Archivio del Tag ‘violenza’
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Vaccinarsi, con Primo Levi, dal cancro del negazionismo
Chiedere perdono agli ebrei? Impossibile. Sono arroganti, tracotanti, bugiardi. Pretendono che il mondo chieda loro scusa, all’infinito, per i crimini della Shoah, sicuramente una persecuzione risalente a settant’anni fa, ma non certo un genocidio: non ci sono prove che siano state sterminate sei milioni di persone, men che meno nelle camere a gas. Fantasie, invenzioni. Leggende. E’ la tesi che un ricercatore dell’università La Sapienza di Roma espone ora sui numerosi blog di cui è curatore. L’ennesimo scandalo del delirio negazionista.
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Malati di guerra: reduci (e incubi) nelle prigioni inglesi
Alcol, droga, violenza, depressione e sindrome da stress post-traumatico. In Gran Bretagna, quasi un detenuto su dieci è un veterano di guerra: militare, non ha retto alla pressione del fronte, dalle Falkland/Malvinas all’Afghanistan. Lo rivela un rapporto pubblicato dalla Napo (National Association of Probation Officers), che monitora le condizioni dei carcerati britannici. «Tra coloro che hanno prestato servizio nelle forze armate di Sua Maestà, 8.500 sono in prigione, mentre 12.000 sono il libertà vigilata», scrive Luca Galassi su “PeaceReporter”, in un ampio servizio che documenta la drammaticità del fenomeno.
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Gandhi: amore e giustizia, per non morire di capitalismo
«Da qualche parte c’è un punto dolce, che produce abbastanza senza sfociare nell’iper-individualismo che sospinge la nostra economia insoddisfacente e sbandata. La miscela di regolazione e valori che potrebbe rendere più comune tale autolimitazione è ovviamente altrettanto difficile da creare in Cina che negli Stati Uniti; ben più semplice limitarsi a benedire un’economia ciascuno-per-sé e farsi da parte. Ma creare quei valori, e le leggi e consuetudini che potrebbero lentamente evolverne, può risultare il compito chiave della nostra epoca e in tutto il mondo» (Bill McKibben, “Deep Economy”).
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Fermiamo questo atroce modello di sviluppo
Un modello di sviluppo atroce, sfuggito dal controllo anche di chi pretende di governarlo, ci sta schiacciando tutti, uomini e donne di ogni mondo. Proiettandoci a una velocità sempre crescente, che la maggioranza non riesce più a sostenere, verso un futuro orgiastico che arretra costantemente davanti a noi – perché è lo stesso modello che lo rende irraggiungibile – crea angoscia, depressione, nevrosi, senso di vuoto e inutilità. In occidente questo modello paranoico è riuscito nell’impresa di far star male anche chi sta bene (566 americani su mille fanno uso abituale di psicofarmaci). Esportato ovunque, per la violenza dei nostri interessi
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Lilin a CasaPound, come Valerio Morucci
Il titolo è «Questione politica» ed è un lungo messaggio – un post nel linguaggio di Facebook – scritto dal romanziere Nicolai Lilin ai lettori nella sua pagina personale sul social network. «L’autore di “Educazione siberiana”, piccolo caso letterario pubblicato da Einaudi – scrive Maria Rosaria Spadaccino sul “Corriere della Sera” – spiega tra l’altro perché sabato 26 settembre sarà a CasaPound Italia», centro sociale romano di estrema destra, nonostante «numerose lettere» ricevute da suoi lettori e amici che, ammette Lilin, «mi invitano a rifiutare».
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Addio a Teresa Strada, presidente di Emergency
«La serenità consapevole con la quale è andata incontro alla conclusione del suo tempo ha espresso la determinazione e il coraggio che rappresentano la verità della nostra azione in un’attività che ha dato senso alla sua e alla nostra esistenza». Emergency ha annunciato così la morte della sua presidente, Teresa Sarti Strada, che si è spenta a 63 anni nella sua casa di Milano. Ad assisterla il marito Gino, con il quale nel ‘94 aveva fondato l’organizzazione che cura le vittime civili delle guerre, e la figlia Cecilia. Qualche ora prima era stata trasferita dalla struttura sanitaria torinese che l’aveva in cura per una malattia che l’affliggeva da due anni.
