche per banche, sportelli pubblici, uffici postali e negozi, incluse le tabaccherie. Scelta davvero illuminata e strategica, per far perdere la pazienza ai santi: come se un genio del male si divertisse a mostrare l’infinita idiozia dei provvedimenti, inutilmente cattivi, improntati alla vessazione e alla persecuzione. Un po’ come quando i nazisti, ormai consapevoli di essere sconfitti – dice il musicista toscano – si ridussero a procurare il maggior danno possibile, per rabbia, di fronte a un destino ormai segnato.Il furore più grande – sottolinea ancora Colombini, in web-streaming con Riccardo Rocchesso (giornalista, animatore di “100 Giorni da Leoni”) – deriva dalla prova di forza messa in atto da milioni di italiani: pur radicalmente contrari alle misure criminal-demenziali della “democratura” chiamata Draghistan, hanno accuratamente evitato di abboccare all’amo della violenza. «State fermi», ha incessantemente raccomandato l’alchimista Michele Giovagnoli, altro mattatore delle piazze, sodale di Colombini. Agli ultimi decreti-vergogna, la communiy di Giovagnoli (“Essere Solare”) risponde così: affiggendo un cuore sulle vetrine dei negozi, per invitare i clienti a entrare comunque. Si chiama disobbedienza civile: ne è stata campionessa Rosanna Spatari, titolare della Torteria di Chivasso (Torino). Assistita dall’avvocato Alessandro Fusillo, ha lottato come una leonessa per tenere aperto il suo bar. Alla fine, la Corte di Cassazione le ha dato ragione. Ed è solo un esempio, il suo, di questa nuova “Italia che resiste”, come un tempo cantava l’oggi silente De Gregori, sordomuto come tantissimi suoi illustri colleghi.Storie che esemplificano – per i non addetti – la nozione scientifica di “speciazione”: una parte dell’umanità si separa dal “volgo disperso che nome non ha”, per tracciare una nuova traiettoria evolutiva. Esempio: alle ultime elezioni amministrative, lo scorso ottobre ha votato solo un italiano su due. E nelle grandi città, ai ballottaggi, ha raggiunto le urne appena un elettore su tre. Oggi, come ricorda Andrea Colombini, pare che il problema numero uno del paese sia l’identità del successore di Mattarella. Partiti e giornali non parlano d’altro. Peccato che i partiti facciano ridere la maggioranza dei cittadini, e che i giornali non li legga più nessuno. C’è qualcosa di addirittura empio, forse, nel voler comunque celebrare il rituale democratico del Colle, come se fossimo ancora in un regime pienamente democratico, in tempo di pace. Vivono, lorsignori, in un mondo parallelo? Pensano davvero che importi a qualcuno, se al Quirinale salirà l’ometto che – dopo aver chiuso i bancomat della Grecia – ora si appresta a blindare anche le tabaccherie italiane?Lo stesso Colombini, inveterato toscanaccio sempre incline al vernacolo, fa i conti in tasca ai galantuomini tuttora sul ponte di comando. E’ semplice, dice: hanno perso. Presto non controlleranno più il paese, e lo sanno: gli italiani faranno di testa loro, come sempre (“fatta la legge, trovato l’inganno”). Dicono che alla manifestazione di Roma il 15 gennaio c’erano poche migliaia di persone? Ridicolo, erano almeno 350.000. Continuano a mentire? Sì: pare non sappiano fare altro. Ma chi li sta più ad ascoltare? Sempre meno persone. Che fai, imponi il mitico tampone anche a chi ha subito tre dosi di siero magico? E allora, dice Colombini, poi non ti devi stupire se milioni di italiani, quella famosa terza dose, non la faranno mai. E quindi come ti regoli, li chiudi tutti in casa? Auguri. Già oggi, bar e ristoranti hanno dimezzato i clienti. E il settore turistico alberghiero (dell’Italia, notare) sconta perdite catastrofiche: all’appello manca l’80% del volume d’affari. La scuola? Nel caos: decine di migliaia di insegnanti in quarantena, benché sottoposti all’inoculo sperimentale mRna.Bella, la storia del siero magico. Non immunizza nessuno, ma ora viene imposto come Tso. E nel frattempo – storia ancora più bella – si continua a far finta che le normali cure non esistano: è l’unico sistema, per sperare di vedere ancora qualche ricovero. Per il Tar del Lazio, il protocollo-Speranza (Tachipirina e vigile attesa) è autolesionistico: è da pazzi impedire ai medici di curare i pazienti, usando i farmaci adatti in tempi ragionevoli. La sentenza è stata appena sospesa: ma per quanto, ancora, la verità potrà essere tenuta sotto il tappeto? Colombini cita il profeta supremo della sciagura mondiale, sua maestà Bill Gates. In tono più che dimesso, ha capitolato: abbiamo fallito, ha ammesso. La maggior parte della popolazione del pianeta non si è sottoposta ai nostri sieri e vede in opera un grande complotto. E vorrei vedere, chiosa Colombini: proprio Bill Gates aveva auspicano un bel taglio demografico, a nostre spese.In altre parole, il Grande Reset è abortito. C’è rimasto sotto solo l’Occidente, e neppure tutto. La stampa inglese ha appena dato risonanza all’ultima sortita ufficiale dell’Oms: i sieri genici C-19 non sono più necessari. Molti paesi europei – Spagna in testa – hanno voltato pagina. Solo Austria e Francia paiono voler seguire l’esempio italiano: il peggiore. Ma sembrano in preda, ormai, a una quasi-disperazione. Un’altra fetta di verità arriva, a valanga, dallo Spallanzani di Roma, che ha analizzato i dati di San Marino: il vaccino russo Sputnik (vaccino vero, in quel caso) funziona molto meglio dei sieri genici in circolazione da noi, e non crea nessun problema all’organismo. Alla fine del suo cupo regime, il dittatore rumeno Nicolae Ceaucescu lasciò il palazzo presidenziale scappando via con l’elicottero per sfuggire all’assedio popolare. Raccomanda Colombini: noi invece continuiamo così, stiamo fermi e rinunciamo al Green Pass. Semmai, ridiamogli in faccia. E’ quello che si meritano. «Oggi le sigarette, domani il vino e le mignotte: sono finiti». E buon Quirinale a tutti.(Giorgio Cattaneo, 21 gennaio 2022).«Se ora s’attaccano alle sigarette, e domani magari pure al vino e alle mignotte, vuol proprio dire che sono finiti». Sintesi perfetta, in idioma lucchese, firmata dal maestro Andrea Colombini, direttore d’orchestra. Con la sua infaticabile intelligenza e la sua verve sarcastica, Colombini dà voce all’anima della resistenza civile italiana di fronte al grottesco stritolamento delle libertà di tutti, inflitto (grazie anche a una buona dose di ottusità diffusa) con l’alibi della più grande “pandemia di asintomatici” della storia. Morale? Il governo dei pagliacci ora si appresta ad allestire l’apartheid del Tso anche per banche, sportelli pubblici, uffici postali e negozi, incluse le tabaccherie. Scelta davvero illuminata e strategica, per far perdere la pazienza ai santi: come se un genio del male si divertisse a mostrare l’infinita idiozia dei provvedimenti, inutilmente cattivi, improntati alla vessazione e alla persecuzione. Un po’ come quando i nazisti, ormai consapevoli di essere sconfitti – dice il musicista toscano – si ridussero a procurare il maggior danno possibile, per rabbia, di fronte a un destino ormai segnato.
