Archivio del Tag ‘sondaggi’
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Potere nel panico, ora serve un patto di salvezza nazionale
Visti i sondaggi, se le forze antagoniste si fossero presentate unite, forse si poteva pensare addirittura di contendere al Pd il premio di maggioranza alla Camera. Se non altro, ora ci sarà – per la prima volta – una vera opposizione, fatta di “grillini” e parlamentari ingroiani. Senza contare molti eletti nelle file di Sel: neppure loro digeriranno facilmente il massacro sociale del Fiscal Compact, spending review elevata all’ennesima potenza fino a devastare la società italiana. Per non parlare dell’altro incubo alle porte: la guerra – alla quale noi, “lavapiatti della Nato”, potremmo essere velocemente chiamati in Medio Oriente, tra Siria e Iran. Molto allarmante, sotto questo aspetto, la chiamata a rapporto di Napolitano nell’ufficio di Obama, a pochi giorni dal voto: «Il Palazzo è nel panico – dice Giulietto Chiesa – e potrebbe mettere in campo un altro tecnocrate della Goldman Sachs». Oppure, inventare un “piano-B”: «Soluzione ancora peggiore, con la svendita finale delle aziende di Stato i cui manager stanno finendo in galera, e una repressione mai vista per impedire ai cittadini di protestare».
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Voto storico: fermiamo i banditi e riprendiamoci l’Europa
Elezioni storiche: per la prima volta dopo tanti anni possiamo finalmente fermare i “camerieri” della finanza e creare un solido fronte di opposizione che ci consenta, già domani, di riprenderci l’Europa. Insieme a Spagna e Portogallo, Grecia e Francia, potremo rinegoziare i trattati-capestro coi quali Bruxelles impone il massacro sociale dell’austerity. Giulietto Chiesa ha le idee chiare: «Dobbiamo riconquistare l’Europa e riformarla in senso democratico, perché senza l’Europa saremmo perduti, nel grande scontro mondiale che oppone gli Usa alla Cina». Pechino sta crescendo, e fra appena cinque anni avremo di fronte “una Cina e mezzo”: «Quante risorse ci saranno a disposizione, per noi e per loro?». Guai se l’Europa scompare, anche se questa Unione Europea è da buttare. Va cambiata radicalmente, a cominciare dalle singole trincee nazionali. Per questo, l’Italia affronta un voto decisivo, che potrebbe cambiare la storia.
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Servi e padroni dello spread: ora mettiamoli in minoranza
Si apprende che i fondi e le agenzie della speculazione finanziaria internazionale stanno sondando l’Italia per sapere che fare dopo il voto, se far salire lo spread, o lucrare sulla fuga di capitali, o altro ancora. Questo perché, anche se la campagna elettorale ha fatto finta di dimenticarsene, il nostro paese fa sempre parte della schiera dei paesi debitori del sud Europa, precipitati in una depressione senza fine per colpa delle politiche di austerità e rigore. Paesi tra i quali spicca ancora la Grecia, nella quale nulla è migliorato e che si prepara ad un nuovo sciopero generale contro il massacro sociale in corso senza interruzione da tre anni. Massacro che è stato voluto e amministrato da governi che hanno deciso di obbedire ai diktat di quegli stessi signori che ora stanno testando il nostro voto.
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Unica opposizione vera, con idee di sinistra? Beppe Grillo
Per chi, nonostante tutto, trova ancora a sinistra – intesa nel senso fresco, aggiornato e post-ideologico ben espresso qualche settimana fa da Giulietto Chiesa – il proprio universo di riferimento politico, queste elezioni sono un vero e proprio rebus. Chi la sinistra sostiene di rappresentare, in questa tornata, ha compiuto autentici capolavori di masochismo, andando oltre il fondo che già ormai pensavamo si fosse definitivamente toccato negli anni precedenti. A cominciare è stato Vendola, con la decisione suicida di allearsi con il Partito Democratico. A Vendola sarebbe bastato guardare alla sua sinistra e dire “uniamoci e torniamo in Parlamento”, e non avrebbe fatto fatica a porsi alla guida di una coalizione saldamente ancorata a sinistra, alternativa al Pd, facilmente accreditabile di una percentuale di voti ben superiore a quell’8% necessario ad entrare in entrambi i rami del Parlamento.
