Archivio del Tag ‘mondo’
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Uruguay, il presidente dona il suo stipendio ai poveri
Rinuncia ad agi e lusso e diventa il presidente più povero del mondo. È l’uruguaiano Jose Mujica, che ha scelto di donare ai poveri il 90% del suo stipendio statale e di far dormire nella dimora presidenziale i senzatetto. Per contro, con uno stipendio di 775 dollari al mese, lui vive in campagna, dove coltiva l’orto, e conduce una vita semplice e spartana con sua moglie, la senatrice Lucía Topolansky, e i suoi cani. Nessuna auto blu, né fiumi di denaro. Il presidente dell’Uruguay lavora la terra, raccoglie l’acqua da un pozzo e stende personalmente i suoi panni lavati sui fili appesi nel giardino. Quando militava tra i Tupamaros, un’organizzazione radicale marxista ispirata alla Revolución cubana, che rapinava le banche per poi distribuire cibo e denaro ai poveri di Montevideo, il suo nome di battaglia era “Pepe”.
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Greenpeace: il veleno è di moda, “tossici” due capi su tre
Tessuti e capi firmati devastano l’ambiente, ma anche la salute: in due casi su tre, sono fonte addirittura di tumori e di serie anomalie al sistema ormonale. Parola di Greenpeace. «Siamo ormai in un mondo di “fashion victim”? Decisamente sì, e non solo nel senso di persone che seguono acriticamente le mode del momento», scrive Andrea Bertaglio sul “Fatto Quotidiano”. L’ultimo rapporto dell’associazione ecologista internazionale lo conferma: l’industria tessile provoca guasti gravissimi all’ambiente. Ma la novità vera è un’altra: l’abbigliamento può minacciare il benessere fisico delle persone, come rivelano le analisi chimiche eseguite su decine di prodotti dei marchi più importanti del pianeta. Sostanze tossiche e nocive, rivela Greenpeace, sono presenti in oltre il 60% dei capi: i 20 principali brand di moda vendono indumenti contaminati da sostanze pericolose per il sistema endocrino e, se rilasciate nell’ambiente, possono diventare cancerogene.
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Il Fmi: moneta sovrana, non più monopolio delle banche
Eliminare il debito pubblico degli Usa in un colpo solo, e fare lo stesso con Gran Bretagna, Italia, Germania, Giappone, Grecia. E nello stesso tempo rilanciare l’economia, stabilizzare i prezzi e spodestare i banchieri. In modo pulito e indolore, e più rapidamente di quel che si può immaginare. Con una bacchetta magica? No. Con una legge semplice, ma capace di sostituire l’attuale sistema, in cui a creare denaro dal nulla sono le banche private. Basterebbe un provvedimento che obblighi gli istituti di credito a detenere una riserva finanziaria reale, del 100%. A proporlo sono due economisti del Fondo Monetario Internazionale, Jaromir Beneš e Michael Kumhof. Tu, banca, vuoi lucrare sul prestito di denaro? Prima devi dimostrare di averlo davvero, quel denaro. Troppo comodo farselo dare dalla banca centrale (che lo fabbrica dal nulla) per poi “taglieggiare” famiglie, aziende e interi Stati, imponendo interessi esorbitanti.
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Orsini: troppo potere alle banche, ricatti a tassi da usura
Quando parliamo di usura bancaria qualcuno mi chiede: ma come fanno le banche a applicare i tassi usurari? Perché le banche, sull’assunto che alcune circolari della Banca d’Italia le hanno indotte in errore, non hanno mai conteggiato – nel costo del denaro – le commissioni di massimo scoperto. Quindi, applicando gli interessi, sono sempre qualche centesimo di percentuale sotto al tasso soglia, quello applicato trimestralmente sulla Gazzetta Ufficiale. Poi lo hanno superato, naturalmente, aggiungendo le commissioni e le spese non dovute, che superano di gran lunga i tassi di soglia e che diventano tasso da usuraio. Vorrei parlare dei tanti privilegi delle banche, perché – oltre ad applicare l’usura – le banche detengono privilegi immensi. Tra questi ne voglio indicare due: la possibilità, solo per esse, di segnalare alla Centrale Rischi – in modo discrezionale, unilaterale – il cattivo pagatore o il presunto debitore.