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Moni Ovadia: coraggio, anche Dio è in esilio
Il magghid di Meseritch, uno dei più grandi maestri dell’ebraismo khassidico diceva: «Ora, nell’esilio, lo Spirito Santo scende più facilmente che nel tempo in cui era in piedi il grande Santuario di Gerusalemme. Un re fu scacciato in esilio e se ne andò ramingo, se arrivava allora in una povera casa dove veniva alloggiato malamente, e malamente cibato, ma accolto da re, il suo cuore era lieto e parlava con la gente di casa così familiarmente come una volta faceva nella propria corte soltanto con i suoi più intimi. E così fa anche D-o da quando è in esilio».
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Ferrero: ronde xenofobe, pericolose e illegittime
Lo scontro che si è avuto fra sedicenti ronde para-fasciste a tutela della sicurezza e le contro-ronde antifasciste è il prodotto delle scelte sciagurate assunte dal governo Berlusconi, scelte che stanno alimentando in tutto il nostro Paese spinte xenofobe e razziste, ispirate alla logica della “giustizia fai da te”, logica che alimenta reazioni e violenze. I rischi per la democrazia che derivano da simili provvedimenti sono sotto gli occhi di tutti. Con questo provvedimento non si risolvono i problemi della sicurezza, anzi li si aggrava rendendo ancora più difficile da svolgere il ruolo delle forze dell’ordine, che a questo punto sono e saranno sempre più chiamate a “vigilare sui vigilantes”!
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Coloni israeliani devastano uliveti palestinesi
In mattinata, un gruppo di coloni israeliani ha dato fuoco ad almeno 1500 ulivi, in Cisgiordania, appartenenti a contadini palestinesi. Le coltivazioni sono state distrutte come forma di rappresaglia contro lo sgombero di alcuni avamposti illegali dei coloni, effettuati dalle forze di polizia israeliane. Scrive il quotidiano israeliano Haaretz, che una decina di coloni armati di torce, è partita a cavallo per vendicare l’azione delle forze di polizia che in mattinata avevano sgomberato alcuni edifici illegali nelle colonie intorno a Nablus, mentre altri scagliavano pietre sulla strada.
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“Sporco negro”, aggressione razzista a Roma
Nuova aggressione razzista a Roma, stavolta nel quartiere di Monteverde Nuovo, ai danni di un immigrato africano, di origine congolese, in Italia come rifugiato. L’uomo è stato selvaggiamente picchiato da tre italiani, in via di Donna Olimpia, al grido di «sporco negro, noi facciamo la volontà del governo, dovete tornare a casa vostra». Il fatto è avvenuto nel primo pomeriggio di giovedì, 2 luglio, ma la notizia è stata diffusa soltanto il 5 luglio. L’uomo è stato inseguito, raggiunto e aggredito mentre lavorava, distribuendo volantini pubblicitari nel quartiere. Gli aggressori lo hanno anche derubato dei documenti e del denaro che aveva con sé.
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Molotov contro un negozio, violenza anti-rumena anche a Torino
Dopo i casi di Roma, la violenza contro i cittadini rumeni si affaccia anche a Torino, dove da molti anni vive pacificamente la più grande comunità rumena d’Europa al di fuori dei confini della Romania. Nella notte tra il 24 e il 25 febbraio è stato colpito da una molotov il negozio di alimentari “Transilvania”, in via Monterosa, nel quartiere Barriera di Milano.
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Grossman: Israele parli anche con Hamas
Israele deve accettare di parlare anche con Hamas. Lo afferma il grande scrittore israeliano David Grossman