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Depotenziare Grillo: ce l’hanno fatta, in meno di due mesi
Se si prova a guardare l’incredibile evoluzione politica del nostro paese nell’ultimo mese e mezzo, come se si stesse affacciati ad una finestra a grande distanza, si coglie un andamento che lascia presumere un disegno. Troppo complottista? Semplicemente, è implausibile che una simile rapidissima concatenazione di eventi possa essere casuale vista la posta in gioco. Vediamo. A metà novembre, il panorama politico che si andava delineando era il seguente: presenti sulla scena due sole forze, il Pd e il “Movimento 5 Stelle”. Il Pdl era infatti crollato a percentuali ad una cifra con l’annuncio del ritiro di Berlusconi (24 ottobre) e le liti interne, l’Idv dissolta in pochi giorni dopo la puntata di “Report” (28 ottobre), la Lega travolta dagli scandali. Il “M5S” invece, sull’onda dell’inaspettato successo in Sicilia, a metà novembre superava il 20% dei consensi diventando il secondo partito della nazione e l’unica opposizione a Pd-Monti nel paese.
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Crisi, nessuna soluzione? Elezioni inutili, vince il non-voto
«Distruggere l’Italia e assistere inerti alla sua rovina? Prego, fate pure. Ma, almeno, non contate su di me: il mio voto ve lo potete scordare». Sembra essere questa l’intenzione di almeno 20 milioni di italiani, alla vigilia delle elezioni di febbraio. Secondo i sondaggi, il primo partito sarà quello dell’astensionismo. Disertare le urne: è l’opzione che tenta soprattutto i più giovani, come rivela una recente rilevazione di “Mtv” tra i ragazzi. Quasi la metà di loro è decisa a non dare il voto a nessuno. Politici e candidati? «Corrotti, incapaci e incompetenti: una vera delusione». Ammesso che – come pare scontato – la campagna elettorale finisca col polarizzare il voto e motivare almeno in parte gli indecisi, arginando la valanga dei “renitenti”, proprio l’astensione sembra destinata a restare protagonista. Disaffezione: convinzione che il voto sia ormai assolutamente inutile, nonostante Grillo e Ingroia.
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A rischio i bimbi vaccinati: sono i più esposti alle malattie
Brutte notizie – anche se poco divulgate – per i sostenitori dei vaccini per l’infanzia: i bambini vaccinati, rivela “Natural News”, sono esposti a malattie e allergie fino a cinque volte più dei bambini non vaccinati. Lo conferma un recente studio condotto dall’omeopata Andreas Bachmair, che ha coinvolto più di 17.000 minori. I disturbi più ricorrenti, riscontrati in soggetti sottoposti a vaccinazione, sono asma, tonsillite, bronchite cronica, sinusite, allergie, eczema, infezioni dell’orecchio, ma anche diabete, disturbi del sonno, dislessia, emicranie, e persino epilessia, depressione, lento sviluppo del linguaggio e difficoltà motorie. Differenze drammatiche – tra vaccinati e non – sin dai primi studi condotti in Nuova Zelanda: da un sondaggio realizzato a Christchurch, nessuno dei bambini non vaccinati aveva mai avuto episodi di asma mentre quasi il 25% dei piccoli vaccinati sono stati curati per l’asma, intorno all’età di 10 anni.
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Financial Times: Monti il peggiore, sa solo sfasciare l’Italia
Mario Monti, chi? Ah sì, il fenomeno: quello che ha praticato il rigore dell’austerity senza minimamente calcolarne gli effetti. Economia italiana ko, aziende nel panico, lavoratori a spasso, risparmi intaccati, sicurezza sociale terremotata, futuro scomparso dai radar. Giudizio impietoso, quello del “Financial Times” affidato all’editorialista Wolfgang Munchau: il tecnocrate Monti è un incapace, assolutamente inadatto a guidare un paese come l’Italia senza devastarlo. «Monti aveva sostenuto che la sua “salita” in campo serviva a togliere l’Italia dalle mani degli incapaci – osserva il “Keynes Blog” in un intervento ripreso da “Megachip” – ma il “Financial Times” la pensa in modo diametralmente opposto: Monti ha sottovalutato gli effetti dei tagli, peggiorando gravemente la situazione italiana. L’unica crisi che si è affievolita è quella finanziaria: ma il merito non è suo, bensì di Draghi.
