Archivio del Tag ‘Illuminati’
-
Giordano, Freccero: la verità in Tv dopo un anno e mezzo
Sta accadendo qualcosa di inaudito: stiamo assistendo a ripetuti atti di coraggio, da parte di giornalisti che hanno cominciato ad aprire gli occhi e non ne possono più, della narrazione corrente. Il primo a rompere il silenzio è stato Mario Giordano, su Rete4, che ha messo in dubbio la verità ufficiale sul Covid. Ebbene, Giordano è stato ferocemente attaccato dai vertici Mediaset. Attraverso “Dagospia”, ha anche fatto trapelare spezzoni di conversazioni avute con Fedele Confalonieri, che lo ha minacciato nei modi più inimmaginabili. Eppure, nonostante questo, c’è chi demonizza Giordano come finto eroe, come “gatekeeper”. Un osservatore indipendente come Cesare Sacchetti oggi arriva scrivere che Carlo Freccero, protagonista dell’inaudito exploit dalla Palombelli, sarebbe l’ennesimo “falso buono”. Invito Sacchetti, che stimo, a tornare coi piedi per terra. Faccio una premessa: se parlassi del contenuto di tutte le informative che ricevo, rischierei di compromettere alcune operazioni che sono in itinere. Ebbene: oltre un mese fa mi avevano anticipato che diversi giornalisti e personaggi televisivi, fra cui Paolo Mieli, Marco Travaglio, Barbara Palombelli (e altri nomi, che per ora non faccio) avrebbero cominciato a uscire dal coro.
-
Il Grande Reset ci vuole sottomessi: apriamo gli occhi
In questo preciso momento, il mondo si divide in due fazioni: i fideisti del virus e dell’operato dei governi, e quelli che mettono in discussione ciò che sta accadendo. Non era mai accaduto, nella storia umana, che una malattia fosse un fatto politico: perché, dunque, oggi c’è gente che mette in discussione l’effettiva portata della cosiddetta Sars-Cov-2, mentre nessuno ha mai messo in dubbio la peste nera, o il vaiolo, per esempio? Perché nessuno ha mai messo in discussione l’opportunità di trovare cure farmacologiche per la malaria, ma molti ritengono che il vaccino che si sta introducendo a tappe forzate oggi sia strumentale? Un “assaggio” di ciò che accade oggi ci venne offerto nel 2009, con la cosiddetta influenza suina: subito dopo quella emergenza, l’Organizzazione Mondiale della Sanità venne accusata di aver mistificato i dati e di aver dichiarato la pandemia senza i presupposti, per favorire la vendita di vaccini. Vaccini che diverse nazioni acquistarono (con soldi pubblici), salvo poi non utilizzarli.Le accuse nascevano dal palese conflitto di interessi tra farmaceutiche e alcuni esponenti dell’Oms coinvolti nella declaratoria di pandemia. Del resto, mentre nel 2009 l’Oms pubblicò un documento analitico con la dichiarazione pandemica, nel 2020 ciò non è mai accaduto, e l’unica esternazione in tal senso la si rinviene in un comunicato stampa in cui, laconicamente, si afferma che la situazione «può definirsi pandemica». Nessuna analisi delle ragioni o dei dati, come, invece, accadde nel 2009. Perché? Forse per evitare le accuse mosse in passato? Intanto, però, una cosa è certa: pur continuando a spargere allarmismo, affermando di non sapere con cosa si avesse a che fare, sembra che i governanti apparenti (politici) e quelli occulti (i padroni dell’economia) le idee le avessero chiarissime, quanto agli effetti permanenti del virus. Tanto che già nel maggio 2020, il principe Carlo d’Inghilterra proponeva un Grande Reset, cioè una trasformazione radicale dell’economia (e, quindi, della società).Un po’ come, del resto, Bill Gates appariva ovunque in televisione, e perfino in un assai pubblicizzato colloquio telefonico con il premier italiano, dispensando certezze in tema di vaccini (mercato che ha avuto un vero e proprio boom, e che anni fa lui stesso in un’intervista dichiarò fruttargli 20 a 1 l’investimento iniziale). Lo stesso presidente del Consiglio italiano, un personaggio mai candidatosi in alcun partito politico, eppure elevato improvvisamente al ruolo di maggior potere della nazione, non ha mai fatto mistero del suo progetto di “nuovo umanesimo”. Insomma, persone senza incarichi politici né competenze sanitarie sembrano avere però le idee chiarissime sul da farsi, tanto da indirizzare loro stessi politici e medici. E, in effetti, tutti i medici “non allineati” sono stati sistematicamente sanzionati, diffamati dai media o semplicemente ridotti al silenzio e censurati.Moltissime persone sembrano essere “consolate” nella propria fiducia verso i governi dalla, pressochè retorica, domanda: “Chi ci guadagna?”. La risposta sottintesa sarebbe, ovviamente: “Nessuno!”. Questa è una risposta miope, resa possibile soltanto dalla superficialità delle nostre conoscenze di ciò che accade attorno a noi. Se consideriamo isolatamente la politica di ciascun singolo paese, e riteniamo i politici che lo guidano sincera espressione degli interessi dell’elettorato, allora è agevole concludere che il danno provocato dalle scelte politiche è drammatico e non giustificabile, se non in base alla tutela di un interesse di rango superiore nei confronti delle popolazioni stesse. Se però assumiamo una prospettiva differente, tutto si spiega in modo talmente logico da risultare perfino banale. E, solitamente, la spiegazione più semplice è anche quella giusta.Se infatti ci limitiamo ad ascoltare e raccogliere le informazioni fornite da chi governa (di nome e di fatto), la verità è lampante: “grande reset”, “nuova normalità”, “il mondo di prima non ci piaceva”, “nuovo umanesimo”. Le intenzioni sono alla luce del sole, a ben vedere. L’unica cosa che trattiene dall’ammetterlo o dal riconoscerlo è il negazionismo puro di cui la società è permeata, e che però è trattenuta dall’accorgersene grazie ad abili strumentalizzazioni mediatiche. Basti dire che ad essere accusati di negazionismo sono proprio i liberi pensatori e i critici, che mettono in discussione ciò che sta accadendo. Non sto compiendo alcuno sforzo creativo né di immaginazione, nel rispondere al quesito circa lo scopo degli eventi presenti: trasformare la società e l’economia, all’insegna del motto latino più famoso (“divide et impera”).Un’umanità separata, controllata tramite le tecnologie che permetteranno di lavorare e di intrattenere rapporti umani e sociali (e perfino affettivi), ma anche di studiare e comunicare in generale. Una popolazione ridotta nel numero, per venire incontro alle note preoccupazioni ambientali dei cosiddetti “filantropi” fra cui Bill Gates, la famiglia Clinton, eccetera. Una popolazione mondiale asservita a obblighi vaccinali che permettono da un lato di guadagnare cifre impensabili, e, dall’altro lato, di poter violare anche la libertà di disposizione di sé e del proprio corpo. Chi c’è dietro? Anche la risposta a questa domanda è abbastanza elementare: se la maggior parte dei governanti opera in armonia, è evidente che il loro “accordo”, non essendo noto, deve essere occulto. I progetti e i fini sottesi al Grande Reset sono notoriamente di promanazione massonica, così come il “nuovo umanesimo” di cui fa tanto parlare il premier italiano, e che, pure, continua inspiegabilmente a occupare il ruolo di maggior potere della nazione, pur avendone abusato più di chiunque dal dopoguerra a oggi, e senza che sia mai stato chiarito come sia stato possibile che un individuo privo di esperienze di governo e senza alcuna rappresentatività elettorale sia assurto a quella carica.Le sette massoniche non fanno mistero della propria esistenza. Semmai, ciò che occultano sono i propri contatti, le ramificazioni e le aderenze nel mondo economico e politico. Se ci fosse qualche dubbio sul fatto che le società segrete abbiano sempre diretto occultamente le civiltà umane, basti osservare come lo stesso giorno di Natale, apparentemente una celebrazione religiosa, sia in verità festeggiato non quando, secondo i testi sacri, sarebbe nato Gesù, bensì nel giorno di culto del Sol Invictus. Quel culto si affermò anche nell’antica Roma, pur originando in epoche assai più remote: sono coloro che si autoproclamano illuminati, a venerare l’astro come falso idolo in una sorta di non-religione. Ed è così che si sono compiute, storicamente, tutte le più grandi coercizioni dei popoli: sotto la luce – è proprio il caso di dirlo – del Sole! Non è un mistero che la maggior parte delle industrie fondamentali nelle economie mondiali siano in mano a pochissime persone: basti dire che l’80% del mercato alimentare fa capo a 5 società/famiglie. A partire da numeri tanto ridotti, e secondo la nota catena di comando di matrice piramidale, è facile comprendere come pochi possano controllare moltissimi.Naturalmente, a ogni gradino della piramide che si scende, c’è minore consapevolezza rispetto a quello superiore, fino ad arrivare alla massa di persone che ignora completamente tutto, e che in ciò è agevolata dai conflitti interni provocati ad arte. La parte politica prescelta per condurre questa operazione è la sinistra, per ovvi motivi: la storia ha già identificato nella destra i totalitarismi e le dittature, quindi non si sarebbe potuto imporne altre sotto la medesima bandiera. Eppure, la cosiddetta “sinistra” che oggi porta avanti questo progetto si ammanta di parole vuote e di concetti sterili: “solidarietà”, “rispetto”, “uguaglianza”, “lotta alla discriminazione”. Ma, mentre si professa animata da simili ideali, le azioni sono antitetiche: anziani isolati, bambini psicologicamente devastati, poveri sempre più poveri (e ricchi sempre più ricchi!), nessun rispetto per tutto ciò che va contro il progetto, totale disparità di trattamento tra chi si asservisce, e chi, invece, rivendica la libertà di espressione. E infine, vera e propria discriminazione nei confronti di tutti quei soggetti non allineati, siano essi medici, politici o privati cittadini.Insomma, una sinistra che, curiosamente, anziché attenuarle, alimenta le contrapposizioni civili e sociali, e che instilla continuamente principi e categorie mentali atte a creare divisione: “negazionista”, “complottista”, “no-vax”, eccetera. Quanto durerà? Anche la risposta a questa domanda è intuitiva: finchè non si sarà verificato il Grande Reset! Cioè, fino a quando non sarà divenuto impossibile continuare a vivere come prima. In particolare, fino a quando la maggior parte delle interazioni umane, lavorative e sociali non sarà divenuta digitale. Fino a quando le economie tradizionali non saranno crollate. Fino a quando il sistema di obblighi vaccinali non sarà consolidato. Fino a quando nella mentalità collettiva non saranno eradicate le abitudini e le aspettative pregresse: dallo stringersi la mano, al vivere accanto agli altri. Tutto questo è già visibile nelle esternazioni che i media – consapevolmente – propalano: il vaccino, come del resto si è sempre detto, non dà alcuna immunità a lungo termine, né previene dall’essere contagiosi. Quindi, il vaccino sarà un elemento costante (non una tantum!), e anche dopo che le persone l’avranno accettato, continueranno a verificarsi limitazioni e privazioni, in modo da proseguire nel progetto definitivo.I lockdown servono in primo luogo a distruggere le economie tradizionali, e pertanto non dureranno all’infinito, ma è prevedibile che per riuscire nell’intento occorrano almeno un paio d’anni, quindi incluso tutto il 2021. Nel frattempo, i governi continueranno a fingersi preoccupati delle conseguenze “del virus” (in realtà, delle loro scelte politiche), elargendo ristori palliativi e prospettando infiniti rimedi, che, ovviamente, si risolveranno in nulla di fatto. I cambiamenti che si intende provocare, però, saranno duraturi. Un po’ come i controlli aeroportuali post 11 Settembre, che sono divenuti un fenomeno ordinario e consolidato. Come uscirne? A livello di società è difficile prospettare un metodo per interrompere tutto ciò. Presupporrebbe in primo luogo la consapevolezza, ma la consapevolezza è trattenuta, poiché la maggior parte delle fonti di informazione è controllata (esattamente come l’economia globale). Informarsi e informare è sempre stata, e resterà sempre, l’unica, vera, via per mantenersi liberi e non soggiogabili.È presumibile che le società oggi asservite al nuovo ordine acquisiranno consapevolezza di ciò che oggi soltanto pochi hanno compreso, in modo direttamente proporzionale all’intensità dei cambiamenti e alla durata delle azioni che ne sono alla base. È un processo che, storicamente, sembra richiedere almeno 3-5 anni, per maturare in modo significativo. A livello individuale, invece, la risposta è più semplice: ciascuno può essere artefice della propria liberazione. In primo luogo, rifiutandosi di sottostare a obblighi o divieti illegittimi, ingiusti, dannosi o strumentali. Oggi, molti sono trattenuti dall’agire o dal rifiutarsi di obbedire, dalla paura di multe e sanzioni varie. Il che è paradossale, se si pensa che tutti, in Italia, scontano da quasi un anno una sanzione gravissima come gli arresti domiciliari. Normalmente, le persone sono disposte a pagare (cauzione, multa), per non subire limitazioni della propria libertà. Oggi, invece, le persone rinunciano alla libertà per la paura di pagare 280 euro di multa. Tanto poco vale, sul mercato, essere liberi. Di paura, e disinformazione, si alimenta qualsiasi forma di controllo: per emanciparci non occorre nulla che sia fuori di noi. Solo, dobbiamo smettere di aver paura.(Carlo Prisco, “Il Grande Reset”, da “Eusebismo” del 27 dicembre 2020. L’avvocato Prisco è ricercatore in filosofia del diritto).In questo preciso momento, il mondo si divide in due fazioni: i fideisti del virus e dell’operato dei governi, e quelli che mettono in discussione ciò che sta accadendo. Non era mai accaduto, nella storia umana, che una malattia fosse un fatto politico: perché, dunque, oggi c’è gente che mette in discussione l’effettiva portata della cosiddetta Sars-Cov-2, mentre nessuno ha mai messo in dubbio la peste nera, o il vaiolo, per esempio? Perché nessuno ha mai messo in discussione l’opportunità di trovare cure farmacologiche per la malaria, ma molti ritengono che il vaccino che si sta introducendo a tappe forzate oggi sia strumentale? Un “assaggio” di ciò che accade oggi ci venne offerto nel 2009, con la cosiddetta influenza suina: subito dopo quella emergenza, l’Organizzazione Mondiale della Sanità venne accusata di aver mistificato i dati e di aver dichiarato la pandemia senza i presupposti, per favorire la vendita di vaccini. Vaccini che diverse nazioni acquistarono (con soldi pubblici), salvo poi non utilizzarli.
