Archivio del Tag ‘media’
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Autunno caldo, siamo sotto attacco: difendiamoci
Questo agosto ci ha riservato una serie di sorprese – relative, ma sorprese – la più importante delle quali è la conquista di Tripoli e il crollo della Libia. Noi occidentali, quasi tutti insieme, abbiamo realizzato una delle più invereconde operazioni militari, politiche e psicologiche mai tentate, paragonabile soltanto all’Iraq. Adesso la Libia diventerà un protettorato, l’Occidente sta digerendo questo nuovo pasto. Manca soltanto il ruttino finale dell’assassinio di Gheddafi, poi verrà il turno della Siria: perché gli Stati Uniti hanno problemi importanti da risolvere, una crisi che arriva e sarà molto grande, quindi un’altra guerra farà comodo e servirà a stabilire chi ha il potere nel mondo in una situazione così critica.
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Nuovo mondo: riscriviamo le regole per uscire dalla crisi
Il nostro tempo è caratterizzato dall’intreccio di tre grandi crisi. Crisi epocali e senza precedenti. Tutte queste crisi, in vario modo, stanno arrivando a un punto di rottura. Tale situazione rende indispensabile la transizione ad una diversa organizzazione sociale, politica ed economica. La prima, cruciale, crisi che abbiamo di fronte è quella economica, che nel 2007-08 si è resa evidente attraverso la crisi finanziaria, ed è diventata, oggi in Europa, crisi dei debiti sovrani. Non è una crisi ciclica. La seconda riguarda l’egemonia degli Usa, il cui potere imperiale appare avviato verso un declino lento ma probabilmente irreversibile.
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Santoro: buio sui media, crisi oscurata dall’11 Settembre
Fateci caso: il famoso “editto bulgaro” fu emanato da Berlusconi con precisione cronometrica. L’obiettivo era: far tacere quelle voci che avrebbero potuto opporsi alla guerra in Iraq, in un paese come l’Italia, sede del più vasto movimento pacifista del mondo, appoggiato anche da un Papa che era contro quella guerra. Tutto era cominciato l’11 Settembre, coi media appiattatiti su un unico punto di vista: la guerra come unica risposta per fronteggiare un nemico. L’unica chiave: la paura. Una spettacolare manipolazione del mondo, per nascondere un’altra paura: quella della grande crisi, che già allora oscurava l’orizzonte dell’Occidente. Ed è lì che la realtà è completamente scomparsa dai nostri schermi.
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Comizi d’amore: così Annozero trasloca sul web
Dieci euro, per rivedere Santoro in video: 25 puntate a partire dalla fine di ottobre, sul web e sul network di televisioni che potrebbe trasmetterlo. Il programma si intitola “Comizi d’amore”, come la celebre serie di documentari girati da Pier Paolo Pasolini nell’Italia del boom. «Gli amministratori della tv pubblica siano scelti dagli abbonati. La proposta di “La7”, con il controllo preventivo, era inaccettabile. Che cosa farò? Quello che avete già visto con “Raiperunanotte”», annuncia Santoro l’11 settembre alla Versiliana, ospite della festa del “Fatto Quotidiano”, partner nell’operazione. «In tv ci vuole qualcuno che possa dire liberamente “Berlusconi fuori dalle balle”».
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11 Settembre in tv: ormai la verità non fa più scandalo
Il 25 agosto 2011 la trasmissione “La Storia Siamo Noi” di Giovanni Minoli trasmette il primo serio servizio giornalistico della Tv italiana sul grande inganno dell’attentato terroristico dell’11 settembre 2001, insistendo sull’ipotesi peggiore: una colossale e sanguinosa montatura, per mascherare un auto-attentato “made in Usa”. Entusiasmo nel popolo del web, ma la vera notizia è che tutto ciò lascia il tempo che trova, scrive Roberto Quaglia, autore del bestseller “Tutto quello che sai è falso” e indagatore del “mito dell’11 Settembre”: «E’ stata sdoganata la vera storia dell’11 Settembre», eppure «nessun politico rinuncerà a recitare i dovuti mantra sulla lotta al terrorismo e nessun telegiornale smetterà di attribuire al mitologico Osama Bin Laden, il Babbo Natale del Male, la responsabilità degli attacchi».
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Lerner: Emilio Fede e Tg4, assuefazione alla menzogna?
Non ho mai creduto giusto che per fare il giornalista uno debba essere per forza iscritto all’Ordine professionale, dunque non starò a chiedermi cosa ci faccia ancora Emilio Fede fra gli iscritti a una corporazione che si vanta di tutelare la deontologia professionale. Invece credo molto nella dignità del lavoro, cui ciascuno di noi aspira. E allora vorrei rivolgere una sommessa domanda ai miei colleghi giornalisti di Mediaset, e in particolare a quelli del Tg4. Com’è possibile per voi tenervi un direttore come Emilio Fede senza reagire, cioè senza chiederne a viva voce l’immediata rimozione? Non ci tenete alla vostra credibilità?