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Arriva una guerra mondiale: lo dicono i guru della finanza
Mentre Israele bombarda Gaza per colpire Hamas, alleato di ferro dell’Iran, all’indomani dello scandalo Petraeus che ha azzoppato la Cia e con essa il generale più prestigioso del Pentagono, i guru della finanza mondiale vedono ormai la guerra come destino imminente dell’umanità, o almeno dell’Occidente stritolato dai debiti: «Crediamo che la guerra sia un’inevitabile conseguenza della attuale situazione economica mondiale», avverte Kyle Bass, super-manager di hedge funds americani e fondatore di “Hayman Capital”. «Trilioni di dollari di debiti saranno ristrutturati – scrive Bass sul “Washington’s Blog” – e milioni di risparmiatori finanziariamente prudenti perderanno una percentuale rilevante del loro potere d’acquisto reale, esattamente al momento sbagliato nella loro vita: ancora una volta, il mondo non finirà, ma il tessuto sociale delle nazioni dilapidatrici sarà sfilacciato e in alcuni casi strappato. Purtroppo, guardando indietro nella storia economica, troppo spesso la guerra è la manifestazione di una semplice entropia economica sostenuta fino alla sua logica conclusione».
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Voti e grandi opere: i clan si stanno comprando il paese
«Nel nord Italia la mafia si presenta con il volto rassicurante di manager e colletti bianchi: in un momento di recessione come questo, l’aristocrazia mafiosa offre dei capitali, accontentandosi di quote di minoranza, per colonizzare progressivamente il territorio con una fitta rete di relazioni a lungo termine». Lo ha detto il procuratore generale di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, durante la missione speciale a Palermo della Commissione antimafia europea. «Non dimentichiamo che uno dei mandanti del giudice Rosario Livatino operava in Germania dove era conosciuto come un brillante imprenditore di import-export». La stessa Europa, avverte lo scrittore Massimo Carlotto, è diventata «la più grande “lavanderia di denaro” del mondo», grazie alla permeabilità del business e ai giganteschi affari garantiti dalle grandi opere.
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Maxi-asteroide minaccia la Terra, la Nasa non smentisce
Affogata nel marasma della comunicazione per le elezioni presidenziali 2012, ecco una notizia curiosa che ha avuto l’endorsement dell’“I-report” della “Cnn”. Si torna a parlare della possibile collisione tra un asteroide e la Terra, proprio nel periodo fatidico della… fine del mondo, vale a dire tra la fine di novembre e il 21 dicembre di quest’anno. E che nome ha/avrebbe questo asteroide? Nibiru. Ma il corpo celeste in arrivo non avrebbe nulla a che vedere con il Pianeta X teorizzato da Zecharia Sitchin: lo studioso dei testi sumeri e babilonesi, scomparso nel 2010, propugnatore della tesi degli antichi astronauti e degli Anunnaki quali genitori della razza umana, era infatti in disaccordo con l’ipotesi del “cataclisma Nibiru” sostenuta dal 1995 da Nancy Lieder, una contattista del Wisconsin che sostiene di ricevere messaggi dal sistema stellare di Z-Reticuli e da forme di vita extraterrestre.
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Dagospia: i Bilderberg in Vaticano con Letta e Mentana
I Bilderberg a Roma dal 13 novembre, «quasi come se fosse una provocazione», per parlare del commissariamento dei paesi dell’Eurozona più a rischio: Italia, Spagna e Grecia. «Della riunione – scrive “Dagospia” – non c’è traccia neppure sul sito ufficiale della più potente e misteriosa organizzazione mondiale che raccoglie manager, banchieri e imprenditori da tutto il mondo». Secondo le “talpe” di Roberto D’Agostino, la segretaria organizzativa del “super-clan” planetario, Marlieke de Vogel, sarebbe “disperata”, perché «l’incontro segretissimo di Roma del più potente circolo finanziario para-massonico mondiale» rischia un clamoroso flop. Motivo: l’organizzazione ha piazzato gli ospiti all’Hotel de Russie, angolo piazza del Popolo, a due passi dalla folla di troupe che presidiano il festival del cinema. Peggio: i musei vaticani saranno chiusi in anticipo per consentire ai super-oligarchi di consumare una frugale cenetta tra i capolavori d’arte: centomila euro per 80 invitati.
