Archivio del Tag ‘legalità’
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Saviano: le mani della mafia anche sulla Tav Torino-Lione
Tutti parlano di Tav, ma prima di ogni cosa bisognerebbe partire da un dato di fatto: negli ultimi trent’anni l’alta velocità è diventata uno strumento per la diffusione della corruzione e della criminalità organizzata, un modello vincente di business perfezionatosi dai tempi dalla costruzione dell’Autostrada del Sole e della ricostruzione post-terremoto in Irpinia. Questa è una certezza giudiziaria e storica più solida delle valutazioni ambientali e politiche (a favore o contro), più solida di ogni altra analisi sulla necessità o sull’inutilità di quest’opera. In questo momento ci si divide tra chi considera la Tav in val di Susa come un balzo in avanti per l’economia, come un ponte per l’Europa, e chi invece un’aberrazione dello spreco e una violenza sulla natura. Su un punto però ci si deve trovare uniti: bisogna avere il coraggio di comprendere che l’Italia al momento non è in grado di garantire che questo cantiere non diventi la più grande miniera per le mafie.
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Potere sordo, e noi siamo soli: così la gente non vota più
Si allarga la fenditura. Di qua chi governa, a qualsiasi titolo. Di là tutti gli altri. Può darsi che annuncino il loro esodo in piccoli gruppi potenti (i banchieri, gli avvocati), in tribù che prescelgono la dimostrazione fisica e locale (i tassisti) in manifestazioni più disperate che violente (le testimonianze dei ricoverati del pronto soccorso e di chi li accompagna) o nel sottofondo di voci che segue e commenta con indignazione, protesta o scherno quasi ogni funzione pubblica del Paese, dal viaggiare infinito dei pendolari alla sorpresa male accolta per gli ospedali che chiudono. Ma sto parlando di un distaccarsi esteso, a volte silenzioso e ordinato, raramente rappresentato dalle rivolte come quella dei No Tav, di cui si discute con grande confusione su causa ed effetto (viene prima la solitudine o la rivolta?) in questi giorni.
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Vattimo: ho paura della polizia, grazie al governo fascista
Cari amici NoTav, se nei prossimi giorni mi capiterà di non venire alle manifestazioni in valle non sarà (solo) a causa di altri impegni, sarà principalmente perché ho paura. Lo confesso senza pudore, e tanto più esplicitamente quanto più mi sembra un sentimento nuovo, che non avevo più provato da tanti anni, almeno dai fatti di piazza Statuto (governo Tambroni, un millennio fa), anche perché ai tempi del G8 di Genova ero, fortunatamente per me, all’estero per lavoro. Dagli anni di Tambroni porto sempre con me il ricordo di un suggerimento a cui penso con un certo umorismo: quando stai per andare alla manifestazione non mangiare o mangia poco, perché se ti sparano nello stomaco vuoto è più facile che la ferita si rimargini. Non ho mai avuto modo di verificare se è vero.
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No-Tav, Travaglio: Bersani e il silenzio dei tecnici cialtroni
Il Tav Torino-Lione nasce ventuno anni fa, quand’era appena caduto il Muro di Berlino, al governo c’erano Andreotti e Cirino Pomicino e alle Ferrovie Lorenzo Necci. Poi, guardacaso, Tangentopoli li ha spazzati via tutti. Un’altra era geologica, quando i politici erano in preda a una supersonica “invidia del pene” e come modello di sviluppo inseguivano ancora la Muraglia Cinese e la Piramide di Cheope. Poi sappiamo che cosa ci han lasciato di grosso, in eredità: il debito pubblico. Il primo studio di fattibilità commissionato dalla Regione Piemonte 21 anni fa stimava che i passeggeri fra Italia e Francia sarebbero aumentati da un milione e mezzo a 7 milioni e 700.000 in dieci anni. Invece adesso sono 700.000: un decimo del previsto. Infatti il vecchio treno diretto Torino-Lione è stato soppresso da un pezzo.
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Rischio attentati No-Tav? Fiore: temo i servizi deviati
Cari amici della valle di Susa, state attenti: se i servizi segreti annunciano il rischio di possibili attentati, è perché a «preparare qualcosa» potrebbero essere proprio loro, o meglio settori “deviati” dell’intelligence. Obiettivo, incolpare e criminalizzare la protesta popolare: gli apparti di sicurezza temono infatti che la rivolta possa estendersi dalla valle di Susa al resto dell’Italia, sottoposta alla scure anti-popolare del governo Monti e dell’oligarchia finanziaria per conto della quale è stato commissariato il nostro paese. Ad affermarlo, senza mezzi termini, è l’ex europarlamentare Roberto Fiore, leader di “Forza Nuova” e scomodo esponente dell’ultra-destra. Da lui una solidarietà totale, e del tutto inattesa, al valsusino Luca Abbà finito all’ospedale dopo la drammatica caduta dal traliccio su cui si era arrampicato il 27 febbraio per resistere all’occupazione dell’area di Chiomonte destinata al futuro cantiere della linea Tav Torino-Lione.
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Tav illegale, sostenuto dalla cricca della nipote di Mubarak
Al Parlamento europeo abbiamo sempre sostenuto che c’è una profonda illegittimità e illegalità, nella Tav. Tutte le ragioni che abbiamo cercato di far valere – con la Alfano, con De Magistris e con altri compagni – sono queste: l’Italia e i torinesi, con la Tav, stanno cercando di truffare l’Europa. Hanno fatto finta di aprire un cantiere che non è mai stato aperto: hanno solo occupato. Hanno fatto finta di consultare le comunità locali, che non hanno mai consultato. Virano non ha mai ascoltato se non quelli che erano già d’accordo, non ha mai discusso seriamente tutte le ragioni che un sacco di esperti hanno mandato anche a Monti, una lettera firmata da 364 fra accademici e studiosi: silenzio totale. Questo vuol dire che la valle di Susa, purtroppo, è uno degli ultimi baluardi della democrazia in Italia.