-
Guerra (mondiale) contro di noi. L’ultimo ostacolo è Trump
Il discorso tenuto da Trump dall’ospedale militare Walter Reed verrà ricordato probabilmente come il più alto e profondo del suo mandato. Il presidente è riuscito a ricompattare le divisioni di un paese profondamente lacerato da mesi di disordini provocati dai gruppi terroristici degli Antifa e di Black Lives Matter, finanziati entrambi da George Soros, che hanno seminato un’ondata di violenza tale da portare l’America sull’orlo della guerra civile. La strategia del Deep State era ed è quella di destabilizzare l’America e l’amministrazione di Trump, ma il presidente annunciando di essersi preso il coronavirus è riuscito a stringere la nazione intorno a sé. Alcuni ambienti della sinistra radicale americana hanno avanzato il sospetto che Trump in qualche modo abbia inscenato un falso contagio per smontare la pericolosità del Covid, e dimostrare a tutti che questo agente patogeno non è il mostro che in realtà i media hanno descritto. A leggere le parole che il presidente ha consegnato a Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York e suo consigliere già durante la sua prima campagna elettorale nel 2016, viene quasi da pensare che effettivamente possa essere così. Trump scrive a Giuliani: «Ho dovuto affrontare il virus, così che il popolo americano smettesse di averne paura e per poterlo trattare responsabilmente».
-
Il nazismo dei buoni: la nuova frontiera rivelata dal Covid
Il sottocutaneo è già pronto, perfino l’Ansa di 5 mesi fa lo scriveva, inutile parlare di complotti, non c’è nessun complotto, le nanotecnologie esistono e arriveranno dopo la vaccinazione di massa, poco alla volta, in punta di piedi e manco tanto lentamente. Nel sito ID2020, enità creata da Gavi (Gates Foundation), Rockfeller Foundation, Microsoft e tanti altri organi tecnocapitalisti della sovragestione globale, si dichiara apertamente che «nessun governo, azienda o agenzia può risolvere questa sfida da solo». Un po’ come affermare che i governi statuali di fatto non contino più a nulla (cosa peraltro vera ed inconfutabile), e che senza l’operato di entità preposte a bene collettivo, non si potrà dare l’Id (identità digitale) ad ogni singolo individuo al mondo. Questa è la loro mission pubblicamente esposta nei siti ufficiali senza alcun problema di essere smentiti. Per quello che gli 11 personaggi riuniti attorno alla Tavola Rotonda (non 12, forse il 12° apostolo di ID2020 è già un Ai), di cui non si conoscono i nomi, a parte l’attuale portavoce, hanno questa priorità ecumenica planetaria. Capite che l’opportunità di un virus, per forza di cose artificiale, proprio perché si stanno muovendo da anni mondi, multinazionali e quant’altro che finanziano migliaia di miliardi di dollari, collegati tra loro in network che spaziano dalla tecnologia alla farmacologia, comprese fondazioni sovranazionali, banche, scienziati, e migliaia di personaggi del padronato mondiale, sia fondamentale per testare le nuove controriforme e aggiornamenti su grande scala.Perché mai questi Moloch che si muovono in sincrono ed erano da anni già organizzati, avrebbero dovuto aspettare una possibile pandemia che magari non sarebbe arrivata, e comunque, non ora? E’ logico, avendo la possibilità di crearlo in laboratorio, come ci ricorda anche la rivista scientifica “Nature”, che uscisse proprio ora (per caso?) un piccolo virus da qualche parte del mondo, contagioso quanto basta ma non troppo, da far “narrare” ai governi che negli anni hanno tagliato posti letto, chiuso ospedali e privatizzato servizi, e da regalare alle loro popolazioni spaventate, annichilite e pronte ad inchinarsi alla Corona del nuovo Re? Chi ci vieta di pensare che nei prossimi anni od il prossimo inverno, non venga fuori un altro virus che possa giustificare l’accelerazione di queste belle novità con altre quarantene ed ulteriori destrutturazioni del sistema democratico? Ma loro sono buoni, ci dobbiamo fidare dei nostri padroni, no? Non ci dormono la notte, e questi supercapitalisti sopra i capitali sono talmente buoni e illuminati che partiranno dal 3° e 4° mondo per schedare, vaccinare, “curare”, attraverso le nuove tecnologie che, in pochi anni implementeranno ovunque.Sono talmente afflitti dalle malattie, dalle guerre, dalla miseria degli sfruttati che, dopo averli saccheggiati, massacrati, ammalati, colonizzati, umiliati e depredati per secoli fino ad oggi, la loro priorità è quella di chipparli tutti, però (e ovviamente, “solo”) a fin di bene. Mettono una donna come avatar e Pr della loro entità, si rivolgono a Ong, si mostrano progressisti e per il progresso, il loro. Non parlano di ospedali pubblici, di sanità pubblica, di creare uno stato sociale e condizioni di sviluppo proprio in quei paesi martoriati, di abbattere le dittature che loro stessi finanziano da sempre. No, a loro interessa solo schedarli e controllare il loro stato di salute da remoto, per poi espandere questa meravigliosa ricetta in tutto il globo. Si parte sempre dagli ultimi e poi si sale… Chi osa criticare questo paradigma è un complottista nel migliore dei casi o un socialista nel peggiore dei casi, un democratico, un illuso visionario che pensa in termini di uguaglianza ed orizzontalità. Loro hanno una visione controiniziata di uguaglianza, nel senso che tutti sono ugualmente sotto lo stesso dominio, ugualmente controllabili e gestibili dallo stesso modello di inviluppo. Chi non avrà un Id di tutto punto, come già avviene in diverse parti del mondo dove esistono totalitarismi (ecco perché l’Oms vede di buon grado la governance cinese come modello planetario di disciplina repressiva), non accede a certi diritti, non può prendere mezzi pubblici, potrà perdere qualsiasi diritto civile, compreso il lavoro, se trovato non idoneo.Pensate, chiunque non accetterà in futuro condizioni di sfruttamento, chiunque vorrà scioperare, chiunque esprimerà criticità o si permetterà di dissentire con l’autorità planetaria, potrà essere riportato sulla retta via con un click. Una sorta di Oracolo tecnologico. Questo si prospetta candidamente all’interno dell’entità ID2020 che si pone come sovragestione sopra i governi, attraverso altre entità transnazionali come l’Oms, il Big Pharma e tutte le nuove tecnologie che il mercato offre. Loro si presentano come benefattori dell’umanità, ma nessuno li ha votati, però hanno il potere coercitivo e ricattatorio di poter esercitare un dominio senza pari su tutti i popoli e sui rispettivi tecnici e politici che formeranno nelle loro lobby o che coopteranno strada facendo. Qualcosa del genere non era mai avvenuto nella storia dell’umanità, almeno non in questi termini ed attraverso l’accettazione delle popolazioni impaurite dalla propaganda, e allora si comprende che la vaccinazione di massa non è lo scopo ultimo dell’Agenda ID2020, ma solo il mezzo per poter esercitare da remoto il controllo totale sull’individuo, però con la scusa che si aiutano i rifugiati, si aiutano gli ultimi, perfino le persone a votare (ma a votare cosa?), come ci suggeriscono dal loro sito, ad esercitare i propri diritti, perchè sappiamo quanto sia importante l’identità digitale, eh… e ad avere una mappatura vaccinale (però nel contempo si privatizza la sanità), per poter verificare se siamo in ordine e se siamo consoni ad essere cittadini civili e mansueti quanto basta.Chi e come si potrà ribellare a questo modello non democraticamente eletto che si erge dal suo piedistallo di buone intenzioni? Chi metterà in discussione sarà ridicolizzato, censurato, magari certi dati saranno aggiunti alla memoria collettiva e chiunque voglia dissentire e ribellarsi a questo orrore perderà “punti sociali”, magari aiutato da tanti infami delatori che, per guadagnare nuovi punti sociali, potranno fare la loro personale caccia alle streghe, agli untori, facendo i collaborazionisti con le forze dell’ordine, direttamente dalle loro App e verso tutti coloro che si permettono di uscire fuori dai binari, come poi avviene già in Cina da alcuni anni. In occidente, attraverso il “problema” pandemico, si è attesa una reazione di paura indotta e irrazionale, per poi attivare la “soluzione”, il trinomio che si è sostituito alla tradizionale trinità spirituale, facendone oramai le veci religiose. La cosa tragica è che il popolo ci crede, si fida delle stesse multinazionali che hanno contribuito a disintegrare stati sociali, istruzione pubblica, ospedali, diritto del lavoro, si fida di questi supercapitalisti sopra il capitale, poi 20 anni fa si indignava dei confllitti di interesse di Berlusconi e pensava fosse il massimo della perversione possibile. Il livello infimo del popolino è questo, in quanto esso, soprattutto nella contemporaneità, si presta al gioco, accetta le regole del padrone, non ha alcuna coscienza di classe ed ha un pensiero profondamente ed intimamente reazionario, potremmo dire neo-monarchico. C’è tanta voglia di Re, e il popolo lo acclama, la Corona è servita ai nuovi reali tecnoreali, però buoni, ecumenici, antirazzisti, liberal e, soprattutto, nazisti. Il nazismo dei buoni è la nuova frontiera…(”Agenda ID2020, ovvero il nazismo dei buoni”, pubblicato il 25 maggio 2020 da “Maestro di Dietrologia”, il blog di Simone Galgano).Il sottocutaneo è già pronto, perfino l’Ansa di 5 mesi fa lo scriveva, inutile parlare di complotti, non c’è nessun complotto, le nanotecnologie esistono e arriveranno dopo la vaccinazione di massa, poco alla volta, in punta di piedi e manco tanto lentamente. Nel sito ID2020, enità creata da Gavi (Gates Foundation), Rockfeller Foundation, Microsoft e tanti altri organi tecnocapitalisti della sovragestione globale, si dichiara apertamente che «nessun governo, azienda o agenzia può risolvere questa sfida da solo». Un po’ come affermare che i governi statuali di fatto non contino più a nulla (cosa peraltro vera ed inconfutabile), e che senza l’operato di entità preposte a bene collettivo, non si potrà dare l’Id (identità digitale) ad ogni singolo individuo al mondo. Questa è la loro mission pubblicamente esposta nei siti ufficiali senza alcun problema di essere smentiti. Per quello che gli 11 personaggi riuniti attorno alla Tavola Rotonda (non 12, forse il 12° apostolo di ID2020 è già un Ai), di cui non si conoscono i nomi, a parte l’attuale portavoce, hanno questa priorità ecumenica planetaria. Capite che l’opportunità di un virus, per forza di cose artificiale, proprio perché si stanno muovendo da anni mondi, multinazionali e quant’altro che finanziano migliaia di miliardi di dollari, collegati tra loro in network che spaziano dalla tecnologia alla farmacologia, comprese fondazioni sovranazionali, banche, scienziati, e migliaia di personaggi del padronato mondiale, sia fondamentale per testare le nuove controriforme e aggiornamenti su grande scala.