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Come in cielo, così in terra: chi vuole la fine dell’Occidente
Sta finalmente fallendo, il disegno criminale del Reset della Verità? Ne è convinto Nicola Bizzi, co-autore e editore di “Operazione Corona”. Vero, l’Italia del “nuovo” Draghi si conferma il peggior paese-lager d’Europa, il più arcigno custode della menzogna sanitaria: mi ostino a non garantire terapie tempestive, in modo da costringere i malati a ricoverarsi, quando ormai si saranno aggravati. Per contro, il resto del mondo ormai parla tutt’altra lingua. Squillante il segnale da Londra: fine delle restrizioni, pretestuose e inutili. I maggiordomi di Davos, dice Bizzi, sono soltanto i ventriloqui di grandi poteri anche dinastici, come quello degli eredi Asburgo: ma a questo “asse del male” sono rimasti fedeli soltanto l’Unione Europea e il Vaticano, escluso dal Quantum Financial System, nuovo paradigma ancora piuttosto misterioso. Una rivoluzione finanziaria di cui ha parlato quasi solo Luca La Bella su “Database Italia”: in teoria, il Qfs sarebbe una leva capace di mettere in crisi la dominazione bancaria della moneta a debito, di cui proprio l’attuale premier italiano è uno dei frontman più vistosi e più carichi di colpe, anche recenti e recentissime.Storico e studioso di archeologia, Bizzi non teme di frugare nella mitopoiesi, alla ricerca di possibili indizi per scovare le ragioni dell’anomala fretta che sembra pervadere quell’élite planetaria che due anni fa aveva puntato tutto sulla psico-pandemia terroristica, per poi arrivare a tappe forzate alla civiltà orwelliana del microchip, cominciando dal Green Pass, passando per il congelamento dei governi in ossequio all’ambigua overdose di aiuti europei. Un cavallo di Troia – l’ideologia tecno-green – per fare del gretismo la nuova religione dogmatica del dominio fondato sull’emergenza permanente (non più sanitaria, ma climatica). Sotto questo aspetto, al governo Draghi non manca nulla: può contare sul profeta del 5G, Vittorio Colao, come pure sullo scienziato Roberto Cingolani, promotore del nucleare “verde” e dei nano-bot inoculabili e attivabili da remoto con le radiofrequenze. Lo stesso Cingolani ci ha appena illuminato sul grande rebus demografico del pianeta: la Terra sarebbe perfetta per ospitare tre miliardi di persone (ergo, almeno quattro miliardi di noi sarebbero di troppo).Di “depopolamento malthusiano” parlano apertamente le rosacrociane Georgia Guidestones, senza contare i pensatori-filantropi del calibro di Bill Gates. In Italia tiene ancora banco la storiella secondo cui il “vaccino” C-19 proteggerebbe almeno dagli effetti peggiori della patologia, mentre i media tacciono sui dati ufficiali emessi dalla famarcovigilanza dell’Ema, a fine agosto: 24.000 decessi poco dopo l’inoculo e 2 milioni di cittadini costretti a ricorrere a cure mediche, specie cardiologiche. Negli ospedali, nessuna differenza tra “vaccinati” e non. Dati ufficiali del Regno Unito: nelle terapie intensive, ogni 5 pazienti, ben 4 sono “vaccinati”. Nicola Bizzi prova a mappare il problema: l’imposizione dei sieri genici sperimentali investe quasi solo l’Occidente, più le sue propaggini post-coloniali in Oceania (Australia e Nuova Zelanda). Una sovrapposizione pressoché perfetta, rispetto alle inquietanti previsioni esibite nel 2017 dal sito statunitense “Deagel.com”, che – evocando fonti d’intelligence – prefigurava (non si sa in base a che cosa) un drastico crollo demografico per l’Europa Occidentale e gli Stati Uniti. Cioè: esattamente le aree sottoposte alle vessazioni sanitarie basate sull’inoculo genico.Lo stesso Bizzi riflette su un dettaglio: nel 2020 il presunto Covid-19 comparso a Wuhan esplose stranamente nella provincia di Bergamo, i cui abitanti furono sottoposti a mappatura genetica a tappeto quando gli inquirenti davano la caccia al killer di Yara Gambirasio. Quella di Bergamo è anche un’area fortemente inquinata, nonché affollatissima di antenne 5G. Non solo: nel 2019 la popolazione bergamasca fece registrare una specie di record, per l’inoculo dei vaccini antinfluenzali. Sempre a Bergamo intervenne la stranissima missione militare inviata dalla Russia: a fare cosa? Gli specialisti di Mosca, brigate addestrate a rilevare la presenza di armi non convenzionali – dice sempre Bizzi, citando un vescovo della Chiesa ortodossa russa – avrebbero individuato il rilascio (nell’aria, nell’acqua e sul suolo) di agenti tossici già noti e presenti negli arsenali “proibiti” di cui dispongono le superpotenze. Naturalmente, il report – trasmesso al governo Conte – sarebbe stato concordemente secretato. Onde per cui non è possibile ottenere conferme precise, neppure giornalistiche. Ma, come dire: la verità potrebbe essere custodita in cassaforte, come strumento di pressione.Addirittura spettacolare il recente ruolo della Russia nell’opporsi alla narrazione occidentale ancora dominante: prima il “niet” all’Onu sulla pretesa di trasformare la cosiddetta emergenza climatica in problema per la sicurezza internazionale, poi il declassamento del Covid come pericolo non più emergenziale. Oltre ad aver prontamente sdoganato il protocollo De Donno (plasma iperimmune) anche sotto forma di farmaci a base di anticorpi monoclonali, gli scienziati di Mosca hanno diffuso annunci espliciti: la variante Omicron sarebbe stata ingegnerizzata e rilasciata, a partire dal Sudafrica, per contagiare finalmente tutti e quindi immunizzare davvero la popolazione. Spiegano i virologi russi: da un lato sono stati inseriti elementi genici per velocizzare i contagi, dall’altro sono state rimosse le componenti responsabili delle complicanze polmonari. Risultato: la Omicron provocherebbe al massimo un forte raffreddore. Potrebbe essere lei il vero vaccino, ha sintetizzato lo stesso Putin: l’uscita, definitiva, dal delirio “pandemico”.Che l’Italia di Draghi sembri non accorgersene – boicottando ancora le cure precoci e le terapie domiciliari, in modo da reiterare il terrorismo sanitario per spingere i renitenti a capitolare, di fronte al ricatto “vaccinale” – non è che un dettaglio, l’ennesimo, destinato probabilmente ad aggravare in modo irreparabile le imputazioni di cui forse un giorno si occuperà il tribunale della storia. Intanto però le popolazioni occidentali marciano in direzione nettamente opposta: negli Usa, gli Stati trumpiani hanno stoppato il Tso ricorrendo alla magistratura federale, mentre mezza Europa si sta agitando in modo rumoroso, dalla tenace Germania fino alla Francia, che sconta l’insurrezione di mezzo Parlamento, contrario alle imposizioni all’italiana. In un modo o nell’altro, la sensazione è che l’uscita dal tunnel potrebbe essere prossima. Lo stesso Bill Gates – in qualità di tuttologo onnisciente – ha appena dichiarato che, ad aprile, lo spettro del Covid sarà solo un brutto ricordo. Sta davvero per crollare, l’immane impalcatura mistificatoria che ha provato a sequestrare il pianeta? E comunque: quale potrebbe esser stato il movente principale?La prima risposta è facile: estendere all’Occidente il modello sociale cinese. Libertà relativa, condizionata alla buona condotta del suddito: obbligato a circolare in eterno con il suo bravo Green Pass a punteggio. Sottolinea Bizzi: se il piano doveva essere globale (e infatti lo era) è già praticamente fallito, perché non puoi imporlo senza la Russia, senza metà degli Usa, senza l’India, senza il Brasile e senza il Sudafrica (la “patria” di Omicron, primo paese in assoluto ad abbandonare ogni misura restrittiva). Forse, però, l’immenso reticolo dove si intrecciano interessi plurimi e spesso insospettabili, di cui restano visibili solo le filiere terminali (il mega-business di Big Pharma), non basta – da solo – a spiegare l’accaduto. Specie in giorni in cui la Nasa, sconcertando molti, ha annunciato di aver “reclutato” 24 teologi per capire come preparare le masse all’eventuale (imminente?) contatto con entità aliene. Dal 2020, il tema ha cessato di essere relegato nella fantascienza: il Pentagono ha infatti ammesso l’esistenza degli Ufo, ribattezzati Uap.Studioso della tradizione misterica eleusina, lo stesso Bizzi prova a riassumere: da autori classici come Esiodo “sappiamo” che i Titani, progenitori mitologici di una parte dell’umanità, sarebbero stati sconfitti 20.000 anni fa dalle nuove “divinità”, quelle del pantheon greco dell’Olimpo. Per la mitologia di Eleusi, i Titani sarebbero sbarcati sul nostro pianeta 90.000 anni fa, trovandolo già popolato. Diecimila anni dopo, dalla loro centrale operativa (l’arcipelago Ennosigeo-Atlantideo) avrebbero “fabbricato” un particolare nostro antenato preistorico, l’Uomo di Cro-Magnon, i cui geni – pare – sarebbero all’origine dell’attuale uomo bianco occidentale. Quello letteralmente travolto, oggi, dalla follia Covid, e sottopposto alle peggiori angherie: fino all’imposizione ricattatoria del siero sperimentale Rna che, di fatto, interviene sul corredo genico della persona. Semplici suggestioni? Niente affatto, stando a illustri scienziati: non si contano più i medici che sostengono la potenziale pericolosità del preparato, i cui effetti a lungo termine non sono noti.Secondo voci di intelligence, poi, c’è chi teme che nel 2024 la Terra possa essere raggiunta da visitatori non desiderati: da qui l’improvvisa accelerazione della “disclosure” in corso, fino alle clamorose esternazioni del generale israeliano Haim Eshed: da trent’anni collaboriamo con razze aliene in un Federazione Galattica, che dispone di basi spaziali condivise. E se ad aver paura degli altri alieni in arrivo, presentati come “cattivi”, fossero proprio gli alieni che – secondo Bizzi e molti altri – reggerebbero segretamente la Terra da almeno 20.000 anni, attraverso i loro rappresentanti umani? In altre parole: si può immaginare una ipotetica correlazione tra l’apocalisse in corso e il timore per l’eventuale ritorno di entità ostili al dominatori occulti del nostro pianeta? E poi: c’è un nesso, tra la brutale persecuzione di noi occidentali e il possibile ritorno dei nostri “progenitori” titanici, largamente annunciato dalle profezie eleusine? Domande, certo: solo domande (fuori dalla portata, in ogni caso, di chi ancora crede a Babbo Natale e ai virologi televisivi).Qualcuno potrebbe dire: cerchiamo di non essere ridicoli, rincorrendo fantasie mitologiche e magari consolatorie, fuorvianti, letteralmente lunari. Per contro, cosa offre il menù della realtà quotidiana? Il tenore estetico della farsa è reso magistralmente dalle parole testuali del primo ministro, quello che vorrebbe finire al Quirinale: «Se non ti vaccini, muori e fai morire chi ti è accanto», ove peraltro il verbo “vaccinare” è utilizzato in modo sfacciatamente abusivo. Ora, sta forse compiendo la sua Opera al Nero, l’alchimista Draghi, propedeutica – per eterogenesi dei fini – alla riscossa coscienziale, e quindi poi anche politica e civile, che può scaturire solo dalla rivolta morale di fronte alla peggiore delle ingiustizie? Dettagli trascurabili, in fondo, in un teatro mondiale in cui compaiono problemi sanitari deliberatamente procurati, ma anche teologi e alieni, astronauti di ieri e di oggi. L’unica vera notizia forse è questa: una quota rilevante della popolazione ha saggiato la natura dell’attuale potere, e non vuole più averci a che fare. Ha aperto gli occhi, definitivamente: qualcuno ce l’ha con noi, proprio con noi occidentali.Sta finalmente fallendo, il disegno criminale del Reset della Verità? Ne è convinto Nicola Bizzi, co-autore e editore di “Operazione Corona”. Vero, l’Italia del “nuovo” Draghi si conferma il peggior paese-lager d’Europa, il più arcigno custode della menzogna sanitaria: mi ostino a non garantire terapie tempestive, in modo da costringere i malati a ricoverarsi, quando ormai si saranno aggravati. Per contro, il resto del mondo ormai parla tutt’altra lingua. Squillante il segnale da Londra: fine delle restrizioni, pretestuose e inutili. I maggiordomi di Davos, dice Bizzi, sono soltanto i ventriloqui di grandi poteri anche dinastici, come quello degli eredi Asburgo: ma a questo “asse del male” sono rimasti fedeli soltanto l’Unione Europea e il Vaticano, escluso dal Quantum Financial System, nuovo paradigma ancora piuttosto misterioso. Una rivoluzione finanziaria di cui ha parlato quasi solo Luca La Bella su “Database Italia”: in teoria, il Qfs sarebbe una leva capace di mettere in crisi la dominazione bancaria della moneta a debito, di cui proprio l’attuale premier italiano è uno dei frontman più vistosi e più carichi di colpe, anche recenti e recentissime.
