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Livorno, si riapre il caso Lonzi: massacro in cella?
Un corpo nudo, riverso sulla branda, tra lenzuola imbrattate di sangue. Il volto livido e tumefatto, con il sangue che inonda la fronte e l’occhio sinistro, è quello di un giovane di 29 anni, Marcello Lonzi, arrestato per il tentato furto di un’auto e morto l’11 luglio 2003 nel carcere di Livorno. Il referto parla di morte naturale: infarto. Dopo anni, in seguito al drammatico caso di Stefano Cucchi, la madre di Marcello Lonzi si è fatta coraggio, tornando a chiedere giustizia per il figlio: la Procura di Livorno ha riaperto l’inchiesta.
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Vivere senza soldi, la grande sfida di Mark Boyle
A marzo 2008 Mark Boyle, ex-businessman di 28 anni, divenne famoso per aver tentato di raggiungere a piedi l’India senza neanche un soldo in tasca. Il viaggio avrebbe dovuto durare due anni e mezzo e nelle intenzioni di Boyle avrebbe dovuto dimostrare che l’umanità è fondamentalmente buona. L’idea era di raggiungere il luogo di nascita del Mahatma Gandhi raccontando la sua storia e il suo viaggio e ricevendo in cambio cibo e accoglienza. Il sogno durò ben poco.
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Troppi in prigione, e per pochi giorni: follia inutile
«Questo carcere è né più né meno che una follia». Lo afferma il sociologo Luigi Manconi: tra il 2002 e il 2007, la percentuale di reclusi per non più di dieci giorni rappresenta oltre la metà di tutti coloro che passano attraverso il carcere. Un dato costante negli anni, non alterato dal recente indulto: oltre la metà degli imputati lasciano il carcere dopo esservi rimasti solo 10 giorni, e circa il 35% esce dopo 48 ore. «Serve altro – si domanda Manconi – per proclamare il fallimento totale dell’istituto della pena detentiva, specie quando è anticipata, nel nostro sistema di giustizia?».
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La droga di Giovanardi e gli zombie che hanno ucciso Cucchi
Suscita rabbia e pena, una pena grande, il sottosegretario Carlo Giovanardi, cattolico imbruttito dal rancore, che ieri mattina ha pronunziato alla radio parole feroci contro Stefano Cucchi. Secondo Giovanardi, Stefano se l’è cercata quella fine perché «era uno spacciatore abituale», «un anoressico che era stato pure in una comunità», «ed era persino sieropositivo». Giovanardi dice che i tossicodipendenti sono tutti uguali: «diventano larve», «diventano zombie». E conclude: «È la droga che l’ha ridotto così».
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Ruffini, siluramento vicino malgrado i successi di RaiTre
La sua rete televisiva registra i migliori risultati, eppure rischia di venire sostituito, malgrado il suo contratto non sia neppure in scadenza. Il direttore di RaiTre, Paolo Ruffini, teme il siluramento annunciatio. Motivo? I suoi programmi, graditi dal pubblico, non piacciono al premier, Silvio Berlusconi. «La mia direzione non è in scadenza e i palinsesti sono stati approvati fino all’estate: non sarebbe più giusto giudicare dai risultati?», s’è sfogato Ruffini, intervistato da “Repubblica”. Malgrado ciò, Ruffini potrebbe essere rimosso dal Cda della Rai, l’11 novembre.
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Pio La Torre spiato dai servizi fino alla vigilia dell’agguato
Pio La Torre, l’eroe siciliano della lotta contro la mafia trucidato in un agguato a Palermo il 30 aprile 1982, fu spiato a lungo dai servizi segreti: l’uomo che lottava contro i clan imponendo l’istituzione del reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni degli affiliati a Cosa Nostra, fu tenuto sotto sorveglianza per molti anni da apparati di sicurezza dello Stato, fino alla vigilia dell’imboscata che gli costò la vita. Coincidenza inquietante? Lo ha ribadito l’8 novembre Giovanni Minoli, presentando su “Rai Storia” uno speciale su La Torre, nel quale numerosi testimoni rievocano le clamorose battaglie del leader comunista siciliano
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Stefano Cucchi morto senza difesa, “ucciso dallo Stato”
Picchiato, denutrito e senza nemmeno un avvocato. Le ultime ore di Stefano Cucchi assomigliano sempre più a un calvario che ieri, sua sorella Ilaria, ha dignitosamente sintetizzato così: «Non è giusto passare gli ultimi giorni da solo e in quelle condizioni, come è successo a mio fratello». L’ultima verità raggela il sangue quasi come le foto dei suoi martoriati 45 chili: Stefano si è lasciato morire di fame e sete, come testimonia il documento dell’ospedale Pertini, per protestare contro chi gli ha impedito perfino un contatto con un legale, negandogli il primordiale diritto alla difesa.