-
Conquistare il mondo: l’Occidente spara, la Cina compra
Se dovessimo sintetizzare ciò che accomuna tutti gli imperi nella storia dell’umanità, potremmo indicare questi punti fermi: la volontà di conquistare il mondo intero e una scusa per poterlo conquistare. Inoltre, chi voleva provare a conquistarlo, ha sempre avuto due problematiche da risolvere: la necessità di tenere sotto controllo una grande massa di persone (le masse, infatti, necessitano di essere controllate, altrimenti il caos e il disordine sociale sarebbe ingestibile); da qui scaturisce un’ulteriore esigenza: la necessità di avere un nemico per tenere unito un popolo, Stato, nazione, o altri gruppi sociali, o di dare uno scopo. L’Impero Romano, è noto, voleva conquistare tutto il mondo conosciuto; i Romani realizzarono uno dei più grandi imperi della storia. Il popolo veniva tenuto buono tramite il cosiddetto “panem et circenses” (valido ancora oggi con strumenti come il calcio, il baseball in Usa, la Tv, ecc.). Il nemico era costituito dai barbari che, in quanto esseri inferiori, potevano essere assoggettati. Alessandro Magno voleva voleva conquistare il mondo, e la scusa era quella di imporre ai territori conquistati la cultura avanzata e superiore dell’Antica Grecia (in realtà pare che conoscesse molto poco la cultura greca, e che fosse uno studente mediocre, allievo del grande Aristotele).Gengis Khan divenne il capo di una serie di tribù mongole disunite; aveva bisogno di un nemico, per tenere coesa la gente sotto di lui, e si diede da fare per conquistare tutto il conquistabile, massacrando e distruggendo tutti i popoli che decise di sottomettere. Dopo aver sconfitto i cinesi giurò di unificare tutto il mondo sotto un unico impero. Fondò l’impero più vasto mai conosciuto sulla terra, ma anche il più breve. Uno dei suoi successori, Kublai Khan, conquistò anche la parte merdionale la Cina ma adottò un mezzo singolare, l’unico possibile date le caratteristiche del territorio e della popolazione cinese: si cinesizzò, adottò gli usi e costumi cinesi, e quindi molti non sanno che la dinastia Yuan, che resse la Cina attorno al 1200, era in realtà una dinastia mongola, non cinese. Tamerlano, condottiero turco-mongolo, è considerato uno dei più grandi conquistatori della storia, il cui impero comprendeva l’Asia occidentale e centrale. Si considerava erede di Gengis Khan e aspirava ad emularne le gesta anche lui volendo “conquistare il mondo”. La sua versione dell’Islam, bigotta, crudele e violenta, poco si conciliava con i precetti dell’Islam o la dottrina Sufi dell’amore: egli si considerava la frusta di Allah, mandato a punire gli emiri per le loro ingiustizie. La scusa per invadere l’India nel 1398 fu, ad esempio, che il sultano era troppo tollerante con gli indù.L’Unione Sovietica voleva fare la stessa cosa imponendo il comunismo alle nazioni dell’Europa orientale; il capitalismo aveva fatto il suo corso, ed era ora di instaurare un mondo nuovo. Per fare questo utilizzarono due metodi: l’invasione militare, quando potevano, e il tentativo di conquistare gli altri paesi condizionandone la politica (ovverosia finanziando i partiti comunisti dell’Europa). Né più né meno che quello che hanno fatto gli Usa fino ad oggi. L’Europa non può essere considerata un impero unitario, essendosi per secoli divisa in scaramucce tra Francia, Spagna e Inghilterra, ma ai fini del nostro discorso lo considereremo tale, insieme agli Usa (che, non dimentichiamolo, sono stati fondati dai primi coloni europei). Noi europei abbiamo sempre cercato di conquistare il mondo. Siamo andati in Sud America, abbiamo sterminato i nativi e ci siamo impiantati noi. La stessa cosa abbiamo fatto con il Nord America. Secondo Howard Zinn, sono 9 milioni i nativi americani massacrati perché potessimo insediarci noi europei in Nord America piazzandoci un po’ ovunque: gli spagnoli in Florida, inglesi e olandesi al Nord, i francesi in Canada, e via discorrendo. Gli Usa nascono, quindi, dallo sterminio sistematico dei nativi americani, e dallo sterminio di milioni di africani che venivano trasportati come schiavi per lavorare nei campi.Hitler, che voleva conquistare il mondo, altro non fece che tentare quello che, da secoli, tentavano inglesi, spagnoli, francesi e olandesi, con la differenza che lui tentò di farlo prima di tutto in Europa, e solo dopo si sarebbe allargato al resto del mondo. Ma di fatto, non tentò nulla di diverso da quello che tentarono tutti, e che continuano a tentare tutti. Una volta eliminata la schiavitù, e consolidato il proprio potere economico, gli Stati Uniti d’America hanno dovuto porsi altri obiettivi: di qui la necessità di esportare la democrazia (esattamente come la Russia che voleva esportare il comunismo, come la Chiesa cattolica voleva esportare il cattolicesimo, come alcuni Stati islamici volevano esportare l’Islam, ecc.) verso i nemici che di volta in volta venivano individuati: Vietnam, Corea, Iraq. Dove non sono arrivati con i cannoni, gli Usa sono arrivati con il controllo politico dei vari Stati, come il finanziamento dei partiti a loro graditi, il sostegno alle varie fazioni terroristiche di destra o sinistra, e così via. Quando non c’era alcun motivo o scusa per la conquista, come nel caso delle isole Hawaii, gli Usa si sono limitati a rovesciarne il governo senza motivo, solo per paura che arrivassero prima gli inglesi, o altri Stati europei. Usa ed Europa, quindi, ai nostri fini li considereremo un modello unitario, e lo definiremo “modello occidentale”.I Templari meritano un posto a parte, in questo elenco. Perché anche loro avevano come obiettivo la conquista del mondo allora conosciuto, ma con mezzi e finalità diverse. I Templari volevano abbattere i sovrani assoluti e la Chiesa cattolica, per instaurare un regno di pace, governato da iniziati (cioè da saggi illuminati). Non per niente erano monaci (potere spirituale: saggi, ispirati ad una vita spirituale, in contatto con Dio) e guerrieri (potere temporale). Per instaurare questo governo mondiale non potevano usare la guerra, né potevano dichiarare apertamente il loro intento. Dichiararono formalmente la loro fedeltà alla Chiesa cattolica e al Papa, ma si dettero come unico obiettivo quello di “difendere i pellegrini in Terra Santa”. Questo obiettivo farlocco, in realtà, era la scusa ufficiale per non intervenire mai nelle contese tra i vari sovrani e il Papa, e non prendere mai una vera posizione. Nel frattempo divennero potentissimi, creando commende dal Portogallo alla Terra Santa e un po’ in tutta Europa.A un certo punto diventarono più potenti di qualsiasi sovrano europeo e, di lì a poco, sarebbero stati i veri sovrani dell’Europa e della Palestina; ma furono fermati da Filippo il Bello e Clemente V. Il loro sogno di un mondo migliore, di pace, governato da istanze spirituali oltre che materiali, si infranse quando Jacques de Molay venne messo al rogo. Gli eredi delle istanze templari furono i Rosacroce e la massoneria. Anche loro sognavano un mondo unito e di pace, e si diedero da fare per creare quella che furono poi l’Unione Europea e l’Onu, le prime strutture del Nuovo Ordine Mondiale. Anche se la massoneria dichiara apertamente di non volere certo conquistare il mondo, di fatto è quello il suo obiettivo, ben evidente quando essa proclama orgogliosamente di aver organizzato le varie rivoluzioni (Americana, Francese, Russa, l’Unità d’Italia, ecc.) e che tutti gli uomini più influenti al mondo erano massoni. Il progetto è quello di portare la democrazia in tutto il mondo (anche a colpi di cannone, purtroppo) per creare un mondo sempre più libero e democratico.Anche per la Cina è necessario un discorso a parte, per capire un po’ più a fondo questo popolo dalla tradizione millenaria e dalla cultura straordinaria. Una delle caratteristiche della Cina è di non aver mai conosciuto, in nessuna epoca, il nostro concetto di “democrazia”. La Cina è sempre stata politicamente uno Stato assoluto, dapprima con i vari imperi e le varie dinastie, per poi passare alla dittatura della Repubblica Popolare. L’unico tentativo di dare una Costituzione e delle riforme che garantissero i diritti della popolazione fu quello dell’ultimo sovrano della dinastia Quing, Guanxu, redatte da Kang Youwei nel 1898, ma il tentativo fu affossato sul nascere: l’imperatore venne arrestato con un vero e proprio colpo di Stato da parte dell’imperatrice Cixi. La seconda caratteristica dell’Impero Cinese è quella di non aver mai cercato di sottomettere gli altri Stati con la violenza. La Cina ebbe guerre con gli Stati confinanti, come è ovvio, specialmente Corea e Giappone, ma complessivamente non ebbe mai la mira di conquistare il mondo con la violenza, a meno che non fosse necessario.Questo non perché rispettassero il resto del mondo, ma per una questione culturale; essi si sentivano al centro del mondo, e sentivano loro stessi superiori (come noi europei del resto), e quindi per loro era inevitabile che gli altri Stati si assoggettassero a loro riconoscendone la grandezza. Del resto, grandi lo erano davvero: basti pensare che inventarono la carta secoli prima che la utilizzassimo anche noi; la povere da sparo; il torchio da stampa; e la banconota cartacea ben prima che la utilizzassimo anche noi (durante la dinastia Yuan). Inoltre fin dal secondo secolo d.C. i cinesi inventarono il sistema del concorso pubblico per selezionare i funzionari pubblici più preparati (con 1600 anni di anticipo rispetto a noi). Nel 1271 Kublai Khan, discendente di Gengis Khan (quindi tecnicamente mongolo, non cinese), avendo conquistato la Cina, ne riconobbe l’immenso potenziale culturale e sociale e, anziché distruggerla (come in genere erano soliti fare i mongoli con gli altri nemici), decise di cinesizzarsi egli stesso: diede alla propria dinastia il nome preso dall’I-ching, il Classico dei Mutamenti (dinastia Yuan) e trasferì la capitale a Pechino, ospitando l’imperatore precedente presso di sé e assumendo gli usi e i costumi cinesi.Per capire l’atteggiamento della Cina verso gli altri popoli è significativo un aneddoto. Durante la dinastia Ming, gli Stati vicini facevano a gara per dimostrare la loro sottomissione alla Cina, grazie alla generosità dell’imperatore, assolutamente riconoscente verso tutti coloro che si proclamavano sottomessi. Avvenne che molti cinesi si facevano rasare il capo per passare da tibetani e alcuni si spacciavano per ambasciatori di paesi inventati, tanto era conveniente dichiararsi vassalli della Cina. Uno dei problemi che i Ming ebbero fu, paradossalmente, quello di limitare le troppe dimostrazioni di vassallaggio, anche perché alcuni doni provenienti da altri paesi gravavano poi sull’erario per il loro mantenimento (ad esempio avevano centinaia di tigri regalate dai paesi vicini, ed ogni tigre poi divorava due pecore al giorno, senza contare i costi del personale per sorvegliarle). Quando in Cina arrivarono gli europei, ovviamente si rifiutarono di sottomettersi all’Impero (erano loro ad essere superiori, mica i cinesi), e iniziarono i primi problemi, che portarono alla Guerra dell’Oppio tra Inghilterra e Cina, e a tutta una serie di problematiche che ora sarebbe impossibile affrontare.La violenza, in Cina, ci fu soprattutto all’interno. Nel corso dei vari secoli, tutti gli imperatori avevano avuto lo stesso problema: come poter tenere sottomesse le masse? La risposta, in genere, era il bagno di sangue. In tempi più moderni il problema della Cina rimase lo stesso. Dapprima la Rivolta dei Boxer, con cui vennero massacrati esponenti perlopiù dell’Occidente, cristiani, musulmani, inglesi; poi venne proclamata nel 1911 la Rivoluzione repubblicana; da quel momento ci furono continue guerre civili (si stima in circa 15 milioni di morti il totale dei cinesi che vennero massacrati in questo periodo), finché venne istituita nel 1949 la Repubblica Popolare Cinese; nel 1966 ci fu la cosiddetta Rivoluzione Culturale di Mao, e anche tutto questo periodo fu un massacro che costò la vita a circa 100 milioni di cinesi, in un bagno di sangue che l’umanità non aveva mai conosciuto neanche ai tempi di Tamerlano o della Seconda Guerra Mondiale. Anche la questione tibetana per loro era prevalentemente interna, perché quella del Tibet era sempre stata una regione assoggettata, o comunque vassalla, della Cina.Tralasciando quindi le sporadiche guerre con i confinanti, la Cina ha avuto la guerra prevalentemente al suo interno, ma non è mai andata in Antartide, nelle Hawaii, in Australia, in Africa, dicendo “salve, qui comandiamo noi, ora vi massacriamo tutti perché abbiamo il diritto di uccidervi in nome della superiorità della nostra religione e/o impero”. Se dovessimo fare un paragone, il loro modello di sviluppo nel mondo ricorda più quello dei Templari, che non degli altri imperi (non a caso la tradizione del monaco guerriero da noi fu un’eccezione; tutti i libri concordano su questa particolarità dei Templari, quella di essere insieme monaci e guerrieri; la tradizione del monaco guerriero, invece, in Cina è la norma. I monasteri Shaolin sono luoghi in cui il monaco è anche un guerriero; esattamente come i Templari, anche i monaci Shaolin entravano in azione con i loro mezzi solo per difendere la Cina o l’imperatore, o comunque per difendersi da un pericolo. Più in generale, tutto il Kung Fu è un arte marziale cinese che presuppone però anche una preparazione spirituale oltre che fisica). Ovviamente, ciò che manca all’espansione cinese in Occidente è il fine spirituale proprio dei Templari.La Cina, quindi, ha sempre fatto una cosa molto semplice, che è quella che sta facendo adesso: ha comprato gli altri Stati. E’ arrivata in silenzio, dolcemente, e ha comprato tutto quello che poteva, e senza proteste quando qualcuno li ostacolava. Facciamo un esempio. Quando la Guardia di Finanza fece un’importantissima operazione nel porto di Napoli, che era uno degli scali principali per portare la merce in Italia, la Cina – nonostante il duro colpo – non si scompose. In fondo, dal loro punto di vista, noi avevamo fatto ciò che è giusto, rispettando la legge. Spostarono quindi le loro merci in