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Tutto, tranne la nostra coscienza: ci resta solo quella
«La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi», scrisse Karl von Clausewitz nel saggio “Della guerra”. Il conflitto bellico «non è dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi». Questo potrebbe contribuire a spiegare la natura squisitamente politica della guerra in corso, mentre si minacciano gli ultimi cittadini liberi: li si potrebbe braccare e stanare “casa per casa”, se ancora si ostinano a resistere a un ricatto imposto con la più spudorata delle menzogne, quella del fanta-vaccino che arginerebbe la fanta-pandemia. Sotto questo aspetto, è persino trascurabile l’atteggiamento di chi seguita a discorrere di politica (come se fossimo ancora in tempo di pace), magari calandosi – come fanno tutti i partiti – nelle gustose trame quirinalizie.Diversi anni fa, oscuramente presagendo un’incombente catastrofe, Giulietto Chiesa scomodava a sua volta la storia, naturalmente a modo suo: avete idea, ripeteva, di cosa dev’esser stato il più impensabile degli eventi antichi, cioè il crollo dell’Impero Romano? Perché si cada rovinosamente in una calamità di tale portata, deve occorrere un mosaico complesso di condizioni. Non che ne manchino più molte, oggi. Basta ascoltare il primo ministro italiano che sciorina numeri a caso, tra gli applausi, riguardo all’ultima terribile “variante”. L’ipnosi è quasi assoluta, quasi totalitaria. Tutti i fondamenti-cardine del vecchio mondo, repubblicano, sono praticamente crollati o sono stati svuotati. Un silenzio livido emargina la verità, lasciando sole milioni di persone. La parola tradimento può suonare persino eufemistica, mentre l’economia minuta – nel frattempo – non fa che franare nel caos e nella paura generalizzata.Leggendo il libro “L’altra Europa”, di Paolo Rumor, si apprende che Paolo di Tarso – considerato “l’inventore” della narrazione cristiana – agiva per conto del network occulto (“La Struttura”) a cui obbediva, ad esempio, anche lo storico giudeo-romano Giuseppe Flavio, che avrebbe contribuito a trasferire nell’Urbe il nuovo “format”, destinato infine a scardinare lo stesso Impero Romano. Se Costantino sdoganò quella narrativa, per imporla fu comunque necessario il successivo editto di Teodosio: credo obbligatorio, religione di Stato. Durissime sanzioni, nell’anno 380, furono poste sul capo della stragrande maggioranza dei cives: solo il 15% di essi, si calcola infatti, avevano aderito al monoteismo di San Paolo. Guerra generalizzata contro i cittadini, Grande Reset ante litteram. Guerra ideologica, persecuzioni, esercizio violento del potere. Tutto, oggi come allora, è nelle mani dei decisori. Tutto, tranne la nostra libera coscienza.«La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi», scrisse Karl von Clausewitz nel saggio “Della guerra”. Il conflitto bellico «non è dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi». Questo potrebbe contribuire a spiegare la natura squisitamente politica della guerra in corso, mentre si minacciano gli ultimi cittadini liberi: li si potrebbe braccare, stanandoli “casa per casa”, se ancora si ostinassero a resistere a un ricatto imposto con la più spudorata delle menzogne, quella della fanta-pozione che arginerebbe il fanta-morbo incontenibile. Sotto questo aspetto è persino irrilevante, ormai, l’atteggiamento di chi seguita a discorrere di politica (come se fossimo ancora in tempo di pace), magari calandosi – come fanno tutti i partiti – nelle gustose, amene trame quirinalizie.
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L’apartheid farà a pezzi anche chi oggi si crede al sicuro
“Natale, allarme negli hotel: arrivi in diminuzione del 70 per cento”. Stanno portando un paese come l’Italia, in cui il turismo vale il 15% del Pil, alla distruzione, col placet della maggioranza della popolazione che crede nella narrazione pandemica e avalla l’apartheid di Stato. Non vi lamentate se non fate nulla per opporvi, questo è solo l’inizio, prima o poi toccheranno anche l’orticello di quelli che si credono furbi perché obbedienti. (…) Fanno più ribrezzo gli artefici del regime, i collaborazionisti o gli utili idioti, che non hanno capito nulla ma aderiscono con entusiasmo all’apartheid di Stato? Ormai la nostra società è così malata, resa psicotica da decenni di subcultura neoliberista, basata su una narrazione irreale e aridamente materialista, da non rendersi conto del proprio stato di delirio.
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Uomini e topi: si può immaginare qualcosa di più sordido?
Si può immaginare qualcosa di più sordido, in un paese occidentale, dell’impudenza con cui il tecno-burocrate più pericoloso d’Europa finge di intervenire in materia sanitaria al solo scopo di ottenere la sottomissione dei sudditi, dopo essersi rifiutato – letteralmente – di adottare misure essenziali per la protezione della popolazione, raccomandate da centinaia di medici? Caduti anche gli ultimi veli della grande finzione politico-pandemica, il punto dirimente – la scandalosa, perdurante rinuncia ad adottare opportuni protocolli terapeutici domiciliari, per un’affezione normalmente curabile da casa – mette a nudo il reale intento del potere internazionale che sta utilizzando l’Italia come cavia e come battistrada. Obiettivo: provare ad archiviare quel che resta della democrazia liberale, in Occidente, con le sue Costituzioni antifasciste, come quella italiana, messa a guardia di uno Stato di diritto che, nella sostanza, sembra non esistere quasi più.L’oltraggiosa, ipocrita narrazione incarnata dal tecno-bankster di ieri propone un orizzonte sterilizzato e disanimato, un’economia della disciplina destinata a bestiame d’allevamento, sottoposto alle condizionalità “cinesi” della buona condotta: attraverso la forzata digitalizzazione a punteggio resa tendenzialmente permanente, alcuni ex cittadini saranno “più uguali” degli altri. A stroncare il dissenso silenziando la verità provvedono i grandi media, che paiono tornati ai fasti dell’Ancien Régime (i tempi d’oro del crimine indisturbato, quando si poteva dire impunemente che “la mafia non esiste”). In tanti hanno atteso – vanamente, finora – un sussulto, dalla parte della magistratura, o almeno uno scatto di dignità proveniente dal fronte della politica. Nulla di tutto ciò. Al contrario: si tessono trame per portare al Quirinale proprio l’uomo che ha infine commissariato apertamente il paese, per conto di poteri che gli italiani non conoscono. La partita è planetaria, costellata di bluff e doppi giochi. Ma gli italiani – ora lo vedono – sono soli.Sono soli gli insegnanti che finora avevano resistito all’imposizione mendace, spacciata per salvifica. Sono soli i militari e gli agenti delle forze dell’ordine, a loro volta – uno su cinque, si calcola – decisi a non subire quella che interpretano come una violazione abusiva, probabilmente anche rischiosa, ma soprattutto inaccettabile perché palesemente inutile. Sono soli tutti gli altri italiani, tutte le altre categorie professionali: capiscono che i prossimi saranno loro, a dover subire il ricatto. Solo un cieco potrebbe non vedere quello che sta accadendo: i sieri genici sperimentali, acquistati a tonnellate, non hanno alcuna efficacia nel tutelare il corpo umano dall’affezione che ha letteralmente ipnotizzato l’Occidente dalla primavera 2020. Non solo: uno sguardo alla geografia rivela come gli attuali guai sanitari – “pandemici” e non – investano proprio le aree dove più largamente è stata imposta la profilassi genica, cioè l’Europa e il Nord America (con l’eccezione degli Stati “trumpiani”, come Texas e Florida, dove la somministrazone dei sieri è stata irrisoria).Mentre il filosofo e politologo Massimo Cacciari esprime il suo radicale dissenso, di fronte alla deriva civile e giuridica in corso, un’economista come Ilaria Bifarini – autrice del saggio “Il Grande Reset” – oggi arriva a interrogarsi sulla possibile, vera natura (recondita, inconfessabile) dell’ostinazione autoritaria nel voler infliggere – a tutti, prima o poi – il fatidico inoculo del siero genico: non sarà – si domanda – che possa avere un qualche fondamento, il timore avanzato da chi parla apertamente di “depopolamento” della componente occidentale della popolazione mondiale, magari attraverso una campagna (mascherata) di vera e propria sterilizzazione di massa, visto l’incomprensibile ricorso al trattamento genico anche per i bambini? Di nuovo: la carta geografica rivela come il disastro “virale” stia letteralmente travolgendo paesi come Israele e persino l’enclave di Gibilterra, dove i “vaccinati” sono il 100%.Per contro, dal problema sembrano sostanzialmente escluse vaste aree del mondo: i paesi arabi, l’India e molte aree dell’Asia, lo stesso Giappone, l’intera Africa, buona parte della Cina e persino la Russia (il boom di “contagi” dichiarati, di cui parla la stampa nostrana, in realtà è relativo quasi solo all’estrema Siberia; e il caso di Mosca, cioè l’enfatizzazione dell’emergenza, deriverebbe essenzialmente dal ruolo politico del sindaco della capitale, ostile a Putin – che finora si è opposto al paradigma “pandemico”, cinese e occidentale, al quale sono invece allineati la Casa Bianca e i leader europei). In altre parole: il dramma – fondato sulla non-politica sanitaria e sulla rinuncia alle terapie precoci – investe proprio i paesi sottoposti a tappeto alla campagna genica di massa. Nel mirino, quindi, anche l’Australia e la Nuova Zelanda, anch’esse abitate dall’“uomo