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Manconi: il carcere li lascia morire, come scarti sociali
In carcere ci si toglie la vita 15-17 volte più di quanto si faccia fuori dal carcere. Nel corso del 2009 i suicidi sono stati 61: se tale ritmo dovesse continuare, avremmo a fine anno il più alto numero di suicidi dal 1990. Ci si ammazza, in carcere, con tutte le modalità che fantasia e disperazione suggeriscono: fornello a gas, chiodi e pezzi di vetro, autosoffocamento, impiccagione. A quest’ultimo metodo ha fatto ricorso Diana Blefari. La domanda, quasi elementare, è: perché mai si trovava in carcere e non in una struttura psichiatrica protetta?
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Tv regionale, così RaiTre non farà più paura
Basta avere le idee chiare. E Berlusconi sulla Rai le ha chiarissime. L’ultimo intervento a gamba tesa in diretta a Ballarò ne è stata l’ennesima dimostrazione, con un attacco diretto al conduttore e alla rete «piena di comunisti». Ma dietro le battute e le aggressioni, c’è un disegno politico preciso che, specie negli ultimi tempi, è diventato una sorta di ossessione per il Cavaliere: mettere RaiTre nelle condizioni di non nuocere. Giovedì prossimo, intanto, è previsto un cambio al vertice della rete, Antonio Di Bella dovrebbe prendere il posto di Paolo Ruffini
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De Cataldo: lo scandalo civile della morte di Cucchi
«Ho simbolicamente chiesto scusa a Cucchi. Condivido gli appelli perché emerga la verità e perché sia fatta giustizia. Chiedo però a voi commentatori televisivi, a voi onorevoli esternatori, a voi persone che si indignano a comando, di ricordare questa morte. Ricordarla quando chiederete il carcere duro per chi spaccia; dimenticherete i tossicodipendenti e i malati nelle celle di sicurezza; vi lamenterete dei giudici che “liberano” i delinquenti che i poliziotti, rischiando la vita, arrestano; maledirete i benefici penitenziari e la legge Gozzini;
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Acqua bene pubblico, rivoluzione idrica dalla Puglia
Lo scorso 21 ottobre è partita la prima rivoluzione idrica italiana nella regione Puglia che ha riconosciuto per la prima volta in Italia, il principio dell’acqua “bene pubblico dell’umanità”. La speranza per i sostenitori del principio è quella di “esportare” il provvedimento nelle altre 19 regioni d’Italia. A dispetto degli impressionanti interessi economici in ballo, dei continui ed inarrestabili tentativi di privatizzazione del servizio di fornitura di un bene indispensabile per l’intera umanità
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Vittime civili, rabbia in Afghanistan contro la Nato
“Morte agli stranieri! Morte a Karzai!”. Sale la protesta di piazza in Afghanistan dopo gli ultimi raid Nato. I parenti delle vittime del bombardamento del 4 novembre – nove contadini, tra cui tre bambini – hanno esposto i corpi in due taxi e due pulmini parcheggiati nel centro di Lashkargah, capoluogo della provincia meridionale di Helmand, davanti al palazzo del governatore, Gulab Mangal. Dai portelloni aperti, tutti hanno potuto osservare i cadaveri insanguinati: uccisi mentre lavoravano nei campi attorno al villaggio di Korkhashien. Erano «militanti talebani», secondo le autorità. Versione che ha accentuato la rabbia popolare.