Archivio del Tag ‘guru’
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Arriva una guerra mondiale: lo dicono i guru della finanza
Mentre Israele bombarda Gaza per colpire Hamas, alleato di ferro dell’Iran, all’indomani dello scandalo Petraeus che ha azzoppato la Cia e con essa il generale più prestigioso del Pentagono, i guru della finanza mondiale vedono ormai la guerra come destino imminente dell’umanità, o almeno dell’Occidente stritolato dai debiti: «Crediamo che la guerra sia un’inevitabile conseguenza della attuale situazione economica mondiale», avverte Kyle Bass, super-manager di hedge funds americani e fondatore di “Hayman Capital”. «Trilioni di dollari di debiti saranno ristrutturati – scrive Bass sul “Washington’s Blog” – e milioni di risparmiatori finanziariamente prudenti perderanno una percentuale rilevante del loro potere d’acquisto reale, esattamente al momento sbagliato nella loro vita: ancora una volta, il mondo non finirà, ma il tessuto sociale delle nazioni dilapidatrici sarà sfilacciato e in alcuni casi strappato. Purtroppo, guardando indietro nella storia economica, troppo spesso la guerra è la manifestazione di una semplice entropia economica sostenuta fino alla sua logica conclusione».
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Grillo: morti i partiti, salvare l’Italia toccherà a tutti noi
«Ora mi tocca diventare moderato, sennò questi partiti spariscono troppo rapidamente. La liquefazione del sistema è talmente veloce che domani rischiamo di svegliarci e non trovarli più. E poi come si fa? Non siamo pronti a riempire un vuoto così grande». Parola di Beppe Grillo, a colloquio con Marco Travaglio per l’intervista-fiume pubblicata il 13 giugno dal “Fatto Quotidiano”. Secondo gli ultimi sondaggi de “La7”, il Movimento 5 Stelle è attualmente il secondo soggetto politico italiano, davanti al Pdl e a soli 5 punti dal Pd. Questione di mesi, e anche il partito di Bersani potrebbe venir scavalcato dal “sarcastic comedian” di cui si sta occupando tutta la stampa europea. Il prossimo Parlamento? «Me lo sogno pieno di rappresentanti di tante liste civiche, movimenti di gente perbene. Ragazzi, professori, esperti. I nostri di Cinquestelle, i No-Tav, quelli dell’acqua pubblica, dei beni comuni, gli altri referendari».
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Obama premia Bob Dylan, amaro giudice dell’Occidente
Barack Obama è l’uomo che ha fatto frettolosamente inabissare “con rito islamico” la salma-fantasma di Osama Bin Laden nell’Oceano Indiano: calata in mare, si racconta, dal ponte di una portaerei. Pura narrazione, senza uno straccio di documento fotografico. Poco dopo, la Us Navy sarebbe stata impegnata nel Mediterraneo a bombardare a morte la Libia, con un unico obiettivo: l’eliminazione fisica di Muhammar Gheddafi. Sempre lui, Barack Obama, ora si è concesso il lusso di elargire la “Medaglia Presidenziale della Libertà” a diverse “grandi personalità” che hanno avuto un “incredibile impatto” sulla società. Tra queste l’israeliano Shimon Peres, che non mosse un dito quando le truppe di Tel Aviv massacrarono la popolazione civile di Gaza, e l’ex segretario di Stato Madeleine Albright, braccio armato di Bill Clinton nella mattanza della guerra civile balcanica. Tra i premiati anche il mito in persona, il settantenne Bob Dylan: quello che, cinquant’anni fa, malediceva i masters of war giurando che avrebbe sputato sulla loro tomba.
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Strage di schiavi cinesi: il New York Times smaschera Apple
Morti e feriti, disperazione, suicidi a catena: dietro l’iPhone, l’inferno. «Stay hungry, stay foolish», raccomandava il guru Steve Jobs. Detto fatto: il “New York Times” l’ha preso in parola e, con un’inchiesta già in odore di Premio Pulitzer, ha smascherato l’orrore: la Foxconn, succursale cinese della Apple, era un lager per lavoratori-schiavi. E ora, sotto la pressione dell’opinione pubblica, la “fabbrica della morte” ha riconosciuto le incredibili violazioni che in tutti questi anni hanno oppresso la salute e il portafoglio di più di un milione e duecentomila dipendenti, arricchendo Jobs e gli altri capitani dell’hi-tech: dalla Dell all’Hp. Tutto nasce dalla denuncia della Fair Labor Association, super-sindacato internazionale, che ha messo alle corde la compagnia statunitense: e ora Tim Cook, l’erede di Jobs, ha ammesso lo sfruttamento e si è fatto fotografare tra gli operai cinesi di Zhengzhou, promettendo di cancellare questa vergogna mondiale.
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Bonelli: Verdi bipartisan e più europei?
Era ora che anche i Verdi nostrani uscissero una volta per tutte dalla logica dell’arrocco. Fuor di metafora scacchistica, non si può non cogliere la novità che proviene dall’assise del partito, dove l’elezione di Angelo Bonelli come segretario del “sole che ride” apre delle prospettive politiche e culturali inedite per il movimento ambientalista italiano. L’uscita dalla connotazione “di sinistra” rilanciata dal neosegretario e l’apertura alla trasversalità non sembrano essere solo uno scatto di orgoglio autonomista ma segnalano soprattutto un segno positivo di discontinuità che avvicina i Verdi al dibattito sull’ecologia che in Europa è sempre più un tema bipartisan.