Archivio del Tag ‘musica’
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U2, poco di Bono: in confronto, McCartney sembra il Che
Esistono fuochi indimenticabili, mai però eterni. Prima o poi si spengono. E l’incendiario diventa pompiere. Nessuno, nella musica, incarna questa involuzione piccolo borghese come Bono Vox. Cosa è successo al leader degli U2, alla voce salva degli Anni Ottanta? Dov’è finito il divo tascabile che si tuffava sul pubblico al Live Aid, cantando di domeniche sanguinose e Martin Luther King, desaparecidos e strade senza nome? Paul Hewson, cioè Bono Vox, nome ispirato a un negozio di cornetti acustici, ha 51 anni. Capelli corti, occhiali che in confronto Venditti è sobrio, qualche malanno (a maggio è stato operato per problemi al nervo sciatico). Voce ormai lontana dai tempi d’oro, quando ogni suo cinguettio – fosse anche palesemente narciso – si rivelava funzionale alle trame sonore, al messaggio, all’impatto.
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Sams’K a Torino: libertà per l’Africa, nel segno di Sankara
Musica dal cuore dell’Africa per rinnovare un sogno: quello di Thomas Sankara, presidente e martire del Burkina Faso, la “terra degli uomini integri”, assassinato nel 1987 dopo aver osato chiedere la cancellazione del debito del terzo mondo, al termine di quattro anni di rivoluzione nei quali l’ex Alto Volta era uscito a testa alta dalla schiavitù post-coloniale. Ora arriva in concerto a Torino la voce più autentica della rivoluzione sankarista, il cantante reggae Sams’k LeJah, tuttora “anima” della rivolta che sta scuotendo il paese, caduto sotto il dominio del dittatore Blaise Compaoré. Una serata speciale, quella di Torino il 28 giugno, per risvegliare l’orgoglio della comunità africana. Sankara resta un simbolo di libertà e riscatto: con visionaria preveggenza, ha insegnato che l’Africa ha tutto per vivere bene, purché l’Occidente smetta di sfruttarla.
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Dylan, il visionario che ha provato a cambiare il mondo
E’ stato un musicista che ha scritto pagine leggendarie della storia della musica popolare contemporanea, è ancora una leggenda vivente che, anche se con lunghi silenzi, produce ancora dischi che vale la pena ascoltare. E come uomo? Ė stato un marito infedele, un padre affettuoso e un figlio devoto; è un uomo che ha bisogno di un Dio, ma di quale non sa; è un poeta ribelle, che però ama premi e onorificenze; è un cantante inquieto, per la strada da quasi tre lustri in un forsennato “NeverEnding Tour” sui palcoscenici del mondo.
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Fassino ai Subsonica: tranquilli, non spegneremo Torino
C’era una volta la grigia tecnocity dell’Avvocato, la città industriale delle periferie operaie cresciute attorno ai mausolei risorgimentali del centro storico sabaudo. “Tutto era Fiat”, conferma Mimmo Calopresti in un documentario d’epoca, mentre Gianni Amelio, chiamato a dirigere il Torino Film Festival, in “Così ridevano” ricorda i tempi non gloriosi in cui la borghesia subalpina avvertiva: “Non si affitta ai meridionali”. Sembra un milione di anni fa. Prima di andarsene, l’Avvocato – sempre lui – patrocinò l’ultimo atto del suo regno: le Olimpiadi. Torino stava uscendo dal grigiore grazie al nuovo sindaco della società civile, Valentino Castellani, inaugurando una trasformazione spettacolare: da capitale dell’auto a “ville lumière” della cultura. Col successore Chiamparino, “il sindaco più amato dagli italiani”, dieci anni di trionfi. E ora, se vincesse Fassino? «Per favore, non spegnete Torino», raccomanda Max Casacci, facendosi portavoce del “popolo della movida”.
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Tiziana, la nazione del jazz e il mondo impazzito
“Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti”. Guerra, paura, disperazione: il pianeta fin qui visto dal 2011 fa letteralmente spavento, più di sempre. Crollano certezze, cadono vittime, naufragano speranze. La politica balbetta, le verità esplodono in un oceano in tempesta: è il tumulto della globalizzazione, che sveglia gli schiavi e li getta in mare aperto. Il futuro scioglie nuove lingue, che non abbiamo ancora imparato a riconoscere. A volte, più che la parola degli strateghi, conta quella degli artisti. Meglio ancora se vengono da un’arte antica, figlia del canto struggente dei primi deportati: c’è sempre un riverbero umano irriducibile, sotto le stelle del jazz. Dal primitivo spiritual alla rivoluzione dei bopper, fino ai nuovi talenti che continuano a fiorire.
