Archivio del Tag ‘Peppino Impastato’
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Liberi giornalisti in rete, contro il medioevo del potere
Prima dell’internet ma soprattutto dopo, in Italia s’è formata tutta un’area di giornalisti professionisti (di solito, ma non necessariamente, iscritti anche all’albo ufficiale) che costituiscono ormai buona parte delle fonti d’informazione sugli argomenti “difficili”. Più liberi e più aggressivi delle grandi testate, hanno ormai consolidato un’esperienza di cui è difficile fare a meno. Siti, giornali locali, piccole televisioni, libri: provate a immaginare questo paese senza un reticolato d’informazione di questo tipo. Sul versante della lotta alle mafie, in particolare, si può dire che i colleghi dipendenti dalle testate “ufficiali” sono ormai (con tutto il rispetto per i singoli) una minoranza rispetto ai nostri. E spesso, quando vogliono trattare un argomento che la proprietà non ama, si rivolgono ai blog o ad altri contenitori “non ufficiali”.
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Pio La Torre spiato dai servizi fino alla vigilia dell’agguato
Pio La Torre, l’eroe siciliano della lotta contro la mafia trucidato in un agguato a Palermo il 30 aprile 1982, fu spiato a lungo dai servizi segreti: l’uomo che lottava contro i clan imponendo l’istituzione del reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni degli affiliati a Cosa Nostra, fu tenuto sotto sorveglianza per molti anni da apparati di sicurezza dello Stato, fino alla vigilia dell’imboscata che gli costò la vita. Coincidenza inquietante? Lo ha ribadito l’8 novembre Giovanni Minoli, presentando su “Rai Storia” uno speciale su La Torre, nel quale numerosi testimoni rievocano le clamorose battaglie del leader comunista siciliano
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Impastato, quella targa è orgoglio nazionale
Stavolta non è la solita sparata leghista. Perché forse, stavolta, l’hanno sparata davvero grossa. Perché l’idea bizzarra di Cristiano Aldegani, sindaco della Lega Nord di un paesino del bergamasco, non ha più la dimensione linguistica del dialettismo ma tocca la sensibilità civica di un intero popolo. La sua iniziativa di rimuovere il nome di Peppino Impastato – il giovane politico e giornalista siciliano ucciso dalla mafia nel 1978 – dalla targa della biblioteca comunale per far posto a un sacerdote locale non è una bizzarria neoidentitaria. Ma una scelta infelice, sbagliata e culturalmente pericolosa. Per tanti motivi.
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Attore sotto scorta: ha riso della mafia, a Milano
Prima una bara, disegnata fuori dal teatro. Poi le scritte intimidatorie sul furgone. Quando infine gli è stata messa sottosopra la casa, le autorità – che già avevano cominciato a sorvegliarlo – si sono decise ad assegnargli una scorta. Tutto questo succede in Lombardia a Giulio Cavalli, giovane attore e regista teatrale di Lodi, che nei suoi spettacoli ha preso di mira le infiltrazioni mafiose al nord, a Milano, comprese le manovre di potere per gestire i miliardi dell’Expo. Dopo lo scrittore Roberto Saviano, Cavalli è il secondo artista italiano a finire sotto scorta, a causa delle minacce provenienti dalla criminalità mafiosa.
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Non basta la Rai, verso una nuova informazione
“Non basta la Rai, nuove forme di espressione e di informazione negli atti Settanta” è il tema della tavola rotonda organizzata il 5 novembre al Circolo dei Lettori di Torino