Archivio del Tag ‘musica’
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Spegnere la movida selvaggia? I Subsonica contro Grillo
Caro Grillo, stavolta hai toppato: “spegnere” la vita notturna è il più classico e clamoroso degli autogol. Parola di Max Casacci, leader dei Subsonica, protagonista di una polemica a distanza col fondatore del “Movimento 5 Stelle”, che plaude all’ordinanza con la quale il neo-sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, vieta ai locali di servire alcolici (all’esterno, in strada) nelle ore serali. Casacci grida all’oscurantismo, evocando il fantasma di Cofferati che archiviò il mito di Bologna, capitale dei giovani italiani negli anni in cui Torino subiva il grigiore del sistema-Fiat, che ne faceva la più tetra città d’Italia. Censurare la movida? Errore fatale: significa tarpare le ali al popolo dei giovani, quelli che studiano e crescono imparando a conoscersi, negli spazi vivi della musica e della cultura. E poi, la sicurezza: i locali notturni non solo il problema, ma la soluzione. Perché sono anche «presidi naturali di presenza, di vigilianza attiva». Ai tempi, la sera, sul centro di Torino calava la paura, mentre ora tra le vie affollate si circola liberamente, senza problemi.
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La video-guerra di Leonardo: No-Tav, la verità è esilarante
La bandiera, il ragazzino e il grande protagonista: il vento. La bora è quella che spazza con frequenza la valle di Susa, uno dei luoghi più ventosi d’Italia, checché ne dicano i tecnici di Ltf, la società per la Torino-Lione che – nel suo stesso dossier – non fa mistero dei grandi rischi connessi all’apertura degli eventuali cantieri dell’alta velocità (uranio, amianto, polveri sottili, taglio delle falde idriche, migliaia di tonnellate di materiali di scavo) senza però spiegare come questi problemi verrebbero risolti, in quella “galleria del vento” che si estende da Torino alla frontiera francese. A volte, basta un minuto per rivelare la verità più imbarazzante: tanto dura, pressappoco, il divertente video girato sul balcone di casa dal giovanissimo Leonardo. E’ lui il ragazzino della clip, ripreso mentre si dibatte inutilmente, come un tragicomico Woody Allen in erba, contro la bandiera No-Tav scatenata dal più indomabile dei venti, quello della protesta popolare.
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Obama premia Bob Dylan, amaro giudice dell’Occidente
Barack Obama è l’uomo che ha fatto frettolosamente inabissare “con rito islamico” la salma-fantasma di Osama Bin Laden nell’Oceano Indiano: calata in mare, si racconta, dal ponte di una portaerei. Pura narrazione, senza uno straccio di documento fotografico. Poco dopo, la Us Navy sarebbe stata impegnata nel Mediterraneo a bombardare a morte la Libia, con un unico obiettivo: l’eliminazione fisica di Muhammar Gheddafi. Sempre lui, Barack Obama, ora si è concesso il lusso di elargire la “Medaglia Presidenziale della Libertà” a diverse “grandi personalità” che hanno avuto un “incredibile impatto” sulla società. Tra queste l’israeliano Shimon Peres, che non mosse un dito quando le truppe di Tel Aviv massacrarono la popolazione civile di Gaza, e l’ex segretario di Stato Madeleine Albright, braccio armato di Bill Clinton nella mattanza della guerra civile balcanica. Tra i premiati anche il mito in persona, il settantenne Bob Dylan: quello che, cinquant’anni fa, malediceva i masters of war giurando che avrebbe sputato sulla loro tomba.