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Ci comandano i tedeschi, potevamo evitare il Risorgimento
Amo gli italiani, anche se tutti ne parlano male: trovo invece che siano un popolo straordinario. Sono una persona che è stata convinta che l’Unione Europea, come progetto, fosse totalmente sbagliato fin dall’inizio. Tanto che, da quando c’è stato Maastricht, ho scritto due libri contro l’Europa: uno intitolato proprio “Contro l’Europa”, che ha avuto diverse edizioni, poi un altro alla fine del 2010, “La dittatura europea”. Questo per dire che non è una mia posizione di oggi vista la crisi: sono assolutamente certa che è un progetto sbagliato e che chi l’ha fatto sapeva che era sbagliato. Non sono degli stupidi tutti coloro che hanno lavorato al progetto per la Ue. Togliamocelo dalla mente, sono persone che sanno quello che fanno. L’unica vera finalità del progetto è l’eliminazione degli Stati nazionali. Hanno mandato avanti l’euro per non dire esplicitamente la verità ai popoli, sapendo che tutti i popoli – non soltanto il popolo italiano – sono contrari all’idea di perdere la nazione, l’indipendenza, la libertà, la lingua.
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Milano, Slam X 2012: rivoluzione è scrivere tempesta
«Il 2012 si sta chiudendo in maniera molto diversa rispetto a ciò che l’anno precedente aveva prospettato. Sfogliando gli eventi e le pubblicazioni degli ultimi mesi si nota una sorta di palude stantia e maleodorante. Non succede niente, non si muove nulla e dal punto di vista creativo l’encefalogramma è sostanzialmente piatto», scrivono Marco Philopat e Andrea Scarabelli per presentare l’edizione 2012 di “Slam X”, la performance collettiva di esibizioni e reading che presenta a Milano alcune tra le voci più interessanti della nuova scena artistica italiana: dopo Moresco a Genna, Antonio Scurati e Aldo Nove passando per Vinicio Capossela, “Slam X” torna quest’anno con Emanuele Trevi, finalista allo Strega, nonché Wu Ming 5, i ragazzi delle “Pantere Velasca” e Rosario Dello Iacovo, dei 99 Posse. Parola d’ordine: “Rivoluzione è scrivere tempesta”.
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Obama e l’appuntamento peggiore: quello con la guerra
«Nei prossimi mesi, quando Obama avrà incontrato Xi Jinping, suo neo-omologo designato, potremo capire se i numeri uno e due al mondo sono destinati a cooperare o a scontrarsi». Parola di Lucio Caracciolo, che vede “guerre imperiali” appena oltre il giardino della Casa Bianca, all’indomani della conferma di Obama, che è stato rieletto «per salvare l’America da un’altra recessione, non per cambiare il mondo». Ma posti di lavoro e benessere sociale dipendono sempre più «dal modo in cui l’America sta al mondo», ovvero «dalle relazioni politiche, commerciali e finanziarie con il resto del pianeta, Cina in testa, che non accetta più il Washington consensus e non dimentica che la crisi in corso è nata a Wall Street». L’unico non indifferente vantaggio rispetto al primo quadriennio, aggiunge il direttore di “Limes”, è che Obama «non può essere riconfermato, sicché deciderà senza farsi condizionare da pedaggi elettorali».
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Non tutto è merce, i territori salveranno i beni comuni
Quasi tutto quello che ci circonda, oggi, appartiene a qualcuno: per beneficiarne, lo si può soltanto comprare. Ma non è stato sempre così: «C’erano una volta i beni comuni: l’aria, l’acqua, il bosco, il fiume, la spiaggia, i pascoli, e persino i campi, che venivano dissodati e arati congiuntamente dalle comunità di villaggio», racconta Guido Viale in una recente riflessione sul destino dei beni comuni. «Nell’era moderna, il processo della loro appropriazione – e della esclusione di chi ne traeva il proprio sostentamento – è cominciato molto presto con le recinzioni dei pascoli in Inghilterra». Erano le “enclosures”, che Marx pone a fondamento del meccanismo di accumulazione primitiva del capitale. Meccanismo proseguito nel tempo: «Molte delle rivoluzioni borghesi in Europa hanno messo capo a un processo analogo». Per non parlare della conquista del West in Nordamerica, «a spese delle popolazioni indigene», o addirittura del colonialismo, «che ha globalizzato questa pratica».