bianco occidentale”, vera e propria vittima sacrificale – a quanto pare – del delirio inarrestabile a cui stiamo assistendo.A fare da bersaglio sono i paesi avanzati, industriali, in cui i media – sfidando il ridicolo – usano ancora il termine “immunizzazione” come sinonimo di “vaccinazione”, sempre fingendo di non sapere che quelli in distribuzione non sono affatto vaccini, non immunizzano proprio nessuno e però vengono proposti come unica soluzione possibile per prevenire una patologia facilmente risolvibile con farmaci ordinari. E’ proprio lo scempio della verità a far temere il peggio, da parte dei più pessimisti: molti analisti affermano ormai di sentirsi in pericolo, vedendo violate le loro residue prerogative democratiche. Libertà e diritti? Tranquillamente calpestati, per decreto, sulla scorta di una spudorata menzogna. Una narrazione ormai totalitaria e divisiva, aggressiva, minacciosa, che oggi – in Italia – diventa formalmente intimidatoria, per bocca dell’oligarca sistemato a Palazzo Chigi con il mandato (visibile) di applicare alla lettera le disposizioni dell’Unione Europea per mettere fine alla diversità socio-economica italiana.Chi non manca di parlare di “eterogenesi fini” noterà che proprio l’aggressività autoritaria del governo-fantasma sta aprendo gli occhi a milioni di italiani: le ultimissime restrizioni sfornate dal Consiglio dei Ministri potrebbero anche essere interpretate come un gesto quasi disperato, da parte di un potere frustrato dalla tenace resistenza di vasti strati della popolazione, regolarmente criminalizzati e insultati dai media. Non si tratta solo dei tantissimi renitenti all’inoculo: rabbia e amarezza animano anche chi non perdona, al governo, di aver imposto misure alle quali ci si è piegati contro la propria volontà. Misure considerate arbitrarie, potenzialmente pericolose e – soprattutto – completamente inutili, sul piano sanitario, inflitte ignorando colpevolmente le altre misure (utili, essenziali, fondamentali) raccomandate dai medici che, a partire dal 2020, hanno regolarmente guarito – da casa – decine di migliaia di cittadini colpiti dall’affezione influenzale che sembra essersi impossessata del mondo occidentale.Al netto degli ipocondriaci e degli ingenui, qualcuno riesce a non vedere – nell’introduzione di restrizioni presentate per l’ennesima volta come solo temporanee – l’instaurazione di una sorta di regime, fondato sul controllo assoluto dei comportamenti e sulla fine sostanziale delle libertà democratiche, con buona pace degli amatissimi diritti umani? Sembrano quasi umoristiche, le motivazioni addotte dal prestigiosissimo primo ministro: scongiurare nuovi lockdown, evitare di far collassare un’altra volta l’economia. Un romanzo come “Uomini e topi”, capolavoro letterario del comunista americano John Steinbeck, potrebbe offrire spunti universali: a che serve lavorare come topi (cinesi), se in cambio occorre smettere di vivere come liberi essere uomini? Interrogativi drastici, ormai diffusissimi: fin dove si arriva, lungo la strada che nel Novecento fu lastricata di lugubri dittature?La sensazione è quella di essere di fronte a un cambio epocale di civiltà: uomini e topi non possono più coesistere come prima, alla pari, neppure volendolo. Gli scienziati la chiamerebbero “speciazione”: è il divorzio evolutivo che, a un certo punto, separa il prima dal dopo. Qualcosa di profondamente antropologico e forse irreversibile: l’atto d’imperio comporta l’obbligo di accettarlo o meno. L’aspetto probabilmente più sinistro, in questa immane tragedia, è l’ostinata rimozione della verità: a una intera comunità, in altre parole, non si può chiedere di entrare in un’altra dimensione, se questa è fondata sulla più vile e spregevole falsificazione dei fatti. Passeranno certamente alla storia, i falsificatori: non saranno dimenticati. E se ora stringono il cappio attorno al collo di milioni di persone per salvare, come sostengono, il sacro fatturato natalizio, la cosa migliore che si possa fare – replicano alcuni resistenti – è proprio l’astensione: dal lavoro e dai consumi. Sarebbe un atto squisitamente politico e anche morale, da parte degli esseri umani: far sapere che non intendono lasciarsi trasformare in topi.(Giorgio Cattaneo, 25 novembre 2021).Si può immaginare qualcosa di più sordido, in un paese occidentale, dell’impudenza con cui il tecno-burocrate più pericoloso d’Europa finge di intervenire in materia sanitaria al solo scopo di ottenere la sottomissione dei sudditi, dopo essersi rifiutato – letteralmente – di adottare misure essenziali per la protezione della popolazione, raccomandate da centinaia di medici? Caduti anche gli ultimi veli della grande finzione politico-pandemica, il punto dirimente – la scandalosa, perdurante rinuncia a varare opportuni protocolli terapeutici domiciliari, per un’affezione normalmente curabile da casa – mette a nudo il reale intento del potere internazionale che sta utilizzando l’Italia come cavia e come battistrada. Obiettivo: provare ad archiviare quel che resta della democrazia liberale, in Occidente, con le sue Costituzioni antifasciste, come quella italiana, messa a guardia di uno Stato di diritto che, nella sostanza, sembra non esistere quasi più.
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La domenica delle salme, ma come nelle barzellette
Come nelle barzellette di una volta: c’erano un italiano, un francese, un tedesco e un americano. L’inglese aveva tagliato la corda, il russo non si era nemmeno presentato. Il cinese era ovunque, ma fingevano di non vederlo. L’americano invece stava su tutti i giornali, per via dei suoi trionfi planetari nelle gare di rutti. Imbarazzante? Non più delle modalità che lo avevano condotto alla Casa Bianca. Così, quei simpaticoni ogni tanto si incontravano, nei loro summit. Tema: salvare il mondo (come nelle barzellette). Qualcuno voleva diventare Papa, qualcun altro – più modestamente – presidente. Quello travestito da dittatore l’avevano appena fatto santo. I grandi elettori applaudivano, terrorizzati, mentre il centro delle città si riempiva di armigeri e reticolati. Non votava più nessuno, non era più di moda: i comuni mortali dovevano rassegnarsi a obbedir tacendo, col braccio tatuato dal codice a barre. Era consentito ridere, ma solo se autorizzati. La voglia di ridere, comunque, era passata a tutti.E poi che noia, quegli italiani fragorosi e senza fantasia. Pronti ad assieparsi (pericolosamente) in centro, anziché sparire nelle periferie. Perché non si smaterializzano? Perché non scompaiono per sempre, lontano dagli occhi e dal cuore? Perché non lasciano che a presidiare le strade – come nella “Domenica delle salme” – sia il gas esilarante, asperso con amore dai venerabili sacerdoti della rettitudine? Così pensava, allora, il sopravvivente medio, affetto da quieto cretinismo. Diceva, a se stesso: come non apprezzare l’onniveggente provvidenza del buon pastore? Perché ostinarsi a ignorare gli sforzi titanicamente profusi per garantire allo zoo un avvenire migliore di quello toccato in sorte dopo l’infelice epidemia di angoscia? Proprio come nelle barzellette, quelle di una volta: la sfortuna si era malauguratamente abbattuta sul reame, seminando lutti, ma poi – finalmente – la coalizione dei buoni aveva preso il sopravvento, scongiurando le peggiori conseguenze. Certo, erano stati richiesti i necessari sacrifici: toccava soffrire ancora, tutti insieme; ma solo per poter festeggiare, un giorno, lo scampato pericolo.Come nelle barzellette, fingevano che esistessero ancora le norme partorite dalle rovine dell’ultima guerra visibile, onestamente dichiarata. Poi le dichiarazioni di guerra erano venute meno: era diventato preferibile farle, le guerre, ma senza più avvertire nessuno. Così, come nelle barzellette, c’erano state sfortunate crisi, incidentali terrorismi, occasionali emergenze. Solo per comodità cosmetica, oltre che per dare l’impressione di una parvenza di normalità, partiti e sindacati non erano ancora stati formalmente smantellati: di tanto in tanto pigolavano ancora, biascicavano qualcosa di graziosamente irrilevante. Come nelle barzellette, fingevano sempre di dividersi in Orazi e Curiazi, e davano a credere che fossero loro, a prendere le decisioni. Nel solenne autunno del 2021, in un clima di letizia universale ulteriormente rallegrato dall’incombente, fatale censimento dei bambini, trovavano anche il tempo di dedicarsi al più ameno dei passatempi: la sensazionale elezione del futuro presidente della Repubblica.Come nelle barzellette di una volta: c’erano un italiano, un francese, un tedesco e un americano. L’inglese aveva tagliato la corda, il russo non si era nemmeno presentato. Il cinese era ovunque, ma fingevano di non vederlo. L’americano invece stava su tutti i giornali, per via dei suoi trionfi planetari nelle gare di rutti. Imbarazzante? Non più delle modalità che lo avevano condotto alla Casa Bianca. Così, quei simpaticoni ogni tanto si incontravano, nei loro summit. Tema: salvare il mondo (come nelle barzellette). Qualcuno voleva diventare Papa, qualcun altro – più modestamente – presidente. Quello travestito da dittatore l’avevano appena fatto santo. I grandi elettori applaudivano, terrorizzati, mentre il centro delle città si riempiva di armigeri e reticolati. Non votava più nessuno, non era più di moda: i comuni mortali dovevano rassegnarsi a obbedir tacendo, col braccio tatuato dal codice a barre. Era consentito ridere, ma solo se autorizzati. La voglia di ridere, comunque, era passata a tutti.