Grecia, comprando il porto del Pireo per 370 milioni di dollari, dando un grosso e concreto aiuto alla Grecia, in crisi grazie alle dissennate politiche imposte dall’Unione Europea. Alla prima occasione però hanno cercato di tornare in Italia con la questione dei porti di Genova e Trieste. Insomma, la voglia di conquistare il mondo è una costante di tutti gli imperi, ma anche di molte organizzazioni religiose, politiche, e fratellanze esoteriche. Questa voglia di conquista, da parte di un po’ tutti, nasce quindi da due esigenze. In primo luogo perché l’essere umano non è pronto a vivere in pace col proprio vicino (sia esso il vicino di casa, il paesino confinante, la squadra di calcio, o la nazione); per evitare quindi che le masse, fuori controllo, creino il caos a livello sociale, ogni governante deve, consciamente o inconsciamente, trovare un nemico esterno e coalizzare le masse contro questo nemico.Di volta in volta quindi il nemico può essere l’Islam, il comunismo, i cattivi Stati dittatoriali che meritano di essere puniti (chissà poi perché si decide di punire Gheddafi, ad esempio, ma non la Cina, che pure quanto a dittatura non è seconda a nessuno per privazione dei diritti individuali), l’eresia, la crisi economica, il petrolio, la guerra al terrorismo. Ogni scusa è buona pur di conquistare qualcuno e qualcosa. Insomma, per riassumere, oggi abbiamo due modelli a confronto sullo scenario del mondo: il modello occidentale e quello cinese, entrambi con l’obiettivo di conquistare il mondo. La differenza tra i due modelli è che quello vincente è quello cinese, molto più dolce e persuasivo. Non cannoni, ma soldi. La questione però non è così semplice. Sopra questi due modelli, ci sono i vari gruppi finanziari, che sono al di sopra degli Stati e, attualmente, più potenti di essi, e non hanno alcun modello se non quello economico. Del resto anche la distinzione che noi abbiamo fatto tra due modelli, cinese e occidentale, è semplicistica e non risponde alla realtà. La verità è un po’ più complessa, perché i cambiamenti nella storia della Cina, che partono dalla Rivolta dei Boxer in poi, sono – guarda caso – stati fomentati anche dall’Occidente, che è sempre intervenuto pesantemente nelle questioni politiche ed economiche cinesi.Basti pensare che il primo presidente della Repubblica Cinese, Sun Yat-sen, divenne tale proprio dopo un viaggio negli Usa (guarda un po’ che caso). E basti ricordare che la Cina era, fino al 2019, il primo detentore di titoli del debito pubblico americano (attualmente è il Giappone). E, ovviamente, i veri detentori sono i gruppi finanziari, non gli Stati in se stessi. In altre parole, tra Cina e Occidente non è individuabile un confine netto, perché il gioco delle grandi potenze, in realtà, è diretto dall’alto, dall’élite finanziaria globale, con la differenza operativa, tra Cina e Occidente, che una gran parte delle finanze cinesi sono sotto il diretto controllo del governo, mentre da noi i governi (comprese le istituzioni europee) non contano assolutamente nulla, essendo le banche, con la Bce in primis, totalmente indipendenti dal controllo politico e governativo. Se la gran parte dei soldi cinesi è sotto il controllo del governo, una larga parte è in mano ai finanzieri cinesi fuoriusciti dal sistema cinese e arricchitisi grazie alla corruzione dilagante in Cina (non meno che da noi, ovviamente).Per capire la commistione di interessi tra Cina e Occidente, basti ricordare che il coronavirus è partito proprio da Wuhan, sede di un laboratorio per la ricerca sui virus, in cui lavoravano sia cinesi che americani che francesi, in un progetto costato 44 milioni di dollari, finanziato da varie organizzazioni anche americane, tra cui la fondazione di Bill Gates. Un intreccio inestricabile di interessi per cui suona ridicolo accusare i cinesi, o Bill Gates, o l’Oms, da qualunque parte provenga l’accusa. Il punto è che le guerre, oggi, ben difficilmente possono essere condotte contro i vari Stati, perché una vera guerra distruggerebbe il mondo conosciuto grazie alla potenza dei vari arsenali militari. Occorre quindi trovare nuovi nemici; la Corea appare abbastanza ridicola come pericolo per minacciare il mondo; al pericolo del terrorismo islamico che attenta alla sicurezza dell’Occidente con coltelli, o autobus lanciati contro la folla, prima o poi non crederà più nessuno. Per controllare le masse occorre quindi utilizzare altri mezzi, e instillare l’idea di pericoli del tutto diversi, rispetto a quelli che venivano paventati fino a qualche decennio fa.La situazione attuale nasce quindi dall’esigenza dell’élite finanziaria al potere di controllare le masse. Il nemico è il coronavirus, perché è l’unico modello che può essere accettato da larghe fasce della popolazione, e che accomuna tutti, cristiani, atei, islamici, cinesi. Il mezzo di controllo è l’instaurazione di uno Stato di polizia globale, l’abbassamento del numero della popolazione, e soprattutto l’instupidimento delle persone tramite i mezzi come il 5G e i vaccini (Steiner, ai primi del ’900, aveva previsto che i vaccini sarebbero stati utilizzati come arma di controllo globale). L’individuazione di un nemico globale, il virus, richiede soluzioni globali, al fine di ridisegnare la mappa economica e sociale del mondo. Non è uno scenario nuovo, quindi, quello che si sta profilando, rispetto al passato. La novità è solo la gestione globale e internazionale del potere, e lo scenario su cui si gioca la partita, che è, appunto, globale. La vera soluzione, ancora una volta, non sarà globale, ma individuale. In ogni epoca ci sono state persone che hanno combattuto la società in genere pagando le loro scelte con la vita o con il carcere. Si pensi a Martin Luther King, Nelson Mandela, Lu Xiaobo (Premio Nobel per la Pace per il suo impegno a favore dei diritti civili in Cina), Thomas Sankara (il presidente del Burkina Faso), e tanti altri, spesso sconsciuti alla storia.Coloro che sono riusciti a diffondere valori spirituali ad un certo livello sociale, coinvolgendo grandi numeri di persone, sono stati inevitabilmente eliminati dalla scena, come Gandhi o i grandi maestri spirituali dell’umanità (tutti morti avvelenati o assassinati, da Socrate e Pitagora, a Buddha e Maometto, per passare a Steiner, Yogananda, Osho). I maestri spirituali di tutti i tempi, in ogni caso, hanno capito che la vera guerra non è quella contro qualcuno, ma quella contro noi stessi, perché il mondo è sempre stato lo stesso, i meccanismi sono sempre uguali (cambiano solo le forme apparenti della sua manifestazione), e il mondo si può cambiare solo partendo dal cambiamento di noi stessi. Concludo con una frase di Lao Tzu, che viene proprio dalla saggezza cinese, come risposta a chi si domanda come bisogna agire per migliorare la situazione che stiamo vivendo: «Nella vita si dovrebbe agire adottando la semplice Via del Tao: non imponendo i propri desideri al mondo ma seguendo la natura stessa. Eliminando i desideri e lasciando che il Tao pervada l’uomo, si supererà anche la differenza tra buono e cattivo. Ogni attività verrà dal Tao e l’uomo diventerà uno col mondo. Questa è la soluzione di Lao Tzu al problema della felicità».(Paolo Franceschetti, “Obiettivo, la conquista del mondo: Cina e Occidente a confronto”, dal blog “Petali di Loto” del 16 maggio 2020).Se dovessimo sintetizzare ciò che accomuna tutti gli imperi nella storia dell’umanità, potremmo indicare questi punti fermi: la volontà di conquistare il mondo intero e una scusa per poterlo conquistare. Inoltre, chi voleva provare a conquistarlo, ha sempre avuto due problematiche da risolvere: la necessità di tenere sotto controllo una grande massa di persone (le masse, infatti, necessitano di essere controllate, altrimenti il caos e il disordine sociale sarebbe ingestibile); da qui scaturisce un’ulteriore esigenza: la necessità di avere un nemico per tenere unito un popolo, Stato, nazione, o altri gruppi sociali, o di dare uno scopo. L’Impero Romano, è noto, voleva conquistare tutto il mondo conosciuto; i Romani realizzarono uno dei più grandi imperi della storia. Il popolo veniva tenuto buono tramite il cosiddetto “panem et circenses” (valido ancora oggi con strumenti come il calcio, il baseball in Usa, la Tv, ecc.). Il nemico era costituito dai barbari che, in quanto esseri inferiori, potevano essere assoggettati. Alessandro Magno voleva voleva conquistare il mondo, e la scusa era quella di imporre ai territori conquistati la cultura avanzata e superiore dell’Antica Grecia (in realtà pare che conoscesse molto poco la cultura greca, e che fosse uno studente mediocre, allievo del grande Aristotele).
-
Onore agli aristocratici. I nostri nemici? Sono solo reazionari
Propongo ai lettori una piccola provocazione/riflessione lessicale. Secondo me le superlogge massoniche di cui parla Magaldi nel bellissimo libro “Massoni”, se non sono progressiste non possono essere definite aristocratiche ma solo reazionarie, né i loro affiliati definiti fratelli (in senso lato, estendendo il significato anche alle affiliate donne). Platone sosteneva che il governo dei filosofi è il più adatto ai bisogni dei governati. Filosofo è colui che ama la conoscenza e che quindi è nella condizione migliore per metterla in pratica (il verbo greco “fileo” significa anche “far volentieri una cosa”, “compierla abitualmente”). Chi ha responsabilità di governo deve possedere due caratteristiche: la conoscenza di come agire e la coscienza del risultato, sentendo su di sé la gioia o il dolore degli altri come fossero gioia o dolore propri. Deve essere “àristos”, “il migliore” in questo campo e quindi “il più adatto” a esercitare la guida. Il governo dei migliori è l’aristocrazia. Migliori nella conoscenza e migliori nell’usarla, perché attenti al benessere altrui e disposti a correggersi se necessario. La vera aristocrazia è aristocrazia interiore, quella dei valori spirituali, non della finanza, dell’economia, dell’esoterismo o dell’ermetismo se svincolati dal Giusto, dal Buono e dal Progresso per gli esseri umani. Gli aristocratici sono governanti illuminati che lavorano per rendere illuminati, oltre che liberi dal bisogno, anche coloro che guidano.La parola italiana fratello (e l’equivalente in inglese, tedesco, olandese) deriva da un verbo sanscrito che significa “sostenere”. Fratelli sono coloro che si aiutano e si nutrono a vicenda. In sanscrito, dallo stesso termine derivano la parola marito e la parola moglie, come coloro che si sostengono a vicenda. Chi sfrutta le debolezze altrui per soggiogarlo e arricchirsi o perpetua l’ignoranza umana per servirsene, ha perduto la qualifica originaria di “fratello”. Ricordo con gratitudine la riflessione della scrittrice Marina Valcarenghi: «Nelle mie fiabe i principi e le principesse non sono regnanti forcaioli, ma simboli di aristocrazia interiore, cioè di ricerca della consapevolezza, e il matrimonio non è l’istituzione ma la fusione fra il maschile e il femminile, l’inizio della maturità psico-fisica, così come la conquista del trono simboleggia la conquista di un’autonomia, per cui siamo padroni di noi stessi e quindi del nostro mondo interiore». Credo che considerare aristocratici e fratelli coloro che negli ultimi decenni hanno portato alla rovina interi Stati e alla sofferenza milioni di individui non sia rendere onore alla tradizione iniziatica dell’umanità.Ritengo anche che le stesse logge anti-progressiste non meritino di essere definite conservatrici. In fondo, la conservazione ha un ruolo fondamentale nel trasmettere le radici e la tradizione sotto forma di conoscenza antica. L’opposto di conservatore, in questo senso, non è progressista, ma dissipatore. La distinzione non è mia, appartiene al giornalista Camillo Langone (ed è una delle poche sue riflessioni che mi sento di condividere). Non può essere considerato un iniziato colui che dissipa il senso autentico della tradizione esoterica sposato in origine dalla massoneria, cioè portare la conoscenza al servizio del popolo per sottrarlo al potere dei regnanti forcaioli e farlo progredire socialmente e nello spirito. Scriveva Carlo Rosselli che «il socialismo è in primo luogo rivoluzione morale e in secondo luogo trasformazione materiale e, come tale, si attua sin da oggi nelle coscienze dei migliori senza bisogno di aspettare il sole dell’avvenire». Ripartiamo dunque oggi dalla rivoluzione morale che nasce nella coscienza dei migliori e, attraverso alcune distinzioni linguistiche, riprendiamoci il gusto e la gioia di usare le parole per ciò che realmente evocano.(Zvetan Lilov, “Fratellanza e aristocrazia”, dal blog del Gruppo Rebis dell’8 aprile 2020).Propongo ai lettori una piccola provocazione/riflessione lessicale. Secondo me le superlogge massoniche di cui parla Magaldi nel bellissimo libro “Massoni”, se non sono progressiste non possono essere definite aristocratiche ma solo reazionarie, né i loro affiliati definiti fratelli (in senso lato, estendendo il significato anche alle affiliate donne). Platone sosteneva che il governo dei filosofi è il più adatto ai bisogni dei governati. Filosofo è colui che ama la conoscenza e che quindi è nella condizione migliore per metterla in pratica (il verbo greco “fileo” significa anche “far volentieri una cosa”, “compierla abitualmente”). Chi ha responsabilità di governo deve possedere due caratteristiche: la conoscenza di come agire e la coscienza del risultato, sentendo su di sé la gioia o il dolore degli altri come fossero gioia o dolore propri. Deve essere “àristos”, “il migliore” in questo campo e quindi “il più adatto” a esercitare la guida. Il governo dei migliori è l’aristocrazia. Migliori nella conoscenza e migliori nell’usarla, perché attenti al benessere altrui e disposti a correggersi se necessario. La vera aristocrazia è aristocrazia interiore, quella dei valori spirituali, non della finanza, dell’economia, dell’esoterismo o dell’ermetismo se svincolati dal Giusto, dal Buono e dal Progresso per gli esseri umani. Gli aristocratici sono governanti illuminati che lavorano per rendere illuminati, oltre che liberi dal bisogno, anche coloro che guidano.