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Alberto Cesa, perduto caposcuola dell’epopea folk
Alberto Cesa ci manca dal 6 gennaio di quest’anno, quando la sua morte privò la scena musicale italiana di un artista intelligente e di un ricercatore appassionato. “Cantovivo”, il gruppo che egli fondò nel 1974 insieme con Donata Pinti, è stato la testimonianza concreta di una passione che ha guidato l’intera esistenza di Alberto: l’amore per le voci autentiche del popolo, fossero ballate e danze dell’antica tradizione cittadina, o canti di lotta e di ribellione degli uomini e donne che in ogni angolo della terra hanno combattuto e combattono per la pace, per la giustizia e per la libertà. «Ideali in cui Alberto credeva profondamente, e al cui servizio mise la musica della sua ghironda, creando un linguaggio nuovo, che coniugava tradizione e attualità».
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Officine Corsare: un giovane futuro a chilometri zero
Mobili autocostruiti, sedie pittoresche, divani reinventati: tanti angoli tranquilli dove sentirsi a casa, tra amici, ideali «per leggere il libro del cuore proprio in mezzo alla festa, se sei un nerd». C’è posto per tutti alle Officine Corsare di Torino, il nuovo spazio multi-activity che si inaugura il 22 settembre in via Pallavicino 35 a due passi dal centro di Torino. «Via libera: puoi dimenarti sotto le casse se è la tua serata, o sfidare gli amici per ore giocando a calcetto». Musica, assaggi, bar: si comincia con un “apertivo a chilometri zero”, in omaggio alla filosofia delle filiere corte, e si continua con teatro, incontri, cultura: le Offine Corsare, aperte nel complesso del Torino Youth Centre, si presentano come autentico centro culturale giovanile.
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I have a dream, on line il video sul concerto-evento
“I have a dream”, come trasformare in brano musicale uno dei grandi discorsi pubblici che hanno segnato la storia del ‘900: dal 28 agosto 1963, Lincoln Memorial di Washington, quando Martin Luther King concluse la trionfale marcia di protesta per i diritti civili dei neri, in un’America ancora travagliata dalla segregazione razziale negli Stati del Sud, fino al palasport Ruffini di Torino, 12 dicembre 2006, data del concerto-evento per il lancio italiano della campagna europea “All different, all equal” per i diritti delle minoranze.
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Nostalgia De André, il Suonatore Jones sui muri di Roma
Avrebbe appena compiuto settant’anni, ma un brutto male l’ha portato via più di dieci anni fa, lasciando tutti un po’ più poveri. Continua, però, in qualche modo a rimanere presente, Fabrizio De André. «De André non è mai stato di moda. E infatti la moda, effimera per definizione, passa. Le canzoni di Fabrizio restano» affermò Nicola Piovani. In effetti, un verso, un’immagine un personaggio delle sue canzoni, più o meno consapevolmente, chiunque ce l’ha scolpito dentro. È per celebrare lui, il grande cantautore, e, più ancora, quella parte di noi che lui rappresenta, che da quando se ne è andato fioriscono, numerosissime, le celebrazioni.
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Basta pubblicità, inventiamoci lo Smarketing
«Se sei in bici e devi gareggiare con una Ferrari, è inutile pedalare più in fretta: meglio tagliare per i vicoli, dove a vincere non è il più forte ma il più agile». Teoria e pratica di una nuova strategia di comunicazione: lo Smarketing. Questa la filosofia di Marco Geronimi Stoll, pubblicitario pentito e addirittura “disertore”, che dopo anni di marketing agguerrito ora insegna a «difendersi» dalla pubblicità. Meglio: a inventare un altro tipo di comunicazione, etica e anti-consumista, per chi ama l’ambiente, la filiera corta e la decrescita.
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Peter Gabriel, Rinascimento digitale: il web salverà la musica
«Le cose che più mi terrorizzano sono il conto alla rovescia verso l’uso di armi nucleari, il terrorismo, le guerre di religione, le pulizie etniche, il riscaldamento globale». Malgrado ciò, Peter Gabriel non è pessimista: fondatore dei Genesis e pioniere della world music, scommette sul futuro: «L’ingegno umano ha creato meraviglie, sarà ben capace d’inventare energie alternative per aerei e automobili». Nuove soluzioni, a cominciare dal linguaggio universale della musica: il digitale, dice, sta salvando la produzione musicale, verso un nuovo Rinascimento generato dal web.
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Per gli homeless l’ultima battaglia di Bob Dylan
Un misterioso labirinto bizzarramente profumato di Natale. Il vecchio Bob proprio non ce la fa a togliersi la maschera beffarda di dosso. Come sempre, si nasconde, racconta soprattutto quel che non pensa e quello che non è, eppure piccoli squarci di verità vengono fuori, talvolta. Plotoni di critici non gli hanno perdonato la sua ultima sortita: un album natalizio, “Christmas in the Heart”, pieno zeppo di vecchi standard anni ‘40, più un’incredibile versione di “Adeste fideles” e un vecchio Christmas Blues preso da Dean Martin, il più mellifluo di tutti i crooner.