Archivio del Tag ‘video’
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L’America scopre l’avvento del fascismo diretto da Obama
Nel suo libro “Propaganda”, pubblicato nel 1928, Edward Bernays scriveva: «La cosciente e intelligente manipolazione delle abitudini organizzate e delle opinioni delle masse popolari è un elemento importante nella società democratica. Chi controlla questo meccanismo nascosto della società rappresenta un governo invisibile, che è il vero potere dominante del nostro paese». Nipote americano di Sigmund Freud, Bernays inventò il termine “pubbliche relazioni”, un eufemismo per “propaganda di Stato”. Avvertì che la continua minaccia al “governo invisibile” sarebbero stati chi racconta la verità ed un popolo accorto. Nel 1971, il “whistleblower” Daniel Ellsberg (“whistleblower” è chi, dall’interno di un sistema, segnala irregolarità o ne denuncia le cattive prassi) fece trapelare documenti governativi statunitensi conosciuti col nome di “The Pentagon Papers”, in cui si rivelava come l’invasione del Vietnam fosse sistematicamente basata sulla menzogna.
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Tutti spiati, da anni: l’impero ci controlla perché ci teme
Ci spiano da anni, a tappeto, perché hanno paura di noi. Guerra infinita asimmetrica, disinformazione martellante, crisi economica della globalizzazione e ingiustizie planetarie, dagli schiavi del Bangladesh che lavorano a un dollaro al giorno per le multinazionali occidentali, fino all’infamia catastrofica dell’austerity europea, organizzata a tavolino dai boss della finanza. Se mai qualcuno dovesse davvero provare a ribellarsi, “loro” ne sarebbero informati per tempo: controllano ogni telefonata, ogni e-mail, tutte le chat sui social network, persino le semplici ricerche su Internet. Ovviamente, mentono: «Non si può avere il 100% della sicurezza e il 100% della privacy», bela il presidente Obama, colto con le mani nel sacco dall’ex analista della Cia, Edward Snowden, la “talpa” che ha messo in piazza lo scandalo. «Quando ti rendi conto che il mondo che hai aiutato a creare sarà peggiore per la prossima generazione e per le successive, e si allargano le capacità di questa architettura di oppressione – ha detto Snowden – capisci che è necessario accettare qualsiasi rischio. Senza curarti delle conseguenze».
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Salvatores: la val Susa in un film, grazie a Ridley Scott
Gabriele Salvatores racconterà la resistenza civile della valle di Susa contro il progetto Tav Torino-Lione. Lo farà attraverso la piattaforma di social-movie “Life in a Day”, grazie all’incarico ricevuto da Ridley Scott: «Mi ha chiesto di scegliere una situazione in grado di rappresentare l’Italia, e ho deciso che il luogo giusto è la valle di Susa». L’annuncio è storico: Salvatores l’ha dato in diretta, il 14 maggio, al pubblico di Avigliana che ha accolto calorosamente il Premio Oscar, impegnato a presentare il suo ultimo film, “Educazione siberiana”. La decisione è maturata nel giro di poche ore, dopo l’incontro coi militanti No-Tav al “presidio” di Vaie. Confessioni a cuore aperto, col regista, sulle sofferenze di un territorio sorretto da una straordinaria mobilitazione popolare, ormai ventennale, contro una grande opera percepita come ingiusta, inutile, pericolosa e finanziariamente sanguinosa per l’Italia. «Questa storia va assolutamente raccontata: me ne incarico personalmente», ha promesso il regista di “Mediterraneo”.
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Orwell a Catanzaro, telecamere militari fornite dal Mossad
Catanzaro, la città più “sicura” d’Europa. O meglio: la più videosorvegliata, grazie all’installazione di 900 telecamere, di cui 200 fittizie, per sorvegliare i 90.000 abitanti del capoluogo calabrese. Costo iniziale: 23 milioni di euro, che il Comune prevede di ottenere dal fondo “Pon Sicurezza” del ministero dell’interno, creato per la “diffusione della legalità” a tutela della libertà d’impresa. Strategico il protocollo d’intesa firmato con la società “BunkerSec” di Tel Aviv, che fa capo all’ex direttore del Mossad, Meir Dagan. Obiettivo del progetto, battezzato “Safe city”: un sistema di videosorveglianza e controllo, in grado di “mettere in pratica una tecnologia militare in campo civile per monitorare 24 ore su 24 l’intero territorio”. «Il costo – protesta Rosanna Barbuto su “Megachip” – sarebbe giustificato dalla tecnologia militare di cui il “Safe city” è dotato», decisamente «sproporzionata per una città come Catanzaro». Il sistema, infatti, consente di “inviare messaggi su cellulare a un vasto numero di utenti” e “potrà essere utilizzato per informare la cittadinanza relativamente a eventi pericolosi come attacchi terroristici, diffusione dell’inquinamento, tempeste imminenti, incendi, ingorghi stradali e collisioni”.
