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Salviamo l’Italia dai partiti che firmeranno la strage sociale
Siamo nel mezzo di un attacco gravissimo al popolo di questo paese. I nostri ceti dirigenti, ormai a loro volta diretti dalle oligarchie internazionali, hanno deciso l’attacco finale a quel poco che resta in Italia di civiltà sociale. Vogliono toglierci tutto. Vogliono riportare l’Italia e il mondo a un crudele capitalismo disegualitario di stile ottocentesco, cancellando tutte le conquiste che le lotte e i sacrifici dei lavoratori avevano conquistato nel Novecento. “Alternativa” aveva previsto tutto questo. Da tempo diciamo che la crisi dei debiti sovrani sta portando l’Italia ad una situazione simile a quella greca, e che i ceti dirigenti ne stanno approfittando per tentare il massacro sociale.
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Addio testimoni: morti i Navy Seals che “uccisero” Bin Laden
Attenti: i mitici Navy Seals, gli incursioni della marina americana protagonisti della spettacolare “uccisione” di Osama Bin Laden saranno eliminati nel corso di un tragico ma «provvidenziale incidente militare». La “profezia” era stata annunciata dal sito “Infowars” subito dopo la clamorosa operazione che le forze Usa avrebbero condotto ad Abbottabad, in Pakistan, dove il 2 maggio 2011 avrebbero localizzato, catturato e ucciso Bin Laden, facendone poi sparire il corpo senza neppure diffonderne una fotografia. Per arrivare all’incidente, “provvidenziale” o meno, sono bastati tre mesi: il 7 agosto è caduto in Afghanistan un elicottero “Chinook” con a bordo una trentina di uomini, 17 dei quali appartenenti all’unità speciale reduce dal “blitz” di Abbottabad. Una “vendetta dei talebani” o il seppellimento definitivo di una colossale menzogna?
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Comunità Montana nella zona rossa, sfida alla Torino-Lione
Una riunione speciale della giunta della Comunità Montana, nel cuore della “zona rossa” protetta dalla polizia schierata per sigillare l’area di Chiomonte destinata all’avvio della Torino-Lione. «Non ci sembra molto regolare la procedura con cui l’area è stata occupata, e inoltre chiederemo il risarcimento per i danni subiti dai viticoltori dei vini Valsusa Doc, che non possono operare liberamente nei vigneti», annuncia il presidente Sandro Plano, che il 9 agosto terrà un “consiglio di guerra”, in rappresentanza dei sindaci, al di là delle recinzioni. E’ l’ennesima prova della resistenza civile della valle di Susa, dopo la clamorosa protesta solitaria di Turi Vaccaro, pacifista rimasto per tre giorni e due notti in cima a un albero e poi convinto a scendere soltanto da don Luigi Ciotti, accorso per risolvere la situazione.
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Cittadini d’Europa, uniamoci: non paghiamo il loro debito
Perché pagare noi il disastro creato da altri, a nostra insaputa? Primo obiettivo: fare chiarezza sul passato. E scoprire cosa ne è stato del denaro di un dato prestito, a quali condizioni è stato concesso, quanti interessi sono stati pagati, a che tasso, e in che proporzione sono stati già rimborsati. E poi: come è stato gonfiato il debito, senza che fosse utile alla popolazione? Quali strade hanno seguito i capitali? A chi sono serviti? Quale proporzione è stata indebitamente appropriata, da chi e come? E quindi: come ha fatto lo Stato a trovarsi in così grandi difficoltà? A causa di quali decisioni, prese a che titolo? Per esempio: com’è che sono diventati pubblici i debiti privati? Chi si è impegnato in progetti inadatti? Chi ne ha approfittato ha addirittura commesso crimini, delitti? Perché non vengono stabilite le responsabilità civili, penali e amministrative?
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Il capitalismo fallisce, soffocato dal debito? E io non pago
La decisione del governo Berlusconi di anticipare la manovra, rispondendo così ai diktat di Bce e “mercati internazionali” svela le ipocrisie e le litanie dell’ultimo mese: la crisi economica si traduce in quello che era lecito immaginarsi, l’ennesimo “massacro sociale” prodotto dalla corsa sfrenata ai profitti di un capitalismo al palo che non riesce a garantire più né benessere né un futuro degno. Si può certo puntare il dito contro il debito pubblico italiano, il terzo debito del mondo, ma senza dimenticare due dati. Quel debito c’era anche un mese fa, un anno fa, tre anni fa e non ha prodotto nessun attacco speculativo, nessuna crisi emergenziale. Secondo, quel debito è la misura non solo della dissennatezza della politica italiana degli ultimi trent’anni ma anche di una gigantesca redistribuzione del reddito
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Italia lenta? Braun: fate correre il web, non la Tav
I sostenitori della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione non hanno dubbi: se l’Italia dovesse sciaguratamente decidere di rinunciare al progetto rischierebbe di perdere il treno della modernità, condannandosi a un ruolo sempre più marginale all’interno dell’Europa. Inutile dire che i rischi di una perdita di importanza dell’Italia in Europa ci sono tutti. Ed è inutile dire che la qualità delle infrastrutture pesa sulla competitività del paese. Che dire, per esempio, di una capitale come Roma che può contare su una rete metropolitana – in questo caso la parola “rete” è un gentile eufemismo – formata da appena due linee? Che dire dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, eterno cantiere che rende ogni viaggio verso il sud un supplizio? Che dire del fatto che l’Italia è arretrata anche per quanto riguarda le connessioni veloci a internet?