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Avigliana Città Aperta: un passaporto per l’Italia che verrà
«L’unico requisito necessario affinché il male si diffonda, è che le persone per bene non facciano nulla». Fiorenza Arisio, psicologa clinica specializzata in ergonomia, fa un lavoro sperimentale: grazie all’interfaccia l’uomo-macchina, cerca di far “parlare” gli esseri umani coi computer, per sconfiggere le disabilità motorie. Ora però a “parlare” sono state le urne elettorali: che il 7 maggio 2012 hanno premiato “Avigliana Città Aperta”, di cui Fiorenza è uno dei volti. Cittadini mobilitati per il bene comune: la loro lista No-Tav ha clamorosamente respinto l’attacco delle potenti nomenklature del Pd, del Pdl e dell’Udc, coalizzate contro gli eredi di “Piazza Pulita”, il gruppo di “eretici” che da 19 anni resiste alla guida del più importante centro della valle di Susa. Fiorenza Arisio cita Gaber: «Libertà è partecipazione». E da oggi, Avigliana è laboratorio politico nazionale.
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I fantasmi della civiltà operaia e i cannibali del Primo Maggio
Alfonso abitava al sesto piano della torre a stella dove vivevo anch’io da ragazzo, a Quarto Oggiaro. Era un operaio dell’Alfa Romeo; si divertiva a raccontarmi di quando era partito da Napoli neppure ventenne e appena sceso alla stazione Centrale di Milano guardandosi attorno si disse, convinto: «Questa è la mia città». Trovò quasi subito lavoro in fabbrica.Il suo caporeparto gli parlava in dialetto milanese e si incazzava se Alfonso (Rossi, un cognome che pare già un luogo comune) faticava a comprenderlo. Per par condicio lui replicava in napoletano, finché, nel tempo, trovarono nell’italiano la lingua franca per comunicare e lavorare al meglio, tutti assieme. All’inizio non conosceva nessuno, ma fra colleghi di reparto, sezioni di partito, riunioni sindacali, nel volgere di poco tempo si sentì già completamente integrato.
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La Tav per Elio: il treno, il bottino e l’amico ‘ndrangheto
No-Tav clandestino in prima serata il sabato su “La7” grazie all’ultima sorpresa di “Elio e le storie tese”: nel programma di Serena Dandini, “Show must go off”, il 17 marzo è sbarcato un medley spericolato che saccheggia Tozzi, Endrigo e Paolo Conte per “raccontare” il caso-Tav, il contestatissimo progetto di alta velocità in valle di Susa: “Pressoché inutile, ma inevitabile, perché è già stato stanziato un bottino e col cacchio che adesso si possa fermar, checché ne dica il No-Tav”. Chiaro, no? Dopo l’inattesa sortita di Francesco Guccini l’estate scorsa, in una pacata conversazione giornalistica con “Wu-Ming 2”, la “causa” No-Tav fa proseliti nella musica italiana, da Caparezza a Giorgia, che ha dedicato alla resistenza civile della val Susa un passaggio dell’ultimo concerto tenuto a Torino.
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Theodorakis: la Grecia ha aperto la porta al suo assassino
Esiste un complotto internazionale che ha l’obiettivo di cancellare il mio paese. E’ iniziato nel 1975 opponendosi alla civiltà neo-greca, è continuato con la distorsione sistematica della nostra storia contemporanea e della nostra identità culturale e adesso sta cercando di cancellarci anche materialmente con la mancanza di lavoro, la fame e la miseria. Se il popolo greco non prende la situazione in mano per ostacolarlo, il pericolo della sparizione della Grecia è reale. Io lo colloco entro i prossimi 10 anni. Di noi, resterà solo la memoria della nostra civiltà e delle nostre battaglie per la libertà.
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Whitney, icona di vetro: non si esce vivi dagli anni ‘80
“Non si esce vivi dagli Anni Ottanta”. Lo cantavano gli Afterhours, mentre Enzo Jannacci parlava di «brutta musica fatta solamente con la batteria». Certi miti potevano brillare unicamente in quel decennio-parentesi. Lo sta scontando Sinead O’ Connor. Ha avuto modo di accorgersene Michael Jackson. E non poteva uscirne viva Whitney Houston. Non poteva sopravvivere, né sopravviversi. Figlia di Cissy Houston (corista delle Sweet Inspirations), cugina di Dionne Warwick. Aretha Franklin per madrina, non per maestra: non ne è mai stata erede. Non ci ha provato musicalmente, preferendo il pop al rischio; e in ogni caso non se ne è data il tempo.