-
Dezzani: il M5S, piano Usa nato per sterilizzare la protesta
Quando una nuova arma è perfezionata è abitudine sperimentarla in qualche poligono di tiro lontano da occhi indiscretti. Ma le armi convenzionali sono solo uno degli strumenti cui il sistema ricorre per esercitare il proprio dominio, scriveva l’analista geopolitico Federico Dezzani nel lontano 2015, quando a Palazzo Chigi sedeva il Matteo Renzi prima maniera, non ancora alleato dei grillini. Eppure, già allora, proprio di quelli Dezzani si occupava, definendo il Movimento 5 Stelle “la stampella del potere”. Tre anni dopo, i grillini sono andati al governo con Salvini ma piazzando lo sconoscito Conte nella sala dei bottoni. E oggi, puntualissimi, sono negli stessi ministeri ma con l’odiato Renzi e il “partito della Boschi”. Colpa di Salvini? Ma va là, direbbe Dezzani, che già quattro anni fa aveva le idee chiarissime sulla vera funzione del MoVimento, che infatti ha ricondotto all’ovile le pecorelle populiste facendo loro ingoiare persino l’inchino supremo alla Grande Germania, con l’elezione di Ursula von der Leyen a capo della Commissione Europea. A maggior ragione acquista sapore, oggi, la rilettura dell’analisi del profetico Dezzani: quello di Grillo era solo un bluff, fin dall’inizio. Operazione sofisticata, che ha ingannato milioni di elettori.
-
Greta recita: sta minacciando personalmente ognuno di noi
Dovete consumare di meno (voialtri, non loro lassù). E dunque: rassegnatevi alla precarietà, all’esclusione sociale. E sentitevi in colpa, se avete appena cambiato il frigo e osato concedervi una vacanza. Dovete smettere, punto e basta. A chi parla, Greta Thunberg? A noi, le vittime dei suoi burattinai. Fino a ieri, la giovanissima attrice svedese si limitava a mormorare, dispensando saggezza dall’alto dei suoi 16 anni. Oggi ha cambiato passo: intima, minaccia, insolentisce. Le hanno messo a disposizione addirittura la platea della Nazioni Unite, per esibirsi nel suo nuovo spettacolo. Una viperetta tracotante, livida: ne saranno felcissimi, gli azionisti del suo business. In primis, a brindare è la filiera industriale delle energie rinnovabili, con la potente macchina di propaganda ben oliata dall’oligarca Al Gore, ex vice di Clinton, l’uomo che ha scatenato la finanza-canaglia globalizzata. Ma in generale, nel mirino della piccola fiammiferaia svedese (ovvero, dei suoi sceneggiatori) c’è suprattutto il famoso 99% dell’umanità, o meglio ancora dell’Occidente, il “primo mondo” che era benestante e che si è improvvisamente impoverito proprio mentre l’economia mondializzata ha moltiplicato in modo esponenziale il Pil finanziario dei decenni precedenti la caduta del Muro di Berlino.Il grande artefice del disgelo, Mikhail Gorbaciov, sognava un mondo senza più guerre. Sfrattato dal Cremlino, ha visto l’Urss smembrata e la Russia brutalmente privatizzata e saccheggiata. Ma il colpo da maestro degli strateghi del globalismo a mano armata è stato permettere alla Cina di entrare nel gioco planetario con merci prodotte sottocosto, grazie anche a condizioni schiavistiche di lavoro, senza le tutele sindacali di Europa e Usa. In pochi anni il mondo è esploso, insieme al suo fatturato, in una sorta di festa truccata: l’europeo e l’americano medio hanno perso terreno, hanno smesso di crescere in termini di benessere, hanno cominciato a intaccare i risparmi familiari e a dover mantenere i figli senza lavoro, costretti a non sposarsi o a emigrare all’estero. Devastante il fenomeno delle delocalizzazioni, la fuga delle industrie nei paesi asiatici dove l’operaio costava un dollaro al giorno. In Europa – vero laboratorio mondiale del suicidio tecnocratico della democrazia – la truffa neoliberale ha indossato la maschera austera e perbenista dell’ordoliberismo autoritario, l’ipocrita moralismo del guru austriaco Friedrich von Hayek: l’illuminato economista concepiva il welfare (ridotto a poche briciole, s’intende) solo come misura estrema e preventiva per cautelarsi dalla rivolta delle masse impoverite.Agli italiani, personaggi come Ciampi e Prodi avevano presentato l’Ue e l’Eurozona come il paradiso, il regno dell’età dell’oro. Dopo meno di vent’anni non restano che macerie, nazioni che si guardano in cagnesco e che si fanno le scarpe appena possono, mentre il Belpaese (depredato, secondo i piani) ha perso il 25% del suo potenziale industriale. L’Europa intera ha assistito senza muovere un dito alla macellazione senza anestesia del popolo greco: cos’avrebbe da dire, Greta Thunberg, ai sopravvissuti della Grecia che si sono visti scippare il Pireo e gli aeroporti, chiudere i bancomat, tagliare i salari, ridurre le pensioni fino alla soglia della fame? Cicale irresponsabili, quelle che hanno assistito alla morte dei neonati, nei loro ospedali, per mancanza di medicine? Spendaccioni scellerati, i greci, che oggi devono vedersela con piaghe che si credevano sepolte dalla storia, come la malnutrizione infantile? E’ sconcertante la consonanza fra le parole di Greta e quelle degli oligarchi europei che hanno messo la Grecia in ginocchio, accusandola di aver abusato del debito pubblico. La canzone – vagamente nazista – è sempre la stessa: la colpa è vostra, peggio per voi.La Thunberg, si sa, è una pedina importantissima della grande manipolazione mediatica sul “climate change”, ovvero la teoria – non suffragata scientificamente – secondo cui il surriscaldamento globale (peraltro appena contestato all’Onu da 500 scienziati) sarebbe di origine antropica. Sommessamente, qualche anno fa, il fisico Carlo Rubbia, Premio Nobel, ricordava che, ai tempi dell’Impero Romano, le temperature medie erano superiori a quelle di oggi. Nel solo medioevo, come gli storici sanno, si è passati dalla mini-glaciazione (che d’inverno congelava il Tamigi e la Senna, attraversabili camminando) al grande caldo del periodo basso-medievale, con colture mediterranee come l’ulivo diffuse ovunque nel Nord Italia. Ancora nom c’era neppure la macchina a vapore, figurarsi le emissioni velenose delle odierne megalopoli. L’inquinamento è tangibile e pericoloso, quello sì: negli oceani galleggiano isole di plastica vaste quanto continenti. Come è possibile che non si impieghi la tecnologia necessaria a bonificare la Terra e riconvertire ecologicamente l’industria? E soprattutto: perché – in primis – i padroni dell’universo che muovono i fili della marionetta Greta vogliono, a tutti i costi, colpevolizzare noi per quanto sta accadendo, raccontandoci addirittura che il degrado della biosfera altera il clima del pianeta?E’ tutto talmente surreale da sembrare comico, se non fosse per il caos sanguinoso che sfiora o assedia miliardi di esseri umani. Il cielo è vistosamente coperto dalle emissioni aeree della geoingegneria (guai a chiamarle scie chimiche), mentre l’aviazione Usa ammette, di colpo, che i piloti dei jet sono frastornati dai continui avvistamenti di Ufo. Il Medio Oriente non fa più notizia, eppure dovrebbe: non si è ancora spenta l’eco del terrore scatenato dal sedicente Stato Islamico, protetto e armatissimo da precisi settori dell’intelligence atlantica prima dell’elezione di Trump alla Casa Bianca. Gli stregoni della finanza oggi hanno paura: temono un crollo catastrofico dell’economia fittizia gonfiata dalla speculazione. Mario Draghi smentisce integralmente la sua vicenda professionale e arriva a evocare addirittura la Modern Money Theory, cioè la restituzione della sovranità monetaria agli Stati, mentre Christine Lagarde, in uscita dal Fmi e diretta alla Bce, parla apertamente degli eurobond che metterebbero fine all’incubo dello spread, consentendo all’economia europea di tornare a investire e produrre lavoro. Sono voci frammentarie di élite potentissime che oggi appaiono divise e lacerate da faglie profonde, come quella che oppone il governo Usa al cartello Rothschild, ora schierato con Silicon Valley e con la Cina, pronto a sostituire il dollaro con un’altra possibile valuta internazionale, come propone la Bank of England.I segnali non sono rassicuranti, c’è chi teme un collasso che potrebbe spalancare scenari di guerra. Nell’Italia che assiste alla strage indiscriminata di alberi d’alto fusto, tagliati per fare spazio al misterioso 5G (vera incognita, per la salute), i genitori si rassegnano a sottoporre i bambini a vaccinazioni improvvisamente obbligatorie, somministrate in batteria – oggi ai neonati e forse domani anche agli adulti, pena la pedita del passaporto e della patente di guida come in Argentina? Ma non importa, evidentemente, se in tanti battono le mani alla piccola strega Greta Thunberg, che recita a soggetto davanti alle Nazioni Unite puntando il dito contro tutti noi. Un’intimidazione ad personam, minacciosa e sinistra: guai a voi, branco di incoscienti. Come osate continuare a sperare di migliorare la vostra vita? Musica, per le orecchie dei tagliatori di bilanci. Nulla che possa impensierire le major, gli oligarchi, le multinazionali. Greta ce l’ha con noi, con ognuno di noi: punta a far crescere il nostro senso di colpa, quello del giovane che sogna l’auto nuova, del pensionato che fatica ad arrivare alla fine del mese. Grazie a Greta, i cialtroni dell’austerity – da Palazzo Chigi alla Commissione Ue – potranno accanirsi sul popolo bue con meno scrupoli, specie se l’economia mondiale volgerà al peggio. Nuovi sacrifici in vista? Niente paura, in soccorso ai lestofanti arriva la lezione della piccola attrice svedese: soffrire è giusto, ce lo meritiamo.Dovete consumare di meno (voialtri, non loro lassù). E dunque: rassegnatevi alla precarietà, all’esclusione sociale. E sentitevi in colpa, se avete appena comprato lo smartphone ultimo modello e avete osato concedervi una bella vacanza. Dovete smettere, punto e basta. A chi parla, Greta Thunberg? A noi, le vittime dei suoi burattinai. Fino a ieri, la giovanissima attrice svedese si limitava a mormorare, dispensando saggezza dall’alto dei suoi 16 anni. Oggi ha cambiato passo: intima, minaccia, insolentisce. Le hanno messo a disposizione addirittura la platea della Nazioni Unite, per esibirsi nel suo nuovo spettacolo. Sembra una viperetta tracotante, livida: ne saranno felicissimi, gli azionisti del suo business. In primis, a brindare è la filiera industriale delle energie rinnovabili, con la potente macchina di propaganda ben oliata dall’oligarca Al Gore, ex vice di Clinton, l’uomo che ha scatenato la finanza-canaglia globalizzata. Ma in generale, nel mirino della piccola fiammiferaia svedese (ovvero, dei suoi sceneggiatori) c’è soprattutto il famoso 99% dell’umanità, o meglio ancora dell’Occidente, il “primo mondo” che era benestante e che si è improvvisamente impoverito proprio mentre l’economia mondializzata ha moltiplicato in modo esponenziale il Pil finanziario dei decenni precedenti la caduta del Muro di Berlino.
