Archivio del Tag ‘identità’
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Revelli: naufragio Italia, la sinistra ha abbandonato la nave
Torna un antico fantasma: la povertà. Uno spettro, quello della morte per fame, che la civiltà occidentale si era illusa di aver archiviato per sempre. Ora torna ad affacciarsi, sotto forma di paura, precarietà, indigenza. L’Italia è in piena decadenza, la povertà è in continua crescita e gli italiani sono disorientati: nonostante il vergognoso arricchimento di pochi, i penultimi se la prendono con gli ultimi, mentre la politica ha toccato il fondo e ora si rassegna all’azione dei “tecnici”. Fanno venire i brividi le cifre sciorinate da Marco Revelli nel suo ultimo libro “Poveri, noi”: «Siamo cambiati nell’ultimo quarto di secolo, ci siamo guardati allo specchio e non ci siamo riconosciuti più: un paese, il nostro, sfigurato dal rancore, dall’ostilità reciproca, dalle solitudini, dalla frustrazione, dall’invidia sociale».
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Revelli: non crediate di piegare il popolo della val Susa
La gente della Val di Susa, domenica, ha fatto davvero un miracolo, nel senso etimologico del termine (dal latino mirari, come si dice di “cosa grande che meraviglia” o anche di “cosa grande e insperata”). Deludendo l’intero universo politico-mediatico che aveva spasmodicamente atteso l’incidente (e in buona misura l’aveva anche preparato) per mettere, una volta per tutte, una pietra sopra la Valle e la sua resistenza. Hanno costruito un capolavoro: un corteo di migliaia e migliaia di persone di ogni età e condizione, che si snoda per sentieri di montagna (credo che sia l’unica esperienza al mondo), tra castagneti e blocchi di polizia, aggirando barriere e tagliando reticolati in un ordine assoluto, senza un gesto o una parola fuori posto, senza l’aggressività e la volgarità che invadono il mondo politico, senza neanche un petardo acceso o una pietra lanciata.
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Silenzio sulla droga, il maggior distruttore di identità
Non si parla più di droga, del suo consumo sempre più smodato, degli innumerevoli utenti al fior di latte, degli altri dal folto pelo sullo stomaco. Non se ne parla e basta, e se proprio siamo obbligati dal chiacchiericcio, lo facciamo quando qualcuno ci lascia le pelle, oppure quando un personaggio assai famoso, confessa di farne uso per i motivi più disparati, mentre si tratta unicamente di un consumo disperato che diventa disperante.
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Caccia al nero, il nostro futuro: un inferno di menzogne
Il futuro in cui siamo già immersi comincia nella piana di Gioia Tauro: a Rosarno in provincia di Reggio Calabria (un’autentica guerriglia urbana è ancora in corso), come a Castel Volturno e a Reggio stessa, dove la ’ndrangheta ha voluto intimidire i magistrati con un attentato alla procura generale. Il futuro comincia a Rosarno perché i principali problemi della nostra civiltà si addensano qui: le fughe di intere popolazioni dalla povertà e dalle guerre (guerre spesso scatenate dagli occidentali, generatrici non di ordine ma di caos); le vaste paure che s’insediano come nebbie, intossicando la vita
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Scintille, il vero Gad Lerner getta la maschera
Mio padre diceva scherzando, ma con una sfumatura di vera malinconia, che la famiglia è una associazione per delinquere. Innamorato del mito della ragione, considerava il sangue l’origine dei sentimenti più pericolosi. L’ultimo libro di Gad Lerner è una resa dei conti traboccante sorpresa, spaesamento ed emozione con la famiglia d’origine, prima di tutti con il padre. La lettura è una rivelazione, un racconto religioso che mi fa amare questo strano amico e poi nemico e poi di nuovo amico di una vita o giù di lì. Quanta inimicizia possa contenere un’amicizia è dimostrato infatti dal mio pregiudizio su Gad Lerner.
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Migranti: provate a vivere un giorno senza di noi
Non volete immigrati tra i piedi? Benissimo: provare per credere. Nadia Lamarkbi, giornalista francese, ha lanciato l’idea su Internet: cosa succederebbe se il paese si svegliasse domani senza stranieri? Nadia ha aperto una pagina Facebook, titolandola: “Un giorno senza immigrati: 24 ore senza di noi”. Risposta immediata: subito 33.000 le adesioni. L’appuntamento è per il 1° marzo 2010. Quel giorno, in Francia (e non solo) sciopereranno infermieri, bidelli, taxisti, operai, spazzini, baby sitter, lavapiatti e badanti.