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Macché sinistra, anche Hollande e Miliband vanno a destra
Addio sinistra: cade il velo rassicurante che sin qui ha protetto, anche in Italia, l’elettorato di centrosinistra, nonostante tutto fedele al Pd, inteso come “meno peggio”, magari sotto forma di “voto utile”. Ma utile a chi? Ai poteri forti: grande industria, finanza internazionale. Quelli che all’inizio degli anni ’70 incaricarono l’avvocato Lewis Powell di spazzare via la sinistra dalla faccia della terra, per azzerare i diritti del lavoro. E’ stato come cancellare di colpo 200 anni di storia progressista, dice Paolo Barnard: volevano demolire la democrazia e ci sono riusciti, cominciando dalla disabilitazione dei sindacati e dei partiti di sinistra. La Trilaterale, il Wto, il Bilderberg. Fino alla Fornero e all’agenda Monti. Ed eccoci al capolinea: «Le socialdemocrazie europee, abbandonato ogni residuo pudore, imboccano la strada del liberal-liberismo senza voltarsi indietro», sostiene Carlo Formenti, saggista e docente universitario.
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Berlusconi recita a sinistra, mentre Bersani ci farà a pezzi
Caro Ingroia, non fate patti di desistenza con Bersani e colleghi: «Non dategli una mano, perché saranno quelli che faranno la peggiore macelleria sociale della storia del dopoguerra». Giulietto Chiesa non ha dubbi: «Si preannuncia una campagna elettorale molto inquinata, dove il centrosinistra – dopo aver solennemente dichiarato di voler sostenere l’agenda-Monti – dovrà recuperare affannosamente in senso esattamente opposto». E’ lo stesso Monti a fare retromarcia, sostenendo di esser stato “costretto” a varare misure impopolari per via degli “irresponsabili” che gli stanno attorno. Per non parlare del presidente dell’Eurogruppo, Juncker, che è arrivato a citare Marx e la classe operaia per ribadire che, di sola austerity, si muore. Cosa accadrà? «Sta già accadendo: l’agenda-Monti farà perdere voti a Bersani, addirittura più che a Monti – e questa è solo la prima comica».
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Bersani premier, Draghi al Quirinale e Monti a Bruxelles
Mario Draghi al Quirinale dopo Napolitano: l’abbandono anticipato della Bce da parte del super-banchiere italiano aprirebbe a Mario Monti la via di Bruxelles, col pieno sostegno del Pd, nel caso alle elezioni di febbraio – come probabile, visti i sondaggi – l’uomo della Bocconi non raggiungesse un risultato brillante. Sarebbe questa, secondo “Dagospia”, l’offerta avanzata da Pierluigi Bersani in un recente contatto riservato con Monti: convinto di uscire nettamente vincitore dalla tornata elettorale, il Pd si prepara a sostenere la candidatura del premier uscente al Consiglio d’Europa o addirittura alla presidenza della Commissione Europea, offrendo intanto a Monti la “prima scelta” su ministeri-chiave, come Economia ed Esteri, e puntando su Draghi per il Colle.
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Noi, lo zoo degli zombie e l’assedio della mediocrità
Ti guardi attorno, e vedi quasi solo mediocrità. Cialtroneria, mancanza di rispetto, ignoranza. L’amore per il lavoro libero, fatto bene: è roba in via di estinzione. Il piacere del lavoro ben fatto, lo chiamava Primo Levi. Tutto è fatica mentale: scostarsi dal binario, aggregare anime affini. Fatica sterminata. Psicologica, prima ancora che politica. Paure, dipendenze, pigrizia. Siamo stati rincoglioniti con sapienza, con metodo. Letterati, filosofi, poeti e teologi si occupano di parole come valori, dignità. Uno zoo di addetti ai lavori. Lo siamo tutti, addetti ai lavori. Siamo noi, lo zoo. E tuttavia: trovo la mediocrità infallibilmente offensiva. C’è una sciatteria universale fatta di imprecisione, intempestività, approssimazione. La banale, semplice puntualità è stata derubricata. Le parole viaggiano velocissime, ma non contengono quasi più niente.