-
Le fiabe di Don Marco (Travaglio) per incantare Rousseau
Si prova quasi tenerezza di fronte all’ingenuità delle frottole sciorinate da Marco Travaglio nel tentativo di orientare il voto della cosiddetta “base grillina” sulla fantomatica piattaforma Rousseau. Un tempo icona del giornalismo “con la schiena diritta”, celebrato nel santuario televisivo del collega Michele Santoro, il giustizialista Travaglio rimediò una tiepida figura nel 2013, quando l’Orribile Cavaliere – spintosi nella tana dei leoni – se la cavò benissimo di fronte alle domanducce dell’inquistore del “Fatto”. Ora, seppellito nonno Silvio, Travaglio ha semplicemente sostituito il Nemico. Il nuovo Uomo Nero, va da sé, si chiama Matteo Salvini. Pregustando il delitto eccellente, Travaglio riesce a digerire di tutto: dall’indecente grillismo “di lotta e di governo”, che ha fatto ridere l’Italia, all’eroico Renzi, riabilitato a tempo di record come geniale stratega. «Non avendo mai avuto tessere – pigola Travaglio, lindo come un giglio – non ho il problema del voto su Rousseau. Ma – aggiunge – se fossi iscritto, non avrei dubbi sul Sì al Conte-2». Nobile, il Cavaliere della Giustizia: il giornalista più sfacciatamente politico d’Italia non si sporca con la politica, ci mancherebbe; ma in questo caso si può ben fare un’eccezione. Ed ecco allora, sul “Fatto”, i dieci motivi per votare Sì al “governo dei prestanome”.Primo: i 5 Stelle (anche se non lo sanno) nacquero come «coscienza critica del centrosinistra». Nel 2007, scrive Travaglio, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio «sfidarono il Pd a opporsi davvero al berlusco-leghismo e a cambiare registro, cancellando le leggi-vergogna e sposando legalità e ambiente». Le loro proposte le portarono a Prodi, non a Berlusoni e Bossi. «E Grillo si iscrisse al Pd per candidarsi alle primarie, non a FI o alla Lega». Vero: quello che gli interessava, infatti, era sfasciare subito il neonato partito di Veltroni, Fassino e D’Alema, che infatti lo mandarono a stendere. «Ora, 12 anni dopo, il Pd cambia idea e tende la mano. Grillo l’ha subito afferrata. Perché i 5 Stelle dovrebbero respingerla?». E certo, sarebbe un peccato. L’oligarca Grillo, peraltro, non ha solo “teso la mano” al nemico storico: ha anche gambizzato Di Maio e imposto il suo potere monarchico ai sudditi, i parlamentari terrorizzati dalle elezioni anticipate. Ma queste sono quisquilie, per Marco Travaglio, che preferisce sfoderare il violino per dedicare una bella serenata ai votanti di Rousseau. «Il programma del Conte-2 include le bandiere storiche M5S», che diamine. Infatti: «Alt a nuovi inceneritori e trivelle, revisione delle concessioni autostradali, infrastrutture eco-compatibili, investimenti in green economy, riforma Bonafede della giustizia, pene più alte agli evasori, salario minimo, taglia-parlamentari. Bandiere stracciate da Salvini e accettate dal Pd. Perché dire No a se stessi e alla propria storia?».Qui Travaglio tocca il culmine della comicità involontaria. Si è già dimenticato delle altre “bandiere storiche” dell’armata grillina? Trivelle e Tap, Ilva e Tav, vaccini, Muos, F-35. Tutte “stracciate da Salvini”? Ridicolo. Ma il travaglismo “prestato alla politica” non si ferma qui: «Conte può restare premier solo con il governo M5S-centrosinistra. E merita di restarci». Ma certo: altrimenti come farebbero a brindare, gli amiconi dell’Italia? Sono già pronti col calice in mano: Macron e Merkel, il maxi-criminale Juncker (recordman dell’elusione fiscale in Lussemburgo ai danni del Belpaese), e perfino quel simpaticone di Günther Oettinger, quello che “saranno i mercati a insegnare agli italiani come votare”. Vogliamo deluderli, tutti questi Conte-Boys? Ma non si esaurisce qui, la predica di Don Marco: «Salvini e B. vedono il governo giallo-rosa come il fumo negli occhi: due ottime ragioni per farglielo trovare subito». Buona, questa: lo sanno anche i sassi, che Salvini si sta fregando le mani all’idea che Renzi & Grillo estinguano il Pd e i 5 Stelle, riversando altri milioni di voti sulla Lega grazie al governo patibolare del professor-avvocato di Volturara Apula, il compare dell’euro-brigata coalizzata contro gli italiani.Poi, Travaglio scende senza paura nell’officina inguardabile delle trattative: «Zinga non voleva Conte premier né Di Maio ministro e chiedeva un solo vicepremier Pd, poi ha ceduto su tutti e tre i punti». Vero, ma in cambio di cosa? Quale meravigliosa sorpresa è stata riservata all’ex elettore italiano? Ma attenzione: «Di Maio ha rinunciato a Palazzo Chigi, ricompattando un movimento in rotta e a rischio di estinzione. E recuperando Grillo in prima linea». Bum! Di Maio – preso a calci da Grillo, a reti unificate – avrebbe “ricompattato” i parlamentari? E il valletto avrebbe addirittira “recuperato” l’imperatore, spingendolo – lui, Giggino – a muovere il fondoschiena, ai suoi ordini, per schierarsi in prima linea? Siamo ormai nel regno del surreale. «Se vincesse il No – piange Travaglio – i gruppi parlamentari si spaccherebbero», finalmente. «Conte andrebbe a casa», ma magari!, «e Salvini avrebbe ciò che vuole». E cioè: «Voto, vittoria e “pieni poteri”». Brr, che paura. Si sono visti, i pieni poteri di Salvini: sberle rimediate sul deficit, gogna mediatica, ostracismo squadristico. Salvini ha dovuto assistere alla lapidazione di Armando Siri, l’inventore della Flat Tax, per un semplice avviso di garanzia. E’ stato inoltre accusato di sequestro di persona (in italiano: privare qualcuno della libertà di andare dove vuole) per aver impedito a stranieri di sbarcare in Sicilia (non di dirigersi altrove). Toglie il sonno, in effetti, l’idea che un simile mostro possa tornare in auge.«Le due alternative al governo Conte-2 sono peggiori», svela l’illuminato maestro Travaglio: «Elezioni, cioè governo Salvini-Meloni-B., che cancellerebbe Reddito, dl Dignità, Anticorruzione, blocca-prescrizione e reato di abuso d’ufficio e ripartirebbe con inceneritori e trivelle; nuovo Salvimaio, che coprirebbe i 5 Stelle di ridicolo e servirebbe a Salvini per tradirli di nuovo e/o per finire di mangiarseli». Finge di non vedere, Travaglio – reticente coi grillini e con i suoi lettori – che Salvini sta facendo di tutto per evitarlo, il “governo Salvini-Meloni-B”. Quanto al tesoro nazionale che l’ipotetico esecutivo “neofascista, razzista e xenofobo” comprometterebbe, c’è da mettersi le mani nei capelli: il reddito di cittadinanza – unica misura percepibile, del grillismo di governo – è una bazzecola, a fronte del super-tradimento dei 5 Stelle, al seguito dei domatori Grillo e Conte, in favore del feroce rigore eurocratico di Ursula von der Leyen. Una coltellata all’alleato Salvini, concepita per costingere il leghista a staccare la spina e chiudere la breve e ambigua stagione di semi-libertà che gli italiani si erano conquistati con il voto del 2018. Il Belpaese deve tornare una semplice espressione geografica, una colonia periferica e depredabile dal Sacro Romano Impero, tra gli applausi del post-giornalismo nazionale.Il seguito del sermone di Travaglio è un piccolo capolavoro letterario che oscilla tra il cabaret e la metafisica. «L’unica opzione migliore, per un iscritto, è un monocolore M5S. Mission impossible: dovrebbe superare il 40%. Questo Parlamento è grillino al 33%: il prossimo mi sa di no». Così scrive – senza ridere – il direttore del “Fatto Quotidiano”. «Un Pd così sbiadito e diviso, senza leader né slogan forti – aggiunge – è un alleato meno insidioso e concorrenziale del monolite Salvini». E avanti di questo passo: «Le coalizioni tra diversi sono sempre rischiose. Ma forse, dopo la cura Salvini, il M5S ha comprato mutande di ghisa per non farsi fregare». Prego? Chi ha votato a tradimento per Macron e Merkel in Europa, la Lega o i 5 Stelle? La decima e ultima tappa dell’orazione travagliesca suona persino puerile: «Fino a un mese fa Salvini era sempre tra i piedi e in prima pagina. Ora sfugge ai radar. Chi lo rivuole in copertina?». Nel 2011, un giornalista di ben altra caratura – Paolo Barnard – accusò Travaglio di depistare i lettori su falsi bersagli, proprio come i 5 Stelle hanno fatto con gli elettori. Valgono una crociata i decretucci come lo “spazzacorrotti” o il demenziale taglio dei parlamentari, mentre i veri lestofanti – Juncker e i compari di Ursula – si allontanano indisturbati col bottino, centinaia di miliardi di euro. I tempi cambiano, comunque: da quando è diventato l’organo di stampa del grillismo governativo, il “Fatto Quotidiano” vende meno di 30.000 copie al giorno. Ne ha perse diecimila solo nell’ultimo anno.Si prova quasi tenerezza di fronte all’ingenuità delle frottole sciorinate da Marco Travaglio nel tentativo di orientare il voto della cosiddetta “base grillina” sulla fantomatica piattaforma Rousseau. Un tempo icona del giornalismo “con la schiena diritta”, celebrato nel santuario televisivo del collega Michele Santoro, il giustizialista Travaglio rimediò una tiepida figura nel 2013, quando l’Orribile Cavaliere – spintosi nella tana dei leoni – se la cavò benissimo di fronte alle domanducce dell’inquistore del “Fatto”. Ora, seppellito nonno Silvio, Travaglio ha semplicemente sostituito il Nemico. Il nuovo Uomo Nero, va da sé, si chiama Matteo Salvini. Pregustando il delitto eccellente, Travaglio riesce a digerire di tutto: dall’indecente grillismo “di lotta e di governo”, che ha fatto ridere l’Italia, all’eroico Renzi, riabilitato a tempo di record come geniale stratega. «Non avendo mai avuto tessere – pigola Travaglio, lindo come un giglio – non ho il problema del voto su Rousseau. Ma – aggiunge – se fossi iscritto, non avrei dubbi sul Sì al Conte-2». Nobile, il Cavaliere della Giustizia: il giornalista più sfacciatamente politico d’Italia non si sporca con la politica, ci mancherebbe; ma in questo caso si può ben fare un’eccezione. Ed ecco allora, sul “Fatto”, i dieci motivi per votare Sì al “governo dei prestanome”.
-
Grillo coi nemici dell’Italia che vogliono Draghi al Quirinale
Mister Europa osserva divertito il massacro politico italiano andato in scena in mondovisione. E’ vomitevole la marmellata di democrazia confezionata grazie al prezioso tritacarne del signor Beppe Grillo, sceso in campo a muso duro – dando ordini ai suoi valletti in Parlamento, terrorizzati all’idea di tonare al voto – per blindare il piccolo potere italiano e restituirlo interamente all’establishment europeo. Grillo obbedisce al vero potere che tiene in pugno il Belpaese dai tempi del Britannia, il grazioso panfilo che lo stesso giorno, il 2 giugno 1993, ospitò a bordo l’allora giovane direttore generale del Tesoro e il comico genovese vicino a De Mita, cacciato dalla Rai nel 1986 per una fatale battutaccia sulle ruberie dei socialisti. Mario e Beppe, due destini che tornano a incrociarsi: è grazie a Grillo se oggi il mitico Super-Mario vede avvicinarsi a grandi passi il Quirinale, quando cioè Mattarella – tra un paio d’anni – vedrà scadere il suo mandato alla presidenza della Repubblica. Sbagliava, chi scorgeva in Draghi un candidato di ferro per Palazzo Chigi dopo Conte: puntando proprio al Colle, il sommo banchiere europeo non ha commesso l’errore di rendersi inevitabilmente impopolare, mettendosi a capo di un governo-vergogna come quello che oggi Renzi e il fantasma di Di Maio si apprestano a sorreggere, calpestando la volontà popolare degli italiani.Si commenta da solo lo sconcio offerto al pubblico, anche internazionale: un governo di nani obbedienti, coalizzati per disperazione e con sprezzo del ridicolo. Missione: emarginare Salvini, come vuole il padrone, e impedire agli elettori di tornare a votare. La classica manovra di palazzo, che comporterà conseguenze spiacevoli per i congiurati: il discredito definitivo del Pd e l’estinzione politica dei 5 Stelle, condannati a essere presi a pesci in faccia dagli elettori di oggi e di domani. Si aprono praterie sconfinate per chiunque ambisca a portarsi a casa i milioni di voti in fuga dall’increscioso e indecente equivoco pentastellato. Ma intanto, al padrone interessa innanzitutto “la roba”: vale a dire le 500 nomine pesanti in arrivo l’anno prossimo, nei posti che contano. Sfrattato l’intruso leghista grazie al signor Beppe e ai suoi diligenti camerieri travestiti da parlamentari, i posti-chiave saranno scelti accuratamente tra Berlino, Parigi e Bruxelles; i nomi saranno comunicati a tempo debito ai prestanome italiani, in quota al Pd e ai 5 Stelle. Dopo il varo dell’impresentabile Conte-bis, quello sarà il secondo step della Lunga Marcia. Il terzo, definitivo, si avrebbe con l’incoronazione del venerabile maestro Mario Draghi, come tredicesimo presidente della Repubblica italiana.La leggenda di Super-Mario? Salvatore