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Lerner: quando anch’io sognavo la cittadinanza italiana
Quanti pensieri può ispirare il gioco dei passaporti, intorno a una tavola imbandita di mezzeh libanesi, gli antipasti più buoni del mondo, e di pesce fresco». Soprattutto a chi, come Gad Lerner, ancora a vent’anni, nel lontano 1974, era uno spaesato giovanotto del tutto «privo di cittadinanza». E che solo recentemente è tornato nella sua Beirut – la città dove è nato il 7 dicembre 1954 – per recuperare anche una copia del suo certificato di nascita: «Fu un vera noia – ammette adesso – non poterne disporre ogni volta che mi toccava rinnovare il permesso di soggiorno
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Sardegna punk: una via per Strummer, profeta dei Clash
Sono così forti e automatici i luoghi comuni relativi alla Sardegna, che siamo portati ogni volta a considerare autenticamente sardo solo ciò che appartiene – secondo le nostre malferme e malfondate conoscenze – alla tradizione. Eppure, ci sono e ci sarebbero mille motivi – nascosti tra le maglie della nostra storia, del nostro essere stati – che potrebbero spiegare la naturalità – quasi l´ovvietà – della mobilitazione di Tonara per intitolare una via al grande Joe Strummer. «Questa è un´isola che da sempre ha cullato i germi dell´eresia e dell´insubordinazione alle sue stesse regole patriarcali e oppressive».
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Bianco Natale, via gli stranieri: ennesima trovata leghista
L’ultima boutade della Lega Nord ha per lo meno il beneficio della sincerità: «Forse è una scelta infelice». E, se lo dicono loro stessi, significa che l’idea di cacciare gli immigrati nel giorno di Natale da un anonimo paesino del bresciano di nome Coccaglio con un’operazione chiamata per giunta “White Christmas” è – per usare un eufemismo – un’offesa al gusto e alla sensibilità dei cristiani. Ma soprattutto un’insopportabile speculazione sul significato del Natale. Anche quello declinato laicamente.
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Kinney, la schiappa che sbaraglia anche Dan Brown
Greg Heffley funziona perché è autentico. Pur essendo di carta. Ha dodici anni, pochi peli in testa, è magro che più non si può e ha ribaltato ogni previsione editoriale del mondo dei grandi. Che il suo “Diario di una Schiappa” sarebbe diventato un bestseller appena due settimane dopo l’uscita, che sarebbe restato oltre trenta settimane nella classifica del New York Times e che avrebbe sbaragliato persino la concorrenza dell’ultimo attesissimo romanzo di Dan Brown non l’avrebbe immaginato certo Jeff Kinney, il trentottenne programmatore di giochi online che di Greg è il creatore.
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Islam in classe? Meglio: nuove regole, per ogni religione
Il Corano in classe, per concedere pari diritti alle religioni e scongiurare i rischi di un Islam clandestino? No, perché non dovrebbe più essere lo Stato a dover “sdoganare” le regioni: questo presupposto, sancito peraltro dal Concordato a tutela dei cattolici, è vecchio e sbagliato: anziché estenderlo anche all’Islam, va cancellato anche per il cattolicesimo. Lo afferma Sofia Ventura, docente di scienze politiche all’università di Bologna, nell’intervento “Una società plurale in uno Stato neutrale”
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Pd, 3 milioni al voto: Bersani prepari il dopo-Berlusconi
Tre milioni di votanti, cinquantamila volontari in diecimila seggi, decine di milioni di euro raccolti. «Se qualcuno nel Pd ha ancora dubbi sulle primarie è un pazzo», scrive Curzio Maltese su “Repubblica”: «Sono l’elemento più identitario del partito, dal giorno della nascita». Quella del 25 ottobre, secondo Maltese, «è stata una grande giornata per l’unico partito al mondo che coinvolga tanti cittadini nella scelta del segretario, ma soprattutto per la democrazia». Il voto degli elettori ha confermato quello degli iscritti: Bersani è il vincitore, ma Franceschini e Marino non escono sconfitti.