Archivio del Tag ‘Sogei’
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Recovery-Conte: tutti prigionieri, via il cash e 5G dal cielo
«Abbiamo trovato e analizzato il documento che contiene le linee-guida del governo su come utilizzare i soldi del Recovery Fund», annuncia Massimo Mazzucco, su “Contro Tv“. Scopriamo così che i nostri stessi soldi verranno, fra le altre cose, utilizzati per «facilitare la transizione verso una cashless community» (cioè: abolizione del contante), e soprattutto per «potenziare i sistemi di video-sorveglianza sui cittadini». Non solo: i soldi in arrivo dall’Ue sarebbero impiegati per «mettere in orbita una costellazione di satelliti 5G» (senza alcuna garanzia per la nostra salute, aggiunge Mazzucco). Si va verso un regime di polizia sanitaria permanente: il Recovery verrebbe usato per «realizzare la schedatura sanitaria dei cittadini». L’esecutivo dell’ex “avvocato del popolo” intendere «studiare differenti stili di vita delle persone», e ovviamente «impostare politiche di prevenzione, quando la gente dovesse decidere di non seguirli». Il governo Conte propone inoltre di «potenziare il contrasto alle “fake news”» (ovvero, secondo Mazzucco, «regalare altri soldi ai delatori di regime»). E c’è anche un miliardo di euro per il Vaticano: «Noi abbiamo le scuole che crollano, però diamo un miliardo alla Chiesa per rimettere a posto le sue strutture».
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Fallimento Immuni: gli italiani sono meno fessi del previsto
E’ ufficiale: l’App Immuni è un flop. Dopo mille polemiche, problemi e ritardi, l’applicazione governativa anti-Covid per tracciare le persone è stata respinta dagli italiani: è stata scaricata da appena 4 milioni di utenti, nonostante i piccoli focolai estivi che fanno ancora parlare del virus grazie al quale si è “imprigionato” il paese, decretandone il disastro economico. Tutto questo, senza neppure riuscire a minimizzare l’impatto della patologia: statistiche alla mano, ricorda Marcello Veneziani, l’Italia registra – per ora – la peggior performance al mondo: 35.000 morti, su 60 milioni di abitanti. L’App Immuni, scrive “Money.it“, è stata scaricata solamente da 8 italiani su 100. Di fatto, non ha convinto: «Oltre a non poter essere scaricata da 1 persona su 4, dal momento che non è supportata da smartphone datati, molti italiani ancora non si fidano a rilasciare i propri dati». Sfiducia ben motivata, secondo un hacker come Max Uggeri: «Chi gestisce il database, ovvero Sogei, su questo fronte ha già fatto figure non proprio bellissime, in passato. Il primo rischio è quello che qualche malintenzionato lo attacchi per generare dei falsi positivi». Non confortano le notizie provenienti da Israele: ben 12.000 “falsi positivi” costretti alla quarantena per un banale errore dell’applicazione, gemella di quella italiana.
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Falsi positivi prigionieri dell’app impazzita: disastro Immuni
L’app Immuni continua a far discutere e adesso inizia a mietere i suoi primi prigionieri, imponendo a chi riceve l’alert di chiudersi in casa alla ricerca dell’agognato tampone. Molti si stupiscono, ma era tutto piuttosto prevedibile. Vediamo cosa e perché sta accadendo. I primi segnali che ci fosse qualche problema con le segnalazioni di contatto con un positivo effettuate da Immuni le avevamo avute dalla Regione Marche, dove durante la prima sperimentazione dell’app di Stato era stata resa nota una comunicazione e-mail che la stessa Regione aveva inviato in via riservata alle Direzioni Sanitarie per «dare indicazioni agli operatori sanitari di disattivare il Bluetooth durante l’orario di lavoro al fine di evitare segnalazioni di falsi contatti». Poi è toccato alla Puglia e qualche giorno fa a una signora barese è toccato disperarsi a causa dell’app Immuni, scaricata come dovere civico e poi diventato strumento di “prigionia di Stato”. E, solo dopo circa una settimana (e avrebbero potuto essere 14 giorni) di isolata disperazione, le è stata donata la libertà perché – come lei stessa aveva a gran voce segnalato – non aveva contratto il virus.