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Vaccini e bugie: terrorismo, per pecore disposte a tutto
Il professor Mariano Bizzarri, della Sapienza, li chiama con il loro nome: terroristi. Sa di cosa parla: ha appena pubblicato uno studio su “Nature” per insegnare a misurare (davvero) l’entità della cosiddetta pandemia e il suo andamento, incluse le ovvie “varianti”, facendo a meno di autentiche barzellette come l’indice Rt o i mitici tamponi, che non rilevano nessun virus ma solo frammenti di Rna. Test sballati, pieni di falsi positivi. E tra i veri positivi, soggetti asintomatici che (anche nel 90% dei casi) non sono affatto contagiosi. La mortalità italiana? In linea con quella degli ultimi anni, secondo l’Istat. Semmai, i veri guai li avremo tra poco, dice Bizzarri: troppi malati non-Covid sono stati trascurati e si sono aggravati. La letalità del virus? Bassissima. La malattia Covid? Curabile da casa, senza ricoveri, se solo ai 30.000 medici di base fosse finalmente fornito un protocollo nazionale efficace, non come quello – delinquenziale – che la ghenga di Roberto Speranza si ostina a diffondere, senza i farmaci-salvavita e senza l’ombra di sostanze fondamentali per la prevenzione, come la vitamina D, dall’utilità ormai conclamata.In attesa che un giorno la strage di Stato (causata dalle cure negate, o comunque ritardate) possa essere esaminata compiutamente in sede giudiziaria, gli italiani – in grande maggioranza – dopo aver subito senza fiatare lo stato d’emergenza clandestinamente introdotto a gennaio 2020, poi gli inutili e catastrofici lockdown e ora anche il coprifuoco alle soglie dell’estate, continuano ad accettare bovinamente il demenziale distanziamento e persino la tragicomica, dannosa, illegale vessazione della mascherina all’aperto. Non solo: corrono a vaccinarsi, traviati dalla disinformazione del governo cialtrone, e accettano pure l’arbitrio del “pass vaccinale” come precondizione per viaggiare, lesionando in questo modo i diritti democratici di chi ancora ragiona, e si ribella all’idea che – per esempio – la vaccinazione venga imposta (violando la Costituzione) al personale sanitario, obbligato a subire un Tso con materiale farmacologico ancora solo sperimentale, di dubbia efficacia (molti vaccinati sono risultati ancora contagioso) e senza nessuna garanzia di innocuità, a detta delle stesse case produttrici.Questo non è più un paese civile: la democrazia è stata largamente sospesa, la Carta costituzionale aggirata. L’abuso è stato elevato a legge: ma solo per decreto, quindi resta impugnabile in sede legale. Lo ricorda un sindacato di polizia, il Supu, che avvisa gli agenti: se sanzionano qualcuno perché non indossa la mascherina, commettono virtualmente alcuni reati (e il multato può rivalersi in tribunale, chiedendo ai verbalizzatori un risarcimento fino a 15.000 euro). I tribunali hanno ricominciato a funzionare: Camerino e Reggio Emilia hanno annullato sanzioni inflitte per violazione del coprifuoco, ricordando che è illegale (un governo può imporlo solo in caso di guerra o in virtù di una precisa legge, che in questo caso non esiste). L’Italia che resiste rischia il posto di lavoro, se esercita la professione medica o quella infermieristica. Se invece opera nel turismo, nella ristorazione e nello spettacolo, può morire tranquillamente di fame. Chi lotta per garantire informazioni veritiene viene censurato e deriso, spento, bannato, emarginato e intimidito.Ricapitolando: nessuno ancora si domanda come mai un intero paese (come tanti altri, nel mondo occidentale) sia stato paralizzato, colpito e affondato con armi precise, come la disinformazione, che hanno alimentato l’ignoranza e fatto esplodere la paura. Una sindrome influenzale curabilissima, che ha ucciso quasi solo anziani affetti da malattie gravi, si avvale tuttora di una narrazione bugiarda che la equipara a una patologia incurabile, da cui ci si salverebbe solo vaccindosi. L’altissima percentuale di reazioni avverse, anche mortali, ha l’aria di essere solo l’antipasto di una possibile strage: lo afferma Robert Kennedy Junior, che quasi supplica le persone affinché non cadano nell’errore di vaccinarsi, illudendosi di immunizzarsi da una malattia che centinaia di medici hanno dimostrato essere curabile da casa, se presa per tempo, con farmaci di uso comune. Eppure, gli italiani corrono a ricevere la sospirata dose: sembrano impazziti, ottenebrati dal terrorismo televisivo.Se ascoltassero gli orami numerossimi medici che da un anno guariscono regolarmente i loro pazienti affetti da Covid, scoprirebbero che la realtà (quella vera) è un’altra. E cioè che i 120.000 morti attribuiti al coronavirus sono un’invenzione, e che le curve epidemiche misurate con l’indice Rt sono una scemenza di cui oggi gli scienziati sorridono. Ma tanti italiani non leggono, non si informano, non ascoltano. Sono perduti, se ancora danno retta ai pagliacci in televisione e prestano fede ai resoconti dei giornali pagati per scrivere il contrario della verità. Ai tempi del governo Conte, l’Operazione Corona doveva durare fino a tutto il 2023, secondo i piani. Notorio il copione: lockdown, terapie sbagliate in ospedale, niente cure precoci a casa, terrorismo mediatico quotidiano. Poi il programma è cambiato: da questo orrore bisogna uscire, per tappe (ma senza ammettere di aver preso in giro 60 milioni di persone, ammazzandone migliaia). Come chiudere lo spettacolo della morte? Col vaccino, s’è deciso ai piani alti. Ed ecco Draghi: vaccini a tappeto, e ancora niente cure domiciliari.Lo scandalo delle cure negate è la vera cartina di tornasole di questa clamorosa impostura terroristica: se i pazienti fossero curati a casa, i ricoveri per Covid rivaleggerebbero (statisicamente) con quelli per appendicite, e quindi addio emergenza, addio panico, addio tutto: addio fantastiliardi per la gestione emergenziale, per il grassissimo affare delle terapie geniche sperimentali (quelle che si insiste nel chiamare vaccini), e addio alla madre di tutte le cuccagne, il mega-business dei tamponi. Basta accendere il computer per capire quello che sta succedendo: il web è pieno di canali non ancora oscurati, in cui sono i medici a fornire l’esatta versione dei fatti. Ma non suscitano entusiasmo, questi medici coraggiosi, tra le pecore che semmai si scaldano per lo scudetto dell’Inter al termine di un campionato disputato in stadi-fantasma, o per le trovate politiche del rapper-influencer più tatuato d’Italia. Ridono, i terroristi: non hanno nulla da temere, in fondo. Servirebbe una pacifica disobbedienza di massa. E invece si corre dietro al vaccino, cioè alla menzogna, in un paese che sembra aver sfrattato la dignità.Il professor Mariano Bizzarri, della Sapienza, li chiama con il loro nome: terroristi. Sa di cosa parla: ha appena pubblicato uno studio su “Nature” per insegnare a misurare (davvero) l’entità della cosiddetta pandemia e il suo andamento, incluse le ovvie “varianti”, facendo a meno di autentiche barzellette come l’indice Rt o i mitici tamponi, che non rilevano nessun virus ma solo frammenti di Rna. Test sballati, pieni di falsi positivi. E tra i veri positivi, soggetti asintomatici che (anche nel 90% dei casi) non sono affatto contagiosi. La mortalità italiana? In linea con quella degli ultimi anni, secondo l’Istat. Semmai, i veri guai li avremo tra poco, dice Bizzarri: troppi malati non-Covid sono stati trascurati e si sono aggravati. La letalità del virus? Bassissima. La malattia Covid? Curabile da casa, senza ricoveri, se solo ai 30.000 medici di base fosse finalmente fornito un protocollo nazionale efficace, non come quello – delinquenziale – che la ghenga di Roberto Speranza si ostina a diffondere, senza i farmaci-salvavita e senza l’ombra di sostanze fondamentali per la prevenzione, come la vitamina D, dall’utilità ormai conclamata.
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Operazione Corona: i golpisti vorrebbero farla franca
Un colpo di Stato mondiale, progettato contro una vittima in particolare: la nostra società occidentale. Doveva scattare nel 2022, ma la crisi bancaria dei Repo ne ha accelerato i tempi. Ora il golpe è fallito, ma ha lasciato macerie: ha disastrato la democrazia e rottamato l’economia, proprio come volevano i golpisti, ingigantendo la paura e trasformando i cittadini in docilissime pecore, private delle libertà più elementari in nome di un pericolo virtuale, manipolato da cima a fondo. Ormai è cominciata una grande retromarcia, segretamente pattuita, ma a caro prezzo: non si può smontare da un giorno all’altro un “giocattolo” come quello, che ha distribuito miliardi e sta ancora arricchendo intere filiere di beneficiari, migliaia di persone. E il fardello più inquietante è quello rappresentato dai vaccini “genici” in circolazione: aleggia il vecchio incubo del depopolamento, predicato da una certa élite. Una cosa è certa: l’establishment del lockdown spera di passarla liscia, evitando una nuova Norimberga che metta in chiaro i crimini commessi. E il governo Draghi servirebbe proprio a questo: a far uscire l’Italia dall’emergenza, incanalandola però nei binari del Grande Reset in corso. E soprattutto: assolvendo la politica che ha eseguito gli ordini golpisti.In altre parole, anche il finale dovrà avere il sapore della farsa: avremo “sconfitto il virus” – si dirà – grazie ai sacrifici imposti con i lockdown, e poi soprattutto grazie alla vaccinazione di massa (imposta col ricatto, nonostante la Costituzione vieti di disporre Tso sulla base di farmaci ancora sperimentali). Tra tante voci eretiche, quella di Nicola Bizzi – storico e fondatore delle Edizioni Aurora Boreale – spicca per la precisione delle denunce solitarie, il tempismo delle previsioni e la lucidità delle analisi. Il saggio “Operazione Corona”, che oggi è il libro più censurato d’Italia, parla di un “colpo di Stato globale”: un golpe «finalizzato innanzitutto a un Grande Reset economico, finanziario e sociale, e in secondo luogo anche a una drastica riduzione delle libertà civili e democratiche, su scala planetaria». Secondo alcuni indizi doveva essere attuato solo nel 2022, ma a bruciare i tempi – nel settembre 2019 – sarebbe stata la crisi dei Repo, le compensazioni interbancarie tra banche centrali: non c’era più denaro per garantire i prestiti, e l’unica soluzione consisteva nell’arresto improvviso dell’economia, trovando un espediente adatto (il provvidenziale virus mediatico).Lo spiega l’economista Andrea Cecchi nei capitoli economici di “Operazione Corona”: la cosiddetta pandemia è stata una crisi pianificata, visto che il mondo si era trovato sull’orlo di un vero e proprio collasso economico, all’insaputa dell’opinione pubblica. «Certi “padroni del vapore” se la sono vista brutta: rischiavano che il loro giocattolo finanziario si inceppasse», dice Bizzi, in un recente video su YouTube. «Forum di Davos, Fmi e vari altri poteri sovranazionali hanno quindi dovuto anticipare questa operazione, architettando il presunto rilascio di un virus e creando una situazione senza precedenti». Quando mai s’è visto, nella storia delle epidemie, che si isolino le persone sane? «Logiche economiche: la vera funzione dei lockdown è stata quella di bloccare l’economia paralizzando la domanda, la richiesta di credito e la circolazione del denaro, così da demolire l’economia a tappe preordinate». Una vera e propria “demolizione controllata”, come quella delle Torri Gemelle. «Per fare tutto questo si sono serviti della Cina, che ha avuto il suo tornaconto (è stato l’unico paese col Pil in crescita, nel 2020) ma in realtà non è la principale colpevole».Facile, usare la Cina: «Serviva un paese totalitario, per inaugurare la logica del lockdown: e solo la Cina poteva farlo, perché il regime cinese esercita un controllo mostruoso sulla popolazione». All’inizio, dice Bizzi, si era pensato al Brasile: ipotesi subito scartata, però, per l’opposizione del presidente Bolsonaro e per la stessa indole della popolazione brasiliana, assai meno docile di quella cinese. Ma attenzione: la Cina ha chiuso completamente solo l’Hubei, la regione di Wuhan, senza fermare il resto del paese. Certo, ha collaborato perfettamente alla farsa