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Web nazionale: preparatevi, fra poco oscureranno Internet
Ho sentito parlare per la prima volta del concetto di Internet nazionale più di un decennio fa, durante una visita alla sede della Internet Corporation for Assigned Names e Numbers (Icann) dove si parlava delle minacce a Internet. Era evidente allora, ed è evidente oggi che la maggior parte dei paesi, compresi gli Stati Uniti, avrebbero alla fine spento il “World Wide” Web per utilizzare invece le tecnologie che la comunità Internet ha sviluppato per proteggersi da esso. Ciò risolverebbe gli infiniti problemi politici che il Web provoca in quasi tutti i paesi. Di nuovo, mi trovo qui ad includere gli Stati Uniti in questo movimento, dato che noi, come paese, stiamo ovviamente cercando di limitare e di controllare Internet.
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Rifkin: energia da ogni casa, la rivoluzione siamo noi
La seconda rivoluzione industriale, alimentata dal petrolio e dagli altri combustibili fossili, è entrata in un finale di partita molto pericoloso; i prezzi crescono, la disoccupazione resta alta, il debito si è impennato e la ripresa sta rallentando. Peggiora ancora il cambiamento climatico provocato dai combustibili fossili, base energetica dell’attività industriale. Di fronte a un collasso dell’economia globale, l’umanità è alla disperata ricerca di una nuova visione che ci porti nel futuro. Le grandi rivoluzioni economiche della storia si verificano quando le nuove tecnologie della comunicazione convergono con i nuovi sistemi energetici. Le rivoluzioni energetiche possono rendere il commercio più ampio ed integrato. Se accompagnate da rivoluzioni nei mezzi di comunicazione, consentono la gestione di nuove e più complesse attività commerciali.
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Cibo dentro: autopsia visionaria del nostro mondo ibernato
C’è un posto gelido dove si annidano, a nostra insaputa, i sogni insonni che ci fanno compagnia: una topografia sfuggente, elusiva, nascosta nel ritmo quotidiano del pianeta-metropoli che ha ovunque la stessa forma, quella dell’ordinario inferno domestico del supermercato. Vita plastificata sottovetro, liofilizzata, sigillata nel packaging. E soprattutto: surgelata, come un cuore freddo. C’è chi ha provato a entrarci, in quell’anatomia congelata, verso una sorta di autopsia visiva. Un viaggio ravvicinatissimo e dall’esito quasi surreale nella Grande Ibernazione, tra autentiche visioni: un pacco di comuni gamberetti finisce per assomigliare a una sezione di cervello, e i cubetti pressati di spinaci diventano sottosuolo geologico, foresta fossile, aliena frontiera minerale incrostata di permafrost.
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Alpinista del cielo: l’impresa di Geo Chávez diventa canzone
“Era andato lontano da pioniere lassù, sorridendo nel vento tra le nuvole blu”: cent’anni dopo, la voce intenerita di Giorgio Conte accarezza il volo cosmonautico di un ragazzo franco-peruviano del 1887, l’alpinista del cielo decollato per salutare l’infanzia del nuovo mondo, quando il cosmo alpino si fermava ancora ai duemila metri di quota del Sempione. Orizzonte acuminato, da sorvolare a bordo di «trabiccoli che facevano salti di pulce, più simili a insetti volanti che ai moderni mezzi di volo transoceanico», dice lo scrittore Carlo Grande, ora nei panni di paroliere, autore del brano che sfolgora per intensità e bellezza nell’ultimo album del fratello di Paolo Conte, celebrando l’impresa vittoriosa e sfortunata del ragazzo-libellula, “Geò”, il primo che osò scavalcare le Alpi.