dell’euro e santo protettore della sventurata Penisola. Vero il contrario, purtroppo: di formazione progressista e keynesiana, studente cresciuto alla corte dell’insigne ecomomista democratico Federico Caffè (scomparso nel nulla dalla sua abitazione romana nel 1987), Draghi è l’emblema stesso del tradimento: il cattivo allievo, lo ribattezzò Bruno Amoroso, formatosi con Caffè insieme a Nino Galloni. Amoroso e Galloni hanno tenuto alto l’onore dell’antico maestro, tramandandone la lezione. Che è questa: lo Stato non è una famiglia, perché – a differenza delle famiglie e delle aziende – dispone del potere monetario. Può emettere moneta in modo virtualmente illimitato. Ergo: il deficit, in termini di spesa pubblica strategica, è puro ossigeno per i cittadini, le famiglie, le imprese. Viceversa, il suo contrario – il pareggio di bilancio – condanna l’economia. E se migliaia di imprese si arrendono alla crisi, strangolate dalle tasse, il loro business viene letteralmente rastrellato dai grandi gruppi, dotati di elevato potenziale finanziario. L’alleanza storica tra multinazionali, banche d’affari e vertice politico in Europa ha un nome esemplare: Mario Draghi.Per via delle altissime responsabilità rivestite nel disastro sociale europeo, proprio Super-Mario rappresenta al meglio, da grande tecnocrate, il potere oligarchico che ha piegato i governi, confiscato la democrazia, ridotto le elezioni a pura ritualità. Lo si vede anche oggi, ancora una volta, con l’immondo esito della crisi parlamentare italiana. In Europa, la menzogna neoliberista (più tagli, più cresci) è aggravata dalla prassi mercantile dell’ordoliberismo di marca teutonica: all’impoverimento programmato del popolo si aggiuge la sottomissione sociale dei dominati. Dopo la Grecia, l’Italia è scandalosamente in cima alla classifica dello sfruttamento: da moltissimi anni il nostro paese, a cui i tizi come Draghi rimproverano di aver vissuto “al di sopra delle sue possibilità”, è addirittura in avanzo primario. Ovvero: lo Stato spende, per i cittadini, meno di quanto i cittadini versino in tasse. In questo, proprio Draghi – massimo sacerdote dell’austerity (altrui) – incarna il massimo tradimento possibile della dottrina di Keynes e di Caffè, economisti progressisti cui si deve – nel mondo, e anche in Italia – l’archiettura dell’economia statale espansiva che permise ai popoli di risollevarsi, accedendo a stagioni di grande benessere, mobilità sociale, futuro da costruire con fiducia e ottimismo.Tutto questo doveva finire: non per via di leggi economiche, ma a causa di determinazioni politiche, in parte palesi (il neoliberismo di Milton Friedman e soci) e in parte occulte, di matrice iniziatica. Già nell’Ottocento, il medico francese Joseph Alexandre Saint-Yves, marchese d’Alveydre, teorizzò la dottrina della “sinarchia”. In spiccioli: la politica è un affare troppo serio perché sia lasciata al popolo bue. A guidarlo dev’essere un’élite illuminata. Questa élite reazionaria si è nascosta, nel Novecento, dovendo subire l’offensiva delle democrazie sociali, le conquiste dei diritti del lavoro. Poi è rimersa, lentamente, a partire dagli anni Settanta. In Europa, l’Italia era un boccone golosissimo: eravamo il paese del boom, trainato dal maggior conglomerato industriale d’Europa, l’Iri, gestito dallo Stato. Le vaste inefficienze dell’Iri, di origine clientelare, erano largamente compensate dalle enormi ricadute sull’indotto privato. A demolire l’Iri fu chiamato il tecnocrate di turno, l’allora semisconisciuto Romano Prodi, mentre a Draghi – direttore del Tesoro – fu chiesto di oliare lo smembramento privatizzatore gli altri gioielli industriali italiani: Telecom, Eni, Enel, Comit, Credito Italiano.Dal Britannia in poi, Mario Draghi si è fatto apprezzare dai padroni del mondo, che l’hanno ricompensato da par loro. Una marcia trionfale: Goldman Sachs, Bankitalia, Bce. Ora, Draghi ha rifiutato di sostituire Christine Lagarde al vertice del Fmi. Si è tenuto libero per Palazzo Chigi? No: per il Quirinale. Vanta crediti importanti, sulla strada del Colle. D’intesa con Napolitano, nel 2011 disarcionò Berlusconi (ultimo premier eletto dagli italiani, nel 2008: da allora, alla guida del governo si sono succeduti soltanto politici non eletti dai cittadini, da Monti fino a Conte). E’ la declinazione italica della “sinarchia” del marchese Saint-Yves d’Alveydre: guai a lasciare che il popolo si governi da sé. A tener aperta la strada del Quirinale per Mario Draghi è il finto outsider e falso rivoluzionario Beppe Grillo: solo grazie all’inventore dei 5 Stelle il super-banchiere dell’élite può sperare, domani, di raggiungere la meta. Non è solo, ovviamente: oltre a Grillo e al solito servizievole Pd, Draghi può contare sulle potenti superlogge massoniche internazionali in cui milita. E’ affiliato a ben 5 Ur-Lodges di stampo reazionario: si chiamano “Three Eyes” e “Pan-Europa”, “Edmund Burke”, “Der Ring” e “Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum”. E’ per questi signori che in fondo lavorano Beppe Grillo e il suo figurante sistemato a Palazzo Chigi, il carneade “Giuseppi” Conte, sedicente “avvocato degli italiani”: un piccolo e infido mestierante, di cui oggi i connazionali farebbero volentieri a meno.Mister Europa osserva divertito il massacro politico italiano andato in scena in mondovisione. E’ vomitevole la marmellata di democrazia confezionata grazie al prezioso tritacarne del signor Beppe Grillo, sceso in campo a muso duro – dando ordini ai suoi valletti in Parlamento, terrorizzati all’idea di tonare al voto – per blindare il piccolo potere italiano e restituirlo interamente all’establishment europeo. Grillo obbedisce al vero potere che tiene in pugno il Belpaese dai tempi del Britannia, il grazioso panfilo che lo stesso giorno, il 2 giugno 1993, ospitò a bordo l’allora giovane direttore generale del Tesoro e il comico genovese vicino a De Mita, cacciato dalla Rai nel 1986 per una fatale battutaccia sulle ruberie dei socialisti. Mario e Beppe, due destini che tornano a incrociarsi: è grazie a Grillo se oggi il mitico Super-Mario vede avvicinarsi a grandi passi il Quirinale, quando cioè Mattarella – tra un paio d’anni – vedrà scadere il suo mandato alla presidenza della Repubblica. Sbagliava, chi scorgeva in Draghi un candidato di ferro per Palazzo Chigi dopo Conte: puntando proprio al Colle, il sommo banchiere europeo non ha commesso l’errore di rendersi inevitabilmente impopolare, mettendosi a capo di un governo-vergogna come quello che oggi Renzi e il fantasma di Di Maio si apprestano a sorreggere, calpestando la volontà popolare degli italiani.
-
Mascalzoni contro il popolo: eccolo, il Patto del Lazzarone
Poi c’è l’Italia. E ci sono gli italiani. Quelli che ascoltano sconcertati e indifesi le registrazioni da Bibbiano e vedono la famiglia sotto attacco, i bambini plagiati e costretti a denunciare i loro genitori per abusi inesistenti. Quelli che vedono in tv un marocchino che strazia con otto coltellate una barista a Bologna. Quelli che vedono altre ondate di migranti a bordo, stremati e malati, e poi si scopre che si tratta solo dell’otite di un passeggero; vivono la tragedia di essere imbarcati da giorni mentre, si sa, venivano da una vita agiata, da un’attesa confortevole in Libia, e sono stati costretti da qualcuno a imbarcarsi… E questa sarebbe l’emergenza nazionale, la priorità assoluta per il governo che verrà, mentre gli italiani vivono con disagio in un paese calante ed inefficiente, sentono la pressione e l’oppressione dell’Europa, temono l’aumento dell’Iva e le mazzate del fisco, si sentono indifesi, isolati, raggirati, per giunta in balia di magistrati irresponsabili e schierati. Vedono che la realtà è da una parte e la rappresentazione e soprattutto la rappresentanza va da un’altra. Si può parlare restando decenti di un governo giallorosso che parte con l’80 per cento di contrari tra il popolo sovrano?Quattro italiani su cinque non vogliono un’alleanza grillina-sinistra; e noncuranti il Palazzo, i Media, il Patriziato euro-nazionale, si spende tutto per quell’alleanza. Dalla sinistra estrema ai moderati illuminati, dai vecchi marpioni del regime ai grillini antisistema, dai giornaloni ai Travaglio, tutti – cani e porci, più gentil farfallette – nell’arca di Noè anti-voto e anti-salvini. C’è pure lui che propone un nuovo patto del Lazzarone, versione mascalzona del già torbido patto del Nazareno, e tutti gli danno torto, salvo seguire fedelmente le sue istruzioni. Eccolo che si prepara, il governo di lorsignori. E quelli che fino a ieri erano considerati barbari, i grillini, vengono d’un colpo costituzionalizzati, profumati e incravattati, vengono perfino definiti gentiluomini liberali. E i grillini per campare accettano di diventare domestici, si lasciano cioè addomesticare, entrano nel sistema, alzano la zampa quando glielo dice il domatore, giocano perfino col pallone sul naso, come le foche ammaestrate. Sono ammessi nel club esclusivo dei patrizi, salvo cacciarli appena non servono più, accompagnati dal loro avvocato Zelig Conte, trasformista, equilibrista, multitasking, democristiano quanto serve, progressista quanto basta, brillantina europeista, cromatina da notabile del sud, pochette tardoborghese da taschino più un’incipriata di populismo da tinello per compiacere il gentil volgo.Vi dico già i ministri di culto del governo che hanno in mente, in parità di quote: Greta, Carola, Ursula e Saviano, Lucano e Romano (Prodi). Con la benedizione straordinaria di Bergoglio & Scalfari associati. Ma che possiamo fare noi cittadini, oltre che dire, scrivere e votare quando ci chiameranno, mi scrivono sconfortati alcuni lettori? Niente, ragazzi, già l’idea di manifestare il dissenso in piazza diventa in questo caso tentato golpe e insurrezione armata. A cuccia, buoni. Altrimenti vi fanno le scariche al cervello. Come in Cina, come a Bibbiano. Bene, prendiamo atto che il popolo sovrano non conta un beato fico secco, e se si orienta per i sovranisti e dimezza i grillini, il patriziato si ingegna a salvare i grillini e a massacrare chi ha sostegno popolare. Prendiamo atto che si possono fare scelte, governi, nomine in cui i cittadini non contano assolutamente nulla. Allora, vi dico, perché non avete il coraggio di mutare la Costituzione, mutare forma al regime democratico? Vi consiglio una soluzione decorosa, comunque meno assurda di quella orwelliana di dichiarare che state salvando la democrazia mentre l’affossate.Seguitemi. Per separare la volontà popolare, il consenso elettorale, dal governo e dal potere praticate una riforma astuta. Ripristinate un’antica magistratura di 25 secoli fa, i Tribuni della Plebe, e consentite agli elettori di votare per loro. Date ai Tribuni della Plebe il massimo ascolto, la massima rilevanza, ma poi a governare e a designare chi governa ci pensa sempre il patriziato, cioè voi medesimi, in persona personalmente. Voi vi tenete il potere consolare, e a loro date di premio di consolazione. Loro vegliano su chi governa, rappresentano le istanze del popolo, strepitano, insomma sono difensori del popolo e oppositori riconosciuti. Ma, a governare ci pensate voi, levandovi di torno quella plebaglia, gli italiani. Elezioni democratiche, libertà di parola e di dissenso, diritto di ascolto garantiti. Ma poi decidete voi, col Patto del Lazzarone.(Marcello Veneziani, “Il Patto del Lazzarone”, da “La Verità” del 21 agosto 2019; articolo ripreso dal blog di Veneziani).Poi c’è l’Italia. E ci sono gli italiani. Quelli che ascoltano sconcertati e indifesi le registrazioni da Bibbiano e vedono la famiglia sotto attacco, i bambini plagiati e costretti a denunciare i loro genitori per abusi inesistenti. Quelli che vedono in tv un marocchino che strazia con otto coltellate una barista a Bologna. Quelli che vedono altre ondate di migranti a bordo, stremati e malati, e poi si scopre che si tratta solo dell’otite di un passeggero; vivono la tragedia di essere imbarcati da giorni mentre, si sa, venivano da una vita agiata, da un’attesa confortevole in Libia, e sono stati costretti da qualcuno a imbarcarsi… E questa sarebbe l’emergenza nazionale, la priorità assoluta per il governo che verrà, mentre gli italiani vivono con disagio in un paese calante ed inefficiente, sentono la pressione e l’oppressione dell’Europa, temono l’aumento dell’Iva e le mazzate del fisco, si sentono indifesi, isolati, raggirati, per giunta in balia di magistrati irresponsabili e schierati. Vedono che la realtà è da una parte e la rappresentazione e soprattutto la rappresentanza va da un’altra. Si può parlare restando decenti di un governo giallorosso che parte con l’80 per cento di contrari tra il popolo sovrano?