del terrorismo psicologico: «In televisione ha mostrato persone che cadevano come morte, per strada, o in preda a convulsioni. E ancora: migliaia di persone ammassate su letti da campo allestiti in palazzetti dello sport, tutti con convulsioni simultanee: cose che poi non abbiamo mai visto, in Occidente – neanche in Italia, paese che è stato il vero epicentro di tutta questa macchinazione. Quelli cinesi erano chiaramente personaggi che recitavano un copione del terrore molto ben studiato, attraverso una Oms completamente controllata da Pechino».Chi ha buona memoria, aggiunge Bizzi, ricorderà uno spettacolo molto simile: quello della cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Londra nel 2012. «Incredibilmente, tutto quello che poi è successo oggi era stato raffigurato, in maniera coreografica (incluso Boris Johnson, su un letto d’ospedale) in quell’inquietante rappresentazione». Finalmente, nel 2020 lo schema è stato applicato: al mondo è stata imposta «questa idea folle e criminale di lockdown, termine che in inglese significa “carcere duro”». Colpo di Stato globale, pianificato nei minimi dettagli. «E i governi, specie quelli occidentali, hanno applicato alla lettera un “pacchetto” preconfezionato, imposto a esecutivi che sapevano molto bene, con largo anticipo, cosa sarebbe accaduto». Già nel giugno scorso, Bizzi era stato il primo a portare allo scoperto il caso della Bielorussia, passato sotto silenzio. «La Bielorussia è l’unico paese europeo a essersi rifiutato di applicare qualunque misura di contenimento: non ha attuato lockdown né chiusure, e non ha mai minimamente toccato le libertà dei cittadini. E chiaramente è stata demonizzata».In una seduta del governo, il presidente Lukashenko – ricordando ai suoi ministri di aver appena respinto una lauta proposta dell’Oms (92 milioni di dollari) per fare un lockdown “come in Italia”, ha spiegato che l’offerta era stata decuplicata dal Fmi: 900 milioni, per introdurre restrizioni “all’italiana”. «Prove alla mano – aggiunge Bizzi – ho poi dimostrato che i vertici italiani (i servizi segreti, il governo e le più alte cariche dello Stato) erano stati informati già dal mese di agosto del 2019 che sarebbe stato necessario applicare un lockdown, nel nostro paese». Sei mesi di anticipo, quindi, sulla cronologia ufficiale degli eventi? Bizzi invita a osservare certi dettagli: «Sono state potenziate in modo incredibile le forze dell’ordine, incluse le polizie municipali: aumenti di organico, mezzi, camionette, aerei, elicotteri, droni, attrezzature elettroniche. Un’operazione del genere non la fai in due settimane, servono mesi di preparazione». Ovvia deduzione: era tutto preordinario, dall’autunno 2019. E anche il nostro governo, come gli altri dell’Europa occidentale, «ha ricevuto finanziamenti a pioggia, presumibilmente da parte di organizzazioni come il Fmi, per poter garantire la tenuta di un futuro lockdown».Di questo, si sono preoccupati: di come attuare il “carcere duro”. «E non certo di potenziare la sanità e gli ospedali, o di assicurare una prevenzione sanitaria (che nel caso di una pandemia sarebbe dovuta essere la cosa più logica)». Nicola Bizzi li definisce «branco di assassini». Scandisce: «A questi signori non è mai importato niente, della salute degli italiani». Aggiunge: «Non sappiamo cosa si sia effettivamente scatenato. Ma sappiamo che questo virus, o presunto tale – come ha ben documentato Matteo Martini, in “Operazione Corona” – non è stato mai isolato». Seriamente? «Certo: e questo sta venendo fuori, perché il governo giapponese ha fatto un’interrogazione internazionale: ha dimostrato che il virus non è stato mai isolato. Soprattutto, il Giappone ha sfidato tutti i governi (soprattutto quelli dell’Occidente) a dimostrarne l’isolamento: e nessuno ha risposto». Sostanzialmente, quindi, «non c’è nessuna prova che il virus sia mai stato isolato: hanno solo fatto infiniti “sequenziamenti”, la cui utilità è tutta da spiegare. E in compenso, hanno attuato la frode della Pcr: dico frode, perché sappiamo che quello dei tamponi non è un metodo diagnostico riconosciuto. Un’operazione, peraltro, dal costo esorbitante: in un anno, per i tamponi, in Italia abbiamo speso un ammontare equivalente a 10 leggi finanziarie».Per Bizzi, però, il cuore della questione-lockdown non è il business degli approfittatori. A monte, si tratta di una decisione imposta dal super-potere mondiale che controlla le banche centrali. E a valle, una mera questione di ordini da eseguire. «A differenza di alcuni paesi del Nord Europa e dell’Est Europa, che hanno dimostrato molta più autonomia e libertà, i governi dell’Europa occidentale (Italia e Germania, Francia, Spagna) sono totalmente eterodiretti. Non hanno autonomia decisionale: tutte le decisioni importanti non vengono prese nelle sedi istituzionali (governo, Parlamento) ma nell’alveo di organizzazioni sovranazionali». Quali? «Spesso si parla del Bilderberg e della Trilaterale, ma anche queste sono organizzazioni di potere intermedie, che hanno il compito di ratificare, imponendole ai governi, decisioni che sono prese ancora più in alto». Ecco perché Bizzi ricorre a termini impegnativi: «Questo è un piano diabolico, lasciatemelo dire: mira alla distruzione completa dei diritti democratici dei cittadini e del modello stesso di democrazia occidentale».Sono stati abili, i golpisti: hanno operato con la programmazione neurolinguistica, e tutte le mosse dei governi sono state calcolate. «Dalla durata stessa dei lockdown fino ai messaggi lanciati dai media, è stata tutta un’operazione calcolata a tavolino in modo che attecchisse sulle masse, proprio secondo le tecniche della Pnl». Gli architetti della crisi che ha travolto il pianeta hanno unito molteplici interessi: «Per esempio quelli del Forum di Davos, per avviare questa “quarta rivoluzione industriale” fondata sul mito di una falsa “green economy” che in realtà vuole portare al transumanesimo, all’abolizione del contante, alla distruzione dei più basilari diritti degli esseri umani». Come reagire, dunque? «Il dovere principale di chi ha un minimo di raziocinio, e quindi ormai ha capito con che cosa abbiamo a che fare, è quello di resistere con ogni mezzo, cercando di fare corretta informazione: non dobbiamo permettere che questo piano vada avanti, dobbiamo gettare più sabbia possibile nei suoi ingranaggi». Non è facile: gli italiani – dice Bizzi – ci sono cascati: hanno creduto alla storia che è stata loro raccontata.«I nostri connazionali hanno dimostrato una grande incoscienza, e hanno accettato con estrema leggerezza le misure liberticide varate dai governi Conte e Draghi. L’illusione – portata anche dalla televisione – che i governi stessero togliendo la libertà ai cittadini per ragioni sanitarie, emergenziali, ha davvero attecchito, e ha fatto sì che molte persone si adeguassero». Questo, fatalmente, acquisce il senso di isolamento di chi, come Bizzi, alla versione ufficiale non ha mai creduto. «Io sapevo da tempo dove si sarebbe andati a parare, e quando sono arrivate le prime notizie dalla Cina mi sono detto: ecco, ci siamo. Per un mese intero, a febbraio 2020, nessuno ha spiegato che il governo Conte aveva introdotto lo stato d’emergenza già il 31 gennaio: volevano il maggior numero possibile di morti, volevano scatenare il panico e alimentare il terrore». Unica presenza anomala, nell’Italia di quei primi mesi: la Russia. «Non scordiamoci la missione della brigata di militari russi accorsi in Lombardia, specializzati in guerra batteriologica: per la prima volta nella storia, mezzi militari della Russia in un paese Nato. Erano venuti per capire come mai il problema fosse partito proprio dall’Italia».Una missione rimasta in sordina, quella dei russi. «Hanno trovato molte cose, anche se poi le evidenze sono state secretate. Pare sia stato qualcosa di batteriologico, a esser stato rilasciato sul nostro territorio. Non ne ho le prove: se questo fosse vero, però, farebbe emergere complicità criminali inaudite». Ora, però, siamo di fronte a svolte impreviste: ci stiamo forse avvicinando a un capovolgimento della situazione. «Ho ragione di essere ottimista», perché gli esecutori nazionali del piano «hanno semplicemente aggirato la Costituzione, che non è mai stata né sospesa né archiviata, né modificata: gli articoli della Costituzione sono perfettamente in vigore, così come le leggi antiterrorismo – che fra l’altro vietano di circolare a volto coperto (è reato penale)». Inutile spaventarsi: «Non hanno valore le multe comminate da certi emuli della Gestapo, che magari indossano l’uniforme della polizia municipale e sembrano in preda a un delirio di onnipotenza».Bizzi ricorda le scene a cui abbiamo assistito, nel 2020: persino donne anziane malmenate, gettate a terra solo perché non indossavano la mascherina. «Alcuni sindaci erano arrivati a imporre nei supermercati una spesa minima di 50 euro, con vecchi in coda che magari non avevano 10 euro in tasca. Cosa hanno subito, queste persone, grazie a certi amministratori locali? Qui nessuno è esente da colpe». Per Bizzi la verità sta venendo a galla molto in fretta: «E non dobbiamo permettere che certi personaggi la passino liscia. Tutti – dalle più alte cariche dello Stato, fino ai più piccoli amministratori locali – sono stati complici di questo grande inganno, di questa colossale macchinazione, che ha portato a un’indebita, incostituzionale repressione delle libertà. Misure come il coprifuoco: vogliamo scherzare? Neanche nel ‘44 venivano applicate in questo modo». Ma attenzione: «Non bisogna avere timore delle uniformi: polizia e carabinieri hanno giurato, sulla Costituzione, e si trovano a gestire una situazione che non sopportano più».«Io sono in contatto con sindacati delle forze dell’ordine, che da mesi esprimono tutto il loro dissenso: si stanno rifiutando di sanzionare i cittadini, stanno cominciando a ribellarsi anche loro», assicura Bizzi. In più, ci sono forti segnali di un capovolgimento internazionale della situazione: questo ci fa ben sperare. Essendo stata risolta la crisi dei Repo già nell’autunno 2020, «è venuto meno il motore economico di questo colpo di Stato globale: non c’è più una ragione economica per disporre nuovi lockdown allo scopo di fermare l’economia, che infatti si sta riprendendo». Bizzi segnala che è in corso di attuazione anche il Quantum Financial System, che scardinerà completamente gli attuali parametri economici globali (sulla possibilità di emissione monetaria illimitata). Non siamo mai stati completamente soli: la Russia di Putin, quella che aveva inviato i suoi specialisti in Italia, si è smarcata per prima: dimostrando quanto fosse artificiosa, l’intera operazione-paura. «Mosca ha applicato un lockdown solo inziale e molto blando, poi due mesi fa ha rimosso le ultime restrizioni. E ha fatto una mossa molto intelligente: è la stata la prima a lanciare il suo vaccino».Lo Sputnik – dice Bizzi – non è un vaccino mRna: è solo una sorta di antinfluenzale rafforzato, in Russia proposto unicamente su base volontaria. «Da noi invece si tenta di imporre – con la persuiasione, il ricatto e la minaccia – una vaccinazione sperimentale mRna. Agghiacciante: milioni di italiani si sono messi in coda come tanti lemming, pronti a lanciarsi nel precipizio. Si stanno suicidando, e non se ne rendono conto: hanno subito un vero e proprio lavaggio del cervello». Ma anche la geografia mondiale del fronte-vaccini suggerisce he questa operazione stia finendo: «Due terzi dei governi mondiali si sono di fatto smarcati, rifiutando i vaccini mRna (Pfizer, Moderna). Non solo: inaugurando le terapie domiciliari, hanno abbattuto la narrazione dell’ospedalizzazione. Hanno dimostrato che è una montatura: semplicemente assumendo determinati farmaci si evita il ricovero. Una soluzione che in Italia viene ostacolata con ogni mezzo: Speranza è ricorso al Consiglio di Stato. Hanno il terrore che venga messa in crisi la narrazione delle terapie intensive intasate».Già a febbraio, a Bizzi era stato riferito che «sarebbe stato raggiunto un accordo, nell’ambito di una trattativa internazionale fra certe organizzazioni di potere». In pratica, ai golpisti del Covid avrebbero detto: «L’operazione è fallita, è stato raggiunto appena il 20% degli obiettivi prefissati. La verità sta venendo a galla, rischiate una nuova Norimberga. Quindi vi diamo una “timeline”: se dal 12 aprile iniziate una de-escalation per chiudere questa operazione con le buone, vi permettiamo di uscirne puliti». Vale a dire: se i governi si atterranno a questa direttiva, cominceranno a dire che i contagi stanno calando. E se ne vanteranno: «Abbiamo sconfitto il terribile virus grazie ai vostri sacrifici», sarà il refrain. «E cercheranno di uscirne a testa alta. Perché il loro obiettivo è proprio quello: scongiurare una nuova Norimberga. E quindi: evitare che vengano alla luce tutte le responsabilità, a ogni livello, dal Quirinale all’ultimo Comune. Facile attaccare Conte: è indifendibile, ha firmato i provvedimenti più spregevoli. Ma tutti si dimenticano che qualcuno, al di sopra di lui, certe cose le ha autorizzate».Questi signori, quindi, secondo Bizzi «puntano a salvaguardare il sistema», cioè «a impedire che per loro finisca molto male, dal punto di vista giuridico (anche penale)». Erano dunque programmate, le riaperture: graduali, per tenere in piedi la credibilità retroattiva della farsa. «Un mese dopo la segnalazione che avevo ricevuto – racconta sempre Bizzi – Boris Johnson ha annunciato che la Gran Bretagna avrebbe riaperto proprio il 12 aprile, in concomitanza con altre riaperture europee, come quella della Spagna (anche più dura dell’Italia, nella repressione). Ebbene: da un mese la Spagna ha riaperto locali, palestre e piscine, autorizzando anche concerti con migliaia di persone. Sono riaperture chiaramente pianificate: non è che possono dire, da un giorno all’altro, “abbiamo scherzato, vi abbiamo presi in giro”. Non possono riaprire tutto di colpo: perderebbero la faccia, e dovrebbero rinunciare improvvisamente a interessi economici che sono mostruosi». Un oceano di soldi: «Qualcuno è stato appena messo da parte, ma non c’è solo Arcuri: in tanti stanno ancora guadagnando, da questa operazione».Nicola Bizzi parla di «servigi da pagare a migliaia di persone, negli apparati statali: e questa cosa non la si può interrompere da un giorno all’altro». Aggiunge: «La mia impressione – confermata da alcune informative che ricevo – è che ci sia stato un motivo preciso dietro al licenziamento di Conte, con la necessità poi di mettere in piedi questo governo, che peraltro non mi piace per niente». Mario Draghi? «Come ben sappiamo, ha più scheletri nell’armadio di Nosferatu: conosciamo il suo passato e le sue malefatte». Per Bizzi il governo Draghi resta pericoloso: «Un esecitivo che conferma Speranza alla sanità e inserisce al proprio interno personaggi come Colao è tutt’altro che raccomandabile». Per contro, la sua funzione sarebbe quella di «portare l’Italia a una de-escalation, a una uscita graduale da questa operazione, a tappe pianificate (ma in modo da lasciare indenne la politica, facendola uscire a testa alta». Torneremo a respirare, dunque, ma i “collaborazionisti” la faranno franca. «E questo non è accettabile: dobbiamo esigere che ci vengano restituite le libertà che la Costituzione ci garantisce».Se l’Operazione Corona è scattata per motivi finanziari – dice ancira Bizzi – sicuramente è stata sfruttata dai pericolosi fanatici che coltivano apertamente precisi piani mondiali per il depopolamento. Ci sono personaggi come il francese Jacques Attali (mentore di Macron), o come lo stesso Bill Gates, che da trent’anni ci dicono in faccia che siamo in troppi, sulla Terra, e che occorre ridurre forzatamente (con le buone o con le cattive) la popolazione globale, che sta sfuggendo al loro controllo finanziario e politico. «Non è vero che siamo in troppi, per le risorse terrestri. E’ vero invece che le risorse sono mal distribuite: l’1-2% detiene il 90% della ricchezza, non vuole perderne il controllo e la vuole incrementare ulteriormente». Le lezione da trarre? I golpe esistono, ma non sempre vanno in porto come previsto. «Questa operazione era partita con “pacchetti precofenzionati” a cui tutti avrebbero dovuto adeguarsi, e invece molti paesi se ne sono smarcati fin da subito: l’Africa, per esempio, non ha aderito al piano. I paesi dell’Africa nera e del Nordafrica non volevano veder distrutta la loro economia, e soprattutto non volevano partecipare a un piano genocida: perché è qui il vero nodo della questione».Già negli anni ‘80, Jacques Attali scriveva: nel futuro prossimo – visto che non possiamo più ridurre la popolazione coi campi di concentramento e le esecuzioni sommarie – sarà necessario ridurla con altri sistemi: anche con certe terapie iniettabili, che la gente stessa sarà spinta a richiedere. «E infatti ci siamo arrivati», secondo Bizzi, che segnala un sito americano molto inquietante, “Deagel.com”, che si occupa di armamenti. Nel 2017 aveva presentato strane proiezioni statistiche demografiche, immaginando – Stato per Stato – la popolazione mondiale nel 2025. Il sito dichiarò di essersi basato su fonti di intelligence (senza citare quali) e su dati di organizzazioni internazionali (probabilmente la Fao, il Fmi, l’Oms). Un quadro allarmante, che vedeva tutto l’Occidente depopolato. Un’Italia ridotta a 40 milioni di abitanti, una altrettanto drastica riduzione prevista per Francia e Spagna, e una Germania con una popolazione destinata a crollare (da 80 a 28 milioni). Analoga previsione per gli Usa: appena 90 milioni di abitanti, contro gli attuali 320. Stessa sorte per il Canada, mentre il fenomeno non avrebbe investito gli altri paesi del mondo, sostanzialmente stabili.«So che le stime sono andate correggendosi, col tempo, ma la tendenza resta: a essere colpite – secondo “Deagel” – sarebbero solo l’Europa occidentale e il Nord America, più l’Australia e la Nuova Zelanda: cioè quei paesi che hanno adottato le misure più restrittive, applicando alla lettera i dettami di questo colpo di Stato globale, incluse le vaccinazioni forzose (i vaccini mRna)». C’è un nesso, tra queste previsioni e quello che sta realmente avvenendo o che avverrà? Nel 2017 qualcuno già “sapeva” che in Occidente sarebbe stata introdotta una vaccinazione mRna, e che questa – magari – sarebbe stata tale da produrre un simile depopolamento? «Diciamo c’è di che riflettere», dice Bizzi. «La mia opinione – sostiene – è che questa sia una “guerra” contro l’umanità occidentale, contro la nostra civiltà». Guardiamoci attorno: «I paesi africani, asiatici ed est-europei hanno respinto al mittente le richieste dell’Oms. Il vero fulcro di questa operazione sono L’Europa e il Nord America». E’ un fatto: «Stiamo vivendo un’epoca di censura, di medioevo orwelliano», conclude Bizzi. «Io non possiedo tutte le risposte, però mi sto adoperando affinché le verità vengano alla luce».(Il libro: “Operazione Corona, colpo di Stato globale”, Edizioni Aurora Boreale, 588 pagine, euro 22,80. Bizzi ne è co-autore, editore e curatore insieme a Matteo Martini, chimico farmaceutico, che esamina gli aspetti scientifici e virologici dell’affare-coronavirus, dimostrando la premeditazione dell’esplosione pandemica. Un medico come il dottor Stefano Scoglio, già candidato al Nobel, approfondisce invece gli aspetti clinici della sindrome Covid. Il biologo David Suraci, a sua volta, affronta il tema vaccini, denunciando i pericoli della vaccinazione mRna. All’economista Andrea Cecchi e al giornalista Luca La Bella, analista finanziario, il compito di illuminare i retroscena bancari che sarebbero all’origine della crisi, mentre l’avvocato Marco Della Luna, già autore di “Oligarchia per popoli superflui”, approfondisce gli aspetti giuridici introdotti con le restrizioni. Gli psicologi Alfonso Guizzardi e Alessandro Gambugiati, infine, analizzano le tecniche di manipolazione adottate e i danni psicologici inferti alla popolazione, soprattutto agli anziani e ai bambini. In vetta alle classifiche, “Operazione Corona” è stato realizzato a tempo di record per offrire una panoramica completa ed esaustiva sulla considetta pandemia, illuminandone le principali zone d’ombra).Un colpo di Stato mondiale, progettato contro una vittima in particolare: la nostra società occidentale. Doveva scattare nel 2022, ma la crisi bancaria dei Repo ne ha accelerato i tempi. Ora il golpe è fallito, ma ha lasciato macerie: ha disastrato la democrazia e rottamato l’economia, proprio come volevano i golpisti, ingigantendo la paura e trasformando i cittadini in docilissime pecore, private delle libertà più elementari in nome di un pericolo virtuale, manipolato da cima a fondo. Ormai è cominciata una grande retromarcia, segretamente pattuita, ma a caro prezzo: non si può smontare da un giorno all’altro un “giocattolo” come quello, che ha distribuito miliardi e sta ancora arricchendo intere filiere di beneficiari, migliaia di persone. E il fardello più inquietante è quello rappresentato dai vaccini “genici” in circolazione: aleggia il vecchio incubo del depopolamento, predicato da una certa élite. Una cosa è certa: l’establishment del lockdown spera di passarla liscia, evitando una nuova Norimberga che metta in chiaro i crimini commessi. E il governo Draghi servirebbe proprio a questo: a far uscire l’Italia dall’emergenza, incanalandola però nei binari del Grande Reset in corso. E soprattutto: assolvendo la politica che ha eseguito gli ordini golpisti.
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Bizzarri: Covid gonfiato e non curato, basta terrorismo
Alcuni paventano che le riaperture inneschino la quarta ondata? Quelli che lo affermano sono gli stessi che, un anno fa, paventavano 150.000 persone in terapia intensiva nel mese di giugno. Qui non bisogna “pre-occuparsi”, bisogna “occuparsi”: nella possibilità che si presenti un’altra ondata, bisogna fare quello che non s’ è fatto fino ad oggi. Aumentare il numero dei posti letto, di medici e personale sanitario con competenze specifiche. Costruire linee guida adeguate per le terapie domiciliari. La variante indiana? Demistifichiamo il tema. Dall’inizio dell’epidemia, di varianti ce ne sono state migliaia. Molte sono neutre, alcune sono migliorative, altre peggiorative. Le varianti tendono complessivamente ad assicurare al virus maggiori possibilità di adattarsi al corpo umano. Quindi, una variante più letale, poiché uccide gli ospiti-vettori, è evolutivamente svantaggiosa e non tenderà a prevalere. La variante indiana non ha un indice di letalità superiore alle altre, ma sembra più contagiosa. Delle varianti si sta facendo un uso terroristico.Io contesto i bollettini giornalieri dei positivi: la comunicazione quotidiana, che non avviene in altre nazioni, non è utile e genera ansia. La finestra temporale di osservazione di un fenomeno dipende dal ciclo del fenomeno stesso. E un andamento epidemiologico in cui lo stato infettivo si ritiene estinto, se non ci sono complicanze, dopo 7-8 giorni, andrebbe valutato settimanalmente. La cabina di regia fa monitoraggi settimanali, giustamente: allora perché ci bombardano tutti i giorni con i dati? È sbagliato preoccuparsi in assoluto del numero di positivi. Qui c’è una confusione semantica: si è confuso il numero di persone positive con il numero di persone realmente infettanti. Un positivo non è necessariamente infettante. E anzitutto, qualunque test può dare risultati errati. Ad esempio? Falsi positivi e falsi negativi. Altri errori possono essere ascritti alla procedura di raccolta del campione. Nel caso dei test nasali, l’operatore sanitario può aver paura di infastidire il paziente, infilandogli il bastoncino fino alla base del naso.Su questi temi, la Società Mondiale di Patologia ha proposto un articolo, attualmente in revisione, in cui si suggeriscono alternative per migliorare la capacità diagnostica. Il test molecolare può essere falsato a causa del crossover con altri coronavirus o per la presenza di frammenti di Rna che vengono eliminati dall’ospite in assenza di virus replicante. Alludo ai cicli di amplificazione dei tamponi: il test non individua il virus, bensì i frammenti dell’Rna. Ma se il test li rileva, questo non significa che il positivo sia infettante. Al di sopra di 33 cicli di amplificazione, è stato visto che solo in pochi casi i soggetti