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Argus vede tutto: il drone-guardiano ci sorveglia dal cielo
«Ci stiamo muovendo verso una società sempre più elettronica, in cui tutti i nostri movimenti saranno tracciati», ammette Mary Cummings, dell’Humans and Automation Lab presso il Mit. Gli esperti prevedono che ci saranno 30.000 droni di sorveglianza nei cieli americani entro il 2020, a seguito della legge approvata lo scorso anno dal Congresso, che consente l’uso di droni spia-sul suolo nazionale americano. Droni che «sarebbero una piattaforma ideale» per super-sensori come “Argus-Is”, videocamera di sorveglianza da 1,8 miliardi di pixel, capace di “vedere” oggetti minuscoli, anche solo di 15 centimetri, da un’altitudine di almeno seimila metri. «Ci piacerebbe che “Argus” sorvegliasse un’area fissa per 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana», dice il suo inventore, Yiannis Antoniades, della Bae Systems, l’azienda che ha sviluppato questa tecnologia di spionaggio di massa: è lo “sguardo permanente” dalla Darpa, la “Defense Advanced Research Projects Agency” del governo di Washington.
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Ora però basta, con l’antiberlusconismo non ci fregate più
No, no, e ancora no. Stavolta non ci dobbiamo cascare. Stavolta ci dobbiamo porre l’impegno morale di ignorare (e semmai combattere) chi di professione gridava alla difesa della democrazia, per poi amorevolmente calpestarla per far posto ai “tecnici” grazie all’unione contronatura tra Pd-Pdl-Udc. Tutto in nome del dio spread. È una cosa psicologica, probabilmente. Le mignotte, i cucù, le bugie, i cortigiani, le corna, il sesso malato, Mediaset, conflitti di interessi, la cricca, Dell’Utri, la mafia, gli appalti, le barzellette, Feltri e Sechi che sfondano quotidianamente il muro del buonsenso, Cicchitto, le gaffe, i video delle gaffe, «il ruolo di kapò», Ghedini fuori dal tribunale di Milano. E poi, speculari: i post-it, le raccolte firme, le manifestazioni, i popoli viola, il “Fatto Quotidiano” comprato a mo’ di dichiarazione partigiana, post indignati, i libri su di lui, gli anatemi su di lui, la vergogna per lui, Valigia Blu, mille bolle blu, Se non ora quando? e le scrittrici radical-chic sul palco, Santoro e Bella Ciao.
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Polizia violenta? Troppi agenti provengono dall’esercito
Picchiano senza pietà: indossano la divisa della polizia, ma provengono dall’esercito. Precisamente: dalle forze speciali inviate sui fronti di guerra della Bosnia, dell’Iraq e dell’Afghanistan. Polizia sotto accusa per gli eccessi di violenza contro studenti inermi? Il problema, scrive il “Manifesto”, imbarazza moltissimi agenti e funzionari della polizia antisommossa: da tempo è carente l’addestramento, fondamentale per formare in modo adeguato i reparti incaricati di mantenere l’ordine pubblico secondo regole civili, e non militari: «Anche il più violento dei manifestanti non deve mai essere considerato un “nemico”», come avviene invece in guerra, cioè nei luoghi da cui ormai provengono moltissimi agenti. Troppi, secondo poliziotti e dirigenti, preoccupati per il ricorso ormai sistematico alla “mano pesante” durante le manifestazioni di piazza.
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Milano, Slam X 2012: rivoluzione è scrivere tempesta
«Il 2012 si sta chiudendo in maniera molto diversa rispetto a ciò che l’anno precedente aveva prospettato. Sfogliando gli eventi e le pubblicazioni degli ultimi mesi si nota una sorta di palude stantia e maleodorante. Non succede niente, non si muove nulla e dal punto di vista creativo l’encefalogramma è sostanzialmente piatto», scrivono Marco Philopat e Andrea Scarabelli per presentare l’edizione 2012 di “Slam X”, la performance collettiva di esibizioni e reading che presenta a Milano alcune tra le voci più interessanti della nuova scena artistica italiana: dopo Moresco a Genna, Antonio Scurati e Aldo Nove passando per Vinicio Capossela, “Slam X” torna quest’anno con Emanuele Trevi, finalista allo Strega, nonché Wu Ming 5, i ragazzi delle “Pantere Velasca” e Rosario Dello Iacovo, dei 99 Posse. Parola d’ordine: “Rivoluzione è scrivere tempesta”.