-
Yahvè SpA: chi domina il mondo, oltre la geopolitica visibile
Data fatidica, il 14 luglio: nel 1789 a Parigi veniva assaltata la Bastiglia, evento culminante della Rivoluzione Francese che segnò la fine dell’Ancien Régime, il sistema plurisecolare dell’assolutismo monarchico. Solo tre anni fa, invece – ma sempre in Francia, e sempre il 14 luglio – il killer franco-tunisino Mohamed Lahouaiej-Bouhle faceva strage a Nizza col suo camion, travolgendo i passanti sulla Promenade des Anglais: 86 morti e 302 feriti. Ovviamente l’attenatatore era già stato segnalato alla polizia, come poco di buono. E ovviamente nessuno aveva pensato di controllare e sgomberare quel camion bianco, fermo da giorni sul lungomare divenuto “off limits” in vista della festa nazionale francese. E ancora: l’assassino – prima di essere freddato dalle forze dell’ordine, come d’abitudine, prima che potesse parlare – aveva anche avuto cura di lasciare a disposizione dei poliziotti i suoi documenti, ben in vista nell’abitacolo del veicolo. Un caso da manuale, secondo Gioele Magaldi, autore del saggio “Massoni”: un messaggio intimidatorio rivolto alla massoneria progressista, che considera proprio il 14 luglio la prima pietra miliare verso la conquista della democrazia, almeno in Occidente.Fu l’Isis a rivendicare la strage di Nizza, ma le menti dello Stato Islamico sono altrove: Abu Bakr Al-Bahdadi, il sedicente Califfo, secondo Magaldi è affiliato alla superloggia “Hathor Pentalpha”, dominata dai Bush e responsabile del super-attentato del terzo millennio, quello dell’11 Settembre, comodamente attribuito al “barbaro jihadista” Bin Laden, in realtà massone, affiliato anch’esso alla medesima Ur-Lodge. La “Hathor Pentalpha”, sorta all’inizio degli anni ‘80 per volere di Bush padre, appena battuto da Reagan alle primarie repubblicane, raccolse il gotha dei golpisti del Pnac, il Piano per il Nuovo Secolo Americano: George W. Bush e suo fratello Jeb Bush, Dick Cheney e Donald Rumsfeld, Paul Wolfowitz e la stessa Condoleezza Rice. Oltre a Bin Laden (Al-Qaeda) e Al-Baghdadi (Isis), la “Hathor” avrebbe reclutato un ideologo come Samuel Huntington (“La crisi della democrazia”), insieme a Donald e Robert Kagan, Douglas Freith, Irving e William Kristol, Dan Quayle. Con loro Richard Perle, Karl Rove, Bill Bennett e il politologo Michael Leeden. Una rete trasversale, con affiliati in Medio Oriente: Oman, Bahrein, Qatar, Arabia Saudita e persino Iran (tra gli iraniani coinvolti, l’ex presidente Hashemi Rafsanjani).Obiettivo: destabilizzare ferocemente il pianeta, creando a tavolino il presunto “scontro di civiltà” tra Occidente e mondo arabo. Punta di lancia dell’operazione: Israele (era il premier Ariel Sharon l’uomo della “Hathor” a Tel Aviv). Ma arabi e israeliani non dovevano essere acerrimi nemici, anziché compagni di merende e di avventure anche terroristiche? Certo, ma solo in teoria, spiega Magaldi: in realtà sono tutti massoni, nella cabina di regia. E la vera geopolitica – al di là della narrazione dei media – passa per i circoli come la “Hathor”, incarnazione infernale dell’ala più reazionaria della supermassoneria occulta, apolide e sovranazionale. Convergenze insospettabili: dirigenti sauditi in riunione con Sharon e col presidente turco, il “fratello” Recep Tayyip Erdogan, insieme a un bel po’ di potenti europei: l’ex cancelliere tedesco Gehard Schröder, l’allora primo ministro spagnolo José Maria Aznar, l’intramontabile Tony Blair, il polacco Aleksander Kwasniewski e il francese Nicolas Sarkozy – più un paio di italiani: l’allora presidente del Senato, Marcello Pera, nonché Antonio Martino, all’epoca ministro berlusconiano e già segretario della Mont Pelerin Society, vero e proprio tempio ideologico dell’ultra-destra economica europea, culla dell’oligarchia neoaristocratica che ha incubato, progettatto e imposto l’austerity per infliggere la camicia di forza a paesi come l’Italia, alle prese con la nascente globalizzazione.Il primo a parlarne in termini espliciti è stato Paolo Barnard, nel saggio “Il più grande crimine”, uscito prima ancora della crisi italiana del 2011. La tesi: si trattava, semplicemente, di cancellare la memoria della Presa del Bastiglia. Il mitico 14 luglio? Un incidente della storia: aprì l’Europa a qualcosa di mai prima sperimentato – la democrazia – spalancando le porte alla modernità del futuro: Stato di diritto, suffragio universale. Traduzione euro-atlantica successiva: economia sociale, conquiste civili e diritti del lavoro. Bene, tutto questo doveva finire. E in modo drammatico: col terrorismo stragista della strategia della tensione (Al-Qaeda, Isis) o col terrorismo finanziario (rigore europeo). Per volere di chi? Dei soliti noti, gli antichi baroni. O meglio: di quella che un tempo costuitiva il nerbo dell’Ancient Régime, cioè l’aristocrazia feudale più parassitaria. Le era toccato finire sfrattata dal potere (politico) dal 14 luglio in poi? Niente paura: si è ripresa tutto, e con gli interessi, mantenendo le grandi leve della finanza. Ha finanziarizzato l’economia e ridotto gli Stati in bolletta, senza più sovranità monetaria. Il gioco perfetto dei leggendari Rothschild, padroni d’Europa (e di un pezzo d’America) da tre secoli questa parte.Nei suoi libri, un ricercatore come Pietro Ratto ricostruisce il ruolo di casati ebraici come quello dei Warburg, in realtà di origine veneta, poi soci in affari con i Rothschild – di cui sempre Ratto prova anche l’apparentamento coi Rockefeller, mediante matrimoni strategici. Dettaglio inquietante: furono i grandi finanzieri ebrei a sovvenzionare Hitler all’alba della sua tragica epopea. Non solo: è stato accertato che proprio il Terzo Reich – al suo esordio – fu un poderoso sponsor occulto del sionismo, favorendo l’espatrio degli ebrei tedeschi verso la Palestina e finanziando il primo colonialismo ebraico in Terrasanta. Scioccante? Quasi quanto il libro “L’altra Europa”, pubblicato dal vicentino Paolo Rumor, nipote del più volte primo ministro democristiano Mariano Rumor. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il padre dell’autore – Giacomo Rumor – agiva come 007 per conto di monsignor Montini, futuro Paolo VI, allora responsabile dell’intelligence vaticana. Gli Alleati già sapevano che avrebbero vinto, e volevano progettare in anticipo l’Europa del dopoguerra. Fin qui, tutto bene: logico che gli Usa si rivolgessero al Papa, visto che l’Italia era ancora in mano a Mussolini, e che l’antifascismo era largamente comunista. Ma un giorno l’esoterista francese Maurice Schumann, gollista e interlocutore di Rumor, svelò al cattolico italiano chi c’era veramente, dietro al piano: la Struttura. Una cupola esclusiva, ininterrottamente al potere, nel mondo, da quasi 12.000 anni.Follia? Non secondo l’archeologo Loris Bagnara, che ha verificato sul campo: le indicazioni di Rumor (cioè di Schumann) corrispondono in modo impressionante con la geografia e la toponomastica dei luoghi dove si sarebbe costituito quell’antico potere, nato in Mesopotamia e poi trasferitosi nell’Egitto dei faraoni prima di approdare in Palestina e quindi nel Mediterraneo fenicio e poi greco-romano. L’eminente politoligo Giorgio Galli, autore della prefazione del libro di Rumor, conferma: i nomi citati dal dossier-Schumann sono perfettamente coerenti con la mappa del vero potere, anche di quello euro-atlantico del Novecento. Politici, industriali e finanzieri: tutti esoteristi, vincolati al reciproco segreto sull’origine della Struttura, sostanzialmente iniziatica, risalente – a loro dire – attorno al 9.500 avanti Cristo, tra le rive del Tigri e quelle dell’Eufrate, cioè dove Zecharia Sitchin attribuisce agli Anunnaki, i misteriosi Figli delle Stelle, la “fabbricazione” dell’homo sapiens nella versione poi narrata dai Sumeri. Di quella storia – avverte Mauro Biglino, già traduttore ufficiale delle Edizioni San Paolo – la Bibbia non è che la fotocopia: la Genesi descrive la nascita di Eva mediante clonazione genetica, proprio come la pecora Dolly, ad opera degli Elohim come Yahvè, cioè i Figli delle Stelle palestinesi.Autore di culto in Italia, pubblicato anche da Mondadori (trecentomila copie vendute), a Biglino nessuno contesta la riscoperta letterale della Bibbia: l’interpretazione teologico-spiritualista del testo si rivela completamente infondata (Yahvè non era “Dio”, ma solo uno dei tanti Elohim citati). Semmai, la Bibbia – ammesso sia attendibile, visto che è stata riscritta ininterrottamente fino al medioevo – propone un’altra storia: la nascita dell’umanità attuale, così improvvisamente evoluta, sarebbe opera dell’ibridazione genetica dei Figli delle Stelle, che avrebbero immesso il loro Dna in quello dei primitivi ominidi. Biglino è rispettato anche ad Harvard, dove alla facoltà di medicina si raccomandano i suoi libri. E sulla sua ipotesi stanno convergendo decine di scienziati, che lo hanno messo a capo di un progetto di ricerca senza precedenti: studi interdisciplinari, anche archeologici, per verificare quel che la Bibbia racconta, alla lettera. E le religioni monoteiste? La prima, l’ebraismo, secondo Biglino sarebbe nata attorno al VI secolo avanti Cristo, quando Yahvè sparì di colpo, in seguito all’avvento dei babilonesi che sottomisero gli ebrei. Da allora, dice lo studioso, ad assumere la leadership del popolo ebraico furono i sacerdoti, cioè la casta degli ex “maggiordomi” di Yahvè: furono loro, manipolandola, a trasformare la Bibbia nel “libro sacro” che non era mai stato.Quando poi l’Impero Romano – oltre mezzo millennio dopo, nel 70 dopo Cristo – represse duramente gli ebrei distruggendo il Tempio di Salomone a Gerusalemme, gli stessi sacerdoti contrattarono il loro futuro con i nuovi padroni: cedettero ai romani il Tesoro del Tempio, in cambio di una vita agiatissima nella capitale imperiale, da cui poi – attraverso svariati passaggi – diedero vita alla nuova religione, il Cristianesimo cattolico, ufficialmente coniato da Costantino nel 325 al Concilio di Nicea. Lo stesso Paolo Rumor, attingendo al memoriale Schumann, sostiene che la mitica Struttura si sarebbe spezzata in due tronconi, a Gerusalemme, proprio attorno all’Anno Zero. Di recente, Biglino ha accennato a libri di prossima uscita, dal contenuto sconcertante: attraverso accurate analisi di fonti d’archivio, emerge una sbalorditiva continuità nel potere europeo attraverso i secoli, con in primo piano – da Gerusalemme a Roma, fino al Nord Europa – sempre le stesse famiglie. La sua tesi è nota: attraverso la Bibbia, siamo stati finora governati da un unico schema di potere, concepito sotto forma di dominio. Lo stesso sistema finanziario attuale, che regge il pianeta, è quello enunciato da Yahvè: potrai prestare denaro ma non richiederlo, perché chi riceve denaro in prestito ne diventa schiavo. E a proposito: dov’è finito, Yahvè? Sicuri che sia sparito per sempre dalla circolazione?Se un giorno si scoprisse che gli Elohim come quello che gestiva la famiglia di Giacobbe sono qui tra noi e controllano tutto – dice Biglino – certo non me ne stupirei: secondo la Bibbia potevano vivere anche 30.000 anni. Assurdo? Mica tanto: la distanza fra i loro 30 millenni e i nostri 90 anni è infinitamente più piccola di quella che separa una tartaruga gigante (200 anni) da una farfalla che viva solo 24 ore. Di giorno in giorno, si moltiplicano scoperte che sconquassano le vecchie certezze archeologiche: la Piramide di Cheope (vera datazione, 20.000 anni) è una potente “fabbrica di energia”: è presidiata dai fisici che vi osservano gli stranissimi fenomeni che ospita, come l’abbattimento di particelle subatomiche. A Visoko, in Bosnia, sono state scoperte le più grandi piramidi della Terra, risalenti a 30.000 anni fa. E al largo dell’India spuntano città sommerse – probabilmente dal maremoto di 11.500 anni fa (il Diluvo Universale?), scatenatosi proprio nel periodo in cui a Göbekli Tepe, in Turchia, fu costruito il tempio più antico della Terra, in un’area in cui gli scavi rivelano che la nascita dell’agricoltura risale addirittura al Mesolitico. Scoperte che costringono a retrodatare la nostra storia, cancellando quello che fino a ieri credevamo di sapere.Sotto certi aspetti, è come se le incredibili scoperte dell’archeologia odierna costringessero a ripensare la stessa geopolitica attuale. Si perde tempo, ripete Magaldi, se ci si ferma ancora a valutarla come scontro tra nazioni: c’è ben altro, dietro le quinte. Se lo domandava anche Barnard: vi siete mai chiesti come mai la politica non riesce mai a mantenere le sue promesse? E perché le cose vanno di male in peggio, nonostante il pianeta non sia mai stato così ricco, vista la nostra capacità esponenziale di produrre beni, grazie alla vertiginosa rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni? Colpa dell’élite neo-feudale, si risponde Barnard. Ed è un’élite non certo illuminata, aggiunge Magaldi: si tratta di un’oligarchia del denaro, reazionaria, neo-conservatrice, il cui massimo livello di potere – al di sopra delle entità paramassoniche come il Bilderberg – è rappresentato dalle 36 Ur-Lodges che dominano il globo. E se ci fosse dell’altro ancora, sopra le midiciali superlogge? Magari la “Yahvè SpA”, affidata a emissari collaudatissimi? E’ l’interrogativo che rilancia Biglino, convinto che gli Elohim (come gli Anunna sumeri, i Theoi greci, i Deva indiani) non siano affatto scomparsi, dimenticandosi delle loro “creature”. Anzi, aggiunge lo studioso: sarebbe perfettamente plausibile scoprire, un giorno, che dietro ai maggiori potentati terrestri vi siano proprio “quelli là”, i Figli delle Stelle, l’un contro l’altro armati: è uno schema ripetuto in tutti i libri antichi, compresa la Bibbia.Data fatidica, il 14 luglio: nel 1789 a Parigi veniva assaltata la Bastiglia, evento culminante della Rivoluzione Francese che segnò la fine dell’Ancien Régime, il sistema plurisecolare dell’assolutismo monarchico. Solo tre anni fa, invece – ma sempre in Francia, e sempre il 14 luglio – il killer franco-tunisino Mohamed Lahouaiej-Bouhle faceva strage a Nizza col suo camion, travolgendo i passanti sulla Promenade des Anglais: 86 morti e 302 feriti. Ovviamente l’attentatore era già stato segnalato alla polizia, come poco di buono. E ovviamente nessuno aveva pensato di controllare e sgomberare il suo camion bianco, fermo da giorni su quel lungomare divenuto “off limits” in vista della festa nazionale francese. E ancora: l’assassino – prima di essere freddato dalle forze dell’ordine, come d’abitudine, prima che potesse parlare – aveva anche avuto cura di lasciare a disposizione dei poliziotti i suoi documenti, ben in vista nell’abitacolo del veicolo. Un caso da manuale, secondo Gioele Magaldi, autore del saggio “Massoni”: un messaggio intimidatorio rivolto alla massoneria progressista, che considera proprio il 14 luglio la prima pietra miliare verso la conquista della democrazia, almeno in Occidente.