testati albergano virus vitali. Dunque, non possono trasmetterli. Dei positivi che verranno conteggiati oggi, il 70-90% non sono realmente infettivi. Fonte: diversi studi scientifici, citati addirittura dal “New York Times” (di certo non un giornale “negazionista”), in un articolo dal titolo eloquente: “Il tuo test per il coronavirus è positivo? Forse, non dovrebbe esserlo”. Il riferimento era a una ricerca condotta in quattro Stati americani, secondo cui il 90% dei positivi è risultato “virus free”.Altro “caso”: i 35 positivi della Scala rilevati a marzo scorso. Test ripetuto, si scopre che 34 su 35, il 97%, erano falsi positivi. Ma intanto il “focolaio” era finito su tutti i giornali. Questo, tra l’altro, spiega perché nella stragrande maggioranza dei casi i positivi non presentino sintomi. La diagnosi va fatta in presenza di tosse, febbre e possibilmente evidenze radiologiche. Il tampone non basta. E per lo screening, l’esame utile è il test sierologico, che verifica la presenza degli anticorpi. Quanto all’indice Rt, è criticato da tutta la comunità scientifica. “Nature” ha scritto che si tratta di una «mostruosità». Lo si usa perché è semplice e comodo, ma non ha valore predittivo: inquadra una situazione in modo statico. Su “Nature” abbiamo proposto un altro indice: misura il rapporto tra le variazioni differenziali “in uscita”, cioè il numero di guariti, e “in entrata”, cioè il numero degli infetti. È un indice dinamico, che valuta la velocità con cui procede l’epidemia. Cosa cambia? All’inizio dell’epidemia, ci saranno tanti infetti e pochi guariti; alla fine, ci saranno tanti guariti e pochi infetti. Ebbene, quando le due curve (che procedono come una forbice) si incrociano, significa che l’epidemia è in fase calante. Oggi? Sì, siamo nella fase calante.Questo metodo ci consente anche di individuare subito un’eventuale nuova ondata: quando il numero dei nuovi infetti inizia a superare quello dei guariti. Ma abbiamo tirato fuori anche un altro indice, che misura la gravità dell’epidemia. Consiste nel rapporto tra i ricoveri in terapia intensiva e i decessi. Con questo parametro, si sana anche l’apparente discrepanza tra Regioni. Nel corso della prima fase, sembrava che in Lombardia si fosse scatenato l’inferno e nel Sud non stesse succedendo niente. Se invece si mettono a confronto le curve dei ricoveri in terapia intensiva, si vede che queste hanno lo stesso andamento in tutte le Regioni. Il nostro modello, comunque, fa sorgere un altro quesito: perché, su 100 decessi, mediamente il 50% viene registrato in ospedale, mentre gli altri avvengono a casa?Evidentemente, queste persone erano già allettate a casa: anziani gravati da tante altre patologie, morti dopo aver contratto il Covid mentre già stavano comunque morendo a causa delle altre malattie.C’è un modo semplice per capire come sta impattando il Covid sulla mortalità: confrontiamo i tassi di mortalità con quelli dello stesso periodo, prima della pandemia. Per scoprire cosa?Che – dati Istat – da dicembre 2020 a oggi, non c’è nessun aumento di mortalità rispetto al periodo precedente. Questo significa che stiamo conteggiando tra i morti di Covid persone che sarebbero morte comunque. Purtroppo, in futuro, la mortalità potrebbe tornare a salire, dato che – a causa delle restrizioni di accesso al sistema sanitario per i non-Covid – molti malati sono curati e seguiti in modo inadeguato. Per non parlare delle malattie da stress che stanno emergendo. Tirando le somme: l’attendibilità e precisione dei dati di cui disponiamo è lungi dall’essere soddisfacente. E questa incertezza costituisce la base delle decisioni politiche. Suggerimenti? Primo: adottare un atteggiamento meno assertivo e una comunicazione non esasperata.È inopportuno, il termine “lockdown”. Se lo chiami quarantena, cambia tutto. Perché la quarantena serve a impedire che il virus circoli, ma dopo un certo periodo le chiusure prolungate hanno scarsa efficacia. Sul fatto che i lockdown servano o meno, non c’è alcuna prova scientifica definitiva. Gli studi condotti sono in disaccordo. Certo, le discussioni sarebbe meglio non farle in Tv: si rischia di scadere nella spettacolarizzazione, e di generare confusione e smarrimento. Altri consigli? Abbiamo un’esperienza maturata da 30.000 medici del territorio che hanno curato i malati. Spessissimo con successo, se la malattia viene trattata nelle fasi iniziali. Come ha detto Alberto Zangrillo, questa malattia si combatte solo ridando dignità e scopo ai medici di base, che oggi sono ridotti a burocrati. Poi vanno coinvolti i rettori dei maggiori atenei perché forniscano una selezione dei migliori competenti: non solo virologi, ma epidemiologi, intensivisti, specialisti in malattie infettive.Obiettivo: costruire una convention nazionale che elabori una strategia complessiva. Piuttosto che affidarsi a una fondazione privata, i modelli epidemiologici dovrebbero essere messi a punto dagli epidemiologi delle università. E occorre investire sulla ricerca. Finora, soldi per studiare il Covid – a parte i vaccini – non si sono visti. Ma i vaccini, da soli, non bastano. Una pandemia si affronta pensando alla prevenzione, alla profilassi e alla cura. E per farlo, servono i soldi. Li abbiamo trovati per i monopattini e non per la ricerca. Qualcuno dovrebbe spiegare perché. Ultima considerazione: basta, col terrorismo. Dobbiamo dare un messaggio calibrato, ma rassicurante. L’epidemia non si combatte deprimendo la gente.(Mariano Bizzarri, dichiarazioni rilasciate ad Alessandro Rico per l’intervista “I vaccini non bastano, servono cura e prevenzione”, pubblicata da “La Verità” e ripresa da “Dagospia” il 3 maggio 2021. Il professor Bizzarri dirige il laboratorio di Biologia dei Sistemi nel dipartimento di medicina sperimentale della Sapienza, a Roma, ed è segretario della Società Mondiale di Patologia Clinica. Insieme a un team di esperti dell’ateneo romano, ha pubblicato su “Nature Scientific Report” uno studio statistico sul Covid-19).Alcuni paventano che le riaperture inneschino la quarta ondata? Quelli che lo affermano sono gli stessi che, un anno fa, paventavano 150.000 persone in terapia intensiva nel mese di giugno. Qui non bisogna “pre-occuparsi”, bisogna “occuparsi”: nella possibilità che si presenti un’altra ondata, bisogna fare quello che non s’ è fatto fino ad oggi. Aumentare il numero dei posti letto, di medici e personale sanitario con competenze specifiche. Costruire linee guida adeguate per le terapie domiciliari. La variante indiana? Demistifichiamo il tema. Dall’inizio dell’epidemia, di varianti ce ne sono state migliaia. Molte sono neutre, alcune sono migliorative, altre peggiorative. Le varianti tendono complessivamente ad assicurare al virus maggiori possibilità di adattarsi al corpo umano. Quindi, una variante più letale, poiché uccide gli ospiti-vettori, è evolutivamente svantaggiosa e non tenderà a prevalere. La variante indiana non ha un indice di letalità superiore alle altre, ma sembra più contagiosa. Delle varianti si sta facendo un uso terroristico.
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Barnard e l’Antico Ordine Mondiale, oggi ormai evidente
Chiedetevi come mai la politica fallisce sempre, i partiti fanno cilecca e i leader finiscono per deludere. Oggi la risposta è sulla bocca di tutti quelli che hanno smesso di dormire; ma una decina di anni fa era un giornalista come Paolo Barnard, in solitudine, a proporre la domanda: chi comanda davvero, lassù, al di là dei piccoli esecutori locali, fabbricati in serie con i sondaggi e destinati invariabilmente a sgonfiarsi, dopo aver assolto al piccolo compito che era stato loro assegnato? Da qualche decennio, il copione è invariato: da una parte i paracarri, i pretoriani ufficiali del sommo contabile, e dall’altra gli outsider professionali, con traiettoria pilotata. L’outsider spunta come un fungo e un giorno esplode, viene osteggiato ma poi conquista i suoi spazi, varca la soglia sacra della televisione e infine accede al governo, da cui poi abbandonerà – uno ad uno – tutti i suoi cavalli di battaglia, lasciando senza parole gli elettori che gli avevano dato fiducia nel solito modo, e cioè religiosamente. Sempre così: show must go on, avanti un altro.Tra il saggio “Il più grande crimine” e i Dpcm inaugurati con la cosiddetta pandemia da coronavirus è possibile tracciare una linea retta, addirittura imbarazzante, che porta dritti al distanziamento e alle mascherine, ai lockdown, al delirio orwelliano del coprifuoco basato sull’evocazione del senso di colpa, del contagio come imprudenza e come maledizione, in un orizzonte cupo in cui riecheggia una specie di peccato originale: l’essere nati, l’aver aspirato a essere liberi e dotati di diritti umani. Siamo diventati il paese della Dad, dello smart working e delle Regioni colorate, dove la semilibertà (concessa col contagocce) bisogna meritarsela, stando lontani dal prossimo come se fosse appestato. L’incubo si prolunga, per via sanitaria (o meglio, fanta-farmaceutica) con l’incombente obbligo vaccinale sostanziale, propiziato da un assedio anche fisico, geografico, come quello del lasciapassare neo-medievale per poter varcare il Rubicone, il Piave, il Tevere, l’Isonzo.L’avvocato Erich Grimaldi, uno dei tanti eroi di questa Italia in rottamazione, quasi supplica il suo pubblico affinché accorra in piazza a Roma, l’8 maggio, indossando magliette con sopra scritto “voglio essere curato con le terapie domiciliari”, oppure “sono guarito grazie alle cure precoci a domicilio”. Quei trattamenti terapeutici tempestivi rappresentano la soluzione, l’uscita dall’allucinazione collettiva: ma il Ministero della Paura ha osato opporvisi, ancora, nonostante l’auspicio unanime espresso dal Senato e i colloqui in corso tra lo stesso Grimaldi e il sottosegretario Sileri, per arrivare finalmente a un protocollo che metta i medici nelle condizioni di curare gli italiani, senza più costringerli a ricorrere all’ospedale quando ormai faticano a respirare. E’ come se qualcuno si ostinasse a sparare cannonate, sull’allevamento umano, forte di una certezza granitica: le mansuete bestiole non si ribelleranno nemmeno stavolta, resteranno al loro posto in attesa di essere decimate, dalle cure negate e dal martirio economico che il 1° Maggio 2021 costringe anche la grande stampa ad ammettere che, intanto, si sono perduti 900.000 posti di lavoro.Non deve stupire il silenzio agghiacciante dei sindacati, che anzi – per bocca dei loro burocrati coalizzati (Cgil, Cisl e Uil, in primis il Landini che contestò Marchionne) – hanno addirittura firmato una petizione a sostegno di Roberto Speranza, il burattino incaricato di infliggere il massimo danno possibile al sistema-paese, senza riguardo per i morti né per le vittime della catastrofe economica. Non deve stupire nemmeno il mormorio sommesso dei partiti meno allineati alla filosofia della strage, celebrata in omaggio alla religione epidemica: se non hanno mai invaso le piazze per protestare contro la quasi-dittatura in atto, né preteso fin dall’estate 2020 le misure sanitarie adeguate, invocate da centinaia di medici, significa che rispondono a poteri superiori, a sollecitazioni e consigli, magari ad oscuri avvertimenti come quelli che persuasero Boris Johnson, l’uomo che voleva evitare il lockdown puntando all’immunità naturale, senza neppure il poco rassicurante doping dei “vaccini genici” sperimentali.Nell’ultimo decennio, il superlclan denunciato da Paolo Barnard è assurto agli onori delle cronache con moltissimi nomi: una specie di foto di famiglia, a volte sfocata e a volte meno, che include cenacoli del grande business, poteri finanziari e massonerie, cluster industriali, cupole omertose, caste sacerdotali, dinastie e fantomatiche organizzazioni-ombra. Spesso il cosiddetto complottismo si rassegna a rincorrere spettri, perdendo di vista il complotto (meglio, il progetto) che ormai è sotto gli occhi di tutti, dentro una globalizzazione policentrica e smisuratamente ingovernabile se non in modo sommario e anche feroce. Un caos epocale, dal quale emerge l’Antico Ordine Mondiale delle dominazioni pure, a cui sembra opporsi – in modo non sempre leggibile – un rilevante