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Giovagnoli: salviamo i bambini. Fermiamo l’Italia: adesso
Ci siamo: ora vogliono i nostri bambini. Michele Giovagnoli non ha dubbi: è scattato l’ultimo conto alla rovescia, quello che punta a estendere la “vaccinazione” Covid ai piccoli. La notizia viene dagli Usa: via libera alle dosi “geniche” anche per i bambini, a partire dai 5 anni di vita. Sembra un’escalation inesorabile, dice “l’alchimista degli alberi”, da mesi in giro per le piazze italiane a rilanciare il suo monito. Ora, a quanto pare, già si intravedono i titoli di coda: «Fidatevi, presto toccherà anche ai neonati». Questi, almeno, i piani dei decisori. Chi sono? «Guardateli negli occhi: non fanno parte della nostra stessa umanità. Sono esseri “antichi”, vengono dal freddo: si nutrono della nostra sofferenza, sottomettendoci con l’arma eterna della paura». Come opporsi? Nell’unico modo possibile: smettendo di lavorare, tutti insieme, per qualche settimana. «Senza Green Pass siamo costretti a restare a casa? Bene, restiamoci. Ma facciamolo adesso: domani sarà troppo tardi».Incubi apocalittici? Uno sguardo alle news – quelle relegate sul web – non è esattamente confortante. Sono centinaia, i medici che denunciano la “strage silenziosa” in corso: le reazioni avverse, dopo il fatale inoculo, sarebbero infinitamente superiori a quelle registrate nel bilancio ufficiale dei problemi sanitari correlabili con l’iniezione. La stessa agenzia di farmacovigilanza dell’Ema, peraltro, lo ammette: a fine agosto erano 24.000 le morti sospette, in Europa, senza contare i 2 milioni di cittadini costretti a ricorrere al medico dopo aver ricevuto il siero. Tutta la vicenda, in realtà, sembra un viaggio nella follia: è accertato che i “vaccini Covid” non proteggano chi li ha ricevuti (e neppure che garantiscano di mitigare, almeno, gli effetti peggiori della patologia). In più, i “vaccinati” restano contagiosi: e nonostante questo, ai sanitari è stato imposto il Tso. Va da sé: moltissimi medici sono stati sospesi dal servizio. Le notizie ufficiali? Contraddittorie, reticenti, false, ridicole. Quasi quanto le teorie dei virologi dell’establishment.Ogni giorno si apre con una nuova, tragica barzelletta: chi aveva subito l’inoculo del siero “monodose” Johnson (a vettore virale, come l’AstraZeneca) ora scopre di doversi sottoporre al richiamo: da effettuare però con un preparato di tipo genico, a mRna (Pfizer o Moderna). Aziende affidabili, com’è noto: Pfizer – ricorda Massimo Mazzucco – vanta un vero e proprio record, quanto a sanzioni e procedimenti giudiziari subiti, per le imputazioni più disparate. Eppure: proprio ora ha ricevuto l’ennesima maxi-commessa, che porta a 90 miliardi di dollari il bottino del suo fatturato “vaccinale” Covid. Grande sponsor: il potere che utilizza, come prestanome, l’anziano Joe Biden. Che però ha contro mezza America: gli Stati repubblicani – in testa il Texas e la Florida di Ron De Santis – minacciano guerra: disobbedienza assoluta, di fronte alle imposizioni federali della Casa Bianca. L’altra trincea, ovviamente, è l’Italia: passata dalla gestione “cinese” di Conte (lockdown, coprifuoco) a quella non meno autoritaria di Draghi, ieri Mister Euro e oggi Mister Green Pass.Dopo aver inondato con gli idranti i portuali di Trieste, l’ex Super-Mario non ha esitato a cacciare da Roma (per un anno intero) l’indomito Stefano Puzzer. E soprattutto: nel mondo più ignobile, il governo continua a ignorare l’esistenza delle terapie domiciliari, efficacissime se tempestive. Schiacciante il report esibito dai medici di “Ippocrate”: 60.000 pazienti curati e guariti senza muoverli da casa, evitando il ricovero. Già questo – prima ancora di qualsiasi dubbio sui sieri sperimentali, che spaventano molti scienziati (tra cui Luc Montagnier) – dovrebbe chiudere la discussione in partenza: perché mai ricorrere a una profilassi specifica, per affrontare un problema che si risolve da casa, in pochi giorni? E perché mai – di conseguenza – arrivare addirittura a limitare la democrazia (ignorando la Costituzione) pur di costringere tutti, prima o poi, a subire lo stramaledetto Tso?Questo è il punto: il “vaccino”, dice il filosofo Giorgio Agamben, è solo l’espediente per accedere al Green Pass, il quale – a sua volta – non è che il primo step della digitalizzazione universale, squisitamente zootecnica, enunciata a Davos. Il Grande Reset, per “formattare” la popolazione del pianeta (meglio, quella occidentale) onde arrivare alla post-umanità che qualcuno sogna da tempo. E’ già chiuso in partenza, il match? Non è detto: paesi come l’India e la Russia stanno facendo argine, contro questa deriva. Ed è scioccante che siano proprio gli Stati formalmente democratici a fare a pezzi il sistema dei diritti su cui si sono basati per decenni. Colpisce l’insistenza con cui ci si accanisce sui cittadini, con l’arma del ricatto, a fronte di una minaccia sanitaria decisamente contenuta (e che le terapie domiciliari, tuttora negate, rimpiccioliscono ulteriormente). Sfuggono le risposte a precise domande. Perché, tutto questo? E perché proprio adesso?Nello specifico: cos’è che motiva la gran fretta che mostrano i burattini del G20, pronti a manipolare anche la crisi ecologica pur di mettere in piedi un regime universale dogmatico e fondato su crescenti costrizioni? Michele Giovagnoli opta per una spiegazione palingenetica: in palio vi sarebbe una sorta di epocale cambiamento antropologico. Tecnicamente, la fine dell’essere umano per com’è oggi: potenzialmente libero, anarcoide, gioioso e imprevedibile. Riassume Giovagnoli: prima hanno spaventato gli anziani, ricorrendo alle stellette di un generale. Poi sono passati ai giovani, con il ricatto: senza “vaccino”, niente più sport e svaghi. Terza mossa, ulteriormente brutale: il Green Pass, in cambio del permesso di continuare a lavorare. E adesso, anche i bambini: per i quali, notoriamente, il rischio-Covid è pari a zero. Perché allora sottoporre anche loro al trattamento sanitario obbligatorio?Non è facile restare lucidi di fronte alla voragine della ragione. Uno spettacolo ormai quotidiano: si continuano a contare “casi” (contagi) come se fossero un dramma. E si enfatizzano i (pochi) ricoveri: tutti pazienti tuttora non curati, ma lasciati ad aggravarsi nelle loro case. I media chiamano “immunizzati” i soggetti che hanno ricevito il siero. Sanno benissimo di mentire: quei “non-vaccini” non immunizzano proprio nessuno. Ma, a maggior ragione: se i “vaccini Covid” proteggessero davvero, che motivo avrebbero – i “vaccinati” – di temere i cittadini non sottoposti all’inoculo? Due più due fa quattro, si diceva un tempo, quando ancora i cervelli non erano ipnotizzati dalla psicosi di massa. E dunque: perché vogliono digitalizzare tutti, ad ogni costo? E’ ovvio che il Covid è solo un pretesto. E prima o poi, anche i ciechi se ne accorgeranno. Ma, appunto: allora – dice Michele Giovagnoli – sarà troppo tardi. L’irrimediabile sarà già avvenuto: «Quando si arriva a mettere gli occhi sui bambini, significa una sola cosa: che la nostra civiltà è agli sgoccioli, perché il futuro verrà drasticamente ipotecato, per sempre».Giovagnoli evoca la riaccensione del “femminino”, come protezione ancestrale dell’umanità, sottoposta da millenni a una sorta di dittatura maschilista. Per questo, fa apertamente il tifo per l’assemblea delle donne (“Venere Vincerà”) guidata da Nunzia Alessandra Schilirò il 14 novembre a Firenze. «Da sempre – riassume l’alchimista – chi ha dominato l’umanità ha ripetuto gli stessi tre gesti, sempre uguali: nascondere la conoscenza, staccare l’uomo dalla natura e mortificare il femminile». Per Giovagnoli, le prime avvisaglie del piano che ormai punta anche ai bambini sono l’ultimo campanello d’allarme. «Non avete ancora capito – insiste – che fermarci, tutti insieme, è il solo modo per scongiurare il peggio? E attenzione: il momento è adesso, domani sarà tardi. E’ inutile andare in piazza a scandire slogan. Occorre invece disertare il lavoro per qualche settimana. E’ l’unica arma che abbiamo: ma è anche la più efficace, la più temuta. Fermare l’Italia, adesso, per arrivare a una paralisi economica. E’ l’unico modo per bloccare il “mostro” che ci sta aggredendo: se invece l’Italia si arrende, il resto dell’Occidente la seguirà. Quindi tocca a noi, oggi: facciamolo, in nome dei nostri bambini».Ci siamo: ora vogliono i nostri bambini. Michele Giovagnoli non ha dubbi: è scattato l’ultimo conto alla rovescia, quello che punta a estendere la “vaccinazione” Covid ai piccoli. La notizia viene dagli Usa: via libera alle dosi “geniche” anche per i bambini, a partire dai 5 anni di vita. Sembra un’escalation inesorabile, dice “l’alchimista degli alberi”, da mesi in giro per le piazze italiane a rilanciare il suo monito. Ora, a quanto pare, già si intravedono i titoli di coda: «Fidatevi, presto toccherà anche ai neonati». Questi, almeno, i piani dei decisori. Chi sono? «Guardateli negli occhi: non fanno parte della nostra stessa umanità. Sono esseri “antichi”, vengono dal freddo: si nutrono della nostra sofferenza, sottomettendoci con l’arma eterna della paura». Come opporsi? Nell’unico modo possibile: smettendo di lavorare, tutti insieme, per qualche settimana. «Senza Green Pass siamo costretti a restare a casa? Bene, restiamoci. Ma facciamolo adesso: domani sarà troppo tardi».