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Ancora sangue in val Susa, Grillo: chi c’è dietro alla Tav?
Sto guardando e seguendo quello che sta succedendo. Un ferito grave in val di Susa, l’accerchiamento della baita con persone dentro. Di nuovo violenze. Uno è caduto da un traliccio ed è grave in ospedale. A chi servono queste cose? Perché, porca di una puttana, io vorrei capire cosa c’è dietro questo sistema! Lo capirebbe anche un bambino che non serve la Tav: un tunnel di 50 km sotto un monte. Sono contro anche il partito di Sarkozy e la Corte dei Conti francese. Sono cifre che non stanno in piedi. Progetti di 15-20 anni fa. Quando le merci giravano. Oggi i camion sono vuoti. Si spostano container vuoti. È la fantascienza dei trasporti. Il nostro mondo è questo. E allora perché mandano avanti la politica, Fassino, i magistrati. Perché?
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Europei, sveglia: referendum, per fermare il massacro
La Grecia brucia, ma è solo il primo incendio: quello che sta accadendo in Grecia è soltanto il prologo di quello che sta per avvenire nel resto d’Europa. Anzi, mi auguro che avvenga nel resto d’Europa, perché stanno direttamente attaccando il patto sociale su cui 400 milioni di persone hanno vissuto negli ultimi 70 anni. Stanno letteralmente demolendo l’intera struttura economico-sociale alla quale tutti noi siamo non solo abituati, ma a cui abbiamo anche diritto perché le nostre Costituzioni ce lo garantiscono. Quindi, alla Grecia è toccato per prima, ma credo che la Grecia stia dando un segnale di grande resistenza: il popolo greco non accetta le decisioni dei propri rappresentanti. Situazione molto simile a quella italiana, dove i rappresentanti del popolo non rappresentano più il popolo.
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Theodorakis: la Grecia ha aperto la porta al suo assassino
Esiste un complotto internazionale che ha l’obiettivo di cancellare il mio paese. E’ iniziato nel 1975 opponendosi alla civiltà neo-greca, è continuato con la distorsione sistematica della nostra storia contemporanea e della nostra identità culturale e adesso sta cercando di cancellarci anche materialmente con la mancanza di lavoro, la fame e la miseria. Se il popolo greco non prende la situazione in mano per ostacolarlo, il pericolo della sparizione della Grecia è reale. Io lo colloco entro i prossimi 10 anni. Di noi, resterà solo la memoria della nostra civiltà e delle nostre battaglie per la libertà.
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L’Italia è avvisata: Cosentino libero e i No-Tav in galera
Hanno di nuovo toppato, e malamente: si sono fatti l’ennesimo autogol. Era da metà dicembre che aspettavamo questi arresti. Non pensavamo fossero così maldestri. Questa gente ha pensato, ancora una volta, di giocare la carta dei buoni e dei cattivi, sperando di dividere un movimento che invece è molto unito. E hanno creduto di spaventarci con la galera. Non hanno capito che, quando abbiamo cominciato questa lotta, l’unica cosa che abbiamo sempre messo in conto era di andare in galera. Forse questi magistrati non hanno capito cosa vuol dire disobbedienza civile. Gliel’abbiamo spiegato nel 2005 e poi nel 2010 davanti alle trivelle, glielo rispieghiamo oggi: disobbedienza civile vuol dire che i cittadini sono consapevoli dei rischi che corrono a infrangere le leggi ingiuste che lorsignori hanno fatto. Cosentino è libero e i No-Tav sono in galera.
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Caduto il Muro, addio Italia: un declino che viene da lontano
L’inizio del declino italiano ha una data esatta ed è il 26 dicembre 1991. Quel giorno si sciolse ufficialmente l’Unione sovietica e finì la guerra fredda. E con la guerra fredda finì anche quella che potremmo chiamare l’eccezione italiana. Perché per 35 anni l’Italia era stata la frontiera geografica e politica dell’impero occidentale. Frontiera geografica (orientale) perché il blocco sovietico cominciava proprio sull’altra riva dell’Adriatico. Frontiera politica perché il Pci era il più forte partito comunista dell’Occidente. Quindi tutto fu messo in opera (e tutto fu consentito) perché l’Italia americana fosse una “success story”. Da qui il miracolo economico, da qui la straordinaria stabilità politica di un regime sostanzialmente monopartitico (i gabinetti cadevano sì uno dopo l’altro, ma a rotazione le poltrone erano occupate sempre dagli stessi).
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Monti, rigore senza crescita: l’Europa si suicida in Italia
L’Islanda ha dichiarato il default e ha rotto i patti. Sfortuntamente, l’Italia è un paese molto più grande: difficile rompere i patti, perché dipenderebbe da noi il futuro dell’Unione Europea. Non si vuole finire, tra un anno, peggio di oggi? Allora Monti non dovrebbe incontrarsi prima di tutto con la Merkel e con Sarkozy, ma con Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda. Dovrebbe andare a Bruxelles e dire: scusate, noi vogliamo rinegoziare tutto. Dobbiamo stracciare il Trattato di Maastricht e ricominciare un processo costituente europeo con la partecipazione dei popoli europei, e a questo punto ridiscutiamo tutto: il meccanismo di finanziamento degli Stati, questo debito sovrano, è una grande truffa. Siccome siamo decisivi, l’Europa dovrebbe ascoltarci. Se noi andiamo a finire dove ci vogliono mandare, i tedeschi dove vanno a venderli i loro prodotti? Di fatto, sono dei suicidi senza saperlo.