segmento della leadership di ieri, in precario equilibrio tra compromesso e battaglia aperta, in ordine al tono da conferire al Grande Reset che nel frattempo avanza in modo inesorabile, sia pure a geometria variabile nelle sue infinite declinazioni tecnocratiche e geopolitiche.Mentre lo stupidario nazionale italiota procede imperterrito il suo show affollato di tamponi e indici Rt, terribili “varianti” alle porte e simpatici banchi a rotelle, i cadaveri politici dei partiti dall’encelalogramma piatto fingono che scorra ancora un po’ di sangue nelle loro vene, ai margini di una trattativa – tra la vita e la morte civile del paese – che viene condotta da sapientissimi mandarini, nell’alto dei cieli in cui (non da oggi) ci si giocano a dadi le percentuali di felicità o di angoscia da elargire o comminare a milioni di persone. L’Antico Ordine Mondiale è quello di cui parla a chiarissime lettere Paolo Rumor nell’esemplare libro “L’altra Europa”, che evoca – da carte riservate – la possibile esistenza di una linea pressoché dinastica, risalente addirittura a 12.000 anni fa, incaricata di governare la zootecnia umana con ogni sorta di espediente strumentale: imperi e regni, teocrazie ierocratiche, dittature e democrazie, ideologie e teologie, fino al recente aggregato euro-atlantico e vaticano.Gli scritti di Rumor – perfettamente consonanti con le recenti acquisizioni della cosiddetta “archeologia non autorizzata”, che parlano di tecnologie avanzatissime in tempi antichi – sembrano invitare a guardare con nuovi occhi alle continue, stranamente inarrestabili rivelazioni ufficiali sull’annosa “questione aliena”, sulla quale le stesse voci dell’establishment hanno smesso di scherzare, di negare l’evidenza. E’ la scala di grandezza, in questo caso, ad appaiare certe presunte leggende alla dimensione planetaria del catastrofico presente, in cui teoricamente si pretende ancora che un piccolo partito, in un minuscolo paese, possa davvero dire la sua in una dimensione letteralmente incommensurabile, in cui tre soli fondi d’investimento, soci l’uno dell’altro (Vanguard, State Street e BlackRock) sono azionisti di qualunque cosa rappresenti il minimo interesse economico, in ogni campo: banche e petrolio, informazione e web, armamenti e trasporti, aerospaziale, alta tecnologia e intelligenza artificiale, edilizia e farmaceutica, grande industria, agroalimentare e grande distribuzione, spettacolo e cultura, telecomunicazioni e ricerca scientifica.L’aspetto tragicomico del made in Italy pandemico è garantito dalla ritualità scadente di un paese sottomesso alla religione del virus, che riesce a irridere la Festa del Lavoro massacrando centinaia di migliaia di piccole aziende, e a dissacrare persino la Festa della Liberazione celebrando il 25 Aprile dei partigiani nei giorni del coprifuoco, in una sorta di squallida farsa, vagamente spettrale, che ricorda le note di Rosamunda inflitte ogni mattina ai prigionieri di Auschwitz. E’ la stessa Italia dei coatti che nella primavera 2020 cantavano Bella Ciao dai balconi, pavesati a festa con lo slogan religioso “andrà tutto bene”. L’altra Italia – quella “bannata” ogni giorno da Facebook e da YouTube – resiste davvero, a modo suo, veicolando informazioni. Ai più scoraggiati, c’è chi propone un pensiero semplice: tanto accanimento contro i dissidenti non può che confermare indirettamente il timore che incutono, nonostante tutto, ai gestori dell’Antico Ordine Mondiale.Non profonderebbero tante energie, fino a trasformare giornali e televisioni in barzellette, se non avessero paura di un possibile, ipotetico risveglio collettivo. Considerate se questo è un uomo: davvero vogliamo continuare a vivere così? E soprattutto: c’è qualcosa che possiamo fare, per cambiare il corso degli eventi, sia pure in un pianeta palesemente dominato dall’alto, come oggi appare vistosamente evidente? C’è qualcosa che dovremmo sapere, e che i dominatori conoscono benissimo? Cosa nasconde, in realtà, l’ossessione nazistoide per il distanziamento interpersonale, imposto per alimentare la diffidenza reciproca e spezzare ogni forma di solidarietà, isolando l’individuo e lasciandolo in compagnia delle sue paure? L’apocalisse in corso (il famoso bicchiere mezzo pieno) porta in regalo la rivelazione di un’enormità patente, indigeribile, e fino a ieri impensabile. A meno che non si fosse letto Paolo Barnard, ovvero la descrizione minuziosa del sadismo di cui è capace, all’occorrenza, l’Antico Ordine Mondiale.(Giorgio Cattaneo, 1° maggio 2021).Chiedetevi come mai la politica fallisce sempre, i partiti fanno cilecca e i leader finiscono per deludere. Oggi la risposta è sulla bocca di tutti quelli che hanno smesso di dormire; ma una decina di anni fa era un giornalista come Paolo Barnard, in solitudine, a proporre la domanda: chi comanda davvero, lassù, al di là dei piccoli esecutori locali, fabbricati in serie con i sondaggi e destinati invariabilmente a sgonfiarsi, dopo aver assolto al piccolo compito che era stato loro assegnato? Da qualche decennio, il copione è invariato: da una parte i paracarri, i pretoriani ufficiali del sommo contabile, e dall’altra gli outsider professionali, con traiettoria pilotata. L’outsider spunta come un fungo e un giorno esplode, viene osteggiato ma poi conquista i suoi spazi, varca la soglia sacra della televisione e infine accede al governo, da cui poi abbandonerà – uno ad uno – tutti i suoi cavalli di battaglia, lasciando senza parole gli elettori che gli avevano dato fiducia nel solito modo, e cioè religiosamente. Sempre così: show must go on, avanti un altro.
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Causa collettiva, Sandri: l’osceno business dei tamponi
Un tampone molecolare costa dai 70 ai 120 euro, e in Italia ormai si eseguono 300.000 test Pcr al giorno. La spesa quotidiana è esorbitante: come minimo, oltre 21 milioni di euro, cioè quasi 150 milioni alla settimana, mezzo miliardo al mese, 6 miliardi all’anno. Si parla tanto di vaccini, dice l’avvocato Mauro Sandri – che già raccolto 1.500 italiani per una causa collettiva contro lo Stato – ma non si fa caso alla spesa, infinitamente maggiore, per i tamponi. Il vaccino Astrazeneca (demonizzato a reti unificate per le reazioni avverse che ha provocato) costa appena 3 euro a dose, dice l’avvocato, mentre il concorrenze Pfizer (che sconta un numero ancora maggiore di effetti collaterali, passati però sotto silenzio) ne costa 14. C’è una regia commerciale, dietro la “guerra” tra vaccini? E soprattutto: il business dei tamponi è incomparabilmente più grande. Una vera e propria gallina dalle uova d’oro: chi avesse il coraggio di uscire dall’emergenza Covid dovrebbe vedersela, un minuto dopo, con i produttori del tampone, che – a livello internazionale – stanno cavalcando un business stellare, da decine di miliardi di euro.La stessa Oms, rileva il legale, invita a non affidarsi ciecamente al tampone molecolare: non è un vero e proprio strumento diagnostico, ha avvertito il suo “inventore”, che raccomanda di non superare i 20-22 “cicli di amplificazione” cui viene sottoposto il campione organico, a contatto con appositi reagenti per rilevare tracce virali. Oltre quella soglia, si spiega, si rischia di intercettare qualsiasi altro virus presente nell’organismo, inclusi quelli (innocui) del semplice raffreddore. In Italia, denuncia l’avvocato Sandri, la prassi è regolarmente sbagliata: si eseguono anche 40 “cicli di amplificazione”, col risultato poi di indicare come “positivo al Covid” il soggetto refertato. Ecco perché molti medici hanno parlato di una quantità esorbitante di “falsi positivi”: soggetti risultati positivi al tampone, ma assolutamente asintomatici e in ottima salute. Nonostante ciò, da ormai un anno, li si annovera tra quelli che i media chiamano “casi”, nel quotidiano “bollettino di guerra” che pretende di monitorare l’andamento della cosiddetta pandemia.«Contro tutto questo sto preparando cause precise, di risarcimento danni: non mi bastano le denunce astratte, voglio arrivate a risultati concreti», averte l’avvocato Sandri. «La drammatizzazione del Covid non dipende dalla pretesa gravità della malattia: è un problema di disservizio gestionale della sanità». Gli unici soggetti potenzialmente a rischio erano gli ultra-75enni, dice il legale, e non si è fatto nulla di specifico per proteggerli. «Il Covid poteva e doveva gestito con l’ordinaria diligenza sanitaria, che uno Stato deve mettere in campo». Sandri mette nel mirino soprattutto Conte, Speranza e il Cts: «Dobbiamo concertizzare una controffensiva legale che faccia finalmente giustizia: dobbiamo diventare milioni, e fare del tribunale la nostra vera piazza». Sandri ha firmato tre ricorsi in sede Ue contro i contratti per i vaccini. E attacca il governo italiano: «Essere stati privati della libertà non può passare così, senza una sanzione: dev’essere fatta giustizia, per risarcire i cittadini e ricompattare la comunità nazionale».«E’ un problema che riguarda milioni di persone», insiste il legale, ospite di “Visione Tv”: «E’ importante che venga accertato che il problema non è il Covid, come malattia grave in sé, ma è la gestione del Covid». Oltre alla follia dei lockdown, che hanno colpito l’intera popolazione (in maggioranza, non esposta ad alcun pericolo sanitario), Mauro Sandri insiste sull’opaco business dei tamponi, che sta fruttando decine di miliardi. «E’ un affare enormemente superiore a quello dei vaccini: è imparagonabile». Chiosa il legale: «Chi parla di “dittatura sanitaria” non ha compreso che la sanità è solo il vettore su cui è salita la finanza: perché le case farmaceutiche guadagnano tantissimo, ma la finanza – indebitando gli Stati a livelli mai visti, nella storia – sta realizzando il vero, grande profitto».Un tampone molecolare costa dai 70 ai 120 euro, e in Italia ormai si eseguono 300.000 test Pcr al giorno. La spesa quotidiana è esorbitante: come minimo, oltre 21 milioni di euro, cioè quasi 150 milioni alla settimana, mezzo miliardo al mese, 6 miliardi all’anno. Si parla tanto di vaccini, dice l’avvocato Mauro Sandri – che già raccolto 1.500 italiani per una causa collettiva contro lo Stato – ma non si fa caso alla spesa, infinitamente maggiore, per i tamponi. Il vaccino Astrazeneca (demonizzato a reti unificate per le reazioni avverse che ha provocato) costa appena 3 euro a dose, dice l’avvocato, mentre il concorrenze Pfizer (che sconta un numero ancora maggiore di effetti collaterali, passati però sotto silenzio) ne costa 14. C’è una regia commerciale, dietro la “guerra” tra vaccini? E soprattutto: il business dei tamponi è incomparabilmente più grande. Una vera e propria gallina dalle uova d’oro: chi avesse il coraggio di uscire dall’emergenza Covid dovrebbe vedersela, un minuto dopo, con i produttori del tampone, che – a livello internazionale – stanno cavalcando un business stellare, da decine di miliardi di euro.
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La missione di Draghi e l’inferno dell’ipocrisia pandemica
Ristoranti riaperti ma solo se hanno tavoli all’esterno: per cenare come ai vecchi tempi, come se fossimo in un paese libero, bisognerà attendere un altro mese, fino al 1° giugno. Non solo: permane una “legge di guerra” come l’infame coprifuoco, nell’Italia delle Regioni “colorate”, dove – per passare da un territorio all’altro, se di diverso “colore” – i sudditi dovranno esibire un certificato che dimostri che sono stati vaccinati o che sono appena risultati negativi al tampone. C’è qualcosa di serio, in tutto questo? No: i non-cerebrolesi ormai sanno che i tamponi non sono attendibili, e che i cosiddetti “vaccini Covid” (terapie geniche ancora sperimentali) non garantiscono affatto che il soggetto vaccinato non sia più contagioso. E nonostante questo, il governo ne ha imposto l’inoculo al personale sanitario: violando la Costituzione, oltre che il Codice di Norimberga che vieta i Tso con farmaci non collaudati. E addio diritti umani, dunque. Ma il governo Draghi non doveva dire basta, a tutto questo? Non doveva farla finita, dopo un anno di “arresti domiciliari” imposti da Conte, Speranza, D’Alema e soci, in linea con i compagni di merende del potere cinese?