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Virus, vaccini, clima, 5G, Ufo: perché proprio adesso?
Perché proprio adesso? La domanda può sembrare fuori luogo, ma probabilmente non lo è. Il pianeta è sottoposto a uno stress-test senza precedenti, nella storia contemporanea. Una congiuntura più che allarmante, fatta di eventi concentrici e convergenti, spesso traumatici, comunque sconcertanti. Tutti eventi pressoché contemporanei, a partire dal più problematico: perché l’operazione Covid è scattata proprio adesso? Un piano dal respiro planetario, che tende a instaurare un controllo totale sulle persone, attraverso la gestione ultra-emergenziale di una strana epidemia influenzale. E perché proprio adesso una certa élite spinge per la digitalizzazione sistematica dell’essere umano, utilizzando – come primo passo – proprio la schedatura di massa ottenuta con la leva “vaccinale”? E poi: perché proprio adesso imporre l’inoculo di un preparato genico controverso e ancora sperimentale, ben poco efficace come misura di protezione, nei confronti – oltretutto – di un patologia molto meno pericolosa di tante altre, facilmente curabile nella maggior parte dei casi?Inoltre: perché, proprio adesso, introdurre la prassi “vaccinale” universale, in previsione della ventilata, progressiva diffusione di nanochip corporei? Qualcuno dirà: è il progresso, tutto qui. Altri alzeranno barricate, evocando il Grande Reset annunciato a Davos: non un oscuro complotto, ma – al contrario – un progetto di ingegneria sociale (e bio-politica) apertamente esposto. Colpiscono le concomitanze, piuttosto ridondanti, che fanno da corollario all’avvento dell’Era Pandemica: per esempio l’estensione della copertura Internet in ogni angolo del globo e la capillare diffusione della rete wireless 5G, supportata da milioni di antenne e migliaia di satelliti. Altra domanda: perché proprio adesso – parallelamente – è diventata ormai vistosa l’attività di geoingegneria atmosferica, condotta attraverso il rilascio quotidiano (da parte degli aerei) di scie biancastre e persistenti, fino a velare regolarmente il cielo sereno? Ancora: perché proprio adesso – dopo decenni di “negazionismo” ufficiale – viene improvvisamente sdoganata la presenza, sempre nei cieli, di oggetti volanti definiti “non identificati”, cioè teoricamente non rispondenti ad alcunché di noto, a livello terrestre?In questo mosaico di fenomenologie non ancora del tutto spiegate in modo convincente, c’è chi include anche l’anomalia dell’atteggiamento del Vaticano. Ovvero: perché, in un momento come questo, la Santa Sede ha avallato – senza esitazioni – tutte le ferree imposizioni dei governi, che hanno provocato enormi sofferenze sociali? E infine: perché, proprio adesso, viene imposta ufficialmente la narrazione ecologistica incarnata dal personaggio Greta Thunberg? E’ notorio, purtroppo, l’impatto antropico sull’ecosistema terrestre: le attività industriali e i consumi di massa hanno aggravato in modo drammatico l’inquinamento dell’aria, delle acque e dei terreni. E allora perché non concentrarsi sull’avvelenamento della Terra? Perché puntare il dito sulle variazioni climatiche, storicamente sempre avvenute per effetto dell’attività solare? E’ possibile che nell’alterazione delle temperature vi sia anche il (minimo) concorso dell’umanità; ma perché dichiarare che, invece, sia l’uomo il vero responsabile del riscaldamento? Perché – proprio adesso – lasciare che venga messo in disparte il vero problema (l’inquinamento, l’erosione delle risorse naturali) per collegare il clima alla soluzione preconfezionata dalla finanza, cioè il “reset” globale emblematizzato dall’auto elettrica?Clima, ambiente, virus e obblighi vaccinali, digitalizzazione universale, “scie chimiche” e reti wireless. E poi Ufo, cibernetica, “quarta rivoluzione industriale”. Su ogni singolo aspetto dell’assillante attualità di oggi, l’establishment fornisce risposte reticenti o contraddittorie, censurando volentieri ogni voce critica. Il che, inevitabilmente, alimenta anche i più fantasiosi “complottismi”, che finiscono per intorbidire la corretta percezione delle analisi eterodosse, quelle scomode perché serie e documentate. Il clima? Tutta colpa nostra. Il Covid-19? Uno sfortunato incidente. I “vaccini” genici? L’unica soluzione possibile (scartando quindi le terapie: che invece funzionano benissimo). Il Green Pass? Inevitabile. Le scie nel cielo? Niente di cui preoccuparsi: sciocchezze. Le antenne 5G? Innocue. L’interazione uomo-macchina, tramite nano-tecnologie anche inoculabili, oltre che inseribili nel corpo umano mediante microchip? Tutte straordinarie opportunità. Gli Ufo? E’ vero, esistono: ma si chiamano Uap, e non si ha idea di cosa possano essere. Astronavi aliene? Forse. Dunque esistono, gli alieni? Certo: lo ha dichiarato il generale Haim Eshed, già a capo della sicurezza aerospaziale israeliana.Secondo i teorici della paleoastronautica, gli alieni sono qui da sempre e controllano i destini dell’umanità. Il sumerologo Zecharia Sitchin rileva la presenza della “fabbricazione aliena” dell’Homo Sapiens nei testi mesopotamici. Parallelamente, il biblista Mauro Biglino riscontra nella Genesi una analoga “fabbricazione”, sempre genetica, da parte della comunità degli Elohim. Niente di così strano, osserva Biglino: tutti i “racconti delle origini” alludono al ruolo dei Figli delle Stelle nella nascita dell’umanità, che poi ha voluto chiamare dèi i suoi “padri celesti”, trasformandoli in materia religiosa. Chi segue con attenzione questi contributi culturali sa benissimo che ci staremmo avvicinando a un momento fatidico, l’inizio del 2024: un possibile punto di svolta. Gli studiosi di astrologia confidano nel carattere “rivoluzionario” dell’ingresso di Plutone in Acquario. Tra chi osserva il cielo dal punto di vista astronomico, invece, non manca chi parla dell’avvento di una nuova “era precessionale”, tale da mutare il corso della storia in termini pluri-millenari.Uno degli argomenti più controversi è il presunto avvicinamento del misterioso Pianeta X, il Nibiru dei Sumeri: lo sfioramento orbitale – si teme – potrebbe comportare cataclismi devastanti. Altri ancora sono convinti che dal 2024 potrebbe non essere più occultabile la presenza di nuovi visitatori dallo spazio, probabilmente ostili a quelli che – secondo l’ufologo Roberto Pinotti – sono attualmente presenti sulla Terra (come confermato dallo stesso Eshed) e controllano direttamente l’azione dei governi. Eshed parla addirittura di “basi condivise”, nell’ambito di una Federazione Galattica, localizzate sul nostro pianeta ma anche sulla Luna, su Marte e su altri corpi celesti del Sistema Solare. In ambito mitologico, poi, la tradizione dei Misteri Eleusini (che permeò segretamente anche il Rinascimento italiano, tramite le fratellanze orfiche e pitagoriche) parla in modo esplicito del ritorno dei Titani, le divinità che secondo Esiodo sarebbero state “sfrattate” dagli dèi olimpici dell’antica Grecia, quelli descritti nei poemi omerici.I Titani? Si tratterebbe di “divinità” extraterrestri provenienti da Tau-Ceti. Ebbene: 80.000 anni fa avrebbero dato vita a un particolare progenitore dell’uomo bianco occidentale, il Cro-Magnon, diffusosi a partire dall’Atlantide minuziosamente descritta da Platone nel “Timeo” e nel “Crizia” sulla scorta di precise fonti egizie. Nulla che oggi sia politicamente spendibile, s’intende: l’archeologia ufficiale si rifiuta categoricamente di concorrere a una possibile riscrittura dei nostri esordi, nonostante la scoperta dell’origine americana del rame presente a Creta, proveniente dalle miniere dell’Isle Royale sul Lake Superior (Michigan) fondate nel 3700 avanti Cristo. E’ ancora “archeologia proibita” quella che propone la reale datazione delle piramidi, molto più antiche della civiltà dei faraoni, mentre – per fortuna – alcuni siti emersi recentemente (come quello di Göbekli Tepe in Turchia) costringono anche le università ad arrendersi all’evidenza: sul nostro pianeta era presente una civiltà evolutissima e molto più anziana di quelle mesopotamiche o di quelle della Valle dell’Indo.Proprio l’archeologia non ufficiale, che ha rinvenuto in Bosnia piramidi