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Reichlin: schiavi del denaro, nel vuoto della non-politica
L’avatar di Berlusconi che davanti al Parlamento balneare dice che va tutto bene, Bersani che replica che «le banche vanno male perché le aziende vanno male, e il mondo lo sa», e poi Casini, l’unico che propone qualcosa (a parte la sostituzione del premier): tanto vale, dice, bere subito la medicina amara dei super-tagli di Tremonti, imposti da Bruxelles ma assurdamente posticipati al 2013. Un funerale in diretta, a reti unificate: nessuna soluzione per uscire dalla crisi. Nessuna diagnosi, a parte la rituale condanna del Cavaliere ad personam. E soprattutto, nessuna alternativa: stando ai partiti che siedono in Parlamento, domani l’Italia avrà di fronte la stessa non-politica di oggi, al massimo emendata dall’ingombro dell’uomo di Arcore. Più che altrove, a Roma si riflette quello che Alfredo Reichlin chiama «il vuoto mondiale».
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Fukushima, radiazioni record: peste nucleare a orologeria
Come volevasi dimostrare: i reattori “impazziti” della centrale nucleare di Fukushima stanno dando il peggio di sé a quasi cinque mesi di distanza dalla doppia tragedia dell’11 marzo, terremoto e tsunami, che ha messo in ginocchio il Giappone costringendo il mondo a interrogarsi ancora una volta sul problema della “impossibile” sicurezza atomica. A smentire i minimizzatori, che negavano l’evidente incapacità di Tokyo di fronte all’emergenza e la pericolosità a lungo termine dell’impianto, capace di contaminare il resto del mondo attraverso l’atmosfera, è ora la cronaca: radiazioni-record, superiori ai 10.000 millisievert l’ora, sono state riscontrate nell’area fra i reattori 1 e 2. Il mostro è tutt’altro che domato e, da allora, probabilmente, non ha mai cessato di minacciare il pianeta.
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Vigne off limits, rischio-Tav per i vini Valsusa Doc
Giù le mani dalla val Susa, o meglio: dai suoi vigneti. L’appello di Gérard Depardieu, lanciato in tempi non sospetti, molto prima della militarizzazione dell’area di Chiomonte («No alla Torino-Lione se distrugge i filari alpini») sembra tornato più che mai attuale. Le 11 aziende vinicole del consorzio Valsusa Doc ora protestano per la quasi-inaccessibilità dei filari chiomontini, con i viticoltori fermati ai checkpoint: vendemmia a rischio, aziende sull’orlo del fallimento, cantine off limits per i clienti. Alla faccia della Provincia di Torino e del suo “paniere” di prodotti tipici, che include i vini valsusini, sui quali pure l’ente ha investito molto: che ne dice il presidente, Antonino Saitta, Pd, in campo per la Tav e contro i valsusini?
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Israele in rivolta: vogliamo futuro, non guerra e crisi
«Siamo sempre in guerra con qualcuno, ma ora scopriamo che non arriviamo alla fine del mese, non possiamo pagarci gli studi, né comprare casa: è assurdo». Dilaga in Israele la protesta degli “indignados”, partita da Tel Aviv ed estesasi in tutte le maggiori città, compresa Gerusalemme: «Qui, alloggi e affitti hanno prezzi inavvicinabili: il nostro paese non ha più welfare». Una donna: «L’unico posto con assistenza e facilitazioni sono i nuovi insediamenti», le colonie abusive sorte nei territori palestinesi: «Non è giusto». E un ragazzo, reduce dal servizio di leva: «Ho servito nell’esercito per anni, e una volta tornato a casa ho scoperto di non avere abbastanza soldi per iscrivermi all’università».
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No-Tav, indignados anti-Casta: Torino come Madrid
Il modello è quello degli indignados spagnoli. Giovani, famiglie, pensionati che hanno occupato la Puerta del Sol di Madrid e di altre grandi città iberiche giorno e di notte per rivendicare il diritto ad un futuro certo e protestare contro i Palazzi del potere. E’ questa la forma di protesta con cui il movimento No Tav dovrebbe aprire il fronte metropolitano torinese tra la fine di agosto e i primi di settembre. La protesta si svolgerà in una pizza centrale di Torino dove per almeno un giorno e una notte i No Tav si accamperanno per richiamare l’attenzione dei torinesi sulle ragioni di una battaglia che «non è sicuramente nimby».
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Maggiani: guai se la val Susa perde il canto dell’acqua
Che cosa significa per una comunità montana perdere il canto dell’acqua? Questo tema credo che dipenda dalla dignità, dalla coscienza che ha di sé una collettività di uomini. Se una comunità montana perde il canto dell’acqua perde la sua dignità. È un po’ come dalle mie parti abbattere un noce, che è l’albero che accoglie tutte le streghe, per farci un posto auto. Ora io mi chiedo se sto davvero comprendendo cosa succede in val di Susa. Quello che c’è di indecente è che ancora una volta si sia usato un metodo fintamente democratico in alcuni casi e non democratico in altri, per paura e disprezzo della democrazia e delle comunità. La guerriglia di questi giorni mi puzza, non ho capito chi abbia mandato quella gente. Al G8 di Genova era chiaro, li ho visti, ma ora non capisco come le comunità montane avrebbero potuto usare questi manganelli umani per risolvere la questione.