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Pass vaccinale e coprifuoco: la farsa Covid nell’era Draghi
Siamo seri: per quale motivo sarebbe pericoloso circolare, la sera, dopo il tramonto? E per quale ragione vincolare i movimenti delle persone al possesso di un pass sanitario che attesti l’esito di un tampone rinofaringeo (strumento ritenuto fallace anche al 90%) o l’avvenuta somministrazione di uno pseudo-vaccino Covid, che come sappiamo mantiene inalterata la contagiosità del soggetto, oltre a garantirgli una protezione immunologica solo teorica e probabilmente non superiore al 30% dei vaccinati? In che razza di follia collettiva siamo finiti, tutti quanti, se anche il governo Draghi (con incorporata Marta Cartabia, già presidente della Corte Costituzionale) prospetta l’introduzione di misure che calpestano il dettato costituzionale, cancellando le libertà fondamentali e gli stessi diritti umani? E come non condividere lo sgomento di Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d’Italia, di fronte all’inaudita remissività degli italiani, pronti a subire senza fiatare, in tempo di pace, persino una misura di guerra come il coprifuoco?Punto particolarmente dolente: proprio la sottomissione di milioni di cittadini, totalmente passivi, rende possibile ogni virtuale abuso. Chi tace, di fronte alle peggiori imposizioni, compie un atto ostile nei confronti dei concittadini che, invece, ai soprusi si ribellano. Restano in minoranza, grazie al conformismo colposo della maggioranza ignorante, ipocrita, impaurita e sottomessa. All’insipienza si può sempre rimediare, informandosi; l’ignoranza è invece una colpa: chi non vuole sapere, o pensa di sapere tutto (che poi è la stessa cosa) danneggia in modo indiretto chi invece si informa, si documenta, e quindi tende a non rinunciare ai propri diritti democratici, compreso quello – sancito dal Codice di Norimberga – che tutela la libertà di avvalersi o meno di trattamenti sanitari solo sperimentali, non sufficientemente testati, quali sono appunto i “preparati genici” impropriamente ribattezzati “vaccini Covid”, fabbricati in pochi mesi con tecnologie avveniristiche, ma i cui effetti a medio termine – per ammissione delle stesse case farmaceutiche – non sono ancora noti.La sensazione è che si vadano stringendo le maglie di un lager collettivo sempre meno invisibile, fondato su dinamiche coercitive non democratiche, calate dall’alto e giustificate da una serie di notizie palesemente false. La prima: il Covid sarebbe una malattia sostanzialmente incurabile, e solo prevenibile attraverso il vaccino. La seconda: il distanziamento sociale sarebbe l’altra arma di cui disponiamo, per spegnere l’epidemia. Autorevolissimi esperti, tra cui Premi Nobel, sostengono l’esatto contrario. Ovvero: il Covid è pericoloso solo per alcuni soggetti, per lo più anziani e già malati, ma in ogni caso è perfettamente curabile da casa, se affrontato per tempo e con i farmaci giusti, come ormai dimostrano centinaia di medici, anche italiani, sulla scorta di migliaia e migliaia di guarigioni ottenute. E inoltre: il distanziamento serve solo ad allungare la vita a un virus che, se invece fosse lasciato “correre”, si trasformerebbe in un semplice raffreddore. I primi a dirlo – inascoltati – furono i luminari che un anno fa sottoscrissero la Dichiarazione di Great Barrington (tra i maggiori epidemiologi al mondo: quelli che debellarono l’Ebola).Noncuranti di tutto ciò, i governi occidentali – Stati Uniti, Europa, Italia – continuano imperterriti a vivere nella menzogna, lasciando che i cittadini convivano con il terrore: ripetono che il Covid è incurabile se non all’ospedale, dove spesso si giunge quando ormai è troppo tardi. Ribadiscono che se ne uscirà solo con i “vaccini” sperimentali (di dubbia efficacia, e di ancor più dubbia innocuità). E infine insistono – in modo pericoloso – con il delirio del distanziamento, pratica dimostratasi inutile (oltre centomila morti, solo in Italia) e dannosa, sia per l’economia (crollo del Pil) che per la sanità. La gestione mainstream dell’emergenza ha “tenuto vivo” il coronavirus, proprio limitando i contagi; e ora, sono i “vaccini” a rafforzarlo ulteriormente, inducendolo a sviluppare continue varianti. Senza contare i devastanti danni collaterali: la strage silenziosa causata dalle cure negate per le altre malattie, e il disastro psicologico che si è trasformato in patologia per milioni di persone, spaventate e disoccupate, costrette a restare in casa per mesi.E in questo delirio di bugie di Stato, inaugurato in modo storicamente imperdonabile da Giuseppe Conte, mai eletto da nessuno ma in compenso supportato dai 5 Stelle, dal Pd e da Leu, ora ci si mette anche il governo Draghi con la pazzia del prolungamento del coprifuoco alle porte dell’estate, le riaperture dei ristoranti “solo all’aperto” e, dulcis in fundo, il possibile pass vaccinale per transitare da una regione all’altra, se di diverso “colore” (dettaglio che lascia intuire, quindi, l’orientamento sciagurato a mantenere in piedi la farsa dittatoriale delle Regioni “colorate”, nemmeno fossimo in Corea del Nord). Si può comprendere che il governo Draghi non potesse operare una discontinuità netta e drastica, rispetto alla pesantissima eredità dell’esecutivo “cinese” di Conte. Era però lecito aspettarsi un allentamento ben più serio delle restrizioni, una tragica pagliacciata finora sorretta dal circo mediatico, che appare evidentemente a libro paga dei governi, oltre che dei potentissimi inserzionisti pubblicitari di Big Pharma.Se si propende per la buona fede di Mario Draghi, considerandolo in campo per rimediare ai disastri di Conte, ovvero dell’oligarchia mondialista neoliberale in salsa cinese, la sua imbarazzante timidezza rispetto alle riaperture non può che suonare inquietante: significa che persino Draghi, pur volendo riaprire l’Italia, in realtà non può ancora farlo. Il potere che ha imposto la logica suicida dei lockdown è ancora così schiacciante, a quanto pare, da pretendere che si mantenga in vita la grande farsa della narrazione Covid, inclusa la barzelletta dei “vaccini” come unica possibile via d’uscita. In realtà, prende forma quella che sembra essere una trappola, a carattere permanente, se è vero che gli inoculi “genici” dovranno essere ripetuti all’infinito, somministrati ogni anno o addirittura ogni sei mesi, rendendo eterno il business dei signori del coronavirus. Se poi addirittura questi Tso (illegittimi, come lo stesso coprifuoco) venissero davvero imposti come precondizione per poter tornare a circolare liberamente, saremmo di fronte alla morte clinica e definitiva della democrazia, per come l’abbiamo conosciuta.Siamo seri: per quale motivo sarebbe pericoloso circolare, la sera, dopo il tramonto? E per quale ragione vincolare i movimenti delle persone al possesso di un pass sanitario che attesti l’esito di un tampone rinofaringeo (strumento ritenuto fallace anche al 90%) o l’avvenuta somministrazione di uno pseudo-vaccino Covid, che come sappiamo mantiene inalterata la contagiosità del soggetto, oltre a garantirgli una protezione immunologica solo teorica e probabilmente non superiore al 30% dei vaccinati? In che razza di follia collettiva siamo finiti, tutti quanti, se anche il governo Draghi (con incorporata Marta Cartabia, già presidente della Corte Costituzionale) prospetta l’introduzione di misure che calpestano il dettato costituzionale, cancellando le libertà fondamentali e gli stessi diritti umani? E come non condividere lo sgomento di Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d’Italia, di fronte all’inaudita remissività degli italiani, pronti a subire senza fiatare, in tempo di pace, persino una misura di guerra come il coprifuoco?
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Abusi e bugie: così stanno “riscrivendo” la Costituzione
Il giurista tedesco Otto Lenel diceva: il diritto comincia con il rispetto del fatto. Quando una prassi si sedimenta e la gente la accetta, si crea una “opinio legitimitatis”, che diventa la fonte del diritto, delle norme. Cosa stanno facendo i nostri governanti, da Conte a Draghi? Stanno abituando la popolazione, ma anche i giudici, ad accettare una riforma delle fonti del diritto: con provvedimenti amministrativi come i Dpcm (quindi non normativi, non legislativi), il governo sospende e modifica la Costituzione. Cioè: la fonte primaria del diritto diventano i decreti unilaterali del governo, semplici atti amministrativi, provvedimenti che invece – secondo i principi generali – dovrebbero essere sottoposti alla legge. Ora vedremo se, da parte della magistratura, ci sarà la volontà di far valere la legge (l’ordine, la gerarchia delle fonti), e quindi di sottoporre l’operato del governo alla conformità della legge e alla Costituzione: nel qual caso, tutto salterà. Se invece la magistratura verrà convinta ad essecondare questa grande riforma costituzionale in senso autocratico e tecnocratico, allora questa riforma probabilmente riuscirà.Ma noi abbiamo già un’Unione Europea strutturata in modo tale da dare potere a organismi esecutivi non democratici, come la Bce, la Commissione Europea e l’Ecofin, che rispondono alla comunità dei grandi banchieri internazionali. Siamo in un ambiente che è totalmente estraneo alla democrazia, e questa operazione di sovversione delle fonti del diritto, che il governo Draghi sta conducendo in continuità con il governo Conte, è semplicemente una uniformazione dell’ordinamento costituzionale italiano a quello che è già l’ordinamento del potere reale in Europa. Quando si vogliono fare grandi riforme, bisogna ottenere la collaborazione di molti soggetti. E il modo migliore per ottenerla è quello di offrire profitti. In questo caso ne sono stati offerti in termini di carriera a ministri, a sedicenti esperti televisivi, a giornalisti, ma anche e soprattutto a quell’apparato burocratico che ha gestito business come quello delle mascherine importate dalla Cina, dei banchi a rotelle, delle siringhe, dei vaccini.Poi questi vaccini hanno una proprietà fondamentale: essendo somministrati in tempo di pandemia, inducono l’insorgere di varianti (più correttamente, mutazioni). Albert Sabin, l’inventore del vaccino contro la poliomielite, diceva: non ha senso vaccinare contro i virus mutanti, perché – vaccinando – si stimola la mutazione. Queste vaccinazioni, quindi, probabilmente produrranno un effetto a catena: faranno nascere sempre nuove mutazioni, che richiederanno sempre nuovi vaccini, e il business crescerà all’infinito. Un business perpetuo, destinato a non raggiungere mai la saturazione del mercato. Più soddisfi la domanda, più la domanda cresce: è come cercare di dissetarsi con l’acqua di mare. I passaporti vaccinali? E’ chiaramente tutto illegale. Vincolare a pass sanitari la circolazione fra territori è contrario alle carte dei diritti dell’uomo e alla Costituzione. Ma se riescono a farli, se la popolazione li accetta, se li riesce a imporre magari con la violenza, allora questo verrà gradualmente accettato, e si formerà una “opinio legitimitatis”.La “green card” per condizionare la libera circolazione introduce un vulnus che non si vedeva da più di un secolo, e sarà sempre più così. Ed è solo l’inizio: cercheranno di introdurre progressivi strumenti di controllo degli spostamenti delle persone, del denaro e delle merci, con monitoraggio capillare e in tempo reale dei comportamenti. Andiamo verso una società controllata, gestita come la zootecnia. La società del futuro sarà come l’allevamento del bestiame, in cui l’allevatore esercita un potere assoluto sugli occupanti della stalla. “La fattoria degli animali”, di Orwell, ne è una perfetta anticipazione. Ribadisco il concetto espresso da Otto Lenel: il diritto nasce dal rispetto del fatto. Quando si stabilisce una prassi “contra legem” come i Dpcm, provvedimenti amministrativi usati per sospendere la Costituzione, e la società lo accetta, allora quello che era “contra legem” diventa “lex”: diventa la nuova Costituzione.Resta centrale il tema dell’onestà intellettuale nella comunicazione col popolo, con l’opinione pubblica: e il risultato inequivoco è che l’onestà intellettuale è sempre perdente. Non è mai esistita, una società realmente democratica. Tutte le società sono sempre state gestite da una élite che ha il controllo del grosso della ricchezza, del potere e della conoscenza politica. Ha il controllo della giustizia, dell’industria culturale, e oggi anche della ricerca tecnologica e scientifica, nonché delle comunicazioni di massa. La democrazia non esiste: al massimo abbiamo una rotazione delle élite. Lo sforzo del governo italiano, poi, è molto forte anche nella falsificazione dei dati: sia in sede di rilevazione, sia in sede di rielaborazione e presentazione statistica. Il Giappone, la Corea del Nord e Taiwan, molto esposti per la loro ubicazione geografica rispetto a Wuhan, pur non avendo quasi introdotto il lockdown (e non avendo quasi vaccinato), hanno avuto un tasso dichiarato di mortalità per il Covid insignificante, rispetto al nostro.L’Italia avrebbe un tasso di morti per Covid mi pare decuplo, rispetto alla media dei paesi simili. Questo perché l’Italia fa il suo dovere, in base agli accordi presi da Renzi con Obama, per fare del nostro paese il capofila della vaccinazione universale coatta. L’Italia purtroppo è sottoposta a un carico di menzogna (organizzata dalle istituzioni) che non ha pari, negli altri paesi. L’Italia inoltre falsifica i dati dei morti di Covid: lo so direttamente dalle agenzie di onoranze funebri. L’Italia falsifica con direttive anche scritte, che registrano come morto di Covid anche chi muore di altro. Nel presentare questi dati, poi, si omette di dire che i tamponi Pcr vengono usati contrariamente alle istruzioni del loro inventore, che raccomandava al massimo 24 “moltiplicazioni”; vengono fatti 35-45 cicli di “amplificazione”, privando così il tampone di qualsiasi valore veritativo.Così, secondo le stime, si costruisce un’apparenza di contagio pari a dieci volte la realtà. Per questa via, i “positivi” (veri o presunti, anche asintomatici) finiscono nel novero dei cosiddetti “casi”, insieme ai malati veri e propri, che possono avere sintomi più o meno rilevanti. Serve a spaventare la gente, che quando ha paura di morire accetta qualsiasi prevaricazione e qualsiasi illegalità: persino il nazismo, il fascismo sanitario. La gente ragiona poco anche quando non è spaventata, ma se è terrorizzata non ragiona proprio più. Molti però stanno aprendo gli occhi, oggi, di fronte al disastro economico, da cui dipende anche l’equilibrio psichico. E questo sta avvenendo grazie al coraggio di chi non ha mai smesso di informare i cittadini, contrastando la disinformazione.(Marco Della Luna, dichiarazioni rilasciate nella diretta su YouTube “Una dittatura è per sempre“, su “Visione Tv” il 20 aprile 2021. Avvocato cassazionista, Della Luna si è distinto per saggi come “Euroschiavi” e “Oligarchia per popoli superflui”. Nel 2020 è stato tra i co-autori del libro-denuncia “Operazione Corona, colpo di Stato globale”, edito da Aurola Boreale. «Di recente – racconta l’editore, Nicola Bizzi – abbiamo ripubblicato anche “Le chiavi del potere”, illuminante saggio di Della Luna che, a suo tempo, fu fatto ritirare dalle librerie su pressione di Romano Prodi, a cui quel libro dava fastidio»).Il giurista tedesco Otto Lenel diceva: il diritto comincia con il rispetto del fatto. Quando una prassi si sedimenta e la gente la accetta, si crea una “opinio legitimitatis”, che diventa la fonte del diritto, delle norme. Cosa stanno facendo i nostri governanti, da Conte a Draghi? Stanno abituando la popolazione, ma anche i giudici, ad accettare una riforma delle fonti del diritto: con provvedimenti amministrativi come i Dpcm (quindi non normativi, non legislativi), il governo sospende e modifica la Costituzione. Cioè: la fonte primaria del diritto diventano i decreti unilaterali del governo, semplici atti amministrativi, provvedimenti che invece – secondo i principi generali – dovrebbero essere sottoposti alla legge. Ora vedremo se, da parte della magistratura, ci sarà la volontà di far valere la legge (l’ordine, la gerarchia delle fonti), e quindi di sottoporre l’operato del governo alla conformità della legge e alla Costituzione: nel qual caso, tutto salterà. Se invece la magistratura verrà convinta ad assecondare questa grande riforma costituzionale in senso autocratico e tecnocratico, allora questa riforma probabilmente riuscirà.