datate 30.000 anni (e in Sudafrica gli indizi di una possibile “metropoli mineraria” fondata addirittura 200.000 anni fa) sta compiendo passi da gigante, intrecciando le sue scoperte con il lavoro di geologi e climatologi, epigrafisti, astronomi, palentologi. Sta prendendo forma una possibile verità alternativa, sulla nostra vera storia? Parrebbe. E il processo sembra perfettamente speculare rispetto alle tappe della clamorosa “disclosure” aliena, avviata dal Pentagono. Per chi ama divertirsi a “unire i puntini”, nel dubbio che passato e futuro possano arrivare a toccarsi, sembra prossima l’ora di rivelazioni definitive, a una manciata di mesi dal fatidico 2024. Nel frattempo, lo spettacolo di fronte ai nostri occhi non è equivocabile, almeno sotto l’aspetto cronologico. I virus e i “vaccini digitali”, la possibile cyber-umanità. E poi le scie nel cielo, gli Ufo, le treccine di Greta. Perché adesso, tutto insieme, di colpo? Perché tanta fretta? Che bisogno c’è, di far precipitare il mondo in un’emergenza infinita, utilizzata per imporre cambiamenti planetari e immediati?Perché proprio adesso? La domanda può sembrare fuori luogo, ma probabilmente non lo è. Il pianeta è sottoposto a uno stress-test senza precedenti, nella storia contemporanea. Una congiuntura più che allarmante, fatta di eventi concentrici e convergenti, spesso traumatici, comunque sconcertanti. Tutti avvenimenti pressoché contemporanei, a partire dal più problematico. Dunque: perché l’operazione Covid è scattata proprio adesso? Un piano dal respiro planetario, che tende a instaurare un controllo totale sulle persone, attraverso la gestione ultra-emergenziale di una strana epidemia influenzale. E perché proprio adesso una certa élite spinge per la digitalizzazione sistematica dell’essere umano, utilizzando – come primo passo – proprio la schedatura di massa ottenuta con la leva “vaccinale”? E poi: perché proprio adesso imporre l’inoculo di un preparato genico controverso e ancora sperimentale, ben poco efficace come misura di protezione, nei confronti – oltretutto – di un patologia molto meno pericolosa di tante altre, facilmente curabile nella maggior parte dei casi?
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Green Pass, schedatura universale. Prima del fatale 2024
Raccontano gli appassionati di astrologia che il periodo che si aprirebbe il 22 gennaio 2024 potrebbe coincidere con l’inizio di una stagione epocale e liberatoria, per l’umanità, propiziata dallo “storico” ingresso di Plutone in Acquario. Qualcuno può pensare che siano favolette. Altri studiosi precisano: l’astrologia non determina mai cambiamenti così immediati, attorno a una data-spartiacque. Altri ancora, forse più prosaicamente, fanno notare come i portavoce del potere – anche se non lo ammetterebbero mai – siano attentissimi proprio alla simbologia energetica che presumono sia legata al moto degli astri: del governo Draghi non c’è un solo decreto, avverte Nicola Bizzi, che sia stato emanato in un giorno a caso, senza prima aver dato un’occhiata al cielo. A proposito: ha ben poco di astrologico, l’attenzione che Bizzi (e molti altri osservatori) concentrano sul “fatidico” 2024. Secondo alcuni, è vero, coinciderebbe con la nascita di una nuova “era precessionale”. Ma non si esauriscono qui, le voci sull’ipotetico traguardo in calendario. C’è ben altro, che bolle in pentola.
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Il Green Pass è solo l’inizio: vogliono portarci via tutto
Già da tempo, alle Nazioni Unite c’è un progetto che prevede di catalogare, classificare e schedare tutte le persone. Obiettivo: avere a disposizione tutti i dati fondamentali in un grandissimo database. E possibilmente con un microchip inserito, in modo che non sia più necessario portarsi in giro il tesserino, ma sia nel nostro corpo. Dal punto di vista di alcuni, questo è il preludio per il passaggio alla nuova valuta: l’euro digitale e il dollaro digitale. Questa situazione economica, che ai famosi “esperti” sta sfuggendo di mano, sta portando a un rischio di iper-inflazione che potrebbe mettere in crisi l’intero sistema. Parliamoci chiaro: nel momento in cui le persone cominceranno a far fatica a fare la spesa (e temo che succederà), iniziando a stentare a trovare i beni di prima necessità, cominceranno a vedere che il loro stipendio non sarà più sufficiente per arrivare a fine mese. E quindi cominceranno a dover ridurre in modo significativo il proprio standard di vita. Dal punto di vista sociale, è chiaro che una situazione come questa tende a diventare esplosiva, difficilmente gestibile.L’unico modo in cui possono evitare disordini è abituare la gente al fatto che, se vuoi mantenere il lavoro, devi cedere una serie di libertà. E il Green Pass è solo il primo passo: l’antipasto. Perché, nel quadro del Grande Reset, l’idea è di avere un sistema di “credito sociale”, dove la valuta sarà centralizzata: non ci saranno più in circolazione banconote. Sarà un sistema totalmente digitale, gestito direttamente dalla banca centrale (quindi, neanche più dalle banche singole che oggi ci forniscono prestiti, nonché l’accesso ai conti correnti). Tutto verrà dal sistema centralizzato, e questa moneta verrà erogata ai “meritevoli”: quindi, se non ti comporti bene, zac, ti togliamo la tua riserva, i fondi che avevi a disposizione. E tutto quello che fai viene controllato. Tra l’altro, tornando al Grande Reset, l’idea è che la gente si sposti in massa all’interno di edifici di cui non sarà più proprietaria, ma che avrà in affitto dallo Stato. Edifici che poi verranno controllati elettronicamente, in modo che – di nuovo – se non ti comporterai bene subirai il taglio del riscaldamento e di altri servizi. E questo, sempre da un punto di vista centralizzato: senza bisogno di mandare nessuno, sul posto.Analogamente, si pensa di eliminare l’uso delle automobili individuali, si prevede di passare ad auto prevalentemente elettriche (noleggiate, sempre con lo stesso criterio). Quindi, l’idea è: schedare le persone. Il Green Pass è l’inizio della schedatura globale. E questo fa parte del progetto, è un obiettivo dichiarato. Non è segreto: basta andare a vedere i documenti del World Economic Forum, piuttosto che delle Nazioni Unite. Già ci lavorano da tanto tempo, e con il Grande Reset questo piano vogliono realizzarlo. Anche perché non hanno più molto tempo. Il Green Pass sarà come la patente di guida: dovrà essere rinnovato. Regolarmente, dovrai presentarti al “tagliando” e avere il “bollino”. Questo è un sistema di controllo, che è esattamente quello che oggi vige in Cina. Più di metà degli americani ora l’hanno capito, e quelli che lo capiscono diventano sempre di più. Non è questione di cedere solo su questo punto: se cedi sul Green Pass, poi dovrai cedere su un altro punto e poi un altro ancora, e non ci sarà fine. Sarà una discesa, sempre più veloce: sempre meno arrestabile, e sempre più critica.(Roberto Mazzoni, dichiarazioni rilasciate a “Money.it” il 22 ottobre 2021, nell’intervista “Un nuovo regime totalitario?” condotta da Fabio Frabetti).Già da tempo, alle Nazioni Unite c’è un progetto che prevede di catalogare, classificare e schedare tutte le persone. Obiettivo: avere a disposizione tutti i dati fondamentali in un grandissimo database. E possibilmente con un microchip inserito, in modo che non sia più necessario portarsi in giro il tesserino, ma sia nel nostro corpo. Dal punto di vista di alcuni, questo è il preludio per il passaggio alla nuova valuta: l’euro digitale e il dollaro digitale. Questa situazione economica, che ai famosi “esperti” sta sfuggendo di mano, sta portando a un rischio di iper-inflazione che potrebbe mettere in crisi l’intero sistema. Parliamoci chiaro: nel momento in cui le persone cominceranno a far fatica a fare la spesa (e temo che succederà), iniziando a stentare a trovare i beni di prima necessità, cominceranno a vedere che il loro stipendio non sarà più sufficiente per arrivare a fine mese. E quindi cominceranno a dover ridurre in modo significativo il proprio standard di vita. Dal punto di vista sociale, è chiaro che una situazione come questa tende a diventare esplosiva, difficilmente gestibile.