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Fois gras: quanta sofferenza siete disposti a ingoiare?
“Animal Equality”, con dieci ore di filmati e conversazioni registrate sotto copertura, 153 fotografie scattate in quattro allevamenti nel sud della Francia e in cinque stabilimenti in Catalogna, porta alla ribalta la sofferenza di anatre e oche destinate alla produzione del foie gras, lanciando una campagna mondiale per documentare cosa realmente avviene negli allevamenti dei paesi europei produttori del paté: Francia, Bulgaria, Belgio, Spagna e Ungheria. Il foie gras, che letteralmente significa “fegato grasso”, non è altro che un prodotto ottenuto da oche o anatre fatte ingrassare tramite alimentazione forzata altresì detta gavage. Il cibo viene sparato nell’esofago dell’animale attraverso un tubo metallico lungo circa 30 cm riempito di mais bollito e salato (circa 400/500 grammi). Le ingestioni forzate – due volte al giorno per le oche e fino a quattro volte al giorno per le anatre – stimolano una crescita abnorme del fegato di questi animali con un conseguente aumento di grassi nelle cellule epatiche.
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Spegnere la movida selvaggia? I Subsonica contro Grillo
Caro Grillo, stavolta hai toppato: “spegnere” la vita notturna è il più classico e clamoroso degli autogol. Parola di Max Casacci, leader dei Subsonica, protagonista di una polemica a distanza col fondatore del “Movimento 5 Stelle”, che plaude all’ordinanza con la quale il neo-sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, vieta ai locali di servire alcolici (all’esterno, in strada) nelle ore serali. Casacci grida all’oscurantismo, evocando il fantasma di Cofferati che archiviò il mito di Bologna, capitale dei giovani italiani negli anni in cui Torino subiva il grigiore del sistema-Fiat, che ne faceva la più tetra città d’Italia. Censurare la movida? Errore fatale: significa tarpare le ali al popolo dei giovani, quelli che studiano e crescono imparando a conoscersi, negli spazi vivi della musica e della cultura. E poi, la sicurezza: i locali notturni non solo il problema, ma la soluzione. Perché sono anche «presidi naturali di presenza, di vigilianza attiva». Ai tempi, la sera, sul centro di Torino calava la paura, mentre ora tra le vie affollate si circola liberamente, senza problemi.
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La video-guerra di Leonardo: No-Tav, la verità è esilarante
La bandiera, il ragazzino e il grande protagonista: il vento. La bora è quella che spazza con frequenza la valle di Susa, uno dei luoghi più ventosi d’Italia, checché ne dicano i tecnici di Ltf, la società per la Torino-Lione che – nel suo stesso dossier – non fa mistero dei grandi rischi connessi all’apertura degli eventuali cantieri dell’alta velocità (uranio, amianto, polveri sottili, taglio delle falde idriche, migliaia di tonnellate di materiali di scavo) senza però spiegare come questi problemi verrebbero risolti, in quella “galleria del vento” che si estende da Torino alla frontiera francese. A volte, basta un minuto per rivelare la verità più imbarazzante: tanto dura, pressappoco, il divertente video girato sul balcone di casa dal giovanissimo Leonardo. E’ lui il ragazzino della clip, ripreso mentre si dibatte inutilmente, come un tragicomico Woody Allen in erba, contro la bandiera No-Tav scatenata dal più indomabile dei venti, quello della protesta popolare.
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Video-choc: lo stragista di Tolosa era una pedina degli 007
«Va’ all’inferno, traditore. Mi hai mandato in Iraq, Pakistan e Siria per aiutare i musulmani. E ora ti riveli essere un criminale e un capitano dei servizi francesi. Non lo avrei mai creduto». A parlare è Mohammed Merah, lo stragista franco-algerino di Al Qaeda poi ucciso a Tolosa dalla polizia, nell’alloggio in cui si era asserragliato dopo aver commesso l’ennesimo attentato. Merah parla in un video e accusa il suo migliore amico, Zouheir: «Mi ucciderete senza un motivo», dice, ma «siete voi che mi avete messo in questa situazione». Merah si congeda drammaticamente da Zouheir: «Non ti perdonerò mai». Il giovane attentatore, scrisse il “Foglio” già il 22 marzo «grazie a fonti dei servizi», era nientemeno che «un’operazione dell’intelligence francese finita male». Un infiltrato “inconsapevole”, incaricato di organizzare stragi da attribuire poi a paesi come la Siria, accusati di ospitare terroristi.