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Una dittatura è per sempre: nel baratro, grazie al Covid
Ogni giorno ci dicono che l’emergenza finirà domani, e invece questa emergenza non passa mai. Trascorso un anno, l’eccezione è diventata la nuova normalità, costringendo di fatto i cittadini a vivere dentro una dittatura sostanziale, mascherata da emergenza sanitaria. Il passaggio da Conte a Draghi, con l’ingresso nel governo della Lega, non ha cambiato di una virgola la situazione, aumentando soltanto il tasso di ipocrisia (già elevatissimo) che contraddistingue la nostra classe dirigente. L’ultimo decreto di Draghi, quello che dovrebbe consentire alla gente di tornare a respirare a partire dal 26 aprile, si muove in teoria nel solco di una continuità che mina la serenità mentale dei cittadini, quotidianamente ossessionati dal variare del colore delle Regioni e da una tambureggiante campagna mediatica di stampo terroristico, che va avanti senza soluzione di continuità.Misure come il coprifuoco (confermate, sembra, anche per il futuro), denotano – al di là di ogni ragionevole dubbio – il desiderio del governo Draghi, diretta emanazione di quei poteri che cavalcano il Covid per realizzare un nuovo ordine globale, di imporre un regime che utilizza le paure per comprimere le libertà, grazie soprattutto al sostegno complice di presunti esperti da salotto, che ipnotizzano masse rese opportunamente isteriche e insicure. Come in ogni dittatura che si rispetti, i pochi che ancora resistono vengono diffamati con regolarità e bollati quali inguaribili complottisti, dai soliti menestrelli al servizio dei padroni. Chi è le del mestiere le riconosce, queste tecniche: imprimere nella mente del cittadino la convinzione che la nuova normalità è questa. Si vede, la mano di uno stregone malvagio: non credo sia più peregrina, l’idea che si sia sedimentato un nuovo regime.Tra le misure più indegne, tra quelle immaginate dal governo per consentire aperture parziali, spicca quella che prevede l’utilizzo di un pass sanitario indispensabile, per spostarsi da una regione all’altra a seconda dei “colori”, necessario cioè per quelle “rosse” o “arancioni”. Questo pass dovrebbe essere rilasciato ai fortunati in grado di essere guariti dal Covid da almemo sei mesi, ai vaccinati e a quelli in possesso di tampone effettuato nelle 48 ore precedenti. A breve, questo sistema potrebbe essere adottato da tutti i paesi dell’Unione Europea. Il livello di discriminazione raggiunto in danno di chi non intende vaccinarsi ha superato la soglia di guardia, nel silenzio incredibile di tutte le istituzioni di controllo, che dovrebbero in teoria vigilare sul rispetto di una Costituzione quotidianamente vilipesa e umiliata da un governo che ha accentrato tutti i poteri. Immaginare di riconoscere il diritto di muoversi liberamente solo a una ristretta élite di selezionati è qualcosa di così grave da non sembrare neppure vera.(Francesco Toscano, dichiarazioni rilasciate nella diretta “Una dittatura è per sempre”, su “Visione Tv” il 20 aprile 2021).Ogni giorno ci dicono che l’emergenza finirà domani, e invece questa emergenza non passa mai. Trascorso un anno, l’eccezione è diventata la nuova normalità, costringendo di fatto i cittadini a vivere dentro una dittatura sostanziale, mascherata da emergenza sanitaria. Il passaggio da Conte a Draghi, con l’ingresso nel governo della Lega, non ha cambiato di una virgola la situazione, aumentando soltanto il tasso di ipocrisia (già elevatissimo) che contraddistingue la nostra classe dirigente. L’ultimo decreto di Draghi, quello che dovrebbe consentire alla gente di tornare a respirare a partire dal 26 aprile, si muove in teoria nel solco di una continuità che mina la serenità mentale dei cittadini, quotidianamente ossessionati dal variare del colore delle Regioni e da una tambureggiante campagna mediatica di stampo terroristico, che va avanti senza soluzione di continuità.
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Pass vaccinale: in arrivo la trappola per i non vaccinati
Sta per scattare la temuta, possibile trappola per i cittadini contrari ad affrontare il rischio di subire il “vaccino genico”, ancora sperimentale, approntato in pochi mesi per tentare di immunizzare il corpo da una patologia curabilissima da casa come la sindrome Covid. In attesa che a metà giugno arrivi il certificato vaccinale dell’Unione Europea, scrive il “Messaggero”, alcune Regioni italiane cercano di anticipare Bruxelles: è il caso della Campania, che ha iniziato la distribuzione di una tesserina plastificata dotata di un chip che certifica l’avvenuta vaccinazione del suo possessore. Da Napoli ne saranno distribuite circa 250.000 ad altrettanti cittadini campani che hanno ricevuto le due somministrazioni. «Ma presto le tesserine saranno milioni, e consentiranno ai loro titolari di entrare in un cinema o in metropolitana o in un ristorante con la prova facilmente dimostrabile di essere immuni dal Covid», scrive il quotidiano romano, dando per scontato – erroneamente – che i “vaccini genici” attualmente in distribuzione siano realmente efficaci, contro il Covid.Il telefonino (o la carta) – e non la tesserina – è invece la strada scelta dal Lazio per il suo pass. Nell’anagrafe laziale sono già registrati circa 500.000 cittadini vaccinati. «Oltre 75.000 hanno già scaricato sul loro telefonino o stampato su un foglio di carta la certificazione vaccinale con la quale possono dimostrare, tutte le volte che ne hanno bisogno, di aver ricevuto le due dosi». Sempre secondo il “Messaggero”, i due certificati vaccinali regionali (e gli altri allo studio in Veneto, Lombardia o, sia pure solo parzialmente paragonabili, in Sicilia e Sardegna) si materializzano «al momento giusto», visto che «potrebbero coadiuvare la graduale riapertura delle attività di ristorazione e sportive in Italia». Si profila dunque una grande discriminazione, tra vaccinati e non vaccinati, visto che i pass regionali «fanno un po’ da prova generale per quella che – da giugno – sarà l’operazione “Covid free certificate” su scala continentale, ovvero la nascita del certificato vaccinale che sarà distribuito a tutti i vaccinati europei sulla base delle medesime regole stabilite dall’Unione Europea».A giugno – ha spiegato il commissario europeo alle vaccinazioni, Thierry Breton – i vaccinati saranno moltissimi, e dunque (secondo lui) il pass «non sarà in alcun modo discriminatorio verso chi, non per sua scelta, non avrà ancora potuto avere il vaccino». Curioso, vero? La card europea (che sarà distribuita dalle singole amministrazioni nazionali in due lingue, quella nazionale e l’inglese) sarà «semplicissima da usare, perché scaricabile sul telefonino». In pratica, dimostrerà l’immunizzazione di una persona con tre percorsi possibili: il vaccino; l’aver avuto il Covid almeno due mesi prima dell’emissione del certificato (e dunque l’avere anticorpi naturali) oppure l’aver fatto un tampone molecolare 48 ore prima. Di nuovo: il “vaccino genico” non esclude affatto che il soggetto non sia più contagioso, come affermano gli stessi specialisti. Quanto al tampone molecolare, viene persino da ridere: centinaia di sanitari hanno spiegato che non si tratta certo di uno strumento affidabile, visto che sconta un margine di errore letteralmente enorme.Aspetti determinanti, che però vengono completamente ignorati. «Entrare in possesso del pass sarà facilissimo – si rallegra il “Messaggero” – perché già oggi tutti i vaccinati vengono registrati presso anagrafi regionali e nazionali con estrema cura». Oltre al codice fiscale, infatti, l’anagrafe registra il vaccino somministrato, le date delle iniezioni, il braccio che ha ricevuto l’inoculazione e anche il lotto produttivo cui apparteneva il farmaco utilizzato. «Dopo la seconda iniezione basterà scaricare i dati su una apposita App, oppure stamparli su carta». Dettaglio comico: «Forse per l’Italia potrebbe essere utilizzata “Immuni”». Nel suo trionfalismo, il “Messaggero” parla di «evidenti vantaggi su tutti i fronti, a partire dai viaggi di lavoro e per turismo». Trenitalia, ad esempio, ha appena lanciato due convogli giornalieri Milano-Roma liberi da Covid, cioè riservati a vaccinati (che si suppone avventurosamente che non siano più contagiosi) o a viaggiatori che siano sottoposti al tampone (che si presume miracolosamente attendibile: questione di fede, anche qui).«Alberghi o centri turistici potrebbero iniziare a lavorare solo con persone sicuramente vaccinate», scrive il “Messaggero”, aprendo le porte alla discirminazione finale tra vaccinati (scambiati per immunizzati) e non vaccinati, degradati al rango di cittadini di seconda classe. «Anche la frequentazione di palestre e piscine o di parti di strutture sportive potrebbe trarne enorme agevolazione», aggiunge il quotidiano, che ormai tifa apertamente per il ricatto: o ti vaccini, o resti escluso dalla vita sociale. Sembra che ormai la strada sia tracciata: «Tutti i dati delle anagrafi regionali confluiscono in una anagrafe nazionale delle vaccinazioni: un gigantesco contenitore informatico, che contabilizza tutti i vaccinati». Una schedatura meticolosa, realizzata con la fiducia “religiosa” nelle proprietà immunologiche di un vaccino che ai sanitari viene imposto già oggi, violando il Codice di Norimberga (e la Costituzione) che vieta di imporre Tso con farmaci ancora solo sperimentali. «Sarà l’anagrafe nazionale – chiosa il “Messaggero” – a garantire il pass europeo a tutti gli italiani che lo chiederanno». E buona salute a tutti.Sta per scattare la temuta, possibile trappola per i cittadini contrari ad affrontare il rischio di subire il “vaccino genico”, ancora sperimentale, approntato in pochi mesi per tentare di immunizzare il corpo da una patologia curabilissima da casa come la sindrome Covid. In attesa che a metà giugno arrivi il certificato vaccinale dell’Unione Europea, scrive il “Messaggero“, alcune Regioni italiane cercano di anticipare Bruxelles: è il caso della Campania, che ha iniziato la distribuzione di una tesserina plastificata dotata di un chip che certifica l’avvenuta vaccinazione del suo possessore. Da Napoli ne saranno distribuite circa 250.000 ad altrettanti cittadini campani che hanno ricevuto le due somministrazioni. «Ma presto le tesserine saranno milioni, e consentiranno ai loro titolari di entrare in un cinema o in metropolitana o in un ristorante con la prova facilmente dimostrabile di essere immuni dal Covid», scrive il quotidiano romano, dando per scontato – erroneamente – che i “vaccini genici” attualmente in distribuzione siano realmente efficaci, contro il Covid.