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Freccero: sveglia, il Grande Reset ci ha dichiarato guerra
Sono sconvolto, a Trieste è morta la democrazia. Sono tremendamente preoccupato. La popolazione non vede il grande piano delle élites mondiali, il Grande Reset di Davos. Ne parla Klaus Schwab, il direttore del World Economic Forum nel suo ultimo libro “Covid-19, The Great Reset”. La pandemia è la motivazione giusta per mettere in atto una costrizione sanitaria, come già illustrato anni fa da Michel Foucault nel suo capolavoro “Sorvegliare e punire”, nel capitolo sul “Panottico”. La seconda tappa è la distruzione dell’economia reale. E questa passa attraverso l’Agenda Verde, la decrescita, le tasse sulle energie fossili. Pochi sanno che nel settembre 2019 la finanza mondiale era in procinto di implodere: un rischio reale di insolvenza delle banche. La soluzione, da parte delle banche centrali, è stata di emettere liquidità sui mercati, senza limiti di sorta. Ma per evitare di creare inflazione bisognava paralizzare i consumi delle popolazioni, imprigionandole nelle loro case con strumenti come i lockdown, il coprifuoco, le limitazioni ai viaggi e agli spostamenti.Altrimenti, come si sarebbe potuto imporre ai cittadini un’agenda tanto assurda? Da quando la pandemia è iniziata, le multinazionali moltiplicano i guadagni, mentre la gente comune è sempre più povera: questo la dice lunga. La gestione della pandemia si è fatta sulla scia del Grande Reset. Al resto basta il piano Schwab. L’obiettivo finale, da raggiungersi entro il 2030, è illustrato da uno slogan del Wef: nel 2030 non possederai nulla, ma sarai felice! Come? Con il fallimento delle piccole e medie imprese a favore di banche e multinazionali. Andiamo verso una nuova rivoluzione industriale, mostruosa. “La quarta rivoluzione industriale”, un altro libro di Schwab, spiega cosa deve accadere. L’uomo deve integrarsi con l’intelligenza artificiale, diventando un ibrido uomo-macchina. Questa ibridazione può essere fatta dall’esterno, con la tessera digitale, e dall’interno: con un chip. Per questo è venuta a volatilizzarsi la privacy, in ogni settore.E’ un processo legato a quest’ossessione del controllo che ha ispirato Schwab. Nei suoi testi è un elemento cardine. Porterà a un nuovo tipo di società con il fallimento del particolare e del nostro tessuto produttivo. Molti ridicolizzano questo scenario? Non c’è alcun complotto. Cosa è accaduto lo ha spiegato benissimo Warren Buffett, quando ha detto: «La lotta di classe esiste e l’abbiamo vinta noi, le élites». C’è una guerra in atto nell’informazione? Più che guerra direi che c’è una propaganda a senso unico. Accade perché le élites possiedono, oltre a tutta la ricchezza del pianeta, tutti i grandi gruppi di informazione: che sono così pochi da poter essere indicati con le dita della mano. Come la lotta di classe delle élites è stata vinta perché non aveva un antagonista, così anche la propaganda si è imposta in mancanza di antagonisti. Piuttosto oggi c’è una resistenza. Se la società è informazione, la resistenza oggi è resistenza mediatica.Con il passaggio dall’economia reale alla finanza, la lotta di classe ha cambiato segno. Nell’economia reale lo sfruttamento passava attraverso la proprietà dei mezzi di produzione; pertanto, la lotta di classe era fra padroni e operai. Nella finanza invece lo sfruttamento passa attraverso la moneta a debito. La nuova lotta di classe, quella di oggi, avviene tra le banche, che possono emettere moneta solo indebitando tutti gli altri, e il resto del popolo è oppresso dal debito. Questo “popolo dell’economia” non comprende solo gli operai, ma anche gli imprenditori, strangolati dal debito. Il serial “La casa di carta” è una grande allegoria di questa nuova lotta di classe: per questo ha avuto un così grande successo. Una banda di Robin Hood decide di svaligiare la banca centrale. Tutti pensano che usciranno da quella banca portando in spalla sacchi di banconote già stampate. Invece si barricano dentro e cominciano a stampare moneta.Nella lotta di classe tradizionale, la destra sono i padroni e la sinistra gli operai. La sinistra pertanto svolge un ruolo di parte attiva. Nella lotta di classe di oggi, la lotta è tra l’alto e il basso. Le élites oggi sono parte attiva, cioè conducono il gioco. Ma si gioca tra banche e popolo pieno di debiti. Cosa può fare, il popolo? Intanto può solo prendere coscienza. Ma la coscienza che può prendere il popolo non sembrano averla i sindacati, ancora appiattiti sul mito ottocentesco del lavoro come fonte di ricchezza. E in nome di questo lavoro sacrificano i diritti dei lavoratori. In questi due anni, poi, si è molto parlato di scienza e scienziati. Se dal lato epistemologico (cioè della filosofia della scienza) oggi la scienza si pone limiti rigorosi, dal lato della vulgata e della propaganda viene indicato come scientifico proprio ciò che si sottrae ad ogni verifica. Tutti coloro che esprimono dubbi sulla vaccinazione con i nuovi sieri sperimentali (scienziati compresi, perché la comunità è divisa) vengono additati come pazzi, untori, irresponsabili.Pensiamo ai vaccini: ci vengono imposti come scientifici senza aver terminato il ciclo di sperimentazione, previsto sul bugiardino nel 2023. Non a caso siamo obbligati a sottoscrivere il cosiddetto consenso informato per liberare da ogni responsabilità l’apparato, lo Stato, che ce li impone. È un assurdo scientifico. Inoltre, le persone vaccinate che chiedono più vaccinazioni credono che i vaccini proteggano dal virus e le vaccinazioni dal contagio. Non è così. Lo abbiamo visto dai numeri. Se i non-vaccinati fossero fanatici, come alcuni vaccinati, dovrebbero richiedere per legge l’allontanamento dei vaccinati. Diverse ricerche americane dimostrano che i Millennials e la Generazione Zeta sono quella parte della società che ha meglio accettato le misure governative di contenimento della pandemia e le campagne di vaccinazione. I Millennials sono nati e cresciuti in un grande Truman Show. Hanno imparato a usare i gadget digitali, prima di imparare a scrivere. Sono quella generazione nata e cresciuta insieme alle tecnologie digitali.I Millennials si identificano nelle tecnologie e vogliono salvare il mondo attraverso queste; sono consumatori che forse non si rendono conto di essere loro i primi ad essere consumati, perché necessari e strumentali alle web company e a chi le governa. A scuola hanno imparato gli obiettivi dell’Agenda 2030. Nel tempo libero socializzano on line e non dal vero. Questi ragazzi sono cresciuti praticando da sempre il distanziamento sociale ed il lockdown spontaneamente. Per questo li hanno accettati subito come naturali. Questa realtà era già la loro vita. E’ questo il dramma. Sta accadendo qualcosa di nuovo, in Italia? Le piazze piene di queste settimane. Per due anni siamo stati inerti, come paese, mentre tutto il mondo si ribellava. Eravamo in preda a un’ipnosi collettiva che ci paralizzava. Il Green Pass ha prodotto il miracolo. Orgogliose delle loro vittorie, le élites si sono divertite in questi anni a fare a pezzi, attraverso falsi obiettivi e un condizionamento martellante, il valore della solidarietà sociale. Ma prima sono arrivate le parole del vicequestore di Roma Schilirò, poi le piazze piene e oggi i portuali di Trieste. Mi sono commosso. Riportano in vita una parola che era cancellata dal nostro vocabolario: solidarietà. Bisogna ricominciare da lì.(Carlo Freccero, dichiarazioni rilasciate ad Antonio Amorosi per l’intrervista “La pandemia serve a distruggere l’economia, a Trieste è morta la democrazia”, pubblicata da “Affari Italiani” il 18 ottobre 2021).Sono sconvolto, a Trieste è morta la democrazia. Sono tremendamente preoccupato. La popolazione non vede il grande piano delle élites mondiali, il Grande Reset di Davos. Ne parla Klaus Schwab, il direttore del World Economic Forum nel suo ultimo libro “Covid-19, The Great Reset”. La pandemia è la motivazione giusta per mettere in atto una costrizione sanitaria, come già illustrato anni fa da Michel Foucault nel suo capolavoro “Sorvegliare e punire”, nel capitolo sul “Panottico”. La seconda tappa è la distruzione dell’economia reale. E questa passa attraverso l’Agenda Verde, la decrescita, le tasse sulle energie fossili. Pochi sanno che nel settembre 2019 la finanza mondiale era in procinto di implodere: un rischio reale di insolvenza delle banche. La soluzione, da parte delle banche centrali, è stata di emettere liquidità sui mercati, senza limiti di sorta. Ma per evitare di creare inflazione bisognava paralizzare i consumi delle popolazioni, imprigionandole nelle loro case con strumenti come i lockdown, il coprifuoco, le limitazioni ai viaggi e agli spostamenti.