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Chossudovsky: Libia, democrazia Nato firmata Al Qaeda
«Uccidere la verità è parte integrante dell’agenda militare: la realtà viene capovolta e la menzogna diventa verità. E’ una dottrina inquisitoriale: il “consenso” della Nato ricorda l’Inquisizione spagnola». Parola di Michel Chossudovsky, accademico canadese e presidente di “Global Research”, osservatorio internazionale sulla globalizzazione e prestigiosa voce critica sulle crisi planetarie. Mentre i media raccontano che i “ribelli” avrebbero “liberato” Tripoli dalla dittatura di Gheddafi per instaurare la democrazia sotto la spinta popolare, Chossudovsky rivela che il piano, studiato a tavolino, non è che una tappa della nuova offensiva occidentale nella regione, basata sull’impiego massiccio di quelli che ieri erano presentati come acerrimi nemici: terroristi di Al Qaeda e miliziani della Jihad islamica.
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Libia, la verità? Fermare la Cina, inguaiando anche l’Europa
Gheddafi è solo una maschera, il tiranno perfetto contro cui scatenare i media, quindi l’opinione pubblica e infine i Tornado. Berlusconi? Non conta niente, ha subito una guerra che non voleva, come del resto la manovra finanziaria “lacrime e sangue”. E gli alleati europei? Idem: nonostante le apparenze, la battaglia di Tripoli è contro di loro, innanzitutto: concepita per metterli nei guai. E persino «il povero Obama» ha dovuto abbozzare. Perché a decidere di trasformare la Libia in un inferno come l’Iraq è stato il super-potere di Wall Street. Con un obiettivo evidente: fermare l’avanzata della Cina. «Non è nemmeno questione di petrolio», dice Giulietto Chiesa all’“Espresso”: «Tra 5-10 anni non ci sarà più posto per Usa e Cina insieme: o troveranno un accordo, o sarà guerra mondiale».
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Bugie di guerra da Tripoli: non sappiamo quasi niente
Domenico Quirico, il reporter della “Stampa” sequestrato il 24 agosto con tre colleghi e liberato l’indomani da due giovani soldati di Gheddafi, rivela di esser stato accompagnato attraverso «l’enorme area di Tripoli ancora controllata dalle forze del regime». E un combattente gheddafista, che si firma “Libyan Liberal”, racconta su Twitter che il “lavoro” consiste nel difendere la popolazione da omicidi, stupri e saccheggi, mentre dal cielo le bombe della Nato fanno strage. Le immagini della folla esultante sulla Piazza Verde? Forse è solo l’ultima beffa: si ipotizza addirittura un set televisivo negli studi di Al-Jazeera, nel Qatar. «Considero prive di ogni sostanza le notizie ufficiali che arrivano dalla Libia da tre giorni a questa parte», scrive Debora Billi: possibile che la cronaca da Tripoli sia interamente falsa?
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Paolo Barnard: il vero potere mondiale ci vuole schiavi
Chi decide il nostro futuro? Quegli «ometti in doppiopetto blu» che in teoria possiamo promuovere o bocciare col voto? No, purtroppo: quelle sono solo «le marionette del vero potere», che risiede lontano, protetto da palazzi inaccessibili, da cui dirama ordini attraverso il più micidiale degli strumenti: la finanza. Il mondo ci sta franando addosso? Non è un caso: era tutto perfettamente previsto. Anzi: organizzato. Da chi è al lavoro da decenni per compiere “il più grande crimine”: lo smantellamento della democrazia, la fine della sovranità, la privatizzazione degli Stati, l’eutanasia della politica. Una piovra elusiva, senza volto, ma pressoché onnipotente e dalle mille sigle: Bilderberg, Wto, Unione Europea e Bce, Fmi, con tanto di lobby e think-tanks, banche centrali, mafie.
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Italia lenta? Braun: fate correre il web, non la Tav
I sostenitori della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione non hanno dubbi: se l’Italia dovesse sciaguratamente decidere di rinunciare al progetto rischierebbe di perdere il treno della modernità, condannandosi a un ruolo sempre più marginale all’interno dell’Europa. Inutile dire che i rischi di una perdita di importanza dell’Italia in Europa ci sono tutti. Ed è inutile dire che la qualità delle infrastrutture pesa sulla competitività del paese. Che dire, per esempio, di una capitale come Roma che può contare su una rete metropolitana – in questo caso la parola “rete” è un gentile eufemismo – formata da appena due linee? Che dire dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, eterno cantiere che rende ogni viaggio verso il sud un supplizio? Che dire del fatto che l’Italia è arretrata anche per quanto riguarda le connessioni veloci a internet?
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News criminali, Murdoch va arrestato per la guerra in Iraq
L’impero di Murdoch è nella bufera, ma quanto sarebbe stato meglio se questa bufera si fosse scatenata quando l’editore australiano e le sue tv si trasformarono nel braccio mediatico della invasione dell’Iraq. Fu proprio lui, non solo a sostenere le ragioni di Bush, ma anche a pianificare e a promuovere una eccezionale campagna di disinformazione, fondata sulla ripetizione ossessiva dei falsi dossier sul presunto arsenale di Saddam e sulla guerra prossima ventura che il dittatore si sarebbe apprestato a scatenare contro gli Stati Uniti. Quella campagna fu scientificamente programmata, quei dossier erano palesemente falsi, in realtà si trattava di sostenere gli interessi di ristrette oligarchie.