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Alto profilo incostituzionale: vaccini, addio diritti umani
Governo di alto profilo? Sì: ma di incostituzionalità. Lo afferma Alberto Conti su “Come Don Chisciotte”, scandalizzato dalla coercizione esercitata sui sanitari, costretti ad assumere – per continuare a lavorare – un preparato genico di dubbia efficacia e di ancor più incerta innocuità, visto che si tratta di farmaci (non propriamente vaccini) ancora in fase sperimentale. Tutti cavie, per decreto? L’ultima disposizione del governo Draghi sul Covid parla di obbligo vaccinale per «gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali». Attenti: «La vaccinazione costituisce requisito essenziale per l’esercizio della professione». Sul “Tempo”, Franco Bechis osserva: è lo stesso Franco Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, a chiarire che i soggetti vaccinati non potranno comunque tornare a una vita normale: «Una persona vaccinata con una o due dosi deve continuare a osservare tutte le misure di prevenzione quali il distanziamento fisico, l’uso delle mascherine e l’igiene delle mani».Imbarazzante la spiegazione: «Non è ancora noto – ammette il presidente dell’Iss – se la vaccinazione sia efficace anche nella prevenzione dell’acquisizione dell’infezione e/o della sua trasmissione ad altre persone». E’ quindi evidente, scrive Conti, che la “prevenzione del contagio da Sars-CoV-2 mediante previsione di obblighi vaccinali” è un falso ideologico. «Non può il governo ignorare il fatto che i vaccinati possono contagiare anch’essi, e tantomeno lo può ignorare il presidente della Repubblica che firma questo decreto legge gravissimo sotto il profilo di incostituzionalità, emanato comunque in “virtù” dell’urgenza e di una efficacia data per scontata, quando scontata non lo è affatto». Come se non bastasse, aggiunge Conti, «oltre alla gravità dell’abuso commesso dalle massime autorità dello Stato, vi è poi l’ulteriore fatto incontestabile che tali vaccini resi obbligatori, pena la sospensione dal lavoro e dallo stipendio, sono del tutto innovativi e sperimentali, con gravi effetti collaterali a breve già verificatisi ripetutamente, morte del vaccinato compresa».Gli stessi scienziati parlano di possibili effetti collaterali ancor più gravi, a medio e lungo termine, che potrebbero colpire in modo imprevedibile e anche irreversibile percentuali ben maggiori della popolazione dei vaccinati. «Al momento si obbligano intere categorie professionali a giocare alla roulette russa del vaccino “genico”, violando il diritto fondamentale alla libera scelta terapeutica per tutelare la propria personale salute e l’inviolabilità del proprio stesso corpo». Una specie di crimine contro l’umanità, non giustificabile dalla presunzione d’ignoranza? «E non è un episodio isolato, è la ciliegina sulla torta della nostra politica estrema, sia sotto il profilo sanitario che sociale ed economico: non c’è che dire, un “alto profilo” sì, ma di matrice criminale, foriero di danni incommensurabili a tutto il paese». Aggiunge Conti: «Sappiamo tutti degli innumerevoli e scandalosi errori commessi e talvolta reiterati in questo primo anno di “emergenza pandemica”, che errori non sarebbero più se dietro l’apparenza delle buone intenzioni si celasse il dolo di un disegno criminoso calato dall’alto, e fatto proprio dalla intera classe dirigente politica e sanitaria di questo corrotto paese, con rare eccezioni, prontamente tacitate e represse».L’analista di “Come Don Chisciotte” ricorda quello che è forse è il più grande scandalo, ovvero «le più evidenti ipocrisie terapeutiche, il tardivo e controproducente protocollo di cura imposto ai medici di base, facilmente riassumibile in “Tachipirina e vigile attesa”, ovvero “impedisci le cure più efficaci, semplici e tempestive, nell’irripetibile e breve finestra temporale utile a risolvere facilmente la malattia”, con in più un “rimedio” apparentemente innocuo, ma che invece aiuta il virus a infestare l’organismo deprimendo le difese immunitarie naturali, così da moltiplicare i casi gravi e intasare gli ospedali già depotenziati dai tagli lineari alla spesa pubblica». Il tutto a favore di una “soluzione vaccinale” imposta come il famigerato “Tina” di Margaret Thatcher: non c’è alternativa (al vaccino, in questo caso). Una menzogna pubblica, corroborata dalla «delirante e martellante propaganda terroristica e disinformativa mediatica», la quale «nega, ridicolizza, ostracizza tutte le esperienze cliniche di cura che non siano il vaccino, nonostante i clamorosi successi terapeutici dei pochi medici coscienziosi che curano a domicilio con farmaci classici, economici, efficaci e stra-collaudati, a differenza dei vaccini “genici” di nuova generazione».Quanto alle imposizioni restrittive – lockdown e coprifuoco, mascherine e didattica a distanza – si è ampiamente osservato che gli Stati più feroci e sadici nell’imporre tali misure preventive, ignorando al contempo semplici ed efficaci misure profilattiche atte a potenziare le naturali difese immunitarie, «hanno ottenuto i risultati statisticamente peggiori nel contrastare il virus e le sue conseguenze più gravi, compresa la mortalità». Un virus che, per quanto anomalo – ricorda Conti – evolve come sempre in direzione di una tendenziale attenuazione verso lo stato finale endemico, «a meno che non sia artificialmente stimolato ad una fuga immunitaria, tramite produzione di varianti più aggressive e contagiose, da campagne vaccinali di massa con farmaci inadeguati e somministrati nel momento sbagliato, quello della maggior diffusione del contagio (ondata epidemica)». Conti definisce «ultimo esempio da manuale del crimine», questa «particolare e azzardata sperimentazione vaccinale anche su bambini sani, che non correrebbero nessun rischio in caso di contagio naturale».A questo si aggiunge l’abuso dei tamponi quali strumenti diagnostici, i dati statistici «dolosamente manipolati in qualità e quantità per fini “politici”», nonché «le deviazioni criminali degli ordini professionali che radiano i liberi pensatori fedeli al giuramento di Ippocrate». Conti descrive le massime istituzioni sanitarie, nazionali e sovranazionali, come «infiltrate dagli interessi privati di Big Pharma, e più in generale di tutte le strutture di potere che dovrebbero garantire la democrazia e la salute pubblica, non solo fisica». Conclude: «Siamo sì in un’emergenza epocale, una vera emergenza di giustizia e libertà, ovvero di civiltà democratica. E per non farci mancare niente, assistiamo passivamente al rapido levarsi di venti di guerra che ci coinvolgeranno inesorabilmente, dopo che i clamorosi brogli elettorali americani hanno scoperchiato il vaso di Pandora degli irresponsabili guerrafondai “dem”». Chiosa Alberto Conti: «Quando la casa sta per crollarci addosso è il momento di alzarsi, di svegliare i troppi dormienti, di scrollare i troppi terrorizzati, e di dire “basta, tutto questo non lo sopporto più!”».Governo di alto profilo? Sì: ma di incostituzionalità. Lo afferma Alberto Conti su “Come Don Chisciotte“, scandalizzato dalla coercizione esercitata sui sanitari, costretti ad assumere – per continuare a lavorare – un preparato genico di dubbia efficacia e di ancor più incerta innocuità, visto che si tratta di farmaci (non propriamente vaccini) ancora in fase sperimentale. Tutti cavie, per decreto? L’ultima disposizione del governo Draghi sul Covid parla di obbligo vaccinale per «gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali». Attenti: «La vaccinazione costituisce requisito essenziale per l’esercizio della professione». Sul “Tempo”, Franco Bechis osserva: è lo stesso Franco Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, a chiarire che i soggetti vaccinati non potranno comunque tornare a una vita normale: «Una persona vaccinata con una o due dosi deve continuare a osservare tutte le misure di prevenzione quali il distanziamento fisico, l’uso delle mascherine e l’igiene delle mani».
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Bolgan: varianti, così il vaccino allunga la vita al Covid
Questi vaccini potrebbero fungere da catalizzatore nella formazione di varianti, sulle quali non solo sono inefficaci, ma possono anche avere un profilo di patogenicità diverso. Quindi, potremmo anche avere dei virus più pericolosi dal punto di vista della neurotossicità o dell’immunotossicità. Questi vaccini, quindi, creano nuovi virus. Il rischio teorico che questi vaccini vadano a modificare la nostra genetica c’è, sotto forma di reazione avversa, anche se è molto basso. L’Ema ha fatto questa valutazione: ci prendiamo il rischio di avere qualcosa che non sia proprio ottimale perché c’è un’emergenza: bisogna assolutamente cercare di fermare il Covid. Quindi, si è assunta dei rischi. Se la persona è vaccinata, ha degli anticorpi che sono selettivi per quei virus che hanno la stessa sequenza della proteina del vaccino. Quindi, i virus che non vengono colpiti dagli anticorpi vaccinali, avranno modo di essere favoriti nella loro replicazione.Più sono diversi dalla sequenza del vaccino, più avranno possibilità di replicarsi in modo favorevole e quindi di resistere al vaccino. Da qui la vaccino-resistenza, che non è altro che la formazione di una variante. Quindi, in questo momento, le varianti sono necessariamente selezionate dal vaccino. Il fatto che nei paesi dove stanno vaccinando sia caduto bruscamente il numero dei casi, potrebbe essere dovuto al fatto, semplicemente, che hanno abbassato il numero di cicli dei test Pcr (tamponi). La Pcr, per come è fatta adesso, è facilmente manipolabile. Per il Sars-Cov-2, che è un virus a Rna che muta continuamente, non è sicuramente il test corretto. Il modo in cui il test Pcr è stato condotto non ci permette di capire quanti casi Covid abbiamo realmente, perché dentro la grande massa dei contagiati abbiamo falsi positivi, ovvero persone positive al test che non sono morte di Covid, ma come conseguenza di altre patologie (il Covid ha una serie di sintomi specifici).Inizialmente c’è stata una narrativa molto drammatica. Ci hanno detto che questo virus era nuovo e che quindi non si sapeva niente, che non c’erano cure, che la gente moriva e che non si sapeva cosa fare. Primo errore: si sapeva già molto, se non tutto, perché avevamo già avuto la Sars. Quindi, si conosceva esattamente la dinamica della malattia, con piccole differenze dovute alla caratteristica del Sars-Cov-2 (che è molto più contagioso, ma meno mortale, rispetto alla Sars). C’erano delle differenze cliniche, però si poteva tranquillamente partire dalle conoscenze della Sars per poter fare terapia e anche altro, che poi è quello che hanno fatto in Cina. Noi, invece, siamo partiti da zero. E abbiamo continuato ad affermare che di farmaci non ce n’erano, che solo i vaccini sarebbero stati la grande salvezza per uscire dal Covid. Ancora adesso sentiamo dire che, se non facciamo il vaccino, non ne usciremo mai.Sappiamo bene che i trattamenti studiati per la Sars funzionano anche per il Covid. L’idrossiclorochina, l’azitromicina, il cortisone: terapie che sono diventate di prima scelta, per i medici che facevano terapia domiciliare. E sono quelle che sono state riproposte anche quest’anno, con le stesse modalità e con delle integrazioni migliorative che le hanno rese ancora più efficaci. Non si era mai visto prima, per una malattia infettiva unica, ben 260 vaccini. Inoltre, abbiamo centinaia di ditte in corsa tra di loro per mettere in commercio il vaccino. Ci vuole una presa di coscienza dei singoli: devono capire da soli che, purtroppo, i vaccini non proteggono dall’infezione, e nemmeno dalle complicazioni della malattia.Il fatto che un vaccinato prenda comunque l’infezione, già da solo dovrebbe farci capire che i vaccini non risolveranno il problema. Al contrario, lo peggiorano: perché portano allo sviluppo di varianti sempre nuove. Avremo sempre nuove epidemie, che partiranno da ognuna delle varianti che andranno a formarsi. Le persone devono rendersi conto che le varianti sono dovute alla vaccinazione stessa e che, a differenza di quelle naturali (che tendono progressivamente a far finire l’epidemia), le varianti da vaccino prolungano l’epidemia all’infinito. I danni da vaccino esistono, anche se c’è una struttura che li nega. A luglio-agosto sapremo quante persone vaccinate si sono re-infettate.(Loretta Bolgan, dichiarazioni rilasciate al sito “Mitt Dolcino” il 3 aprile 2021. La dottoressa Bolgan, laureata in chimica e tecnologia farmaceutica, con un dottorato di ricerca in scienze farmaceutiche, collabora come consulente scientifico con Rinascimento Italia sulle problematiche del Covid-19).Questi vaccini potrebbero fungere da catalizzatore nella formazione di varianti, sulle quali non solo sono inefficaci, ma possono anche avere un profilo di patogenicità diverso. Quindi, potremmo anche avere dei virus più pericolosi dal punto di vista della neurotossicità o dell’immunotossicità. Questi vaccini, quindi, creano nuovi virus. Il rischio teorico che questi vaccini vadano a modificare la nostra genetica c’è, sotto forma di reazione avversa, anche se è molto basso. L’Ema ha fatto questa valutazione: ci prendiamo il rischio di avere qualcosa che non sia proprio ottimale perché c’è un’emergenza: bisogna assolutamente cercare di fermare il Covid. Quindi, si è assunta dei rischi. Se la persona è vaccinata, ha degli anticorpi che sono selettivi per quei virus che hanno la stessa sequenza della proteina del vaccino. Quindi, i virus che non vengono colpiti dagli anticorpi vaccinali, avranno modo di essere favoriti nella loro replicazione.